Annalisa Favetti - Immediately
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social responsibility<br />
Il termine giapponese hikikomori è riferito al fenomeno<br />
in base al quale un adolescente si chiude in se stesso<br />
al punto tale da ritirarsi, escludersi completamente<br />
dalla vita sociale, rifiutando ogni contatto non solo con<br />
il mondo esterno ma anche con i propri familiari in casa.<br />
di Antonia Coppola<br />
V<br />
molto spesso le cause che spingono l’adolescente a<br />
“scomparire” dal mondo sono il timore di non riuscire e<br />
l’ansia da prestazione; l’incapacità di affrontare la vita reale...<br />
16 pontemilvio<br />
ivono segregati, rinchiusi<br />
nella propria stanza,<br />
dove consumano addirittura<br />
i pasti, per mesi, in<br />
alcuni casi per anni.<br />
E’ una patologia che in Giappone colpisce<br />
moltissimi adolescenti; in un reportage<br />
sull’argomento pubblicato nel<br />
2006 dal prestigioso quotidiano americano<br />
- The New York Times – viene<br />
indicato che i teens hikikomori potrebbero<br />
ammontare ad 1 milione, vale<br />
a dire circa l’1% della popolazione<br />
giapponese complessiva. In Giappone<br />
sono stati istituiti anche dei programmi<br />
di “riabilitazione” (denominati<br />
New Start … nuovo inizio) per reinserire<br />
i giovani colpiti da tale sindrome,<br />
così come vi sono gruppi di supporto<br />
per i loro genitori.<br />
Alcuni studiosi hanno equiparato questo<br />
fenomeno a quello dell’anoressia,<br />
in quanto molto spesso le cause che<br />
spingono l’adolescente a “scomparire”<br />
dal mondo possono coincidere con<br />
quelle che lo portano a rifiutare il cibo<br />
fino quasi a morire: il non sentirsi<br />
accettati dagli altri; il non accettarsi; il<br />
timore di non riuscire e l’ansia da pre-<br />
Hikikomori<br />
viaggio nel mondo degli<br />
adolescenti<br />
stazione; l’incapacità di affrontare la<br />
vita reale; l’infelicità; il senso di inadeguatezza;<br />
la reazione ad atti di sopraffazione,<br />
violenza o bullismo.<br />
L’hikikomori non va a scuola, non frequenta<br />
più gli amici, si isola completamente;<br />
ha difficoltà nel relazionarsi<br />
con gli altri e tende a proporsi al<br />
mondo solo “schermato” attraverso<br />
Internet, evitando ogni forma di contatto<br />
“reale”; vi sono alcuni che di notte<br />
escono qualche volta per fare una<br />
passeggiata. Sebbene in Italia il numero<br />
di casi acclarati di sindrome<br />
“hikikomori” non superi il centinaio,<br />
tuttavia il fenomeno preoccupa; ne<br />
siano prova le numerose pubblicazioni<br />
sull’argomento.<br />
Si tratta infatti di una sindrome legata<br />
ai disagi dell’incomunicabilità, ai<br />
rapporti tra genitori e figli, ai rapporti<br />
umani in generale, elementi questi<br />
che non hanno una connotazione geografica,<br />
sebbene siano stati riscontrati<br />
più comunemente in determinati<br />
contesti. L’antropologa Carla Ricci, esperta<br />
di Giappone, ha ad esempio ravvisato<br />
alcune analogie tra il fenomeno<br />
italiano dei “mammoni” e gli<br />
hikikomori. Anche i “mammoni” infatti<br />
rifiutano di lasciare la casa dei genitori<br />
in quanto temono di affrontare<br />
la vita al di fuori del “nido” e come<br />
tali hanno difficoltà relazionali. Ammoniscono<br />
gli psicologi circa il fatto<br />
che non esistono ricette per evitare<br />
che i propri figli diventino hikikomori,<br />
però occorre conoscere il fenomeno<br />
allo scopo di saper individuare gli<br />
eventuali campanelli d’allarme. Anche<br />
in Italia (ad esempio a Milano ed a Roma)<br />
stanno nascendo programmi per<br />
la cura ed il supporto in tali casi .