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LO CHIAMEREMO IL CONVITO D'AMORE<br />
(OMELIA DI P. MESSORI)<br />
Ce lo ricorderemo questo giorno cosi definito Convito<br />
di un triplice amore: l'amore vostro tra di voi; l'amore<br />
vostro a questa Casa, ai vostri Padri; l'amore vostro<br />
a Dio. Ed anzitutto<br />
II convito dell'amore rostro tra di voi.<br />
Questa è proprio l'ora in cui voi dovete pensare alla<br />
vostra storia d'amore, quando vi siete incontrati la<br />
prima volta, quando forse inopinatamente è scattata<br />
la scintilla del vostro fuoco d' amore, quando guardandovi<br />
negli occhi avete sentito che- Dio vi aveva<br />
fatto l'uno per l'altra. E' il momento in cui dovete riviverla<br />
questa storia d'amore in tutti i suoi dettagli,<br />
perché vi riempia di ineffabile gioia ed immensa commozione.<br />
Che cos'è questo amore? Non posso e non so dirvelo,<br />
so soltanto che Dio è amore, dev'essere quindi<br />
una cosa meravigliosa, e voi l'avete sperimentata, è<br />
la cosa più bella della vostra vita.<br />
Quando vi siete inginocchiati dinanzi all'Altare ed<br />
io ero ministro di Dio, vi ho rivolto una parola che ho<br />
cercato fosse viva e adatto, propria a ciascheduno di<br />
voi. Ma ripensandoci mi accorgo che vi sono stati anche<br />
luoghi comuni. Non poteva non essere così.<br />
Ebbene, permettetemi che ve ne ricordi due che<br />
forse ho ripetuti a tutti voi. Erano due consigli che vi<br />
davo. Il primo diceva: Voi da questo istante avete la<br />
gioia immensa di vivere la vita in due. Questa è la<br />
forza del vostro amore: affrontare e vivere la vita in<br />
due. Stretta la mano I' una con I' altro, la vostra vita<br />
trasfusa dall'una all'altro la vivrete in due e vi accorgerete<br />
che cosa vuoi dire. Le vostre giornate piene di<br />
soie saranno più radiose; le vostre giornate con le lacrime<br />
saranno meno penose. E' quanto vi dicevo e<br />
che voi avete certo sperimentato, perché giornate radiose<br />
come questa che Dio oggi ci ha dato nello splendore<br />
di questo sole, simbolo dello splendore del vostro<br />
amore, ne avete avute nella vita. Come avete avuto<br />
le vostre giornate di pianto, perché questa è la storia<br />
dell'uomo. E mentre la gioia vi è sembrata più pura<br />
e forte con la mano dell'uno nella mano dell'altra, le<br />
vostre lacrime vi parvero meno cocenti quando la mano<br />
dell'uno ha rasciugato le lacrime dell'altro.<br />
Il secondo consiglio che mi pare di aver dato sempre<br />
a tutti inculcava a te, marito, di far consistere la<br />
tua gioia nel provocare la gioia di tua moglie, ed a<br />
te, moglie, procurare la gioia di tuo marito. Vi consegnavo<br />
questo consiglio come piccolo talismano d'amore<br />
che oggi io vi rinnovo, sicuro che voi, negli anni<br />
trascorsi ne avrete sentita la forza squisita. Voi mariti<br />
ricorderete certo che il vostro conforto più grande,<br />
la vostra gioia più profonda è stata quando avete visto<br />
la gioia di vostra moglie, procurata da voi, forse<br />
con sacrificio, forse con rinuncia. Altrettanto voi, dolci<br />
mogli, nell'esservi sacrificate per i vostri mariti, per<br />
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dar loro un conforto, troverete certo i ricordi più lieti.<br />
Questo odierno convito d'amore, dolcissimi sposi,<br />
è rievocazione lungo i vostri anni di matrimonio (i primissimi<br />
sono vicini alle Nozze d'Argento) del più dolce<br />
convito d'amore, quello che avete sperimentato più<br />
intensamente, la cui festa fu più viva, di cui sentite<br />
ancora la commozione, di cui ricordate la gioia e il<br />
pianto. Il convito che aprì attorno a voi una nuova vita,<br />
una nuova vostra vita. Ricordate la gioia e l'ansia<br />
della prima notizia, l'abbraccio al nunzio della prima<br />
maternità? Poi sono cresciuti i vostri figli (faremo poi<br />
il conto di quanti sono) ma avete sentito di avere trasfuso<br />
in queste vostre creature il vostro amore, sono<br />
veramente creature dell'amore.<br />
Quanti sono? Qualcuno forse non ha avuto ancora<br />
la gioia di questa maternità o paternità. I misteri<br />
di Dio quali e quanti sono!<br />
Il convito d'amore verso questa Casa.<br />
Nella quasi totalità voi, uomini, siete stati allievi<br />
qui. Nella quasi totalità vi abbiamo conosciuto noi,<br />
Padri, qui in mezzo a noi, vi abbiamo visto crescere,<br />
lo vi ho conosciuti, io vi ho amati e vi amo. Ma in<br />
questo momento io scompaio, non sono più col mio<br />
nome, i nomi si cancellano, sono i vostri Padri, è la<br />
vostra Casa, è la vostra Chiesa. E' convito d'amore<br />
che non ha nome perché l'amore non può avere la<br />
strettezza di un nome. Sono andato a cercarvi, vi avevo<br />
presente nella memoria, ma temevo di dimenticare<br />
qualcuno e sono andato a rivedere i vostri nomi.<br />
Vi ho visti da quel lontano 1938 sino all'altro giorno,<br />
quando ho benedetto l'ultimo matrimonio, il 122° della<br />
serie. Ed è stata una storia piena di commozione<br />
da quando tremante nella mia attività di Sacerdote<br />
chiedevo la prima volta: «Vuoi per tuo legittimo consorte<br />
- per tua legittima consorte - il qui presente - la<br />
qui presente...».<br />
Perché avete chiesto un Gesuita a benedire le vostre<br />
Nozze se non per questo rapporto d'amore stretto<br />
da moltissimi di voi nella prima giovinezza, in altri<br />
nell'età più matura, quando siete venuti in questa Casa<br />
per farvi i vostri studi Universitari? Molte di voi,<br />
mogli, avete conosciuto qui in questa Casa il vostro<br />
marito, avete amato forse qui per la prima volta. Questa<br />
vostra Casa, questa che chiamavate una volta «il<br />
Pensionato» poi «il Collegio Universitario», poi l'Antonianum,<br />
poi la Scuola di Religione, poi i Vostri Padri,<br />
sente e vive di questa vostra comunione d'amore<br />
profonda quanto è profondo l'amore dello spirito.<br />
Ho ripensato ad alcuni matrimoni fatti qui, quando<br />
scrosciavano attorno le bombe della distruzione e<br />
della morte e dicevo sorridendo : « il vostro amore è<br />
proprio a prova di bomba ».<br />
Frutto del vostro amore sono i figli che alcuni avete<br />
già grandi, universitari, altri in una culla appe-