parliamo di taxi e tassisti / Gli appuntamenti di luglio e ... - Konrad
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percorsi d'arte<br />
Illegio, Provincia <strong>di</strong> U<strong>di</strong>ne. Aria <strong>di</strong> antica purezza si respira tra la pietra<br />
viva delle case costruite dai capostipiti della progenie degli abitanti che<br />
hanno fondato la loro <strong>di</strong>mora tra i monti e i cui <strong>di</strong>scendenti tuttora le<br />
abitano.<br />
Illegio, antico borgo che conta meno <strong>di</strong> 400 abitanti.<br />
Salendo tra i monti, arrancando su una ripida strada tagliata dall’uomo<br />
nella roccia, appare all’improvviso, in una conca che lo nasconde ad<br />
occhi curiosi dalla valle del But.<br />
L’anima si rilassa, si pregna <strong>di</strong> monti, <strong>di</strong> cento tonalità <strong>di</strong> verde, <strong>di</strong> cielo, <strong>di</strong><br />
vastità e si incammina verso la sua meta, <strong>di</strong>retta in questo piccolo gioiello<br />
costruito da mano umana ma che ricerca un’elevazione verso il <strong>di</strong>vino.<br />
Scavi recenti si intercalano a case <strong>di</strong> pietra, portando a testimonianza <strong>di</strong><br />
un passato troppo lontano per essere ricordato: in quest’area è tornato<br />
alla luce il sito paleocristiano <strong>di</strong> San Paolo risalente al IV secolo, una<br />
chiesa carolingia piccola e preziosa, una fortificazione longobarda e<br />
alcuni resti <strong>di</strong> <strong>di</strong>more me<strong>di</strong>evali dei castellani. L’arroccamento montano,<br />
forse e probabilmente l’inespugnabile fortezza ricordata da Paolo<br />
Diacono come l’ultima resistenza dei Longobar<strong>di</strong>, la leggendaria fortezza<br />
<strong>di</strong> Ibligo, è contornata da un alone <strong>di</strong> spirituale bellezza.<br />
Percorrendo sentieri nel silenzio l’anima giunge a un’antica pieve,<br />
de<strong>di</strong>cata a San Floriano, <strong>di</strong> origine me<strong>di</strong>evale; si staglia a 750 metri e<br />
irra<strong>di</strong>a pace e spiritualità in un contesto <strong>di</strong> armonia tra uomo e natura.<br />
Usi alla vita citta<strong>di</strong>na in un contesto <strong>di</strong> superficiale noncuranza del<br />
mondo, non è facile per noi comprendere l’importanza <strong>di</strong> una piccola<br />
pieve, parola derivante dal latino plebs, plebe, che designa una chiesa<br />
rurale dotata <strong>di</strong> battistero. La pieve parla <strong>di</strong> comunità, <strong>di</strong> fratellanza, <strong>di</strong><br />
dolori e gioie con<strong>di</strong>vise, <strong>di</strong> guerre e <strong>di</strong> pace, <strong>di</strong> pellegrini, <strong>di</strong> abitanti del<br />
luogo e <strong>di</strong> viandanti, <strong>di</strong> uomini uniti in un unico cammino. Cammino <strong>di</strong> cui<br />
ormai tanti hanno perso l’orientamento e vagano in una continua ricerca<br />
<strong>di</strong> un effimero piacere introvabile.<br />
Antiche armonie aleggiano nell’aria tra i Vespri e le Ave Maria, primitive<br />
melo<strong>di</strong>e arcaiche parlano all’anima viandante che ricerca un senso nel<br />
suo vivere. E non importa credere. L’anima sa e riconosce una spiritualità<br />
originaria non percependo le <strong>di</strong>fferenze umane <strong>di</strong> nomi <strong>di</strong>versi ricongiunti<br />
ad un’unica fonte.<br />
Il Comitato <strong>di</strong> San Floriano, nato in questo contesto <strong>di</strong> apertura spirituale al<br />
mondo in questo piccolo borgo <strong>di</strong> antiche melo<strong>di</strong>e, offre ogni anno la possibilità<br />
<strong>di</strong> ammirare opere provenienti da tutto il mondo <strong>di</strong> inestimabile valore.<br />
Non importa essere credenti o atei.<br />
L’immensità delle opere parla all’anima sopita dell’uomo assordato<br />
dai frastuoni accecanti della modernità. Perdendosi in un’estasi<br />
contemplativa, sorge spontaneo chiedersi come mai la genetica o<strong>di</strong>erna<br />
con la sua ricerca impazzita e senza controllo dell’origine, non sia in<br />
grado <strong>di</strong> produrre menti illuminate come nell’antichità, quando <strong>di</strong>pingere<br />
Foto <strong>di</strong> Arjana Bravin<br />
ALDILÀ’<br />
Incredulità <strong>di</strong> San Tommaso, Guercino, 1621<br />
22 konrad <strong>luglio</strong>/agosto 2011<br />
era un mestiere che si imparava in lunghi anni e i quadri narravano gran<strong>di</strong><br />
eventi non agli occhi ma all’anima.<br />
In questa era dove scienza e ragione predominano su tutto, visitare una<br />
mostra che parla <strong>di</strong> al<strong>di</strong>là, <strong>di</strong> morte, <strong>di</strong> resurrezione è una fonte <strong>di</strong> piacere<br />
per lo spirito, per chi ama ricercare un senso a domande senza risposta<br />
nei secoli.<br />
Opere piccole, gran<strong>di</strong>, oli su tela, su tavola, legni intagliati, marmi,<br />
ceramiche, mosaici e <strong>di</strong>segni narrano tutti <strong>di</strong> un unico tema profondo e<br />
forte, forse il più sentito e il meno affrontato per le paure che invoca e che<br />
non vogliamo affrontare, ma che prima o poi si presenterà forzatamente a<br />
noi, come la morte, il passaggio.<br />
Sono arrivati gran<strong>di</strong>ssimi nella loro totalità da luoghi come la Galleria<br />
degli Uffizi <strong>di</strong> Firenze, i Musei Vaticani, le Gallerie dell’Accademia <strong>di</strong><br />
Venezia, il Museo Paleocristiano <strong>di</strong> Aquileia, la Galleria Borghese<br />
<strong>di</strong> Roma e si sono ritrovati in questo angolo <strong>di</strong> ricerca e <strong>di</strong> pace per<br />
mostrarsi alle anime erranti e vagabonde.<br />
Jacopo Negretti detto Palma il Giovane con la Risurrezione <strong>di</strong> Cristo del<br />
1615, Giovan Francesco Barbieri detto Guercino con l’Incredulità <strong>di</strong> San<br />
Tommaso del 1621, Jacobello Alberegno con il Polittico dell’Apocalisse<br />
del 1380 e Federico Barocci con Noli me tangere del 1590 sono alcuni<br />
nomi dei gran<strong>di</strong> presenti.<br />
La mostra sarà visitabile fino al 30 ottobre 2011, presso la Casa delle<br />
Esposizioni <strong>di</strong> Illegio, con orario da martedì a sabato dalle 10 alle 19<br />
e domenica dalle 9.30 alle 19.30 e con visita guidata gratuita per tutti i<br />
visitatori con inizio ogni 20 minuti.<br />
Non importa credere.<br />
Basta ammirare.<br />
Adriana De Caro<br />
bogdan grom ambasciatore della cultura slovena<br />
Bogdan Grom, artista triestino nato a Devinščina, in provincia <strong>di</strong> Trieste,<br />
nel 1918 ed emigrato negli Stati Uniti nel 1957, è stato insignito (assieme<br />
all’autore Peter Kovačič Peršin) dell’Onorificenza per merito alla carriera della<br />
Repubblica della Slovenia. L’Onorificenza, con la motivazione: “ambasciatore<br />
d’eccellenza e conoscitore della cultura slovena”, è stata consegnata dal<br />
Presidente della Repubblica Slovena Danilo Türk alle Nazioni Unite in<br />
occasione della celebrazione dei 20 anni d’in<strong>di</strong>pendenza della Slovenia (25<br />
giugno). Doveroso annuncio che la città <strong>di</strong> Trieste continua, intenzionalmente<br />
o no, a non dare: ci permettiamo quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> essere fra i primi a comunicarlo in<br />
italiano (il Primorski dnevnik e la Rai Tv Slovena ne hanno già dato notizia). Chi<br />
volesse approfon<strong>di</strong>re il personaggio può leggerne l’intervista fatta da <strong>Konrad</strong><br />
nel febbraio 2011 (n.163).<br />
Riccardo Re<strong>di</strong>vo