Dicembre - Ex-Alunni dell'Antonianum

Dio. Le nostre anime sono tuttavia sorelle perché, buoni,
crediamo assieme in un infinito amore, in una infinita
giustizia ».
// segreto della sua ascesa alla perfezione e del
suo apostolato fu soprattutto la sua purezza : il suo
giglio passò incontaminato a traverso le lusinghe più
allettanti e i pericoli più gravi : Egli fu un puro nel
senso assoluto della parola : nessuno di noi ebbe mai
il coraggio di dire innanzi a Lui una parola, anche la
più innocente, che potesse turbare la Sua anima angelica
: « O tutto cristiano - egli scrisse - sino al sacrificio
di me stesso... o tutto pagano ».
Specialmente i suoi ultimi anni di vita furono pervasi
da una vera sete di passione, da un sentimento
di verace rinascita, da tutto un desiderio di C/'e/o: con
le penitenze, con i cilici, con tutte le auterità dell'ascetica
(sono parole dì Padre Lenzetti O. P.) Egli arrivò a
domare in sé la natura, a vincere la concupiscenza
della carne e dello spirito ed a prepararsi alle grazie
di orazione che sono proprie della vita contemplativa.
Così Egli bruciò le tappe verso la santità e visse gli ultimi
anni di attesa in una pace profonda, pure in mezzo
a le croci più gravi, tutto abbandonato all'azione
Guido Negri nel novembre del 1931
fronte scrive : « stamane il cannone ha tuonato : già
due fiori alpini furono stroncati, due giovani cadorini.
Giorni questi per altri tempestosi, per me sereni
quanto mai. Avanti, avanti. Pregate ch'io possa
compiere il mio dovere e più che il dovere. Vorrei
poter servire eroicamente la nostra Patria, irraggiare
a questi poveri giovani tanta luce di Fede,
di amore ». Pieno di entusiasmo manda alla Mamma
sua una scheggia di grossa trave giallo nera, segno
tedesco di confine, ch'era stata divelta dai nostri,
e grida : Mamma, Evviva ! - Descrive una battaglia
: « scrosciava la tempesta densa di nembi e
di grandine, irta di fulmini : in gara coi tuoni ed i
venti, rombano le nostre possenti artiglierie e le imbelli
del nemico : ma nel roseo padiglione del cuore
l'anima esulta : non passa il pericolo qua dentro ;
qui ne l'intimo mio è l'eterna serena gioia che non
muta ». Egli confessa candidamente confrontandosi
coi suoi compagni : Mi pare che ci sia in me qualchecosa
che manca negli altri : una pace sicura dinanzi
alla Morte, un amore alto alla vita, una tenerezza
infinita ed un'inflessibile tenacia al Dovere.
Nel Settembre del '15 pei lunghi disagi, per le.
violente emozioni la sua forza gagliarda veniva spezzata
e Guido cadeva in istato di completo esaurimento.
Nell'Aprile del '16 ristabilito in forze, rientrava
in servizio e poco dopo era nominato Capitano.
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Signori, quel giovane che aveva tali mistici ardori
di pietà da camminare per un paio d'ore fra
picchi e rocce scoscese, restando digiuno fino alle
tre del pomeriggio per accostarsi alla S. Comunio-
Egli mantenne ed infiorò la Sua purezza alla scuola
del dolore e della Passione: il ricordo dei veli, che
il giorno della Sua prima Comunione (la domenica di
Passione del 1900) ricoprivano le immagini del tempio,
restò impresso nel suo cuore per tutta la vita: quel «mistero
di viola», come Egli amava chiamarlo, sarà motivo
dominante di tutta la Sua vita spirituale e, diciamolo
pure, contemplativa, ed ebbe espressioni poetiche
e gentili nel colore della sua cravatta e dei fiori
prediletti, perfino nel colore del suo inchiostro.
ne ; che aveva tali slanci ascetici da flagellarsi a
sangue - quello stesso aveva una calma dinanzi al
pericolo imminente della morte da raccogliere i fiori
su le alte cime anche nell'impeto di un assalto -
aveva tali fremiti di entusiasmo dinanzi alla Bandiera
da uscire in questo inno di amore : ebbi la
Bandiera benedetta vicina, a la mia sinistra, ben
presso al cuore, ben sotto le labbra e la baciai fortemente,
per primo. Eravamo tutti ordinati a gloria
: quattromila uomini di fronte, due mila ai lati,
un quadrato vivente, chiuso dall'altare del Dio vivente,
a la carezza de la bandiera nostra.
Qual maraviglia, o Signori, se questo asceta armato
abbia chiuso gloriosamente la sua vita sul
Monte Colombara il 27 Giugno 1916 meritandosi la
medaglia d'argento con la motivazione : « Primo fra
i primi, col nome della Patria sulle labbra, trascinava
con esempio fulgido e magnifico la sua compagnia
all'assalto di una fortissima posizione avversaria.
Colpito al cuore dal piombo nemico, lasciava
la giovane esistenza sotto i reticolati ». Qual maraviglia
se il Cap. Ottavio Dinaie abbia potuto scrivere
di lui : « io ero soldato, lui il mio tenente : ci
conoscemmo : dal contrasto delle nostre idee, nella
differente devozione al dovere si era cementata l'amicizia.
Non ho mai conosciuto un Ufficiale che compisse
come Lui il suo dovere con coscienza di soldato
e di credente. Modesto quando si era a riposo, magnifico
nell'azione, sereno sempre ».
Dinanzi a questi rapidi tratti della sua figura,
chi non sottoscriverebbe alla definizione : fra i più
limpidi mistici della guerra? ...
divina, in una serenità che è propria dei Santi e preannuncio
di C/e/o.
E così preparato, tre giorni prima della Sua morte,
in una lettera al fratello Silvio, dopo avergli raccomandato
di bruciare tutte le carte del suo studio raccolte
in alcune casse in soffitta, scriveva: « Ti scrivo l'ultimo
addio di quaggiù: muoio mediatamente per la patria
terrena, direttamente per la Celeste, per la Chiesa,
per il Papa!... Eamus!... L'anima a Dio... il cuore
a Roma Santa »,
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