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parliamo di taxi e tassisti / Gli appuntamenti di luglio e ... - Konrad

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Luciano, coraggioso pala<strong>di</strong>no<br />

L’abbiamo stu<strong>di</strong>ato a scuola. L’Orlando furioso è un poema cavalleresco<br />

<strong>di</strong> Ludovico Ariosto, scritto, in primissima stesura tra il 1504 e il 1506 e<br />

pubblicato, nella sua definitiva e<strong>di</strong>zione, che presenta ampie <strong>di</strong>fferenze,<br />

nel 1532.<br />

Composto da 46 canti in ottave, quasi quarantamila versi in totale, ruota<br />

attorno al personaggio <strong>di</strong> Orlando, prode pala<strong>di</strong>no senza macchia e<br />

senza paura, ma profondamente inadeguato nell’affrontare la misteriosa<br />

avventura dell’amore.<br />

Tre i pilastri attorno al quale l’immensa opera si muove: la guerra tra pagani<br />

e cristiani, che si conclude con la vittoria dei secon<strong>di</strong>; l’amore folle <strong>di</strong><br />

Orlando per la bellissima Angelica che però sposa Medoro; l’amore a lieto<br />

fine tra Ruggero, guerriero pagano, e Bradamante, guerriera cristiana.<br />

Ma innumerevoli altri personaggi colorano l’Orlando regalandogli uno<br />

spessore <strong>di</strong> storie, <strong>di</strong> ironia, <strong>di</strong> eroismo, <strong>di</strong> fantasia e <strong>di</strong> passioni che non<br />

può esser riassunto in alcun modo.<br />

“Il Furioso è un libro unico nel suo genere e può essere letto senza far<br />

riferimento a nessun altro libro precedente o seguente; è un universo a sé<br />

in cui si può viaggiare in lungo e in largo, entrare, uscire, perdercisi”. Così<br />

scriveva Italo Calvino.<br />

E così più o meno mi <strong>di</strong>sse Luciano Comida, a febbraio, durante la nostra<br />

ultima telefonata.<br />

Lo avevo chiamato per chiedergli come stava. Le notizie sulla sua salute<br />

erano assai preoccupanti. Confesso che, prima <strong>di</strong> comporre il numero, ero<br />

imbarazzata. Lo avrei <strong>di</strong>sturbato? E poi, cosa gli avrei detto, come avrei<br />

riempito i probabili silenzi <strong>di</strong> una persona malata che può legittimamente<br />

mostrarsi seccata o malinconica?<br />

Come mi sbagliavo...<br />

Luciano era in ospedale, sì, consapevole della gravità <strong>di</strong> un male che lo<br />

avrebbe derubato <strong>di</strong> una gamba ma non della vita (così speravamo tutti),<br />

ma era <strong>di</strong>sponibile cortese e curioso come sempre, traboccante <strong>di</strong> idee.<br />

In quella stanza Luciano non guardava certo il soffitto, né si lagnava.<br />

Leggeva, con la sua bramosia <strong>di</strong> mangiar le pagine. Pensava. Scriveva.<br />

Dispensava e riceveva affetto.<br />

Vivo più che mai, felice <strong>di</strong> ogni suo respiro, entusiasta <strong>di</strong> tutto, quasi<br />

persino dell’esperienza <strong>di</strong>fficile che lo attendeva (“La gamba scomparsa...<br />

la vignetta <strong>di</strong> colucci<br />

9 konrad <strong>luglio</strong>/agosto 2011<br />

è una bella idea!... ne farò un pretesto narrativo”).<br />

“Ti <strong>di</strong>sturbo?” chiesi timidamente.<br />

“Stavo leggendo l’Orlando Furioso”, rispose con naturalezza, e iniziò a<br />

parlarmene con trasporto.<br />

Oh sì, c’era anche la malattia, invadente e ineducata, come un’ospite<br />

brutta che in quel momento stava seduta sul suo letto. Ma perché darle<br />

peso? Parliamo d’altro... Vuoi mettere quei versi (“Aspetta! li cerco e te li<br />

leggo, sono troppo belli!”) che racchiudono un universo?<br />

Mentre lo ascoltavo leggere ciò che lo aveva colpito, mi sentivo misera,<br />

colpevole. Perché mai, dopo i doveri scolastici, non avevo mai più letto, e<br />

goduto come lui, l’Orlando Furioso?<br />

E mi sentivo anche incre<strong>di</strong>bilmente fortunata. Perché è una bene<strong>di</strong>zione<br />

conoscere qualcuno in grado <strong>di</strong> rinnovare istantaneamente la curiosità per<br />

un poema, romanzo, poesia... per un’idea.<br />

Non ricordo più con quali parole si chiuse la telefonata. Avrò detto “...<br />

auguri, coraggio, guarisci presto” o altre banalità. So solo che da quel<br />

momento l’Orlando è per me inestricabilmente legato a Luciano Comida.<br />

Spesso in poveri alberghi e in picciol tetti,<br />

ne le calamita<strong>di</strong> e nei <strong>di</strong>sagi,<br />

meglio s’aggiungon d’amicizia i petti<br />

Come scrive Ariosto nel quarantaquattresimo canto, è nelle calamità e<br />

nei <strong>di</strong>sagi che l’amicizia si rinsalda. La calamità che ha colpito Luciano<br />

non poteva essere più atroce, e la sua amicizia non poteva rivelarmisi più<br />

preziosa.<br />

Se esiste un al<strong>di</strong>là - e io voglio che esista – Luciano ci va a zonzo stringendo<br />

sottobraccio almeno quattro o cinque libri, sorride sotto la barba<br />

e ci ripete quello che aveva straor<strong>di</strong>nariamente compreso. Che non ci si<br />

deve abbattere né piangere addosso, mai, sia quel che sia.<br />

Bisogna essere pala<strong>di</strong>ni coraggiosi, come Orlando, pronti alla battaglia<br />

alla <strong>di</strong>sgrazia e alla fortuna.<br />

Bisogna prestare attenzione e meraviglia a questa vita, sghemba furiosa<br />

ingiusta e stupenda. Bisogna correrla, con due gambe, con una o con<br />

nessuna. Correrla col cuore, e cantarla.<br />

Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori,<br />

le cortesie, l’audaci imprese io canto...<br />

Luisella Pacco

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