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« Se lassù, quella cima non sarà il Golgota,<br />
che almeno sia piena del mio povero san-<br />
gue... ho tanto da espiare...». (Dal Diario)<br />
E chiudeva il suo diario: « Teco, o Divina Vittima<br />
del Getsemani: è l'ora. - Tutto piango, riparo ne l'Anima,<br />
espio. - Fiat! Transeat - Consummatum est! Oh!<br />
Eamus! Eamus! - O Gesù ».<br />
// fratello Silvio non ebbe il coraggio di bruciare<br />
quanto apparteneva al caro suo Guido: così il fedele<br />
biografo prof. don Ghibaudo potè conoscere e far conoscere<br />
la vera vita del nostro grande amico: e fu per<br />
tutti una vera rivelazione!<br />
Nessuno aveva mai pensato che quel giovane brillante,<br />
da tutti ammirato e ricercato, che cominciava<br />
la sua giornata nell'estasi della Comunione e la terminava,<br />
anche a notte alta, in lieta brigata di amici, pieno<br />
di vita e dì entusiasmo... si chiudeva poi nel suo<br />
studialo a meditare la passione del suo Gesù.., a sentirla<br />
nelle sue carni.<br />
La vita spirituale di Guido Negri fu alimentata dai<br />
suoi tre grandi amori: l'Eucaristia, la Vergine, il Papa.<br />
Alla Comunione quotidiana Egli attinse la forza per<br />
ascendere a Dio. Padre Magni, che tanto lo conobbe e<br />
apprezzò, nel discorso celebrativo pronunciato in occasione<br />
del trasporto della « Adorazione Perpetua » alla<br />
sede attuale nella Chiesa di S. Lucia, ricordava e additava<br />
ad esempio gli ardori Eucarìstici dì Guido Negri.<br />
Alla Madonna Santa Egli ripetutamente votò la sua<br />
verginità.<br />
Per il Papa offerse la vita e fu giustamente chiamato<br />
apostolo e martire della Conciliazione.<br />
Guido Negri visse negli anni tristi nei quali i cattolici,<br />
che per dispregio venivano chiamati «clericali», erano<br />
in tutti i modi combattuti: sì sfruttava la «breccia<br />
di Porta Pia» per una lotta senza tregua e limiti<br />
alla religione: i famosi manifesti del venti settembre<br />
erano buone occasioni, per la massoneria imperante, a<br />
rinnovare gli attacchi. Guido Negri, in tutta la sua vita<br />
di apostolo, sempre e ovunque si eresse a difesa del<br />
Papa: «Viva il Papa!» era il suo motto prediletto: in<br />
tutta la sua vita, specialmente militare, ed in tutti i<br />
modi Egli volle dimostrare che un buon cattolico è anche<br />
un buon italiano.<br />
Egli pensò sempre alla possibilità e necessità di<br />
una conciliazione: riporto le sue parole di una lettera<br />
ad un caro amico di Firenze suo compagno d' armi :<br />
« Ti scrive l'ufficiale giovanissimo che tu salutavi tra<br />
i monti delle manovre, che poi tornava solo a Montepetri<br />
a servire l'Italia nell'umile parrocchia... E' il sottotenente<br />
che sentiva lo splendore, come di C/e/o, del-<br />
wmmimlimmtM^^fM®, ^stós,.. -\ ' < ^<br />
I reticolati del Colombara, dove fu colpito Guido Negri.<br />
la sciarpa savoiarda quando in S. Maria del Fiore o al<br />
parterre dei Gesuiti si accostava alla Santa Comunione...<br />
Da lontano piansi Firenze e, nella tua terra cara<br />
e guelfa, più grandi sentii la Chiesa Santa e la Patria<br />
Diletta, unite e fuse, come due grandezze che si integrano...<br />
le sentii veramente ed appresi la loro legge eterna,<br />
per cui la Chiesa e la Patria, il Papato e l'Italia,<br />
non potrebbero che amarsi od avversarsi, mai escludersi<br />
od ignorarsi.<br />
« E per questa legge io veggo un' Italia, reale che<br />
avversa il Pontificato, ma veggo ed affretto un' Italia<br />
idealmente bella, congiunta a Roma Cristiana, congiunta<br />
al Papa come figlia al padre, come luna al sole: e<br />
così, in questa sublime idea, cresco e combatto e mi<br />
sento sicuro e interamente cattolico ».<br />
Questa sua assoluta dedizione alla causa del Papa<br />
Egli suggellò solennemente nel settembre 7973 al Congresso<br />
dei Terzìari Domenicani d'Italia. All'ultimo momento<br />
venne invitato a fare la relazione che l'avv. Sarto/o<br />
Longo di Pompe;, improvvisamente ammalato, non<br />
poteva più fare. In una assemblea cui partecipava l'aristocrazia<br />
del laicato cattolico con illustri Prelati, presieduta<br />
dal futuro Pontefice Benedetto XV, Guido, a<br />
nome degli Universitari Cattolici di Padova, lesse la<br />
sua relazione che, pubblicata nel Bollettino degli Atti<br />
Ufficiali del Congresso, meriterebbe essere da tutti conosciuta<br />
e meditata: questa sua relazione può considerarsi<br />
il suo testamento spirituale.<br />
Alla fine del suo dire Egli rivolse ai giovani ispirate<br />
parole di appello che trovo opportuno qui ricordare<br />
a conclusione di queste mie note di ricordo: « Tutti io<br />
vi chiamo o giovani all'apostolato che Domenico irraggia:<br />
siate la milizia di Cristo... udite,udite Padre Lacordaire<br />
che grida: Giovani non dite voglio salvarmi,<br />
dite voglio salvare il mondo... Cinti la fronte di umile<br />
dolore, con in petto il Cuore di Gesù, marciate o giovani,<br />
con Caterina Senese, a guardare il Padre Benigno<br />
che sta tra i lupi... Via dalle orrende fiamme del<br />
mondo, fuggiamo con Giacinto Odrovaz, conserti al<br />
seno l'amore di Maria e il Sacramento e con Simone<br />
di Monfort, dopo avere assunto l'Ostia Santa, corriamo<br />
a morire ».<br />
E nel volume degli atti del Congresso che Egli, tre<br />
settimane prima della Sua morte, volle lasciarmi a ricordo<br />
è scritto: « Non possummus non loqui... Usque<br />
ad sanguinem et ultra. Eamus!... ».<br />
A. BOLZONELLA