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librosolari_2parte - Società Umanitaria

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GLI AMICI DELL’ARTE<br />

Il periodo di tempo successivo alla I Guerra Mondiale fu indiscutibilmente ricco di<br />

nuovi fermenti nella vita nazionale. Non è qui il caso di esaminare quanto la tragicità<br />

del primo conflitto mondiale, mettendo a nudo contrasti e crude verità, abbia<br />

agito nello scuotere e svegliare riposte nuove energie, ma è chiaro che quei fermenti<br />

trovarono, principalmente nell’ambiente popolare, il terreno propizio al loro sviluppo.<br />

E l’elemento popolare tentò con la propria freschezza e potenza di inserirsi,<br />

quale principale attore, fra le classi dominanti. Assistemmo in quei tempi a seri tentativi<br />

svolti da grande masse popolari per dare un nuovo indirizzo alla vita nazionale<br />

nelle sue branche principali: il lavoro, l’economia, la politica.<br />

Ed in questo fervore non poteva certamente mancare nell’animo popolare l’aspirazione<br />

al bello, alla gioia e agli innumerevoli godimenti semplici ed universali che<br />

solo l’arte nelle varie manifestazioni può dare. E in questa situazione e con questo<br />

spirito diversi giovani del quartiere si unirono nel 1922 per dare vita appunto ad un<br />

gruppo denominato “Gli amici dell’Arte”. Erano in massima parte operai con alcuni<br />

studenti ed impiegati. Con l’entusiasmo dato dalla giovane età si adoperarono per<br />

portare nel quartiere, ambiente prevalentemente operaio, manifestazioni artistiche e<br />

culturali secondo un programma organico e di volgarizzazione. Appunto per questo<br />

il gruppo Amici dell’Arte aveva fra i suoi aderenti anche persone fuori del quartiere<br />

che avevano il compito di illustrare le manifestazioni artistiche che di mano in<br />

mano venivano programmate, commentando con la parola comune il linguaggio<br />

dell’arte, affinché potesse essere da tutti compresa.<br />

Il programma degli Amici dell’Arte era vasto. Si doveva dare inizio anche ad un<br />

corso di danze classiche al quale sarebbero stati invitati a partecipare, unitamente<br />

ad alcune valenti artiste del Teatro alla Scala di Milano i bambini delle famiglie del<br />

quartiere. Ma purtroppo questo, come tante altre iniziative del proletariato di quei<br />

tempi, doveva rimanere un mito. Quei germogli non arrivarono a vigorosi arbusti.<br />

Le forze conservatrici trovarono sufficiente energia non per creare nuovi valori, ma<br />

per distruggere quelli sorgenti, ed il fascismo, loro mandante, si servì della scure<br />

che aveva scelto fra l’altro come suo simbolo, per stroncare anche quella bella iniziativa<br />

del quartiere.<br />

Le prime manifestazioni tante furono dedicate all’architettura antica, alle quali<br />

seguirono quelle della musica classica, con larga partecipazione di inquilini del<br />

quartiere ove l’iniziativa aveva incontrato favorevole adesione. A queste ultime parteciparono<br />

il Prof. Rè al pianoforte e il Prof. Foschini quale commentatore del programma<br />

musicale. Le spese erano sostenute personalmente dai componenti il<br />

Gruppo: gli Artisti prestavano la loro opera gratuitamente e l’Associazione Inquilini<br />

metteva a disposizione il salone.<br />

Il Maestro Rè, pianista e concertista di fama europea e Direttore della Scuola musicale<br />

di Milano, è ricordato dagli anziani per il suo braccio minorato. Egli infatti<br />

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