librosolari_2parte - Società Umanitaria
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elevata intensità di godimenti civili. Gli inquilini sono diligenti nel pagamento della<br />
pigione; sono scrupolosi nella manutenzione della casa, nell’osservanza dell’igiene<br />
e della pulizia, orgogliosi – ogni giorno più, e questa è ansia amorosa ed orgoglio<br />
speciale della donna – del modesto decoro del proprio asilo.<br />
Non rare volte potè affermarsi – nella triste occasione di malattie e di morte – uno<br />
slancio nuovo di pietà e di solidarietà: lo spirito di associazione fiorì di forme novelle<br />
e varie. Alla Università popolare e alla Biblioteca popolare si aggiunse il<br />
Ricreatorio Laico A. Sciesa che s’inaugurò con grande festosità, la Filodrammatica,<br />
promossa dalla Cooperativa interna, il Circolo ricreativo femminile, che organizzò<br />
una serie di conferenze ed istituì un corso festivo di taglio per le socie numerose, la<br />
Scuola preparatoria operaia.<br />
La Cooperativa interna, completando l’opera di quella della Maddalena funzionante<br />
nel quartiere, agevolò agli inquilini l’acquisto in comune del combustibile ed ora<br />
studia – fra l’altro – l’istituzione di un servizio locale di assistenza sanitaria.<br />
E con pensiero gentile gli inquilini resero qualche settimana or sono omaggio al<br />
progettista e direttore dei lavori di costruzioni, arch. Giovanni Broglio, offrendogli<br />
una pergamena da essi firmata e un oggetto d’arte”.<br />
LA COOPERATIVA RISTORANTE<br />
I primi inquilini che entrarono nel Quartiere trovarono che i negozi di generi alimentari<br />
erano già gestiti e in funzione attraverso la Cooperativa Alleanza della<br />
Maddalena, che in quel tempo primeggiava fra le Cooperative operaie milanesi. In<br />
accordo con la Cooperativa Naviglio Grande, si assunse la gestione di tutti gli spacci<br />
data la più facile ubicazione della sua sede con il quartiere. A completamento dei<br />
negozi di prima necessità aperti nel caseggiato non doveva nè poteva mancare la<br />
Cooperativa. Mancando di mezzi e di organizzazione, si provvide di dare incarico<br />
alla Cooperativa di Porta Magenta perché aprisse sotto la sua egida il Ristorante<br />
<strong>Umanitaria</strong> che nel marzo del 1913 diventerà Cooperativa Inquilini 1° Quartiere<br />
Operaio <strong>Umanitaria</strong> - Gestione Ristorante. Tra i soci fondatori ricorderemo<br />
Beltrami Giovanni, Lesilio Carlo, Crespi Francesco, Mapelli Sebastiano, Vaghi<br />
Ambrogio, Dell’Era Antonio, Rodolfi Giuseppe, Bernacchi Beniamino, Pojaghi<br />
Giovanni, Ghiringhelli Celeste, Coppini Amilcare, Beretta Luigi, Marchesi Ignazio,<br />
Mojetta Celeste, Songia Giulio, Sandri Giuseppe e Magnaghi Agostino.<br />
Questo primo periodo fu caratterizzato dalla prima lotta sostenuta dagli inquilini<br />
contro la padronale Unione Cooperativa, la quale voleva gestire tutti i negozi. Ma i<br />
delegati alla <strong>Società</strong> <strong>Umanitaria</strong> sigg. Amilcare Coppini, Giovanni Poiaghi, I.<br />
Marchesi, sostenuti dai sigg. Osimo e Della Torre della <strong>Società</strong> <strong>Umanitaria</strong>, riuscirono<br />
a sventare il tentativo della Unione Cooperativa.<br />
Data la vastità di attività che già la Cooperativa Alleanza della Maddalena svolgeva,<br />
e per quanto i soci del quartiere di via Solari fossero in buon numero non riusci-<br />
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