IL DEMANIO MARITTIMO: TITOLARITA' E ... - DSpace@Roma3
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di costa, i relativi bacini e le opere artificiali che costituiscono aree deputate<br />
all’approdo e alla sosta delle navi ( 81 ). Ove la destinazione dei porti ai<br />
pubblici usi del mare sia naturale, gli stessi ricadono nell’ambito del<br />
demanio naturale ( 82 ); qualora la realizzazione dei porti sia opera<br />
dell’uomo, si rientra nel demanio artificiale ( 83 ). Da ciò parte della dottrina<br />
trae la ragione dell’inquadramento dei porti tra i beni demaniali marittimi;<br />
inquadramento a cui si affianca, secondo la più moderna concezione, la<br />
ricostruzione che vede nel porto, quale bene demaniale, un elemento<br />
essenziale del porto inteso come complesso di beni destinati allo<br />
svolgimento di un insieme differenziato di attività volte alla prestazione di<br />
Manganaro, Il porto da “bene demaniale” ad “azienda”, in A. Police (a cura di), I beni<br />
pubblici: tutela, valorizzazione e gestione, Atti del Convegno di studi – Ville Tuscolane,<br />
16-18 novembre 2006, Milano, 2008, p. 248, secondo cui è possibile rinvenire più che la<br />
definizione di porto in quanto tale, quella di opere portuali nell’art. 5 del r.d. 2 aprile 1885,<br />
n. 3095, a mente del quale sono opere portuali “ogni altra opera il cui scopo sia il<br />
mantenere profondo ed espurgato un porto, faclitando l’accesso e l’uscita e aumentare la<br />
sicurezza”; o nell’art. 13 del r.d. n. 713 del 1904, secondo cui sono opere che riguardano<br />
i porti “tutte le altre che hanno per scopo di facilitare il carico, scarico, deposito e<br />
trasporto delle merci”.<br />
( 81 ) Così, A. Giardini, I porti e i servizi portuali, in Trattato di diritto commerciale e di diritto<br />
pubblico dell’economia, diretto da F. Galgano, vol. 40, Il diritto del mercato del trasporto,<br />
di S. Zunarelli (a cura di), Verona, 2008, p. 305. E’ opinione prevalente che nella nozione<br />
di porto, di cui all’art. 28 del codice della navigazione, rientrino anche i porti artificiali: così<br />
F. A. Querci, Demanio marittimo (voce), cit., p. 94; A. Xerri Salamone, L’ordinamento<br />
giuridico dei porti italiani, Milano, 1998, p. 66; G. Falzea, Porto e funzione portuale,<br />
Milano, 1998, p. 89. Contra, Cons. Stato, sez. VI, 27 marzo 2003, n. 1601.<br />
( 82 ) Critica la nozione naturalistica di porto F. Manganaro, Il porto da “bene demaniale” ad<br />
“azienda”, cit., p. 247, ritenendola “vetusta” e “fallace”, in quanto “oggi è più che mai<br />
evidente che esso comporti la realizzazione di opere e servizi per il riparo e la cura delle<br />
navi e per lo svolgimento dei servizi relativi ai passeggeri ed alle merci”, pur riemergendo<br />
in giurisprudenza - ad avviso dell’Autore - qualche profilo naturalistico.<br />
( 83 ) Ritiene che prevalga la nozione di porto quale bene artificiale F. Manganaro, Il porto<br />
da “bene demaniale” ad “azienda”, cit., p. 248, “nel senso che di esso fanno parte tutti<br />
quegli immobili del demanio marittimo che l’amministrazione intenda destinare al porto<br />
stesso come complesso di beni per una funzione comune”. Secondo l’Autore la<br />
circostanza che il porto venga realizzato su beni già appartenenti al demanio marittimo<br />
potrebbe portare ad inquadrare lo stesso come pertinenza, negandone un’autonoma<br />
dignità concettuale; peraltro, l’esistenza di una normativa specifica sui porti esclude il<br />
carattere pertinenziale dello stesso e fa del porto un distinto bene giuridico. Distingue i<br />
porti in naturali e artificiali D. Gaeta, Il demanio marittimo, cit., p. 22, il quale precisa che<br />
è naturale anche il porto al quale ha concorso l’opera dell’uomo, rendendo più solide le<br />
sponde, realizzando bacini secondari o canali, perché il porto esiste comunque<br />
naturalmente e potrebbe assolvere la propria funzione anche senza le opere di<br />
perfezionamento.<br />
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