FIORI SELVAGGI (tratto da “Cronaca Libertaria”,Milano,a.I,n.10,4 ottobre 1917)
Non so perché quando penso ai NOSTRI(!)scrupolosi(!)giornalisti,ai fornitori della “nostra cara patria”,nonchè agli eroi del fronte interno con tutta quella somma di élite di RI-VO-LU-ZIO-NA-RI interventisti che stanno sblimandosi in un bel bagno caldo di sfolgorante sole italico,mi sembra di udire la melodiosa voce di Laerte,nel'Odissea omerica,ad esclamare in un ebbro delirio di gioia:”Qual sole – oggi risplende in cielo,aurati Numi! - Gareggian di virtù i figli e nipoti – Giorno più bello non mi sorse mai!” * * * Ieri sera,prima di coricarmi,mi venne la bizzarra idea di interrogare un mio grande e diletto amico,morto di pazzia parecchi anni or sono,intorno alla cinica apostasia di coloro che un giorno credevansi,dicevansi od erano compagni nostri.Ed egli,Federico Nietzche – il mio grande amico morto con il consueto sarcasmo violento, mi rispose testualmente così:”Davvero molti di loro a quel tempo alzavano le gambe simili a danzatrici giacchè il riso della mia saggezza gli attirava – ma poi mutarono avviso,ed ora gli vedo strisciare tutti incurvati verso la croce”. * * * “Ahimè!Son sempre pochi quelli il cui cuore possiede un lungo e durevole coraggio ed il cui spirito ha la virtù della costanza.Tutti gli altri sono codardi”. * * * Volersi affermare,voler fare trionfare le proprie idee,voler vivere secondo le proprie inclinazioni e voler sviluppare tutte le proprie qualità fisiologiche e cerebrali,ecco lo scopo di tutti coloro che hanno finalmente trovato il loro BENE e il loro MALE. * * * Voler innalzare la propria individualità ed il proprio ideale fino al vero amore degli amici,ed al rispetto degli avversari e dei nemici,dando a questi guerra spietata e senza quartiere a tutti i tentativi fatti da parte loro per abbatterci ed umiliarci è da forti,è da audaci.Ma pretendere che tutti dovessero vivere e pensare come noi,a me sembrerebbe troppo grottesco,giacchè “ciascun uomo – dice Stendhal – in fondo,se vuole darsi la briga di studiare se stesso,ha il suo bello ideale,e mi pare vi sia sempre un po' di ridicolo nel tentare di convertire il vicino”. * * * Non ho mai saputo spiegarmi il perchè vi possa ancora essere una quasi moltitudine di uomini apparentemente molto distinti ed evoluti i quali credono e sperano di poter trovare il proprio trionfo e la propria elevazione,nel trionfo e nella elevazione del popolo.Costoro non si sono accorti mai – come direbbe per altre questioni il Balzac – che giace uno scheletro dov'essi si curvano per raccogliere un tesoro. * * * “Quando si considera – dice il refrattario Chanfort – che il frutto del lavoro e del pensiero di trenta o quaranta secoli,è stato quello di abbandonare trecento milioni di uomini sparsi sulla terra ad una trentina di desposti per la maggior parte ignoranti e imbecilli,ciascuno dei quali è governato a sua volta da tre o quattro scellerati assai spesso stupidi,che pensare dell'umanità e delle sue sorti future?”. Povero Chanfort!Se tu potessi alzarti dal tuo freddo sepolcro,ove giaci ormai da più di un secolo,potresti vedere quali erano i destini che attendevano al varco questa MISERABILE umanità dei nostri giorni! * * * “...gli spietati non danno che cambiare culto e nel quadro stesso dell'eresia mettono e conservano sempre dei ricordi di religione”(G.Vales) * * * Malgrado le prove fatte da certi selvaggi,dai Tartari,da Licurgo e da certe greche popolazioni,di mettere la donna in comune,oggi l'uomo,per fortuna sua,e forse della specie,è abituato comportarsi con questa da proprietario!”La mia donna!” dice l'uomo sano.Giacchè dire:”la nostra donna” sarebbe da depravati. Ma,cosa dice la donna?Come risponde essa? Ah,che caos!Che terribile caos! * * * “I bambini,questi piccoli innocenti bambini!Li vidi rincorrersi nella via con occhi accesi,giocando alla guerra ed udii uno di loro piangere,con la sua fine voce infantile:in me fremette un senso di orrore,di raccapriccio. Andai a casa,la notte cadde,e quegli innocenti bambini mi si trasformarono nel sogno fiammeggiante,come un incendio notturno,in intere legioni di giovani assassini”(L.Andreiff)
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