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NOTIZIARIO DELL'ARCHIVIO OSVALDO PIACENTINI - CAIRE

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Sullo stato della pianificazione territoriale<br />

ed urbanistica della Regione Veneto<br />

L’attuale “momento pianificatorio” che sta<br />

interessando la totalità del territorio della<br />

Regione Veneto è davvero singolare e forse<br />

irripetibile.<br />

In attuazione della “nuova” legge regionale<br />

23.4.2004, n.11 “Norme per il governo del<br />

territorio”, e a poco più di tre anni dalla sua<br />

entrata in vigore nella completezza di tutti gli<br />

articoli della normati-va, i Comuni, le Province<br />

e la Regione stanno elaborando i loro strumenti<br />

urbanistici e territoriali.<br />

Quindi si può ben dire che la totalità del territorio<br />

regionale, nella sua organizzazione amministrativa,<br />

è interessato dal processo di pianificazione<br />

a vari livelli, a varie scale e con procedure e<br />

metodologie che mettono a confronto i vecchi<br />

strumenti urbanistici vigenti con i nuovi<br />

approcci delle discipline che regolano il governo<br />

del territorio.<br />

Quale occasione, si direbbe, per avere finalmente<br />

un quadro pianificatorio coordinato nel tempo<br />

e alle diverse scale territoriali e tale comunque<br />

da assegnare ad ogni tipologia di strumento<br />

comunale, provinciale e regionale competenze<br />

specifiche e contenuti propri.<br />

Inoltre come base di partenza, se per quanto concerne<br />

i comuni tutti hanno un prg vigente,più<br />

o meno datato nel tempo, come la regione ha<br />

vigente un piano territoriale regionale di coordinamento<br />

approvato nel 1992, del tutto innovativo<br />

appare lo scenario che si sta delineando per le<br />

province in quanto nessuna delle sette province<br />

venete ha un piano approvato.<br />

Ma vediamo meglio nel dettaglio l’attuale<br />

situazione della pianificazione, prima però<br />

soffermandoci brevemente sullo stato di<br />

attuazione dell’apparato legislativo regionale<br />

nel suo complesso.<br />

A tale proposito è innanzi tutto da rilevare che<br />

non è stato ancora completato interamente il<br />

sistema legislativo/normativo regionale previsto<br />

sulla riforma urbnistica<br />

di Stefano Bernardi<br />

dalla l.r. 11/04 che affianca alla legge un corpus<br />

regolamentare composto da 21 atti di indirizzo,<br />

finalizzati a dettagliare specifiche indicazioni<br />

su singole fattispecie di categorie urbanistiche<br />

di cui alcune di rilevante importanza per la<br />

progettazione dei piani.<br />

Solo 9 di questi atti di indirizzo sono stati<br />

approvati, uno, relativo alle modalità applicative<br />

della VAS, adottato nel 2005 non è stato ancora<br />

approvato, mentre tutti gli altri non sono stati<br />

neppure approntati. Alcuni di questi atti di<br />

indirizzo si riferiscono a tematiche di rilevante<br />

importanza per la progettazione dei piani<br />

quali le modalità per il dimensionamento e<br />

degli standard di aree per servizi, i criteri per<br />

l’omogenea applicazione della perequazione,<br />

dei crediti edilizi e della compensazione, i criteri<br />

per l’operatività delle società di trasformazione<br />

urbana, i sussidi operativi per l’edificabilità<br />

nei centri storici e nelle zone sottoposte a<br />

vincolo paesaggistico, l’elaborazione dei criteri<br />

applicativi delle procedure per l’applicazione<br />

dello sportello unico per le attività produttive.<br />

Come si vede, tale carenza di impianto normativo<br />

risulta notevole e fonte di diversificazioni<br />

interpretative in fase progettuale dei piani,<br />

anche perché l’incompletezza degli atti di<br />

indirizzo non ne inibisce normativamente la<br />

loro approvazione.<br />

A maggior ragione, tenuto conto che è scaduta da<br />

diverso tempo la moratoria per l’approvazione<br />

delle varianti ai prg con limitate eccezioni<br />

particolarmente riferite alle oo.pp., ben si capisce<br />

come i comuni stiano accelerando le procedure<br />

per l’adozione dei nuovi strumenti urbanistici<br />

anche in presenza di incertezze normative.<br />

Attualmente su 581 comuni veneti circa 440<br />

hanno richiesto l’attivazione della procedura di<br />

copianificazione con la Regione, coinvolgendo in<br />

diverse situazioni territoriali anche la Provincia<br />

di appartenenza.<br />

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