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Dicembre - Ex-Alunni dell'Antonianum

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« Se lassù, quella cima non sarà il Golgota,<br />

che almeno sia piena del mio povero san-<br />

gue... ho tanto da espiare...». (Dal Diario)<br />

E chiudeva il suo diario: « Teco, o Divina Vittima<br />

del Getsemani: è l'ora. - Tutto piango, riparo ne l'Anima,<br />

espio. - Fiat! Transeat - Consummatum est! Oh!<br />

Eamus! Eamus! - O Gesù ».<br />

// fratello Silvio non ebbe il coraggio di bruciare<br />

quanto apparteneva al caro suo Guido: così il fedele<br />

biografo prof. don Ghibaudo potè conoscere e far conoscere<br />

la vera vita del nostro grande amico: e fu per<br />

tutti una vera rivelazione!<br />

Nessuno aveva mai pensato che quel giovane brillante,<br />

da tutti ammirato e ricercato, che cominciava<br />

la sua giornata nell'estasi della Comunione e la terminava,<br />

anche a notte alta, in lieta brigata di amici, pieno<br />

di vita e dì entusiasmo... si chiudeva poi nel suo<br />

studialo a meditare la passione del suo Gesù.., a sentirla<br />

nelle sue carni.<br />

La vita spirituale di Guido Negri fu alimentata dai<br />

suoi tre grandi amori: l'Eucaristia, la Vergine, il Papa.<br />

Alla Comunione quotidiana Egli attinse la forza per<br />

ascendere a Dio. Padre Magni, che tanto lo conobbe e<br />

apprezzò, nel discorso celebrativo pronunciato in occasione<br />

del trasporto della « Adorazione Perpetua » alla<br />

sede attuale nella Chiesa di S. Lucia, ricordava e additava<br />

ad esempio gli ardori Eucarìstici dì Guido Negri.<br />

Alla Madonna Santa Egli ripetutamente votò la sua<br />

verginità.<br />

Per il Papa offerse la vita e fu giustamente chiamato<br />

apostolo e martire della Conciliazione.<br />

Guido Negri visse negli anni tristi nei quali i cattolici,<br />

che per dispregio venivano chiamati «clericali», erano<br />

in tutti i modi combattuti: sì sfruttava la «breccia<br />

di Porta Pia» per una lotta senza tregua e limiti<br />

alla religione: i famosi manifesti del venti settembre<br />

erano buone occasioni, per la massoneria imperante, a<br />

rinnovare gli attacchi. Guido Negri, in tutta la sua vita<br />

di apostolo, sempre e ovunque si eresse a difesa del<br />

Papa: «Viva il Papa!» era il suo motto prediletto: in<br />

tutta la sua vita, specialmente militare, ed in tutti i<br />

modi Egli volle dimostrare che un buon cattolico è anche<br />

un buon italiano.<br />

Egli pensò sempre alla possibilità e necessità di<br />

una conciliazione: riporto le sue parole di una lettera<br />

ad un caro amico di Firenze suo compagno d' armi :<br />

« Ti scrive l'ufficiale giovanissimo che tu salutavi tra<br />

i monti delle manovre, che poi tornava solo a Montepetri<br />

a servire l'Italia nell'umile parrocchia... E' il sottotenente<br />

che sentiva lo splendore, come di C/e/o, del-<br />

wmmimlimmtM^^fM®, ^stós,.. -\ ' < ^<br />

I reticolati del Colombara, dove fu colpito Guido Negri.<br />

la sciarpa savoiarda quando in S. Maria del Fiore o al<br />

parterre dei Gesuiti si accostava alla Santa Comunione...<br />

Da lontano piansi Firenze e, nella tua terra cara<br />

e guelfa, più grandi sentii la Chiesa Santa e la Patria<br />

Diletta, unite e fuse, come due grandezze che si integrano...<br />

le sentii veramente ed appresi la loro legge eterna,<br />

per cui la Chiesa e la Patria, il Papato e l'Italia,<br />

non potrebbero che amarsi od avversarsi, mai escludersi<br />

od ignorarsi.<br />

« E per questa legge io veggo un' Italia, reale che<br />

avversa il Pontificato, ma veggo ed affretto un' Italia<br />

idealmente bella, congiunta a Roma Cristiana, congiunta<br />

al Papa come figlia al padre, come luna al sole: e<br />

così, in questa sublime idea, cresco e combatto e mi<br />

sento sicuro e interamente cattolico ».<br />

Questa sua assoluta dedizione alla causa del Papa<br />

Egli suggellò solennemente nel settembre 7973 al Congresso<br />

dei Terzìari Domenicani d'Italia. All'ultimo momento<br />

venne invitato a fare la relazione che l'avv. Sarto/o<br />

Longo di Pompe;, improvvisamente ammalato, non<br />

poteva più fare. In una assemblea cui partecipava l'aristocrazia<br />

del laicato cattolico con illustri Prelati, presieduta<br />

dal futuro Pontefice Benedetto XV, Guido, a<br />

nome degli Universitari Cattolici di Padova, lesse la<br />

sua relazione che, pubblicata nel Bollettino degli Atti<br />

Ufficiali del Congresso, meriterebbe essere da tutti conosciuta<br />

e meditata: questa sua relazione può considerarsi<br />

il suo testamento spirituale.<br />

Alla fine del suo dire Egli rivolse ai giovani ispirate<br />

parole di appello che trovo opportuno qui ricordare<br />

a conclusione di queste mie note di ricordo: « Tutti io<br />

vi chiamo o giovani all'apostolato che Domenico irraggia:<br />

siate la milizia di Cristo... udite,udite Padre Lacordaire<br />

che grida: Giovani non dite voglio salvarmi,<br />

dite voglio salvare il mondo... Cinti la fronte di umile<br />

dolore, con in petto il Cuore di Gesù, marciate o giovani,<br />

con Caterina Senese, a guardare il Padre Benigno<br />

che sta tra i lupi... Via dalle orrende fiamme del<br />

mondo, fuggiamo con Giacinto Odrovaz, conserti al<br />

seno l'amore di Maria e il Sacramento e con Simone<br />

di Monfort, dopo avere assunto l'Ostia Santa, corriamo<br />

a morire ».<br />

E nel volume degli atti del Congresso che Egli, tre<br />

settimane prima della Sua morte, volle lasciarmi a ricordo<br />

è scritto: « Non possummus non loqui... Usque<br />

ad sanguinem et ultra. Eamus!... ».<br />

A. BOLZONELLA

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