UNA FEMMINA (da “il Proletario”,Pontremoli,a.I,n.1.,5 giugno 1922,pp.1-2)
Io t'amo sopratutto quando la tua gioia fugge dalla tua fronte oppressa; quando il tuo cuore si annega ne l'errore; quando sul tuo presente si stende la nube orribile del tuo passato. CARLO BAUDE<strong>LA</strong>IRE Io sono un poeta strano e maledetto. Tutto ciò che è anormale e perverso esercita su me un morboso fascino. Il mio spirito-farfalla velenosa dalle sembianze divine-è attratto dai peccaminosi profumi che emanano i fiori del male. Oggi canto la bellezza perversa di una “Femmina”,di una Femmina nostra che non ho mai posseduta e che non possederò mai... Ella cammina ora senza un nome,dimenticata ed ignorata attraverso le ariose vie della vita con chiuso nel cuore un così cupo e profondo dolore che l'innalza al di sopra della Donna e la rende divina. Questo gran fiore del male-contaminato e contaminatore-racchiude ancora in sé una purezza umana da sublimare tutta una vita e divinarla. Femmina! Sì,forse!... Intorno al suo nome circola una strana leggenda.Dice che il di lei corpo bello e peccaminoso spasimò tra le braccia dei vagabondi e dei ladri,dei nottambuli e dei poeti,dei ribelli e degli eroi... Tutti i mostri della notte conoscono i voluttuosi segreti delle sue carni bianche... Tutti gli assetati d'amore hanno bevuto i suoi baci... Ma ovunque Ella è passata ha lasciato cuori feriti e anime sanguinanti;carni piangenti e spiriti in rivolta... Perchè Ella-la Folle-fu-come il poeme Zarathustra-un Arpe dionisiaca di voluttà per tutti e per nessuno... Mentre il di lei corpo peccaminoso e fremente giaceva avvolto in voluttuosi spasimi sul letto dell'amore travolto negli abissi della gran dedizione,il di lei spirito inquieto,vagabondo e ribelle,vagava attraverso le sterminate regioni dell'infinito per dar corpo e forma ad un'impalpabile sogno etereo.La sua anima ammalata di solitudine e di lontananza non si lasciò mai travolgere dalla febbre spasmodica della insaziabile carne. Ella non amò che se stessa... * Qualcuno tra coloro che strinsero tra le loro braccia il corpo odoroso e perverso di questa “Femmina” bianca gettò nel suo grembo-purtroppo fecondo-i germi fatali di un'altra infelicissima vita.La “Femmina” sotto l'imperioso comandamento della natura divenne Madre.E la società che fu ingiusta,vendicativa e crudele,verso la Femmina,lo fu anche contro la Madre e contro lo stesso bambino.Egli-solo e impotente-fu lanciato tra la travolgente tempesta della vita in preda alla più triste solitudine materiale e di miseria e di disperazine. La madre,sola,derisa,perseguitata,maledetta,schernita. Lui,triste e melanconico.Figlio d'una vittima,fu vittima prematura a sua volta. * Fisso lo sguardo nell'alba misteriosa di quest'anima di Femmina strana per raccoglierne i rottami dispersi e ricostruirne il segreto. So che sotto la dionisiaca giocondità di queste creature perverse e scapigliate,scorre quasi sempre un filo sottile di mistica malinconia... Attraverso la mia poetica fantasia ricostruttrice la vedo vergine adolescente quando la prima volta il sole caldo e perverso della voluttà e del piacere s'immerse come una lama d'oro nelle sue carni pulsanti di desiderio,facendole risuonare nell'anima il grido irresistibile della giovinezza esuberante: amore,amore,amore! Forse era un'aurora tiepida e bionda;forse era un crepuscolo rosso. Ella si concesse al primo amplesso d'amore,e da quel giorno il suo corpo bianco fu un'Arpe di voluttà,un poema di piacere in preda alle fiamme pagane;un inno d'ebrezza cantato al di là del bene e del male,ove li spiriti liberi celebrano il rito iconoclastico alla gioia del vivere umano. Ma sotto la dionisiaca giocondità di questa creatura perversa e scapigliata scorreva un filo sottile di
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Ma questo bisogno non c'è! Il pres
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La patria cadrà. La famiglia cadr
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