Barconi e attrezzi dell’antica <strong>mattanza</strong> che ancora guardano verso il mare.
La paro<strong>la</strong> a Gioacchino Cataldo C<strong>la</strong>sse 1941, altezza 1.90, stazza imponente, barba fluente e sorriso da lupo di mare. E’ Gioacchino Cataldo, che al porto di Favignana tutti conoscono come l’ultimo Ràis, l’ultimo capo <strong>dei</strong> tonnaroti del<strong>la</strong> <strong>mattanza</strong>. Di storie da raccontare ne ha parecchie, dopo decenni di <strong>la</strong>voro sul mare. Come quel<strong>la</strong> volta che <strong>la</strong> pesca si fece un po’ troppo “grossa”, e nelle reti del<strong>la</strong> tonnara rimase intrappo<strong>la</strong>ta… una femmina di squalo bianco. “Ho ancora le foto in tasca”, ci spiega il Ràis mostrandocele. “Era morta, è vero, ma io l’ho trascinata sul<strong>la</strong> barca tutto da solo. Una bestia enorme, intorno ai 5 metri e mezzo, pesante un paio di tonnel<strong>la</strong>te abbondanti. Ricordo anche il giorno esatto: l’8 maggio 1987”. Ha conservato un ricordo di quell’epica impresa, il signor Gioacchino. Ne ha fatto un pendente con montatura in oro, una forma che ricorda quel<strong>la</strong> di un cuore, con <strong>la</strong> catena pure in oro. “E’ il canino del<strong>la</strong> mandibo<strong>la</strong> superiore dell’animale, <strong>la</strong>to sinistro”, ci spiega con orgoglio. “E’ il mio portafortuna”. Qualcuno li chiama “Sciamani del mare”, i Ràis. “Sciamano” deriva dal tunguso “saman”, che significa colui che sa, il detentore del<strong>la</strong> conoscenza. Di solito, sciamani sono figure prominenti delle l’ultimo Ràis del<strong>la</strong> <strong>mattanza</strong> di Favignana culture arcaiche siberiane o americane, persone dotate di poteri “speciali” e in contatto con gli spiriti, di cui fanno da tramite nei rapporti con <strong>la</strong> comunità umana per propiziare il futuro. Ma che cosa sa esattamente uno “sciamano del mare”? “Conosce le correnti subacquee, prosegue Cataldo, le abitudini <strong>dei</strong> pesci e i segreti del mare. Sa qual è il periodo giusto per ca<strong>la</strong>re in acqua le reti e per tirarle su piene di <strong>tonni</strong>, e naturalmente è anche il responsabile del<strong>la</strong> <strong>mattanza</strong>, di cui coordina tutte le azioni”. Una volta il ruolo di Ràis veniva tramandato di padre in figlio, ma ora non è più così. Il capo <strong>dei</strong> tonnaroti viene scelto in base alle sue competenze e all’esperienza che ha maturato. Sotto di lui sono altre figure, secondo una precisa gerarchia di ruolo: “ci sono due capiguardia, di cui il più anziano è il vice Ràis, poi vengono i capi barca e infine tutti i tonnaroti”. Il signor Gioacchino è diventato Ràis nel ’97, dopo aver fatto <strong>la</strong> <strong>mattanza</strong> per 22 anni. Viene da un mondo di rapporti sociali ancora comunitari, in cui bastava un’occhiata per comunicare con le persone e una stretta di mano per concludere un affare. Ora quel mondo è scomparso. Gioacchino Cataldo durante l’intervista e, sotto, foto dello squalo bianco che “pescò” nell’87, e un modellino di struttura del<strong>la</strong> tonnara.