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N. 5 - Maggio 2007 P oste Italiane S. p. A. - Parrocchia di Chiari

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14<br />

Speciale scavi archeologici<br />

La bufala longobarda<br />

e il sesto scheletro<br />

Uno scavo archeologico in piazza<br />

Zanardelli ci ha raccontato molto<br />

sulle origini della nostra citta<strong>di</strong>na.<br />

Noi siamo scesi a visitarlo con Ivana<br />

Venturini, archeologa inviata dalla<br />

Soprintendenza a seguire i lavori.<br />

Così, camminando due metri sotto il<br />

suolo, abbiamo scoperto che quella<br />

degli scheletri “longobar<strong>di</strong>” è una<br />

bufala. E, proprio mentre visitavamo<br />

gli scavi, è venuto alla luce un altro<br />

reperto.<br />

È<br />

la scoperta dell’anno, a <strong>Chiari</strong>.<br />

Si tratta <strong>di</strong> sei scheletri che<br />

l’archeologa Ivana Venturini<br />

ha ritrovato nel cuore pulsante della<br />

nostra citta<strong>di</strong>na, in Piazza Zanardelli.<br />

Proprio sotto i nostri pie<strong>di</strong>, mentre <strong>di</strong>scutevamo<br />

ignari del più e del meno<br />

dopo la messa, c’era la testimonianza<br />

che la vita clarense si è sempre<br />

svolta qui, nel centro in<strong>di</strong>scusso <strong>di</strong><br />

quello che è il nostro paese.<br />

“È singolare ed interessante – ci rac-<br />

a cura <strong>di</strong> Alessandro Gropelli<br />

conta Ivana Venturini – che il nucleo<br />

della vita dell’abitato fosse dov’è ancora<br />

oggi; parliamo <strong>di</strong> abitazioni dell’alto<br />

me<strong>di</strong>oevo, risalenti a perio<strong>di</strong> che<br />

vanno dall’ottavo all’un<strong>di</strong>cesimo secolo<br />

dopo Cristo”. Questa datazione,<br />

inoltre, smentisce i lanci <strong>di</strong> stampa<br />

che identificavano le sepolture come<br />

longobarde: “dovrebbero essere precedenti,<br />

almeno del settimo secolo”.<br />

Allora chi erano i nostri avi? “Molto<br />

probabilmente – specificano gli<br />

archeologi – l’abitato era un satellite<br />

<strong>di</strong> una delle pievi in cui, a quel<br />

tempo, si organizzava il territorio”.<br />

La nostra citta<strong>di</strong>na, in particolare,<br />

avrebbe gravitato attorno a quella <strong>di</strong><br />

Coccaglio.<br />

Bufala longobarda smontata, quin<strong>di</strong>,<br />

e noi siamo scesi negli scavi per<br />

capirne <strong>di</strong> più. “L’inse<strong>di</strong>amento è<br />

quello tipico dell’alto me<strong>di</strong>oevo –<br />

continua la dottoressa Venturini – e<br />

si tratta <strong>di</strong> tipiche case dell’epoca,<br />

raccolte attorno al focolare”. Proprio<br />

del fuoco che fu,<br />

infatti, rimane traccia<br />

sulla terra battuta<br />

al centro delle abitazioni,<br />

dove sono stati<br />

ritrovati anche ossi e<br />

pietra ollare, “il tipico<br />

vasellame da cucina”<br />

– confermano gli archeologi<br />

al lavoro.<br />

Ancora più interessante,<br />

però, il fatto<br />

che gli strati ritrovati<br />

durante lo scavo<br />

siano ben due: “sopra<br />

un primo nucleo<br />

Qui sopra, un’immagine<br />

della scoperta dell’ultimo scheletro.<br />

In basso, l’area dello scavo<br />

in Piazza Zanardelli.<br />

Nella pagina a fi anco, Ivana Venturini<br />

al lavoro con una collaboratrice.<br />

L’AREA ARCHEOLOGICA<br />

Sul futuro dei reperti ritrovati<br />

non ci sono ancora certezze.<br />

Tuttavia, pare che i resti saranno<br />

conservati nel museo della<br />

città che sorgerà proprio alle<br />

spalle dello scavo.<br />

Per quanto riguarda le pareti in<br />

argilla e sassi, invece, il destino<br />

è molto probabilmente segnato:<br />

verranno ricoperte o, al massimo,<br />

qualche piccola area sarà<br />

resa visibile tramite vetri a vista<br />

sui reperti. Conservare i pavimenti<br />

in terra battuta e i muretti<br />

sarebbe infatti eccessivamente<br />

costoso e, per <strong>di</strong> più, si rivelerebbe<br />

molto complicato.<br />

Di certo, per ora, c’è solo che<br />

tutti i reperti verranno stu<strong>di</strong>ati,<br />

catalogati e - se opportuno -<br />

conservati. Senza dubbio, poi,<br />

vista l’importanza e l’estensione<br />

<strong>di</strong> questo scavo, verrà redatto<br />

un libro de<strong>di</strong>cato ai ritrovamenti.<br />

Il risultato sarà, quin<strong>di</strong>,<br />

quello <strong>di</strong> scrivere un’altra<br />

pagina della storia delle nostre<br />

origini.

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