parliamo di taxi e tassisti / Gli appuntamenti di luglio e ... - Konrad
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cineMa<br />
I film <strong>di</strong> spionaggio vanno sempre forte. Il più interessante<br />
sul mercato è attualmente RED <strong>di</strong> Robert<br />
Schwentke. Tratto da una storia a fumetti <strong>di</strong> Warren<br />
Ellis e Cully Hammer, RED è un film che parla <strong>di</strong> pensionati,<br />
ma sono pensionati assai particolari. La parola<br />
“Red” ha molti significati, ma nel film vuol <strong>di</strong>re “ Retired<br />
Extremely Dangerous”, cioè in italiano “Pensionati<br />
(della CIA) ESTREMAMENTE PERICOLOSI”. Si tratta<br />
<strong>di</strong> una satira intelligente dei film <strong>di</strong> spionaggio, a tratti<br />
molto piacevole e <strong>di</strong>vertente. Siccome i protagonisti del<br />
film rispondono ai nomi <strong>di</strong> Bruce Willis, John Malkovich,<br />
Morgan Freeman ed Helen Mirren, ed il regista<br />
<strong>di</strong>mostra <strong>di</strong> saper fare molto bene il suo mestiere, simpatia<br />
e <strong>di</strong>vertimento sono assicurati. Nella prima parte<br />
ci sono solo Bruce Willis e Morgan Freeman, i quali<br />
per <strong>di</strong>fendersi dai loro ex colleghi piuttosto invadenti<br />
sono costretti a fare fuori un numero impressionate <strong>di</strong><br />
persone. Sembrerebbe uno dei soliti film d’azione spionistici<br />
ed iper-tecnologici. E invece no. Tutto cambia<br />
quando entra in scena John Malkovich mimetizzato da<br />
pollo gigante. Egli interpreta un genialoide paranoico<br />
che ruba continuamente la scena a Bruce Willis, <strong>di</strong>mostrando<br />
<strong>di</strong> possedere un insospettabile talento comico<br />
che da solo vale la visione <strong>di</strong> tutto il film. Ancora meglio<br />
quando i nostri arrivano in una elegantissima magione<br />
ottocentesca abitata da una gentile signora (Helen<br />
Mirren), che si rivela essere una raffinata assassina. In<br />
seguito la trama si <strong>di</strong>pana fra colpi <strong>di</strong> scena e situazioni<br />
ai limiti della cre<strong>di</strong>bilità, ma senza mai oltrepassare i<br />
confini della decenza e del buon gusto. Tutto questo e<br />
molto altro ancora in un film che io non esito a definire<br />
come uno dei più belli e simpatici apparsi nell’attuale<br />
stagione cinematografica. Stesse tematiche ma nulla<br />
da ridere in Hanna <strong>di</strong> Joe Wright. Prodotto da USA,<br />
Gran Bretagna e Germania, il film si svolge quasi tutto<br />
in Africa ed in Europa e trasporta gli spettatori dalle algide<br />
<strong>di</strong>stese nevose della Svezia al cal<strong>di</strong>ssimo deserto<br />
del Marocco, e poi attraverso la Spagna e la Francia<br />
fino alla conclusione sanguinosa nella Berlino del<br />
21° secolo. Hanna (Saoirse Ronan) è una bambina<br />
sopravvissuta a un esperimento genetico dove hanno<br />
trovato la morte centinaia <strong>di</strong> persone. Incre<strong>di</strong>bilmente<br />
forte, agilissima e molto intelligente, Hanna doveva<br />
essere il primo esemplare <strong>di</strong> una nuova generazione<br />
<strong>di</strong> super-soldati quasi invulnerabili e virtualmente<br />
immortali. Ma i vertici militari hanno bruscamente<br />
deciso <strong>di</strong> terminare l’esperimento. Ciò ha comportato<br />
l’eliminazione fisica <strong>di</strong> decine <strong>di</strong> bambini innocenti e<br />
<strong>di</strong> tutte le persone coinvolte. Responsabile principale<br />
del massacro è una donna, Marissa Siebert (Cate<br />
Blanchett), un agente della CIA che sa eseguire i propri<br />
compiti con spietata efficienza (ed anche con una certa<br />
dose <strong>di</strong> sa<strong>di</strong>smo). Ottime le prove <strong>di</strong> tutti i protagonisti,<br />
a cominciare dalla giovanissima attrice irlandese (ma è<br />
nata a New York) Saoirse Ronan, già quasi una stella <strong>di</strong><br />
prima grandezza nel mondo del cinema nonostante abbia<br />
solo 17 anni. I capelli bion<strong>di</strong>ssimi, quasi bianchi, che<br />
porta nel film fanno risaltare i suoi splen<strong>di</strong><strong>di</strong> occhi azzurri<br />
che guardano il mondo con sconcertante innocenza.<br />
Splen<strong>di</strong>da pure l’interpretazione <strong>di</strong> Cate Blanchett, mai<br />
vista così o<strong>di</strong>osa nei panni un personaggio malvagio,<br />
spietato e maniaco della pulizia personale (si gratta i<br />
20 konrad <strong>luglio</strong>/agosto 2011<br />
denti fino a farli sanguinare, e veste impeccabilmente<br />
come un agente della polizia nazista). La lotta senza<br />
quartiere fra le due donne accompagnerà lo spettatore<br />
in tutta la seconda parte del film, fino alla cruciale<br />
conclusione. Insomma, in Hanna la contaminazione<br />
fra il genere spionistico e la fantascienza raggiunge i<br />
massimi livelli, con una netta prevalenza <strong>di</strong> quest’ultima.<br />
Rimaniamo nel campo della science fiction con I<br />
guar<strong>di</strong>ani del destino <strong>di</strong> George Nolfi.Un bel racconto<br />
fantascientifico dove gli occulti personaggi che controllano<br />
le nostre vite sembrano dei grigi impiegati <strong>di</strong><br />
banca con tanto <strong>di</strong> soprabito e cappello floscio in testa.<br />
Tratto da un vecchio racconto dell’americano Philp<br />
K. Dick (Adjustment Team – 1954), I guar<strong>di</strong>ani del<br />
destino narra la storia <strong>di</strong> David (Matt Damon) ed Elise<br />
(Emily Blunt), il cui incontro fortuito non è previsto dai<br />
FANTA-SPIONAGGIO E CAPRICCI DEL DESTINO<br />
palinsesti cosmici, e crea delle pericolose lacerazioni<br />
nella stessa trama dello spazio-tempo. Catturato da<br />
un gruppo <strong>di</strong> personaggi vestiti <strong>di</strong> scuro, il terrorizzato<br />
David viene trasportato in un altro universo tramite una<br />
porta <strong>di</strong>mensionale, e gli viene intimato <strong>di</strong> non cercare<br />
mai più Elise, perché le conseguenze potrebbero essere<br />
spaventose. I Guar<strong>di</strong>ani del Destino saranno anche<br />
virtualmente onnipotenti, ma non conoscono bene la<br />
psicologia umana, perché non appena ritornato sulla<br />
Terra, David non può liberarsi della sua ossessione per<br />
Elise, ed incomincia a cercarla per ogni dove, anche se<br />
non sa nemmeno il suo cognome ed in<strong>di</strong>rizzo. Alla fine<br />
la ritrova casualmente dopo un paio d’anni, e scopre<br />
che nemmeno lei si è mai <strong>di</strong>menticata <strong>di</strong> lui, dopo<strong>di</strong>ché<br />
i due riescono finalmente a stabilire una relazione<br />
duratura. Questo farà arrabbiare parecchio gli occulti<br />
controllori, che cercheranno in tutti i mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> separarli,<br />
ma l’Amore, quello vero, è una forza alla quale<br />
nemmeno i Guar<strong>di</strong>ani del Destino possono opporsi, e<br />
dopotutto non è vero che il futuro sia assolutamente<br />
immutabile, e con qualche strappo al regolamento tutto<br />
si può aggiustare. Un “happy end” abbastanza convenzionale<br />
per una favola nera a tratti molto cupa ed<br />
angosciosa che si regge soprattutto sull’interpretazione<br />
del bravissimo Matt Damon. Se David ed Elise riescono<br />
a mo<strong>di</strong>ficare il loro destino, nonostante l’opposizione<br />
ultraterrena, non altrettanto fortunato è Mitchell (Colin<br />
Farrell), protagonista del film London Boulevard <strong>di</strong><br />
William Monahan. Siamo a Londra al giorno d’oggi.<br />
Uscito <strong>di</strong> prigione dopo essersi fatto tre anni per<br />
aggressione a mano armata, Mitchell è fermamente<br />
deciso a rifarsi una vita, e trova lavoro come guar<strong>di</strong>a<br />
del corpo presso Charlotte (Keira Knightley), una giovane<br />
attrice perseguitata dai paparazzi, che, al top del<br />
successo e con un marito tanto ricco quanto <strong>di</strong>stante,<br />
ha deciso <strong>di</strong> lasciare il mondo del cinema. Ma è molto<br />
<strong>di</strong>fficile liberarsi del proprio passato che ti insegue e<br />
non ti dà mai tregua come un’ombra maligna, e Mitchell<br />
alla fine non ce la farà Nel film ci sono chiari riferimenti<br />
al capolavoro <strong>di</strong> Billy Wilder Viale del Tramonto (Sunset<br />
Boulevard – 1950) a cominciare dallo stesso titolo,<br />
ma evidentemente simili paragoni sono improponibili.<br />
Nel vecchio film <strong>di</strong> Wilder recitavano attori del calibro<br />
<strong>di</strong> Gloria Swanson, William Holden, ed Erich Von<br />
Stroheim, che si sarebbero mangiati gente come Colin<br />
Farrell e Keira Knightley a colazione.<br />
Gianni Ursini