favignana e la mattanza dei tonni (pdf 4,1 mb) - Geacoopsociale.Eu

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Secondo la leggenda, il nome stesso di una piccola baia di Favignana, chiamata “Cala Rossa”, richiamerebbe proprio il colore del sangue versato in quella battaglia… Dopo l’epoca romana l’isola fu conquistata con alterne fortune da popoli come i Vandali, i Goti e i Saraceni, ma venne occupata anche da Bizantini e Musulmani, fino ad arrivare ai Normanni e agli Svevi. Le isole Egadi vennero perfino attaccate dal signore di Algeri e di Tunisi, Khair-Ad-Din, celebre pirata meglio noto come il Barbarossa. Nel 1637 l’arcipelago e le tonnare venivano invece cedute al marchese di Genova, della famiglia Pallavicino. In tempi più recenti, durante il fascismo e la seconda Guerra Mondiale, Favignana fu trasformata in prigione e luogo di confino per i dissidenti politici, e nel 1943 fu completamente rasa al suolo da bombardamenti aerei. Accanto alla pesca del tonno, un’altra attività economica importante era l’estrazione di tufo per costruire case e diversi tipi di edifici. Ora al posto delle antiche cave si trovano bellissimi giardini ipogei, visitabili dai turisti. L’industria della pesca infine, oltre ai tonni catturava sgombri e sardine, orate, triglie, cernie, sogliole, dentici, aragoste, gamberi, polipi, calamari. ● Il faro di Favignana, il castello e i giardini ipogei.
Testo e foto: Michele Mornese. Immagini tratte dal Museo Florio di Favignana.
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