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L'inventario - Treccani

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INTRODUZIONE<br />

dell’opera. La spiegazione più plausibile di questa apparente anomalia deve<br />

probabilmente leggersi nella volontà di conferire alla storia di Roma una<br />

più «evidente centralità nel progetto di un’enciclopedia programmaticamente<br />

tesa ad esaltare la grandezza di quella civiltà» 43 e comunque fu resa<br />

possibile dall’opera di mediazione che Gentile esercitò instancabilmente<br />

per l’intera durata dell’impresa, opera tanto più necessaria in quanto il cantiere<br />

dell’Enciclopedia divenne quasi subito oggetto di roventi polemiche<br />

scaturite dalle accuse di antifascismo rivolte a diversi collaboratori 44 .<br />

Per i primi anni De Sanctis – fino al 1929 residente a Torino – diresse<br />

la sezione a distanza, trovandosi la sede dell’Enciclopedia a Roma; la fitta<br />

corrispondenza intercorsa con Gentile e soprattutto con Antonino Pagliaro<br />

– redattore capo della sezione Antichità classiche – conservata nel fondo<br />

Enciclopedia italiana di scienze, lettere ed arti e in misura minore nel fondo<br />

in oggetto 45 , getta luce sul suo ferreo metodo di lavoro, sui suoi criteri di<br />

giudizio, sulla sua commovente e incrollabile devozione all’impresa cui era<br />

stato chiamato a partecipare. Neanche gli infortuni e le malattie, che<br />

costellarono la sua vita, riuscirono mai a fermarlo del tutto: in occasione<br />

dell’operazione agli occhi nel 1929, ad esempio, scriverà a Pagliaro: «Nell’intervallo<br />

tra un’operazione e l’altra, con un occhio bendato e uno che ci<br />

vede solo per metà, ho fatto del mio meglio per rivedere gli articoli di<br />

Solari da Lei inviatimi e che Le restituisco [...]» 46 . E quando nel 1929, trasferitosi<br />

a Roma, iniziò a frequentare di persona la sede dell’Enciclopedia,<br />

questa divenne ben presto una sorta di succursale delle aule universitarie<br />

dove egli dispensava la sua scienza ai giovani collaboratori. D’altra parte<br />

per De Sanctis il contatto con i giovani era una sorta di linfa vitale e i<br />

periodi in cui l’insegnamento universitario era inficiato dalla scarsità di<br />

studenti o addirittura venuto meno – come sarà dal 1931 in poi – furono<br />

vivificati dal conforto sostitutivo che gli arrecava il contatto con i suoi collaboratori<br />

all’Enciclopedia.<br />

Ricorda Francesco Gabrieli, redattore della sezione Antichità classiche<br />

dell’EI: «Qui un giovane classicista in parergo apprese da De Sanctis ad<br />

allargare la concezione dell’Antichità dai limiti prevalentemente letterari<br />

della formazione e routine scolastica in una visione storica totale, ove<br />

accanto all’aspetto letterario avesse il suo giusto posto quello storico e storico-religioso,<br />

giuridico ed istituzionale, economico-sociale e antiquario<br />

[...]. A differenza di altri luminari, egli non era affatto geloso e avaro del<br />

43 Ivi, p. 101.<br />

44 Ivi, p. 108.<br />

45 IEI, As, fondo EI, serie Materiali redazionali, sottoserie Corrispondenza, fasc. De<br />

Sanctis Gaetano e fondo GDS, serie Carteggio, sottoserie Corrispondenza con enti e persone,<br />

fasc. Gentile Giovanni.<br />

46 IEI, As, fondo EI, serie Materiali redazionali, sottoserie Corrispondenza, fasc. De<br />

Sanctis Gaetano, lettera del 14 marzo 1929.<br />

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