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Dicembre - Ex-Alunni dell'Antonianum

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i •<br />

che compie vent'anni e Padre Taddei<br />

E' strano che un coro che interpreta<br />

canti della montagna sia nato<br />

all'ombra delle cupole del Santo<br />

anziché a quella delle guglie<br />

dolomitiche.<br />

Ciò è avvenuto per il Coro del<br />

C.A.I. di Padova.<br />

Fu nell'ormai lontano 1944 che<br />

uno sparuto gruppo di giovani, iscritti<br />

alla sezione del C.A.I. di Padova,<br />

costituì il nucleo attorno al<br />

quale si formò il Coro del C.A.I.<br />

Questi ragazzi: Cesare e Livio<br />

Bolzonella, Castone Massaro, Enzo<br />

Lana, Toni Chiampo ed Ennio<br />

Varotto, scoprirono d'avere in comune<br />

la passione per la montagna<br />

e la poesia insila nei suoi canti popolari.<br />

In quel tempo la vita non era<br />

di certo tranquilla, ina i continui<br />

bombardamenti e le scorribande<br />

notturne del famigerato « Pippo »<br />

non riuscivano a fiaccare V entusiasmo<br />

di quei giovani, anzi probabilmente<br />

per reazione a queste<br />

brutture e per calmare la nostalgia<br />

per la montagna, la loro amicizia<br />

si cementò e trovò sfogo attraverso<br />

questi meravigliosi canti.<br />

Essi riuscirono, in mezzo a molte<br />

difficoltà a procurarsi pochi dischi<br />

del famoso Coro della S.A.T.<br />

di Trento e suonandoli con un<br />

vecchio grammofono a manovella,<br />

24 —<br />

imparare così le varie parti delle<br />

armonizzazioni.<br />

A guerra finita, il ritorno di Beppi<br />

Chiampo dai campi di concentramento<br />

tedeschi e l'inclusione di<br />

Giorgio Bolzonella e Riccardo Cappellari<br />

potenziò il piccolo complesso.<br />

La fama del Coro, alla fine del<br />

'45 era tale, per cui i Padri Gesuiti<br />

dell' Antonianum pensarono di<br />

indire una disfida fra il Coro Patavino<br />

ed un altro Coro composto<br />

di universitari trentini ospiti<br />

della Pensione.<br />

Il pomeriggio dell' otto dicembre<br />

1945 un folto pubblico entusiasta,<br />

nella vecchia sala <strong>dell'Antonianum</strong>,<br />

assistette alla piacevole<br />

tenzone ed i giudici decretarono<br />

l'incontro chiuso in parità.<br />

Una abbondante bevuta, offerta<br />

dai Reverendi Padri, chiuse l'incruento<br />

duello, ma ebbe inizio così<br />

il primo incontro del Coro del<br />

C.A.I. con il Padre Nazareno Taddei<br />

S. J., montanaro della Val di<br />

Sole e buon conoscitore del pentagramma.<br />

Padre Taddei si offrì di istruire<br />

il Coro padovano ed ebbe così inizio<br />

un lavoro di preparazione e di<br />

ingrandimento che ha permesso<br />

al complesso di acquistare determinale<br />

caratteristiche.<br />

Gli anni 1946-1947 furono di<br />

lavoro e di grandi soddisfazioni.<br />

Il Pista, così era chiamato affettuosamente<br />

dai «tosi», preso dall'entusiasmo<br />

scrisse appositamente<br />

per il Coro del C.A.I. ed in funzioni<br />

delle sue capacità, alcune<br />

canzoni entrate ormai a far parte<br />

dei tradizionali canti alpini: -<br />

«E' morto un alpin», «Le campanelle<br />

del Trenlin», «Toni nenie a<br />

crozar?» e «L'armonica en Val di<br />

Sol».<br />

Inoltre egli eseguì anche delle<br />

ottime armonizzazioni su motivi<br />

popolari, quali: «Monte Canino»,<br />

«Sul rifugio», «Bandiera nera» ed<br />

altre in collaborazione col Coro<br />

del C.A.I., quali «Fanfara Alpina»<br />

su motivo del Monte Grappa e la<br />

«Villanella».<br />

La fama del Coro ormai aveva<br />

oltrepassato i confini della città e<br />

le chiamate in provincia e fuori<br />

non mancarono. Castelfranco, Vittorio<br />

Veneto, Rovigo, Brescia, Vicenza,<br />

Bassano ecc. ecc. sono le<br />

tappe di una intensa attività che<br />

portò nel 1948 alla prima incisione<br />

di dischi presso la Casa «Durium»<br />

di Milano.<br />

Nel 1949 Padre Taddei, per ragioni<br />

di studio dovette lasciare il<br />

complesso, per trasferirsi a Roma.<br />

Egli cedette così la simbolica bac-

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