librosolari_2parte - Società Umanitaria
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imentate negli anni Sessanta-Settanta ha prodotto i disastri che ben conosciamo. Il<br />
territorio di nuova urbanizzazione, privato di qualsiasi valore in sè, diventa tabula<br />
rasa da sfruttare con i modelli di un abitare astratto e disattento che produce rifiuto.<br />
La casa stessa infatti è vissuta come un rifiuto, frutto di una definizione, “popolare”,<br />
che ha permesso l’uso di materiali inidonei e precari o l’azzardo di sperimentazioni<br />
che negli anni hanno dimostrato la loro inadeguatezza.<br />
Un’azione tesa ad affrontare e risolvere il problema del diritto alla casa<br />
innanzitutto passa attraverso una ridefinizione degli stessi termini di riferimento.<br />
Non è più opportuno parlare di case popolari e di case borghesi ma, se mai, di case<br />
del libero mercato e case di edilizia convenzionata e sovvenzionata. Inoltre oggi<br />
siamo di fronte ad una nuova emergenza che è quella ambientale ed energetica, cosa<br />
che ai tempi delle case dell’<strong>Umanitaria</strong> non si sarebbe neppure immaginata, e dunque<br />
occorre costruire in modo tale da non sprecare energia e risorse, oltre che non<br />
aumentare l’inquinamento dell’aria. Circa il 40% di questo è ancora dovuto agli<br />
impianti di riscaldamento delle case oltre che ai veicoli in circolazione. La direttiva<br />
CEE che istituisce la certificazione energetica degli edifici, accolta in Italia dal<br />
decreto legge 192 del 19 agosto 2005, di cui si stanno studiando i decreti attuativi,<br />
tende a rispondere proprio a queste emergenze.<br />
La nuova igiene edilizia dunque costituisce una materia molto più complessa<br />
che ha a che fare con l’ecologia e con il benessere-salute inteso come un tutto<br />
integrato con l’ambiente urbano. Abbiamo imparato ad usare un nuovo termine per<br />
distinguere questa architettura attenta da quella disattenta a queste tematiche: bioarchitettura<br />
o bioedilizia o edilizia biocompatibile a risparmio energetico.<br />
Questa architettura ecologica non è un ritorno all’antico negando lo sviluppo tecnologico,<br />
non è una sorta di ritorno ad un paradiso perduto, come certo ambientalismo<br />
propone, ma è una mescolanza di tecniche avanzatissime insieme a materiali e<br />
tecniche antichissime ai fini di creare quel benessere frutto di un equilibrio omeostatico<br />
che concepisce l’edificio come un tutt’uno con il contesto in cui sorge.<br />
Quindi i materiali vanno analizzati sotto questa ottica: non devono impoverire il<br />
pianeta, quindi si prediligono quelli derivanti da risorse rinnovabili, non debbono<br />
inquinare l’ambiente esterno e interno e ci si dovrà porre il problema del loro smaltimento<br />
una volta esaurita la funzione.<br />
Le case sane sono dunque quelle ecosostenibili, vale a dire accettabili ai<br />
fini di un maggior benessere sia ambientale che umano. Per raggiungere questo<br />
obiettivo non si deve credere di aggiungere gran che all’edilizia cosiddetta corrente,<br />
ma affrontare adeguatamente tre problemi essenziali per un abitare sano. Primo:<br />
risparmio energetico, ovvero consumo di energia utilizzando fonti energetiche rinnovabili<br />
e non inquinanti e progettare tenendo presente metodi naturali di raffrescamento,<br />
riscaldamento ed infine isolamento. Secondo: non inquinare aria e acqua<br />
sia all’interno che all’esterno dell’abitazione e quindi usare materiali biocompatibi-<br />
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