NOTIZIARIO DELL'ARCHIVIO OSVALDO PIACENTINI - CAIRE
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Dollaro, grano e petrolio<br />
Se ne è accorta la televisione di intrattenimento.<br />
Chi scrive non possiede un televisore, ma è stato<br />
costretto, a casa di un amico, ad un pomeriggio<br />
alla presenza incombente del teleschermo. Era la<br />
vigilia di Natale: divi di vario splendore e numi<br />
del proscenio politico erano interpellati sui<br />
preparativi del cenone. L’anziano Mentore del<br />
serial televisivo rimpiangeva i tempi in cui era<br />
possibile acquistare l’indispensabile per il cenone<br />
con un milione di lire, si univa al lamento l’alfiere<br />
della politica spettacolo della rutilante età<br />
di Craxi, l’amabile intrattenitore interrompeva<br />
l’intervista e cedeva la linea all’inviato speciale<br />
al mercatino rionale, che mostrava, indignato,<br />
i prezzi sul tronco di pescespada e sul cumulo<br />
di indivie. Sdegnato da quello delle ciliegie, 22<br />
euro al chilo! Un frutto di stagione! Per Natale!<br />
Se ne sono accorti i rotocalco destinati al<br />
divanetto del barbiere, che hanno affrontato<br />
l’argomento con impegnative interviste al<br />
panettiere e alla pensionata che la pasta, ai prezzi<br />
che ha raggiunto, non può più permettersela. Se<br />
ne è accorto il re dei giornali, che ha bandito le<br />
appassionate denunce della signora che ispira il<br />
pensiero delle casalinghe con villa all’Argentario<br />
e a Cortina: cresce il prezzo degli alimentari. E’<br />
inaudito!<br />
Nella denuncia che ha accomunato tv spazzatura<br />
e rotocalchi da cassonetto gli esperti interpellati<br />
non hanno esitato a identificare la causa dei<br />
rincari in un crimine orrendo: la speculazione.<br />
Singolarmente, chi denuncia la speculazione sul<br />
quotidiano che si stampa in via Solferino leva lo<br />
stesso grido che, a distanza di due isolati, levava,<br />
l’anno di grazia 1628, il giorno di San Martino,<br />
la folla che assaliva i forni di piazza Cordusio:<br />
morte agli incettatori!<br />
Se ne è accorta la tv spazzatura, se ne sono<br />
accorti i settimanali sfoglia e getta: il prezzo<br />
del cibo cresce. Ha iniziato a crescere quello<br />
dei cereali, li ha seguiti il latte, li seguirà,<br />
inevitabilmente, la carne, che dei cereali non è<br />
all’insegna della sostenibilità<br />
di Antonio Saltini<br />
che un derivato. Rialzi modesti. Un chilo di pane<br />
costava, nel 1960, come un chilo di frumento: 60<br />
lire. Il guadagno del mugnaio corrispondeva al<br />
valore della crusca, quello del fornaio a quello<br />
dell’acqua. Oggi (ieri) per acquistare un chilo<br />
di pane occorre (occorreva) il ricavato di venti<br />
chili di frumento: i panettieri hanno potuto<br />
rispondere al primo aumento della farina senza<br />
ritoccare il prezzo del pane.<br />
Aumenti modesti, che, fossero, come proclamano<br />
gli esegeti della tv, frutto della speculazione,<br />
potrebbero dissolversi appena le autorità infliggessero<br />
qualche punizione esemplare. Che<br />
era quanto chiedeva la folla in piazza Cordusio.<br />
“Siccome, però, tutti i provvedimenti di questo<br />
mondo, per quanto siano gagliardi – rileva l’illustre<br />
cronista della sommossa- non hanno virtù di diminuire<br />
il bisogno del cibo, né di far venir derrate<br />
fuor di stagione… così il male durava e cresceva…”<br />
Che costituisce il problema sul quale i panettieri<br />
intervistati non sanno pronunciarsi: continueranno<br />
i prezzi a salire? Il male è fenomeno congiunturale,<br />
o è destinato a protrarsi?<br />
Nel 1972 l’agricoltura sovietica, gigante deforme<br />
e impotente, realizzò un raccolto tanto esiguo che<br />
l’inverno sarebbe stato senza pane. Si riunisce<br />
il Politburo: sull’aula incombe lo spettro di<br />
Novocherkassk, la città dove dieci anni prima,<br />
in circostanze analoghe, la folla affamata si è<br />
scontrata con la polizia, che ha sparato uccidendo<br />
decine di dimostranti.<br />
Il consesso verifica che al cittadino sovietico è già<br />
proibito tutto: non si può proibirgli di mangiare.<br />
Le riserve di oro consentono, peraltro, l’acquisto<br />
di quanto frumento e mais si voglia: con venti<br />
tonnellate di metallo si acquistano quaranta<br />
milioni di tonnellate di cereali, da trasformare<br />
in carne e formaggio, e continuare a ripetere ai<br />
sudditi che solo loro, in un Pianeta affamato,<br />
imbandiscono la tavola con la carne due volte<br />
la settimana.<br />
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