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PERIODICO<br />

NAZIONALE<br />

DELL’ISTITUTO<br />

DEL NASTRO<br />

AZZURRO FRA<br />

COMBATTENTI<br />

DECORATI<br />

AL VALORE<br />

MILITARE<br />

ANNO LXXIII - N. 2 - MAR./APR. 2012 - Bimestrale - Poste Ital. S.p.A. Sped. in abb. postale D.L. n. 353/2003 (Conv. in L. 27/2/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 MP-AT/C-CENTRO/RM


PERIODICO NAZIONALE DELL’ISTITUTO DEL NASTRO AZZURRO<br />

FRA COMBATTENTI DECORATI AL VALOR MILITARE<br />

In copertina<br />

“Tanto è cambiato nell’attegiamento di qualche<br />

Comandante dalla seconda guerra mondiale<br />

ai giorni nostri”<br />

In questo numero:<br />

pag. 8: Ma quanto ci “Costa”?<br />

pag. 16:<br />

Israele e la<br />

primavera<br />

araba<br />

pag. 26: Lo sparviero <strong>del</strong> deserto<br />

COME COLLABORARE<br />

La collaborazione a “Il <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>” è<br />

aperta a tutti ed è a titolo gratuito. I testi possono<br />

pervenire per posta elettronica oppure possono<br />

essere inviati alla redazione su supporto<br />

informatico (CD-Rom o DVD). Le immagini in<br />

formato elettronico devono essere “ad alta risoluzione”.<br />

Testi e foto, anche se non pubblicati,<br />

NON si restituiscono.<br />

SOMMARIO<br />

• Sommario Pag. 2<br />

• Editoriale: Le FFAA nella guerra<br />

di Liberazione “” 3<br />

• La Presidenza Nazionale comunica “” 4<br />

• Lettere a “Il <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>” “” 6<br />

• Ma quanto ci “Costa”? “” 8<br />

• Il giorno <strong>del</strong>la Memoria “” 12<br />

• Il senso <strong>del</strong>le celebrazioni “” 12<br />

• Il giorno <strong>del</strong> Ricordo “” 13<br />

• Due incidenti stradali: sei morti “” 14<br />

• Il commento “” 15<br />

• Israele e la “primavera araba” “” 16<br />

• Quando i comandanti morivano in plancia “” 18<br />

• Diplomazia e <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>: orgoglio<br />

biellese “” 21<br />

• I Generali Cigliana “” 22<br />

• MOVM eccellenti: Luigi Giorgi “” 25<br />

• Lo Sparviero <strong>del</strong> deserto “” 26<br />

• La guerra di Liberazione “” 28<br />

• Giarabub: un’epopea! “” 32<br />

• Un’interessante esercitazione “” 33<br />

• Notizie in <strong>Azzurro</strong> “” 34<br />

• Azzurri che si fanno Onore “” 35<br />

• Parliamone ancora “” 36<br />

• Cronache <strong>del</strong>le Federazioni “” 38<br />

• Recensioni “” 46<br />

• Azzurri nell’azzurro <strong>del</strong> cielo “” 47<br />

• Potenziamento giornale “” 47<br />

• Oggettistica <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> “” 48<br />

“Il <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>” ha iniziato le pubblicazioni a Roma il 26 marzo 1924 - (La pubblicazione fu sospesa per le<br />

vicende connesse al secondo conflitto mondiale e riprese nel 1951) - Bimestrale - Anno LXXIII - n.° 2 - Marzo-Aprile<br />

2012 - Poste Ital. S.p.A.: Sped. in abb. postale D.L. n. 353/2003 (Conv. in L. 27/2/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 - MP-AT/C-CENTRO/RM - Direz.<br />

e Amm.: Roma 00161 - p.zza Galeno, 1 - tel. 064402676 - fax 0644266814 - Sito internet: www.istitutonastroazzurro.org - Email:<br />

redaz.nastroazzurro@libero.it - Direttore Editoriale: Carlo Maria Magnani - Presidente Nazionale <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> - Direttore<br />

Responsabile: Antonio Daniele - Comitato di Redazione: Carlo Maria Magnani, Antonio Daniele, Francesco Maria Atanasio,<br />

Graziano Maron, Giuseppe Picca, Antonio Valeri, Primo Verdirosi, Federico Vido, Giorgio Zanardi - Segretaria di Redazione:<br />

Barbara Coiante - Autorizzazione <strong>del</strong> Tribunale Civile e Penale di Roma con decreto n.° 12568 <strong>del</strong> 1969 - Progetto<br />

Grafico e stampa: Arti Grafiche San Marcello s.r.l. - v.le Regina Margherita, 176 - 00198 Roma - Finito di stampare: Aprile 2012<br />

- C.F. 80226830588 - Il <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> viene inviato a tutti i soci <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> fra Combattenti Decorati<br />

al Valor Militare, ma è anche possibile, per chi non è socio <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>, riceverlo abbonandosi. Per abbonarsi<br />

i versamenti possono essere effettuati su C/C Postale n. 25938002 intestato a “<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>”, oppure su<br />

C/C Bancario CA SSA DI RISPARMIO DI FERRARA - Filiale di Roma - P.zza Madonna Loreto, 24 - c/c n. 0722122-3 - CIN<br />

IT “A” - ABI 06155 - CAB 03200 - IBAN: IT69A0615503200000000002122<br />

Abbonamenti: Ordinario: 20 Euro, Sostenitore: 25 Euro, Benemerito: 30 Euro e oltre.<br />

Associato alla Unione Stampa Periodica Italiana<br />

2 IL NASTRO AZZURRO


Primavera 1945. I gruppi<br />

di combattimento<br />

<strong>del</strong>l’Esercito raggiungono<br />

alcune <strong>del</strong>le principali<br />

città <strong>del</strong> nord Italia: il<br />

“Cremona” è a Mestre e a<br />

Venezia; il “Friuli” entra in<br />

Bologna; il “Folgore” dopo essere stato aviolanciato tra<br />

Poggio Rusco e Ferrara giunge in vista di Bologna; il<br />

“Legnano” occupa Bergamo e Brescia. È una sorta di riscatto<br />

dopo i tragici avvenimenti <strong>del</strong> settembre-ottobre 1943<br />

che pesano ancora oggi come un macigno nella memoria collettiva<br />

di tutti gli italiani col suo codazzo di umiliazioni, di<br />

sciagure, di irreparabili danni materiali e morali. Lutti ed umiliazioni<br />

non furono risparmiati al nostro popolo né dal vecchio,<br />

infido alleato né dal miope e sprezzante vincitore e<br />

sotto quei colpi tremendi, inferti senza umanità e senza<br />

ragionevolezza, parve che l’unità nazionale, faticosamente<br />

raggiunta appena ottanta anni prima,<br />

dovesse sfaldarsi.<br />

Ma non fu così. Il popolo italiano<br />

trovò nell’immensità <strong>del</strong>la catastrofe<br />

la forza di reagire e le Forze<br />

Armate furono ancora una volta alla<br />

testa <strong>del</strong>la rinascita d’Italia.<br />

La mancanza di ordini precisi e<br />

la confusa linea di dipendenza gerarchica<br />

ebbe riflessi drammatici sulle<br />

unità dislocate sul territorio nazionale<br />

e nei territori occupati.<br />

Malgrado questo gli episodi di resistenza<br />

armata furono numerosi. La<br />

Dalmazia, il Montenegro, la Slovenia,<br />

la Croazia e l’Albania furono testimoni<br />

<strong>del</strong>lo sbandamento iniziale e<br />

poi <strong>del</strong>la reazione <strong>del</strong>le divisioni italiane<br />

alle truppe tedesche. La maggiore<br />

tragedia si verificò in Grecia e<br />

nelle Isole <strong>del</strong> Dodecanneso teatro<br />

<strong>del</strong> tragico destino <strong>del</strong>la Divisione Ac<strong>qui</strong>.<br />

L’Esercito pagò un ingente tributo di sangue in quei due<br />

mesi: 20.000 uomini caduti con le armi in pugno e trucidati<br />

dopo la resa, ai quali si devono aggiungere altri 40.000 caduti<br />

nei lager nazisti, in quanto la Germania, non riconoscendo<br />

il governo <strong>del</strong> sud, non considerò prigionieri di guerra i militari<br />

catturati.<br />

La dichiarazione di guerra alla Germania <strong>del</strong> 13 ottobre<br />

1943, che sancisce di fatto la posizione di co-belligerante<br />

<strong>del</strong>l’Italia, determina una rifondazione <strong>del</strong>le nostre Forze<br />

Armate. Viene costituito il 1° Raggruppamento Motorizzato<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

EDITORIALE: LE FORZE ARMATE<br />

NELLA GUERRA DI LIBERAZIONE<br />

Lutti ed umiliazioni non furono<br />

risparmiati al nostro popolo né dal<br />

vecchio, infido alleato né dal miope<br />

e sprezzante vincitore...<br />

L’Esercito pagò un ingente<br />

tributo di sangue in quei due mesi:<br />

20.000 uomini caduti con le armi in<br />

pugno e trucidati dopo la resa, ai<br />

quali si devono aggiungere altri<br />

40.000 caduti nei lager nazisti, in<br />

quanto la Germania, non<br />

riconoscendo il governo <strong>del</strong> sud,<br />

non considerò prigionieri di guerra i<br />

militari catturati.<br />

<strong>del</strong>l’Esercito, i velivoli <strong>del</strong>l’Aeronautica riportano in volo la<br />

coccarda tricolore, la Marina Militare veniva posta sullo stesso<br />

piano di parità morale rispetto alle Marine Alleate.<br />

Scorrendo velocemente gli avvenimenti tragici di quel<br />

periodo, mi ha molto colpito il destino <strong>del</strong>la corazzata<br />

“Roma”, la nave ammiraglia <strong>del</strong>la Regia Marina che il 9 settembre<br />

1943, durante il trasferimento <strong>del</strong>la squadra navale<br />

da La Spezia a La Maddalena, senza alcuna copertura aerea,<br />

subisce all’altezza <strong>del</strong>l’isola Asinara l’attacco di bombardieri<br />

tedeschi. La nave, colpita da due bombe radiocomandate, si<br />

spezza in due tronconi ed affonda portando con sè 1.400<br />

uomini, compreso l’Ammiraglio Bergamini e il C.V. Del Cima,<br />

Comandanti rispettivamente <strong>del</strong>le forze navali da battaglia e<br />

<strong>del</strong>la corazzata. Muoiono quasi tutti gli ufficiali imbarcati che<br />

si preoccupano di porre in salvo il maggior numero possibile<br />

di uomini <strong>del</strong>l’e<strong>qui</strong>paggio.<br />

Venendo all’attualità, l’avvenimento che ha certamente<br />

occupato le prime pagine dei giornali è stato l’affondamento<br />

<strong>del</strong>la “Costa Concordia”. Volevo evi-<br />

denziare le differenze di comportamento<br />

tra il comandante (con la c<br />

minuscola) <strong>del</strong>la nave e altri<br />

Comandanti <strong>del</strong>la nostra Marina<br />

Militare che si erano volutamente<br />

inabissati con le loro navi.<br />

Scorrendo l’elenco in ordine alfabetico<br />

dei Decorati mi sono dovuto<br />

fermare alla lettera c, avevo già<br />

riempito una pagina! D’altra parte<br />

come diceva Don Abbondio al<br />

Cardinale Borromeo “Il coraggio<br />

uno non se può lo dare!”, ma il lauto<br />

stipendio si, aggiungo io.<br />

Infine dobbiamo registrare la<br />

morte di tre militari italiani in<br />

Afganisthan, vittime di un incidente<br />

mentre si stavano recando a portare<br />

aiuto ad altri commilitoni.<br />

All’arrivo dei feretri a Roma non vi<br />

era alcuna autorità politica! I funerali di stato non sono stati<br />

celebrati in Santa Maria degli Angeli a Roma. Poveri ragazzi,<br />

eppure non erano in gita di piacere o non stavano andando<br />

in discoteca, erano in servizio. Anche loro hanno una<br />

mamma che piangerà sulla loro tomba! Sono veramente indignato<br />

e certo di interpretare i vostri sentimenti, porgo alle<br />

famiglie Currò, Messineo e Valente i sentimenti di vicinanza<br />

<strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>.<br />

Un abbraccio forte a tutti<br />

OCCORRE NUOVA OGGETTISTICA?<br />

Carlo Maria Magnani<br />

L’oggettistica <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> è sempre disponibile ed è costantemente incrementata<br />

da nuovi utili gadget. La lista degli oggetti disponibili è regolarmente<br />

pubblicata nella quarta di copertina di questo periodico.<br />

Qualora le Federazioni desiderassero ulteriori tipologie di gadget, ritenute necessarie<br />

per sostenere adeguatamente l’attività d’immagine <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> in sede locale, possono<br />

farci proposte per inserire tali nuovi gadget nella lista.<br />

3


LA PRESIDENZA NAZIONALE COMUNICA<br />

Il Decreto interministeriale <strong>del</strong> 20 dicembre 2011, con cui si assegnano i contributi<br />

<strong>del</strong> Ministero <strong>del</strong>la Difesa alle Associazioni Combattentistiche e d’Arma per il 2012,<br />

ha stabilito che l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> fra Combattenti Decorati al Valor<br />

Militare riceverà, quale contributo dal Ministero <strong>del</strong>la Difesa, 2.800 Euro.<br />

Tenuto conto <strong>del</strong>la progressiva e rapida riduzione di tale contributo negli ultimi anni<br />

(vds. tabella sottostante), considerando anche che l’esiguità di tale cifra non risolve<br />

alcun problema, né può essere considerata un “vero” contributo, il Presidente<br />

Nazionale, gen. Carlo Maria Magnani, ha nominato una Commissione col compito di<br />

verificare la situazione e presentare proposte di azioni che egli si riserva di intraprendere<br />

a tutela <strong>del</strong>l’immagine e <strong>del</strong>la capacità operativa <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong>.<br />

Una prima analisi da parte <strong>del</strong>la Commissione ha evidenziato in effetti l’incapacità<br />

<strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> di far percepire se stesso come un’associazione davvero<br />

ramificata ed estesa a tutto il territorio nazionale quale esso effettivamente è.<br />

A tal proposito, si richiama l’attenzione di tutti i Presidenti di Federazione ad intensificare<br />

ogni possibile azione allo scopo di evidenziare la presenza e le attività<br />

<strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> nell’azione di salvaguardia e diffusione dei Valori di Amor di Patria e di<br />

Onore e Valore Militare.<br />

Occorre altresì dare adeguata pubblicità alle certamente numerose iniziative attuate<br />

in campo sociale soprattutto a favore di persone meno abbienti, tra gli iscritti e non<br />

al nostro sodalizio.<br />

Purtroppo viviamo nella società <strong>del</strong>l’immagine e, ci si è resi conto, oggi come non<br />

mai, di questa verità: l’attività non adeguatamente pubblicizzata è come se non fosse<br />

mai avvenuta.<br />

ANNO CONTRIBUTO ORDINARIO DEL TESORO CONTRIBUTO STRAORDINARIO DIFESA<br />

2006 18.990 49.998<br />

2007 14.990 49.998<br />

2008 14.990 42.063<br />

2009 14.990 24.490<br />

2010 14.990 2.990<br />

2011 14.990 2.800<br />

EROGAZIONI LIBERALI A FAVORE DEL NASTRO AZZURRO<br />

Con il riconoscimento ufficiale <strong>del</strong>l’interesse storico <strong>del</strong>l’archivio <strong>del</strong>la<br />

Presidenza Nazionale già dal 2011 è possibile effettuare erogazioni liberali finalizzate<br />

alla “Conservazione, potenziamento e valorizzazione <strong>del</strong>l’archivio<br />

Storico <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>”, per le quali è prevista la detrazione fiscale<br />

sulla dichiarazione dei redditi. (art. 15 comma 1 lettera h <strong>del</strong> D.P.R. 917/1986).<br />

Le erogazioni devono essere effettuate intestandole a “<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong><br />

- Presidenza Nazionale” tramite banca, ufficio postale, assegni bancari o circolari versati<br />

sul C/C Postale n. 25938002 intestato a “<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>”, oppure su<br />

C/C Bancario CA SSA DI RISPARMIO DI FERRARA - Filiale di Roma - P.zza Madonna di<br />

Loreto, 24 - c/c n. 0722122-3 - CIN IT “A” - ABI 06155 - CAB 03200 - IBAN:<br />

IT69A0615503200000000002122, specificando la motivazione sottolineata sopra.<br />

4 IL NASTRO AZZURRO


DONIAMO IL 5 PER MILLE AL NOSTRO ISTITUTO<br />

Come ormai di consueto, è consentito destinare il "5 per mille" <strong>del</strong>l'IRPEF a<br />

sostegno <strong>del</strong>le attività <strong>del</strong>l'<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> fra Combattenti<br />

Decorati al Valor Militare come Associazione riconosciuta che opera nei settori<br />

di cui all'art.10, comma 1, lettera a, <strong>del</strong> D.Lgs. n.460/97. Sia con il Mod. UNICO che<br />

con il 730 è possibile compiere tale scelta e pertanto vi invitiamo ad utilizzare questo<br />

strumento per sostenere gli impegni che il nostro <strong>Istituto</strong> si è assunto per diffondere,<br />

in particolare nelle giovani generazioni, il rispetto e l'amore per la Patria e la conoscenza<br />

dei doveri verso di Essa, assistere gli iscritti e salvaguardare gli interessi morali<br />

e materiali <strong>del</strong>la categoria; mantenere vivi i contatti con le Forze Armate e con le<br />

Associazioni Combattentistiche e d'Arma. Per chi lo ha già fatto negli anni passati, una<br />

bella soddisfazione: il 5 per mille <strong>del</strong> solo anno 2009 porterà all’<strong>Istituto</strong> 11.000 Euro.<br />

Si può esprimere la scelta apponendo, negli appositi spazi, la propria firma e il<br />

Codice Fiscale <strong>del</strong>l'<strong>Istituto</strong> 80226830588, e non comporta alcun onere a carico <strong>del</strong> contribuente.<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

24 MAGGIO: GIORNATA DEL DECORATO<br />

Il 24 maggio ricorrerà la<br />

"Giornata <strong>del</strong> Decorato". La<br />

Presidenza Nazionale sta consolidando<br />

gli accordi col "Gruppo <strong>del</strong>le<br />

Medaglie d'Oro" e col Comando<br />

Militare di Roma Capitale per la<br />

consueta cerimonia da celebrarsi<br />

insieme all'Altare <strong>del</strong>la Patria. La<br />

cerimonia avrà luogo <strong>qui</strong>ndi giovedì<br />

24 maggio con le modalità che verranno<br />

tempestivamente emanate<br />

tramite apposita circolare prossima<br />

ad essere inviata a tutte le<br />

Federazioni.<br />

Come ogni anno, si auspica una<br />

forte e numerosa partecipazione a<br />

testimonianza dei Valori che<br />

l'<strong>Istituto</strong> sostiene in tutta Italia e<br />

che, nella ricorrenza <strong>del</strong>la Giornata<br />

<strong>del</strong> Decorato, assumono il particolare<br />

significato di riferimento morale<br />

e sociale.<br />

5


LETTERE A “IL NASTRO AZZURRO”<br />

Risponde il generale Carlo Maria Magnani, Presidente Nazionale <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> fra<br />

Combattenti Decorati al Valor Militare e Direttore Editoriale <strong>del</strong>la rivista “Il <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>”.<br />

gent.mo Direttore,<br />

dalla morte <strong>del</strong> mio caro papà, avvenuta il 29 gennaio 2011, ricevo tutt'ora il periodico (<strong>Nastro</strong><br />

<strong>Azzurro</strong>) che seguo con piacere. Vorrei spendere qualche parola su di lui:<br />

ENCOMIO SOLENNE MERITO DI GUERRA MINISTERO<br />

DIFESA MARINA<br />

al s.ten. Tinelli Angelo, nato a Gallipoli il 1 giugno 1926<br />

“per aver partecipato alla difesa di Lero quale componente <strong>del</strong><br />

presidio che agli ordini <strong>del</strong> contrammiraglio Mascherpa, Medaglia<br />

d'Oro al Valor Militare, resisteva per ben 52 giorni all'insistente, violento<br />

assedio aereo, cessando di combattere solo quando, all'estremo<br />

<strong>del</strong>le risorse in seguito all'avvenuto sbarco di forze nemiche, ne<br />

ebbe l'ordine dal generale britannico comandante <strong>del</strong>le operazioni<br />

combinate di difesa.”<br />

Lero: 9 settembre - 16 novembre 1943<br />

Ho scritto questo perché so quanto lui era legato al <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>,<br />

tutto quello che raccontava, memorie, personaggi, era un pezzo <strong>del</strong>la<br />

nostra storia. Ma vorrei ricordarlo in particolare come uomo buono,<br />

altruista; ha lasciato in tutti noi, ma soprattutto a me come figlia l'eredità<br />

più ricca che aveva nel suo cuore.<br />

Grazie papà.<br />

Mi farebbe piacere ricordarlo in una pagina <strong>del</strong> nostro periodico.<br />

Ada Tinelli<br />

Fratello mare<br />

Ed ecco ce ne andiamo<br />

come siamo venuti<br />

arrivederci fratello mare<br />

mi porto un po' <strong>del</strong>la tua ghiaia<br />

un po' <strong>del</strong> tuo sale azzurro<br />

un po' <strong>del</strong>la tua infinità<br />

e un pochino <strong>del</strong>la tua luce<br />

e <strong>del</strong>la tua infelicità.<br />

Ci hai saputo dire molte cose<br />

sul tuo destino di mare<br />

eccoci con un po' di speranza<br />

eccoci con un po' di saggezza<br />

e ce ne andiamo come siamo venuti,<br />

arrivederci fratello mare.<br />

Dedicata al mio papà<br />

N. Hikmet<br />

È morto nella notte <strong>del</strong> 14 luglio 2011, nella sua casa sulle Torricelle, assistito dalla figlia Luisina e dal genero, generale Antonio<br />

Lasorte, il colonnello pilota Vittorio Organo, protagonista pluri Decorato <strong>del</strong>la guerra aerea in Africa Settentrionale.<br />

Ufficiale di complemento, aveva comandato per due anni, operando dai campi avanzati <strong>del</strong>la Marmarica e da altre basi libiche<br />

prossime al fronte egiziano, una squadriglia da bombardamento sui leggendari trimotori S.79, meritando ben tre Medaglie<br />

d'Argento al Valor Militare ed una Promozione per Merito di Guerra. Sull'aeroporto di Gorizia, alla scuola di specializzazione, era<br />

stato subalterno di Amedeo di Savoia, Duca d'Aosta.<br />

Nella vita civile era il titolare <strong>del</strong>la farmacia di Poiano, la frazione nella quale si sono svolti i suoi funerali, ed era noto quale<br />

presidente <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>, l'<strong>Istituto</strong> nazionale dei Decorati al Valor Militare. In tale veste, nell'annuale cerimonia <strong>del</strong> Quattro<br />

Novembre, aveva sempre dato voce alla motivazione <strong>del</strong>la Medaglia d'Oro concessa al Milite Ignoto. Sua era stata l'iniziativa <strong>del</strong>l'apposizione<br />

<strong>del</strong>la targa <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> sulle mura viscontee di via Alpini.<br />

Ogni anno, il 2 marzo, promuoveva una messa di suffragio per il Duca d'Aosta, nell'anniversario <strong>del</strong>la morte in prigionia, e per<br />

tutti i Caduti italiani in terra d'Africa, nella chiesa di San Zeno in Oratorio (San Zenetto). Era stato promotore di numerosi pellegrinaggi<br />

al mausoleo di El Alamein ed anche al sacrario <strong>del</strong> Duca d'Aosta a Nyeri, in Kenia.<br />

Gianni Cantù<br />

Gent.ma Sig.ra Tinelli e gent.mo sig. Cantù<br />

Le Vostre sono testimonianze nei confronti di eroi <strong>del</strong>la seconda guerra mondiale che sono “andati avanti” alcuni mesi fa. Mi<br />

ha particolarmente colpito lo struggente amor filiale dalla Signora Tinelli.<br />

La pubblicazione di queste testimonianze, lungi dall'apparire inutile rievocazione pubblica di figure private, permette di meglio<br />

rappresentare una caratteristica di quegli uomini che, pur consapevoli <strong>del</strong>la superiorità <strong>del</strong>l'avversario, si spesero generosamente<br />

per la Patria.<br />

Forse i sentimenti alla base di tali comportamenti, se fossero più diffusi oggi, eviterebbero le inutili e costose contrapposizioni<br />

che spaccano l'Italia e le impediscono di essere bella e forte come essa, in cuor nostro, appare.<br />

Grazie per averci inviato le lettere.<br />

6 IL NASTRO AZZURRO


il Giornale di Vicenza<br />

19 maggio 1995<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

la sig.ra Coaccioli risponde<br />

all’“Anonima Magnagati”<br />

Egregio Direttore de “Il <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>”<br />

Sono Mirella Coaccioli, moglie di Federico Coaccioli, reduce<br />

dalla steppa russa dopo 1800 km a piedi (e mi permetto di farle<br />

presente che ha meritato due Medaglie); in casa mia arriva “Il<br />

<strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>” e l’UNUCI che io leggo ambedue dalla prima<br />

all’ultima pagina. Quindi non mi è sfuggita la lettera che il Sindaco<br />

<strong>del</strong> Comune di Valdastico (VI), Alberto Toldo, ha inviato alla redazione<br />

de “Il <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>”. Che peccato avere dei concittadini<br />

così ottusi che rifiutano di leggere e tolgono ai propri paesani la<br />

possibilità di seguire i fatti, avvenimenti, episodi storici, manifestazioni,<br />

cerimonie che si tengono in varie città italiane.<br />

Ho vissuto, per ragioni di lavoro di mio marito, con la mia<br />

famiglia, a Vicenza dal 1968 al 1973, ho insegnato in quella città e<br />

ne ho un buon ricordo: gente rispettosa, educata, creativa: gli scolari<br />

e poi gli studenti studiavano e basta! Con il tempo si sono<br />

guastati anche loro?<br />

Mi fa piacere Direttore, mandarle la copia di un fatto accaduto<br />

a Vicenza nel maggio 1995, per via di un monumento posto al<br />

centro <strong>del</strong>la città che l’Anonima Magnagati criticò e Le mando<br />

anche la mia risposta che “Il Giornale di Vicenza” pubblicò.<br />

Purtroppo le teste vuote come le zucche ci sono ancora.<br />

Ma come è stato eletto Sindaco <strong>del</strong> comune di Valdastico<br />

Alberto Toldo? Peccato per Valdastico, con il Sindaco così, che<br />

calpesta tutto il passato storico <strong>del</strong>la sua terra.<br />

Mi creda<br />

Mirella Coaccioli<br />

Gent.ma sig.ra Coaccioli<br />

Non torno sul comportamento <strong>del</strong> sindaco di Valdastico. Mi<br />

sono già espresso in merito e non voglio dare ulteriore evidenza al<br />

suo comportamento sicuramente censurabile.<br />

Voglio invece spendere qualche parola sulla polemica con<br />

l'"Anonima Magnagati" (un complessino popolare dialettale vicentino,<br />

per chi non lo sapesse). L'Italia è uscita molto male dalla seconda<br />

guerra mondiale, e lei ha un tangibile esempio in famiglia con l'odissea<br />

vissuta da suo marito. Gli italiani, che tendono sempre ad<br />

autoassolversi e a cercare altrove la responsabilità dei problemi in<br />

cui si dibattono, hanno addossato completamente la responsabilità<br />

<strong>del</strong>la guerra perduta a Mussolini il quale aveva posto in modo eccessivo<br />

l'accento sulle virtù guerriere <strong>del</strong> popolo italiano, esaltandone<br />

una militarità ben lungi dall'essere reale<br />

e sentita.<br />

La reazione post bellica a tutto ciò<br />

che anche lontanamente fosse ascrivibile<br />

al fascismo ed alla sua retorica,<br />

ancora oggi provoca danni gravi: gli<br />

stralci de "Il Giornale di Vicenza" <strong>qui</strong><br />

accanto lo testimoniano.<br />

La mancanza di rispetto per chi ha<br />

combattuto e sofferto per la Patria<br />

arriva in questo caso ad investire il<br />

simbolo di uno dei corpi militari più<br />

gloriosi e soprattutto amati dal popolo<br />

italiano: i Bersaglieri.<br />

Non ho parole per stigmatizzare<br />

l'incredibile comportamento<br />

<strong>del</strong>l'“Anonima Magnagati”. Devo solo<br />

riscontrare l'ennesimo atteggiamento<br />

di sfida ai valori fondanti <strong>del</strong>la nostra<br />

Patria da parte di esponenti <strong>del</strong>l'arte e<br />

<strong>del</strong>lo spettacolo. Come se fosse un<br />

merito di tale settore sociale, negare i<br />

predetti valori.<br />

E poi ci si meraviglia che in Italia,<br />

teatro, cinema e spettacolo in genere<br />

siano in lenta inesorabile decadenza?<br />

Ci si meraviglia che i nostri giovani,<br />

ormai, apprezzino quasi esclusivamente<br />

gli artisti anglosassoni?<br />

Cordialmente<br />

7


MA QUANTO CI “COSTA”?<br />

La domanda che costituisce il titolo di questo pezzo<br />

utilizza l'assonanza tra la terza persona <strong>del</strong> presente<br />

indicativo <strong>del</strong> verbo "costare" e la società di navigazione<br />

"Costa Crociere" alla quale appartiene la bellissima<br />

nave recentemente naufragata sugli scogli <strong>del</strong>l'isola <strong>del</strong><br />

Giglio, e intende porre l'interrogativo su quanto costa<br />

all'immagine <strong>del</strong>l'Italia tale episodio. L'incidente, già grave e<br />

persino incredibile per le circostanze che sembrano emergere<br />

dalle prime testimonianze, ci da occasione per fare un<br />

po' di filosofia sulla società italiana, verificandone la<br />

profondità <strong>del</strong> baratro in cui essa è idealmente caduta e le<br />

probabili cause di tale sprofondamento. Infatti, proprio le<br />

circostanze che hanno portato all'incidente e tutto ciò che<br />

è accaduto subito dopo appaiono inconcepibili se non si<br />

accetta la realtà di una società profondamente malata, in<br />

cui il senso <strong>del</strong>la responsabilità non esiste praticamente<br />

più.<br />

Il comandante <strong>del</strong>la "Costa Concordia", Francesco<br />

Schettino, a mio parere interpreta molto bene ciò che oggi<br />

è diventato l'essere una persona alla quale si affidano compiti<br />

di grande responsabilità: tutto fumo e niente arrosto,<br />

come avrebbe detto a suo tempo Rousseau nel suo famoso<br />

racconto.<br />

Qui non si intende aprire un nuovo capitolo su ciò che<br />

ha fatto e ciò che avrebbe dovuto fare il comandante <strong>del</strong>la<br />

sfortunata nave - una parola definitiva la attendiamo dalle<br />

numerose inchieste in atto sull'episodio - bensì si vuole,<br />

utilizzando l'episodio come cartina di tornasole, approfondire<br />

i risultati aberranti <strong>del</strong>la trasformazione <strong>del</strong>la società<br />

La Costa Concordia dopo il naufragio<br />

italiana negli ultimi decenni.<br />

Nelle pagine seguenti troverete un articolo dal titolo<br />

emblematico: "Quando i comandanti morivano in plancia".<br />

Penso che lo leggerete con interesse e vi troverete rappresentate<br />

<strong>del</strong>le figure di comandante molto romantiche<br />

(in senso positivo) e sempre di forte spessore e personalità;<br />

comandanti che giustamente possono far vibrare le<br />

corde più intime <strong>del</strong>l'animo, far provare una forte empatia,<br />

provocare la curiosità femminile verso una figura maschile<br />

virile oltre ogni prova, spingere l'animo maschile all'emulazione<br />

ed alla sfida. Tutti sentimenti nobili di un mondo che<br />

non ci appartiene più.<br />

Oggi, basta guardarsi intorno per averne contezza,<br />

domina la massificazione, il menefreghismo, l'assoluta mancanza<br />

di senso <strong>del</strong>la responsabilità, l'arrivismo, la pugnalata<br />

alla schiena, la pervicace ricerca <strong>del</strong> bene proprio a scapito<br />

degli altri, la denuncia <strong>del</strong>le buone qualità (degli altri)<br />

come se fossero difetti. Potrei continuare ...<br />

In una simile situazione, non ci si può meravigliare più<br />

di tanto se un uomo posto al comando di una nave, per<br />

ragioni ancora da approfondire da parte <strong>del</strong>l'inchiesta, ma<br />

sicuramente ascrivibili quanto meno a superficialità e scarsa<br />

attenzione per i possibili rischi, porta la nave stessa con<br />

oltre quattromila persone a bordo a fare naufragio sugli<br />

scogli. Non ci si può meravigliare più di tanto se lo stesso<br />

uomo cerca di minimizzare la situazione per oltre un'ora,<br />

chissà, forse sperando che nessuno, né a terra, né a bordo<br />

si accorgesse che la nave stava davvero affondando. Non ci<br />

si può meravigliare più di tanto se sempre il medesimo<br />

8 IL NASTRO AZZURRO


uomo, una volta compreso che la nave era irrimediabilmente<br />

perduta, dato in maniera alquanto sommaria l'ordine<br />

di abbandono <strong>del</strong>la nave, sia stato poi tra i primi ad eseguire<br />

tale ordine, infischiandosene dei suoi doveri di coordinamento<br />

e controllo di quella che tra le operazioni di<br />

emergenza è sicuramente la più importante, difficile e cruciale.<br />

Una probabile spiegazione di un comportamento che<br />

ha <strong>del</strong>l'incredibile, secondo me la troviamo, neppure tanto<br />

difficilmente, nella morte <strong>del</strong> senso <strong>del</strong>la responsabilità.<br />

Una morte che è avvenuta non solo nell'animo <strong>del</strong> comandante<br />

Francesco Schettino, ma nella stragrande maggioranza<br />

degli italiani.<br />

Proviamo a cercare, in alcuni esempi di comportamento<br />

ormai generalizzato, i sintomi che mi confortano in questa<br />

affermazione:<br />

– la scuola è considerata da anni un'istituzione malata,<br />

che non prepara più adeguatamente alla vita né all'inserimento<br />

dei giovani nel mondo <strong>del</strong> lavoro. Nessuno<br />

però mette in relazione la situazione <strong>del</strong>la scuola con<br />

la semplice considerazione che da anni si fa di tutto,<br />

con circolari ministeriali, norme, regolamenti, riforme e<br />

chi più ne ha più ne metta, per eliminare l'unico modo<br />

per obbligare allo studio i frequentatori (chiamarli studenti<br />

non ha senso ... non studiano): la selezione dei<br />

migliori in base al merito dimostrato;<br />

– quando accade un grave fatto di cronaca nera, in cui<br />

una persona si lascia coinvolgere dall'aggressività e<br />

compie o provoca una strage, c'è sempre qualcuno<br />

pronto a trovare giustificazioni che ne potrebbero<br />

alleggerire la responsabilità. Ma la cosa grave è che non<br />

c'è nessuno che contesta a questo qualcuno l'assurdità<br />

<strong>del</strong>le sue giustificazioni;<br />

– da tempo si assiste a periodici interventi di gruppi di<br />

La bella Costa Concordia<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

facinorosi, più o meno colorati politicamente, che bloccano<br />

strade, stazioni ferroviarie, luoghi di lavoro, eccetera,<br />

per protestare contro questo o quello (esempio<br />

d'attualità, ciò che accade in val di Susa), infischiandosene<br />

<strong>del</strong> fatto che la loro azione impedisce ad una<br />

maggioranza silenziosa ed operosa, di svolgere ciò che<br />

essi ritengono ancora il loro dovere. Nessuno parla più<br />

da anni <strong>del</strong> disagio di questi ultimi, come se non esistessero;<br />

– sono anni che chi conosce le regole, le applica e, se<br />

richiesto, le spiega, viene soprannominato "Pierino" e<br />

"pierinate" le sue azioni, sebbene tale personaggio,<br />

nelle barzellette di una volta, fosse proprio il contrario,<br />

cioè l'emblema <strong>del</strong>l'ignoranza fatta persona;<br />

– è molto tempo che si è diffusa una specie di leggenda<br />

metropolitana che vede in chi viola le regole, se le<br />

mette sotto i piedi, le ignora volutamente e platealmente,<br />

una sorta di mo<strong>del</strong>lo da imitare e da proporre<br />

come uomo vero, virile, capace, non soggetto. Chi<br />

dovesse tentare di far notare l'assurdità di una simile<br />

posizione, verrebbe deriso, sbeffeggiato, considerato<br />

una specie di timoroso servo di non si sa quale padrone;<br />

– sono decenni che il mondo militare, notoriamente più<br />

attento di altri alle regole ed alla loro applicazione,<br />

viene considerato in maniera tout court negativa,<br />

senza alcuna possibilità di riscatto o di appello;<br />

– recentemente si è giunti a considerare persino la<br />

nostra religione cristiana come un valore negativo poiché<br />

"contrapposta" a quella musulmana. Chi facesse<br />

notare che il cristianesimo è amore, indipendentemente<br />

dal comportamento altrui e che, se c'è una contrapposizione,<br />

essa va cercata proprio in certi atteggiamenti<br />

oltranzisti da parte di alcune frange musulmane, ver-<br />

9


Il comandante Francesco<br />

Schettino<br />

rebbe attaccato non da parte di esponenti di quest'ultima<br />

religione, ma da parte di insospettabili "buoni cristiani"<br />

(ricordate la faccenda <strong>del</strong> Crocefisso in classe?).<br />

L'elenco <strong>del</strong>le "devianze" <strong>del</strong>la nostra società potrebbe<br />

occupare tutta la rivista, ma quanto detto finora è già più<br />

che sufficiente per tirare le somme. Una società che premia<br />

chi sbaglia e mortifica chi fa le cose nel modo corretto<br />

non era immaginabile, ora ce l'abbiamo sotto gli occhi:<br />

la società italiana.<br />

In tutto questo, appare davvero difficile riprendere una<br />

direzione corretta, poiché qualsiasi cosa si tenti di dire o<br />

di fare, ci si troverà a lottare contro chi, in una situazione<br />

come questa, trova comodo vivere. Si tratta proprio di<br />

quelli che tale situazione, a chiacchiere, vorrebbe aver eliminato:<br />

i prepotenti di ogni genere.<br />

Se facciamo un po' di storia recente, l'origine di questa<br />

situazione si colloca nella cosiddetta "rivoluzione <strong>del</strong><br />

1968" la quale avrebbe avuto il merito di mettere in<br />

discussione innanzitutto il principio di autorità, inteso<br />

come il principio in base al quale la società è divisa in chi<br />

decide e chi esegue.<br />

Pur comprendendo le ragioni umanitarie per cui tale<br />

principio è stato posto alla berlina, proprio io, ex ragazzo<br />

<strong>del</strong> sessantotto, contesto ora, come feci allora, quest'idea<br />

bislacca. Allora contestai per intima convinzione, ma con<br />

scarsi argomenti logici, il tentativo di distruggere chi incarnava<br />

l'autorità, oggi contesto tale distruzione con l'evidenza<br />

logica dei risultati.<br />

Prima di dire la mia, vorrei richiamare brevemente la<br />

"teoria dei gruppi" di Robert Freed Bales (1916-2004), il<br />

sociologo statunitense che per primo fu in grado di spiegare<br />

il comportamento di un gruppo sociale riguardo alla<br />

leadership. In estrema sintesi, egli dimostrò che, in qualsiasi<br />

gruppo, viene automaticamente designato un leader<br />

mediante procedure di selezione sociale che ne determinano<br />

la preminenza sugli altri membri <strong>del</strong> gruppo, l'accettazione<br />

da parte degli altri <strong>del</strong>la sua stessa preminenza e<br />

<strong>del</strong>le sue decisioni sul comportamento <strong>del</strong> gruppo, nonché<br />

<strong>del</strong>la sua guida nell'attuazione <strong>del</strong>le decisioni.<br />

Bales si spinse oltre, affermando che la moderna<br />

società obbliga gruppi "formalizzati" ad avere come leader<br />

persone che i medesimi gruppi, se fossero stati "informali",<br />

cioè naturali, non è detto che avrebbero scelto come<br />

leader. Da <strong>qui</strong> la necessità di selezionare bene la classe<br />

dirigente, cercando con molto anticipo le capacità di leadership<br />

nei giovani. L'obiettivo è che i leader <strong>del</strong> futuro<br />

dovrebbero essere scelti solo tra quelli che, comunque,<br />

sarebbero stati leader anche in gruppi "informali".<br />

In tutto questo, il concetto di autorità era<br />

quasi religioso. Il capo, così selezionato, era<br />

meritevole <strong>del</strong>la stessa stima e <strong>del</strong>lo stesso<br />

rispetto <strong>del</strong> capo tribù primordiale scelto in<br />

modo "naturale" dai suoi gregari.<br />

Purtroppo il sistema non sempre produceva<br />

buoni leader, sicché, nel 1968 e anni successivi,<br />

invece di cercare di migliorarlo, lo si buttò<br />

via. Da allora, l'autorità costituita è in crisi,<br />

mentre hanno sempre maggior seguito i leader<br />

naturali. Ciò potrebbe anche essere considerato<br />

un positivo ritorno all'antico, una riscoperta<br />

dei valori veri posti alla base <strong>del</strong>l'autorità<br />

naturale, se non accadesse che il leader naturale,<br />

è in realtà, il prepotente di turno; e non<br />

c'è ormai modo per arginarlo, visto che, pur<br />

contestando il concetto stesso di autorità<br />

costituita, si è eliminata ogni regola ... perché<br />

da tale autorità proveniente.<br />

In realtà, oggi il vero leader deve saper<br />

gestire situazioni complesse nelle quali il carisma<br />

naturale è solo una componente, neppure<br />

la più importante. Ciò che davvero conta, ed accresce<br />

anche il carisma stesso <strong>del</strong> leader, è la sua cultura professionale<br />

e la sua capacità di metterla a disposizione <strong>del</strong><br />

gruppo che gestisce e coordina.<br />

Tutto questo non si inventa, né bastano le doti naturali.<br />

Ricordo bene, quando partecipai al concorso per entrare<br />

in Accademia Aeronautica, la complessità <strong>del</strong>le fasi concorsuali<br />

in cui team specializzati cercavano di capire la personalità<br />

di ciascuno di noi candidati al fine di rilevarne<br />

soprattutto le doti latenti di attitudine militare e attitudine<br />

al comando. Il generico concorso nella Pubblica<br />

Amministrazione prevede un esame scritto di lingua italiana<br />

ed un esame orale in una materia specifica relativa<br />

all'attività che poi si andrà a svolgere. Nel caso<br />

<strong>del</strong>l'Accademia Aeronautica, che all'epoca impartiva studi<br />

universitari <strong>del</strong>la facoltà di Ingegneria, l'esame orale era di<br />

Matematica. A tali prove "ufficiali", però il concorso abbinava<br />

la visita medica di idoneità psicofisica al pilotaggio,<br />

prevista anch'essa per legge per chiunque voglia svolgere<br />

tale professione anche nel mondo civile, e un periodo di<br />

"tirocinio" di circa dieci giorni durante il quale i candidati<br />

venivano sottoposti ad un'attenta osservazione comportamentale<br />

ed a una completa batteria di test psicoattitudinali<br />

mirati tutti alla ricerca di qualità eminentemente militari<br />

e <strong>del</strong>la "capacità di comando".<br />

Si può obiettare che un ragazzo di diciannove anni<br />

potrebbe ancora non aver ben sviluppato qualità <strong>del</strong> genere,<br />

che però possiede in maniera latente. Bene, avendo<br />

fatto parte, una volta divenuto ufficiale in servizio attivo,<br />

<strong>del</strong>la commissione di concorso di vari corsi<br />

<strong>del</strong>l'Accademia Aeronautica, posso affermare che la tecnica<br />

utilizzata nel tirocinio permette di individuare tali qualità<br />

senza ombra di dubbio, anche se ancora latenti.<br />

Esiste qualcosa di simile nella fase di assunzione di un<br />

ufficiale da inserire nell'e<strong>qui</strong>paggio di una nave mercantile?<br />

A me non risulta.<br />

Esiste qualcosa di simile nella fase di selezione dei futuri<br />

comandanti tra gli ufficiali in servizio negli e<strong>qui</strong>paggi<br />

<strong>del</strong>le navi mercantili? Forse. Ma non mi risulta. In ogni caso,<br />

anche se esistesse, la vicenda <strong>del</strong>la Costa Concordia dimostra<br />

che tale selezione non ha funzionato a dovere.<br />

Ora si obietterà che anche in Aeronautica Militare<br />

non sono mancati gli incidenti di volo, soprattutto quelli<br />

causati da comportamenti scorretti da parte <strong>del</strong> pilota. È<br />

vero, ma ciò da tempo appartiene alla storia. Infatti, la tecnica<br />

di selezione dei futuri piloti <strong>del</strong>l'Aeronautica Militare<br />

e l'applicazione attenta e continua dei dettami <strong>del</strong>la<br />

10 IL NASTRO AZZURRO


Accademia Aeronautica: Giuramento <strong>del</strong> Corso<br />

Sicurezza <strong>del</strong> Volo hanno minimizzato gli incidenti di volo<br />

ascrivibili a "causa professionale" (volgarmente: errori di<br />

pilotaggio indotti da condotta scorretta e da infrazioni<br />

alle regole di sicurezza) a livelli irrilevanti da almeno <strong>qui</strong>ndici<br />

anni. Eppure gli ultimi sono i <strong>qui</strong>ndici anni in cui le<br />

ristrettezze di bilancio hanno anche imposto una drastica<br />

riduzione <strong>del</strong>l'attività di volo da destinare all'addestramento.<br />

E sappiamo che lo scarso addestramento è altrettanto<br />

pericoloso quanto la condotta poco attenta alle<br />

regole.<br />

Ma nelle Accademie Militari, non solo in quella<br />

<strong>del</strong>l'Aeronautica, si forma anche il "carattere" dei futuri<br />

ufficiali destinati al comando di reparti ed enti <strong>del</strong>le Forze<br />

Armate. La formazione prevede vari stadi essenzialmente<br />

di carattere pratico, attività sportiva agonistica, marcia,<br />

simulazione di situazioni stressanti, spinta alla decisione in<br />

condizioni critiche, eccetera, ma prevede anche lo studio<br />

teorico di una serie di materie professionali tra le quali<br />

ricordo "Arte militare" e "Arte <strong>del</strong> Comando".<br />

Devo dire che la prima volta che vidi accostare la parola<br />

"arte" a tali materie mi venne da sorridere. L'arte è qualcosa<br />

che attiene alle emozioni, che è capace di interpretare<br />

in maniera fantasiosa e personale la realtà trasfigurandola<br />

in una produzione che colpisce i nostri profondi sentimenti.<br />

Cosa poteva entrarci con l'attività dei militari?<br />

Lo ho capito dopo, negli anni. Comandare è un'arte. La<br />

tecnica la si apprende, ma la capacità di trasfondere la tecnica<br />

in qualcosa che trasmette ai propri dipendenti la fiducia<br />

nel capo e nella correttezza <strong>del</strong>le sue decisioni è qualcosa<br />

che parte da una situazione già favorevole: la presenza<br />

di latenti doti di leadership nella persona destinata al<br />

comando. Le Forze Armate danno così tanta importanza a<br />

questo aspetto che continuano a sostenere i costi pesantissimi<br />

di proprie accademie militari i cui cadetti terminano<br />

gli studi conseguendo la laurea. I futuri ufficiali, che<br />

potrebbero essere direttamente arruolati tra i giovani laureati<br />

invece vengono formati nelle Accademie Militari, vere<br />

Università <strong>del</strong> Comando. Ciò non avviene solo per pochissimi<br />

ufficiali destinati a posizioni di "staff" nell'organizzazione<br />

dei corpi di supporto tecnico e logistico, ma per coloro<br />

che avranno le posizioni di comando la spesa <strong>del</strong>le<br />

Accademie Militari è un investimento produttivo: produce<br />

veri comandanti.<br />

La conclusione che possiamo trarne è che per ottenere<br />

buoni comandanti e buoni professionisti <strong>del</strong>la condotta<br />

di mezzi complessi, occorre applicare con convinzione i<br />

suggerimenti di Bales: ricercare i potenziali leader naturali<br />

tra i candidati a posizioni di leadership "formale", in modo<br />

da far coincidere tale funzione nella società moderna con<br />

la medesima in quella primordiale che tutti noi ci portiamo<br />

ancora dentro, stampata nel nostro DNA.<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

Torniamo ora alla tragedia <strong>del</strong>la Costa<br />

Concordia. Un comandante che decide di passare<br />

vicino ad un'isola contornata di scogli senza<br />

preoccuparsi di finirci sopra, può essere considerato<br />

un comandante davvero professionale? Un<br />

comandante che, dopo un incidente, invece di dare<br />

ordini e disposizioni al suo e<strong>qui</strong>paggio, trascorre<br />

decine di minuti al telefono con un pur bravissimo<br />

tecnico <strong>del</strong>la compagnia, ma non presente a bordo<br />

e non responsabile <strong>del</strong> comando <strong>del</strong>la nave, può<br />

essere definito un "Comandante"? Infine, un<br />

comandante che abbandona la sua nave ben prima<br />

che le operazioni di sgombero e salvataggio degli<br />

occupanti abbiano avuto termine, considera se<br />

stesso un comandante?<br />

Nei tre quesiti, come si può notare, non c'è la<br />

ricerca <strong>del</strong>la condanna di Schettino, ma la ricerca<br />

di un riferimento tra il comportamento di quest'ultimo<br />

e quello che avrebbe dovuto tenere un<br />

leader formalizzato non solo nell’incarico, ma persino nel<br />

nome <strong>del</strong>l’attività a lui affidata: “comandante”.<br />

A questo punto la domanda successiva è: come è stato<br />

possibile affidare il comando di una nave ad un uomo così<br />

carente di leadership? Risposta: tutto è possibile, se il concetto<br />

di autorità, così intimamente connesso con quello di<br />

leadership, è stato messo in crisi e mai più ripreso da circa<br />

mezzo secolo.<br />

Allarghiamo ora il discorso e cerchiamo di capire<br />

anche un altro episodio. L'ufficiale di servizio alla sala operativa<br />

<strong>del</strong>la capitaneria di porto di Livorno è stato descritto<br />

come un eroe per il solo fatto di aver richiamato con<br />

decisione e più volte il comandante Schettino ai suoi doveri.<br />

L'ufficiale stesso si è poi schermito affermando senza<br />

mezzi termini di non considerarsi affatto un eroe. Sono<br />

d'accordo con lui, ma la voglia di eroismo da parte <strong>del</strong>la<br />

pubblica opinione, davanti all'incredibile situazione verificatasi,<br />

era così forte da cercarla anche in una semplice frase<br />

detta al telefono.<br />

Veniamo <strong>qui</strong>ndi alla missione che "Il <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>"<br />

ha in questa società ormai rovinata: riproporre l'ideale<br />

attraverso il quale si può tornare al vero eroismo, cioè l'ideale<br />

di una società sana, che accetta e fa propri i valori di<br />

fondo e non se ne vergogna, anzi li sostiene e li rappresenta<br />

come fari di orientamento per i giovani e come punti di<br />

riferimento nel comportamento giornaliero per chi giovane<br />

non è più.<br />

Una società sana, non solo accetta la preminenza <strong>del</strong><br />

merito, ma l'insegue, la cerca, la vuole. Una società sana è<br />

pronta a premiare, ma è anche disponibile a punire. La<br />

punizione ha una funzione essenziale nell'educazione e<br />

nella formazione, ma è anche un deterrente a non sbagliare<br />

con facilità per chi ha già raggiunto la maturità.<br />

Qualche timido segnale che indica che la società italiana<br />

vorrebbe tornare ad essere competitiva, sana ed onesta,<br />

c'è. L'importante è non sottovalutare quei segnali<br />

soffocandoli col chiasso <strong>del</strong>le minoranze rumorose che,<br />

messe tutte insieme, costituiscono una maggioranza cialtrona<br />

e pericolosa come non mai.<br />

Cerchiamo <strong>qui</strong>ndi, nelle nostre comunità, nei paesi<br />

come nelle città, nei quartieri, nelle scuole, nelle associazioni,<br />

in tutte le manifestazioni <strong>del</strong>la convivenza sociale, i<br />

sintomi <strong>del</strong> desiderio di onestà e correttezza, e aiutiamoli<br />

a crescere ed a diffondersi: questa è la missione<br />

<strong>del</strong>l'<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> fra Decorati al Valor<br />

Militare, cioè fra coloro che hanno messo a repentaglio la<br />

vita per compiere un gesto che andava oltre il proprio<br />

dovere di militare.<br />

Antonio Daniele<br />

11


Il 27 gennaio 2012 si è celebrato<br />

per il dodicesimo<br />

anno il “Giorno <strong>del</strong>la<br />

Memoria", istituito con legge<br />

20 luglio 2000, n. 211, per lo<br />

stesso giorno in cui, nel 1945,<br />

furono abbattuti i cancelli di<br />

Auschwitz.<br />

In occasione <strong>del</strong> “Giorno<br />

<strong>del</strong>la Memoria” sono stati<br />

organizzati incontri, cerimonie<br />

e momenti comuni di rievocazione<br />

dei fatti e di riflessione<br />

(in modo particolare nelle<br />

scuole di ogni ordine e grado)<br />

su quanto accadde nei campi<br />

di sterminio nazisti, al fine di<br />

conservare viva la memoria di<br />

quel periodo <strong>del</strong>la storia<br />

europea e <strong>del</strong> nostro Paese e<br />

perché sia scongiurato per<br />

sempre il ripetersi di simili<br />

tragedie.<br />

Le iniziative patrocinate<br />

dal Comitato di coordinamento<br />

per le celebrazioni in ricordo<br />

<strong>del</strong>la Shoah <strong>del</strong>la Presidenza <strong>del</strong><br />

Consiglio dei Ministri sono state<br />

presentate a Palazzo Chigi, il<br />

19 gennaio scorso, nel corso<br />

IL GIORNO DELLA MEMORIA<br />

Auschwitz<br />

di una conferenza stampa presenziata dal Ministro per la cooperazione<br />

internazionale e l’integrazione Andrea Riccardi, che<br />

ha ricordato l’importanza di celebrare una Memoria solida,<br />

sentita e priva di retorica.<br />

Tra le iniziative patrocinate dal Comitato si segnalano:<br />

– la Tavola rotonda “La Shoah e l’identità europea”– organizzata<br />

dal Comitato e dall’Unione <strong>del</strong>le Comunità Ebraiche<br />

Italiane, sulla nascita <strong>del</strong>l’Europa unita dalle ceneri <strong>del</strong>la<br />

seconda guerra mondiale guardando all’Europa di oggi;<br />

– il Convegno di studi in ricordo <strong>del</strong>la Shoah – organizzato dal<br />

Ministero <strong>del</strong>l’interno, in collaborazione con la Comunità<br />

ebraica di Roma e con istituzioni universitarie italiane e<br />

straniere, presso la Scuola Superiore <strong>del</strong>l’Amministrazione<br />

Civile <strong>del</strong>l’Interno;<br />

– la Mostra “I ghetti nazisti”, presso il Complesso <strong>del</strong><br />

Vittoriano dal 27 gennaio al 4 marzo 2012, che ha ripercorso<br />

la storia dei ghetti nazisti in Polonia, dal 1939 al 1944;<br />

IL SENSO DELLE CELEBRAZIONI<br />

– i Testimoni <strong>del</strong>la Memoria “La Nominazione”, iniziativa<br />

organizzata dalla Consulta <strong>del</strong>la Comunità Ebraica di Roma in<br />

collaborazione con il Centro di Cultura, l’Ufficio Rabbinico<br />

e la Fondazione Museo <strong>del</strong>la Shoah di Roma;<br />

– il nuovo sito web <strong>del</strong>la Fondazione CDEC: i nomi <strong>del</strong>la Shoah<br />

italiana. Il progetto consiste nella messa on line, dopo<br />

un’accurata ricerca, <strong>del</strong>l’elenco degli oltre settemila cittadini<br />

ebrei vittime <strong>del</strong>la Shoah in Italia durante la<br />

Repubblica Sociale Italiana e l’occupazione tedesca, negli<br />

anni 1943-1945;<br />

– i risultati di “Storia di Famiglie” Campagna nazionale di raccolta<br />

materiale e documenti sulla Shoah: documenti rari e<br />

preziosi, dal punto di vista affettivo e storico, che molti privati<br />

cittadini, ebrei e non, hanno generosamente donato a<br />

testimonianza <strong>del</strong>l’accaduto. Tra questi, una collezione di<br />

circa 170 opere di artisti che perirono nei lager o da<br />

sopravvissuti alla persecuzione, donata dal collezionista<br />

Roberto Malini alla Fondazione Museo <strong>del</strong>la Shoah di Roma.<br />

Il giorno <strong>del</strong>la memoria e il giorno <strong>del</strong> ricordo, recentemente istituiti con due diverse leggi, hanno senso non nell'obbligo di rispettare una<br />

legge, ma nella necessità di mantenere vivo il significato umanitario <strong>del</strong>le celebrazioni stesse.<br />

Si legge spesso sui libri di storia, soprattutto su quelli scolastici, che la seconda guerra mondiale è scoppiata essenzialmente come reazione<br />

ai trattati di pace siglati al termine <strong>del</strong>la prima guerra mondiale, eccessivamente duri nei confronti <strong>del</strong>le nazioni perdenti e ... <strong>del</strong>l'Italia che, pur<br />

tra le potenze vincitrici, si è vista negare parte di quanto era stato concordato col patto di Londra <strong>del</strong> 1915, in caso di vittoria. In realtà, la seconda<br />

guerra mondiale è stata generata dallo scontro politico ideologico più importante mai realizzatosi nella storia <strong>del</strong>l'umanità: quello tra le idee<br />

di democrazia, di socialismo nazionalista e, in forma latente, di comunismo. Le tre ideologie erano applicate alle forme di stato dei paesi belligeranti<br />

ed hanno provocato la guerra più violenta e distruttiva <strong>del</strong>la storia, culminata col primo ed ultimo impiego reale <strong>del</strong>l'arma nucleare sul<br />

Giappone. Solo lo scontro tra due ideologie contrapposte e nemiche alla radice, quella democratica e quella nazional socialista può spiegare l'infamia<br />

dei campi di sterminio nazisti. I trattati di pace <strong>del</strong>la Conferenza di Parigi non possono aver portato a tanto. Ugualmente, solo con la contrapposizione<br />

tra la democrazia occidentale ed il comunismo sovietico, entrambi alleati nella guerra, ma antagonisti poi nella sua prosecuzione,<br />

la guerra fredda durata oltre quarant'anni, si può spiegare l'odio bestiale che portò alla tragedia <strong>del</strong>le foibe.<br />

In pratica, l'intero XX secolo è stato il redde rationem di ideologie nate dall'interpretazione pratica <strong>del</strong>l'illuminismo che si è manifestata nel<br />

XIX secolo in tre possibili soluzioni: la democrazia originata dalla Rivoluzione francese, il Comunismo generato dalle teorie pseudo economistiche<br />

di Karl Marx e il nazifascismo nato dall'applicazione <strong>del</strong>la visione hegeliana di una società dominata da particolari personalità votate al supe-<br />

12 IL NASTRO AZZURRO


IL NASTRO AZZURRO<br />

IL GIORNO DEL RICORDO<br />

Il 10 febbraio si è celebrato il "Giorno<br />

<strong>del</strong> ricordo", Istituito con la legge n. 92<br />

<strong>del</strong> 30 marzo 2004 al fine di "ricordare"<br />

ogni anno la tragedia degli italiani e di<br />

tutte le vittime <strong>del</strong>le foibe, <strong>del</strong>l'esodo<br />

dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati<br />

nel secondo dopoguerra e <strong>del</strong>la più<br />

complessa vicenda <strong>del</strong> nostro confine<br />

orientale.<br />

La cerimonia di commemorazione si è<br />

svolta al Palazzo <strong>del</strong> Quirinale, alla presenza<br />

<strong>del</strong> Presidente <strong>del</strong>la Repubblica, Giorgio<br />

Napolitano. Presenti anche il Presidente<br />

<strong>del</strong>la Camera dei Deputati, Gianfranco<br />

Fini, il Presidente <strong>del</strong>la Corte<br />

Costituzionale, Alfonso Quaranta, il Vice<br />

Presidente <strong>del</strong> Senato <strong>del</strong>la Repubblica,<br />

Vannino Chiti, il Ministro <strong>del</strong>la Difesa,<br />

Giampaolo Di Paola, il Ministro per la<br />

Cooperazione Internazionale e<br />

l'Integrazione, Andrea Riccardi, rappresentanti<br />

<strong>del</strong> Parlamento, autorità ed esponenti<br />

<strong>del</strong>le Associazioni degli esuli istriani, fiumani<br />

e dalmati.<br />

Nella ricorrenza, è stata favorita, da parte di istituzioni<br />

ed enti, la realizzazione di studi, convegni, incontri e<br />

dibattiti che hanno contribuito a conservare la memoria<br />

di quelle vicende, nonché a valorizzare il patrimonio culturale,<br />

storico, letterario e artistico degli italiani <strong>del</strong>l'Istria,<br />

di Fiume e <strong>del</strong>le coste dalmate, in particolare ponendo in<br />

rilievo il loro contributo allo sviluppo sociale e culturale<br />

<strong>del</strong> territorio <strong>del</strong>la costa nord-orientale adriatica, ed<br />

altresì a preservare le tradizioni <strong>del</strong>le comunità istrianodalmate<br />

residenti nel territorio nazionale e all'estero.<br />

Nelle scuole sono state organizzate, in occasione di<br />

questa giornata, iniziative volte a diffondere la conoscenza<br />

dei tragici eventi che costrinsero centinaia di migliaia di<br />

Italiani, abitanti <strong>del</strong>l'Istria, di Fiume e <strong>del</strong>la Dalmazia, a<br />

lasciare le loro case, spezzando secoli di storia italiana in<br />

quei territori.<br />

riore bene sociale, ma illuminate da doti solo da esse<br />

possedute.<br />

Una cosa è la speculazione filosofica, un'altra è la<br />

sua applicazione pratica e i risultati lo hanno dimostrato.<br />

Ma la particolarità <strong>del</strong>la seconda guerra mondiale<br />

non è stata la vastità <strong>del</strong> conflitto, che ha effettivamente<br />

interessato l'intero pianeta, bensì la durezza<br />

<strong>del</strong>lo scontro che animava gli stessi combattenti.<br />

Intendiamoci, non sono mancati, nel corso <strong>del</strong>la guerra,<br />

episodi di vera umanità tra soldati di eserciti contrapposti,<br />

ma si sono anche verificati episodi di rara<br />

cru<strong>del</strong>tà, così generalizzati da porre a ragione la questione<br />

<strong>del</strong>lo scontro ideologico in cui non solo il soldato<br />

avversario, ma anche il semplice generico essere<br />

umano appartenente alla nazione avversaria, se<br />

non addirittura all'etnia che si poneva in antitesi (il<br />

caso <strong>del</strong>la persecuzione degli ebrei lo dimostra), diveniva<br />

il bersaglio <strong>del</strong>l'azione bellica di annientamento.<br />

La guerra è e sarà sempre un evento negativo,<br />

ma quanta distanza c'è tra quell'immane tragedia planetaria<br />

e le guerre attuali in cui le armi vengono utilizzate<br />

in maniera chirurgica al solo scopo di una vittoria<br />

unicamente politica, cercando di annullare (o<br />

almeno minimizzare il più possibile) i cosiddetti<br />

"danni collaterali".<br />

In occasione <strong>del</strong> “Giorno <strong>del</strong> ricordo” il Ministero<br />

<strong>del</strong>l'Istruzione, <strong>del</strong>l'Università e <strong>del</strong>la Ricerca e le<br />

Associazioni degli Esuli hanno organizzato per il 22 e 23<br />

febbraio 2012 a Trieste il 3° Seminario nazionale dal titolo<br />

"Le vicende <strong>del</strong> Confine orientale ed il mondo <strong>del</strong>la scuola<br />

- Il contributo dei Giuliano-Dalmati alla storia e alla cultura<br />

nazionale".<br />

Il Ministro Andrea Riccardi, assistito da Alessandro<br />

Picchio, Presidente <strong>del</strong>la Commissione incaricata <strong>del</strong>l'esame<br />

<strong>del</strong>le domande presentate in base alla legge n. 92 <strong>del</strong><br />

2004, ha consegnato il 9 febbraio scorso i diplomi e le<br />

medaglie commemorative <strong>del</strong> Giorno <strong>del</strong> Ricordo ai familiari<br />

<strong>del</strong>le vittime <strong>del</strong>le foibe, cioè di quelle persone che,<br />

dall'8 settembre 1943 fino all'anno 1950 compreso, in<br />

Istria, in Dalmazia o nelle province <strong>del</strong>l'attuale confine<br />

orientale, sono state "infoibate" o riconosciute come<br />

scomparse o soppresse.<br />

L’imboccatura di una foiba<br />

13


DUE INCIDENTI STRADALI: SEI MORTI<br />

(i fatti)<br />

Il ten. Riccardo Bucci, il cap. magg. Massimo Di Legge e il cap. magg. Mario Frasca<br />

Tre militari italiani sono morti in un incidente stradale<br />

avvenuto il 23 settembre 2011 davanti alla base di<br />

Herat, in Afghanistan. I soldati erano a bordo di un<br />

blindato Lince. L'incidente è avvenuto durante uno spostamento.<br />

Un militare è morto sul colpo, altri due, rimasti gravemente<br />

feriti, sono deceduti poco dopo. Contusi altri due<br />

soldati.<br />

Sembra che il soldato sulla torretta <strong>del</strong> Lince abbia<br />

segnalato un ostacolo lungo la strada; l'autista avrebbe sterzato<br />

bruscamente e il blindato si è ribaltato. I soldati facevano<br />

parte di un Omlt (Operational mentoring and liaison<br />

team), nuclei che addestrano e seguono i soldati afgani in<br />

ogni loro attività, anche quelle più pericolose sul campo.<br />

I militari morti sono il tenente Riccardo Bucci, nato a<br />

Milano il 1° settembre <strong>del</strong> 1977, in servizio al Reggimento<br />

lagunari Serenissima di Venezia; il caporal maggiore scelto<br />

Mario Frasca, nato a Foggia il 22 gennaio 1979, in servizio al<br />

Quartier Generale <strong>del</strong> Comando <strong>del</strong>le Forze Operative<br />

Terrestri di Verona; il caporal maggiore Massimo Di Legge,<br />

nato ad Aprilia (LT) il 22 luglio 1983, in servizio al<br />

Raggruppamento Logistico Centrale di Roma.<br />

Il caporal maggiore scelto Mario Frasca, in servizio presso<br />

il Comando Comfoter di Verona dal 2005 ed in<br />

Afghanistan da alcuni mesi, viene descritto come un soldato<br />

motivato, ben addestrato ed entusiasta <strong>del</strong> suo lavoro.<br />

Dolore anche alla Caserma “Matter” di Mestre, sede <strong>del</strong><br />

Reggimento Lagunari “Serenissima” a cui apparteneva il<br />

tenente Riccardo Bucci. La notizia <strong>del</strong>la sua morte è giunta<br />

proprio mentre si svolgeva la cerimonia di cambio <strong>del</strong><br />

comandante <strong>del</strong> Reggimento. Bucci, nei Lagunari dal 2007,<br />

lascia la moglie e una bimba di 13 mesi.<br />

ll Presidente <strong>del</strong>la Repubblica Giorgio Napolitano,<br />

«appresa con profonda commozione la notizia <strong>del</strong> grave incidente<br />

stradale in cui hanno perso la vita tre militari italiani mentre<br />

assolvevano i propri compiti operativi nell'ambito <strong>del</strong>la missione<br />

internazionale per la pace e la stabilità in Afghanistan»,<br />

esprime, «rendendosi interprete <strong>del</strong> profondo cordoglio <strong>del</strong><br />

Paese, i suoi sentimenti di solidale partecipazione al dolore dei<br />

famigliari dei militari caduti».<br />

«Prendo parte al dolore <strong>del</strong>le famiglie dei nostri tre ragazzi<br />

deceduti in un incidente in Afghanistan. A loro e a tutti i militari<br />

impegnati nelle operazioni di pace in quel Paese e in altre parti<br />

<strong>del</strong> mondo va la riconoscenza mia e di tutti gli italiani», afferma<br />

il premier Silvio Berlusconi in una nota.<br />

Le salme dei tre soldati italiani sono giunte il 25 settembre<br />

2011 all'aeroporto di Pratica di Mare (Roma) su un<br />

C130 <strong>del</strong>l'Aeronautica Militare.<br />

Ad accogliere le salme le più alte autorità militari, tra<br />

cui il Capo di Stato Maggiore <strong>del</strong>la Difesa, generale Biagio<br />

Abrate ed il Capo di Stato<br />

Maggiore <strong>del</strong>l'Esercito, generale<br />

Giuseppe Valotto.<br />

Presente anche l'Ordinario<br />

Militare, monsignor Pelvi, che<br />

ha impartito la benedizione<br />

alle vittime.<br />

Nella stessa mattinata, le<br />

salme sono state sottoposte<br />

agli accertamenti autoptici<br />

presso l'<strong>Istituto</strong> di Medicina<br />

Legale nell'ambito <strong>del</strong>l'inchiesta<br />

aperta dalla Procura<br />

di Roma, come sempre avviene in questi casi.<br />

Successivamente, i feretri hanno raggiunto i luoghi di residenza<br />

<strong>del</strong>le famiglie <strong>del</strong>le vittime, dove il 26 novembre si<br />

sono svolti i funerali in forma privata: a Sanbruson di Dolo<br />

(Venezia) per Bucci; ad Aprilia (Latina) per Di Legge; ad<br />

Ortanova (Foggia) per Frasca.<br />

Il 20 febbraio 2012, altri tre militari italiani sono morti<br />

in Afghanistan a causa di un incidente stradale. Erano a<br />

bordo di un Lince e facevano parte di una pattuglia che a<br />

bordo di alcuni veicoli si stava recando a compiere un’attività<br />

operativa a circa 20 chilometri a sud-ovest di Shindand.<br />

Le vittime, in forza al 66° Reggimento Aeromobile<br />

“Trieste” di Forlì, sono il caporal maggiore capo Francesco<br />

Currò, nato il 27 febbraio 1979 a Messina, il primo caporal<br />

maggiore Francesco Paolo Messineo, nato il 23 maggio<br />

1983 a Palermo, e il primo caporal maggiore Luca Valente,<br />

nato l’8 gennaio 1984 a Gagliano <strong>del</strong> Capo (Lecce). Un<br />

quarto soldato è rimasto ferito.<br />

Il mezzo, appartenente alla Task Force Center, era impegnato<br />

in un’attività “tesa a recuperare una unità bloccata dalle<br />

condizioni meteo particolarmente avverse, quando, nell’attraversare<br />

un corso d’acqua, si è ribaltato intrappolando, al suo interno,<br />

tre dei militari <strong>del</strong>l’e<strong>qui</strong>paggio che sono successivamente<br />

deceduti”.<br />

Con la loro scomparsa salgono a 49 i militari italiani<br />

deceduti dall’inizio <strong>del</strong>la missione Isaf in Afghanistan, nel<br />

2004. Di questi, la maggioranza è rimasta vittima di attentati<br />

e scontri a fuoco, altri invece sono morti in incidenti, alcuni<br />

per malore ed uno si è suicidato.<br />

Il Ministro <strong>del</strong>la Difesa Giampaolo Di Paola ha espresso<br />

profondo cordoglio e, nel rivolgere sentimenti di grande<br />

vicinanza alle famiglie dei caduti, ha auspicato altresì pronta<br />

guarigione per l’altro soldato rimasto ferito.<br />

Anche il Presidente <strong>del</strong>la Repubblica, Giorgio<br />

Napolitano ha espresso i suoi sentimenti di solidale partecipazione<br />

al dolore dei famigliari dei caduti, rendendosi<br />

interprete <strong>del</strong> profondo cordoglio <strong>del</strong> Paese.<br />

Dopo un lungo viaggio, il 22 febbraio 2012, le salme<br />

sono giunte in Italia.<br />

Era la prima mattinata quando il C-130 con a bordo i<br />

feretri è atterrato all’aeroporto militare di Ciampino,<br />

dove ad attenderli c'erano, oltre alle autorità militari e<br />

religiose, i genitori, parenti ed amici. A loro è toccato il<br />

triste e doloroso compito <strong>del</strong> riconoscimento <strong>del</strong>la salma,<br />

subito dopo una breve cerimonia religiosa. Niente funerali<br />

di Stato, dunque, al contrario di quanto ipotizzato inizialmente.<br />

I tre militari, infatti, non sono stati colpiti dal fuoco<br />

nemico, né sono caduti in un attentato, ma in un terribile<br />

14 IL NASTRO AZZURRO


e drammatico incidente<br />

stradale.<br />

Nel pomeriggio, il feretro<br />

di Luca Valente ha raggiunto,<br />

con un aereo messo<br />

a disposizione dall’esercito,<br />

l’aeroporto militare di<br />

Galatina, per essere poi<br />

scortato sino all’abitazione<br />

dei genitori a Miggiano,<br />

dove è rimasto fino alle 8<br />

<strong>del</strong> 23 febbraio. Il feretro<br />

<strong>del</strong> caporal maggiore <strong>qui</strong>ndi ha lasciato per l’ultima volta la<br />

sua casa per essere trasferito nell’aula consiliare <strong>del</strong><br />

Comune <strong>del</strong>la cittadina natia, dove è stata allestita la camera<br />

ardente. Da lì l’ultimo viaggio verso la chiesa di San<br />

Vincenzo Levita e Martire, dove alle 15 sono stati celebrati<br />

i funerali solenni. Il lutto cittadino è stato proclamato dal<br />

sindaco di Miggiano.<br />

Il corpo <strong>del</strong> caporal maggiore capo Francesco Currò è<br />

giunto a casa, a Messina, il 22 pomeriggio. Al suo arrivo la<br />

salma ha ricevuto la benedizione <strong>del</strong> parroco di Cumia<br />

Superiore e <strong>del</strong> cappellano militare. Ad accoglierlo, oltre ai<br />

parenti, amici e conoscenti, anche tantissimi cittadini e<br />

numerose autorità cittadine e militari in un clima di com-<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

Il 1° cap. magg. Francesco Paolo Messineo, il 1° cap. magg. Luca Valente e il cap. magg. Francesco Currò<br />

IL COMMENTO<br />

mozione generale. Dalla mattina <strong>del</strong> 23 è stata aperta la<br />

camera ardente, allestita presso il Salone <strong>del</strong>le Bandiere di<br />

Palazzo Zanca, sede <strong>del</strong> Municipio, per consentire a tutti di<br />

porgere un ultimo saluto. Il rito funebre si è svolto alle 16<br />

presso il Duomo di Messina. Il sindaco Giuseppe Buzzanca<br />

ha disposto il lutto cittadino.<br />

Il corpo <strong>del</strong> caporale Francesco Paolo Messineo è stato<br />

restituito alla famiglia nella tarda sera <strong>del</strong> 22. La camera<br />

ardente, allestita il 23 febbraio dalle 10 alle 14,30 nel<br />

Palazzo Municipale di Termini Imerese, ha preceduto la cerimonia<br />

funebre, officiata nel Duomo <strong>del</strong>la città dall’arcivescovo<br />

di Palermo, cardinale Paolo Romeo, alle 15 <strong>del</strong>lo stesso<br />

giorno.<br />

Dopo aver dedicato l'intera annata 2011 alle celebrazioni per il 150° anniversario <strong>del</strong>l'Unità d'Italia, riprendiamo ad occuparci<br />

di fatti ed avvenimenti d'attualità. La nostra rivista viene pubblicata a cadenza bimestrale e <strong>qui</strong>ndi non può certamente<br />

"essere sulla notizia", pertanto siamo in grado solo di portare avanti un ragionato commento di eventi ovviamente già<br />

noti ai nostri lettori, ma osservati da punti di vista che non sempre collimano con quelli <strong>del</strong>l'<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>, che fa <strong>del</strong><br />

"Valore", in particolare <strong>del</strong> "Valor Militare", la sua ragion d'essere.<br />

I sei ragazzi morti in Afghanistan, sia nell'episodio <strong>del</strong> 23 settembre 2011, sia in quello <strong>del</strong> 20 febbraio ultimo scorso, non sono<br />

stati vittime di fuoco nemico, ma di incidenti stradali. I loro mezzi, gli ormai famosi "Lince", in entrambi i casi, si sono ribaltati causando<br />

la morte di tre occupanti e il ferimento di altri.<br />

Questi incidenti hanno fatto salire la conta <strong>del</strong>le vittime militari italiane <strong>del</strong>l'operazione ISAF non a 47, bensì a 50, perché si<br />

sono "improvvisamente" inserite altre tre "vittime": due morti per cause naturali (malattie letali contratte durante la loro permanenza<br />

in teatro) e uno che si è suicidato mentre era in missione proprio in Afghanistan.<br />

Ci sembra giusto che anche questi nostri ragazzi vengano comunque ricordati come militari morti nello svolgimento di una<br />

difficile missione militare dalla quale dipende la sicurezza <strong>del</strong> nostro Paese.<br />

Ciò che non ci è sembrato giusto è il non aver tributato loro il Funerale di Stato. Non perché così si sarebbero assimilate le<br />

vittime di incidenti stradali e malattie a quelle <strong>del</strong> fuoco nemico, ma perché, in assenza di un vero e proprio atto di eroismo, sancito<br />

da una ricompensa al Valor Militare, anche l'essere uccisi dal "nemico" (soprattutto quando in Patria si finge che esso non esista),<br />

non dovrebbe essere causa di Funerale di Stato.<br />

Per contro, se qualora il militare viene ucciso da un "avversario" in una maniera subdola e traditrice, che gli impedisce perfino<br />

il tempo e il modo di reagire in maniera eroica, si ritiene giusto comunque tributargli l'ultimo saluto nella forma di Funerale di<br />

Stato, si dovrebbe accettare che anche chi è vittima di incidenti e malattie fuori area, molto probabilmente, se non vi fosse stato<br />

inviato, non sarebbe morto. Quindi egli ha comunque perso la vita per la Patria sebbene sia deceduto in una maniera tale da essere<br />

ancora una volta impedito a dimostrare il proprio Valor Militare.<br />

Per questa ragione, il funerale di stato, che non è una Decorazione al Valor Militare, ma è il giusto tributo a chi ha perso la vita,<br />

non importa per quali cause di dettaglio ma nell'adempimento <strong>del</strong> proprio dovere, andrebbe comunque tributato a tutti i militari<br />

che non dovessero tornare vivi da una missione fuori area.<br />

Detto ciò, spendiamo due parole sul "Lince". I due incidenti, accaduti a pochi mesi, hanno rinfocolato la polemica sul mezzo<br />

blindato in uso nelle Forze Armate italiane. Si sostiene da più parti che esso non offra adeguata protezione agli occupanti in caso<br />

di attacco armato e anche in caso di semplice ribaltamento.<br />

Nella realtà, occorre sempre tener presente una cosa banale, ma che spiega tutto: il "Lince" è classificato come "Veicolo Tattico<br />

Leggero Multiruolo", cioè è la naturale evoluzione <strong>del</strong>la cara, vecchia e famosa "Campagnola", ormai relegata nei musei. Eppure, il<br />

“Lince” offre una protezione corazzata agli occupanti: si tratta di pannelli in kevlar in grado di resistere ai colpi di calibro 7,62 mm.<br />

Certo non al tiro di artiglierie anticarro, ma a quello <strong>del</strong>le armi leggere in uso alla maggior parte dei cosiddetti "insurgets", si.<br />

Occorrerebbe tenere presente che qualsiasi mezzo utilizzato in area di combattimento può essere colpito da un'arma in grado<br />

di superarne le difese. Perfino se si volessero dotare i nostri militari esclusivamente di carri armati pesanti, in grado di sopportare<br />

attacchi con armi non specificatamente concepite contro di essi (ammesso che si riuscisse a superare anche le difficoltà politiche<br />

a farlo), comunque bisognerebbe tenere presente che tali armi esistono e sono utilizzabili.<br />

Rimane da sfatare il mito <strong>del</strong>la cattiva riuscita <strong>del</strong> "Lince". Si tratta solo di un problema di presenza: il "Lince" è l'unico "Veicolo<br />

Tattico Leggero Multiruolo" utilizzato in Afghanistan dalle nostre Forze Armate, pertanto esso è l'unico a sopportare la prova <strong>del</strong><br />

fuoco e a rischiare ... incidenti stradali. Forse è triste, senz’altro è banale, ma è tutto <strong>qui</strong>.<br />

15


ISRAELE E LA “PRIMAVERA ARABA”<br />

L’articolo è stato scritto a fine ottobre 2011 e pertanto<br />

non riporta l’evoluzione <strong>del</strong>la situazione sino ad oggi.<br />

Ormai siamo in autunno inoltrato<br />

ed è già trascorso<br />

quasi un anno da quando i<br />

“media” dedicavano le prime pagine<br />

a quel “ciclone” politico-sociale definito<br />

“Primavera Araba” che tuttora<br />

vede protagoniste le popolazioni di<br />

qualche Paese <strong>del</strong> Nord Africa e <strong>del</strong><br />

Medio Oriente.<br />

Esauriti assai in fretta gli “scoop”<br />

riguardanti la Tunisia e l’Egitto perché,<br />

secondo gli ottimisti, la democrazia<br />

era già alle porte, l’attenzione<br />

si è trasferita in toto alla Libia dove<br />

i rivoltosi, con l’aiuto parziale <strong>del</strong>la<br />

NATO, speravano di mandare in<br />

pensione il Rais in quattro e quattrotto.<br />

E anche se solo da poco, nella<br />

sua città di Sirte, il despota “se ne è<br />

andato definitivamente a riposo”<br />

con le armi in pugno, ancora non si<br />

sa bene dove “andranno a parare”<br />

coloro per i quali abbiamo fatto il<br />

“tifo” perché ritenuti i meno peggio”.<br />

I “ribelli”! Personaggi, questi,<br />

che si è sempre fatto finta di non<br />

sapere chi li ha “spinti” e si insiste<br />

ancora nel voler credere che sono<br />

portatori di democrazia. Islamica!<br />

Proprio così perché se è certamente<br />

vero che internet, google, facebook,<br />

ecc., travalicando confini geografici<br />

e culturali, hanno fatto conoscere<br />

ed ambire altri mo<strong>del</strong>li di vita<br />

alle giovani generazioni oppresse, è<br />

altrettanto vero e altamente probabile<br />

che a “beneficiare” di questa<br />

“brezza” di cambiamento saranno<br />

coloro che il mo<strong>del</strong>lo occidentale<br />

l’hanno da sempre osteggiato: gli<br />

integralisti islamici! Fondamentalisti<br />

amanti e cultori <strong>del</strong>la “Sharia”, che<br />

non hanno perso la ghiotta occasione per tentare di trasferirne<br />

gli effetti <strong>del</strong>la “bufera” laddove, contrariamente ai<br />

Paesi arabi, regna il progresso, il benessere, la vera democrazia<br />

e la pace sociale: in Israele, ovviamente!<br />

Ed a tal fine il 14 maggio scorso, in piena “primavera<br />

Araba”, gli arabi-palestinesi “commemorano” il 63° anniversario<br />

di fondazione <strong>del</strong>lo Stato ebraico con un attentato terroristico<br />

che ha provocato una vittima e 40 feriti a Tel Aviv<br />

mentre centinaia di profughi scavalcano spontaneamente<br />

(dicono), e contemporaneamente, i confini con Israele a<br />

Gaza e nel Golan e nel frattempo in Cisgiordania tentano di<br />

travolgere i “chek point” <strong>del</strong>l’Esercito ebraico. Risultato: 20<br />

morti e decine di feriti fra i manifestanti.<br />

E se non fosse successo tutto ciò, di Israele ce ne saremmo<br />

ricordati? Solo qualche riga nella “cronaca” quando i<br />

coloni <strong>del</strong>l’ Alta Galilea sono vittime degli ormai quotidiani<br />

razzi lanciati dalla Striscia di Gaza o quando Bejamin<br />

Netanyahu, capo <strong>del</strong> Governo israeliano, dice no al<br />

Presidente degli USA Barack Hussein Obama che gli propone<br />

il ritorno ai confini <strong>del</strong> 1967 in cambio, dice l’Obama, di<br />

pace e <strong>del</strong> sicuro riconoscimento<br />

<strong>del</strong>lo Stato ebraico da parte dei palestinesi.<br />

Oppure si è dovuto attendere<br />

la liberazione <strong>del</strong> caporale Gilad<br />

Shalit, rapito nel giugno <strong>del</strong> 2006 ai<br />

confini con la Striscia di Gaza e rilasciato<br />

martedì 18 ottobre 2011, in<br />

cambio di 1027 palestinesi, molti dei<br />

quali terroristi responsabili di efferate<br />

stragi di inermi civili. Scambio con<br />

il quale Israele ancora una volta ha<br />

mantenuto fede all’impegno d’onore<br />

di riportare a casa, vivi o morti, i propri<br />

cittadini in mano nemica.<br />

Scambio, questo, che ha subito<br />

indotto gli “ottimisti” a considerarlo<br />

preludio di dialogo e di pace, dimenticando<br />

che in questi ultimi trent’anni<br />

circa 12000 palestinesi sono stati<br />

liberati per riportare a casa 19 soldati<br />

e quattro salme, e verso la pace<br />

non s’è fatto un solo passo avanti.<br />

Che non se ne sia parlato troppo<br />

di Israele mentre il “vicinato” è in<br />

fiamme, è anche comprensibile. Un<br />

po’ meno, invece, voler credere che<br />

qualsiasi democrazia islamica che si<br />

instauri nell’area sia foriera di pace e<br />

attenui l’odio che divide gli arabi<br />

dagli ebrei. Se Israele oggi ancora<br />

sopravvive come Stato e come<br />

popolo è per esclusivo merito suo, e<br />

non certo dei conclamati Stati amici.<br />

Visto, <strong>qui</strong>ndi, il silenzio che normalmente<br />

circonda Israele, parliamone<br />

un po’ noi, ricordando il suo<br />

passato, esaminando il presente ed<br />

azzardando qualche ipotesi per il<br />

suo avvenire.<br />

Nato il 14 Maggio1948 in virtù<br />

<strong>del</strong>la Risoluzione n. 181, con la quale<br />

l’ONU istituiva anche uno Stato<br />

arabo, Israele si trovò subito a fare i conti con la Lega Araba<br />

che rifiutò tale Risoluzione ed il giorno dopo scatenò la prima<br />

guerra arabo-israeliana: "Guerra di Indipendenza". Guerra<br />

vinta da Israele che, per sopravvivere, dovette vincere le altre<br />

tre successive (1956, 1967 e 1973). Conflitti le cui conseguenze,<br />

territori occupati e profughi, sono ancor oggi i maggiori<br />

ostacoli per una pace nella regione. Solo il Presidente egiziano<br />

Muhammad Anwar Saddat, dopo quella <strong>del</strong> 1973 (guerra<br />

<strong>del</strong>lo “Yom Kippur”) aveva riconosciuto ufficialmente e firmato<br />

il trattato di la pace con lo Stato ebraico: fatto che gli costò<br />

la vita ad opera dei “Fratelli Musulmani”.<br />

Per difendere il proprio popolo, Israele dovette sostenere<br />

altre quattro guerre, di cui: in Libano nel 1973<br />

l’“Operazione Litani”, per creare una “fascia di sicurezza”<br />

dal confine fino al fiume Litani; nel 1982 l’operazione “Pace<br />

in Galilea” contro l’OLP di Arafat (il più incredibile “Premio<br />

Nobel per la Pace” <strong>del</strong>la storia) e nel 2006 contro gli<br />

Hezbollah; nella Striscia di Gaza (dicembre 2008/gennaio<br />

2009) l’operazione “Piombo Fuso”, per neutralizzare i lanci<br />

di razzi ad opera dei miliziani di Hamas.<br />

16 IL NASTRO AZZURRO


La disponibilità più volte dimostrata da Israele per favorire<br />

la pace non ha dato risultati positivi. Anzi! L’essersi ritirato<br />

nel 2000 dalla citata “fascia di sicurezza” <strong>del</strong> Libano<br />

meridionale e sgomberato nel 2005 le truppe e gli insediamenti<br />

ebraici dalla Striscia di Gaza non ha fatto altro che<br />

favorire i palestinesi che non persero l’opportunità per colpire<br />

il territorio israeliano più in profondità. Ecco perché<br />

Israele oppone una ferma resistenza alle richieste di ritiro<br />

dai territori occupati. Non dimentica che, nella sua breve<br />

esistenza, rischiò più volte l’estinzione, mentre il mondo<br />

stava a guardare.<br />

La situazione attuale non è certo <strong>del</strong>le migliori perché<br />

se consideriamo i suoi “vicini di casa” ci rendiamo conto che<br />

Israele non è altro che un caposaldo circondato da nemici<br />

che vogliono la sua estinzione. In particolare: a Nord il<br />

Libano, dove ormai comanda Hezbollah il cui obiettivo<br />

dichiarato è la distruzione di Israele; a Nord Est la Siria, principale<br />

via di rifornimenti di armi iraniane dirette ad<br />

Hezbollah; ad Est la Cisgiordania e la Giordania. La prima,<br />

sede <strong>del</strong>l’Autorità Nazionale Palestinese (ANP) il cui<br />

Presidente Abu Mazen, successore di Yasser Arafat, ha riallacciato<br />

rapporti con il suo ex vice Ismail Haniyeh – capo di<br />

Hamas, “ala dura” <strong>del</strong>l’ANP – che persegue la distruzione di<br />

Israele. La Giordania, uno dei pochi Paesi arabi moderati ad<br />

aver riconosciuto ufficialmente Israele, ha assaporato la<br />

brezza <strong>del</strong>la già citata “Primavera Araba” ed è stata anch’essa<br />

teatro di manifestazioni, sostenute dai soliti “Fratelli<br />

Musulmani”, per ottenere cambiamenti politici e sociali; ad<br />

Ovest, oltre alla perenne minaccia palestinese dalla Striscia<br />

di Gaza, Israele ora deve fare i conti con l’Egitto, divenuto<br />

ostile da quando Mubarak è stato cacciato ed a comandare<br />

sono di fatto i già citati “Fratelli Musulmani”, nemici giurati<br />

<strong>del</strong>lo Stato ebraico, originatori <strong>del</strong>la quasi totalità dei gruppi<br />

terroristici islamici esistenti, Hamas incluso, e che ha<br />

avuto in Bin Laden il loro migliore e più illustre discepolo.<br />

E come se già non bastasse, a rendere ancora più fosco<br />

questo quadro ricordiamo le conclamate ambizioni nucleari<br />

<strong>del</strong>l’iraniano Ahmadinejad che nega l’Olocausto e vuole cancellare<br />

lo Stato ebraico anche dalla faccia <strong>del</strong>la terra.<br />

Infine ad aggravare ulteriormente la descritta situazione<br />

c’è la recente svolta <strong>del</strong>la Turchia: sempre meno<br />

“Occidentale” da quando non c’è più l’Unione Sovietica a<br />

minacciarne i confini; non più Repubblica laica, come aveva<br />

voluto Mustafa Kamel Ataturk, ma sempre più confessionale<br />

da quando è al potere l’attuale Presidente Recep Tayyip<br />

Erdogan. Forse sognando un secondo Impero Ottomano,<br />

corteggia i Paesi coinvolti nella “Primavera Araba”, allaccia<br />

stretti rapporti con i palestinesi di Gaza e volta definitivamente<br />

le spalle all’ex alleato Stato ebraico.<br />

A questo punto fare <strong>del</strong>le previsioni sull’avvenire di<br />

Israele non è confortante. Gli ebrei sono accerchiati da<br />

nemici che non hanno mai voluto dialogare con loro e ne<br />

hanno sempre approfittato quando gli è stata tesa la mano.<br />

È <strong>qui</strong>ndi illusorio credere che Israele abbandoni i territori<br />

con<strong>qui</strong>stati durante le quattro guerre scatenate proprio<br />

dagli arabi; e ritorni ai confini ante guerra <strong>del</strong> 1967, cosa che<br />

comprometterebbero la sicurezza <strong>del</strong> Paese aggravandone<br />

la vulnerabilità.<br />

Cosi come è impensabile che un Paese con una popolazione<br />

di poco più di 7.000.000 di abitanti permetta il rientro<br />

dei quasi 4.500.000 di profughi palestinesi causati dalle<br />

guerre <strong>del</strong> 1948 e 1967. Il loro ritorno in Israele altererebbe<br />

irrimediabilmente l’e<strong>qui</strong>librio demografico <strong>del</strong> Paese e<br />

molto probabilmente gli ebrei verrebbero assoggettati a una<br />

teocrazia arabo-islamica, preludio di una nuova diaspora. Ed<br />

impedire che ciò accada è uno dei punti fermi di Israele.<br />

Senza, poi, tenere conto che se l’Iran si dotasse di un arsenale<br />

nucleare e ad Ahmadinejad non faranno cambiare le sue<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

ambizioni, lo Stato ebraico rischierebbe di essere cancellato<br />

definitivamente. Ossia, per gli ebrei, un secondo Olocausto<br />

per mano di chi nega il primo.<br />

È pur vero che Israele, dopo USA e Giappone, è il Paese<br />

tecnologicamente più avanzato al mondo nell’elettronica<br />

applicata agli armamenti. Capacità che gli ha consentito, nel<br />

settembre <strong>del</strong> 2007, di sorvolare il territorio turco e<br />

distruggere un sito nucleare in costruzione nel nord <strong>del</strong>la<br />

Siria dopo aver “accecato” i sistemi di avvistamento russi di<br />

ultima generazione schierati a difesa <strong>del</strong> sito. E sembrerebbe<br />

che anche di recente Israele avrebbe provocato il blocco,<br />

seppur temporaneo, <strong>del</strong> programma nucleare iraniano<br />

mediante un virus elettronico scaricato da una pen-drive.<br />

È altrettanto vero, però, che gli israeliani sono sotto<br />

costante minaccia dei missili iraniani di lunga gittata, di quelli<br />

di Hamas sempre più numerosi e sofisticati da quando i<br />

“Fratelli Musulmani” li riforniscono attraverso la frontiera<br />

<strong>del</strong>l’Egitto con la Striscia di Gaza a Raffah e dei circa 40.000<br />

razzi di vario tipo e gittata schierati da Hezbollah a ridosso<br />

<strong>del</strong>la frontiera libanese.<br />

E tutto ciò non può che preludere ad una devastante<br />

guerra che Israele non sottovaluta, considera possibile e per<br />

la quale ha pianificato ogni provvedimento necessario per<br />

proteggere una popolazione di appena un milione e mezzo<br />

superiore a quella sterminata nei campi nazisti.<br />

Detto ciò, non sarebbe né morale né tanto meno<br />

responsabile lasciare Israele solo, come se il problema non<br />

riguardasse un po’ tutti, in particolare per quanto ci riguarda,<br />

i Paesi mediterranei. Sarebbe una tragedia <strong>del</strong>l’umanità se<br />

Israele fosse spinto a gridare “Muoia Sansone con tutti i<br />

Filistei”. Bisognerebbe pertanto individuare chi potrebbe e<br />

dovrebbe schierarsi a favore di Israele creando, non solo a<br />

parole, una sicura e valida deterrenza nei confronti dei suoi<br />

conclamati nemici.<br />

Sull’ONU è meglio non farci tanto conto. Ha già fatto<br />

tanto e farà ancora ma l’esperienza ci insegna che quando<br />

interviene è quasi sempre troppo tardi. L’ONU è un’elefantiaca<br />

organizzazione sovranazionale dove è sufficiente il<br />

veto di uno solo dei cinque membri permanenti <strong>del</strong><br />

Consiglio di Sicurezza per vanificare gli sforzi e le decisioni<br />

adottate da ben 192 Delegazioni Nazionali. Nel caso considerato,<br />

salvare Israele, fa premio la tempestività di intervento,<br />

ovvero l’intervento preventivo.<br />

Analogamente Israele non può fare affidamento<br />

sull’Unione Europea finché i suoi 27 Paesi membri non si<br />

daranno una politica estera e di difesa comune. Meglio<br />

lasciar perdere l’idea di inserire Israele nell’UE, anche perché<br />

sarebbe impossibile inglobarvi un Paese non confinante.<br />

Non rimane che la NATO che, seppur dopo la caduta<br />

<strong>del</strong> “Muro” sia diventata “interventista” per spegnere<br />

“fuori area” i “fuocherelli” prima che le "fiamme” raggiungano<br />

casa nostra, mantiene comunque inalterata e prioritaria<br />

la sua funzione originaria di “impegno alla difesa collettiva”<br />

(Art. 5 <strong>del</strong> Trattato di Washington) che sancisce<br />

l’intervento automatico ed immediato di tutta l’Alleanza a<br />

favore di qualsiasi Paese partner attaccato. Con ogni probabilità<br />

un eventuale ingresso di Israele nell’Alleanza ne<br />

provocherebbe l’abbandono <strong>del</strong>la Turchia di Erdogan.<br />

Abbandono però compensato dalla maggior serenità e<br />

sicurezza che il popolo ebraico ac<strong>qui</strong>sirebbe per l’accresciuta<br />

deterrenza contro le bellicosità dei suoi nemici.<br />

Senza poi considerare che, per l’Occidente, Israele diverrebbe<br />

una sicura e valida “sentinella avanzata” in un mondo<br />

islamico per noi sempre meno affidabile e causa di crescenti<br />

preoccupazioni.<br />

Bersagliere Gen. D.( r. ) Bruno TOSETTI<br />

già “Comandante <strong>del</strong>la Missione Libano 1”<br />

17


QUANDO I COMANDANTI MORIVANO IN PLANCIA<br />

Storia <strong>del</strong>la torpediniera «Uragano» e <strong>del</strong> suo comandante<br />

Luigi Zamboni Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria<br />

«Il più alto eroismo è combattere sino in fondo<br />

una battaglia che si sa fin dall'inizio perduta.»<br />

Dino Buzzati<br />

LA BATTAGLIA DEI CONVOGLI SULLA «ROTTA<br />

DELLA MORTE»<br />

Gli eventi bellici in Africa Settentrionale si svolsero nei<br />

primi due anni di guerra con alterne fortune, finché la battaglia<br />

di El Alamein (23 ottobre - 3 novembre 1942) segnò il rapido<br />

declino <strong>del</strong>le forze <strong>del</strong>l'Asse in Africa Settentrionale, che sotto<br />

la pressione <strong>del</strong>la vittoriosa avanzata <strong>del</strong>la VIII armata britannica<br />

comandata dal generale Montgomery dovettero ritirarsi<br />

a partire dalla Cirenaica.<br />

Dopo l'invasione angloamericana <strong>del</strong> Nord Africa<br />

francese, iniziata l'8 novembre 1942 con gli sbarchi in<br />

Marocco e in Algeria (Operazione "Torch"), le superstiti<br />

truppe italo-tedesche, attaccate su due fronti, dovettero<br />

abbandonare anche la Tripolitania e ripiegare in Tunisia.<br />

La Regia Marina ebbe allora il compito di assicurare i<br />

rifornimenti a quell'ultima testa di ponte italo-tedesca in<br />

Nord Africa. Da metà novembre 1942 fino a metà maggio<br />

1943, quando divenne impossibile proseguire la resistenza,<br />

il porto di Biserta fu il capolinea di quella che, per<br />

la sua pericolosità, venne chiamata la "Rotta <strong>del</strong>la Morte"<br />

(cfr. "Le rotte <strong>del</strong>la morte” - n.° 2-2009 pag. 24 e segg.)<br />

dove gli aerosiluranti e le navi da battaglia inglesi, dotate<br />

di sofisticati sistemi radar, operavano anche di notte.<br />

Tra le insidie presenti lungo la "Rotta <strong>del</strong>la Morte"<br />

vanno inoltre ricordati gli sbarramenti di mine, in gran<br />

parte posati dalla stessa Marina italiana tra la Tunisia e la<br />

Sicilia occidentale. I passaggi lasciati vennero successivamente<br />

ostruiti con mine deposte in gran numero dai<br />

posamine britannici.<br />

Nonostante le enormi difficoltà, il traffico con la<br />

Tunisia fu intenso. Nei sei mesi tra l'11 novembre 1942,<br />

giorno di partenza da Napoli <strong>del</strong> primo convoglio, e il 4<br />

maggio 1943, quando giunse a Tunisi l'ultimo, la Marina<br />

organizzò 276 convogli, che subirono uno stillicidio di<br />

perdite quasi quotidiano, con un totale di 101 navi mercantili<br />

andate perdute in mare. In ogni viaggio ognuna di<br />

quelle navi aveva mediamente il 23% di probabilità di<br />

affondare.<br />

Secondo le statistiche, dei 77.741 militari trasportati<br />

ne giunsero a destinazione 72.246, con perdite <strong>del</strong> 7%.<br />

Delle 433.169 tonnellate complessive di carichi partiti ne<br />

arrivarono 306.537. Andò perduto il 29% dei carburanti<br />

inviati, il 20% degli automezzi, il 32% <strong>del</strong> materiale d'artiglieria<br />

e <strong>del</strong>le munizioni, il 30% degli altri carichi.<br />

Nonostante la grande inferiorità di uomini, materiali e<br />

mezzi non potesse più lasciar dubbi sull'esito sfavorevole<br />

<strong>del</strong>la guerra, la gente di mare italiana continuò a combattere<br />

con caparbia tenacia, sostenendo «l'urto <strong>del</strong>le forze nemiche con<br />

tanta indomabile fierezza».<br />

LA TORPEDINIERA "URAGANO"<br />

A partire dalla metà <strong>del</strong> 1942 cominciarono a entrare in<br />

servizio le navi avviso scorta <strong>del</strong>la classe "Ciclone", poi riclassificate<br />

come torpediniere di scorta. Esse erano più agili dei<br />

cacciatorpediniere e munite di più moderne apparecchiature<br />

ed armi per la guerra ai sommergibili e la difesa antiaerea <strong>del</strong><br />

traffico mercantile.<br />

Alla nuova classe "Ciclone" apparteneva anche la torpediniera<br />

"Uragano", protagonista di questa storia. Era lunga 87,75<br />

metri e larga 9,90 ed aveva un'immersione media di 3,77<br />

metri. Il suo dislocamento standard era di 925 tonnellate, quello<br />

con carico normale di 1.652 tonnellate e quello a pieno<br />

carico di 1.800 tonnellate.<br />

L'apparato di propulsione era costituito da 2 caldaie<br />

Yarrow con surriscaldatori di vapore che alimentavano 2 gruppi<br />

turboriduttori a vapore Tosi - Parsons con potenza complessiva<br />

di 16.000 HP, azionanti 2 eliche. La velocità massima<br />

era di 25 nodi.<br />

Con 442 tonnellate di nafta l'autonomia era di 2.800 miglia<br />

nautiche a 14 nodi, che si riducevano a 2.140 miglia a 20 nodi<br />

e a 1.400 miglia a 25 nodi.<br />

L'armamento <strong>del</strong>l'"Uragano" era costituito da 4 tubi lanciasiluri<br />

da 450 mm in complessi binati, 4 lanciabombe di profondità<br />

antisommergibili, 2 cannoni da 100/47 singoli, 8 mitragliere<br />

da 20/70 binate e 2 singole. La nave era anche attrezzata per<br />

trasporto e posa di 20 mine. Le apparecchiature di ricerca e<br />

localizzazione per la guerra subacquea comprendevano lo<br />

scandaglio a frequenza acustica tipo "Safar".<br />

L'e<strong>qui</strong>paggio era formato da 7 ufficiali e 170 tra sottufficiali<br />

e marinai comuni.<br />

Nato a Bologna il 14 luglio 1909, Luigi Zamboni era divenuto<br />

guardiamarina nel 1929. Nel 1934, dopo la promozione a<br />

tenente di vascello, imbarcò sull'incrociatore leggero "Muzio<br />

18 IL NASTRO AZZURRO


Attendolo", dove divenne 1° direttore <strong>del</strong> tiro e vi rimase ininterrottamente<br />

in servizio fino all'estate <strong>del</strong> 1942, raggiungendo<br />

il grado di capitano di corvetta. Sull'"Attendolo" Luigi<br />

Zamboni meritò due Croci di Guerra al Valor Militare.<br />

Nel settembre 1942 assunse il comando <strong>del</strong>la torpediniera<br />

"Uragano" che, dopo un addestramento accelerato di poco<br />

più di un mese, fu assegnata alla 2a Squadriglia Torpediniere di<br />

Scorta, con la quale svolse ben ventidue missioni di scorta<br />

convogli in acque greche, tra la Grecia e l'Africa Settentrionale<br />

e infine tra i porti nazionali <strong>del</strong> Tirreno Meridionale e la Tunisia.<br />

L'"Uragano" sostenne numerosi combattimenti contro<br />

forze subacquee ed aeree nemiche ed abbattè un aeroplano.<br />

Nella notte tra il 22 e il 23 novembre 1942 nel Tirreno<br />

Meridionale tentò una manovra di speronamento di un sommergibile<br />

avversario che procedeva in emersione. A causa di<br />

un attacco aereo mentre era nel porto di Sebra subì numerose<br />

perdite fra l'e<strong>qui</strong>paggio.<br />

L'ULTIMA MISSIONE DELL'"URAGANO"<br />

Il 3 febbraio 1943 la torpediniera "Uragano" salpò per la<br />

sua ventiduesima missione, l'ultima, per scortare lungo la rotta<br />

da Biserta a Napoli la motocisterna "Thorsheimer", nave norvegese<br />

di 9.955 tonnellate re<strong>qui</strong>sita a Genova allo scoppio<br />

<strong>del</strong>le ostilità e di fondamentale importanza per i rifornimenti<br />

<strong>del</strong> fronte nord africano, al punto che le unità incaricate <strong>del</strong>la<br />

sua scorta erano ben cinque: la torpediniera "Sirio", che guidava<br />

il convoglio, il cacciatorpediniere "Saetta" e le torpediniere<br />

"Uragano", "Monsone" e "Clio".<br />

Il convoglio salpò da Biserta alle 5.30 <strong>del</strong> 3 febbraio 1943,<br />

con mare molto agitato.<br />

Alle 8.17 "Monsone" e "Uragano" comunicarono che la<br />

ricerca ecogoniometrica era molto disturbata a causa <strong>del</strong><br />

mare forza 4 - 5. Infatti lo scandaglio a frequenza acustica tipo<br />

Safar non riusciva a dare indicazioni quando la nave subiva rollio<br />

e presentava echi accessori che creavano confusione. Era<br />

<strong>qui</strong>ndi arduo in quelle condizioni poter individuare le mine<br />

nemiche che insidiavano quel tratto <strong>del</strong>la rotta.<br />

Alle 9.38, sul punto a Latitudine 37° 35' Nord e<br />

Longitudine 10° 37' Est, dal convoglio notarono una enorme<br />

colonna d'acqua e di fumo innalzarsi a poppa <strong>del</strong>l'"Uragano"<br />

che, privo di una parte <strong>del</strong>la poppa, si fermò e non rispose più<br />

alle chiamate radio.<br />

L'ufficiale in seconda riunì a prua l'e<strong>qui</strong>paggio e fece mettere<br />

a mare i mezzi di salvataggio. A causa <strong>del</strong>le onde le due<br />

imbarcazioni di cui era dotata la nave si rovesciarono subito.<br />

Sulle cinque zattere in dotazione, che restarono a galla, presero<br />

posto sottufficiali e comuni che si erano buttati in mare.<br />

Tutti gli ufficiali, tranne quello di rotta, rimasero a bordo con il<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

Comandante, che<br />

fu visto sulla plancia<br />

sino a quando<br />

le zattere non si<br />

allontanarono<br />

dalla nave a causa<br />

<strong>del</strong>lo scarroccio.<br />

Alle 9.40 il<br />

comandante <strong>del</strong><br />

convoglio, aveva<br />

ordinato al<br />

"Saetta" e al<br />

"Clio" di prestare<br />

assistenza<br />

all'"Uragano". Il<br />

comandante <strong>del</strong><br />

"Saetta", l'espertissimo<br />

capitano<br />

di corvetta Enea<br />

Picchio, che dirigeva<br />

la manovra,<br />

rallentò a mezza<br />

forza e cominciò<br />

ad accostare con<br />

tutta la barra a<br />

sinistra, ma poté<br />

Il Comandante Luigi Zamboni<br />

giungere solo a circa duecento metri a poppa <strong>del</strong>l'"Uragano",<br />

che nel frattempo con le macchine ferme e di traverso al mare<br />

aveva scarrocciato verso Sud Est, avvicinandosi ai campi minati<br />

italiani.<br />

Alle 9.48 una violentissima esplosione al centro <strong>del</strong>lo scafo<br />

spezzò il "Saetta" in due tronconi provocando una gigantesca<br />

colonna d'acqua mista a nafta, vapore e fumo.<br />

I superstiti, sentita la poppa che si alzava e udito l'ordine<br />

<strong>del</strong> Comandante e <strong>del</strong> Direttore di Tiro di abbandonare la<br />

nave, si buttarono subito in mare e si aggrapparono alle zattere<br />

che già si trovavano in acqua, cercando di allontanarsi per<br />

non essere colpiti dalle sovrastrutture <strong>del</strong>la plancia e <strong>del</strong>l'albero<br />

di prua che si stavano abbattendo in mare. La prora e la<br />

poppa si sollevarono e in circa 50 secondi si infilarono in acqua<br />

e si inabissarono.<br />

Tra i naufraghi <strong>del</strong> "Saetta" interrogati tre giorni dopo che<br />

erano stati portati in salvo a Biserta, nessuno seppe dare notizie<br />

<strong>del</strong> Comandante. Alcuni dei naufraghi <strong>del</strong>l'"Uragano" riferirono<br />

invece di aver visto il comandante <strong>del</strong> "Saetta" «sulla<br />

plancia nel momento in cui affondava la nave, nell'atteggiamento<br />

<strong>del</strong> saluto romano.»<br />

Alle 9.50 il "Clio" comunicò che il "Saetta" aveva urtato<br />

MEDAGLIA D'ORO AL VALOR MILITARE ALLA MEMORIA DEL COMANDANTE LUIGI ZAMBONI<br />

Decreto Presidenziale datato 1 settembre 1949<br />

«Valoroso comandante di torpediniera, già distintosi in precedenti azioni di guerra, eseguiva numerose scorte di<br />

convogli nazionali sulle ardue rotte <strong>del</strong> Canale di Sicilia aspramente contrastate dall’avversario, dimostrando sereno<br />

coraggio ed elevate doti di comando.<br />

Avuto ordine di riportare in Patria a qualunque costo una grossa petroliera, malgrado le avverse condizioni di<br />

mare, attraversava arditamente – quale unica via possibile – zona minata dal nemico compresa fra imponenti<br />

sbarramenti di mine nazionali. Colpita e gravemente danneggiata la sua unità da improvvisa esplosione di arma<br />

subacquea, rimasto in balia <strong>del</strong>le onde e sospinto dal vento e dalla corrente sui vicini sbarramenti, si prodigava<br />

serenamente fino allo estremo limite <strong>del</strong>le umane possibilità per mantenere la calma e la fiducia nei suoi uomini<br />

e per fronteggiare la gravissima situazione.<br />

Quando, dopo lunghe ore di lotta, non era più possibile contenere le vie d’acqua che minacciavano di sommergere<br />

l’unità, disponeva l’imbarco <strong>del</strong>la gente sulle zattere di salvataggio mentre egli, unitamente ai suoi ufficiali che<br />

trascinati dal suo esempio non lo vollero abbandonare, rimaneva sulla sua nave per dividerne la sorte.<br />

Nell'improvviso precipitare degli eventi si inabissava con il suo Stato Maggiore in quelle acque che avevano conosciuto<br />

il suo cosciente ardimento, lasciando fulgido esempio di eroica abnegazione e sublime attaccamento al<br />

dovere ed alla nave posta al suo comando.<br />

Canale di Sicilia, 3 febbraio 1943.»<br />

19


La torpediniera Uragano<br />

contro una mina. Il Comandante <strong>del</strong> convoglio gli ordinò di<br />

fermarsi e recuperare i naufraghi col battello. Le altre unità<br />

continuarono la navigazione. Dieci minuti dopo il Comandante<br />

<strong>del</strong> convoglio, constatato che a causa <strong>del</strong> mare e <strong>del</strong> vento il<br />

"Clio" non poteva far nulla, gli ordinò di interrompere i soccorsi<br />

e di seguirlo nella scia.<br />

Alle 9.55 dal convoglio venne comunicato al Comando<br />

Superiore <strong>del</strong>la Regia Marina ("Supermarina") che il "Saetta"<br />

era affondato e che, a causa <strong>del</strong> mare forza 5 e <strong>del</strong> vento, non<br />

era possibile dare alcuna assistenza ai naufraghi.<br />

Alle 10.00 il convoglio assunse la formazione in linea di fila,<br />

per poi passare a quella per file parallele, con il "Monsone"<br />

davanti, il "Sirio" a sinistra e il "Clio" a dritta <strong>del</strong>la petroliera.<br />

Alle 12.05 il Comandante <strong>del</strong> convoglio informò<br />

Supermarina <strong>del</strong>la criticissima situazione <strong>del</strong>la torpediniera<br />

"Uragano" e chiese a Biserta di inviare mezzi di soccorso.<br />

Alle 12.20 dal convoglio venne avvistata una formazione di<br />

11 bombardieri e aerosiluranti nemici, scortati da 4 caccia, che<br />

cinque minuti dopo attaccarono. Intercettati dagli aeroplani<br />

tedeschi di scorta e bersagliati dal fuoco dei cannoni e dalle<br />

mitragliere <strong>del</strong>le navi, gli attaccanti perdettero un aereo, che<br />

cadde in mare.<br />

Il convoglio ricevette alle 13.33 l'ultimo messaggio radio<br />

<strong>del</strong>l'"Uragano", che comunicava la sua criticissima posizione.<br />

Spesso le navi che urtavano una mina o venivano colpite<br />

da un siluro si inabissavano repentinamente, talora in meno di<br />

un minuto, come accadde al "Saetta". Invece l'"Uragano" si<br />

mantenne a galla per circa quattro ore, sia pur precariamente,<br />

mentre «dal posto di comando, serenamente, il Comandante<br />

impartiva tutte le necessarie disposizioni prima per tentare di salvare<br />

la nave e quando, dopo lunghe ore di lotta, non fu più possibile<br />

contenere le vie d'acqua, disponeva l'imbarco <strong>del</strong>la gente sulle<br />

zattere di salvataggio mentre egli, unitamente agli ufficiali <strong>del</strong> suo<br />

Stato Maggiore che non lo vollero abbandonare, si inabissò con l'unità<br />

al suo comando» secondo le più alte tradizioni <strong>del</strong>la Marina.<br />

Aveva 33 anni.<br />

Non sopravvisse alcuno dei marinai a bordo<br />

<strong>del</strong>l'"Uragano" che potesse narrare gli ultimi istanti di vita <strong>del</strong><br />

Comandante.<br />

La sorte aveva deciso che la morte non avrebbe colto Luigi<br />

Zamboni fulminea e ineluttabile per mezzo di un ben centrato<br />

colpo d'artiglieria durante il divampare di uno dei tanti violenti<br />

combattimenti in cui aveva diretto il tiro dei grandi cannoni<br />

di un incrociatore. La sorte, invece, prima che la torpediniera<br />

"Uragano" si inabissasse, gli concesse quattro ore di<br />

tempo per decidere se fosse giunto il giorno di rinunciare alla<br />

sua ancor giovane vita per mantenere la fe<strong>del</strong>tà alla nave fino<br />

all'estremo sacrificio di colare a picco con essa.<br />

Quali siano stati in quelle<br />

ore i suoi pensieri avrebbe<br />

potuto immaginarlo solo il<br />

giornalista e scrittore Dino<br />

Buzzati, per tre anni imbarcato<br />

sugli incrociatori come corrispondente<br />

di guerra <strong>del</strong><br />

"Corriere <strong>del</strong>la Sera", che nelle<br />

sue cronache di battaglia sul<br />

mare seppe «essere epico usando<br />

parole dimesse» e «illuminare<br />

di luce straordinaria un personaggio,<br />

si trattasse d'un<br />

Comandante o si trattasse <strong>del</strong><br />

più umile marinaio».<br />

Per il suo spiccato senso di<br />

disciplina e <strong>del</strong> dovere, e più<br />

ancora per la «concezione aristocratica<br />

che egli aveva <strong>del</strong><br />

coraggio, inteso come applicazione<br />

estrema e se <strong>del</strong> caso stoica<br />

<strong>del</strong> proprio dovere», egli avrebbe<br />

forse immaginato il comandante Zamboni mentre si aggirava<br />

per la nave «cercando se qualche ferito fosse rimasto ancora a<br />

bordo» e infine mentre faceva «in direzione dei naufraghi un<br />

cenno con la mano. Un cenno di saluto che insieme voleva significare:<br />

andassero pure, non si preoccupassero di lui, quello era il suo<br />

posto e non lo avrebbe per nessun prezzo lasciato».<br />

Ciò che restava <strong>del</strong> convoglio, alle 12.50 <strong>del</strong> 4 febbraio<br />

1943 entrò finalmente nel porto di Napoli.<br />

L'Ammiraglio Comandante la Marina Militare incaricò il<br />

capitano di fregata Luigi Ronca di svolgere l'inchiesta sull'affondamento<br />

<strong>del</strong>l'r. c. t. "Saetta" e <strong>del</strong>la r. t. "Uragano".<br />

Le deposizioni dei superstiti <strong>del</strong>la torpediniera "Uragano",<br />

che erano stati soccorsi il giorno dopo l'affondamento <strong>del</strong>la<br />

loro nave e portati a Biserta, furono registrate nel verbale di<br />

interrogatorio. I naufraghi testimoniarono che il comandante<br />

Zamboni era rimasto sulla plancia insieme agli ufficiali, tra i<br />

quali l'Ufficiale in seconda, gravemente ferito a una gamba dall'esplosione,<br />

e dichiararono di ritenere che essi fossero affondati<br />

con la nave, ad eccezione <strong>del</strong>l'ufficiale di rotta che era<br />

stato visto su uno zatterone di cui ignoravano la sorte. I naufraghi<br />

dichiararono di aver perduta di vista la loro nave verso<br />

mezzogiorno. Sino a quell'ora ne avevano visto l'albero apparire<br />

fra le onde mentre le tre zattere di salvataggio si allontanavano<br />

spinte <strong>del</strong> forte vento.<br />

Il Comandante <strong>del</strong>la 1a Flottiglia Siluranti di Scorta, capitano<br />

di vascello Tagliamonte, a conclusione <strong>del</strong> Rapporto di navigazione<br />

(che tra gli allegati comprendeva i verbali <strong>del</strong>le comunicazioni<br />

scambiate con l'"Uragano" e i verbali di interrogatorio<br />

dei naufraghi) dichiarò che dai segnali scambiati con<br />

l'"Uragano" egli aveva «tratto la certezza, a conferma <strong>del</strong>le<br />

impressioni già riportate nei frequenti contatti avuti con il<br />

Comandante Zamboni, che egli, sino all'ultimo, ha mantenuto inalterata<br />

la calma e che le sue particolari doti di forza d'animo e di<br />

sereno spirito di sacrificio hanno rifulso nel sinistro <strong>del</strong>la sua unità».<br />

Il comandante Tagliamonte terminava il rapporto chiedendo<br />

che gli fosse «concessa l'autorizzazione, ad inchiesta sull'affondamento<br />

terminata, di prenderne visione per poter proporre il<br />

Comandante Zamboni per una decorazione al valore».<br />

La proposta fu poi presentata e con Decreto Presidenziale<br />

datato 1 settembre 1949 venne conferita alla memoria <strong>del</strong><br />

capitano di corvetta Luigi Zamboni la più alta Decorazione al<br />

Valor Militare.<br />

Adolfo Zamboni<br />

«Poi le acque tornarono buie e silenziose,<br />

mentre l'anima compiva il viaggio degli eroi.»<br />

Dino Buzzati<br />

20 IL NASTRO AZZURRO


DIPLOMAZIA E NASTRO AZZURRO: ORGOGLIO BIELLESE<br />

Sotto l’Alto Patrocinio <strong>del</strong> Ministero degli Affari Esteri <strong>del</strong>la Repubblica italiana, in collaborazione con la Regione<br />

Piemonte, il Consiglio Regionale <strong>del</strong> Piemonte, la Città di Torino e l’Università degli Studi di Torino, il dottor Tomaso<br />

Vialardi di Sandigliano, Presidente <strong>del</strong>la Federazione di Biella e Vercelli <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>, ha coordinato e presieduto<br />

le due sessioni <strong>del</strong>la Tavola Rotonda di Relazioni Internazionali (Ambasciatori e Consoli in 150 anni di storia d’Italia<br />

- Diplomazia Consolare a Torino Capitale d’Italia) organizzata dall’Assessorato alla Cultura <strong>del</strong>la Provincia di Biella il 3<br />

febbraio 2012.<br />

Alla Tavola Rotonda, prima in Italia ad avere indagato la figura <strong>del</strong> Console Onorario per capire, dalla storia passata,<br />

le priorità <strong>del</strong>l'upgrade <strong>del</strong>la sua funzione, che un futuro molto vicino e non ancora <strong>del</strong> tutto intuibile sta <strong>del</strong>ineando sempre<br />

più essenziale e con mandati sempre più ampi e <strong>del</strong>icati, hanno partecipato:<br />

– il dottor Daniele Giuseppe Sfregola, Segretario <strong>del</strong> Cerimoniale Diplomatico <strong>del</strong> Ministero degli Affari Esteri (MAE);<br />

– la dott.ssa Liliana Gomez De Weston, Decana <strong>del</strong> Corpo Consolare di Torino e Console Generale <strong>del</strong>la Repubblica<br />

<strong>del</strong> Perù;<br />

– l’ing. Gian Piero Giani, Segretario <strong>del</strong> Corpo Consolare di Torino e Console Onorario degli Stati Uniti <strong>del</strong> Messico;<br />

– il dott. Federico Daneo, Console Onorario <strong>del</strong> Regno di Danimarca;<br />

– l’ing. Piergiovanni Ramasco Vittor, Console Onorario <strong>del</strong>la Repubblica <strong>del</strong> Guatemala;<br />

– l’avv. Giuseppe Pellegrino, Console Onorario <strong>del</strong>la Repubblica <strong>del</strong>la Slovacchia;<br />

– il dott. Carlo Piacenza, già Console Onorario <strong>del</strong>la Repubblica <strong>del</strong> Perù;<br />

– la prof.ssa Silvia Cantoni, Professore di Diritto Internazionale presso l’Università degli Studi di Torino;<br />

– la dott.ssa Maria Eugenia Venèri, ricercatrice, autrice <strong>del</strong>la tesi di laurea Consoli e Ambasciatori a Torino (1861 - 2011).<br />

La Provincia di Biella, anche grazie a tale evento, si sta sempre più rivelando grande protagonista <strong>del</strong>la testimonianza<br />

dei rapporti internazionali <strong>del</strong>la Repubblica Italiana. La tavola rotonda, svoltasi presso la sala Maria Bonino <strong>del</strong> Palazzo<br />

Provinciale, grazie alla preziosa organizzazione offerta dall'assessore Mariella Biollino, ha potuto contare su prestigiose<br />

testimonianze espresse dai numerosi Diplomatici ed ex presenti: tutti interventi attinenti le sollecitazioni sul tema contenute<br />

nel testo di Maria Eugenia Veneri, come nell'accademico intervento <strong>del</strong>la Prof.ssa Silvia Cantoni. Tomaso Vialardi di<br />

Sandigliano, che nell'ambito di agenzie internazionali militari e civili ha ricoperto incarichi in Estremo Oriente, Est Europa<br />

e Sud America, è conosciuto ed apprezzato soprattutto per il ruolo, ricoperto dal 2003, di Presidente <strong>del</strong>la Federazione<br />

di Biella e Vercelli <strong>del</strong>l'<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> fra Combattenti Decorati al Valor Militare e deIl'Associazione Europea<br />

Amici degli Archivi Storici.<br />

La sede di via Roma 34 a<br />

Sandigliano annovera ben<br />

72 soci e promuove iniziative<br />

di carattere patriottico,<br />

intervenendo ove necessario<br />

con finalità sociali: per<br />

esempio, su persone a<br />

rischio di emarginazione,<br />

cercando di portare loro<br />

conforto nonostante gli esigui<br />

mezzi finanziari a disposizione.<br />

Tomaso Vialardi di<br />

Sandigliano, nella sua attività<br />

di Presidente <strong>del</strong>la<br />

Federazione Biellese <strong>del</strong><br />

<strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>, tra l’altro,<br />

ha provveduto alla pubblicazione<br />

<strong>del</strong> "Libro Eroico <strong>del</strong>la<br />

Provincia di Biella", memo-<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

Un momento <strong>del</strong>la Tavola Rotonda<br />

ria tangibile dei tanti Eroi<br />

che hanno fatto grande la<br />

nostra terra; nel 2009, ha promosso la creazione <strong>del</strong> Comitato Associazioni d'Arma Biella, che ne riunisce in un unico<br />

polo tutte le maggiori; nel 2011, con l'indispensabile appoggio <strong>del</strong> Sindaco Dino Gentile, ha <strong>del</strong>iberato l'intitolazione nei<br />

Giardini Zumaglini <strong>del</strong> Largo "Decorati al Valor Militare d'Italia".<br />

Barbara Greggio<br />

“BIELLA STYLE & MOTORI”<br />

21


I GENERALI CIGLIANA<br />

Ritratti <strong>del</strong> nonno e <strong>del</strong> padre <strong>del</strong> gen. Giuseppe Cigliana,<br />

socio <strong>del</strong>la Federazione Provinciale di Roma<br />

PROFILO DEL GENERALE C.d.A. GIORGIO<br />

CIGLIANA RICOSTRUITO DAI NIPOTI GIOR-<br />

GIO E GIUSEPPE CESARE MARIA<br />

Giorgio Cigliana, nato a Castellamonte (TO) il 13<br />

marzo 1857, entrato alla Scuola Militare di Modena nel<br />

1872, veniva nominato nel 1875, a 18 anni e 5 mesi,<br />

Sottotenente al 4° Rgt. Bersaglieri e nel 1882, terminati i<br />

Corsi <strong>del</strong>la Scuola di Guerra e nominato Capitano nel 1°<br />

Rgt. Bersaglieri, veniva trasferito a Chieti e <strong>qui</strong>ndi a Roma<br />

per il periodo di esperimento e poi nel Corpo di S.M..<br />

Promosso Maggiore nel 1890 era trasferito al 72°<br />

Rgt. Fanteria ed il 7 giugno 1906, a soli 49 anni, era promosso<br />

Generale di Brigata ed assegnato al comando<br />

<strong>del</strong>la Brigata di Fanteria “Siena” di stanza a Cuneo e,<br />

<strong>qui</strong>ndi, alla 1^ Brigata Alpina. Nel 1910 veniva nominato<br />

Ispettore <strong>del</strong>le Truppe Alpine in Roma, conservando tale<br />

incarico anche dopo la nomina, l'11 giugno 1911, a<br />

Generale di Divisione.<br />

Nel 1913 veniva nominato Comandante <strong>del</strong>le truppe<br />

<strong>del</strong>la Tripolitania e, contemporaneamente, Governatore<br />

<strong>del</strong>la Colonia.<br />

Prima di rimpatriare per assumere, da Generale di<br />

C.d.A., il comando <strong>del</strong>l'XI C.d.A. a Bari, il Generale<br />

Cigliana aveva inviato una lunga relazione al Ministero<br />

degli Esteri per rappresentare i pericoli che si andavano<br />

addensando ed illustrare le proposte più urgenti in campo<br />

militare tendenti a modificare la dislocazione dei presidi<br />

più interni che sarebbero stati maggiormente soggetti alle<br />

azioni dei ribelli e destinati, <strong>qui</strong>ndi, a restare isolati. Il<br />

Ministero, però, prese solo atto <strong>del</strong>la descritta situazione<br />

ma non ne condivise le previsioni e così, purtroppo, dopo<br />

pochi mesi la situazione militare in Libia precipitò; alcuni<br />

presidi <strong>del</strong>l'interno vennero completamente distrutti e la<br />

occupazione italiana si ridusse alla sola zona costiera.<br />

Il 24 maggio 1915 il Generale Cigliana al comando<br />

<strong>del</strong>l'XI C.d.A. varcò il confine con l'Austria alle dipendenze<br />

<strong>del</strong>la 3^ Armata, comandata da S.A.R. Emanuele<br />

Filiberto di Savoia, Duca d' Aosta, schierandosi contro le<br />

difese austriache <strong>del</strong> Carso. L'XI Corpo d'Armata, inizialmente<br />

costituito dalle due Divisioni 21^ e 22^, nell'offensiva<br />

<strong>del</strong> 1916 ebbe sotto di sé ben 5 Divisioni.<br />

Con l'XI Corpo il Generale Cigliana partecipò alle<br />

prime 10 battaglie <strong>del</strong>l’Isonzo, impegnato, sempre sulla<br />

sinistra <strong>del</strong>la 3^ Armata, contro le formidabili difese <strong>del</strong><br />

Monte S.Michele, prima, e poi <strong>del</strong>l'aspro e desolato settore<br />

settentrionale <strong>del</strong> Carso, oltre il Vallone. Il 29 maggio<br />

1916 (5^ battaglia <strong>del</strong>l'Isonzo) gli Austriaci attaccarono<br />

con i gas asfissianti ed in meno di due ore nelle trincee<br />

italiane si contarono 6.500 morti e 10.000 intossicati ma<br />

il Comandante, portatosi in zona avanzata e dopo aver<br />

rinfrancato i superstiti, riuscì a respingere<br />

il nemico: il Duca d'Aosta, nel premiare<br />

coloro che si erano distinti nella<br />

disperata difesa, fece l'elogio di tutti i<br />

Reparti <strong>del</strong>l'XI Corpo.<br />

Nell'agosto 1916 (6^ battaglia <strong>del</strong>l'<br />

Isonzo) l'XI Corpo riusciva ad occupare<br />

saldamente tutto il Monte S.Michele e ad<br />

affermarsi sulle quote ad est <strong>del</strong> Vallone<br />

e per tali operazioni il Generale Cigliana<br />

fu Decorato con la Commenda<br />

<strong>del</strong>l'Ordine Militare di Savoia con la<br />

seguente motivazione: "Con singolare perizia<br />

diresse le sue truppe alla con<strong>qui</strong>sta <strong>del</strong><br />

gradino <strong>del</strong> Carso sotto San Michele e San<br />

Martino (giugno-luglio 1915) e poi, espugnati<br />

questi potenti baluardi (agosto 1916),<br />

inseguì il nemico al Nat Logem che con<strong>qui</strong>stò.<br />

Vincendo <strong>qui</strong>ndi accanite resistenze riusciva<br />

con abili mosse e sicura energia a<br />

superare le difese avversarie <strong>del</strong> Veliki<br />

Kriback e Dosso Faiti sul quale definitivamente<br />

si affermava". Carso: giugno 1915novembre<br />

1916.<br />

Nella 7^, 8^ e 9^ battaglia <strong>del</strong>l'Isonzo,<br />

combattute nella seconda metà <strong>del</strong><br />

1916, le truppe <strong>del</strong>l'XI Corpo giunsero<br />

22 IL NASTRO AZZURRO


oltre il Veliki Kriback ed il Faiti (in quei giorni, in una <strong>del</strong>le<br />

Divisioni, combatté anche Gabriele D'Annunzio).<br />

Dopo la successiva 10^ battaglia <strong>del</strong>l'Isonzo (maggio<br />

1917) il Generale Cigliana lasciava il comando <strong>del</strong>l'XI<br />

C.d.A. (che sotto i suoi ordini si era coperto di gloria<br />

tanto da essere citato ben tre volte nei bollettini di guerra<br />

<strong>del</strong> Comando Supremo mentre altre azioni <strong>del</strong>la sue<br />

valorose truppe erano state citate in altri 5 bollettini di<br />

guerra).<br />

Il 23 agosto 1917 il Generale Cigliana assumeva il<br />

comando <strong>del</strong> Corpo d’Armata di Napoli ed il 5 gennaio<br />

1919 di quello di Firenze ove, peraltro, spirava improvvisamente<br />

l'8 ottobre 1919 (le sue spoglie riposano nel<br />

Cimitero monumentale <strong>del</strong>le Porte Sante a San Miniato,<br />

sopra piazzale Michelangelo).<br />

Le sue grandi doti di Comandante e di militare sono<br />

riassunte nelle nobili parole scritte alla Vedova, dopo la<br />

sua morte, da S.A.R. il Duca d'Aosta che così si espresse<br />

nel suo telegramma: "Con cuore angosciato esprimo a Lei e<br />

Famiglia le più vive espressioni di cordoglio per la dolorosa perdita<br />

<strong>del</strong> generale Cigliana, mio devoto collaboratore e caro<br />

amico. Le bandiere <strong>del</strong>la Terza Armata si piegano riverenti<br />

davanti alla tomba <strong>del</strong>l'antico Comandante <strong>del</strong>l'XI corpo cui<br />

dalle insanguinate balze <strong>del</strong> San Michele e <strong>del</strong> martoriato Faiti<br />

giunge il dolce richiamo dei fratelli di armi oggi a lui ricongiunti<br />

nella immortalità e nella gloria. Emanuele Filiberto di<br />

Savoia".<br />

PROFILO DEL GENERALE C.d.A. CARLO<br />

CIGLIANA NEL RICORDO DEI FIGLI GIORGIO<br />

E GIUSEPPE CESARE MARIA<br />

Il 19 dicembre 1983, la sera prima di compiere 88<br />

anni, si chiudeva l'avventura terrena, iniziata a Novara il 20<br />

dicembre 1895, di un eccezionale soldato che aveva dedicato<br />

alla Patria ben 48 anni di quella esistenza che aveva<br />

poi terminato contornato dall'amore <strong>del</strong>la sua adorata<br />

moglie Maria Bertini (con la quale aveva condiviso ben 61<br />

anni di matrimonio), dei due figli, <strong>del</strong>le nuore, dei nipoti e<br />

dei primi pronipotini.<br />

Entrato all’Accademia di Modena nel novembre 1913,<br />

ne usciva Sottotenente effettivo nel marzo 1915 ed assegnato<br />

alla 37^ Compagnia <strong>del</strong> Battaglione Intra <strong>del</strong> 4°<br />

Reggimento Alpini con la quale, il successivo 24 maggio,<br />

entrava in zona di guerra.<br />

Il 21 luglio 1915 il battaglione era schierato alle falde<br />

<strong>del</strong> Montenero, che era stato con<strong>qui</strong>stato con una eccezionale<br />

azione di sorpresa il precedente 15 giugno da un<br />

Reparto <strong>del</strong> 3° Alpini (facendo dire al Generale<br />

Boroevitch, comandante l'Armata austriaca <strong>del</strong> settore:<br />

"Giù il cappello davanti all'alpino italiano!"), aprendo peraltro,<br />

contemporaneamente, un grosso problema per rifornire<br />

di acqua, viveri, armi, munizioni, legna e quant'altro<br />

potesse occorrere alla guarnigione in quanto le corvées<br />

dovevano pagare un altissimo contributo di sangue ai cecchini<br />

austriaci che, dalle loro posizioni sulla sella <strong>del</strong><br />

Luznica, dominavano facilmente il sentiero.<br />

Il 20 luglio il comandante <strong>del</strong> 4° riunì gli Ufficiali <strong>del</strong>l'lntra<br />

(attestato sulla cresta <strong>del</strong> Cozliac), spiegò loro l'azione<br />

che avrebbe portato alla con<strong>qui</strong>sta <strong>del</strong> costone <strong>del</strong><br />

Luznica, liberando il passaggio per la vetta <strong>del</strong> Montenero<br />

e, guardandoli negli occhi, disse loro "So di sacrificare il<br />

Battaglione, ma domattina la trincea austriaca deve essere<br />

presa".<br />

Il Sottotenente Cigliana, pur non avendo ancora 20<br />

anni, era il subalterno più anziano in quanto l'unico in servizio<br />

permanente e, pertanto, toccò a lui, all'alba prima<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

Nonché in quelle scritte, nella medesima occasione, al<br />

Generale Fara, Comandante <strong>del</strong>l'XI C.d.A.: "PregoLa rappresentarmi<br />

funerali Generale Cigliana devoto amico e valoroso<br />

Comandante <strong>del</strong> Corpo d'Armata <strong>del</strong> San Michele, <strong>del</strong> Nat<br />

Logem, <strong>del</strong> Veliki, <strong>del</strong> Faiti, che alla Terza Armata dette l'anima<br />

Sua forte e tenace ed alla Patria consacrò fulgide giornate di<br />

vittoria e di gloria. A Lei ed alle truppe <strong>del</strong> Corpo d'Armata<br />

esprimo mie vivissime espressioni cordoglio.<br />

Emanuele Filiberto di Savoia".<br />

Il generale Cigliana, che come detto si è fregiato di una<br />

Campagna di Guerra per la guerra italo-turca <strong>del</strong> 1911-12<br />

e di tre Campagne di Guerra per la prima guerra mondiale<br />

per gli anni 1915-16 e 17, è stato insignito <strong>del</strong>la<br />

Commenda <strong>del</strong>l'Ordine Militare di Savoia, e <strong>del</strong>le seguenti<br />

Onorificenze: Gr. Uff. <strong>del</strong>l'Ordine di S. Maurizio e<br />

Lazzaro; Cav. Gr. Cr. Decorato <strong>del</strong> Gran Cordone <strong>del</strong>la<br />

Corona d'Italia; Medaglia Mauriziana per 10 lustri di servizio<br />

(fu il primo, nel dopo guerra, a ricevere questa<br />

medaglia, anziché d'oro, di bronzo, ottenuto dalla fusione<br />

dei cannoni presi al nemico); Croce al Merito di guerra;<br />

Medaglia commemorativa col motto "Libia"; Medaglia<br />

commemorativa <strong>del</strong>la guerra 1915-18; Gr. Cr. al Merito di<br />

Spagna; Gr. Uff. <strong>del</strong>l'Ordine di Danilo l° di Montenegro; Gr.<br />

Uff. <strong>del</strong>l'Ordine <strong>del</strong>la Corona <strong>del</strong> Belgio; Croce di guerra<br />

francese.<br />

<strong>del</strong>l'azione, presentare al Capitano la 37^ compagnia (4<br />

Ufficiali e 205 uomini di truppa) ma, in quel momento,<br />

nessuno avrebbe pensato che meno di 24 ore dopo<br />

sarebbero rimasti il capitano e poco più di 60 alpini!<br />

Nell'azione il Sottotenente Cigliana riportò una ferita da<br />

shrapnel alla testa e tre da pallottola di fucile, tutte a<br />

canale completo, <strong>del</strong>le quali una al collo; una all'emitorace<br />

sinistro con foro di uscita nella regione sacrale ed una al<br />

braccio sinistro<br />

per cui<br />

si risvegliò al<br />

posto di<br />

medicazione<br />

da dove fu<br />

trasportato<br />

in barella a<br />

valle alla<br />

Sezione di<br />

Sanità (ove,<br />

per fortuna,<br />

nessuno gli<br />

mise le mani<br />

addosso) e<br />

da li fu trasportato<br />

in<br />

autocarro<br />

all'ospedale<br />

da campo di<br />

Caporetto.<br />

Il l0 ottobre<br />

1915 era<br />

già rientrato<br />

in territorio<br />

in stato di<br />

guerra ed il<br />

10 aprile<br />

1916 era<br />

promosso<br />

Tenente. Fu<br />

23


assegnato, il 10 maggio 1917, al 4° Alpini, Battaglione Intra,<br />

alla stessa 37^ Compagnia <strong>del</strong>la quale, il successivo 28 giugno,<br />

promosso Capitano, assumeva poi il comando.<br />

Il 27 marzo 1919 era a Tripoli, assegnato al 2°<br />

Battaglione Libico, da dove, dopo oltre tre anni, veniva<br />

rimpatriato ed assegnato al 69° Reggimento Fanteria a<br />

Firenze (9 luglio 1922).<br />

Dopo aver frequentato la Scuola di Guerra a Torino,<br />

l'esperimento presso la divisione di fanteria di Gorizia, il<br />

15 ottobre 1928 era Capitano nel Corpo di Stato<br />

Maggiore; nel novembre 1929 era maggiore nel 7° Alpini<br />

a Belluno e nel maggio <strong>del</strong> 1930 aveva il comando <strong>del</strong><br />

Battaglione “Cadore” a Tai. Nel 1932 era trasferito nel<br />

Corpo di Stato Maggiore a Roma e nel 1936 veniva promosso<br />

Tenente Colonnello.<br />

Dal febbraio 1937 al febbraio 1939 era in Africa<br />

Orientale Italiana quale Capo di Stato Maggiore <strong>del</strong>la 6^<br />

Divisione CC.NN. "Tevere".<br />

Rimpatriato e promosso, l'anno dopo, Colonnello, nel<br />

novembre 1940 era Sottocapo di Stato Maggiore al<br />

Comando Superiore Albania (zona di guerra). Il 1° agosto<br />

'41 era Comandante <strong>del</strong> 3° Alpini sul fronte occidentale<br />

e, <strong>qui</strong>ndi, nel gennaio 1942 sbarcava in Croazia con il<br />

Reggimento.<br />

Dopo aver comandato interinalmente (per due mesi)<br />

anche la Divisione "Taurinense", il 10 settembre 1942 era<br />

Capo di Stato Maggiore <strong>del</strong> VI° C.d.A. in Croazia ove il 12<br />

settembre 1943, dopo un ultimo cruento combattimento,<br />

veniva fatto prigioniero dai tedeschi a Dubrovnik. Rientrò<br />

in Patria il 5 settembre 1945.<br />

Promosso Generale di Brigata, fu nominato<br />

Comandante la Fanteria <strong>del</strong>la Sicilia il 30 giugno 1948; il<br />

16 aprile 1949 ricostituiva la Brigata Alpina "Julia"; il 16<br />

maggio 1950 era Capo Sezione al C.A.S.M. di Roma e, il<br />

22 ottobre 1951, assumeva il Comando in Seconda <strong>del</strong>la<br />

Scuola di Guerra a Civitavecchia.<br />

Promosso Generale di Divisione (3 gennaio 1952), nel<br />

successivo mese di novembre era Comandante <strong>del</strong>la<br />

Scuola di Guerra; nell'ottobre <strong>del</strong> 1953 era Comandante<br />

<strong>del</strong>la Divisione Granatieri di Sardegna e un anno dopo era<br />

nuovamente Comandante <strong>del</strong>la Scuola di Guerra.<br />

Promosso Generale C.d.A. nel maggio 1955, dal 1° agosto<br />

'55 al 1° luglio '58 ricopriva l'incarico di Rappresentante<br />

militare presso lo Standing Group a Washington e, al<br />

compimento dei 63 anni (dicembre 1958), passava, a<br />

richiesta, nell'Ausiliaria.<br />

Ha partecipato alle seguenti Campagne di guerra e<br />

Operazioni militari:<br />

Prima guerra mondiale 1915/16/17/18; Campagne di<br />

guerra in Libia 1919/22; Operazioni di polizia coloniale in<br />

Tripolitania 1921/22; Operazioni militari in A.O.I. 1937/38;<br />

seconda guerra mondiale 1940/41/42/43; Guerra di<br />

Liberazione (prigionia) 1944/45.<br />

Ha subìto il 21 luglio 1915, mentre conduceva i suoi<br />

Alpini all'attacco <strong>del</strong> Luznica, le anzidette quattro ferite,<br />

con il riconoscimento <strong>del</strong>la qualifica di Mutilato di Guerra<br />

per la ferita riportata alla regione sacrale con interessamento<br />

<strong>del</strong>la spina dorsale.<br />

Ha ottenuto le seguenti decorazioni: 3 MAVM; 2<br />

MBVM; 1 Encomio Solenne per operazioni di guerra; 8<br />

Croci al Merito di guerra; la Croce al Merito ungherese<br />

di 3^ Classe e la Croce di Ferro tedesca di 2^ classe; nonché<br />

le seguenti Onorificenze: Medaglia commemorativa<br />

per la guerra 1915/18 con 4 stellette; Medaglia commemorativa<br />

per le Campagne di Libia, con 2 fascette;<br />

Medaglia interalleata <strong>del</strong>la Vittoria; Medaglia ricordo<br />

<strong>del</strong>l'Unità d'Italia; Medaglia operazioni in A.O.I. con gladio;<br />

Medaglia commemorativa per la 2^ G.M., con 4 stellette;<br />

Medaglia guerra di liberazione con 2 stellette;<br />

Cavaliere <strong>del</strong>l'Ordine Coloniale <strong>del</strong>la Stella<br />

d'Italia; Cavaliere dei SS. Maurizio e Lazzaro;<br />

Cav., Cav.Uff. e Commendatore <strong>del</strong>la Corona<br />

d'Italia; Comm. e Gr. Uff. <strong>del</strong>l'Ordine al Merito<br />

<strong>del</strong>la Repubblica; Medaglia Mauriziana d'Oro al<br />

merito per l0 lustri di servizio; Comm.<br />

<strong>del</strong>l'Ordine <strong>del</strong>l'A<strong>qui</strong>la Tedesca; Comm.<br />

<strong>del</strong>l'Ordine di Skandenberg (Albania); Comm.<br />

<strong>del</strong>lo Ordine di Re Zvonimiro II (Croazia).<br />

Le Decorazioni al Valor Militare gli sono<br />

state conferite nelle seguenti occasioni:<br />

Montenero 21 luglio 1915 MAVM; Settore<br />

Occidentale Ferrovia A.O.I. 1-2 dicembre 1937<br />

MBVM; A.O.I. marzo-luglio 1938 Encomio<br />

solenne; Valle Osum (Albania) febbraio 1941<br />

MAVM sul campo; Bosnia Erzegovina<br />

(Dalmazia) gennaio-agosto 1942 MAVM;<br />

Metcovich-Dubrovnich (Croazia) 12 settembre<br />

1943 MBVM.<br />

24 IL NASTRO AZZURRO


MEDAGLIE D’ORO ECCELLENTI: LUIGI GIORGI<br />

Nacque a Carrara (MS) nel 1913. Diplomato ragioniere<br />

e perito commerciale, nel novembre 1935 si<br />

arruolò in qualità di allievo ufficiale di complemento<br />

presso la Scuola di Palermo e, l’anno successivo, fu promosso<br />

Aspirante; assegnato al 21º Reggimento Fanteria <strong>del</strong>la<br />

Divisione "Cremona", dopo la nomina a Sottotenente venne<br />

comandato presso la Scuola di Sanità Militare di Firenze per<br />

l’inquadramento <strong>del</strong> battaglione allievi e, nel 1937, fu congedato.<br />

Due anni più tardi venne richiamato nel 21º<br />

Reggimento Fanteria, nel quale prestò servizio per tutta la<br />

durata <strong>del</strong>la seconda guerra mondiale. Nel gennaio <strong>del</strong> 1940<br />

ottenne la promozione al grado di Tenente, nel gennaio <strong>del</strong><br />

1942 quella al grado di Capitano e dal 1943 ebbe il comando<br />

<strong>del</strong>la 3ª compagnia fucilieri.<br />

L'8 settembre 1943 colse il giovane ufficiale mentre era<br />

in servizio in Corsica, ove la sua Divisione - al comando <strong>del</strong><br />

generale Clemente Primieri - si oppose validamente alle<br />

truppe tedesche per essere<br />

poi trasferita successivamente<br />

a presidiare la Sardegna.<br />

Quando, nell'estate <strong>del</strong> 1944<br />

essa fu trasformata in Gruppo<br />

di Combattimento "Cremona",<br />

operante a fianco degli Alleati,<br />

Giorgi continuò a farne parte.<br />

Ufficiale "con forte persona-<br />

Luigi Giorgi<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

lità e ascendente sui suoi soldati"<br />

nel marzo <strong>del</strong> 1945 prese<br />

parte attiva alle operazioni belliche<br />

nella zona di Comacchio<br />

in qualità di comandante <strong>del</strong>la<br />

3ª Compagnia <strong>del</strong> ricostituito 21º Reggimento Fanteria, operando<br />

all'estrema destra <strong>del</strong>l'8^ Armata Britannica.<br />

L’obiettivo <strong>del</strong>l’azione era l’occupazione <strong>del</strong>la zona di Torre<br />

di Primaro, per far corrispondere il margine anteriore <strong>del</strong><br />

settore difensivo con il corso <strong>del</strong> fiume Reno.<br />

In questa occasione si guadagnò la sua prima Medaglia<br />

d'Oro, a seguito di due coraggiose azioni: la con<strong>qui</strong>sta, alla<br />

testa di due soldati volontari, di un munito caposaldo tede-<br />

LE DUE MOVM DI LUIGI GIORGI<br />

sco in località Chiavica Pedone e, la notte successiva, il salvataggio<br />

da lui effettuato di un soldato gravemente ferito su un<br />

campo minato. Le gesta da lui compiute in quei giorni lo<br />

resero noto a tutti i reparti <strong>del</strong>l’8^ Armata Britannica. La<br />

Decorazione "sul campo" gli venne consegnata il 6 marzo a<br />

Ravenna alla presenza <strong>del</strong>le più alte autorità militari alleate in<br />

Italia: il maresciallo Harold Alexander, il generale Richard<br />

McCreery e il generale Charles Keightley.<br />

Successivamente, nel corso <strong>del</strong>l’offensiva di aprile che<br />

avrebbe condotto alla resa <strong>del</strong>le truppe nazifasciste in Italia,<br />

alla testa di un piccolo gruppo attaccò una colonna di automezzi<br />

tedeschi che tentava il ripiegamento, bloccandola, catturando<br />

ottanta prigionieri e impossessandosi <strong>del</strong> materiale<br />

trasportato.<br />

A pochi giorni prima <strong>del</strong>la<br />

fine <strong>del</strong>la guerra, tra il 26 e il 27<br />

aprile, in località Croce di<br />

Cavarzere, nel corso di un contrattacco<br />

nemico, mentre si prodigava<br />

sotto l'infuriare <strong>del</strong> bombardamento<br />

per liberare due dei<br />

suoi soldati dalle macerie di una<br />

postazione distrutta, venne gravemente<br />

ferito.<br />

Ricoverato nel 66º Ospedale<br />

da campo inglese situato a<br />

Ferrara, morì due settimane<br />

dopo, il 7 maggio 1945, lo stesso<br />

giorno in cui fu firmata la resa<br />

incondizionata <strong>del</strong>la Germania<br />

nazista.<br />

Alla sua memoria fu concessa<br />

la seconda Medaglia d'Oro.<br />

L’U.S. Army conferì a Giorgi, la<br />

Stella d'Argento, terza più alta<br />

onorificenza americana che può<br />

La stella d’Argento<br />

essere assegnata per il coraggio<br />

americana<br />

dimostrato davanti al nemico<br />

"per eccezionali atti di valore".<br />

«Comandante di compagnia all’attacco di un forte caposaldo nemico difeso da reticolati e campi minati, seguito<br />

da due soli fanti, volontariamente offertisi, si portava in pieno giorno a breve distanza dalla posizione avversaria.<br />

Lasciati indietro i due fanti, dopo avere guadato un braccio d’acqua, irrompeva sul caposaldo ancora battuto dalla<br />

nostra artiglieria e, con lancio di bombe a mano, seminava il panico fra i difensori, che si arrendevano in numero di<br />

19. Raggiunto da un suo plotone completava l’occupazione <strong>del</strong> caposaldo e, sotto l’infuriare <strong>del</strong> rabbioso e micidiale<br />

fuoco di repressione, incurante <strong>del</strong>la propria vita, allo scoperto, estraeva dalle macerie di una postazione colpita<br />

due suoi fanti rimasti sepolti, sottraendoli a sicura morte. La notte seguente, venuto a conoscenza che un fante di<br />

altro reparto trovavasi gravemente ferito in un campo minato, là dove nessuno aveva osato recargli soccorso prima<br />

di neutralizzare le mine, da solo strisciando sul terreno e tastandolo palmo a palmo, dopo oltre un’ora di estenuante<br />

sforzo, riusciva a trarlo in salvo. Splendido esempio di virtù guerriere di nostra gente e di generoso altruismo.»<br />

— Chiavica Pedone (RA), 2-3 marzo 1945<br />

«Nelle giornate <strong>del</strong>la grande offensiva di primavera condotta in Italia dalle Armate Alleate ripeteva con lo stesso<br />

ardire e lo stesso stile altre imprese non inferiori a quelle che già gli avevano procurata la concessione di una<br />

Medaglia d’Oro. Nell’ultima di queste, alla testa di un gruppo di animosi, attaccava con irruenza una colonna di<br />

automezzi che tentava il ripiegamento e la disperdeva a colpi di PIAT e di bombe a mano catturando 80 prigionieri,<br />

numerosi automezzi, rilevante numero di armi e munizioni. Sempre alla testa dei suoi fanti riportava una grave<br />

ferita che poi lo conduceva a morte. Spirava serenamente col pensiero rivolto alla famiglia ed alla Patria nella luminosa<br />

soddisfazione di avere compiuto con piena coscienza ed assoluta modestia il suo dovere di soldato e di italiano,<br />

per il quale la concessione <strong>del</strong>la prima Medaglia d’Oro non era stato un punto di arrivo, ma un punto d’onore<br />

per fare ancora di più e sempre meglio, come effettivamente ha fatto.»<br />

— Senio Santerno Po La Croce di Cavarzere, 10-26 aprile 1945<br />

25


Il relitto <strong>del</strong>l’S.M. 79<br />

LO SPARVIERO DEL DESERTO<br />

Mancò la fortuna non il valore - sta scritto in una lapide<br />

<strong>del</strong> Sacrario militare<br />

italiano di El Alamein.<br />

sue benemerenze militari e la tragica sorte, toccata insieme<br />

all’e<strong>qui</strong>paggio <strong>del</strong>l’aerosilurante<br />

di cui era secondo pilota.<br />

Chissà di quanti atti di sfortunato<br />

Arricchivano il convegno due inte-<br />

valore sono stati protagonisti gli<br />

ressanti mostre nelle quali è stata<br />

ardimentosi combattenti italiani<br />

presentata la riproduzione <strong>del</strong>lo<br />

<strong>del</strong>l’ultima guerra. L’episodio <strong>del</strong><br />

storico velivolo “Bleriot”, il primo<br />

maresciallo pilota Cesare Barro e<br />

che nel 1911 ha compiuto la tra-<br />

dei suoi compagni di e<strong>qui</strong>paggio di<br />

svolata <strong>del</strong>la Manica, ripetuta nel<br />

un aerosilurante S.M. 79 è uno dei<br />

1981.<br />

più tragici ed emblematici.<br />

Cesare Barro, nato a<br />

La Sezione di Conegliano<br />

Conegliano (Treviso) il 16 maggio<br />

<strong>del</strong>l’Associazione <strong>del</strong>l’Arma<br />

1914, era un pilota eccezionale.<br />

Aeronautica, intitolata al suo con-<br />

Fin dalla prima giovinezza dimocittadino<br />

Cesare Barro, nel maggio<br />

strò una passione per il volo, tanto<br />

2011, in occasione <strong>del</strong> 35° anni-<br />

da recarsi al Campo <strong>del</strong>la<br />

versario <strong>del</strong>la fondazione, ha orga-<br />

Promessa a Gallarate, dove fu fra i<br />

nizzato un convegno per comme-<br />

primi piloti a conseguire il brevetmorare<br />

questo giovane, eroico<br />

to nel 1932, a soli 18 anni. Tenuto<br />

pilota decorato di Croce di guer-<br />

conto <strong>del</strong>l’ardimento e <strong>del</strong>la perira<br />

al Valor Militare alla memoria,<br />

zia professionale venne chiamato<br />

tre Croci di guerra al Merito e<br />

dall’allora Direttore Generale<br />

benemerenze varie, scomparso in<br />

<strong>del</strong>la FIAT a rappresentare l’Italia<br />

un tragico volo senza ritorno. Allo<br />

nelle manifestazioni aeree interna-<br />

stesso è dedicato il Monumento ai<br />

zionali europee. Poco dopo parte-<br />

Caduti <strong>del</strong>l’Aeronautica <strong>del</strong>la città.<br />

cipò a dimostrazioni di alta acro-<br />

La sezione inoltre ha pubblicato<br />

bazia in Svizzera dove gli italiani in<br />

un libro dal titolo “Lo Sparviero <strong>del</strong><br />

gara si piazzarono fra i primi.<br />

deserto” nel quale si raccontano le<br />

Il M.llo Pil. Cesare Barro<br />

Nel 1933 si arruolò volontario<br />

26 IL NASTRO AZZURRO


nella Regia Aeronautica e nel 1935 venne promosso sergente<br />

maggiore pilota. Quando iniziò il conflitto in Africa<br />

Orientale, partì volontario all’insaputa dei suoi familiari.<br />

Per il suo ardimento e capacità venne subito inviato in<br />

due missioni pericolose. Dalla seconda rientrò alla base<br />

con l’apparecchio, un Caproni C.A. 113, gravemente danneggiato<br />

per i colpi ricevuti, e non esitò a chiedere un<br />

altro apparecchio per concludere la missione. Per questo<br />

eccezionale coraggio e sprezzo <strong>del</strong> pericolo fu proposto<br />

per la Medaglia di Bronzo e la Promozione per Meriti<br />

Straordinari. Al rientro in Patria nel 1936, a soli 23 anni,<br />

gli venne comunicata la promozione a Maresciallo. Era<br />

forse il più giovane Maresciallo pilota d’Italia.<br />

Nel 1939 venne assegnato, quale istruttore pilota, alla<br />

Scuola Bombardamento di Aviano e in quello stesso anno<br />

si sposò.<br />

Dopo lo scoppio <strong>del</strong>la guerra, venne assegnato al<br />

nucleo di addestramento di Gorizia e nel marzo 1941 trasferito<br />

alla 278a squadriglia su aerosiluranti S.M.79 a<br />

Pantelleria<br />

Il successivo 21 aprile, tre aerosiluranti S.M.79, trasferiti<br />

il giorno precedente da Pantelleria, decollarono alle<br />

17,25 dall’aeroporto K 2 di Berka, vicino a Bengasi, per<br />

una missione nella Grecia meridionale tesa a contrastare<br />

una operazione di sgombero <strong>del</strong>le truppe inglesi, che si<br />

ritiravano dall’avanzata italo-tedesca. L’aerosilurante, S.79<br />

M.M. 23881, di cui il Barro era secondo pilota, non fece<br />

ritorno alla base. Dei sei membri <strong>del</strong>l’e<strong>qui</strong>paggio, non<br />

risultò alcun superstite. Il Barro era padre di una figlia,<br />

Maria Luisa, mentre la seconda, Layla, nacque tre mesi<br />

dopo la sua scomparsa.<br />

Quasi vent’anni dopo, il 21 luglio nel 1960, una squadra<br />

<strong>del</strong>la spedizione geologica italiana <strong>del</strong>la Co.R.I.<br />

(Comp. Ricerche Idrocarburi <strong>del</strong> gruppo E.N.I), mentre<br />

percorreva l’antica via carovaniera che collega le due oasi<br />

nel Grande Ergh libico, scorse, nel deserto, una macchia<br />

scura che spiccava nella distesa di sabbia di colore uniforme.<br />

Si trattava di un binocolo e di una bussola in dotazione<br />

all’aeronautica militare. In prossimità si trovava una<br />

borraccia e ciò che restava di un corpo umano in posizione<br />

supina con a fianco una pistola lanciarazzi e un bossolo<br />

esploso. Nei resti <strong>del</strong> giubbotto, si rinvennero una piastrina<br />

con il numero di matricola di un velivolo (S. 79<br />

M.M. 23881 cert. 263) e diversi oggetti personali, che permisero<br />

di identificare il corpo come quello <strong>del</strong> 1° aviere<br />

Gianni Romanini, armiere di bordo <strong>del</strong>la 278a Squadriglia<br />

Aerosiluranti <strong>del</strong>la Regia Aeronautica.<br />

Poco meno di tre mesi dopo, il 5 ottobre 1960, a 90<br />

Km a Sud <strong>del</strong> punto di ritrovamento <strong>del</strong>la salma <strong>del</strong>l’aviere<br />

Romanini, venne ritrovata la carcassa di un aereo parzialmente<br />

ricoperta di sabbia. Le parti in tela erano scomparse,<br />

la<br />

struttura e il<br />

rivestimento<br />

metallico<br />

lucidati da<br />

anni di tempestose<br />

bufere di ghibli,<br />

l’arma<br />

dorsale<br />

ancora funzionante.<br />

Vennero<br />

recuperati<br />

alcuni oggetti:<br />

due berretti,<br />

un<br />

SIAI S.M. 79<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

giubbotto, un<br />

orologio e diversi<br />

resti umani. Nei<br />

giorni seguenti<br />

venne organizzata<br />

una seconda ispezione<br />

sul sito <strong>del</strong><br />

ritrovamento, per il<br />

recupero dei resti e<br />

<strong>del</strong>le salme.<br />

All’interno <strong>del</strong>la<br />

fusoliera, al posto di<br />

comando, venne<br />

rinvenuto quello<br />

che, presumibilmente,<br />

era il corpo<br />

<strong>del</strong> comandante,<br />

con evidenti segni<br />

di fratture. Altri<br />

resti, impossibili da<br />

identificare, probabilmenteappartenenti<br />

a tre membri<br />

<strong>del</strong>l’e<strong>qui</strong>paggio, si<br />

trovavano sotto<br />

un’ala <strong>del</strong> velivolo e<br />

nei pressi <strong>del</strong> portello<br />

d’accesso.<br />

Secondo ricostruzioni<br />

attendibili,<br />

l’aereo, nel rientrare<br />

dalla missione<br />

con il buio, dopo<br />

aver perduto il contatto<br />

radio con la<br />

torre di controllo,<br />

venne sospinto<br />

fuori rotta da un<br />

forte vento. Finito il<br />

carburante e compiuto<br />

il forzato<br />

Cesare Barro<br />

atterraggio con un violento impatto, che ferì gravemente<br />

e immobilizzò quattro dei sei membri <strong>del</strong>l’e<strong>qui</strong>paggio, il<br />

Romanini, forse in compagna di un altro membro <strong>del</strong>l’e<strong>qui</strong>paggio,<br />

decise di avviarsi in cerca di soccorso verso<br />

Nord. Forse il compagno <strong>del</strong> Romanini morì lungo il percorso<br />

e questi, rimasto solo, compì l’eccezionale, sovrumana<br />

impresa di percorrere circa 90 Km di deserto, finché,<br />

stremato esplose un razzo di segnalazione e morì.<br />

Per ironia <strong>del</strong> caso passò vicino, senza vederlo, a un deposito<br />

di acqua e carburante di “commandos” inglesi che<br />

operavano dietro le linee. E cadde a soli 8 km di distanza<br />

dalla pista di Giarabub, dove allora passavano di frequente<br />

automezzi. I rimanenti membri <strong>del</strong>l'e<strong>qui</strong>paggio erano il<br />

capitano pilota Oscar Cimolini, il tenente di vascello<br />

osservatore Franco Franchi, il maresciallo Cesare Barro,<br />

secondo pilota, il primo aviere motorista Quintilio<br />

Bozzelli e il sergente radiotelegrafista Amorino De Luca.<br />

La salma di Gianni Romanini riposa nella sua Parma.<br />

L’impossibilità di identificare con sicurezza i resti degli<br />

altri membri <strong>del</strong>l’e<strong>qui</strong>paggio indusse le autorità locali e i<br />

funzionari <strong>del</strong> consolato italiano a una sepoltura anonima<br />

nel cimitero italiano di Bengasi e successivamente la traslazione<br />

nel Sacrario dei Caduti d’Oltremare di Bari.<br />

Nel 150° anniversario <strong>del</strong>l’unità d’Italia è doveroso un<br />

ricordo di atti di valore sfortunati, compiuti da chi ha<br />

sacrificato la vita per scriverne le pagine più belle.<br />

Giuseppe Vuxani<br />

(Presidente <strong>del</strong>la Federazione di Trieste)<br />

27


LA GUERRA DI LIBERAZIONE<br />

Ricordi dopo 65 anni dalla fine <strong>del</strong> 2° conflitto Mondiale<br />

Chi vi scrive, data la sua avanzata terza età, ha vissuto<br />

per intero il 2° conflitto mondiale, in divisa grigio-verde,<br />

non come spettatore, sia nella prima<br />

alle autorità<br />

anglo-americane<br />

la<br />

parte che nella seconda parte, per cui ciò che vi dirà non volontà di<br />

è frutto di racconti, letture o immaginazioni, ma è la rie- riscatto degli<br />

vocazione di una realtà veramente vissuta.<br />

italiani, che<br />

In Italia dall'ottobre 1922 il Governo era fascista. Nel volevano<br />

1939 era scoppiato il secondo Conflitto Mondiale tra la partecipare<br />

Germania contro la Russia e le potenze Occidentali attivamente,<br />

(Francia ed Inghilterra). L' Italia il 10 giugno 1940 entrò in con il loro<br />

guerra al fianco <strong>del</strong>la Germania, anch'essa con un valido con-<br />

Governo totalitario: "il Nazismo".<br />

tributo, alla<br />

Dopo 39 mesi di guerra, in cui gli italiani furono impe- liberazione<br />

gnati sui vari fronti <strong>del</strong>la Francia, <strong>del</strong>l'Africa, <strong>del</strong>la Grecia, <strong>del</strong> suolo<br />

degli Stati Balcanici e <strong>del</strong>la Russia, con alterne fortune, patrio, anche<br />

scrivendo ovunque pagine di storia e di gloria, il Gran se già dalla<br />

Consiglio <strong>del</strong> Fascismo, considerando che le vicende bel- sera <strong>del</strong>l'8<br />

liche non ci erano più favorevoli (gli anglo-americani settembre<br />

erano sbarcati in Sicilia), votò la sfiducia a Benito essi avevano<br />

Mussolini causando la caduta <strong>del</strong> Fascismo. Il Re Vittorio dato prova<br />

Emanuele III affidò l'incarico di Capo <strong>del</strong> Governo al di questa<br />

Maresciallo d'Italia Pietro Badoglio che confermò la con- volontà.<br />

tinuazione <strong>del</strong>la guerra al fianco dei tedeschi, mentre in Infatti dob-<br />

segreto trattava la resa.<br />

biamoricor- L'annuncio <strong>del</strong>l'armistizio, o meglio <strong>del</strong>la resa incondidare la difesa<br />

zionata, dato nel tardo pomeriggio <strong>del</strong>l’8 settembre 1943, di Roma da<br />

inaspettato ed improvviso, creò un gran disorientamento<br />

in tutti gli italiani, in particolare in coloro che vestivano<br />

una divisa militare. II Re, con Badoglio ed il Governo,<br />

abbandonata Roma, si era trasferito a Brindisi.<br />

Gli italiani si trovarono allo sbando totale. Ognuno,<br />

autonomamente scelse la via che ritenne in quel momento<br />

più giusta per se. L'improvvisazione l'incertezza e l'assoluta<br />

mancanza di ordini, crearono situazioni allucinanti,<br />

sulle quali le truppe naziste, con la forza, la prepotenza e<br />

l'atrocità di cui erano dotati, ebbero il sopravvento.<br />

Ricordo in particolare l’eccidio di<br />

Cefalonia dei militari <strong>del</strong>la Divisione<br />

“Ac<strong>qui</strong>” che non volle arrendersi, la<br />

deportazione in carri merci piombati<br />

di oltre 600.000 militari italiani<br />

condotti nei famigerati Lager tede-<br />

parte dei<br />

schi di Dachau, Mathausen,<br />

Auschwitz, etc.<br />

Al Centro ed al Nord Italia<br />

sotto occupazione tedesca, molti<br />

militari italiani, per sfuggire alle atrocità,<br />

alle angherie ed alla cattura dei<br />

nazisti che imperavano, trovarono<br />

rifugio sulle montagne, riunendosi<br />

ed organizzandosi in gruppi e poi in<br />

formazioni partigiane che tentarono,<br />

con le loro azioni, di accelerare<br />

l'allontanamento dei nazisti dal<br />

suolo italiano, opponendosi alla<br />

feroce reazione ed ai tanti eccidi:<br />

ricordo in particolare quello <strong>del</strong>le<br />

Fosse Ardeatine a Roma nel marzo<br />

1944 a seguito <strong>del</strong>l'attentato di Via<br />

Rasella.<br />

Le Autorità Italiane iniziarono<br />

l'opera di ricostituzione dei reparti<br />

militari in Puglia, facendo intendere Il Maresciallo Pietro Badoglio<br />

Vittorio Emanuele III°<br />

Granatieri di Sardegna nei giorni dall'8 al 12 settembre<br />

1943, a Porta San Paolo.<br />

Con l’avvicinarsi <strong>del</strong>l'inverno, divenne urgente tagliare<br />

la linea di divisione dei due tronconi, dal Tirreno<br />

all'Adriatico, che passava per Cassino, per la base di<br />

Monte Marrone, e raggiungeva l'Adriatico a Sud di<br />

Ortona a Mare. Gli anglo-americani, diffidenti, avrebbero<br />

gradito una partecipazione italiana solo nelle retrovie e<br />

nei servizi, ma tra tanta diffidenza ed immani difficoltà, fu<br />

costituito il 1° Ragguppamento<br />

Motorizzato che venne impiegato<br />

I'8 dicembre 1943 nella Battaglia di<br />

Montelungo.<br />

Fu un'azione sfortunata, perché<br />

nonostante il valore <strong>del</strong> soldato italiano<br />

ed il notevole contributo di<br />

sangue e di vite umane (tra cui molti<br />

giovani allievi ufficiali dei bersaglieri),<br />

non ci fu il coronamento con un<br />

chiaro successo.<br />

Ciò naturalmente non favorì il<br />

proseguimento. II Generale Dapino<br />

lasciò il Comando <strong>del</strong> 1°<br />

Raggruppamento Motorizzato al<br />

generale Utili, che dovette impegnarsi<br />

fino all'inverosimile per ottenere<br />

ancora la possibilità di dimostrare<br />

quanta volontà, capacità e spirito<br />

di sacrificio albergava negli<br />

animi degli italiani per contribuire<br />

alla liberazione <strong>del</strong> proprio Paese.<br />

Intanto in Puglia si era costituita<br />

una piccola unità di Alpini denominata<br />

"Reparto Esplorante Alpino",<br />

poi ampliata e denominata<br />

Battaglione Alpini " Piemonte", così<br />

28 IL NASTRO AZZURRO


Cefalonia: Monumento<br />

ai martiri <strong>del</strong>la<br />

Divisione Ac<strong>qui</strong><br />

denominato perché il Comandante, Maggiore Alberto<br />

Briatore, era piemontese e la maggior parte degli alpini<br />

proveniva dalla Divisione Taurinense, costituita per la<br />

maggior parte da piemontesi.<br />

Trascorsero alcuni mesi prima che gli anglo-americani<br />

consentissero agli italiani una nuova possibilità. L'azione<br />

assegnata fu l'occupazione di Monte Marrone (mt. 1.800),<br />

che incombeva con le sue pareti calcaree, verticali ed<br />

impervie, ritenute inaccessibili dal lato sud sia dai tedeschi<br />

che dagli anglo-americani, sulla grande unica via di collegamento<br />

tra la 5^ armata USA, dislocata sul fronte<br />

Tirrenico, e I' 8^ Britannica dislocata sul fronte Adriatico.<br />

Era un importante osservatorio di tutta la valle <strong>del</strong><br />

Volturno. Più volte gli anglo-americani avevano tentato<br />

l'occupazione con manovre sui fianchi, ma sempre inutilmente,<br />

perché erano stati respinti.<br />

L'azione, ben preparata, fu affidata agli alpini <strong>del</strong><br />

Battaglione "Piemonte", <strong>qui</strong> portati dalla Puglia e fu eseguita<br />

frontalmente in modo perfetto la notte <strong>del</strong> 31<br />

marzo 1944, raggiungendo la vetta attraverso gli impervi<br />

canaloni, inghiaiati ed innevati, e le pareti rocciose. Vi parteciparono<br />

le tre compagnie <strong>del</strong> Battaglione, ognuna con<br />

il plotone esploratori ed un plotone fucilieri rinforzato.<br />

La 1^ compagnia attaccò la parte centrale, la 2^ a sinistra<br />

e la 3^ a destra, il plotone fucilieri <strong>del</strong>la 3^ compagnia<br />

lo comandava chi vi sta narrando la vicenda. Non vi fu<br />

spargimento di sangue in quanto in quel momento la vetta<br />

non era presidiata. Notevole fu anche il contributo per la<br />

riuscita <strong>del</strong>l'operazione dato dagli Arditi <strong>del</strong> Colonnello<br />

Boschetti e dai Bersaglieri <strong>del</strong> Colonnello Fucci.<br />

Siccome Monte Marrone dal versante Sud di<br />

Castelnuovo era ritenuto inaccessibile, i tedeschi, che stazionavano<br />

su Monte Mare e su Colle <strong>del</strong>l'Altare, non si<br />

avvidero <strong>del</strong>l'occupazione. Il giorno successivo una pattuglia<br />

di sciatori, come loro consuetudine, ignara di quanto<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

era avvenuto, si diresse con tran<strong>qui</strong>llità da Monte Mare su<br />

Monte Marrone, per controllare la vallata, ma trovò gli<br />

alpini che l'attendevano e la annientarono.<br />

Gran risalto fu dato dagli alleati all'operazione, che era<br />

ritenuta quasi impossibile ed il loro stupore divenne<br />

ammirazione la notte di Pasqua <strong>del</strong> 1944, quando i tedeschi,<br />

non accettando lo smacco subito, per aver perso il<br />

controllo di un punto strategico, che non giustificava più<br />

la loro presenza su Monte Mare e Colle <strong>del</strong>l'Altare, decisero<br />

di contrattaccare con truppe preponderanti, specializzate<br />

nella guerra in montagna, per ricon<strong>qui</strong>stare la<br />

vetta. L'attacco fu sferrato la notte di Pasqua (10 aprile)<br />

sulle posizioni <strong>del</strong>la<br />

1^ Compagnia. La<br />

situazione per noi<br />

divenne disperata: il<br />

combattimento fu<br />

aspro e cruento. I<br />

tedeschi avevano<br />

raggiunte le nostre<br />

postazioni, ma l'ordine<br />

di far intervenire<br />

gli uomini <strong>del</strong>la<br />

3^ compagnia, che<br />

operava sul lato<br />

destro, fu determinante.<br />

L'attacco fu<br />

respinto, i tedeschi<br />

ripiegarono lasciando<br />

sul terreno<br />

uomini ed armi.<br />

Il generale Utili,<br />

in un Ordine <strong>del</strong><br />

Giorno che stigma-<br />

Il Principe Umberto II<br />

29


Il borgo borgo medievale medievale di<br />

Mignano Mignano Montelungo<br />

Montelungo<br />

tizzava l'operazione, disse: "Ragazzi in piedi perché questa<br />

è l'aurora di un giorno migliore".<br />

Gli anglo-americani, dopo tali prove, ebbero la certezza<br />

<strong>del</strong>la solidità e <strong>del</strong>la validità <strong>del</strong>la collaborazione operativa<br />

attiva, per cui accordarono fiducia e consentirono<br />

l’aumento <strong>del</strong> contingente operativo italiano. Il 1°<br />

Raggruppamento Motorizzato, l’8 aprile, fu trasformato in<br />

C.I.L. (Corpo Italiano di Liberazione), con l'inserimento<br />

dei paracadutisti <strong>del</strong>la "Nembo" e dei due battaglioni di<br />

marinai di terra: il "Bafile" ed il "Grado". Così la partecipazione<br />

italiana non fu più episodica ma costante e a largo<br />

respiro.<br />

A fine maggio <strong>del</strong> 1944, dopo un'azione vittoriosa che,<br />

partita da Monte Marrone e Colle <strong>del</strong>l'Altare, passando<br />

per Monte Mare e Balzo <strong>del</strong>la Cicogna, raggiunse la<br />

Madonna <strong>del</strong> Canneto e attraverso la Valle <strong>del</strong> Canneto,<br />

sotto Monte Petroso, portava ad Opi che, con la caduta<br />

di Cassino, apriva la strada per raggiungere Roma che<br />

doveva essere liberata dagli anglo-americani, il CIL venne<br />

trasferito sul settore Adriatico alle dipendenze <strong>del</strong>l’8^<br />

Armata britannica.<br />

Al C.I.L. fu assegnato un ampio settore per proseguire<br />

l'avanzata da Ortona a Mare fino alla linea Gotica,<br />

attraverso Orsogna, Guardiagrele, Chieti, l'A<strong>qui</strong>la, Ascoli<br />

Piceno, Filottrano, Cingoli, Jesi, Pesaro, Urbino. Furono<br />

incontrate notevoli resistenze sul fiume Musone, a<br />

Filottrano e sul fiume Esino, tutte tendenti a ritardare la<br />

caduta di Ancona. II 20 Luglio 1944 il Battaglione Alpini<br />

Piemonte entrò in Jesi.<br />

Con la sosta invernale, raggiunta la linea Gotica, le<br />

truppe italiane furono ritirate dal fronte, ricostituite e trasformate<br />

in Gruppi da Combattimento, con ulteriori<br />

aumenti dei contingenti operativi, attrezzate<br />

con vestiario ed armamento alleato ed impiegate<br />

di nuovo nella primavera <strong>del</strong> 1945 sul<br />

fronte dalla Linea Gotica fino alla completa<br />

liberazione <strong>del</strong>l'Italia.<br />

Altre pagine di storia e di gloria furono<br />

scritte nell'avanzata da Ortona a Mare al<br />

Nord, con altro sangue versato ed altri<br />

Caduti, tra i quali voglio ricordare il figlio <strong>del</strong>l'allora<br />

Ministro <strong>del</strong>la Guerra Alessandro<br />

Casati, il Sottotenente dei Granatieri Alfonso<br />

Casati, in forza al Battaglione "Bafile", Caduto<br />

il 9 agosto 1944 a Corinaldo (AN).<br />

Nonostante i rovesci, le amarezze, gli avvenimenti<br />

poco chiari, le perplessità e le difficoltà,<br />

il ricordo dei tanti Caduti lasciati sui<br />

campi di battaglia <strong>del</strong>la Francia, <strong>del</strong>la Grecia,<br />

<strong>del</strong>l'Africa, dei Balcani e <strong>del</strong>la steppa Russa, un<br />

30 IL NASTRO AZZURRO


sentimento era rimasto integro in noi, ci univa e ci affratellava:<br />

"l'amore per la nostra Patria, l'amore per il nostro<br />

Tricolore".<br />

Il contributo dato dalle Forze Armate Regolari<br />

(Esercito, Marina e Aeronautica), unitamente a quello<br />

<strong>del</strong>le formazioni partigiane, operanti nell'Italia occupata<br />

dalla truppe germaniche, ha avuto un notevole peso nella<br />

valutazione a fine guerra: la nostra Patria aveva finalmente<br />

ricon<strong>qui</strong>stato il suo prestigio di fronte agli anglo-americani<br />

ed al mondo intero.<br />

Non a caso il periodo storico <strong>del</strong>la Resistenza (settembre<br />

1943 - aprile 1945) sulla quale è stata fondata fa<br />

nostra Repubblica libera e democratica, è stato definito il<br />

Secondo Risorgimento Italiano.<br />

In realtà, l'Italia è stata liberata dalle Forze anglo-americane,<br />

nelle quali, dopo l'8 settembre 1943 si sono inserite<br />

le Forze Armate Italiane, con oltre 530.000 uomini.<br />

Ad essi hanno aggiunto il proprio contributo i 600.000<br />

prigionieri nei lager nazisti, mentre nelle zone <strong>del</strong> Centro-<br />

Nord le formazioni partigiane, calcolate in circa 80.000<br />

uomini, hanno contribuito notevolmente, con la loro attività,<br />

ad allentare la presa <strong>del</strong>le truppe naziste. Non dobbiamo<br />

dimenticare che per la Resistenza sono caduti<br />

86.000 giovani italiani.<br />

Oggi possiamo, con grande soddisfazione, constatare<br />

che tutti i sacrifìci, le privazioni, il sangue versato e le vite<br />

umane dei nostri giovani donate sui campi di battaglia,<br />

hanno avuto il loro premio, perché la nostra bella Italia è<br />

indivisibile, indipendente, democratica e ben inserita nel<br />

complesso Europeo.<br />

Mi piace ricordare alcune attestazioni fatte a fine conflitto:<br />

1) Messaggio di Umberto di Savoia ai combattenti<br />

<strong>del</strong>la guerra di Liberazione: "Allorché tutto sembrava perduto.<br />

Voi mostraste cosa possono l'amore per la Patria e la fede<br />

nel suo avvenire. E con il vostro eroismo avete arricchito l'epopea<br />

italica di nuove gesta.”<br />

2) Messaggio <strong>del</strong> generale USA Mae Grey: "Tutti i volon-<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

tari hanno svolto i compiti loro affidati con coraggio ed abnegazione,<br />

si sono battuti sulle montagne <strong>del</strong>l'Abruzzo e nel settore<br />

Adriatico, ed hanno saputo dimostrare quali siano gli ideali<br />

e la tempra degli italiani."<br />

3) Dalla lettera <strong>del</strong> generale W. Mare Giare: "Tengo a<br />

farvi sapere che noi americani siamo sempre riconoscenti per<br />

la parte che le truppe ed i partigiani italiani hanno avuto nel<br />

conseguimento <strong>del</strong>la vittoria finale alleata in Italia."<br />

4) Dal generale Alexander, comandante in capo <strong>del</strong>le<br />

Armate alleate in Italia: "Durante tutto lo scorso inverno<br />

avete combattuto valorosamente e ucciso molti tedeschi. Forse<br />

siete <strong>del</strong>usi perché non abbiamo avanzato più rapidamente,<br />

ma io, e coloro che sanno, ci rendiamo conto di come stupendamente<br />

voi avete combattuto, contro ostacoli quasi insuperabili<br />

in una guerra su montagne rocciose e scoscese, coperte di<br />

neve, ed in vallate interrotte da fiumi e dal fango, contro un<br />

nemico agguerrito. Vi siete guadagnati l'ammirazione <strong>del</strong><br />

mondo e la gratitudine dei nostri alleati russi."<br />

Siccome un popolo rileva la propria identità nel<br />

mondo dal modo in cui si insegna la storia ai propri giovani,<br />

noi raccomandiamo ad essi ed alle future generazioni<br />

di non dimenticare mai gli eroismi, i sacrifìci fatti, la<br />

dedizione e l'amore dimostrato dai loro predecessori<br />

verso la nostra Patria e li invitiamo a seguire il loro esempio,<br />

operando con profitto e con amore per il suo benessere<br />

ed essere sempre più orgogliosi di essere Italiani.<br />

Ten. Col. Comm. Giovanni Corvino<br />

(Presidente <strong>del</strong>la Federazione di Foggia)<br />

Giovanni Corvino, con il grado di sottotenente degli<br />

Alpini, ha partecipato alla campagna di Russia con la<br />

Divisione "Julia" Brig. "Val Cismon". È stato ferito in combattimento<br />

e Decorato di Medaglia di Bronzo al V.M.<br />

Dopo l’8 settembre , dal Nord è sceso al Sud e con il Btg.<br />

Alpini "Piemonte" ha partecipato alla Guerra di<br />

Liberazione ed è stato Decorato di altra Medaglia di<br />

Bronzo al V.M.<br />

31


Dal diario di un reduce d’Africa: “Sapevo che compito mio era: combattere, obbedire e forse morire.” Africa Settentrionale 1941:<br />

l’Esercito Italiano, sfondate le linee britanniche, penetra in Egitto. Questo attacco vittorioso suscita la reazione degli inglesi<br />

che sferrano una potente controffensiva che li porta alla con<strong>qui</strong>sta di tutta la Cirenaica. Le nostre unità si raggruppano nel<br />

deserto <strong>del</strong>la Sirte, contrastando tenacemente l’avanzata nemica. Tra le tante battaglie sostenute in quella circostanza spicca la difesa<br />

<strong>del</strong> Forte di Giarabub, strenuamente difeso per 110 giorni dalle soverchianti forze nemiche, al canto di “Qui nessuno ritorna indietro,<br />

non si cede neppure un metro, se la morte non passerà”.<br />

Sono ormai fatti lontani, sconosciuti ai più, in particolare alle nuove generazioni che nulla conoscono <strong>del</strong> valore, <strong>del</strong>l’ardimento,<br />

<strong>del</strong>lo spirito, che animava i giovani di allora. Esempi ai quali i giovani di oggi dovrebbero ispirarsi per avere un punto di riferimento,<br />

una fonte di virtù, di ideali ai quali attingere e ritrovare l’amor di Patria, l’orgoglio di essere italiani! Rivivono in questi ricordi coloro<br />

che, compiendo il proprio dovere di soldati, scrissero, con il loro eroismo e con il loro sangue, pagine di storia che si è trasformata<br />

in leggenda!<br />

Uomini disposti a tutto, che eroicamente difesero le posizioni con sprezzo <strong>del</strong> pericolo, con onore, dimostrando al mondo intero<br />

il valore <strong>del</strong> soldato italiano. È segno non di nobiltà d’animo ma di riprovevole ingratitudine, disconoscere e dimenticare oggi il<br />

loro sacrificio. Sacrificio sublime <strong>del</strong>la vita offerta alla Patria da soldati che compirono in umiltà il loro dovere di italiani, al di fuori e<br />

al di sopra di ogni ideologia politica.<br />

Io da soldato, ricordo le vicende di quei soldati coraggiosi, che non volevano cedere. Le dune, il deserto, il sangue. Tale fu il loro<br />

eroismo da ispirare una canzone che ancora oggi cantiamo con rispetto e che ricorda l’onore, il senso <strong>del</strong> dovere, l’abnegazione dei<br />

nostri soldati in terra d’Africa. A più di mezzo secolo, dedico a quegli eroi, al loro comandante Castagna, a tutti i caduti sotto il cielo<br />

africano, questa dolce struggente melodia, che ricorda e si snoda come una preghiera. In ginocchio pellegrino, son le voci di Giarabub,<br />

segniamoci con la croce e sull’attenti e ascoltiamo in silenzio il sussurro degli eroi.<br />

Roberto Stocchi<br />

Questo è un altro dei numerosi articoli che il tenente alpino R.O. Roberto Stocchi ha inviato in redazione e che ancora doveva essere pubblicato<br />

quando l’autore ha lasciato questa terra. Lo pubblichiamo postumo, come faremo ancora per gli altri pezzi da lui inviati. Rimaniamo vicini<br />

alla famiglia di Roberto nel ricordo <strong>del</strong> loro caro.<br />

LA CANZONE DI GIARABUB<br />

Inchiodata sul palmeto<br />

veglia immobile la luna.<br />

A cavallo <strong>del</strong>la duna sta l’antico minareto.<br />

S<strong>qui</strong>lli, macchine, bandiere, scoppi, sangue<br />

dimmi tu che succede cammelliere?<br />

È la saga di Giarabub!<br />

Ritornello:<br />

Colonnello non voglio pane;<br />

dammi piombo pel mio moschetto<br />

c’è la terra <strong>del</strong> mio sacchetto<br />

che per oggi mi basterà<br />

Colonnello, non voglio acqua;<br />

dammi il fuoco distruggitore;<br />

con il sangue di questo cuore<br />

la mia sete si spegnerà<br />

Colonnello, non voglio il cambio<br />

GIARABUB: UN’EPOPEA!<br />

<strong>qui</strong> nessuno ritorna indietro<br />

non si cede neppure un metro<br />

se la morte non passerà.<br />

Spunta già l’erba novella<br />

dove il sangue scese a rivi.<br />

Quei fantasmi in sentinella<br />

sono morti o sono vivi?<br />

E chi parla a noi vicino?<br />

Cammelliere non sei tu?<br />

In ginocchio pellegrino<br />

son le voci di Giarabub<br />

Colonnello non voglio encomi<br />

sono morto per la mia terra<br />

ma la fine <strong>del</strong>l’Inghilterra<br />

incomincia da Giarabub!<br />

LA RESISTENZA DI GIARABUB<br />

N.B. Da uno scritto con ricerca storica <strong>del</strong>la Signora Mirella<br />

Bordin.<br />

Nel corso <strong>del</strong>la prima controffensiva inglese in Libia, nell’inverno 1940-41, Giarabub veniva circondata dagli avversari. Il presidio<br />

<strong>del</strong>l’oasi, al comando <strong>del</strong> Tenente Colonnello Castagna, era costituito da soldati italiani e da ascari eritrei, per un totale iniziale<br />

di circa 1.300 uomini che, ancora dopo oltre tre mesi, rifiutavano di arrendersi. Quasi in coincidenza con l’inizio <strong>del</strong>la nuova<br />

offensiva italo-tedesca, il 17 marzo 1941 il generale Rommel faceva pervenire ai difensori un messaggio così formulato: “Invio i<br />

sensi <strong>del</strong>la mia stima ed ammirazione agli eroici difensori <strong>del</strong>l’oasi di Giarabub.<br />

Continuate a lottare strenuamente, fra pochissime settimane saremo da voi”. Per quanto<br />

rapida, l’avanzata italo-tedesca non avrebbe comunque raggiunto in tempo l’oasi:<br />

l’ultimo attacco alle difese estreme sarebbe stato sferrato dagli inglesi il 20<br />

marzo, le posizioni italiane sarebbero state praticamente distrutte e occupate il 21<br />

marzo. Il tenente colonnello Castagna veniva gravemente ferito e ricoverato in un<br />

ospedale da campo britannico; divenuto in Italia a sua insaputa una figura leggendaria,<br />

Decorato al Valore, avrebbe trascorso in India gli anni <strong>del</strong>la prigionia. Dopo<br />

oltre sei decenni, i resti <strong>del</strong>le modeste fortificazioni italiane e <strong>del</strong>le abitazioni in<br />

rovina <strong>del</strong>l’antica Giarabub sono abbandonati, una nuova cittadina è sorta accanto<br />

all’oasi. Verso nord, parallelamente al confine, rimane in buono stato il reticolato<br />

che dalla costa raggiungeva Giarabub, esteso per bloccare nei primi anni ’30 i<br />

rifornimenti ai ribelli Senussiti. Sull’intonaco di un muro residuo <strong>del</strong>la casermetta<br />

dei Reali Carabinieri, fra i segni innumerevoli lasciati dai proiettili, si legge ancora<br />

la scritta: “Nei secoli fe<strong>del</strong>e”.<br />

32 IL NASTRO AZZURRO


UN’INTERESSANTE ESERCITAZIONE IN PIENA GUERRA<br />

Ècertamente sconosciuto a molti quanto è avvenuto,<br />

non ricordo bene se alla fine <strong>del</strong>l'anno 1942 oppure<br />

all'inizio <strong>del</strong> 1943, nell'italianissima Istria, purtroppo<br />

ora sotto la sovranità croata. Proveniente dall'Aeroporto<br />

di Augusta (Sicilia), il 18 aprile 1942 ero stato assegnato<br />

alla 149^ Squadriglia Ricognizione Marittima, dislocata<br />

presso l'idroscalo di Puntisella (Pola), poco lontana<br />

dall'Aeroporto terrestre di Alture.<br />

La zona, vicina al confine, pullulava di gruppi partigiani<br />

slavi, meglio conosciuti come "titini", dal nome <strong>del</strong> loro<br />

comandante, il Maresciallo Tito, i quali, sistematicamente,<br />

effettuavano sabotaggi ad installazioni militari italiane; per<br />

questi motivi il Comando Aeroporto aveva organizzato<br />

una difesa militare affidata a tutto il personale <strong>del</strong>la Base<br />

Aerea. Tale servizio era denominato "anticampo".<br />

L'intervento avveniva su "Allarme", ogni plotone doveva<br />

raggiungere una determinata località e doveva presidiarla.<br />

Lo scopo era di prevenire sabotaggi alle installazioni ed ai<br />

velivoli ancorati alla fonda. Io, ero stato incaricato <strong>del</strong><br />

comando di uno di questi plotoni.<br />

Periodicamente, per l'addestramento <strong>del</strong> personale<br />

partecipante, venivano effettuati falsi allarmi che, dopo<br />

poco tempo, venivano annullati. In quel periodo si stavano<br />

addestrando nella zona gruppi di Arditi sabotatori italiani<br />

che si sarebbero dovuti paracadutare in località<br />

nazionali occupate dal nemico. Per sondare la loro preparazione<br />

è stato ideato di impiegarli per attaccare le<br />

nostre installazioni Aeroportuali. Con questo intervento<br />

avrebbero collaudato le nostre difese e la loro preparazione.<br />

La prima operazione sarebbe stata effettuata contro<br />

l'Aeroporto terrestre di Alture.<br />

Il Comandante degli Arditi aveva fatto riunire il personale<br />

militare di tale Aeroporto per spiegare i criteri che<br />

sarebbero stati usati per il sabotaggio.<br />

In realtà quanto è avvenuto ha stupito tutti. Un numero<br />

imprecisato di arditi ha bloccato, sulla statale, fra la<br />

città di Pola e Alture, l'autobus che riportava in campo gli<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

ufficiali e sottufficiali che si erano recati in permesso serale<br />

in città: solo l'autista era armato. Fermare l'autobus,<br />

disarmare l'autista, intimare agli occupanti di scendere a<br />

terra, lasciando il cappotto ed il berretto sul sedile, è<br />

stato un gioco da bambini. Il resto è facilmente intuibile;<br />

gli arditi, dopo avere indossato gli indumenti trovati sui<br />

sedili, si sono seduti nei posti lasciati liberi, ordinando<br />

all'autista di proseguire verso l'Aeroporto, mentre coloro<br />

che erano scesi a terra venivano inquadrati e scortati<br />

verso il campo.<br />

All'ingresso, il militare addetto al controllo, ignaro di<br />

quanto era avvenuto, lasciava entrare l'automezzo senza<br />

sospetto. Non appena superato il cancello d'ingresso, fu<br />

facile catturare l'Ufficiale di picchetto e tutto il personale<br />

di servizio <strong>del</strong> corpo di guardia. Mentre il capitano degli<br />

arditi si recava nell'alloggio <strong>del</strong> Comandante <strong>del</strong>la Base<br />

per comunicargli il felice esito <strong>del</strong>la sua missione, gli altri<br />

arditi, sparsi dovunque, sanzionavano l'operazione di<br />

sabotaggio.<br />

Dopo qualche tempo è stato effettuato l'attacco su<br />

"Puntisella" ma questa volta i sabotatori non sono riusciti<br />

a penetrare in Aeroporto. La sentinella, a guardia di un<br />

settore <strong>del</strong> recinto aeroportuale, si accorgeva <strong>del</strong> tentativo<br />

di apertura di un varco nella rete e dava il segnale di<br />

all'erta. Le squadre anticampo, accorse rapidamente, catturavano<br />

tutti gli incursori, compresi coloro che stavano<br />

raggiungendo in barca i velivoli alla fonda. L'azione di<br />

sabotaggio era fallita!<br />

È evidente che in una finta guerra non si può fare uso<br />

<strong>del</strong>le armi. La cattura <strong>del</strong> sabotatore viene determinata<br />

dalla semplice sua scoperta.<br />

Finisce così il mio racconto di un evento interessante<br />

per il periodo nel quale si è svolto e che rasenta quasi l'incredibile.<br />

Antonio Di Girolamo<br />

(Presidente <strong>del</strong>la Federazione di Cagliari)<br />

Il Cant Z. 501 “Gabbiano”<br />

33


NOTIZIE IN AZZURRO - NOTIZIE IN AZZURRO<br />

215° ANNIVERSARIO DEL TRICOLORE REGGIO<br />

EMILIA<br />

Il Presidente <strong>del</strong> Consiglio, sen. Mario Monti, ha presenziato il 7 gennaio<br />

2012 alla celebrazione <strong>del</strong> 215° Anniversario <strong>del</strong> Tricolore svoltasi a Reggio<br />

Emilia. Alla cerimonia ha partecipato il 7° Reggimento Aviazione<br />

<strong>del</strong>l'Esercito "Vega" di Rimini con il proprio stendardo, una compagnia di formazione<br />

interforze e il plotone in rappresentanza <strong>del</strong>l'Esercito Italiano.<br />

Nella foto, vengono resi gli Onori al Presidente Monti prima <strong>del</strong> passaggio<br />

in ressegna allo schieramento.<br />

Vengono resi gli Onori al<br />

Presidente <strong>del</strong> Consiglio<br />

L'ULTIMO PAESE NEL MONDO AD ESSERE COSTI-<br />

TUITO RENDE IL BANDO DELLE MINE DI TERRA IL SUO PRIMO IMPEGNO INTER-<br />

NAZIONALE<br />

Ginevra, 11 novembre - La Repubblica <strong>del</strong> Sud Sudan è diventato il 158° Stato Parte <strong>del</strong> Trattato di Ottawa (messa al bando<br />

<strong>del</strong>le mine antiuomo), solo cinque mesi dopo la dichiarazione <strong>del</strong>l'indipendenza. Nel depositare il documento di accesso<br />

presso le Nazioni Unite a New York, il Sud Sudan ha fatto di questo trattato il suo primo accordo internazionale vincolante<br />

da quando è diventato una nazione indipendente nel luglio 2011. Alla fine <strong>del</strong> 2010, nel Sud Sudan sono state registrate<br />

almeno 4.283 vittime di mine e residuati bellici esplosivi, ma il numero reale potrebbe essere molto più alto a causa<br />

<strong>del</strong>la mancata denuncia di molti casi. In quanto Stato parte <strong>del</strong> Trattato di Ottawa, il Sud Sudan deve distruggere tutte le<br />

sue scorte, sminare la terra contaminata e fornire assistenza ai sopravvissuti e alle comunità colpite da questa arma indiscriminata.<br />

GREEN BUILDING ECONOMY - 1° RAPPORTO DI KYOTO CLUB - 16 DICEMBRE,<br />

MILANO<br />

L'economia <strong>del</strong>l'efficienza energetica e le energie rinnovabili appaiono come i settori su cui iniziare a ricostruire una prospettiva<br />

di innovazione e sviluppo per l’economia italiana, è quanto sembra essere evidenziato dal Primo rapporto di Kyoto<br />

Club sulla green economy nei settori <strong>del</strong>l'edilizia e <strong>del</strong>l'energia avvenuto il 16 dicembre a Milano presso Assimpredil ANCE.<br />

Con il solo incentivo <strong>del</strong> recupero sull’IRPEF <strong>del</strong> "55%" di quanto speso, gli interventi di efficientamento sugli edifici esistenti<br />

hanno sviluppato un consistente volume di affari, creando nuovi posti di lavoro "green". Nel frattempo, il nostro<br />

Paese è diventato uno dei principali mercati mondiali per le tecnologie di produzione energetica da fonti rinnovabili.<br />

Una realtà composita ma di grande interesse, che per la prima volta viene ritratta in numeri e parole nel rapporto messo<br />

a punto dal “Gruppo di lavoro sull'efficienza energetica di Kyoto Club”. L'andamento <strong>del</strong> mercato e <strong>del</strong>la produzione, i<br />

trend di sviluppo, le criticità normative e tecniche sono gli aspetti che emergono in questo inedito check-up <strong>del</strong> principale<br />

settore <strong>del</strong>la green economy italiana. L'immagine che ne emerge va decisamente in controtendenza rispetto a quella più<br />

accreditata di un Paese fermo se non prossimo alla recessione.<br />

70° ANNIVERSARIO DELL’IMPRESA DI LUIGI DURAND DE LA PENNE<br />

Il 19 dicembre u.s. è ricorso il 70° anniversario <strong>del</strong>l’impresa svoltasi nella notte <strong>del</strong> 19 dicembre 1941, quando il tenente<br />

di vascello Luigi Durand de La Penne comandava i tre mezzi d' assalto <strong>del</strong>la decima flottiglia Mas che forzarono la rada di<br />

Alessandria, affondandovi le corazzate britanniche Valiant e Queen Elizabeth (31.000 tonnellate) e la petroliera Sagona, e<br />

danneggiando il cacciatorpediniere Jervis.<br />

CON BLU ORIGIN TURISMO SPAZIALE A COSTO ACCETTABILE<br />

Il progetto Blue Origin sembra essere la promessa per il turismo spaziale a basso costo: decollo ed atterraggio verticale,<br />

tre minuti di assenza di peso ad un'altezza di oltre 100 km dalla superficie terrestre,<br />

ed una sponsorizzazione NASA che apre molte porte.<br />

Il mezzo in questione si chiama New Shepard, finanziato in parte dalla NASA<br />

(3,7 milioni di dollari) e in parte anche da Jeff Bezos, fondatore di<br />

Amazon.com. L'intento <strong>del</strong>la NASA, già confermato, è quello di utilizzare voli<br />

commerciali per lo spazio per portare in orbita i propri astronauti, soprattutto<br />

dopo che l’accordo con i russi per l’utilizzo <strong>del</strong>la navetta Soyuz per raggiungere<br />

la Stazione Internazionale è in scadenza e si prevede che i prezzi poi<br />

aumenteranno, la NASA vuole assolutamente un'alternativa futura sulla quale<br />

contare.<br />

Il New Shepard consisterà in una capsula pressurizzata montata su un modulo<br />

propulsivo in grado di trasportare astronauti ed attrezzature scientifiche ad<br />

una quota di 120 km. Dopo due minuti e mezzo di accelerazione, il velivolo<br />

seguirà una traiettoria quasi verticale, per poi rientrare nella stessa maniera<br />

attraverso i razzi propulsivi, utilizzati per frenarne il rientro nell'atmosfera e<br />

l'atterraggio al suolo. E, in caso di anomalie, la capsula <strong>del</strong>l'e<strong>qui</strong>paggio si può<br />

separare dal modulo propulsivo, rientrando individualmente frenata da un<br />

paracadute e rimanendo utilizzabile in futuro.<br />

34 IL NASTRO AZZURRO


Come Presidente <strong>del</strong>la Federazione Provinciale di<br />

Bergamo <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> fra<br />

Combattenti Decorati al Valor Militare voglio<br />

ricordare la figura di Arbace Mazzoleni, nostro presidente<br />

Onorario, che per molti anni è stato socio e Presidente<br />

<strong>del</strong>la Federazione di Bergamo.<br />

Da Lui mi fu richiesta la disponibilità a candidarmi<br />

come Suo successore alla Presidenza <strong>del</strong>la Federazione.<br />

Accettai. Fui eletto ma volli che Egli accettasse la carica di<br />

Presidente Onorario oltre che di Consigliere.<br />

Arbace Mazzoleni, classe 1916. Ten. Col. dei<br />

Carabinieri (nel Ruolo d’Onore), combattè sul fronte<br />

<strong>del</strong>l’Africa Settentrionale, ove fu anche ferito e fu<br />

Decorato di Croce di Guerra al V.M..<br />

Chiaro antifascista, socialista sin dalla gioventù, avvocato<br />

di grande professionalità e zelo, cultore <strong>del</strong>la lingua<br />

latina e di Dante, amante <strong>del</strong>le Arti e particolarmente<br />

<strong>del</strong>la Musica (fu per molti anni presidente <strong>del</strong>la Società<br />

<strong>del</strong> Quartetto), esteta, fu Consigliere Comunale ed<br />

Assessore <strong>del</strong> Comune di Bergamo, gli fu conferita la<br />

Medaglia d’Oro, quale Cittadino Benemerito <strong>del</strong>la Città<br />

dei Mille.<br />

Circa 35 anni or sono, quando vivevo e lavoravo a<br />

Brescia e a Darfo Boario, iniziai con Lui un rapporto professionale<br />

epistolare. Poi, trasferitomi a Bergamo, Lo<br />

conobbi personalmente e così nacque un’amicizia ed una<br />

stima reciproca interrotta soltanto dalla Sua dipartita.<br />

Al di là <strong>del</strong> lavoro, ci unì l’affinità culturale, la passione<br />

per il Latino, per la Storia con la lettera maiuscola e per<br />

le storie e le esperienze <strong>del</strong>la vita che Egli raccontava,<br />

proponendo la discussione con signorile humor e iniziando<br />

invariabilmente con : “…Le parlo di circa ottanta anni<br />

fa…”.<br />

Fra i tanti episodi di vita vissuta in pace ed in guerra,<br />

ricordo quello che mi raccontò, da eccellente cacciatore<br />

quale era.<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

AZZURRI CHE SI FANNO ONORE<br />

Nel 1942, in piena seconda Guerra Mondiale, era<br />

accasermato a Barce, in Africa Settentrionale e, talvolta,<br />

approfittando di qualche breve periodo di stasi <strong>del</strong>le operazioni<br />

militari, anche per variare il menù di caserma,<br />

andava a caccia di tortore sparando con il fucile ’91.<br />

Incredibile, ma centrava spesso i bersagli!<br />

Mi è caro rammentare un altro episodio significativo.<br />

Egli, sappiamo già, si trovava in Cirenaica col grado di<br />

Tenente dei Regi Carabinieri. Il compito vitale assegnato<br />

era di proteggere, sia dalle incursioni degli inglesi ed in<br />

particolare dei Commandos <strong>del</strong> LRDG, sia dai predoni<br />

arabi, le vie di comunicazione (i Trigh – piste - e la famosa<br />

Via Balbia) <strong>del</strong>l’Armata Italo Tedesca. Infatti lungo tale<br />

Via e tali piste il Comando Superiore <strong>del</strong>le Forze Armate<br />

<strong>del</strong>l’Africa Settentrionale con l’Intendenza organizzavano,<br />

utilizzando anche autocarri civili re<strong>qui</strong>siti, il trasporto dei<br />

rifornimenti, soprattutto acqua, viveri, munizioni e carburanti,<br />

per la “prima linea” e per i reparti avanzanti in<br />

Marmarica verso l’Egitto. Lì, fra quei reparti, c’era a combattere<br />

anche mio Padre. Per questo, durante le conversazioni,<br />

le rievocazioni dei racconti e dei ricordi di guerra,<br />

ho spesso pensato di aver incontrato uno degli “Angeli<br />

Custodi” che proteggeva e garantiva la vita “in linea” di<br />

mio padre e <strong>del</strong>lo schieramento <strong>del</strong>le sue truppe.<br />

Era, Arbace Mazzoleni, un personaggio di alta caratura<br />

morale ed intellettuale, un Uomo che ha lasciato memoria<br />

in chi lo ha conosciuto.<br />

Io lo ebbi sempre come amicale punto di riferimento<br />

e saggio consigliere.<br />

L’ “<strong>Azzurro</strong>” Arbace Mazzoleni vive e vivrà nel cuore<br />

di quanti ebbero la fortuna di conoscerLo. Perciò non<br />

mancherà all’appello: Mazzoleni Arbace? Presente!<br />

Bergamo, 23 gennaio 2012<br />

Dott. Vito Mirabella<br />

(Presidente <strong>del</strong>la Federazione di Bergamo)<br />

MAURO CONTÒ, nato il 18 settembre 1918 e deceduto l’11 febbraio 2002. Partito volontario in guerra il 10 giugno 1940 e<br />

rientrato il 10 gennaio 1944, fu aviere scelto motorista nel 132° Gruppo autonomo aerosiluranti comandato dal leggendario<br />

Capitano Carlo Emanuele Buscaglia, su velivoli SM79, detto dai marinai inglesi “ Il gobbo maledetto “ per la forma <strong>del</strong>la torretta<br />

superiore dov’erano posizionate due mitragliatrici.<br />

I “Gobbi Maledetti”, per attaccare le navi britanniche con i siluri, dovevano volare a bassissima quota ed a breve distanza<br />

dagli obiettivi, esponendosi al temibile fuoco contraereo. L’aviere Mauro Contò era a bordo degli S79 che misero fuori uso<br />

gli incrociatori pesanti Kent, Liverpool e Glasgow e affondarono numerose navi mercantili.<br />

L'impresa più bella di Mauro Contò fu quella <strong>del</strong> 13 ottobre 1941, a bordo <strong>del</strong> velivolo <strong>del</strong><br />

ten. Giulio Cesare Graziani, quando sganciarono il siluro contro la corazzata “Barham”<br />

volando più basso <strong>del</strong>l’albero <strong>del</strong>la nave e, successivamente, si portarono all’attacco <strong>del</strong>la<br />

“Queen Elizabeth” arrecandole numerosissimi danni. Per le numerose missioni sui “Gobbi<br />

Maledetti”, Mauro Contò fu insignito di cinque alti riconoscimenti: Croce al Valor Militare,<br />

azione <strong>del</strong> 9 luglio 1940; Medaglia di Bronzo al Valor Militare nel Cielo <strong>del</strong> Mediterraneo<br />

Orientale, il 13 ottobre 1941; Medaglia d’Argento al Valor Militare il 15 novembre 1941;<br />

Croce al Valor Militare il 14-15 giugno 1942; Medaglia di Bronzo al Valor Militare l’8 novembre-10<br />

dicembre 1942.<br />

Al ritorno dalla guerra entrò a far parte <strong>del</strong> Corpo <strong>del</strong>la Polizia Municipale di Bisceglie<br />

fino al 1978, anno <strong>del</strong>la sua pensione da vigile urbano.<br />

Fu Presidente <strong>del</strong>la Sezione di Bisceglie <strong>del</strong> “<strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>" e, essendo un fervente cattolico<br />

praticante, fu Presidente <strong>del</strong>l’Associazione “Madonna <strong>del</strong>l’Altomare” presso la<br />

Parrocchia San Silvestro; fu nel 1990 uno dei fondatori <strong>del</strong>la Cooperativa Sociale “Uno Tra<br />

Noi”, nata per incentivare le abilità espressive-cognitive, una maggiore socializzazione e la<br />

possibilità di vivere una vita più attiva e partecipe, dei ragazzi disabili ultrasedicenni; e nel<br />

1998 tra i fondatori <strong>del</strong>l’associazione “Pegaso”, onlus formata da genitori di persone con<br />

disabilità che si erano proposti il progetto di una casa alloggio dove gli utenti disabili potessero<br />

vivere la sfera <strong>del</strong>le autonomie e relazioni in un contesto simile a quello famigliare.<br />

È stato uomo retto, coniuge esemplare, padre mo<strong>del</strong>lo, nonno affettuoso.<br />

35


PARLIAMONE ANCORA<br />

Egr. Gen. Antonio Daniele,<br />

Direttore Responsabile <strong>del</strong><br />

periodico "Il <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>",<br />

Le invio una poesia con la<br />

preghiera di pubblicarla, nel<br />

nostro periodico, se possibile e<br />

la ritiene utile. La poesia tratta<br />

<strong>del</strong>l'emigrazione e <strong>del</strong>l'integrazione<br />

ed è volta a porre in evidenza<br />

le tematiche, che ancora<br />

in fase iniziale affronta il nostro<br />

3° Risorgimento: i diritti Civili di<br />

tutti i Cittadini <strong>del</strong> Mondo. 3°<br />

Risorgimento che ci vede impegnati<br />

in prima linea in tante parti<br />

<strong>del</strong> Mondo e nella nostra stessa Italia per superare le difficoltà<br />

che si frappongono alla "pace nel mondo", alla fame nel mondo,<br />

al diritto allo studio e alla salute e alle tante altre problematiche<br />

che assillano milioni di uomini che ancora non possono<br />

goderne e, affinché, possano vivere la vita a loro data nel pieno<br />

rispetto e dignità.<br />

Le accludo anche questa altra testimonianza perché indica<br />

la scelta operata da tanti Italiani di essere emigranti per con<strong>qui</strong>stare<br />

lavoro, rispetto e dignità. Oggi, quel tempo per i giovani<br />

può sembrare lontano, e per noi, se la memoria storica<br />

Risponde il gen. Antonio Daniele, direttore<br />

responsabile de “Il <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>”<br />

Sulla strada per villa Literno<br />

Ho visto spalliere di fiori bianchi<br />

e distese di fiori rosa.<br />

Erano mandorli, peschi e alti ciliegi;<br />

ed il loro colore si univa<br />

all'azzurro profondo <strong>del</strong> cielo.<br />

Ed ho visto case dirute<br />

traboccare di umile gente<br />

non nostra, diversa:<br />

nere figure incerte, impacciate<br />

ma ostinate nella voglia di vivere.<br />

Ed il loro colore <strong>del</strong>la pelle<br />

si univa all'azzurro <strong>del</strong> cielo<br />

allo stesso modo <strong>del</strong> mio.<br />

E mi sono domandato se non fosse<br />

il mio colore <strong>del</strong>la pelle<br />

a creare diversità.<br />

Non ho risposte sicure.<br />

Siamo tutti colori <strong>del</strong>l'arcobaleno,<br />

siamo tutti colori <strong>del</strong>l'iride<br />

che, nell'azzurro <strong>del</strong> cielo, si fondono<br />

e formano una sola umanità!<br />

non venisse meno, dovrebbe portare ad una maggiore benevolenza verso i migranti ed avere un atteggiamento di accoglienza<br />

verso coloro che credono di trovare lavoro e "stabilità" nel nostro Paese - antica culla di civiltà. Credo, Egr.<br />

Generale, che, nel ricordo dei nostri Eroi e degli innumerevoli eventi ed atti di sacrificio ed eroismo che costellano la<br />

nostra storia militare e civile bisognerebbe trasmettere tra i valori quelli <strong>del</strong>la solidarietà ovvero dei "Diritti <strong>del</strong>l'uomo”.<br />

Grazie per quanto farà, cordiali saluti ed auguri di buon lavoro.<br />

Arch. Pasquale Campo<br />

(Federazione di Napoli)<br />

Un'immagine raccolta nel tempo <strong>del</strong>la mia fanciullezza<br />

che riempiva il mio cuore di tristezza ma<br />

anche d'interesse, di curiosità per l'opportunità che<br />

veniva offerta ai miei amici di crearsi una vita lavorativa<br />

abbandonando la Terra natia.<br />

Mi recavo alle Eolie negli anni '50 e fra i tanti amici<br />

<strong>del</strong> luogo sapevo che alcuni, finalmente, avevano ricevuto<br />

l'atteso "visto" per poter espatriare e recarsi<br />

nelle Americhe o in Australia. Ricordo l'attesa!<br />

Aspettavano ogni giorno con ansia l'arrivo <strong>del</strong>la nave<br />

e la distribuzione <strong>del</strong>la posta, sperando che vi fosse<br />

l'attesa "lettera". Capitava che alcuni la ricevessero<br />

ed appena ricevuta preparavano la loro partenza non<br />

senza aver prima celebrato le nozze con la fidanzata<br />

che, da moglie, successivamente l'avrebbe raggiunto.<br />

Ho partecipato a diversi matrimoni ed a diverse partenze:<br />

non ho più rivisto i miei amici, forse fra tanti<br />

partenti ne ho rivisto uno o due dopo circa quaranta<br />

anni di lontananza, ma non è stato faticoso ricostruire<br />

l'antico tempo. Ricordo anche gli inviti che, per<br />

radio, venivano rivolti dalle autorità <strong>del</strong> momento<br />

alle donne invitandole a trasferirsi in Australia:<br />

«Venite in Australia dove troverete lavoro e marito».<br />

La tristezza ancora oggi mi prende nel ricordare<br />

quegli eventi.<br />

Una grande e forte commozione mi assalì, tanto<br />

MI RECAVO ALLE EOLIE<br />

da lasciarmi senza parola e con una forte sensazione<br />

di soffocamento nel vedere la grande sala colma di<br />

emigranti (i volti stanchi e sofferenti degli adulti, il<br />

pianto dei bimbi e il luccichio dei loro occhi, le teste<br />

degli uomini coperte da "coppole" e quelle <strong>del</strong>le<br />

donne da fazzoletti) dove venivano accolti gli emigranti<br />

allo sbarco negli Stati Uniti: Ellis Island e le<br />

loro valigie di cartone, ed i bauli e gli attrezzi da lavoro,<br />

oggi ivi esposti, ed il "gabinetto medico per la visita<br />

d'idoneità".<br />

La stessa commozione e dolore che ho sofferto<br />

nel visitare i campi di sterminio in Germania: ricordare<br />

le innumerevoli vite perdute per la esaltazione o<br />

pazzia di un uomo. Ricordo i forni crematori e le<br />

baracche dove alloggiavano e l’interminabile fila di<br />

buchi, uno accanto all'altro, per accogliere i bisogni<br />

fisiologici di ciascuno.<br />

Certo le sopportazioni e le vessazioni subite sia<br />

dai primi sia dai secondi non erano dissimili tra loro<br />

ma per i primi vi era nei cuori la speranza di poter<br />

vivere da uomini liberi mentre per i secondi nei cuori<br />

vi era il dolore, la tristezza, il terrore, l'avvilimento<br />

morale, la consapevolezza e la razionalità <strong>del</strong>l'intelletto<br />

di poter capire il loro destino: non appena la<br />

forza fisica sarebbe venuta meno e, <strong>qui</strong>ndi, non più<br />

utili al lavoro, sarebbero state le vittime.<br />

36 IL NASTRO AZZURRO


Gent.mo architetto Campo,<br />

innanzitutto la ringrazio per la testimonianza che ha inviato e che mi permette di esprimere il mio parere sull’immigrazione in Italia, fenomeno<br />

complesso e gestito proprio male, talmente male che ormai è persino difficile parlarne in termini non ideologici. Detto questo, entro<br />

subito nel merito <strong>del</strong> problema che ha rappresentato con tanta passione e attenzione. Sia la Sua lettera, sia la poesia, sia la testimonianza<br />

finale danno il quadro <strong>del</strong>la complessità <strong>del</strong> fenomeno <strong>del</strong>l'emigrazione/immigrazione. Ho nominato entrambi i termini poiché sono le<br />

due facce <strong>del</strong>la stessa medaglia.<br />

Oggi molti, tra cui anche Lei, ricordano che fino a pochi decenni fa anche l'Italia era una nazione che generava emigrazione. Però, credo<br />

che sia giusto sottolineare una differenza sostanziale che, peraltro, risulta evidente anche dalle testimonianze che Lei stesso ci ha offerto:<br />

la nostra emigrazione avveniva, e avviene tutt'ora sebbene in quantità minore, totalmente alla luce <strong>del</strong> sole, totalmente nel rispetto <strong>del</strong>le<br />

regole e <strong>del</strong>le leggi dei paesi verso i quali rivolgeva e rivolge la rotta <strong>del</strong>le proprie speranze.<br />

Invece, la maggioranza degli immigrati degli ultimi vent'anni è entrata in Italia in maniera clandestina o comunque non <strong>del</strong> tutto rispettosa<br />

<strong>del</strong>le regole vigenti in materia nel nostro paese. Ciò ha provocato, e provoca tutt'ora, un fenomeno di generalizzato fastidio, talvolta di<br />

ostilità nei loro confronti. Mi dispiace <strong>del</strong>uderla, ma io sono <strong>del</strong> parere che tale situazione tenderà ad inasprirsi e, purtroppo, causerà problemi<br />

sempre più rilevanti e gravi di convivenza tra gli italiani autoctoni e le comunità di immigrati.<br />

In tutto questo, sebbene un movimento d'opinione voglia far credere il contrario, il razzismo non c'entra niente! Gli italiani non sono<br />

razzisti, non lo sono mai stati. Perfino quando, nel 1938, per compiacere l'allora alleato tedesco, vennero promulgate le leggi razziali, esse<br />

furono applicate in Italia <strong>del</strong> tutto controvoglia e con tali e tante forme aperte ed occulte di elusione che, di fatto, permisero di evitare la<br />

massiccia persecuzione degli ebrei, già in atto in Germania, fino a dopo l'8 settembre <strong>del</strong> 1943, quando si cadde sotto il diretto controllo<br />

<strong>del</strong>l'ex alleato, ormai diventato "occupante" tedesco.<br />

Oggi la sistematica violazione <strong>del</strong>le norme d'accesso all'Italia provoca periodici sovraccarichi alle nostre strutture di accoglienza. Ma<br />

questo è solo la punta <strong>del</strong>l'iceberg. La moltitudine di disperati che giungono dall'Africa sui barconi o dall'est Europa nei doppi fondi dei TIR,<br />

sono tutte persone poverissime e soprattutto ignoranti. Infatti, esse ignorano le regole che permetterebbero loro di entrare in Italia in maniera<br />

legale e di trovarvi una sistemazione dignitosa senza passare attraverso l'umiliazione <strong>del</strong>la clandestinità e <strong>del</strong>l'emarginazione, senza<br />

dover sottostare ai ricatti <strong>del</strong>la criminalità organizzata e soprattutto senza dover trascorrere un periodo lungo, troppo lungo, sempre col<br />

timore di essere rimpatriati, perché clandestini, perdendo tutto ciò che hanno investito nel viaggio <strong>del</strong>la speranza.<br />

Le genti <strong>del</strong>le Eolie, il "gabinetto medico" di Ellis Island, eccetera, potevano essere tristi per il significato di terribile distacco dalla madre<br />

Patria e dalle certezze che essa rappresentava per i nostri emigranti, ma era una via legale, certa e normale, per accedere ad una nuova<br />

vita in una nazione ospite. Il barcone clandestino, il doppio fondo di un TIR, non lo sono.<br />

Vorrei aggiungere una mia testimonianza a tutto questo: nel lontano 1960 un mio zio, fratello di mia madre, decise di partire per un<br />

periodo di lavoro in Germania. Presa la decisione, egli si rivolse al Consolato tedesco più vicino e, dopo un breve collo<strong>qui</strong>o, tornò a casa col<br />

contratto già firmato per lavorare quattro anni in una grande azienda metalmeccanica di Colonia, il biglietto ferroviario per raggiungere<br />

tale città e l'indirizzo <strong>del</strong>l'albergo dove avrebbe alloggiato: non si trattava certamente di una reggia, ma era un alloggio dignitoso e pulito.<br />

Naturalmente, le spese di viaggio e di alloggio gli sarebbero state detratte dallo stipendio, ma lui partì in maniera <strong>del</strong> tutto regolare, non<br />

violò leggi tedesche sull'immigrazione, visse e lavorò alla luce <strong>del</strong> sole per quattro anni in Germania, fece anche una discreta carriera nell'azienda<br />

divenendo prima capo operaio, poi capo squadra e, quando allo scadere <strong>del</strong> contratto comunicò la sua intenzione di rientrare in<br />

Italia, i dirigenti tedeschi, che lo avevano molto apprezzato, tentarono di trattenerlo offrendogli aumenti di stipendio e miglioramenti di<br />

inquadramento che lui rifiutò: aveva ottenuto il suo scopo, quello di mettere da parte un gruzzolo sufficiente per costruirsi una nuova casa.<br />

Molti anni dopo, quando raggiunse l'età <strong>del</strong>la pensione, si vide recapitare un piccolo aumento di "origine tedesca" per i quattro anni di contributi<br />

ivi versati.<br />

Non ho narrato la storia di mio zio per spiegare quanto egli fosse bravo, ma solo per illustrare come, già nel 1960, la Germania accogliesse<br />

lavoratori dall'estero (con lui lavoravano tanti altri italiani, turchi e portoghesi) mediante procedure legali e collaudate.<br />

La domanda che mi pongo, e che pongo a tutti i lettori, è questa: perché, ancora oggi, nell'anno 2012, l'Italia non è in grado di gestire<br />

il flusso migratorio in maniera legale e corretta, lasciandolo di fatto in mano alla criminalità organizzata ed affidandosi poi al cosiddetto<br />

"terzo settore" (Chiesa cattolica, volontariato, occhi chiusi da parte dei tutori <strong>del</strong>l'ordine, pietà <strong>del</strong>la gente, ecc ...) per cercare di correggere<br />

le storture <strong>del</strong>la situazione che si viene inevitabilmente a creare? Cosa c'è di dignitoso nel fare finta (si ... fare finta) che accogliamo a<br />

braccia aperte questi disperati, che arrivano con modalità clandestine, <strong>qui</strong>ndi illegali, e poi offriamo loro, nella migliore <strong>del</strong>le ipotesi, un posto<br />

da pulivetro ad un semaforo o da venditore di rose nei ristoranti, se non posti di prostituta, di spacciatore di droga o di manovale <strong>del</strong>la criminalità<br />

stessa? Quale enorme sforzo lasciamo che compiano, <strong>del</strong> tutto da soli e senza alcuna assistenza, queste persone per crearsi una<br />

posizione onesta ed una dignità nella società italiana?<br />

Come sempre in Italia, i problemi non risolti dalle istituzioni vengono fatti ricadere sui cittadini i quali, se protestano (e lo fanno con<br />

ragione) vengono tacitati perché ... "razzisti". Se non protestano, per lo più perché ne percepiscono l’evidente inutilità, sono “bravi italiani<br />

che accolgono i poveri <strong>del</strong> mondo senza razzismo” (sic!). Ma il problema <strong>del</strong> “dopo” si ingigantisce sempre di più.<br />

Mi dispiace, non accetto questa situazione e neppure accetto lo stereotipo <strong>del</strong> “razzista”. Credo che tutti noi dobbiamo chiedere, anzi<br />

pretendere, che le nostre organizzazioni consolari all'estero facciano il loro mestiere e lo facciano bene. Se molti imprenditori affermano<br />

(ed è vero) che senza i lavoratori stranieri le loro aziende chiuderebbero, vuol dire che non c'era nessun bisogno che queste persone raggiungessero<br />

l'Italia clandestinamente. Potevano farlo benissimo per le vie legali. Se ciò non è avvenuto, significa che qualcuno non ha fatto<br />

il proprio dovere, ed è lì che dobbiamo rivolgere la nostra attenzione!<br />

Un'ultima parola sui lavoratori di Villa Literno: località <strong>del</strong>la provincia di Caserta che fa parte di una <strong>del</strong>le tante zone <strong>del</strong> nostro mezzogiorno<br />

ad alto tasso di criminalità organizzata. La sua economia è per lo più agricola e i lavoratori africani, tutti inevitabilmente clandestini,<br />

vengono impiegati come braccianti agricoli, pagati una miseria e tenuti in alloggi neppure paragonabili alle vicine stalle <strong>del</strong>le bufale<br />

che producono il latte con cui si confezionano le famose mozzarelle: una prelibatezza gastronomica <strong>del</strong>la stessa zona. Se i braccianti venissero<br />

assunti legalmente tramite i nostri consolati sparsi per tutta l'Africa, non potrebbero essere sottoposti alle dure leggi criminali. Quello<br />

che succede li, <strong>qui</strong>ndi, non è generico razzismo degli italiani, è specifica criminalità organizzata!<br />

Concludo con una chiosa al Suo appello al 3° Risorgimento: chiamiamolo come vogliamo, ma facciamo che sia un vero movimento<br />

popolare teso alla riscoperta <strong>del</strong>la legalità diffusa a tutti i livelli. Non possiamo pretendere la legalità dal politico di grido, mentre ci accordiamo<br />

con l'artigiano sotto casa per farci fornire un lavoro senza ricevuta al fine di risparmiare l'IVA.<br />

Infine, La ringrazio ancora per la collaborazione continua e apprezzata che Lei offre a "Il <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>" a nome <strong>del</strong>la Federazione<br />

di Napoli e anche Suo personale e la La invito a continuare come sempre.<br />

Con tanta cordialità<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

37


CRONACHE DELLE FEDERAZIONI<br />

AREZZO<br />

La Federazione Provinciale di Arezzo ci ha comunicato la<br />

partecipazione ai seguenti eventi e cerimonie:<br />

– il 15 giugno 2011, presso il Carcere di Arezzo, il<br />

Presidente <strong>del</strong>la Federazione, Cav. Stefano<br />

Mangiavacchi unitamente all’Assessore Provinciale<br />

Francesco Ruscelli ed alla Giunta Comunale di Arezzo<br />

guidata dal Vice Sindaco Stefano Gasperini, ha reso omaggio<br />

alla lapide che ricorda il sacrificio <strong>del</strong>la MOVM Sante<br />

Tani ivi trucidato dai nazifascisti il 15 giugno 1944 dopo<br />

17 giorni di sevizie;<br />

– il 16 luglio 2011, in occasione <strong>del</strong> 67° anniversario <strong>del</strong>la<br />

Liberazione <strong>del</strong>la Città di Arezzo, il Presidente <strong>del</strong>la<br />

Federazione, unitamente alla Vice Presidente <strong>del</strong>la<br />

Provincia, Mirella Ricci, ed al Vice Sindaco di Arezzo,<br />

Stefano Gasperini, ha reso omaggio al Cimitero Militare di<br />

Indicatore nel quale sono sepolti oltre 1200 soldati Inglesi<br />

Caduti per la nostra Liberazione durante il secondo<br />

conflitto mondiale;<br />

– il 24 luglio 2011, a Levane (AR) è stato celebrato il 150°<br />

Anniversario <strong>del</strong>l’Unità d’Italia. La Federazione ha presenziato<br />

con il Medagliere Provinciale ed il Labaro <strong>del</strong>la<br />

Sezione di Montevarchi alla celebrazione <strong>del</strong>la Santa<br />

Messa in suffragio dei Caduti ed alla deposizione di una<br />

corona di alloro al monumento ai Caduti alla presenza<br />

<strong>del</strong>l’Assessore Arianna Righi <strong>del</strong> Comune di Montevarchi;<br />

– il 9 agosto 2011, la Federazione ha partecipato a<br />

Chitignano, nell’alto Casentino, alla “Festa <strong>del</strong> Tricolore” organizzata<br />

in omaggio alla nostra Bandiera Nazionale in<br />

occasione dei 150 anni <strong>del</strong>l’Unità d’Italia. La celebrazione è<br />

iniziata con l’Alzabandiera, eseguita da un reduce di guerra<br />

di 99 anni, ed è terminata, dopo i saluti <strong>del</strong>le Autorità, con<br />

una conferenza sulla storia <strong>del</strong> Tricolore. La Federazione<br />

era rappresentata dal Medagliere Provinciale e dall’Avv.<br />

Luigi Valentini, Decorato di MBVM.<br />

BARI<br />

Una ricerca accurata fra varie offerte turistiche ha consentito<br />

ai soci di scegliere le migliori vacanze, a prezzi assolutamente<br />

competitivi, tra vari soggiorni in località rinomate e<br />

in alberghi di ottimo livello, di durata variabile fra 4 giorni e<br />

due settimane. A questi hanno partecipato mediamente 40-45<br />

soci. Le mete sono state occasione non soltanto di relax e di<br />

riposo, ma soprattutto di turismo culturale e storico.<br />

BARI<br />

Sez. Barletta<br />

Il 9 luglio è stata effettuata una visita ai monumenti più<br />

insigni <strong>del</strong>la nuova provincia BAT, da Castel <strong>del</strong> Monte (dove<br />

era allestita una mostra di De Chirico), ai castelli ed alle cattedrali<br />

di Barletta e Trani e infine al Museo Diocesano di quest'ultima<br />

città.<br />

BARI<br />

Sez. Bari<br />

La Sezione di Bari <strong>del</strong>la medesima Federazione<br />

Provinciale ci ha comunicato la partecipazione ai seguenti<br />

eventi e cerimonie:<br />

– Il 29 luglio 2011 ha assistito alla rappresentazione <strong>del</strong>la<br />

compagnia teatrale "Euterpe" sul Risorgimento (replicata<br />

in seguito presso altre Sezioni).<br />

– decine e decine di Alberi <strong>del</strong> Tricolore (così i corbezzoli furono<br />

ribattezzati da Giovanni Pascoli per la loro peculiarità<br />

di avere contemporaneamente i tre colori <strong>del</strong>la Bandiera<br />

Italiana: il verde <strong>del</strong>le foglie, il bianco dei fiori e il rosso<br />

dei frutti) sono stati piantati in tutte le scuole, con cerimonie<br />

singole ed in giorni diversi, alla presenza <strong>del</strong> corpo<br />

docente e <strong>del</strong>le scolaresche. Ogni albero è stato dedicato<br />

a un Eroe <strong>del</strong> Risorgimento o a un Caduto in guerrra di<br />

origine pugliese, preferibilmente Decorato al VM.<br />

BELLUNO<br />

Sez. Feltre<br />

Il 7 agosto, la Sezione ha partecipato a Cima Grappa all'annuale<br />

manifestazione in memoria di Ettore Viola, insieme<br />

all’Associazione Nazionale Bersaglieri. Il Labaro era portato<br />

dall’Alfiere Luciano Orti, scortato dal Presidente <strong>del</strong>la<br />

Sezione ANB di Feltre Luigi Centa. Presente anche la vedova<br />

<strong>del</strong> Capitano Ettore Viola, fondatore <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>.<br />

Cima Grappa (BL): Annuale manifestazione in<br />

onore di Ettore Viola<br />

BERGAMO<br />

Rinnovata la "missione" ad alta quota, da diversi anni svolta<br />

per iniziativa <strong>del</strong> Cav. Matteo Annoni, alla quale alcuni<br />

simpatizzanti volonterosi dedicano qualche giornata recandosi<br />

alla Malga Ciapèla, presso Rocca Pietore (BL). Da lì, in compagnia<br />

<strong>del</strong>la guida Attilio<br />

Bressàn (già direttore <strong>del</strong><br />

Museo Storico) salgono<br />

alla "Zona Sacra" <strong>del</strong>la<br />

Marmolada ed onorano<br />

l'antico sacrificio dei<br />

nostri Caduti, con la<br />

manutenzione dei percorsi<br />

di quell'area. Non mancano<br />

momenti di autenti-<br />

ca amicizia e di riflessione storica, tra l’operoso lavoro e la<br />

gioiosa preghiera.<br />

BOLOGNA<br />

Marmolada (BL): i “mis-<br />

sionari” di Bergamo<br />

La Federazione Provinciale di Bologna ci ha comunicato la<br />

partecipazione ai seguenti eventi e cerimonie:<br />

38 IL NASTRO AZZURRO


– il 15 giugno 2011, con il Medagliere alla cerimonia<br />

<strong>del</strong>l'Alza Bandiera Solenne presso la caserma"Viali", sede<br />

<strong>del</strong> 121° Reggimento Artiglieria Contraerei "Ravenna", in<br />

occasione <strong>del</strong>la Festa <strong>del</strong>l'Arma d'Artiglieria e <strong>del</strong> 93°<br />

anniversario <strong>del</strong>la battaglia <strong>del</strong> Solstizio;<br />

– 25 giugno 2011: al Medagliere, che, scortato da un<br />

Ufficiale e portato dal socio Davide Nanni, ha partecipato<br />

alla celebrazione <strong>del</strong> 237° Anniversario <strong>del</strong>la<br />

Fondazione <strong>del</strong>la Guardia di Finanza in Piazza San<br />

Francesco, è stata concessa la “Resa <strong>del</strong>l’Attenti”. Oltre al<br />

Presidente Cav. Giorgio Bulgarelli erano presenti i<br />

consiglieri M.llo Magg. C.C. Alessandro Di Marco e<br />

Cav. Ugo Bulgarelli;<br />

– l’11 luglio, una <strong>del</strong>egazione <strong>del</strong>la Federazione composta<br />

dal Presidente Giorgio Bulgarelli, dal Consigliere<br />

Alessandro Di Marco e dal socio Davide Nanni, a<br />

Palazzo Caprara, sede <strong>del</strong>la Prefettura, ha consegnato<br />

all'Aw. Angelo Tranfaglia, Prefetto di Bologna, la tessera<br />

di Socio Benemerito unitamente ad un Attestato di<br />

Benemerenza che recita: "Dotato di alto senso di amor Patrio<br />

e assertore degli ideali che persegue il <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> assicura<br />

sempre la Sua piena disponibilità a sostegno <strong>del</strong>la<br />

Federazione di Bologna".<br />

Bologna: Il Prefetto nominato Socio<br />

Benemerito con Attestato<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

BRESCIA<br />

La Federazione Provinciale di Brescia ci ha comunicato la<br />

partecipazione ai seguenti eventi e cerimonie:<br />

– l’11 giugno 2011, su invito <strong>del</strong>l’Avv. Antonino<br />

D'Alessandria, Presidente <strong>del</strong> Circolo Culturale "La<br />

Discussione", ha presenziato col Labaro alla conferenza<br />

dal titolo: "Nassirya: i protagonisti raccontano". tenuta al<br />

Palazzo Todeschini di Desenzano <strong>del</strong> Garda (Bs), dal Ten.<br />

Col. Don Lionello Torosani, Cappellano Militare dei<br />

Carabinieri Regione Lombardia. È intervenuto anche il<br />

Consigliere Regionale <strong>del</strong>la Lombardia, Mauro Parolini. Tra<br />

Brescia: il M.llo SUPG Dalmazio Orgiu MAVM<br />

gli ospiti, il M.llo Aiutante SUPG, Dalmazio Orgiu<br />

MAVM e Medaglia d'Oro come vittima <strong>del</strong> terrorismo poiché,<br />

nel febbraio <strong>del</strong> I979, ebbe uno scontro a fuoco con<br />

dei terroristi, rimanendo gravemente ferito;<br />

– 12 giugno 2011, terza tappa <strong>del</strong>la mostra "Motus", allestita,<br />

questa volta, nei locali di "Palazzo Callas", a Sirmione,<br />

messi a disposizione dall'Amministrazione Comunale;<br />

– il Vice Presidente <strong>del</strong>la Federazione, Comm. Albertini, ha<br />

tenuto una conferenza sulla battaglia <strong>del</strong> 15 giugno I859,<br />

tra i Cacciatori <strong>del</strong>le Alpi di Garibaldi e la retroguardia<br />

<strong>del</strong>le truppe austriache <strong>del</strong> Gen. Urban, trattando anche<br />

la battaglia di S.Martino e Solferino, combattutasi dieci<br />

giorni dopo;<br />

– 17 giugno 2011, cerimonia di inaugurazione <strong>del</strong> restauro<br />

<strong>del</strong>la Torre di S.Martino <strong>del</strong>la Battaglia (Bs): ha presenziato<br />

il Labaro <strong>del</strong>la Sezione<br />

di Desenzano <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong><br />

<strong>Azzurro</strong>, portato dal<br />

Commissario incaricato,<br />

Dott. Tobia Lazzari ed<br />

accompagnato dal Presidente<br />

<strong>del</strong>la Federazione<br />

di Brescia. Tra le<br />

Autorità presenti, il Sottosegretario<br />

alla Difesa<br />

Cossiga, il Ministro per i<br />

Beni e le Attività<br />

Culturali Galan, il<br />

Presidente <strong>del</strong> Comitato<br />

dei Garanti per il 150°<br />

Anniversario <strong>del</strong>l’Unità<br />

d’Italia Amato, e quelle<br />

locali. Tutti insieme hanno<br />

S. Martino <strong>del</strong>la<br />

Battaglia (BS):<br />

La Torre restaurata<br />

scoperto una lapide a ricordo <strong>del</strong>l'avvenimento, visitando<br />

poi la Torre rimessa a nuovo;<br />

– su invito <strong>del</strong> neo Presidente <strong>del</strong>la Federazione di<br />

Cremona, nonché responsabile per la stessa Provincia<br />

<strong>del</strong>le Guardie d'Onore <strong>del</strong> Pantheon, Magg. C.<br />

Mantovani, il 24 giugno 2011 il Presidente <strong>del</strong>la<br />

Federazione si é recato a Solferino (MN), per la cerimonia<br />

<strong>del</strong>l'Alzabandiera e la S. Messa in onore dei Caduti<br />

<strong>del</strong>le guerre d'Indipendenza;<br />

– il 27 giugno 2011, in rappresentanza <strong>del</strong> Presidente di<br />

Assoarma di Brescia, Col. Vincenzo Scacco, il Presidente<br />

<strong>del</strong>la Federazione ha partecipato all'incontro col Prefetto<br />

di Brescia per la definizione <strong>del</strong>le manifestazioni di chiusura<br />

<strong>del</strong> 150° Anniversario <strong>del</strong>l’Unità d’Italia previste per<br />

il mese di ottobre 2011;<br />

– il 3 luglio 2011, il Labaro <strong>del</strong>la Federazione, con Alfiere il<br />

Sig. De Lucchi, ha partecipato, scortato dal Presidente, al<br />

3° Raduno di "Assoarma" a Torino. Significativa la presenza<br />

<strong>del</strong> Gonfalone <strong>del</strong>la città di Brescia, Decorato di<br />

M.O.V.M. per le 10 Giornate risorgimentali (I849), e di<br />

M.A.V.M. per la campagna di guerra 1940/45;<br />

Torino: la partecipazione di Assoarma Brescia<br />

al Raduno Nazionale<br />

39


– ancora il 3 luglio, iI Vice presidente <strong>del</strong>la Federazione,<br />

Comm. A. Albertini e l'Alfiere, con il Labaro <strong>del</strong>la<br />

Sezione di Gardone Riviera (Bs), hanno partecipato alle<br />

cerimonie celebrative <strong>del</strong>l'85° di fondazione <strong>del</strong> Gruppo<br />

Alpini di Concesio S.Vigilio (Bs). Sindaco in testa, era presente<br />

tutta l'Amministrazione comunale <strong>del</strong>la località che<br />

ha dato i natali a Papa Paolo VI. Dopo l'Alzabandiera, sfilata<br />

per le vie <strong>del</strong> paese, per raggiungere il monumento ai<br />

Caduti, dove é stata deposta una corona d'alloro. È<br />

seguita la S.Messa, nella Chiesa di S.Velgio. Presenti i vertici<br />

<strong>del</strong>la Sezione ANA di Brescia, con il Presidente, Ten.<br />

Davide Forlani;<br />

– sempre il 3 luglio, il Vice Direttore <strong>del</strong> Museo <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong><br />

<strong>Azzurro</strong> di Salò, dott. Leonardo Malatesta, é stato invitato<br />

dalla Fondazione "Il Vittoriale degli Italiani”, di Gardone<br />

Riviera (Bs), all'inaugurazione <strong>del</strong>le nuove sale <strong>del</strong>l' ex<br />

"Museo <strong>del</strong>la Guerra", che ora ha preso la denominazione<br />

di "D'Annunzio Eroe". Tra i pezzi <strong>del</strong>la nuova esposizione,<br />

figurano due pugnali appartenuti al Vate;<br />

Salò (BS): Uno dei pugnali di<br />

Gabriele D’Annunzio<br />

– nell’ambito <strong>del</strong>le celebrazioni per il 150° Anniversario<br />

<strong>del</strong>l’Unità d’Italia, su invito <strong>del</strong> Sindaco di Vallio Terme (BS)<br />

e <strong>del</strong>la Fondazione Civiltà Bresciana, presieduta dallo storico<br />

mons. Antonio Fappani, la Federazione di Brescia, che<br />

ha dato il proprio patrocinio, ha partecipato alla presentazione<br />

<strong>del</strong> libro: "Lettere dal solaio: epistolario di nonna<br />

Maria (I867-I930)” di Luigi Agostini (cfr. recensione sul<br />

n.° 1-2012 - pag. 46). Presenti, oltre a numerose Autorità,<br />

il Comm. A. Albertini, Vice Presidente, il Prof. Angelo<br />

D'Acunto, accompagnato dal Labaro <strong>del</strong>la Sezione di<br />

Gavardo;<br />

– il 27 agosto, la Fondazione Culturale "Savoy" ha organizzato,<br />

presso il Grand Hotel Savoy di Gardone Riviera (BS),<br />

una tavola rotonda dal titolo: "Il Risorgimento nelle provincie<br />

di Brescia e Belluno", moderata dal Vice Direttore <strong>del</strong>la<br />

Fondazione Museo Storico <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> di Salò,<br />

dott. Leonardo Malatesta. Relatori il Prof. Luciano<br />

Faverzani, <strong>del</strong>l'Ateneo di Brescia e Presidente <strong>del</strong><br />

Comitato di Brescia <strong>del</strong>l'<strong>Istituto</strong> per la Storia <strong>del</strong><br />

Risorgimento Italiano ed il suo omologo di Belluno, Prof.<br />

Alberto Giacobbi. Presenti il Presidente <strong>del</strong>la Federazione<br />

di Brescia e la Direttrice <strong>del</strong> Museo <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> e<br />

Presidente <strong>del</strong>la Sezione di Salò, dott.ssa Annamaria<br />

Salvo Le Paoli.<br />

BRESCIA<br />

Sez. Gardone<br />

La Sezione <strong>del</strong> "<strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>" di Gardone ha affidato<br />

al Gruppo Alpini <strong>del</strong>la citta<strong>del</strong>la armiera il suo storico<br />

Labaro decorato da 141 medaglie. Nella cerimonia, tenutasi<br />

nella sede <strong>del</strong>le penne nere gardonesi, in Via Pascoli, il<br />

Presidente <strong>del</strong>la Sezione, Alfonso Rinaldini (94 anni)<br />

accompagnato dal segretario Benedetto Palini (89 anni) ha<br />

consegnato il Labaro e le Decorazioni al Capogruppo degli<br />

alpini, Alceste Guerini. Si tratta di 3 Medaglie d'Oro, 48<br />

Medaglie d'Argento, 53 Medaglie di Bronzo e 37 Croci<br />

al Valor Militare, che sono state collocate in una bella<br />

bacheca esposta proprio nella sala <strong>del</strong> Consiglio Direttivo.<br />

Grande, in particolare, la soddisfazione di Alfonso Rinaldini<br />

che ha così voluto lasciare, con questo gesto, alla memoria il<br />

ricordo e l'affetto <strong>del</strong>la Valtrompia tutta "per i Caduti in guerra<br />

a difesa ed onore <strong>del</strong>la Patria".<br />

CATANZARO<br />

Martedì 28 giugno 2011, alle ore 18,30, nel cortile <strong>del</strong>la<br />

caserma “Laganà”, sede <strong>del</strong> Comando Regionale Calabria, è<br />

stato celebrato il 237° Anniversario <strong>del</strong>la Fondazione <strong>del</strong><br />

Corpo <strong>del</strong>la Guardia di Finanza. Alla presenza <strong>del</strong>le massime<br />

autorità civili e militari, il Comandante Regionale, Gen. D.<br />

Michele Calandro, ha illustrato l'incessante attività svolta a<br />

contrasto <strong>del</strong>le frodi economico finanziarie e <strong>del</strong>la criminalità<br />

organizzata, per poi consegnare le ricompense ai finanzieri ed<br />

ai gruppi operativi particolarmente distintisi per "professionalità,<br />

spiccato senso <strong>del</strong> dovere e forte senso dei valori”. È seguita la<br />

sfilata aperta dal Labaro <strong>del</strong>la locale Federazione Provinciale<br />

“Azzurri dei Due Mari”, scortato dal S. Tenente Eleonora Torrisi<br />

con alfiere il Segretario-Tesoriere avv. Antonio Palaja di<br />

Tocco. Oltre al Presidente, avv. Giuseppe Palaja, presenti<br />

anche il dott. Marcello Pellegrino e il Revisore dei conti<br />

dott. Elio Bonacci <strong>del</strong>la G. di F.<br />

GORIZIA<br />

La Federazione Provinciale di Gorizia ci ha comunicato la<br />

partecipazione ai seguenti eventi e cerimonie:<br />

– ad un pellegrinaggio rituale organizzato dagli Artiglieri<br />

goriziani in data 28 agosto<br />

in Carnia, a Paularo,<br />

per onorare gli Eroi<br />

Gorizia:<br />

raccolti nel grembo di S.<br />

Gorizia: intitolazione<br />

Barbara alla quale, colà, è<br />

di una strada a<br />

stata eretta una cappella Ernesto Botto MOVM<br />

particolarmente impreziosita<br />

da una reli<strong>qui</strong>a<br />

<strong>del</strong>la Santa;<br />

– il 2 settembre 2011,<br />

all'aeroporto di Gorizia,<br />

all’intitolazione di una<br />

strada alla M.O.V.M.<br />

Ernesto Botto, eroico<br />

pilota <strong>del</strong> 4° Stormo.<br />

Presenti il sindaco di<br />

Grosseto Emilio Bonifazi<br />

ed il sindaco di<br />

Gorizia Ettore Romoli.<br />

Il Labaro era portato dall’Alfiere Mario Sanson.<br />

LA SPEZIA<br />

La Federazione Provinciale di La Spezia ci ha comunicato<br />

la partecipazione ai seguenti eventi e cerimonie:<br />

– il 10 giugno 2011 la Federazione di La Spezia ha rappresentato<br />

l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> alla cerimonia nazionale<br />

ivi svoltasi in occasione <strong>del</strong>la Festa <strong>del</strong>la Marina<br />

Militare;<br />

40 IL NASTRO AZZURRO


La Spezia: Il Labaro, accompagnato dal Presidente<br />

Pedrigi alla Festa <strong>del</strong>la M.M.<br />

– il 30 giugno 2011, la Federazione di La Spezia <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong><br />

<strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> ha partecipato con il proprio<br />

Labaro alla Cerimonia <strong>del</strong> 237° Anniversario <strong>del</strong>la<br />

Fondazione <strong>del</strong> Corpo <strong>del</strong>la Guardia di Finanza, che si é svolta<br />

nel suggestivo parco di Villa Marigola a Lerici (SP), alla<br />

presenza <strong>del</strong>le massime Autorità <strong>del</strong> territorio. Dopo la<br />

premiazione dei militari particolarmente distintisi nelle<br />

operazioni, é seguito uno spettacolare Gran Galà<br />

Pucciniano diretto dal maestro Massimo Morelu, nel<br />

quale si sono esibiti il tenore Nicola Simone Mugnaini e<br />

la soprano Barbara Uppi.<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

Lerici (SP): Gran Galà Pucciniano<br />

per il 237° <strong>del</strong>la GdF<br />

MESSINA<br />

La Federazione provinciale di Messina ha comunicato la<br />

partecipazione alle seguenti cerimonie ed attività:<br />

– il 12 agosto 2011, presso il Comune di Caronia (ME) si è<br />

svolta l’inaugurazione <strong>del</strong> Monumento ai Caduti di tutte le<br />

guerre; la cerimonia, preceduta dalla celebrazione <strong>del</strong>la S.<br />

Messa officiata dall’arciprete Don Antonio Cipriano, ha<br />

avuto luogo in piazza “Caronesi nel Mondo”, raggiunta in<br />

Caronia (ME): Inaugurazione <strong>del</strong> Monumento<br />

ai Caduti di tutte le guerre<br />

corteo dalla folla. Il sindaco, Arch. Rino Bellingheri, e il<br />

prefetto Francesco Alecci, nei rispettivi interventi, hanno<br />

evidenziato il valore storico <strong>del</strong> Monumento ai Caduti. Il<br />

Monumento è stato poi scoperto dal Sindaco con al suo<br />

fianco il reduce di guerra Biagio Di Dino. Le autorità<br />

hanno deposto una corona, mentre i ragazzi <strong>del</strong>le scuole<br />

elementari e medie di Caronia hanno deposto un fiore<br />

per ogni Caduto;<br />

– il 19 agosto 2011, presso la Caserma “Emilio Ainis”di<br />

Messina, sede <strong>del</strong> 24° Reggimento Artiglieria<br />

Terrestre “Peloritani”, Socio d’Onore, si è svolta la<br />

cerimonia <strong>del</strong> cambio <strong>del</strong> Comandante, tra l’uscente Col.<br />

a.(ter.) ISMMI Davide Di Bartolo e il subentrante<br />

Comandante, Col. a.(ter.) ISMMI Aldo Maria Vergano, alla<br />

presenza <strong>del</strong> Col. Antonio Alecci, Comandante <strong>del</strong> distaccamento<br />

<strong>del</strong>la Brigata Meccanizzata “Aosta”, <strong>del</strong>le massime<br />

autorità civili e militari ed Associazioni d’Arma <strong>del</strong>la<br />

provincia;<br />

– il 26 agosto 2011, presso la base navale Marisicilia-<br />

Messina, si è svolta la cerimonia <strong>del</strong> passaggio di consegne<br />

tra l’uscente C.V. (CP) Angelino Cianci, titolare<br />

<strong>del</strong>l’Autorità Marittima <strong>del</strong>la Navigazione <strong>del</strong>lo Stretto di<br />

Messina, e il subentrante Comandante, Cap. V. Antonino<br />

Samiani; il comandante uscente, nel suo saluto, ha fatto il<br />

bilancio <strong>del</strong> triennio, evidenziato i risultati ottenuti, sottolineando<br />

in particolare la maggiore sicurezza raggiunta<br />

nella navigazione <strong>del</strong>lo Stretto.<br />

PADOVA<br />

La Federazione di Padova, nell'ambito <strong>del</strong>le celebrazioni<br />

<strong>del</strong> 150° Anniversario <strong>del</strong>l'Unità d'Italia, ha promosso e si è<br />

resa partecipe di vari eventi. In primis é stato pubblicato un<br />

opuscolo stampato in più di 100 copie dal titolo “Il Glorioso<br />

Risorgimento", che è stato distribuito ad Enti ed Associazioni<br />

d' Arma in occasione <strong>del</strong>la cerimonia <strong>del</strong> 17 marzo 2011, partecipando<br />

inoltre a numerosi incontri con l'Università di<br />

Padova Decorata con Medaglia d'Oro al Valor Militare.<br />

Padova: incontro con l’Università<br />

POTENZA<br />

Il 13 agosto 2011 la Federazione prende parte attiva all’iniziativa<br />

“I Vietresi per la Patria” , a Vietri di Potenza, con la<br />

quale si ricorda l’eroismo di tutti i vietresi che hanno combattuto<br />

con valore dal 1860 alla seconda guerra mondiale. Il<br />

Sindaco di Vietri, Giuseppe Pitta, ha conferito un’attestazione<br />

di benemerenza ai 25 reduci <strong>del</strong> secondo conflitto presenti. Il<br />

Commissario Galasso ha tenuto un discorso su “I Vietresi per<br />

la Patria”, ricordando il Valor Militare <strong>del</strong> gen. Camillo<br />

Boldoni (presente il pronipote venuto da Bologna) che fu il<br />

41


Capo Militare <strong>del</strong>l’Insurrezione Lucana nel 1860, Decorato<br />

con l’Ordine Militare di Savoia.<br />

Vietri di Potenza (PZ):<br />

Ricordato il gen. Boldoni<br />

ROMA<br />

La Federazione Provinciale di Roma ci ha comunicato la<br />

partecipazione ai seguenti eventi e cerimonie:<br />

– il 12 giugno 2011, il Segretario-Tesoriere Dott. Stefano<br />

Pighini, ha partecipato, su invito <strong>del</strong> Sindaco Giovanni<br />

Alemanno, alla cerimonia per l'apertura al pubblico <strong>del</strong><br />

Parco dei Martiri di Forte Bravetta e alla cerimonia per il 67°<br />

anniversario <strong>del</strong>la Liberazione di Roma durante la quale, per<br />

commemorare i molti resistenti romani fucilati durante<br />

l'occupazione tedesca, è stata deposta una corona di alloro.<br />

Presenti il Presidente <strong>del</strong> XVI Municipio e varie<br />

Autorita civili oltre alcuni Labari di Associazioni e molte<br />

Bandiere. Successivamente, ha avuto luogo la cerimonia di<br />

rievocazione <strong>del</strong>le Truppe Alleate in Via dei Fori Imperiali,<br />

con una parata storica di mezzi originali <strong>del</strong>l'epoca;<br />

Roma: Cerimonie di apertura <strong>del</strong> Parco dei<br />

Martiri di Forte Bravetta<br />

– il 22 giugno2011, nella piazza <strong>del</strong> Campidoglio è avvenuta<br />

la cerimonia di consegna <strong>del</strong>la Medaglia d'Oro di Roma<br />

Capitale alla Bandiera <strong>del</strong> Corpo Militare <strong>del</strong>la Croce Rossa<br />

Italiana. Dopo i Onori al Reparto di formazione, il<br />

Sindaco di Roma, Giovanni Alemanno, alla presenza di<br />

numerose autorità, tra cui il Comandante <strong>del</strong> Corpo di<br />

Polizia di Roma Capitale, Angelo Giuliani e il<br />

Commissario Straordinario <strong>del</strong>la Croce Rossa Italiana,<br />

avv. Francesco Rocca, ha consegnato all’Ispettore<br />

Nazionale <strong>del</strong> Corpo Militare, Magg. Gen. Gabriele<br />

Lupini, la Medaglia d'Oro e la pergamena con la seguente<br />

motivazione: "Sin dalla sua costituzione il Corpo Militare<br />

<strong>del</strong>la Croce Rossa Italiana ha dimostrato esemplare perizia<br />

professionale, encomiabile impegno ed altissimo senso di solidarietà<br />

umana, prodigandosi in una costante e meritoria attività<br />

di soccorso alle popolazioni in ambito nazionale ed internazionale.<br />

Il prezioso contributo e i molteplici interventi effettuati<br />

con assoluta dedizione in collaborazione con il Corpo di<br />

Polizia di Roma Capitale hanno sempre corrisposto ai bisogni<br />

<strong>del</strong>la cittadinanza di Roma, riscuotendo l'unanime riconoscenza".<br />

La Federazione Roma <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> era rappresentata<br />

dall’Ing. Camillo Pariset, Presidente <strong>del</strong><br />

Collegio Provinciale dei Sindaci;<br />

– Il 5 luglio, in piazza <strong>del</strong><br />

Campidoglio, si é celebrato<br />

il 145° Annuale<br />

<strong>del</strong>la Fondazione <strong>del</strong><br />

Corpo Militare e il 103°<br />

<strong>del</strong> Corpo <strong>del</strong>le Infermiere<br />

Roma: Medaglia<br />

d’Oro al Corpo<br />

Militare <strong>del</strong>la C.R.I.<br />

Volontarie <strong>del</strong>la Croce<br />

–<br />

Rossa Italiana. L'evento è<br />

stato celebrato per la<br />

prima volta insieme dai<br />

due Corpi, ausiliari <strong>del</strong>le<br />

Forze Armate, in occasione<br />

dei festeggiamenti<br />

per i 150 anni <strong>del</strong>l'Unità<br />

d'Italia. Numerose le<br />

Autorità presenti, tra cui<br />

il Ministro <strong>del</strong>la Difesa,<br />

On. Avv. Ignazio La Russa, il Ministro <strong>del</strong>la Sanità, On.<br />

Prof. Ferruccio Fazio, il Ministro <strong>del</strong>la Gioventù, On.<br />

Giorgia Meloni, l'On. Arturo Parisi, già Ministro <strong>del</strong>la<br />

Difesa, il Sottosegretario di Stato alla Difesa, On. Guido<br />

Crosetto, il Capo di Stato Maggiore <strong>del</strong>la Difesa, Gen.<br />

Biagio Abrate, e il Commissario Straordinario <strong>del</strong>la<br />

Croce Rossa Italiana, Avv. Francesco Rocca, oltre ad altre<br />

autorità civili, militari e religiose. Per la Federazione di<br />

Roma era presente l’Ing. Camillo Pariset, Presidente<br />

<strong>del</strong> Collegio Provinciale dei Sindaci. Dopo lo schieramento<br />

dei reparti e gli onori resi alle Bandiere dei due Corpi<br />

ausiliari CRI, al Gonfalone di Roma Capitale ed ai Labari<br />

<strong>del</strong>le Associazioni Combattentische e d'Arma, sono<br />

seguiti gli interventi <strong>del</strong> Commissario Straordinario e <strong>del</strong><br />

Ministro <strong>del</strong>la Difesa. La cerimonia è proseguita con la<br />

consegna <strong>del</strong>le Onorificenze al Merito <strong>del</strong>la Croce Rossa<br />

Italiana. Due Medaglie d'Oro sono state conferite rispettivamente<br />

al Generale di Corpo d'Armata Vincenzo<br />

Lops, socio di questa Federazione, ed al Generale di<br />

Brigata Francesco Orsini. Tre le Medaglie d'Argento: al<br />

Generale di Corpo d'Armata Aldo Cinelli ed ai marescialli<br />

<strong>del</strong> Corpo Militare Marco Ilarioni e Bruno Cavalli.<br />

Sono stati poi consegnati 11 Diplomi di Benemerenza con<br />

Medaglia di Prima Classe;<br />

Nell’ambito <strong>del</strong>le celebrazioni per i 150 anni <strong>del</strong>l’Unità<br />

d’Italia, l’Amministrazione Capitolina ha voluto rendere<br />

omaggio a Goffredo Mameli, il 6 luglio, anniversario<br />

<strong>del</strong>la sua morte avvenuta per le ferite riportate nella battaglia<br />

<strong>del</strong> Vascello durante la difesa <strong>del</strong>la Repubblica<br />

Romana <strong>del</strong> 1849, con la deposizione di una corona di<br />

alloro al Mausoleo Ossario Garibaldino sul Gianicolo, che<br />

raccoglie dal 1941 le spoglie dei Caduti di tale epopea<br />

risorgimentale ed è stato nell’occasione restaurato. Alla<br />

cerimonia di commemorazione hanno partecipato il<br />

generale Antonino Torre, Consigliere <strong>del</strong>l’Assemblea di<br />

Roma Capitale, la Dott.ssa Anna Maria Cerioni, Curatore<br />

storico <strong>del</strong>l’arte presso la Sovrintendenza capitolina, il<br />

Roma: Monumento ai Caduti <strong>del</strong>la Repubblica<br />

Romana <strong>del</strong> 1849 sul Gianicolo<br />

42 IL NASTRO AZZURRO


Dott. Aladino Lombardi, Segretario Generale ANFIM, il<br />

Prof. Massimo Scioscioli, Presidente <strong>del</strong>Ia Sezione di<br />

Roma <strong>del</strong>l’Associazione Mazziniana Italiana, il Prof.<br />

Franco Tamassia, Direttore <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> Internazionale di<br />

studi “Giuseppe Garibaldi” e, in rappresentanza <strong>del</strong>la<br />

Federazione Provinciale di Roma <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong><br />

<strong>Azzurro</strong>, la Consigliera, Dott.ssa Anna Maria Menotti,<br />

pronipote di Ciro Menotti, patriota <strong>del</strong> Risorgimento e<br />

<strong>del</strong>l’Italia unita con Roma Capitale;<br />

– l’8 luglio 2011, alcuni<br />

Soci <strong>del</strong>la Federazione<br />

hanno partecipato alla<br />

Santa Messa celebrata in<br />

ricordo <strong>del</strong> defunto arcivescovo<br />

Arrigo<br />

Pintonello presso la<br />

Cappella <strong>del</strong>l’attuale<br />

Polo Universitario La<br />

Sapienza di Pomezia. La<br />

figura <strong>del</strong>lo scomparso è<br />

stata commemorata in<br />

particolare da Mons.<br />

Giacomino Feminò,<br />

nostro Socio simpatizzante;<br />

– il 20 luglio 2011, nel<br />

porto di Civitavecchia, il Corpo <strong>del</strong>le Capitanerie di Porto -<br />

Guardia Costiera ha festeggiato il 146° Anniversario <strong>del</strong>la<br />

sua costituzione. Alla presenza di numerose Autorità<br />

civili e militari, tra cui il Sen. Altiero Matteoli, Ministro<br />

<strong>del</strong>le Infrastrutture e Trasporti, il Ministro <strong>del</strong>la Salute<br />

Ferruccio Fazio, il Sottosegretario alla Presidenza <strong>del</strong><br />

Consiglio Gianni Letta, il Capo di Stato Maggiore <strong>del</strong>la<br />

Marina Militare e la Presidente <strong>del</strong>la Regione Lazio, il<br />

Comandante Generale <strong>del</strong> Corpo, Amm. Isp. Capo<br />

Marco Brusco, ha ricordato “... come il Corpo <strong>del</strong>le<br />

Capitanerie di porto rappresenti una <strong>del</strong>le prime Istituzioni,<br />

se non addirittura la prima, voluta dal nuovo Stato unitario<br />

...”. Successivamente sono stati consegnati riconoscimenti<br />

ai militari distintisi per atti di eroismo in mare. Tra questi,<br />

l’Encomio Solenne al Tenente di Vascello Antonio Morana,<br />

Comandante <strong>del</strong>l’Ufficio Circondariale Marittimo di<br />

Lampedusa, per “il raro esempio di abnegazione, elevatissimo<br />

senso <strong>del</strong>lo Stato, <strong>del</strong> dovere e <strong>del</strong>la responsabilità” dimostrate<br />

nelle complesse situazioni legate al fenomeno<br />

migratorio e la Medaglia di Bronzo al Merito Civile consegnata<br />

allo Stendardo <strong>del</strong>le Unità Navali <strong>del</strong>la Guardia<br />

Costiera per il soccorso prestato ai turisti tuffatisi in mare<br />

per sfuggire all’incendio divampato a Peschici il 24 luglio<br />

2007. La cerimonia è stata preceduta dalla presentazione,<br />

presso il Centro Storico e Culturale <strong>del</strong>la Guardia<br />

Costiera, <strong>del</strong>la mostra storica “Le Capitanerie di Porto nei<br />

150 anni d’Italia...da sempre sul mare” e <strong>del</strong>la mostra foto-<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

Pomezia (RM):<br />

Commemorazione<br />

di mons. Pintonello<br />

Civitavecchia (RM): 146° Anniversario <strong>del</strong><br />

Corpo <strong>del</strong>le capitanerie di Porto<br />

grafica “Lampedusa: porta d’occidente”. Al termine <strong>del</strong>le<br />

celebrazioni, sono state consegnate alle Autorità panamensi<br />

due <strong>del</strong>le quattro Unità Navali previste dall’intesa<br />

sottoscritta nel giugno 2010 tra i governi dei due Paesi.<br />

Presente per la nostra Federazione l’<strong>Azzurro</strong> Ten. p.<br />

Comm. Raul Di Gennaro M.A.V.M.. La Federazione<br />

ringrazia per la collaborazione e la disponibilità ricevuta<br />

dal Comando Generale <strong>del</strong> Corpo <strong>del</strong>le Capitanerie di Porto,<br />

che ha permesso la partecipazione alla cerimonia <strong>del</strong><br />

Labaro provinciale;<br />

– il 25 luglio 2011, alcuni Soci <strong>del</strong>la Federazione hanno partecipato,<br />

su invito <strong>del</strong> Comune di Olevano Romano (RM),<br />

alla celebrazione per il 150° Anniversario <strong>del</strong>l’Unità d’Italia<br />

che l’Amministrazione ha organizzato in collaborazione<br />

con le locali Associazione Centro Studi Musicali e Associazione<br />

Protezione Civile e con il Comando Artiglieria Contraerei di<br />

Sabaudia. Presenti numerose Autorità civili, militari e religiose<br />

e rappresentanti di Associazioni Combattentistiche e<br />

d’Arma. La cerimonia <strong>del</strong>l’Alzabandiera e gli onori militari<br />

al Monumento ai Caduti sono stati preceduti dalla parata<br />

<strong>del</strong>la Banda Musicale. Ha chiuso la celebrazione il concerto<br />

per banda “Note d’Estate 150”;<br />

– il 17 agosto 2011, su invito <strong>del</strong> Comitato pro Loco di<br />

Pretare, frazione a 1000 metri <strong>del</strong> Comune di Arquata<br />

<strong>del</strong> Tronto (AP), il Presidente <strong>del</strong>la Federazione di Roma<br />

e Consigliere Nazionale <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>,<br />

Dott. Comm. Antonio Valeri, ha partecipato alla commemorazione<br />

dei Caduti di tutte le guerre, leggendo la<br />

“Preghiera <strong>del</strong><br />

Decorato” nel<br />

corso <strong>del</strong>la Santa<br />

Messa officiata dal<br />

Parroco, Don. F.<br />

Armandi, nella<br />

Chiesa di San<br />

Rocco. Poi, un<br />

corteo ha raggiunto<br />

il Monumento<br />

dei Caduti,<br />

dove il Presidente<br />

<strong>del</strong>la Comunanza<br />

Agraria<br />

di Pretare, Sig. R.<br />

Ciccolini, ha deposto<br />

una corona<br />

di alloro ed il<br />

Sindaco di Arquata<br />

<strong>del</strong> Tronto,<br />

Olevano Romano (RM):<br />

150° Anniversario<br />

<strong>del</strong>l’Unità d’Italia<br />

Pretare (AP):<br />

Commemorazione dei<br />

Caduti di tutte le guerre<br />

Dott. Domenico Pala, ha chiuso la cerimonia con un<br />

discorso;<br />

– Il 27 agosto 2011, alcuni Soci <strong>del</strong>la Federazione hanno<br />

partecipato, su invito <strong>del</strong> Sindaco di Saracinesco (RM)<br />

Marco Orsola, alla Cerimonia dei Caduti <strong>del</strong> Comune;<br />

43


– il Labaro ha partecipato alla cerimonia a Percile il 3 settembre,<br />

affidato per l'occasione ad un alfiere<br />

<strong>del</strong>l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia.<br />

Percile (RM): Cerimonia rievocativa<br />

ROMA<br />

Sez. Sabina Romana<br />

Domenica 19 giugno, a Mentana si sono ricordate le<br />

gesta <strong>del</strong>l’allora “Guardia doganale” che combatté al fianco di<br />

Garibaldi per Roma Capitale d’Italia. Vasto ed articolato il<br />

protocollo <strong>del</strong>la manifestazione, curato dall’Assessorato alla<br />

cultura mentanese in collaborazione con la presidenza <strong>del</strong><br />

Museo storico e <strong>del</strong>l’A.N.V.R.G. (Ass. Naz. Volontari e Reduci<br />

Garibaldini); numerosa la partecipazione <strong>del</strong>le Forze<br />

<strong>del</strong>l’Ordine, <strong>del</strong>le Associazioni Civili e d’Arma e dei pittoreschi<br />

gruppi garibaldini <strong>del</strong>l’ARTA e <strong>del</strong> gruppo “Marisa” in<br />

uniforme d’epoca. Tra gli altri, il Sindaco di Mentana Altiero<br />

Lodi, il suo Vice Maurizio Ciccolini ed il Vice Sindaco di Fonte<br />

Nuova; notevole presenza di alti ufficiali in uniforme; la<br />

Sezione <strong>del</strong>la Sabina Romana <strong>del</strong>la Federazione di Roma<br />

<strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> fra Decorati al Valor Militare,<br />

il Rotary Club Monterotondo-Mentana, l’Unione Salvo<br />

D’Ac<strong>qui</strong>sto, l’ANSI, l’ANC, la Legione e la Guardia d’Onore<br />

Garibaldina. Perfetto padrone di casa il prof. Francesco<br />

Guidotti, Direttore <strong>del</strong>l’Ara Museale che, in accordo con il<br />

Primo Cittadino, ha scoperto ed affisso a perenne memoria<br />

una targa a ricordo <strong>del</strong>le gesta eroiche dei gloriosi finanzieri<br />

immolatisi nel 1861 per l’Unità d’Italia. A seguire, la solenne<br />

deposizione di una corona di alloro ai piedi <strong>del</strong>l’Ara<br />

Monumentale da parte <strong>del</strong> Rotary Club Monterotondo-<br />

Mentana. A rendere gli offici, il Picchetto d’Onore con trombettiere<br />

<strong>del</strong>la Guardia di Finanza. Essenziali e sentiti gli interventi<br />

dei relatori.<br />

Mentana (RM): Festa <strong>del</strong>le Guardie Doganali<br />

ROVIGO<br />

La Federazione Provinciale di Rovigo ci ha comunicato la<br />

partecipazione ai seguenti eventi e cerimonie:<br />

– il 19 giugno 2011, la Federazione, con il Presidente<br />

Graziano Maron e il suo Alfiere con il Labaro, ha partecipato<br />

per il settimo anno consecutivo, a Trecenta<br />

(RO), alla festa dei Carristi. Iniziata con la Santa Messa<br />

celebrata dal parroco di Trecenta Don Ferdinando Salvan<br />

nella chiesa parrocchiale di San Giorgio, la festa è proseguita<br />

con un corteo che si è diretto al Monumento ai<br />

Caduti che, dopo l'Alzandiera, è stato benedetto. Alla<br />

cerimonia hanno presenziato le Autorità civili cittadine,<br />

le Associazioni d'Arma e un folto pubblico;<br />

Tercenta (RO): Festa dei<br />

Carristi<br />

– il 30 luglio 2011, si è svolta a Porto Viro (RO), nella naturale<br />

pineta di “San Giusto” dai Salesiani, la Festa di San Cristoforo,<br />

Patrono degli Autieri di Nassiriya. Alla cerimonia, consistita in<br />

una Santa Messa in pineta, hanno partecipato tutte le autorità<br />

locali e le Associazioni Combattentistiche e d’Arma, nonché<br />

la Federazione di Rovigo con il suo Presidente Graziano<br />

Maron, l’Alfiere ed il Labaro.<br />

Porto Viro (RO): Festa di San Cristoforo<br />

SONDRIO<br />

La Federazione Provinciale di Sondrio ci ha comunicato<br />

la partecipazione ai seguenti eventi e cerimonie:<br />

– ha organizzato nei giorni 10 - 12 giugno 2011 la competizione<br />

di tiro internazionale ISISC 2011 (cfr. n.° 1/2011<br />

pagg. 20 e 21);<br />

– nei giorni 19 e 20 giugno ha partecipato, unitamente alla<br />

Federazione di Bergamo, alla visita al Museo Storico <strong>del</strong>le<br />

Truppe Alpine di Trento, organizzata dalla Società Storica<br />

per la Guerra Bianca. Nell’occasione, ha consegnato il<br />

volume “Appunti di Storia <strong>del</strong> Risorgimento”, edito dalla<br />

Federazione, al Presidente <strong>del</strong> Museo, Gen. Bassett<br />

M.B.V.M.. Inoltre, il Segretario dott. Federico Vido, su<br />

richiesta <strong>del</strong> Socio Col. Med. Riccardo Morlini, ha tenuto<br />

una conferenza sulla Guerra Bianca agli Allievi <strong>del</strong>la<br />

Scuola Militare Theuliè di Milano, presenti ad Edolo per il<br />

Campo Estivo in montagna;<br />

– ha presenziato con il Labaro, portato dall’Alfiere<br />

Arrigo Mattiussi, Consigliere, alle ese<strong>qui</strong>e <strong>del</strong> 1° Av.<br />

44 IL NASTRO AZZURRO


Mario Corbellini M.B.V.M., e di Pio Songini,<br />

entrambi Consiglieri <strong>del</strong>la Federazione;<br />

– ha organizzato, presso il forte Venini di Oga di Valdisotto<br />

(SO), nell’ambito <strong>del</strong> progetto annuale “1848-1918: 70<br />

anni di lotte per l’Unità d’Italia”, la mostra storica “Le tigri<br />

<strong>del</strong>l’Adamello” con le immagini scattate dal Cap. Ing. Aldo<br />

Varenna M.B.V.M. sul fronte <strong>del</strong>l’Adamello;<br />

– ha presenziato, con il Presidente, il Vicepresidente, il<br />

Segretario e la Socia Maristella Ravelli alla commemorazione<br />

<strong>del</strong> Capitano Arnaldo Berni M.B.V.M.<br />

alla memoria, tenutasi al Passo <strong>del</strong> Gavia il 21 agosto<br />

2011;<br />

– ha organizzato, il 27 agosto 2011, unitamente a diverse<br />

Associazioni Svizzere, la seconda edizione <strong>del</strong>la competizione<br />

di Tiro Militare Internazionale “Trofeo<br />

<strong>del</strong>l’Amicizia”.<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

TORINO<br />

La Federazione Provinciale di Torino ci ha comunicato la<br />

partecipazione ai seguenti eventi e cerimonie:<br />

– l’11 giugno, il Labaro <strong>del</strong>la Federazione Provinciale di<br />

Torino <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>, scortato dal<br />

Commissario straordinario Cav. Franco Provero e dal<br />

Sindaco Giovanna Cresta, ha sfilato nell’ambito <strong>del</strong> 19°<br />

Raduno Nazionale <strong>del</strong>l’Associazione Arma Aeronautica e<br />

<strong>del</strong> 17° Raduno Nazionale <strong>del</strong>l’Associazione Nazionale<br />

Aviazione Esercito. Il sorvolo, durante la sfilata, <strong>del</strong>le<br />

Frecce Tricolori, i discorsi <strong>del</strong>le Autorità e la lettura dei<br />

messaggi augurali <strong>del</strong> Capo <strong>del</strong>lo Stato e <strong>del</strong> Ministro<br />

<strong>del</strong>la Difesa, hanno fatto da contraltare alle fanfare, alle<br />

Bandiere di guerra, alle compagnie in armi, ai gonfaloni<br />

<strong>del</strong>la Città di Torino M.O.V.M., <strong>del</strong>la Provincia e<br />

<strong>del</strong>la Regione, ai Medaglieri nazionali;<br />

– ll 19 giugno 2011, la Federazione, rappresentata dal Cav.<br />

Franco Provero, Commissario straordinario, e dal<br />

Sindaco Giovanna Cresta, col Labaro portato da un<br />

Alfiere, ha partecipato al 59° Raduno <strong>del</strong>l’Associazione<br />

Nazionale Bersaglieri, svoltosi a Torino. Nell’occasione, è<br />

stato presentato il nuovo basco nero che sostituisce il<br />

fez color cremisi. Per le cerimonie rimane in uso il tradizionale<br />

cappello piumato. Si è calcolato che abbiano partecipato<br />

al Raduno circa novantamila persone, tra bersaglieri<br />

e familiari, trentamila in corteo per oltre tre ore e<br />

mezzo e migliaia di spettatori sempre molto sensibili al<br />

passaggio <strong>del</strong>le fanfare con i cappelli piumati e al passo di<br />

corsa. Molta curiosità hanno suscitato le “divise storiche”<br />

<strong>del</strong> Corpo e alcuni mezzi di antiquariato: biciclette<br />

restaurate e qualche motocicletta tra cui, molto ammirata,<br />

una Moto Guzzi Alce;<br />

– il 26 giugno 2011, si è svolto il 21° Raduno Nazionale dei<br />

Carabinieri. Quasi cinque ore di sfilata con 1800 sezioni<br />

partecipanti, in rappresentanza di 19 regioni e anche di<br />

<strong>del</strong>egazioni giunte dall’estero. Almeno centomila persone<br />

hanno applaudito la grande sfilata <strong>del</strong>l’Arma, nata a<br />

Torino nel 1814. A chiusura, i mezzi storici, tra cui due<br />

auto Giulietta e lo squadrone <strong>del</strong> 4° Reggimento<br />

Carabinieri a cavallo, che ha reso omaggio al<br />

Medagliere <strong>del</strong>l’Arma e al Generale Leonardo<br />

Gallitelli, Comandante Generale. Numerose le autorità<br />

intervenute, tra cui: il Presidente <strong>del</strong>la Regione Roberto<br />

Cota, il Sindaco di Torino Piero Fassino, il Presidente<br />

<strong>del</strong>la Provincia Antonio Saitta, il Sottosegretario alle<br />

Infrastrutture Bartolomeo Giachino e il Sottosegretario<br />

alla Presidenza <strong>del</strong> Consiglio Carlo Giovanardi, carabiniere<br />

in congedo, che ha sfilato con la Sezione di<br />

Modena e con altri politici <strong>del</strong> Piemonte, che per l’occasione<br />

hanno indossato la bustina da carabiniere in con-<br />

gedo. Presente anche un Alfiere con il Labaro <strong>del</strong>la<br />

Federazione accompagnato dal Commissario straordinario<br />

Cav. Franco Provero e dal Sindaco Giovanna<br />

Cresta;<br />

– il 29 giugno 2011, nella Caserma “Emanuele Filiberto di<br />

Savoia Duca d’Aosta” di Torino è stato celebrato il 237°<br />

Anniversario <strong>del</strong>la Fondazione <strong>del</strong> Corpo <strong>del</strong>la Guardia di<br />

Finanza alla presenza <strong>del</strong>le più alte cariche militari, civili e<br />

religiose <strong>del</strong>la Regione. La Federazione è stata rappresentata<br />

dal Commissario straordinario Cav. Franco<br />

Provero e dal Sindaco Giovanna Cresta. Il Labaro ha<br />

sfilato in posizione preminente con l’Alfiere;<br />

– il 3 luglio 2011 il Raduno Assoarma, ha chiuso la serie di<br />

sfilate militari a Torino per il 150° Anniversario <strong>del</strong>l'Unità<br />

d'Italia. Il raduno, coordinato egregiamente dal Gen. di<br />

C.A. Franco Cravarezza, ha interessato le principali<br />

vie <strong>del</strong> centro cittadino, con schieramento, rassegna,<br />

onori, messaggi e allocuzioni nella piazza San Carlo. Un<br />

magistrale lancio di paracadutisti è stato il clou <strong>del</strong>la<br />

manifestazione. I soci <strong>del</strong>la Federazione, con il loro<br />

Commissario Straordinario Cav. Franco Provero, si<br />

sono stretti attorno al loro Labaro sfilando alla testa dei<br />

radunisti (34 Associazioni diverse), prestando anche servizio<br />

di Alfiere e Scorta al Labaro Nazionale, con il<br />

Presidente Nazionale Carlo Maria Magnani.<br />

TRIESTE<br />

Il 10 giugno 2011 si è celebrata a Trieste la Festa <strong>del</strong>la<br />

Marina Militare. La cerimonia si è svolta presso la sede <strong>del</strong>la<br />

Capitaneria di Porto alla presenza <strong>del</strong>le massime autorità<br />

locali. La sfilata <strong>del</strong>le Associazioni Combattentistiche e<br />

d’Arma era preceduta dal Labaro <strong>del</strong>la Federazione <strong>del</strong><br />

<strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> accompagnato dal suo Presidente dott.<br />

Giuseppe Vuxani.<br />

Trieste: Festa <strong>del</strong>la Marina Militare<br />

VENEZIA<br />

Il 10 giugno 2011, alla presenza di Autorità Militari e<br />

Civili, il Labaro <strong>del</strong>la Federazione ha presenziato e sfilato<br />

alla Festa <strong>del</strong>la Marina Militare. Durante la Cerimonia,<br />

l'Amm. Roberto Frassetto ha donato alla Marina<br />

Militare la sua sciabola e la sua Medaglia d'Oro al Valor<br />

Militare, ricevuta per l'azione avvenuta a Malta nel 1941,<br />

perché siano di esempio per chi crede in un ideale e all'amor<br />

di Patria fino all’estremo sacrificio. Per questa fulgida<br />

operazione furono assegnate 8 Medaglie d'Oro, di cui<br />

7 alla memoria, 14 Medaglie d'Argento, 6 Medaglie di<br />

Bronzo. I cimeli sono stati presi in consegna da un Allievo<br />

<strong>del</strong> l° corso <strong>del</strong>l'Accademia <strong>del</strong>la Marina Militare di<br />

Livorno.<br />

45


MANUALE D’INTELLIGENCE di Antonella Colonna<br />

Vilasi - Città <strong>del</strong> Sole Edizioni - ISBN 978-88-7351-470-1 -<br />

pagg. 145 - Euro 14,00<br />

Considerata un’esperta di servizi segreti, storica, giurista,<br />

internazionalista e criminologa, l’autrice svolge attività di<br />

docenza in vari atenei italiani ed è un’affermata saggista. Tra<br />

i suoi molteplici campi d’indagine particolare importanza<br />

riveste il tema <strong>del</strong>l’intelligence,<br />

cui ha dedicato,<br />

prima autrice europea,<br />

una trilogia. Ma ecco, in<br />

sintesi, il contenuto <strong>del</strong><br />

Volume. Oltre alla prefazione<br />

<strong>del</strong> giornalista<br />

Stefano Folli, che elogia<br />

l’approccio oggettivo <strong>del</strong>la<br />

scrittrice alla materia,<br />

l’Introduzione è affidata<br />

all’ammiraglio Pierre<br />

Lacoste (già direttore<br />

<strong>del</strong>la Dgse francese), che<br />

insiste sull’importanza<br />

<strong>del</strong>le iniziative volte ad<br />

informare il cittadino sull’argomento.<br />

In coda possiamo<br />

leggere un’intervista<br />

ad Alfredo Mantici (già<br />

capo <strong>del</strong> Dipartimento di<br />

analisi <strong>del</strong> Sisde), esperto di terrorismo.<br />

Strutturato in due capitoli, il volume soddisfa appieno l’obiettivo<br />

<strong>del</strong>l’autrice di avvicinare alla materia trattata, spesso<br />

confinata ai circoli di esperti, un pubblico vasto. L’opera<br />

accosta due percorsi espositivi principali: la trattazione<br />

degli elementi fondanti, ovvero la storia <strong>del</strong>l’intelligence e la<br />

descrizione dettagliata dei suoi processi di funzionamento,<br />

e la presentazione <strong>del</strong>le nuove sfide che si affacciano sul<br />

panorama geopolitico internazionale. I servizi d’intelligence<br />

sono in conclusione chiamati a rinnovarsi nell’ottica di un<br />

espletamento ancor più capillare <strong>del</strong>le proprie funzioni in<br />

vista <strong>del</strong>la sicurezza degli stati nazionali nel quadro globale<br />

attuale.<br />

ROMA RICORDA I SUOI LIBERATORI di Harry<br />

Shindler - Librati Editore - Pagg. 290 - ISBN 9-788887-<br />

691573 - 15,00 Euro<br />

Il libro di Shindler è una pubblicazione singolare. In primo<br />

luogo perché è la storia di un piccolo monumento molto<br />

recente, anche se riallacciato<br />

alle drammatiche vicende<br />

<strong>del</strong>la prima metà <strong>del</strong>lo scorso<br />

secolo e agli altri ideali<br />

per i quali tanta gioventù<br />

d'Europa e d'oltreoceano<br />

perdette la vita. In secondo<br />

luogo perché è scritto da un<br />

militare inglese, che in quelle<br />

vicende visse i suoi sei<br />

anni di servizio in guerra e<br />

che è tornato a vivere in<br />

Italia dopo aver partecipato<br />

alla seconda guerra mondiale<br />

in Nord Africa, dallo sbarco<br />

di Anzio <strong>del</strong> 21-22 gennaio<br />

1944, sino allo sfondamento<br />

<strong>del</strong>la linea gotica <strong>del</strong><br />

RECENSIONI<br />

Marzo-Aprile 1945. In terzo luogo perché è scritto con una<br />

spontaneità, e talora ingenuità, che si addicono più al linguaggio<br />

parlato che a quello scritto, pur essendo frutto di<br />

grande comprensione <strong>del</strong>la causa per cui si è vissuti, di consapevolezza,<br />

di non dissipata preoccupazione per il futuro.<br />

Leggendo questo libro ci si rende conto che il suo autore<br />

non è il solito "turista" che, dopo un breve soggiorno in un<br />

paese pretende di trascriverne usi e costumi, ma si tratta di<br />

un ex militare britannico che ha servito in questo paese<br />

durante la seconda guerra mondiale, da Napoli a Trieste, e<br />

nel quale ha vissuto da civile negli ultimi venticinque anni. E<br />

<strong>qui</strong>ndi ne testimonia profondo affetto per l'Italia e la sua<br />

gente.<br />

Forse non è comune scrivere un libro sulla storia di un<br />

monumento, ma questo è speciale. Infatti, Roma possiede<br />

molti monumenti dedicati a coloro che l'hanno fatta grande.<br />

Questo monumento è dedicato a coloro che l'hanno<br />

resa libera.<br />

23. UN ECCIDIO A BOLZANO di Carla Giacomozzi -<br />

Archivio Storico città di Bolzano - pagg.154 - Illustrato a<br />

colori - ISBN 88-901870-6-9 - Può essere richiesto direttamente<br />

all’Archivio Storico di Bolzano www.comune.bolzano.it<br />

La storia di Bolzano nel Novecento rappresenta per la città<br />

un'eredità molto difficile, come <strong>del</strong> resto testimoniano i<br />

fatti di sangue trattati in questo volume.<br />

Quando, il 12 settembre 1944, ventitrè prigionieri <strong>del</strong> Lager<br />

di Bolzano furono uccisi dalla Gestapo nella zona <strong>del</strong>le<br />

caserme di Aslago-Oltrisarco, le forze <strong>del</strong>l' Asse si stavano<br />

ormai ritirando da tutti i fronti <strong>del</strong>la Seconda guerra mondiale,<br />

la Germania e il<br />

Giappone erano prossimi<br />

all'annientamento e il<br />

governo fantoccio fascista<br />

<strong>del</strong>l'Italia settentrionale<br />

stava crollando.<br />

Un dispotismo sull' orlo<br />

<strong>del</strong> collasso moltiplica il<br />

proprio potenziale di<br />

distruzione quanto più è<br />

messo alle strette e la<br />

Storia è prodiga di esempi<br />

di questo tipo: l'uccisione<br />

di milioni di persone<br />

nei Lager <strong>del</strong> Terzo<br />

Reich raggiunge proprio<br />

in questa fase il suo tragico<br />

culmine. Anche la<br />

Repubblica di Salò, ultimo<br />

esercizio di potere da parte di Mussolini per 'grazia' di<br />

Hitler, condannò a morte quanti più oppositori possibile, in<br />

un'inaudita orgia di potere. Non è un caso <strong>del</strong> resto che<br />

molti di coloro che vennero uccisi dalle guardie repubblichine<br />

erano stati trasferiti dalle prigioni tedesche. Bolzano,<br />

la città <strong>del</strong>le due dittature: il fascismo e il nazismo si sono<br />

<strong>qui</strong> incontrati in una sorta di unione <strong>del</strong> male che ha lasciato<br />

dietro di sé una lunga scia di sangue che si è tentato<br />

spesso di negare ma che risulta invece ben evidente.<br />

Il lavoro di studio e ricerca di Carla Giacomozzi, presentato<br />

in questo volume, permette ora di fare chiarezza su<br />

quanto realmente avvenuto a Bolzano il 12 settembre <strong>del</strong><br />

1944, restituendo così alle vittime <strong>del</strong>l'eccidio la possibilità<br />

di un pubblico ricordo.<br />

46 IL NASTRO AZZURRO


AZZURRI NELL’AZZURRO DEI CIELI<br />

FED. AREZZO: <strong>Azzurro</strong> Portilio NATALIZI BOLDI<br />

(M.B.V.M.); Sig.ra Lina ROTESI vedova <strong>del</strong>l'<strong>Azzurro</strong><br />

Vincenzo FAULI (C.G.V.M.); S. Capo M.M. Nicola VONA<br />

(C.G.V.M.).<br />

FED. BRESCIA: Sig. Paolo BRACCHI; Ing. Giulio FER-<br />

RARI; Sig.ra Domenica Carmelina GUARINELLI ANGO-<br />

SCINI; Sig. Mario MAFFEZZONI; Sig. Luigi Ernesto<br />

MORA; Sig.ra Maria PANCHERI, vedova <strong>del</strong>l’<strong>Azzurro</strong><br />

Giovanni MAFESSONI; Sig. Giovanni PEDRAZZI.<br />

FED. BRINDISI: M.llo 1° cl. A.M. Carmelo CASTELLA-<br />

NO.<br />

FED. CAMPOBASSO: Bersagliere Nicandro SARACI-<br />

NO.<br />

FED. CUNEO – Sezione Borgo San Dalmazzo: Sig.<br />

Italo PELLEGRINO, già Commissario <strong>del</strong>la Sezione;<br />

Sezione Saluzzo: N.H. Giuseppe SICCARDI.<br />

FED. FIRENZE: Sig.ra Elvira RUGIADI.<br />

FED. RIMINI: Sig. Francesco CONTENTO.<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

FED. ROMA: Tenente di Artiglieria Dott. Eugenio<br />

DE FALCO (M.A.V.M.); Conte Dott. Ing. Goffredo MAN-<br />

FREDI (M.A.V.M.); <strong>Azzurro</strong> Stefano MANGIAVACCHI<br />

(M.A.V.M.); Capitano di Vascello (T.O.) Ing. Cav. Giuseppe<br />

PRESTI (2 M.A.V.M. - M.B.V.M. - Avanz.M.G. - E.S.); Prof.ssa<br />

Gabriella RATTU, vedova <strong>del</strong>l’<strong>Azzurro</strong> Mario ACQUAVI-<br />

VA (M.B.V.M. ‘sul campo’); Sig.ra Livia BASTIANI, vedova<br />

<strong>del</strong>l’<strong>Azzurro</strong> Angelo Sante BASTIANI (M.O.V.M. - 5<br />

M.A.V.M. - C.G.V. M. - Prom. M.G. - Amm. Carr. Cont. M.G.).<br />

FED. SIENA: <strong>Azzurro</strong> Giorgio BELLI (M.B.V.M.); Sig.ra<br />

Mara LILLI, figlia <strong>del</strong> Capitano Egisto Lilli (M.O.V.M. ‘alla<br />

memoria’).<br />

FED. TREVISO: <strong>Azzurro</strong> Giordano PRAVISANI<br />

(M.B.V.M.).<br />

FED. VARESE: Sig.ra Graziosa DAL BOSCO BOSARO.<br />

Alle famiglie colpite da queste dolorose perdite giungano le<br />

espressioni <strong>del</strong> più vivo cordoglio <strong>del</strong>la Presidenza Nazionale e<br />

di tutti gli Azzurri.<br />

POTENZIAMENTO GIORNALE<br />

Su segnalazione <strong>del</strong>le Federazioni interessate pubblichiamo i seguenti “ERRATA CORRIGE”<br />

N.° 6-2011 pag. 40 - Fed. Grosseto: “... Presidente Giovanni SCLANO ...” e non SALERNO<br />

“... Ten. Vasc. CP Giorgio CAPOZZELLA ...”<br />

N. 1-2012 pag. 24 - Fed. Brescia: APERTURA: “Mercoledì dalle 15,00 alle 17,00 su appuntamento”<br />

pag. 26 - Fed. Torino: APERTURA: “Lunedì e Giovedì dalle 15,00 alle 17,00”<br />

47


1) Distintivi con decorazione e Dame Patronesse<br />

2) Distintivi dorati: piccoli, medi e grandi<br />

3) Portachiavi smaltato<br />

4) Orologio<br />

5) Crest grande<br />

6 Labaretto<br />

7) Emblema Araldico<br />

8) Cartolina, cartoncino doppio e busta<br />

9) Fermacarte in onice<br />

10) Posacenere<br />

11) Attestato di Benemerenza<br />

12) Cravatta: disponibile in polyestere e seta<br />

13) Foulards in seta<br />

14) Mug<br />

15) Fermacarte peltro<br />

16) Copricapo a bustina<br />

17) Quadro con emblema araldico <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong><br />

Tutta l’oggettistica è in vendita presso le Federazioni che, in caso di carenza di materiale, possono richiederla alla Presidenza<br />

Nazionale <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong>. Le spese di spedizione saranno a carico <strong>del</strong>le Federazioni ed aggiunte al costo <strong>del</strong> materiale.

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