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librosolari_2parte - Società Umanitaria

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La cooperazione si estendeva nella sua forma completa nel quartiere, era disinteressata;<br />

basta ricordare la costruzione del gioco delle bocce coi suoi impianti, il<br />

muro che sta verso la strada, la pavimentazione della cantina della Cooperativa, il<br />

palco del teatro, sono stati fatti dagli inquilini, senza che nessuno richiedesse qualsiasi<br />

compenso, per questa attività ricordiamo il buon papà Crespi, papà Rovida,<br />

Magnaghi, Cucchi, Poiaghi, Giuseppe Sandri, Pietro Fontana.<br />

Nel 1924-25 il fascismo entrò nel quartiere, venne così la cosiddetta Presidenza<br />

Locatelli. Fece di tutto, questo Locatelli, per disfarsi della Cooperativa, dalla riduzione<br />

delle azioni della Cooperativa da 50 lire a 30 lire, fece entrare come soci della<br />

Cooperativa persone estranee del quartiere, cedette in appalto la gestione; non riuscì<br />

nel suo intento per una cosa sola: la sorda avversione dei vecchi soci alla sua opera;<br />

la ‘decisa opposizione dei titolari della licenza d’esercizio, di fare cambiare il loro<br />

nome, con nomi fasulli proposti da questo Locatelli. Ricordiamo fra tutti, il Cucchi<br />

Pietro, che, in risposta agli schiaffi presi perché non voleva cambiare il nome suo<br />

quale titolare di Licenza con altro nominativo sconosciuto, disse fieramente al fascista<br />

Locatelli: “Potete picchiarmi fin che volete, ma la licenza della mia Cooperativa<br />

non la mollo!”.<br />

IN FARMACIA<br />

Certamente a rendere come una famiglia tutti gli abitanti del quartiere <strong>Umanitaria</strong><br />

molto ha contribuito il Signor Roberto, che dai vecchi inquilini veniva chiamato “il<br />

farmacista”. Egli era coi poveri e per i poveri; quante volte al posto delle ricette<br />

costose rilasciate dai medici, egli dava ai malati dei farmaci che molte bene li sostituivano<br />

e costavano molto meno!!! Ma il Dott. Zavattaro e la sua farmacia, è ricordata<br />

anche perché era il ritrovo serale dei dirigenti l’Associazione Inquilini e dei<br />

pochi intellettuali del quartiere. Erano i Songia, i maestri Nanni e Mantellini, il controllore<br />

Orlandi, Ciminaghi ed altri che studiavano i problemi del quartiere e le questioni<br />

Sociali. Si può dire che tutte o quasi tutte le attività siano uscite dai raduni<br />

della Farmacia.<br />

Venuto con moglie e cinque figli da un piccolo paese nella grande città lombarda,<br />

il Sig. Roberto aveva iniziato il ripristino della farmacia di via Solari 54. Non vi<br />

erano allora nè riposi diurni nè riposi festivi e tanto meno notturni per i farmacisti:<br />

la famiglia era numerosa ed il buon Roberto per far studiare tutti i figli doveva lavorare<br />

incessantemente notte e dì con l’aiuto della serena moglie Irene calma e sorridente<br />

sempre in qualsiasi occasione e della “nena Caterina” una donna di antico<br />

stampo piemontese: era lei la Caterina che aiutava nelle faccende più umili la<br />

Signora Irene, era lei che governava i “cinq fieu” (non parlava che piemontese),<br />

specie quella dei cinque affetta da esiti di poliomielite con la quale dormiva nel<br />

grande letto matrimoniale attenta sempre che la piccola non si facesse male.<br />

Alla sera, nel retro della farmacia, il Sig. Roberto trascorreva alcune ore di merita-<br />

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