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librosolari_2parte - Società Umanitaria

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Strascichi della visita reale alle case dell’<strong>Umanitaria</strong><br />

Caro Direttore,<br />

E poichè gli altri non finiscono, comincio anch’io. Nel numero di ieri, proponendoti di<br />

giustificare il Della Torre, il Pizzorno, il sottoscritto dall’accusa di aver ricevuto il re<br />

alle Case Operaie della <strong>Società</strong> <strong>Umanitaria</strong>, venisti ad affermare, per incidenza, la mia<br />

irresponsabilità, determinata dal mio dovere di ufficio. Il presidente doveva essere assistito<br />

dal segretario; il segretario sono io; io, naturalmente, dovevo partecipare al ricevimento.<br />

Ora ti prego di credere e anche – se vuoi – di comunicare ai novissimi giudici<br />

ch’io ho accolto, insieme cogli altri, il re alle Case operaie, non per adempiere un dovere<br />

di ufficio, ma per mia elezione. Tali doveri non riconosco e non posso lasciare, quindi,<br />

passare tale concezione della mia subordinazione la quale non può estendersi ad atti<br />

estranei al mio ufficio. Ho compiuto tale atto perché ho voluto, senza imposizione di<br />

alcuno. Per imposizione di ufficio, non avrei accettato di adempierlo. Assumo, quindi,<br />

intera la mia responsabilità.<br />

Non ho assistito il Presidente perché egli non aveva bisogno di essere assistito – il ricevimento<br />

del re non è la stipulazione di un contratto –; ma ho ricevuto con lui il re, perché<br />

ho creduto di fare così. Null’altro. Preferisco la condanna dei novelli giudici alla<br />

limitazione della mia libertà e quindi della mia responsabilità. E tu non puoi darmi torto.<br />

Chi sostenne le spese<br />

Tuo affezionatissimo A. Osimo<br />

Al Sig. Claudio Treves<br />

Direttore del giornale il Tempo – Città<br />

Nel pregiato di Lei Periodico di stamane, a proposito della visita reale alle Case operaie<br />

dell’<strong>Umanitaria</strong>, è riportata un’interpellanza che il consigliere sig. Cassina ha rivolto<br />

alla Presidenza dell’<strong>Umanitaria</strong> dove fra l’altro è detto: “in base a quale autorizzazione<br />

(la Presidenza) dispose pel costoso ricevimento del re alle erigende case popolari, nonché<br />

da quale speciale capitolo di bilancio intende prelevare la somma occorsa all’uopo”.<br />

Orbene, per amore della verità e per buona pace del sig. Cassina, teniamo a dichiarare<br />

che tale spesa fu sostenuta dalle Imprese Assuntrici, Ing. A. Morganti, F. Bittinelli<br />

e Cooperativa Muratori. Da parte nostra poi dichiariamo che tale spesa era un doveroso<br />

obbligo, acciocché Sua Maestà fosse ricevuta almeno decorosamente (date le condizioni<br />

delle strade del cantieri).<br />

Le saremo grati s’Ella vorrà pubblicare questa nostra e ringraziandola,<br />

per l’impresa di costruzione ing. A. Morganti e F. Bittinelli<br />

(Entrambi i documenti sono tratti dal Tempo del 30 settembre 1905)<br />

88<br />

dev.mo Ing. A. MORGANTI

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