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Annalisa Favetti - Immediately

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Roma com’era<br />

Lucio Licinio Lucullo<br />

un raffinato al fronte<br />

Protagonista della guerra a Mitridate VI<br />

re del Ponto<br />

di Gian Carlo Menchinelli<br />

Lucio Licinio Lucullo, proconsole,<br />

luogotenente di<br />

Silla, abile generale, viene<br />

inviato nella regione indipendente<br />

del Ponto (Asia<br />

Minore – Mar Nero) per piegare definitivamente<br />

l’ostinato Mitridate VI re e<br />

valoroso antagonista.<br />

Consegue diverse vittorie, ma non quella<br />

finale. Quando ormai la sta per ottenere,<br />

Pompeo tradisce la loro amicizia<br />

e lo fa sollevare dal comando bellico nel<br />

Ponto. Lucullo non se la prende, anzi!<br />

Rientra a Roma dove da inizio ad una<br />

fastosa vita privata. Poiché possiede un<br />

“pezzetto di terra” compreso tra Villa<br />

Medici e Trinità dei Monti, si fa costruire<br />

in quell’area i famosi Horti Luculliani.<br />

Una stupenda dimora avvitata alle<br />

pendici del Pincio, con una fuga di rampe<br />

e terrazzamenti, agganciata poi a<br />

un audace portico panoramico.<br />

E’ in questo gioiello degli architetti romani<br />

che Lucullo si riposa e si rinfranca<br />

dalle delusioni politiche, avviando un<br />

menage tutto piaceri e raffinatezze. Ed<br />

è sempre qui che si svolgono le ormai<br />

storiche cene luculliane.<br />

Ma cosa offriva Lucullo ai suoi ospiti?<br />

Intanto l’incanto della sua villa incastonata<br />

sul Pincio, le fiaccole profumate<br />

che disegnavano sulle terrazze l’armonia<br />

delle ombre, i brindisi in elegante<br />

gaiezza nel piacevole porticato. Poi gli<br />

arredi: mobili, tappeti, tendaggi portati<br />

a Roma dalle sue campagne in Oriente;<br />

e ancora la sontuosità delle stoviglie,<br />

posate e vasellame in argento cesellato,<br />

tovaglie policrome in seta, cuscini<br />

sfumati in delicati disegni di oro.<br />

Raffinatezza, era questo il credo di Lucullo.<br />

Le porte degli Horti Luculliani venivano<br />

aperte agli ospiti tra le ore IX e<br />

X (tra le 14 e le 16). Lucullo si intratte-<br />

36 pontemilvio<br />

neva con alcuni di loro, sempre con la<br />

discreta presenza del suo Nomenclator.<br />

Questi, spesso uno schiavo, era addetto<br />

a suggerire al dominus i nomi degli<br />

invitati a lui sconosciuti, ma anche ad<br />

allontanare gli inevitabili imbucati.<br />

Ora si possono servire aperitivi e antipasti<br />

(gustos). Niente olive, uova, noci<br />

– alla Trimalcione – ma tartine al formaggio<br />

(libum) con il foie-gras dei romani,<br />

il ficatum, poiché per ottenerlo<br />

ingozzavano le oche con i fichi.<br />

A seguire, Lucullo offre datteri di mare,<br />

vongole, arselle, ostriche, ricci, scampi,<br />

gamberi, storioni di Rodi, carpacci di<br />

tonno di Calcedonia e di murene di Cadice.<br />

Non si berrà il pur apprezzato, ma<br />

solito Falerno, ma un vino ambrato di<br />

Lesbo prodotto per i gaudente anfitrione.<br />

Si scivola così verso la cena, evento<br />

agognato da tutto il jet-set romano,<br />

per la prelibatezza delle vivande<br />

e per la risonanza mondana. Insomma,<br />

come dire… io c’ero! L’eterna spocchia<br />

dell’umano, immutata anche dopo<br />

millenni. Ma tant’è, ora viene servita<br />

la cena.<br />

Sui triclini degli ospiti arrivano aragoste<br />

guarnite con caviale, uova di ricci di<br />

mare, usignoli al miele con animelle,<br />

cervelli di pavone con mousse di albicocche,<br />

lingue di fenicottero al miele,<br />

brasato di ghiro al mirto. Stinchi di ca-<br />

Horti Luculliani<br />

ramello con asparagi (esclusiva di casa<br />

Lucullo), cotolette di capriolo con marroni<br />

broulé, beccacce ai tordi laccati con<br />

mousse di pesche e more. I vini, scelti<br />

dal dominus, sono un Mamertino di Sicilia,<br />

un Cecubo di Fondi e un rosso di<br />

Chio.<br />

Il raffinato menù della cena si conclude<br />

con il secundae mensae, cioè dessert e<br />

frutta.<br />

Il buffet dei dolci è molto atteso dagli<br />

ospiti: i romani sono golosi per ogni tipo<br />

di prodotto edulcorato. Apre una<br />

pasticceria minuta e farcita con miele e<br />

latte; poi le torte di more speziate con<br />

polvere di papavero. Struffoli (globuli)<br />

uguali a quelli napoletani, soufflé con<br />

uova, miele e formaggio, pasticcini al<br />

vino con uva passa. Infine una torta denominata<br />

placenta (olio, vino, miele,<br />

formaggio), derivata e più elaborata<br />

della scriblita, semplice sfoglia a fagottino.<br />

Ora possiamo ben dire… siamo alla<br />

frutta! Ma anche per la portata conclusiva<br />

Lucullo si distinguerà per il suo<br />

aplombe mondano. A ogni invitato viene<br />

dato un cestino personalizzato con<br />

frutta mista selezionata: pere, mele, fichi,<br />

albicocche, more, pesche, melagrane<br />

oltre ad un assortimento di frutta<br />

secca elaborata con miele e tostata.<br />

Che dire a quei simpatici e famelici progenitori<br />

se non… buona digestione!

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