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PERIODICO<br />
NAZIONALE<br />
DELL’ISTITUTO<br />
DEL NASTRO<br />
AZZURRO FRA<br />
COMBATTENTI<br />
DECORATI<br />
AL VALORE<br />
MILITARE<br />
ANNO LXXIII - N. 2 - MAR./APR. 2012 - Bimestrale - Poste Ital. S.p.A. Sped. in abb. postale D.L. n. 353/2003 (Conv. in L. 27/2/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 MP-AT/C-CENTRO/RM
PERIODICO NAZIONALE DELL’ISTITUTO DEL NASTRO AZZURRO<br />
FRA COMBATTENTI DECORATI AL VALOR MILITARE<br />
In copertina<br />
“Tanto è cambiato nell’attegiamento di qualche<br />
Comandante dalla seconda guerra mondiale<br />
ai giorni nostri”<br />
In questo numero:<br />
pag. 8: Ma quanto ci “Costa”?<br />
pag. 16:<br />
Israele e la<br />
primavera<br />
araba<br />
pag. 26: Lo sparviero <strong>del</strong> deserto<br />
COME COLLABORARE<br />
La collaborazione a “Il <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>” è<br />
aperta a tutti ed è a titolo gratuito. I testi possono<br />
pervenire per posta elettronica oppure possono<br />
essere inviati alla redazione su supporto<br />
informatico (CD-Rom o DVD). Le immagini in<br />
formato elettronico devono essere “ad alta risoluzione”.<br />
Testi e foto, anche se non pubblicati,<br />
NON si restituiscono.<br />
SOMMARIO<br />
• Sommario Pag. 2<br />
• Editoriale: Le FFAA nella guerra<br />
di Liberazione “” 3<br />
• La Presidenza Nazionale comunica “” 4<br />
• Lettere a “Il <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>” “” 6<br />
• Ma quanto ci “Costa”? “” 8<br />
• Il giorno <strong>del</strong>la Memoria “” 12<br />
• Il senso <strong>del</strong>le celebrazioni “” 12<br />
• Il giorno <strong>del</strong> Ricordo “” 13<br />
• Due incidenti stradali: sei morti “” 14<br />
• Il commento “” 15<br />
• Israele e la “primavera araba” “” 16<br />
• Quando i comandanti morivano in plancia “” 18<br />
• Diplomazia e <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>: orgoglio<br />
biellese “” 21<br />
• I Generali Cigliana “” 22<br />
• MOVM eccellenti: Luigi Giorgi “” 25<br />
• Lo Sparviero <strong>del</strong> deserto “” 26<br />
• La guerra di Liberazione “” 28<br />
• Giarabub: un’epopea! “” 32<br />
• Un’interessante esercitazione “” 33<br />
• Notizie in <strong>Azzurro</strong> “” 34<br />
• Azzurri che si fanno Onore “” 35<br />
• Parliamone ancora “” 36<br />
• Cronache <strong>del</strong>le Federazioni “” 38<br />
• Recensioni “” 46<br />
• Azzurri nell’azzurro <strong>del</strong> cielo “” 47<br />
• Potenziamento giornale “” 47<br />
• Oggettistica <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> “” 48<br />
“Il <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>” ha iniziato le pubblicazioni a Roma il 26 marzo 1924 - (La pubblicazione fu sospesa per le<br />
vicende connesse al secondo conflitto mondiale e riprese nel 1951) - Bimestrale - Anno LXXIII - n.° 2 - Marzo-Aprile<br />
2012 - Poste Ital. S.p.A.: Sped. in abb. postale D.L. n. 353/2003 (Conv. in L. 27/2/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 - MP-AT/C-CENTRO/RM - Direz.<br />
e Amm.: Roma 00161 - p.zza Galeno, 1 - tel. 064402676 - fax 0644266814 - Sito internet: www.istitutonastroazzurro.org - Email:<br />
redaz.nastroazzurro@libero.it - Direttore Editoriale: Carlo Maria Magnani - Presidente Nazionale <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> - Direttore<br />
Responsabile: Antonio Daniele - Comitato di Redazione: Carlo Maria Magnani, Antonio Daniele, Francesco Maria Atanasio,<br />
Graziano Maron, Giuseppe Picca, Antonio Valeri, Primo Verdirosi, Federico Vido, Giorgio Zanardi - Segretaria di Redazione:<br />
Barbara Coiante - Autorizzazione <strong>del</strong> Tribunale Civile e Penale di Roma con decreto n.° 12568 <strong>del</strong> 1969 - Progetto<br />
Grafico e stampa: Arti Grafiche San Marcello s.r.l. - v.le Regina Margherita, 176 - 00198 Roma - Finito di stampare: Aprile 2012<br />
- C.F. 80226830588 - Il <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> viene inviato a tutti i soci <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> fra Combattenti Decorati<br />
al Valor Militare, ma è anche possibile, per chi non è socio <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>, riceverlo abbonandosi. Per abbonarsi<br />
i versamenti possono essere effettuati su C/C Postale n. 25938002 intestato a “<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>”, oppure su<br />
C/C Bancario CA SSA DI RISPARMIO DI FERRARA - Filiale di Roma - P.zza Madonna Loreto, 24 - c/c n. 0722122-3 - CIN<br />
IT “A” - ABI 06155 - CAB 03200 - IBAN: IT69A0615503200000000002122<br />
Abbonamenti: Ordinario: 20 Euro, Sostenitore: 25 Euro, Benemerito: 30 Euro e oltre.<br />
Associato alla Unione Stampa Periodica Italiana<br />
2 IL NASTRO AZZURRO
Primavera 1945. I gruppi<br />
di combattimento<br />
<strong>del</strong>l’Esercito raggiungono<br />
alcune <strong>del</strong>le principali<br />
città <strong>del</strong> nord Italia: il<br />
“Cremona” è a Mestre e a<br />
Venezia; il “Friuli” entra in<br />
Bologna; il “Folgore” dopo essere stato aviolanciato tra<br />
Poggio Rusco e Ferrara giunge in vista di Bologna; il<br />
“Legnano” occupa Bergamo e Brescia. È una sorta di riscatto<br />
dopo i tragici avvenimenti <strong>del</strong> settembre-ottobre 1943<br />
che pesano ancora oggi come un macigno nella memoria collettiva<br />
di tutti gli italiani col suo codazzo di umiliazioni, di<br />
sciagure, di irreparabili danni materiali e morali. Lutti ed umiliazioni<br />
non furono risparmiati al nostro popolo né dal vecchio,<br />
infido alleato né dal miope e sprezzante vincitore e<br />
sotto quei colpi tremendi, inferti senza umanità e senza<br />
ragionevolezza, parve che l’unità nazionale, faticosamente<br />
raggiunta appena ottanta anni prima,<br />
dovesse sfaldarsi.<br />
Ma non fu così. Il popolo italiano<br />
trovò nell’immensità <strong>del</strong>la catastrofe<br />
la forza di reagire e le Forze<br />
Armate furono ancora una volta alla<br />
testa <strong>del</strong>la rinascita d’Italia.<br />
La mancanza di ordini precisi e<br />
la confusa linea di dipendenza gerarchica<br />
ebbe riflessi drammatici sulle<br />
unità dislocate sul territorio nazionale<br />
e nei territori occupati.<br />
Malgrado questo gli episodi di resistenza<br />
armata furono numerosi. La<br />
Dalmazia, il Montenegro, la Slovenia,<br />
la Croazia e l’Albania furono testimoni<br />
<strong>del</strong>lo sbandamento iniziale e<br />
poi <strong>del</strong>la reazione <strong>del</strong>le divisioni italiane<br />
alle truppe tedesche. La maggiore<br />
tragedia si verificò in Grecia e<br />
nelle Isole <strong>del</strong> Dodecanneso teatro<br />
<strong>del</strong> tragico destino <strong>del</strong>la Divisione Ac<strong>qui</strong>.<br />
L’Esercito pagò un ingente tributo di sangue in quei due<br />
mesi: 20.000 uomini caduti con le armi in pugno e trucidati<br />
dopo la resa, ai quali si devono aggiungere altri 40.000 caduti<br />
nei lager nazisti, in quanto la Germania, non riconoscendo<br />
il governo <strong>del</strong> sud, non considerò prigionieri di guerra i militari<br />
catturati.<br />
La dichiarazione di guerra alla Germania <strong>del</strong> 13 ottobre<br />
1943, che sancisce di fatto la posizione di co-belligerante<br />
<strong>del</strong>l’Italia, determina una rifondazione <strong>del</strong>le nostre Forze<br />
Armate. Viene costituito il 1° Raggruppamento Motorizzato<br />
IL NASTRO AZZURRO<br />
EDITORIALE: LE FORZE ARMATE<br />
NELLA GUERRA DI LIBERAZIONE<br />
Lutti ed umiliazioni non furono<br />
risparmiati al nostro popolo né dal<br />
vecchio, infido alleato né dal miope<br />
e sprezzante vincitore...<br />
L’Esercito pagò un ingente<br />
tributo di sangue in quei due mesi:<br />
20.000 uomini caduti con le armi in<br />
pugno e trucidati dopo la resa, ai<br />
quali si devono aggiungere altri<br />
40.000 caduti nei lager nazisti, in<br />
quanto la Germania, non<br />
riconoscendo il governo <strong>del</strong> sud,<br />
non considerò prigionieri di guerra i<br />
militari catturati.<br />
<strong>del</strong>l’Esercito, i velivoli <strong>del</strong>l’Aeronautica riportano in volo la<br />
coccarda tricolore, la Marina Militare veniva posta sullo stesso<br />
piano di parità morale rispetto alle Marine Alleate.<br />
Scorrendo velocemente gli avvenimenti tragici di quel<br />
periodo, mi ha molto colpito il destino <strong>del</strong>la corazzata<br />
“Roma”, la nave ammiraglia <strong>del</strong>la Regia Marina che il 9 settembre<br />
1943, durante il trasferimento <strong>del</strong>la squadra navale<br />
da La Spezia a La Maddalena, senza alcuna copertura aerea,<br />
subisce all’altezza <strong>del</strong>l’isola Asinara l’attacco di bombardieri<br />
tedeschi. La nave, colpita da due bombe radiocomandate, si<br />
spezza in due tronconi ed affonda portando con sè 1.400<br />
uomini, compreso l’Ammiraglio Bergamini e il C.V. Del Cima,<br />
Comandanti rispettivamente <strong>del</strong>le forze navali da battaglia e<br />
<strong>del</strong>la corazzata. Muoiono quasi tutti gli ufficiali imbarcati che<br />
si preoccupano di porre in salvo il maggior numero possibile<br />
di uomini <strong>del</strong>l’e<strong>qui</strong>paggio.<br />
Venendo all’attualità, l’avvenimento che ha certamente<br />
occupato le prime pagine dei giornali è stato l’affondamento<br />
<strong>del</strong>la “Costa Concordia”. Volevo evi-<br />
denziare le differenze di comportamento<br />
tra il comandante (con la c<br />
minuscola) <strong>del</strong>la nave e altri<br />
Comandanti <strong>del</strong>la nostra Marina<br />
Militare che si erano volutamente<br />
inabissati con le loro navi.<br />
Scorrendo l’elenco in ordine alfabetico<br />
dei Decorati mi sono dovuto<br />
fermare alla lettera c, avevo già<br />
riempito una pagina! D’altra parte<br />
come diceva Don Abbondio al<br />
Cardinale Borromeo “Il coraggio<br />
uno non se può lo dare!”, ma il lauto<br />
stipendio si, aggiungo io.<br />
Infine dobbiamo registrare la<br />
morte di tre militari italiani in<br />
Afganisthan, vittime di un incidente<br />
mentre si stavano recando a portare<br />
aiuto ad altri commilitoni.<br />
All’arrivo dei feretri a Roma non vi<br />
era alcuna autorità politica! I funerali di stato non sono stati<br />
celebrati in Santa Maria degli Angeli a Roma. Poveri ragazzi,<br />
eppure non erano in gita di piacere o non stavano andando<br />
in discoteca, erano in servizio. Anche loro hanno una<br />
mamma che piangerà sulla loro tomba! Sono veramente indignato<br />
e certo di interpretare i vostri sentimenti, porgo alle<br />
famiglie Currò, Messineo e Valente i sentimenti di vicinanza<br />
<strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>.<br />
Un abbraccio forte a tutti<br />
OCCORRE NUOVA OGGETTISTICA?<br />
Carlo Maria Magnani<br />
L’oggettistica <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> è sempre disponibile ed è costantemente incrementata<br />
da nuovi utili gadget. La lista degli oggetti disponibili è regolarmente<br />
pubblicata nella quarta di copertina di questo periodico.<br />
Qualora le Federazioni desiderassero ulteriori tipologie di gadget, ritenute necessarie<br />
per sostenere adeguatamente l’attività d’immagine <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> in sede locale, possono<br />
farci proposte per inserire tali nuovi gadget nella lista.<br />
3
LA PRESIDENZA NAZIONALE COMUNICA<br />
Il Decreto interministeriale <strong>del</strong> 20 dicembre 2011, con cui si assegnano i contributi<br />
<strong>del</strong> Ministero <strong>del</strong>la Difesa alle Associazioni Combattentistiche e d’Arma per il 2012,<br />
ha stabilito che l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> fra Combattenti Decorati al Valor<br />
Militare riceverà, quale contributo dal Ministero <strong>del</strong>la Difesa, 2.800 Euro.<br />
Tenuto conto <strong>del</strong>la progressiva e rapida riduzione di tale contributo negli ultimi anni<br />
(vds. tabella sottostante), considerando anche che l’esiguità di tale cifra non risolve<br />
alcun problema, né può essere considerata un “vero” contributo, il Presidente<br />
Nazionale, gen. Carlo Maria Magnani, ha nominato una Commissione col compito di<br />
verificare la situazione e presentare proposte di azioni che egli si riserva di intraprendere<br />
a tutela <strong>del</strong>l’immagine e <strong>del</strong>la capacità operativa <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong>.<br />
Una prima analisi da parte <strong>del</strong>la Commissione ha evidenziato in effetti l’incapacità<br />
<strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> di far percepire se stesso come un’associazione davvero<br />
ramificata ed estesa a tutto il territorio nazionale quale esso effettivamente è.<br />
A tal proposito, si richiama l’attenzione di tutti i Presidenti di Federazione ad intensificare<br />
ogni possibile azione allo scopo di evidenziare la presenza e le attività<br />
<strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> nell’azione di salvaguardia e diffusione dei Valori di Amor di Patria e di<br />
Onore e Valore Militare.<br />
Occorre altresì dare adeguata pubblicità alle certamente numerose iniziative attuate<br />
in campo sociale soprattutto a favore di persone meno abbienti, tra gli iscritti e non<br />
al nostro sodalizio.<br />
Purtroppo viviamo nella società <strong>del</strong>l’immagine e, ci si è resi conto, oggi come non<br />
mai, di questa verità: l’attività non adeguatamente pubblicizzata è come se non fosse<br />
mai avvenuta.<br />
ANNO CONTRIBUTO ORDINARIO DEL TESORO CONTRIBUTO STRAORDINARIO DIFESA<br />
2006 18.990 49.998<br />
2007 14.990 49.998<br />
2008 14.990 42.063<br />
2009 14.990 24.490<br />
2010 14.990 2.990<br />
2011 14.990 2.800<br />
EROGAZIONI LIBERALI A FAVORE DEL NASTRO AZZURRO<br />
Con il riconoscimento ufficiale <strong>del</strong>l’interesse storico <strong>del</strong>l’archivio <strong>del</strong>la<br />
Presidenza Nazionale già dal 2011 è possibile effettuare erogazioni liberali finalizzate<br />
alla “Conservazione, potenziamento e valorizzazione <strong>del</strong>l’archivio<br />
Storico <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>”, per le quali è prevista la detrazione fiscale<br />
sulla dichiarazione dei redditi. (art. 15 comma 1 lettera h <strong>del</strong> D.P.R. 917/1986).<br />
Le erogazioni devono essere effettuate intestandole a “<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong><br />
- Presidenza Nazionale” tramite banca, ufficio postale, assegni bancari o circolari versati<br />
sul C/C Postale n. 25938002 intestato a “<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>”, oppure su<br />
C/C Bancario CA SSA DI RISPARMIO DI FERRARA - Filiale di Roma - P.zza Madonna di<br />
Loreto, 24 - c/c n. 0722122-3 - CIN IT “A” - ABI 06155 - CAB 03200 - IBAN:<br />
IT69A0615503200000000002122, specificando la motivazione sottolineata sopra.<br />
4 IL NASTRO AZZURRO
DONIAMO IL 5 PER MILLE AL NOSTRO ISTITUTO<br />
Come ormai di consueto, è consentito destinare il "5 per mille" <strong>del</strong>l'IRPEF a<br />
sostegno <strong>del</strong>le attività <strong>del</strong>l'<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> fra Combattenti<br />
Decorati al Valor Militare come Associazione riconosciuta che opera nei settori<br />
di cui all'art.10, comma 1, lettera a, <strong>del</strong> D.Lgs. n.460/97. Sia con il Mod. UNICO che<br />
con il 730 è possibile compiere tale scelta e pertanto vi invitiamo ad utilizzare questo<br />
strumento per sostenere gli impegni che il nostro <strong>Istituto</strong> si è assunto per diffondere,<br />
in particolare nelle giovani generazioni, il rispetto e l'amore per la Patria e la conoscenza<br />
dei doveri verso di Essa, assistere gli iscritti e salvaguardare gli interessi morali<br />
e materiali <strong>del</strong>la categoria; mantenere vivi i contatti con le Forze Armate e con le<br />
Associazioni Combattentistiche e d'Arma. Per chi lo ha già fatto negli anni passati, una<br />
bella soddisfazione: il 5 per mille <strong>del</strong> solo anno 2009 porterà all’<strong>Istituto</strong> 11.000 Euro.<br />
Si può esprimere la scelta apponendo, negli appositi spazi, la propria firma e il<br />
Codice Fiscale <strong>del</strong>l'<strong>Istituto</strong> 80226830588, e non comporta alcun onere a carico <strong>del</strong> contribuente.<br />
IL NASTRO AZZURRO<br />
24 MAGGIO: GIORNATA DEL DECORATO<br />
Il 24 maggio ricorrerà la<br />
"Giornata <strong>del</strong> Decorato". La<br />
Presidenza Nazionale sta consolidando<br />
gli accordi col "Gruppo <strong>del</strong>le<br />
Medaglie d'Oro" e col Comando<br />
Militare di Roma Capitale per la<br />
consueta cerimonia da celebrarsi<br />
insieme all'Altare <strong>del</strong>la Patria. La<br />
cerimonia avrà luogo <strong>qui</strong>ndi giovedì<br />
24 maggio con le modalità che verranno<br />
tempestivamente emanate<br />
tramite apposita circolare prossima<br />
ad essere inviata a tutte le<br />
Federazioni.<br />
Come ogni anno, si auspica una<br />
forte e numerosa partecipazione a<br />
testimonianza dei Valori che<br />
l'<strong>Istituto</strong> sostiene in tutta Italia e<br />
che, nella ricorrenza <strong>del</strong>la Giornata<br />
<strong>del</strong> Decorato, assumono il particolare<br />
significato di riferimento morale<br />
e sociale.<br />
5
LETTERE A “IL NASTRO AZZURRO”<br />
Risponde il generale Carlo Maria Magnani, Presidente Nazionale <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> fra<br />
Combattenti Decorati al Valor Militare e Direttore Editoriale <strong>del</strong>la rivista “Il <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>”.<br />
gent.mo Direttore,<br />
dalla morte <strong>del</strong> mio caro papà, avvenuta il 29 gennaio 2011, ricevo tutt'ora il periodico (<strong>Nastro</strong><br />
<strong>Azzurro</strong>) che seguo con piacere. Vorrei spendere qualche parola su di lui:<br />
ENCOMIO SOLENNE MERITO DI GUERRA MINISTERO<br />
DIFESA MARINA<br />
al s.ten. Tinelli Angelo, nato a Gallipoli il 1 giugno 1926<br />
“per aver partecipato alla difesa di Lero quale componente <strong>del</strong><br />
presidio che agli ordini <strong>del</strong> contrammiraglio Mascherpa, Medaglia<br />
d'Oro al Valor Militare, resisteva per ben 52 giorni all'insistente, violento<br />
assedio aereo, cessando di combattere solo quando, all'estremo<br />
<strong>del</strong>le risorse in seguito all'avvenuto sbarco di forze nemiche, ne<br />
ebbe l'ordine dal generale britannico comandante <strong>del</strong>le operazioni<br />
combinate di difesa.”<br />
Lero: 9 settembre - 16 novembre 1943<br />
Ho scritto questo perché so quanto lui era legato al <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>,<br />
tutto quello che raccontava, memorie, personaggi, era un pezzo <strong>del</strong>la<br />
nostra storia. Ma vorrei ricordarlo in particolare come uomo buono,<br />
altruista; ha lasciato in tutti noi, ma soprattutto a me come figlia l'eredità<br />
più ricca che aveva nel suo cuore.<br />
Grazie papà.<br />
Mi farebbe piacere ricordarlo in una pagina <strong>del</strong> nostro periodico.<br />
Ada Tinelli<br />
Fratello mare<br />
Ed ecco ce ne andiamo<br />
come siamo venuti<br />
arrivederci fratello mare<br />
mi porto un po' <strong>del</strong>la tua ghiaia<br />
un po' <strong>del</strong> tuo sale azzurro<br />
un po' <strong>del</strong>la tua infinità<br />
e un pochino <strong>del</strong>la tua luce<br />
e <strong>del</strong>la tua infelicità.<br />
Ci hai saputo dire molte cose<br />
sul tuo destino di mare<br />
eccoci con un po' di speranza<br />
eccoci con un po' di saggezza<br />
e ce ne andiamo come siamo venuti,<br />
arrivederci fratello mare.<br />
Dedicata al mio papà<br />
N. Hikmet<br />
È morto nella notte <strong>del</strong> 14 luglio 2011, nella sua casa sulle Torricelle, assistito dalla figlia Luisina e dal genero, generale Antonio<br />
Lasorte, il colonnello pilota Vittorio Organo, protagonista pluri Decorato <strong>del</strong>la guerra aerea in Africa Settentrionale.<br />
Ufficiale di complemento, aveva comandato per due anni, operando dai campi avanzati <strong>del</strong>la Marmarica e da altre basi libiche<br />
prossime al fronte egiziano, una squadriglia da bombardamento sui leggendari trimotori S.79, meritando ben tre Medaglie<br />
d'Argento al Valor Militare ed una Promozione per Merito di Guerra. Sull'aeroporto di Gorizia, alla scuola di specializzazione, era<br />
stato subalterno di Amedeo di Savoia, Duca d'Aosta.<br />
Nella vita civile era il titolare <strong>del</strong>la farmacia di Poiano, la frazione nella quale si sono svolti i suoi funerali, ed era noto quale<br />
presidente <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>, l'<strong>Istituto</strong> nazionale dei Decorati al Valor Militare. In tale veste, nell'annuale cerimonia <strong>del</strong> Quattro<br />
Novembre, aveva sempre dato voce alla motivazione <strong>del</strong>la Medaglia d'Oro concessa al Milite Ignoto. Sua era stata l'iniziativa <strong>del</strong>l'apposizione<br />
<strong>del</strong>la targa <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> sulle mura viscontee di via Alpini.<br />
Ogni anno, il 2 marzo, promuoveva una messa di suffragio per il Duca d'Aosta, nell'anniversario <strong>del</strong>la morte in prigionia, e per<br />
tutti i Caduti italiani in terra d'Africa, nella chiesa di San Zeno in Oratorio (San Zenetto). Era stato promotore di numerosi pellegrinaggi<br />
al mausoleo di El Alamein ed anche al sacrario <strong>del</strong> Duca d'Aosta a Nyeri, in Kenia.<br />
Gianni Cantù<br />
Gent.ma Sig.ra Tinelli e gent.mo sig. Cantù<br />
Le Vostre sono testimonianze nei confronti di eroi <strong>del</strong>la seconda guerra mondiale che sono “andati avanti” alcuni mesi fa. Mi<br />
ha particolarmente colpito lo struggente amor filiale dalla Signora Tinelli.<br />
La pubblicazione di queste testimonianze, lungi dall'apparire inutile rievocazione pubblica di figure private, permette di meglio<br />
rappresentare una caratteristica di quegli uomini che, pur consapevoli <strong>del</strong>la superiorità <strong>del</strong>l'avversario, si spesero generosamente<br />
per la Patria.<br />
Forse i sentimenti alla base di tali comportamenti, se fossero più diffusi oggi, eviterebbero le inutili e costose contrapposizioni<br />
che spaccano l'Italia e le impediscono di essere bella e forte come essa, in cuor nostro, appare.<br />
Grazie per averci inviato le lettere.<br />
6 IL NASTRO AZZURRO
il Giornale di Vicenza<br />
19 maggio 1995<br />
IL NASTRO AZZURRO<br />
la sig.ra Coaccioli risponde<br />
all’“Anonima Magnagati”<br />
Egregio Direttore de “Il <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>”<br />
Sono Mirella Coaccioli, moglie di Federico Coaccioli, reduce<br />
dalla steppa russa dopo 1800 km a piedi (e mi permetto di farle<br />
presente che ha meritato due Medaglie); in casa mia arriva “Il<br />
<strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>” e l’UNUCI che io leggo ambedue dalla prima<br />
all’ultima pagina. Quindi non mi è sfuggita la lettera che il Sindaco<br />
<strong>del</strong> Comune di Valdastico (VI), Alberto Toldo, ha inviato alla redazione<br />
de “Il <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>”. Che peccato avere dei concittadini<br />
così ottusi che rifiutano di leggere e tolgono ai propri paesani la<br />
possibilità di seguire i fatti, avvenimenti, episodi storici, manifestazioni,<br />
cerimonie che si tengono in varie città italiane.<br />
Ho vissuto, per ragioni di lavoro di mio marito, con la mia<br />
famiglia, a Vicenza dal 1968 al 1973, ho insegnato in quella città e<br />
ne ho un buon ricordo: gente rispettosa, educata, creativa: gli scolari<br />
e poi gli studenti studiavano e basta! Con il tempo si sono<br />
guastati anche loro?<br />
Mi fa piacere Direttore, mandarle la copia di un fatto accaduto<br />
a Vicenza nel maggio 1995, per via di un monumento posto al<br />
centro <strong>del</strong>la città che l’Anonima Magnagati criticò e Le mando<br />
anche la mia risposta che “Il Giornale di Vicenza” pubblicò.<br />
Purtroppo le teste vuote come le zucche ci sono ancora.<br />
Ma come è stato eletto Sindaco <strong>del</strong> comune di Valdastico<br />
Alberto Toldo? Peccato per Valdastico, con il Sindaco così, che<br />
calpesta tutto il passato storico <strong>del</strong>la sua terra.<br />
Mi creda<br />
Mirella Coaccioli<br />
Gent.ma sig.ra Coaccioli<br />
Non torno sul comportamento <strong>del</strong> sindaco di Valdastico. Mi<br />
sono già espresso in merito e non voglio dare ulteriore evidenza al<br />
suo comportamento sicuramente censurabile.<br />
Voglio invece spendere qualche parola sulla polemica con<br />
l'"Anonima Magnagati" (un complessino popolare dialettale vicentino,<br />
per chi non lo sapesse). L'Italia è uscita molto male dalla seconda<br />
guerra mondiale, e lei ha un tangibile esempio in famiglia con l'odissea<br />
vissuta da suo marito. Gli italiani, che tendono sempre ad<br />
autoassolversi e a cercare altrove la responsabilità dei problemi in<br />
cui si dibattono, hanno addossato completamente la responsabilità<br />
<strong>del</strong>la guerra perduta a Mussolini il quale aveva posto in modo eccessivo<br />
l'accento sulle virtù guerriere <strong>del</strong> popolo italiano, esaltandone<br />
una militarità ben lungi dall'essere reale<br />
e sentita.<br />
La reazione post bellica a tutto ciò<br />
che anche lontanamente fosse ascrivibile<br />
al fascismo ed alla sua retorica,<br />
ancora oggi provoca danni gravi: gli<br />
stralci de "Il Giornale di Vicenza" <strong>qui</strong><br />
accanto lo testimoniano.<br />
La mancanza di rispetto per chi ha<br />
combattuto e sofferto per la Patria<br />
arriva in questo caso ad investire il<br />
simbolo di uno dei corpi militari più<br />
gloriosi e soprattutto amati dal popolo<br />
italiano: i Bersaglieri.<br />
Non ho parole per stigmatizzare<br />
l'incredibile comportamento<br />
<strong>del</strong>l'“Anonima Magnagati”. Devo solo<br />
riscontrare l'ennesimo atteggiamento<br />
di sfida ai valori fondanti <strong>del</strong>la nostra<br />
Patria da parte di esponenti <strong>del</strong>l'arte e<br />
<strong>del</strong>lo spettacolo. Come se fosse un<br />
merito di tale settore sociale, negare i<br />
predetti valori.<br />
E poi ci si meraviglia che in Italia,<br />
teatro, cinema e spettacolo in genere<br />
siano in lenta inesorabile decadenza?<br />
Ci si meraviglia che i nostri giovani,<br />
ormai, apprezzino quasi esclusivamente<br />
gli artisti anglosassoni?<br />
Cordialmente<br />
7
MA QUANTO CI “COSTA”?<br />
La domanda che costituisce il titolo di questo pezzo<br />
utilizza l'assonanza tra la terza persona <strong>del</strong> presente<br />
indicativo <strong>del</strong> verbo "costare" e la società di navigazione<br />
"Costa Crociere" alla quale appartiene la bellissima<br />
nave recentemente naufragata sugli scogli <strong>del</strong>l'isola <strong>del</strong><br />
Giglio, e intende porre l'interrogativo su quanto costa<br />
all'immagine <strong>del</strong>l'Italia tale episodio. L'incidente, già grave e<br />
persino incredibile per le circostanze che sembrano emergere<br />
dalle prime testimonianze, ci da occasione per fare un<br />
po' di filosofia sulla società italiana, verificandone la<br />
profondità <strong>del</strong> baratro in cui essa è idealmente caduta e le<br />
probabili cause di tale sprofondamento. Infatti, proprio le<br />
circostanze che hanno portato all'incidente e tutto ciò che<br />
è accaduto subito dopo appaiono inconcepibili se non si<br />
accetta la realtà di una società profondamente malata, in<br />
cui il senso <strong>del</strong>la responsabilità non esiste praticamente<br />
più.<br />
Il comandante <strong>del</strong>la "Costa Concordia", Francesco<br />
Schettino, a mio parere interpreta molto bene ciò che oggi<br />
è diventato l'essere una persona alla quale si affidano compiti<br />
di grande responsabilità: tutto fumo e niente arrosto,<br />
come avrebbe detto a suo tempo Rousseau nel suo famoso<br />
racconto.<br />
Qui non si intende aprire un nuovo capitolo su ciò che<br />
ha fatto e ciò che avrebbe dovuto fare il comandante <strong>del</strong>la<br />
sfortunata nave - una parola definitiva la attendiamo dalle<br />
numerose inchieste in atto sull'episodio - bensì si vuole,<br />
utilizzando l'episodio come cartina di tornasole, approfondire<br />
i risultati aberranti <strong>del</strong>la trasformazione <strong>del</strong>la società<br />
La Costa Concordia dopo il naufragio<br />
italiana negli ultimi decenni.<br />
Nelle pagine seguenti troverete un articolo dal titolo<br />
emblematico: "Quando i comandanti morivano in plancia".<br />
Penso che lo leggerete con interesse e vi troverete rappresentate<br />
<strong>del</strong>le figure di comandante molto romantiche<br />
(in senso positivo) e sempre di forte spessore e personalità;<br />
comandanti che giustamente possono far vibrare le<br />
corde più intime <strong>del</strong>l'animo, far provare una forte empatia,<br />
provocare la curiosità femminile verso una figura maschile<br />
virile oltre ogni prova, spingere l'animo maschile all'emulazione<br />
ed alla sfida. Tutti sentimenti nobili di un mondo che<br />
non ci appartiene più.<br />
Oggi, basta guardarsi intorno per averne contezza,<br />
domina la massificazione, il menefreghismo, l'assoluta mancanza<br />
di senso <strong>del</strong>la responsabilità, l'arrivismo, la pugnalata<br />
alla schiena, la pervicace ricerca <strong>del</strong> bene proprio a scapito<br />
degli altri, la denuncia <strong>del</strong>le buone qualità (degli altri)<br />
come se fossero difetti. Potrei continuare ...<br />
In una simile situazione, non ci si può meravigliare più<br />
di tanto se un uomo posto al comando di una nave, per<br />
ragioni ancora da approfondire da parte <strong>del</strong>l'inchiesta, ma<br />
sicuramente ascrivibili quanto meno a superficialità e scarsa<br />
attenzione per i possibili rischi, porta la nave stessa con<br />
oltre quattromila persone a bordo a fare naufragio sugli<br />
scogli. Non ci si può meravigliare più di tanto se lo stesso<br />
uomo cerca di minimizzare la situazione per oltre un'ora,<br />
chissà, forse sperando che nessuno, né a terra, né a bordo<br />
si accorgesse che la nave stava davvero affondando. Non ci<br />
si può meravigliare più di tanto se sempre il medesimo<br />
8 IL NASTRO AZZURRO
uomo, una volta compreso che la nave era irrimediabilmente<br />
perduta, dato in maniera alquanto sommaria l'ordine<br />
di abbandono <strong>del</strong>la nave, sia stato poi tra i primi ad eseguire<br />
tale ordine, infischiandosene dei suoi doveri di coordinamento<br />
e controllo di quella che tra le operazioni di<br />
emergenza è sicuramente la più importante, difficile e cruciale.<br />
Una probabile spiegazione di un comportamento che<br />
ha <strong>del</strong>l'incredibile, secondo me la troviamo, neppure tanto<br />
difficilmente, nella morte <strong>del</strong> senso <strong>del</strong>la responsabilità.<br />
Una morte che è avvenuta non solo nell'animo <strong>del</strong> comandante<br />
Francesco Schettino, ma nella stragrande maggioranza<br />
degli italiani.<br />
Proviamo a cercare, in alcuni esempi di comportamento<br />
ormai generalizzato, i sintomi che mi confortano in questa<br />
affermazione:<br />
– la scuola è considerata da anni un'istituzione malata,<br />
che non prepara più adeguatamente alla vita né all'inserimento<br />
dei giovani nel mondo <strong>del</strong> lavoro. Nessuno<br />
però mette in relazione la situazione <strong>del</strong>la scuola con<br />
la semplice considerazione che da anni si fa di tutto,<br />
con circolari ministeriali, norme, regolamenti, riforme e<br />
chi più ne ha più ne metta, per eliminare l'unico modo<br />
per obbligare allo studio i frequentatori (chiamarli studenti<br />
non ha senso ... non studiano): la selezione dei<br />
migliori in base al merito dimostrato;<br />
– quando accade un grave fatto di cronaca nera, in cui<br />
una persona si lascia coinvolgere dall'aggressività e<br />
compie o provoca una strage, c'è sempre qualcuno<br />
pronto a trovare giustificazioni che ne potrebbero<br />
alleggerire la responsabilità. Ma la cosa grave è che non<br />
c'è nessuno che contesta a questo qualcuno l'assurdità<br />
<strong>del</strong>le sue giustificazioni;<br />
– da tempo si assiste a periodici interventi di gruppi di<br />
La bella Costa Concordia<br />
IL NASTRO AZZURRO<br />
facinorosi, più o meno colorati politicamente, che bloccano<br />
strade, stazioni ferroviarie, luoghi di lavoro, eccetera,<br />
per protestare contro questo o quello (esempio<br />
d'attualità, ciò che accade in val di Susa), infischiandosene<br />
<strong>del</strong> fatto che la loro azione impedisce ad una<br />
maggioranza silenziosa ed operosa, di svolgere ciò che<br />
essi ritengono ancora il loro dovere. Nessuno parla più<br />
da anni <strong>del</strong> disagio di questi ultimi, come se non esistessero;<br />
– sono anni che chi conosce le regole, le applica e, se<br />
richiesto, le spiega, viene soprannominato "Pierino" e<br />
"pierinate" le sue azioni, sebbene tale personaggio,<br />
nelle barzellette di una volta, fosse proprio il contrario,<br />
cioè l'emblema <strong>del</strong>l'ignoranza fatta persona;<br />
– è molto tempo che si è diffusa una specie di leggenda<br />
metropolitana che vede in chi viola le regole, se le<br />
mette sotto i piedi, le ignora volutamente e platealmente,<br />
una sorta di mo<strong>del</strong>lo da imitare e da proporre<br />
come uomo vero, virile, capace, non soggetto. Chi<br />
dovesse tentare di far notare l'assurdità di una simile<br />
posizione, verrebbe deriso, sbeffeggiato, considerato<br />
una specie di timoroso servo di non si sa quale padrone;<br />
– sono decenni che il mondo militare, notoriamente più<br />
attento di altri alle regole ed alla loro applicazione,<br />
viene considerato in maniera tout court negativa,<br />
senza alcuna possibilità di riscatto o di appello;<br />
– recentemente si è giunti a considerare persino la<br />
nostra religione cristiana come un valore negativo poiché<br />
"contrapposta" a quella musulmana. Chi facesse<br />
notare che il cristianesimo è amore, indipendentemente<br />
dal comportamento altrui e che, se c'è una contrapposizione,<br />
essa va cercata proprio in certi atteggiamenti<br />
oltranzisti da parte di alcune frange musulmane, ver-<br />
9
Il comandante Francesco<br />
Schettino<br />
rebbe attaccato non da parte di esponenti di quest'ultima<br />
religione, ma da parte di insospettabili "buoni cristiani"<br />
(ricordate la faccenda <strong>del</strong> Crocefisso in classe?).<br />
L'elenco <strong>del</strong>le "devianze" <strong>del</strong>la nostra società potrebbe<br />
occupare tutta la rivista, ma quanto detto finora è già più<br />
che sufficiente per tirare le somme. Una società che premia<br />
chi sbaglia e mortifica chi fa le cose nel modo corretto<br />
non era immaginabile, ora ce l'abbiamo sotto gli occhi:<br />
la società italiana.<br />
In tutto questo, appare davvero difficile riprendere una<br />
direzione corretta, poiché qualsiasi cosa si tenti di dire o<br />
di fare, ci si troverà a lottare contro chi, in una situazione<br />
come questa, trova comodo vivere. Si tratta proprio di<br />
quelli che tale situazione, a chiacchiere, vorrebbe aver eliminato:<br />
i prepotenti di ogni genere.<br />
Se facciamo un po' di storia recente, l'origine di questa<br />
situazione si colloca nella cosiddetta "rivoluzione <strong>del</strong><br />
1968" la quale avrebbe avuto il merito di mettere in<br />
discussione innanzitutto il principio di autorità, inteso<br />
come il principio in base al quale la società è divisa in chi<br />
decide e chi esegue.<br />
Pur comprendendo le ragioni umanitarie per cui tale<br />
principio è stato posto alla berlina, proprio io, ex ragazzo<br />
<strong>del</strong> sessantotto, contesto ora, come feci allora, quest'idea<br />
bislacca. Allora contestai per intima convinzione, ma con<br />
scarsi argomenti logici, il tentativo di distruggere chi incarnava<br />
l'autorità, oggi contesto tale distruzione con l'evidenza<br />
logica dei risultati.<br />
Prima di dire la mia, vorrei richiamare brevemente la<br />
"teoria dei gruppi" di Robert Freed Bales (1916-2004), il<br />
sociologo statunitense che per primo fu in grado di spiegare<br />
il comportamento di un gruppo sociale riguardo alla<br />
leadership. In estrema sintesi, egli dimostrò che, in qualsiasi<br />
gruppo, viene automaticamente designato un leader<br />
mediante procedure di selezione sociale che ne determinano<br />
la preminenza sugli altri membri <strong>del</strong> gruppo, l'accettazione<br />
da parte degli altri <strong>del</strong>la sua stessa preminenza e<br />
<strong>del</strong>le sue decisioni sul comportamento <strong>del</strong> gruppo, nonché<br />
<strong>del</strong>la sua guida nell'attuazione <strong>del</strong>le decisioni.<br />
Bales si spinse oltre, affermando che la moderna<br />
società obbliga gruppi "formalizzati" ad avere come leader<br />
persone che i medesimi gruppi, se fossero stati "informali",<br />
cioè naturali, non è detto che avrebbero scelto come<br />
leader. Da <strong>qui</strong> la necessità di selezionare bene la classe<br />
dirigente, cercando con molto anticipo le capacità di leadership<br />
nei giovani. L'obiettivo è che i leader <strong>del</strong> futuro<br />
dovrebbero essere scelti solo tra quelli che, comunque,<br />
sarebbero stati leader anche in gruppi "informali".<br />
In tutto questo, il concetto di autorità era<br />
quasi religioso. Il capo, così selezionato, era<br />
meritevole <strong>del</strong>la stessa stima e <strong>del</strong>lo stesso<br />
rispetto <strong>del</strong> capo tribù primordiale scelto in<br />
modo "naturale" dai suoi gregari.<br />
Purtroppo il sistema non sempre produceva<br />
buoni leader, sicché, nel 1968 e anni successivi,<br />
invece di cercare di migliorarlo, lo si buttò<br />
via. Da allora, l'autorità costituita è in crisi,<br />
mentre hanno sempre maggior seguito i leader<br />
naturali. Ciò potrebbe anche essere considerato<br />
un positivo ritorno all'antico, una riscoperta<br />
dei valori veri posti alla base <strong>del</strong>l'autorità<br />
naturale, se non accadesse che il leader naturale,<br />
è in realtà, il prepotente di turno; e non<br />
c'è ormai modo per arginarlo, visto che, pur<br />
contestando il concetto stesso di autorità<br />
costituita, si è eliminata ogni regola ... perché<br />
da tale autorità proveniente.<br />
In realtà, oggi il vero leader deve saper<br />
gestire situazioni complesse nelle quali il carisma<br />
naturale è solo una componente, neppure<br />
la più importante. Ciò che davvero conta, ed accresce<br />
anche il carisma stesso <strong>del</strong> leader, è la sua cultura professionale<br />
e la sua capacità di metterla a disposizione <strong>del</strong><br />
gruppo che gestisce e coordina.<br />
Tutto questo non si inventa, né bastano le doti naturali.<br />
Ricordo bene, quando partecipai al concorso per entrare<br />
in Accademia Aeronautica, la complessità <strong>del</strong>le fasi concorsuali<br />
in cui team specializzati cercavano di capire la personalità<br />
di ciascuno di noi candidati al fine di rilevarne<br />
soprattutto le doti latenti di attitudine militare e attitudine<br />
al comando. Il generico concorso nella Pubblica<br />
Amministrazione prevede un esame scritto di lingua italiana<br />
ed un esame orale in una materia specifica relativa<br />
all'attività che poi si andrà a svolgere. Nel caso<br />
<strong>del</strong>l'Accademia Aeronautica, che all'epoca impartiva studi<br />
universitari <strong>del</strong>la facoltà di Ingegneria, l'esame orale era di<br />
Matematica. A tali prove "ufficiali", però il concorso abbinava<br />
la visita medica di idoneità psicofisica al pilotaggio,<br />
prevista anch'essa per legge per chiunque voglia svolgere<br />
tale professione anche nel mondo civile, e un periodo di<br />
"tirocinio" di circa dieci giorni durante il quale i candidati<br />
venivano sottoposti ad un'attenta osservazione comportamentale<br />
ed a una completa batteria di test psicoattitudinali<br />
mirati tutti alla ricerca di qualità eminentemente militari<br />
e <strong>del</strong>la "capacità di comando".<br />
Si può obiettare che un ragazzo di diciannove anni<br />
potrebbe ancora non aver ben sviluppato qualità <strong>del</strong> genere,<br />
che però possiede in maniera latente. Bene, avendo<br />
fatto parte, una volta divenuto ufficiale in servizio attivo,<br />
<strong>del</strong>la commissione di concorso di vari corsi<br />
<strong>del</strong>l'Accademia Aeronautica, posso affermare che la tecnica<br />
utilizzata nel tirocinio permette di individuare tali qualità<br />
senza ombra di dubbio, anche se ancora latenti.<br />
Esiste qualcosa di simile nella fase di assunzione di un<br />
ufficiale da inserire nell'e<strong>qui</strong>paggio di una nave mercantile?<br />
A me non risulta.<br />
Esiste qualcosa di simile nella fase di selezione dei futuri<br />
comandanti tra gli ufficiali in servizio negli e<strong>qui</strong>paggi<br />
<strong>del</strong>le navi mercantili? Forse. Ma non mi risulta. In ogni caso,<br />
anche se esistesse, la vicenda <strong>del</strong>la Costa Concordia dimostra<br />
che tale selezione non ha funzionato a dovere.<br />
Ora si obietterà che anche in Aeronautica Militare<br />
non sono mancati gli incidenti di volo, soprattutto quelli<br />
causati da comportamenti scorretti da parte <strong>del</strong> pilota. È<br />
vero, ma ciò da tempo appartiene alla storia. Infatti, la tecnica<br />
di selezione dei futuri piloti <strong>del</strong>l'Aeronautica Militare<br />
e l'applicazione attenta e continua dei dettami <strong>del</strong>la<br />
10 IL NASTRO AZZURRO
Accademia Aeronautica: Giuramento <strong>del</strong> Corso<br />
Sicurezza <strong>del</strong> Volo hanno minimizzato gli incidenti di volo<br />
ascrivibili a "causa professionale" (volgarmente: errori di<br />
pilotaggio indotti da condotta scorretta e da infrazioni<br />
alle regole di sicurezza) a livelli irrilevanti da almeno <strong>qui</strong>ndici<br />
anni. Eppure gli ultimi sono i <strong>qui</strong>ndici anni in cui le<br />
ristrettezze di bilancio hanno anche imposto una drastica<br />
riduzione <strong>del</strong>l'attività di volo da destinare all'addestramento.<br />
E sappiamo che lo scarso addestramento è altrettanto<br />
pericoloso quanto la condotta poco attenta alle<br />
regole.<br />
Ma nelle Accademie Militari, non solo in quella<br />
<strong>del</strong>l'Aeronautica, si forma anche il "carattere" dei futuri<br />
ufficiali destinati al comando di reparti ed enti <strong>del</strong>le Forze<br />
Armate. La formazione prevede vari stadi essenzialmente<br />
di carattere pratico, attività sportiva agonistica, marcia,<br />
simulazione di situazioni stressanti, spinta alla decisione in<br />
condizioni critiche, eccetera, ma prevede anche lo studio<br />
teorico di una serie di materie professionali tra le quali<br />
ricordo "Arte militare" e "Arte <strong>del</strong> Comando".<br />
Devo dire che la prima volta che vidi accostare la parola<br />
"arte" a tali materie mi venne da sorridere. L'arte è qualcosa<br />
che attiene alle emozioni, che è capace di interpretare<br />
in maniera fantasiosa e personale la realtà trasfigurandola<br />
in una produzione che colpisce i nostri profondi sentimenti.<br />
Cosa poteva entrarci con l'attività dei militari?<br />
Lo ho capito dopo, negli anni. Comandare è un'arte. La<br />
tecnica la si apprende, ma la capacità di trasfondere la tecnica<br />
in qualcosa che trasmette ai propri dipendenti la fiducia<br />
nel capo e nella correttezza <strong>del</strong>le sue decisioni è qualcosa<br />
che parte da una situazione già favorevole: la presenza<br />
di latenti doti di leadership nella persona destinata al<br />
comando. Le Forze Armate danno così tanta importanza a<br />
questo aspetto che continuano a sostenere i costi pesantissimi<br />
di proprie accademie militari i cui cadetti terminano<br />
gli studi conseguendo la laurea. I futuri ufficiali, che<br />
potrebbero essere direttamente arruolati tra i giovani laureati<br />
invece vengono formati nelle Accademie Militari, vere<br />
Università <strong>del</strong> Comando. Ciò non avviene solo per pochissimi<br />
ufficiali destinati a posizioni di "staff" nell'organizzazione<br />
dei corpi di supporto tecnico e logistico, ma per coloro<br />
che avranno le posizioni di comando la spesa <strong>del</strong>le<br />
Accademie Militari è un investimento produttivo: produce<br />
veri comandanti.<br />
La conclusione che possiamo trarne è che per ottenere<br />
buoni comandanti e buoni professionisti <strong>del</strong>la condotta<br />
di mezzi complessi, occorre applicare con convinzione i<br />
suggerimenti di Bales: ricercare i potenziali leader naturali<br />
tra i candidati a posizioni di leadership "formale", in modo<br />
da far coincidere tale funzione nella società moderna con<br />
la medesima in quella primordiale che tutti noi ci portiamo<br />
ancora dentro, stampata nel nostro DNA.<br />
IL NASTRO AZZURRO<br />
Torniamo ora alla tragedia <strong>del</strong>la Costa<br />
Concordia. Un comandante che decide di passare<br />
vicino ad un'isola contornata di scogli senza<br />
preoccuparsi di finirci sopra, può essere considerato<br />
un comandante davvero professionale? Un<br />
comandante che, dopo un incidente, invece di dare<br />
ordini e disposizioni al suo e<strong>qui</strong>paggio, trascorre<br />
decine di minuti al telefono con un pur bravissimo<br />
tecnico <strong>del</strong>la compagnia, ma non presente a bordo<br />
e non responsabile <strong>del</strong> comando <strong>del</strong>la nave, può<br />
essere definito un "Comandante"? Infine, un<br />
comandante che abbandona la sua nave ben prima<br />
che le operazioni di sgombero e salvataggio degli<br />
occupanti abbiano avuto termine, considera se<br />
stesso un comandante?<br />
Nei tre quesiti, come si può notare, non c'è la<br />
ricerca <strong>del</strong>la condanna di Schettino, ma la ricerca<br />
di un riferimento tra il comportamento di quest'ultimo<br />
e quello che avrebbe dovuto tenere un<br />
leader formalizzato non solo nell’incarico, ma persino nel<br />
nome <strong>del</strong>l’attività a lui affidata: “comandante”.<br />
A questo punto la domanda successiva è: come è stato<br />
possibile affidare il comando di una nave ad un uomo così<br />
carente di leadership? Risposta: tutto è possibile, se il concetto<br />
di autorità, così intimamente connesso con quello di<br />
leadership, è stato messo in crisi e mai più ripreso da circa<br />
mezzo secolo.<br />
Allarghiamo ora il discorso e cerchiamo di capire<br />
anche un altro episodio. L'ufficiale di servizio alla sala operativa<br />
<strong>del</strong>la capitaneria di porto di Livorno è stato descritto<br />
come un eroe per il solo fatto di aver richiamato con<br />
decisione e più volte il comandante Schettino ai suoi doveri.<br />
L'ufficiale stesso si è poi schermito affermando senza<br />
mezzi termini di non considerarsi affatto un eroe. Sono<br />
d'accordo con lui, ma la voglia di eroismo da parte <strong>del</strong>la<br />
pubblica opinione, davanti all'incredibile situazione verificatasi,<br />
era così forte da cercarla anche in una semplice frase<br />
detta al telefono.<br />
Veniamo <strong>qui</strong>ndi alla missione che "Il <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>"<br />
ha in questa società ormai rovinata: riproporre l'ideale<br />
attraverso il quale si può tornare al vero eroismo, cioè l'ideale<br />
di una società sana, che accetta e fa propri i valori di<br />
fondo e non se ne vergogna, anzi li sostiene e li rappresenta<br />
come fari di orientamento per i giovani e come punti di<br />
riferimento nel comportamento giornaliero per chi giovane<br />
non è più.<br />
Una società sana, non solo accetta la preminenza <strong>del</strong><br />
merito, ma l'insegue, la cerca, la vuole. Una società sana è<br />
pronta a premiare, ma è anche disponibile a punire. La<br />
punizione ha una funzione essenziale nell'educazione e<br />
nella formazione, ma è anche un deterrente a non sbagliare<br />
con facilità per chi ha già raggiunto la maturità.<br />
Qualche timido segnale che indica che la società italiana<br />
vorrebbe tornare ad essere competitiva, sana ed onesta,<br />
c'è. L'importante è non sottovalutare quei segnali<br />
soffocandoli col chiasso <strong>del</strong>le minoranze rumorose che,<br />
messe tutte insieme, costituiscono una maggioranza cialtrona<br />
e pericolosa come non mai.<br />
Cerchiamo <strong>qui</strong>ndi, nelle nostre comunità, nei paesi<br />
come nelle città, nei quartieri, nelle scuole, nelle associazioni,<br />
in tutte le manifestazioni <strong>del</strong>la convivenza sociale, i<br />
sintomi <strong>del</strong> desiderio di onestà e correttezza, e aiutiamoli<br />
a crescere ed a diffondersi: questa è la missione<br />
<strong>del</strong>l'<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> fra Decorati al Valor<br />
Militare, cioè fra coloro che hanno messo a repentaglio la<br />
vita per compiere un gesto che andava oltre il proprio<br />
dovere di militare.<br />
Antonio Daniele<br />
11
Il 27 gennaio 2012 si è celebrato<br />
per il dodicesimo<br />
anno il “Giorno <strong>del</strong>la<br />
Memoria", istituito con legge<br />
20 luglio 2000, n. 211, per lo<br />
stesso giorno in cui, nel 1945,<br />
furono abbattuti i cancelli di<br />
Auschwitz.<br />
In occasione <strong>del</strong> “Giorno<br />
<strong>del</strong>la Memoria” sono stati<br />
organizzati incontri, cerimonie<br />
e momenti comuni di rievocazione<br />
dei fatti e di riflessione<br />
(in modo particolare nelle<br />
scuole di ogni ordine e grado)<br />
su quanto accadde nei campi<br />
di sterminio nazisti, al fine di<br />
conservare viva la memoria di<br />
quel periodo <strong>del</strong>la storia<br />
europea e <strong>del</strong> nostro Paese e<br />
perché sia scongiurato per<br />
sempre il ripetersi di simili<br />
tragedie.<br />
Le iniziative patrocinate<br />
dal Comitato di coordinamento<br />
per le celebrazioni in ricordo<br />
<strong>del</strong>la Shoah <strong>del</strong>la Presidenza <strong>del</strong><br />
Consiglio dei Ministri sono state<br />
presentate a Palazzo Chigi, il<br />
19 gennaio scorso, nel corso<br />
IL GIORNO DELLA MEMORIA<br />
Auschwitz<br />
di una conferenza stampa presenziata dal Ministro per la cooperazione<br />
internazionale e l’integrazione Andrea Riccardi, che<br />
ha ricordato l’importanza di celebrare una Memoria solida,<br />
sentita e priva di retorica.<br />
Tra le iniziative patrocinate dal Comitato si segnalano:<br />
– la Tavola rotonda “La Shoah e l’identità europea”– organizzata<br />
dal Comitato e dall’Unione <strong>del</strong>le Comunità Ebraiche<br />
Italiane, sulla nascita <strong>del</strong>l’Europa unita dalle ceneri <strong>del</strong>la<br />
seconda guerra mondiale guardando all’Europa di oggi;<br />
– il Convegno di studi in ricordo <strong>del</strong>la Shoah – organizzato dal<br />
Ministero <strong>del</strong>l’interno, in collaborazione con la Comunità<br />
ebraica di Roma e con istituzioni universitarie italiane e<br />
straniere, presso la Scuola Superiore <strong>del</strong>l’Amministrazione<br />
Civile <strong>del</strong>l’Interno;<br />
– la Mostra “I ghetti nazisti”, presso il Complesso <strong>del</strong><br />
Vittoriano dal 27 gennaio al 4 marzo 2012, che ha ripercorso<br />
la storia dei ghetti nazisti in Polonia, dal 1939 al 1944;<br />
IL SENSO DELLE CELEBRAZIONI<br />
– i Testimoni <strong>del</strong>la Memoria “La Nominazione”, iniziativa<br />
organizzata dalla Consulta <strong>del</strong>la Comunità Ebraica di Roma in<br />
collaborazione con il Centro di Cultura, l’Ufficio Rabbinico<br />
e la Fondazione Museo <strong>del</strong>la Shoah di Roma;<br />
– il nuovo sito web <strong>del</strong>la Fondazione CDEC: i nomi <strong>del</strong>la Shoah<br />
italiana. Il progetto consiste nella messa on line, dopo<br />
un’accurata ricerca, <strong>del</strong>l’elenco degli oltre settemila cittadini<br />
ebrei vittime <strong>del</strong>la Shoah in Italia durante la<br />
Repubblica Sociale Italiana e l’occupazione tedesca, negli<br />
anni 1943-1945;<br />
– i risultati di “Storia di Famiglie” Campagna nazionale di raccolta<br />
materiale e documenti sulla Shoah: documenti rari e<br />
preziosi, dal punto di vista affettivo e storico, che molti privati<br />
cittadini, ebrei e non, hanno generosamente donato a<br />
testimonianza <strong>del</strong>l’accaduto. Tra questi, una collezione di<br />
circa 170 opere di artisti che perirono nei lager o da<br />
sopravvissuti alla persecuzione, donata dal collezionista<br />
Roberto Malini alla Fondazione Museo <strong>del</strong>la Shoah di Roma.<br />
Il giorno <strong>del</strong>la memoria e il giorno <strong>del</strong> ricordo, recentemente istituiti con due diverse leggi, hanno senso non nell'obbligo di rispettare una<br />
legge, ma nella necessità di mantenere vivo il significato umanitario <strong>del</strong>le celebrazioni stesse.<br />
Si legge spesso sui libri di storia, soprattutto su quelli scolastici, che la seconda guerra mondiale è scoppiata essenzialmente come reazione<br />
ai trattati di pace siglati al termine <strong>del</strong>la prima guerra mondiale, eccessivamente duri nei confronti <strong>del</strong>le nazioni perdenti e ... <strong>del</strong>l'Italia che, pur<br />
tra le potenze vincitrici, si è vista negare parte di quanto era stato concordato col patto di Londra <strong>del</strong> 1915, in caso di vittoria. In realtà, la seconda<br />
guerra mondiale è stata generata dallo scontro politico ideologico più importante mai realizzatosi nella storia <strong>del</strong>l'umanità: quello tra le idee<br />
di democrazia, di socialismo nazionalista e, in forma latente, di comunismo. Le tre ideologie erano applicate alle forme di stato dei paesi belligeranti<br />
ed hanno provocato la guerra più violenta e distruttiva <strong>del</strong>la storia, culminata col primo ed ultimo impiego reale <strong>del</strong>l'arma nucleare sul<br />
Giappone. Solo lo scontro tra due ideologie contrapposte e nemiche alla radice, quella democratica e quella nazional socialista può spiegare l'infamia<br />
dei campi di sterminio nazisti. I trattati di pace <strong>del</strong>la Conferenza di Parigi non possono aver portato a tanto. Ugualmente, solo con la contrapposizione<br />
tra la democrazia occidentale ed il comunismo sovietico, entrambi alleati nella guerra, ma antagonisti poi nella sua prosecuzione,<br />
la guerra fredda durata oltre quarant'anni, si può spiegare l'odio bestiale che portò alla tragedia <strong>del</strong>le foibe.<br />
In pratica, l'intero XX secolo è stato il redde rationem di ideologie nate dall'interpretazione pratica <strong>del</strong>l'illuminismo che si è manifestata nel<br />
XIX secolo in tre possibili soluzioni: la democrazia originata dalla Rivoluzione francese, il Comunismo generato dalle teorie pseudo economistiche<br />
di Karl Marx e il nazifascismo nato dall'applicazione <strong>del</strong>la visione hegeliana di una società dominata da particolari personalità votate al supe-<br />
12 IL NASTRO AZZURRO
IL NASTRO AZZURRO<br />
IL GIORNO DEL RICORDO<br />
Il 10 febbraio si è celebrato il "Giorno<br />
<strong>del</strong> ricordo", Istituito con la legge n. 92<br />
<strong>del</strong> 30 marzo 2004 al fine di "ricordare"<br />
ogni anno la tragedia degli italiani e di<br />
tutte le vittime <strong>del</strong>le foibe, <strong>del</strong>l'esodo<br />
dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati<br />
nel secondo dopoguerra e <strong>del</strong>la più<br />
complessa vicenda <strong>del</strong> nostro confine<br />
orientale.<br />
La cerimonia di commemorazione si è<br />
svolta al Palazzo <strong>del</strong> Quirinale, alla presenza<br />
<strong>del</strong> Presidente <strong>del</strong>la Repubblica, Giorgio<br />
Napolitano. Presenti anche il Presidente<br />
<strong>del</strong>la Camera dei Deputati, Gianfranco<br />
Fini, il Presidente <strong>del</strong>la Corte<br />
Costituzionale, Alfonso Quaranta, il Vice<br />
Presidente <strong>del</strong> Senato <strong>del</strong>la Repubblica,<br />
Vannino Chiti, il Ministro <strong>del</strong>la Difesa,<br />
Giampaolo Di Paola, il Ministro per la<br />
Cooperazione Internazionale e<br />
l'Integrazione, Andrea Riccardi, rappresentanti<br />
<strong>del</strong> Parlamento, autorità ed esponenti<br />
<strong>del</strong>le Associazioni degli esuli istriani, fiumani<br />
e dalmati.<br />
Nella ricorrenza, è stata favorita, da parte di istituzioni<br />
ed enti, la realizzazione di studi, convegni, incontri e<br />
dibattiti che hanno contribuito a conservare la memoria<br />
di quelle vicende, nonché a valorizzare il patrimonio culturale,<br />
storico, letterario e artistico degli italiani <strong>del</strong>l'Istria,<br />
di Fiume e <strong>del</strong>le coste dalmate, in particolare ponendo in<br />
rilievo il loro contributo allo sviluppo sociale e culturale<br />
<strong>del</strong> territorio <strong>del</strong>la costa nord-orientale adriatica, ed<br />
altresì a preservare le tradizioni <strong>del</strong>le comunità istrianodalmate<br />
residenti nel territorio nazionale e all'estero.<br />
Nelle scuole sono state organizzate, in occasione di<br />
questa giornata, iniziative volte a diffondere la conoscenza<br />
dei tragici eventi che costrinsero centinaia di migliaia di<br />
Italiani, abitanti <strong>del</strong>l'Istria, di Fiume e <strong>del</strong>la Dalmazia, a<br />
lasciare le loro case, spezzando secoli di storia italiana in<br />
quei territori.<br />
riore bene sociale, ma illuminate da doti solo da esse<br />
possedute.<br />
Una cosa è la speculazione filosofica, un'altra è la<br />
sua applicazione pratica e i risultati lo hanno dimostrato.<br />
Ma la particolarità <strong>del</strong>la seconda guerra mondiale<br />
non è stata la vastità <strong>del</strong> conflitto, che ha effettivamente<br />
interessato l'intero pianeta, bensì la durezza<br />
<strong>del</strong>lo scontro che animava gli stessi combattenti.<br />
Intendiamoci, non sono mancati, nel corso <strong>del</strong>la guerra,<br />
episodi di vera umanità tra soldati di eserciti contrapposti,<br />
ma si sono anche verificati episodi di rara<br />
cru<strong>del</strong>tà, così generalizzati da porre a ragione la questione<br />
<strong>del</strong>lo scontro ideologico in cui non solo il soldato<br />
avversario, ma anche il semplice generico essere<br />
umano appartenente alla nazione avversaria, se<br />
non addirittura all'etnia che si poneva in antitesi (il<br />
caso <strong>del</strong>la persecuzione degli ebrei lo dimostra), diveniva<br />
il bersaglio <strong>del</strong>l'azione bellica di annientamento.<br />
La guerra è e sarà sempre un evento negativo,<br />
ma quanta distanza c'è tra quell'immane tragedia planetaria<br />
e le guerre attuali in cui le armi vengono utilizzate<br />
in maniera chirurgica al solo scopo di una vittoria<br />
unicamente politica, cercando di annullare (o<br />
almeno minimizzare il più possibile) i cosiddetti<br />
"danni collaterali".<br />
In occasione <strong>del</strong> “Giorno <strong>del</strong> ricordo” il Ministero<br />
<strong>del</strong>l'Istruzione, <strong>del</strong>l'Università e <strong>del</strong>la Ricerca e le<br />
Associazioni degli Esuli hanno organizzato per il 22 e 23<br />
febbraio 2012 a Trieste il 3° Seminario nazionale dal titolo<br />
"Le vicende <strong>del</strong> Confine orientale ed il mondo <strong>del</strong>la scuola<br />
- Il contributo dei Giuliano-Dalmati alla storia e alla cultura<br />
nazionale".<br />
Il Ministro Andrea Riccardi, assistito da Alessandro<br />
Picchio, Presidente <strong>del</strong>la Commissione incaricata <strong>del</strong>l'esame<br />
<strong>del</strong>le domande presentate in base alla legge n. 92 <strong>del</strong><br />
2004, ha consegnato il 9 febbraio scorso i diplomi e le<br />
medaglie commemorative <strong>del</strong> Giorno <strong>del</strong> Ricordo ai familiari<br />
<strong>del</strong>le vittime <strong>del</strong>le foibe, cioè di quelle persone che,<br />
dall'8 settembre 1943 fino all'anno 1950 compreso, in<br />
Istria, in Dalmazia o nelle province <strong>del</strong>l'attuale confine<br />
orientale, sono state "infoibate" o riconosciute come<br />
scomparse o soppresse.<br />
L’imboccatura di una foiba<br />
13
DUE INCIDENTI STRADALI: SEI MORTI<br />
(i fatti)<br />
Il ten. Riccardo Bucci, il cap. magg. Massimo Di Legge e il cap. magg. Mario Frasca<br />
Tre militari italiani sono morti in un incidente stradale<br />
avvenuto il 23 settembre 2011 davanti alla base di<br />
Herat, in Afghanistan. I soldati erano a bordo di un<br />
blindato Lince. L'incidente è avvenuto durante uno spostamento.<br />
Un militare è morto sul colpo, altri due, rimasti gravemente<br />
feriti, sono deceduti poco dopo. Contusi altri due<br />
soldati.<br />
Sembra che il soldato sulla torretta <strong>del</strong> Lince abbia<br />
segnalato un ostacolo lungo la strada; l'autista avrebbe sterzato<br />
bruscamente e il blindato si è ribaltato. I soldati facevano<br />
parte di un Omlt (Operational mentoring and liaison<br />
team), nuclei che addestrano e seguono i soldati afgani in<br />
ogni loro attività, anche quelle più pericolose sul campo.<br />
I militari morti sono il tenente Riccardo Bucci, nato a<br />
Milano il 1° settembre <strong>del</strong> 1977, in servizio al Reggimento<br />
lagunari Serenissima di Venezia; il caporal maggiore scelto<br />
Mario Frasca, nato a Foggia il 22 gennaio 1979, in servizio al<br />
Quartier Generale <strong>del</strong> Comando <strong>del</strong>le Forze Operative<br />
Terrestri di Verona; il caporal maggiore Massimo Di Legge,<br />
nato ad Aprilia (LT) il 22 luglio 1983, in servizio al<br />
Raggruppamento Logistico Centrale di Roma.<br />
Il caporal maggiore scelto Mario Frasca, in servizio presso<br />
il Comando Comfoter di Verona dal 2005 ed in<br />
Afghanistan da alcuni mesi, viene descritto come un soldato<br />
motivato, ben addestrato ed entusiasta <strong>del</strong> suo lavoro.<br />
Dolore anche alla Caserma “Matter” di Mestre, sede <strong>del</strong><br />
Reggimento Lagunari “Serenissima” a cui apparteneva il<br />
tenente Riccardo Bucci. La notizia <strong>del</strong>la sua morte è giunta<br />
proprio mentre si svolgeva la cerimonia di cambio <strong>del</strong><br />
comandante <strong>del</strong> Reggimento. Bucci, nei Lagunari dal 2007,<br />
lascia la moglie e una bimba di 13 mesi.<br />
ll Presidente <strong>del</strong>la Repubblica Giorgio Napolitano,<br />
«appresa con profonda commozione la notizia <strong>del</strong> grave incidente<br />
stradale in cui hanno perso la vita tre militari italiani mentre<br />
assolvevano i propri compiti operativi nell'ambito <strong>del</strong>la missione<br />
internazionale per la pace e la stabilità in Afghanistan»,<br />
esprime, «rendendosi interprete <strong>del</strong> profondo cordoglio <strong>del</strong><br />
Paese, i suoi sentimenti di solidale partecipazione al dolore dei<br />
famigliari dei militari caduti».<br />
«Prendo parte al dolore <strong>del</strong>le famiglie dei nostri tre ragazzi<br />
deceduti in un incidente in Afghanistan. A loro e a tutti i militari<br />
impegnati nelle operazioni di pace in quel Paese e in altre parti<br />
<strong>del</strong> mondo va la riconoscenza mia e di tutti gli italiani», afferma<br />
il premier Silvio Berlusconi in una nota.<br />
Le salme dei tre soldati italiani sono giunte il 25 settembre<br />
2011 all'aeroporto di Pratica di Mare (Roma) su un<br />
C130 <strong>del</strong>l'Aeronautica Militare.<br />
Ad accogliere le salme le più alte autorità militari, tra<br />
cui il Capo di Stato Maggiore <strong>del</strong>la Difesa, generale Biagio<br />
Abrate ed il Capo di Stato<br />
Maggiore <strong>del</strong>l'Esercito, generale<br />
Giuseppe Valotto.<br />
Presente anche l'Ordinario<br />
Militare, monsignor Pelvi, che<br />
ha impartito la benedizione<br />
alle vittime.<br />
Nella stessa mattinata, le<br />
salme sono state sottoposte<br />
agli accertamenti autoptici<br />
presso l'<strong>Istituto</strong> di Medicina<br />
Legale nell'ambito <strong>del</strong>l'inchiesta<br />
aperta dalla Procura<br />
di Roma, come sempre avviene in questi casi.<br />
Successivamente, i feretri hanno raggiunto i luoghi di residenza<br />
<strong>del</strong>le famiglie <strong>del</strong>le vittime, dove il 26 novembre si<br />
sono svolti i funerali in forma privata: a Sanbruson di Dolo<br />
(Venezia) per Bucci; ad Aprilia (Latina) per Di Legge; ad<br />
Ortanova (Foggia) per Frasca.<br />
Il 20 febbraio 2012, altri tre militari italiani sono morti<br />
in Afghanistan a causa di un incidente stradale. Erano a<br />
bordo di un Lince e facevano parte di una pattuglia che a<br />
bordo di alcuni veicoli si stava recando a compiere un’attività<br />
operativa a circa 20 chilometri a sud-ovest di Shindand.<br />
Le vittime, in forza al 66° Reggimento Aeromobile<br />
“Trieste” di Forlì, sono il caporal maggiore capo Francesco<br />
Currò, nato il 27 febbraio 1979 a Messina, il primo caporal<br />
maggiore Francesco Paolo Messineo, nato il 23 maggio<br />
1983 a Palermo, e il primo caporal maggiore Luca Valente,<br />
nato l’8 gennaio 1984 a Gagliano <strong>del</strong> Capo (Lecce). Un<br />
quarto soldato è rimasto ferito.<br />
Il mezzo, appartenente alla Task Force Center, era impegnato<br />
in un’attività “tesa a recuperare una unità bloccata dalle<br />
condizioni meteo particolarmente avverse, quando, nell’attraversare<br />
un corso d’acqua, si è ribaltato intrappolando, al suo interno,<br />
tre dei militari <strong>del</strong>l’e<strong>qui</strong>paggio che sono successivamente<br />
deceduti”.<br />
Con la loro scomparsa salgono a 49 i militari italiani<br />
deceduti dall’inizio <strong>del</strong>la missione Isaf in Afghanistan, nel<br />
2004. Di questi, la maggioranza è rimasta vittima di attentati<br />
e scontri a fuoco, altri invece sono morti in incidenti, alcuni<br />
per malore ed uno si è suicidato.<br />
Il Ministro <strong>del</strong>la Difesa Giampaolo Di Paola ha espresso<br />
profondo cordoglio e, nel rivolgere sentimenti di grande<br />
vicinanza alle famiglie dei caduti, ha auspicato altresì pronta<br />
guarigione per l’altro soldato rimasto ferito.<br />
Anche il Presidente <strong>del</strong>la Repubblica, Giorgio<br />
Napolitano ha espresso i suoi sentimenti di solidale partecipazione<br />
al dolore dei famigliari dei caduti, rendendosi<br />
interprete <strong>del</strong> profondo cordoglio <strong>del</strong> Paese.<br />
Dopo un lungo viaggio, il 22 febbraio 2012, le salme<br />
sono giunte in Italia.<br />
Era la prima mattinata quando il C-130 con a bordo i<br />
feretri è atterrato all’aeroporto militare di Ciampino,<br />
dove ad attenderli c'erano, oltre alle autorità militari e<br />
religiose, i genitori, parenti ed amici. A loro è toccato il<br />
triste e doloroso compito <strong>del</strong> riconoscimento <strong>del</strong>la salma,<br />
subito dopo una breve cerimonia religiosa. Niente funerali<br />
di Stato, dunque, al contrario di quanto ipotizzato inizialmente.<br />
I tre militari, infatti, non sono stati colpiti dal fuoco<br />
nemico, né sono caduti in un attentato, ma in un terribile<br />
14 IL NASTRO AZZURRO
e drammatico incidente<br />
stradale.<br />
Nel pomeriggio, il feretro<br />
di Luca Valente ha raggiunto,<br />
con un aereo messo<br />
a disposizione dall’esercito,<br />
l’aeroporto militare di<br />
Galatina, per essere poi<br />
scortato sino all’abitazione<br />
dei genitori a Miggiano,<br />
dove è rimasto fino alle 8<br />
<strong>del</strong> 23 febbraio. Il feretro<br />
<strong>del</strong> caporal maggiore <strong>qui</strong>ndi ha lasciato per l’ultima volta la<br />
sua casa per essere trasferito nell’aula consiliare <strong>del</strong><br />
Comune <strong>del</strong>la cittadina natia, dove è stata allestita la camera<br />
ardente. Da lì l’ultimo viaggio verso la chiesa di San<br />
Vincenzo Levita e Martire, dove alle 15 sono stati celebrati<br />
i funerali solenni. Il lutto cittadino è stato proclamato dal<br />
sindaco di Miggiano.<br />
Il corpo <strong>del</strong> caporal maggiore capo Francesco Currò è<br />
giunto a casa, a Messina, il 22 pomeriggio. Al suo arrivo la<br />
salma ha ricevuto la benedizione <strong>del</strong> parroco di Cumia<br />
Superiore e <strong>del</strong> cappellano militare. Ad accoglierlo, oltre ai<br />
parenti, amici e conoscenti, anche tantissimi cittadini e<br />
numerose autorità cittadine e militari in un clima di com-<br />
IL NASTRO AZZURRO<br />
Il 1° cap. magg. Francesco Paolo Messineo, il 1° cap. magg. Luca Valente e il cap. magg. Francesco Currò<br />
IL COMMENTO<br />
mozione generale. Dalla mattina <strong>del</strong> 23 è stata aperta la<br />
camera ardente, allestita presso il Salone <strong>del</strong>le Bandiere di<br />
Palazzo Zanca, sede <strong>del</strong> Municipio, per consentire a tutti di<br />
porgere un ultimo saluto. Il rito funebre si è svolto alle 16<br />
presso il Duomo di Messina. Il sindaco Giuseppe Buzzanca<br />
ha disposto il lutto cittadino.<br />
Il corpo <strong>del</strong> caporale Francesco Paolo Messineo è stato<br />
restituito alla famiglia nella tarda sera <strong>del</strong> 22. La camera<br />
ardente, allestita il 23 febbraio dalle 10 alle 14,30 nel<br />
Palazzo Municipale di Termini Imerese, ha preceduto la cerimonia<br />
funebre, officiata nel Duomo <strong>del</strong>la città dall’arcivescovo<br />
di Palermo, cardinale Paolo Romeo, alle 15 <strong>del</strong>lo stesso<br />
giorno.<br />
Dopo aver dedicato l'intera annata 2011 alle celebrazioni per il 150° anniversario <strong>del</strong>l'Unità d'Italia, riprendiamo ad occuparci<br />
di fatti ed avvenimenti d'attualità. La nostra rivista viene pubblicata a cadenza bimestrale e <strong>qui</strong>ndi non può certamente<br />
"essere sulla notizia", pertanto siamo in grado solo di portare avanti un ragionato commento di eventi ovviamente già<br />
noti ai nostri lettori, ma osservati da punti di vista che non sempre collimano con quelli <strong>del</strong>l'<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>, che fa <strong>del</strong><br />
"Valore", in particolare <strong>del</strong> "Valor Militare", la sua ragion d'essere.<br />
I sei ragazzi morti in Afghanistan, sia nell'episodio <strong>del</strong> 23 settembre 2011, sia in quello <strong>del</strong> 20 febbraio ultimo scorso, non sono<br />
stati vittime di fuoco nemico, ma di incidenti stradali. I loro mezzi, gli ormai famosi "Lince", in entrambi i casi, si sono ribaltati causando<br />
la morte di tre occupanti e il ferimento di altri.<br />
Questi incidenti hanno fatto salire la conta <strong>del</strong>le vittime militari italiane <strong>del</strong>l'operazione ISAF non a 47, bensì a 50, perché si<br />
sono "improvvisamente" inserite altre tre "vittime": due morti per cause naturali (malattie letali contratte durante la loro permanenza<br />
in teatro) e uno che si è suicidato mentre era in missione proprio in Afghanistan.<br />
Ci sembra giusto che anche questi nostri ragazzi vengano comunque ricordati come militari morti nello svolgimento di una<br />
difficile missione militare dalla quale dipende la sicurezza <strong>del</strong> nostro Paese.<br />
Ciò che non ci è sembrato giusto è il non aver tributato loro il Funerale di Stato. Non perché così si sarebbero assimilate le<br />
vittime di incidenti stradali e malattie a quelle <strong>del</strong> fuoco nemico, ma perché, in assenza di un vero e proprio atto di eroismo, sancito<br />
da una ricompensa al Valor Militare, anche l'essere uccisi dal "nemico" (soprattutto quando in Patria si finge che esso non esista),<br />
non dovrebbe essere causa di Funerale di Stato.<br />
Per contro, se qualora il militare viene ucciso da un "avversario" in una maniera subdola e traditrice, che gli impedisce perfino<br />
il tempo e il modo di reagire in maniera eroica, si ritiene giusto comunque tributargli l'ultimo saluto nella forma di Funerale di<br />
Stato, si dovrebbe accettare che anche chi è vittima di incidenti e malattie fuori area, molto probabilmente, se non vi fosse stato<br />
inviato, non sarebbe morto. Quindi egli ha comunque perso la vita per la Patria sebbene sia deceduto in una maniera tale da essere<br />
ancora una volta impedito a dimostrare il proprio Valor Militare.<br />
Per questa ragione, il funerale di stato, che non è una Decorazione al Valor Militare, ma è il giusto tributo a chi ha perso la vita,<br />
non importa per quali cause di dettaglio ma nell'adempimento <strong>del</strong> proprio dovere, andrebbe comunque tributato a tutti i militari<br />
che non dovessero tornare vivi da una missione fuori area.<br />
Detto ciò, spendiamo due parole sul "Lince". I due incidenti, accaduti a pochi mesi, hanno rinfocolato la polemica sul mezzo<br />
blindato in uso nelle Forze Armate italiane. Si sostiene da più parti che esso non offra adeguata protezione agli occupanti in caso<br />
di attacco armato e anche in caso di semplice ribaltamento.<br />
Nella realtà, occorre sempre tener presente una cosa banale, ma che spiega tutto: il "Lince" è classificato come "Veicolo Tattico<br />
Leggero Multiruolo", cioè è la naturale evoluzione <strong>del</strong>la cara, vecchia e famosa "Campagnola", ormai relegata nei musei. Eppure, il<br />
“Lince” offre una protezione corazzata agli occupanti: si tratta di pannelli in kevlar in grado di resistere ai colpi di calibro 7,62 mm.<br />
Certo non al tiro di artiglierie anticarro, ma a quello <strong>del</strong>le armi leggere in uso alla maggior parte dei cosiddetti "insurgets", si.<br />
Occorrerebbe tenere presente che qualsiasi mezzo utilizzato in area di combattimento può essere colpito da un'arma in grado<br />
di superarne le difese. Perfino se si volessero dotare i nostri militari esclusivamente di carri armati pesanti, in grado di sopportare<br />
attacchi con armi non specificatamente concepite contro di essi (ammesso che si riuscisse a superare anche le difficoltà politiche<br />
a farlo), comunque bisognerebbe tenere presente che tali armi esistono e sono utilizzabili.<br />
Rimane da sfatare il mito <strong>del</strong>la cattiva riuscita <strong>del</strong> "Lince". Si tratta solo di un problema di presenza: il "Lince" è l'unico "Veicolo<br />
Tattico Leggero Multiruolo" utilizzato in Afghanistan dalle nostre Forze Armate, pertanto esso è l'unico a sopportare la prova <strong>del</strong><br />
fuoco e a rischiare ... incidenti stradali. Forse è triste, senz’altro è banale, ma è tutto <strong>qui</strong>.<br />
15
ISRAELE E LA “PRIMAVERA ARABA”<br />
L’articolo è stato scritto a fine ottobre 2011 e pertanto<br />
non riporta l’evoluzione <strong>del</strong>la situazione sino ad oggi.<br />
Ormai siamo in autunno inoltrato<br />
ed è già trascorso<br />
quasi un anno da quando i<br />
“media” dedicavano le prime pagine<br />
a quel “ciclone” politico-sociale definito<br />
“Primavera Araba” che tuttora<br />
vede protagoniste le popolazioni di<br />
qualche Paese <strong>del</strong> Nord Africa e <strong>del</strong><br />
Medio Oriente.<br />
Esauriti assai in fretta gli “scoop”<br />
riguardanti la Tunisia e l’Egitto perché,<br />
secondo gli ottimisti, la democrazia<br />
era già alle porte, l’attenzione<br />
si è trasferita in toto alla Libia dove<br />
i rivoltosi, con l’aiuto parziale <strong>del</strong>la<br />
NATO, speravano di mandare in<br />
pensione il Rais in quattro e quattrotto.<br />
E anche se solo da poco, nella<br />
sua città di Sirte, il despota “se ne è<br />
andato definitivamente a riposo”<br />
con le armi in pugno, ancora non si<br />
sa bene dove “andranno a parare”<br />
coloro per i quali abbiamo fatto il<br />
“tifo” perché ritenuti i meno peggio”.<br />
I “ribelli”! Personaggi, questi,<br />
che si è sempre fatto finta di non<br />
sapere chi li ha “spinti” e si insiste<br />
ancora nel voler credere che sono<br />
portatori di democrazia. Islamica!<br />
Proprio così perché se è certamente<br />
vero che internet, google, facebook,<br />
ecc., travalicando confini geografici<br />
e culturali, hanno fatto conoscere<br />
ed ambire altri mo<strong>del</strong>li di vita<br />
alle giovani generazioni oppresse, è<br />
altrettanto vero e altamente probabile<br />
che a “beneficiare” di questa<br />
“brezza” di cambiamento saranno<br />
coloro che il mo<strong>del</strong>lo occidentale<br />
l’hanno da sempre osteggiato: gli<br />
integralisti islamici! Fondamentalisti<br />
amanti e cultori <strong>del</strong>la “Sharia”, che<br />
non hanno perso la ghiotta occasione per tentare di trasferirne<br />
gli effetti <strong>del</strong>la “bufera” laddove, contrariamente ai<br />
Paesi arabi, regna il progresso, il benessere, la vera democrazia<br />
e la pace sociale: in Israele, ovviamente!<br />
Ed a tal fine il 14 maggio scorso, in piena “primavera<br />
Araba”, gli arabi-palestinesi “commemorano” il 63° anniversario<br />
di fondazione <strong>del</strong>lo Stato ebraico con un attentato terroristico<br />
che ha provocato una vittima e 40 feriti a Tel Aviv<br />
mentre centinaia di profughi scavalcano spontaneamente<br />
(dicono), e contemporaneamente, i confini con Israele a<br />
Gaza e nel Golan e nel frattempo in Cisgiordania tentano di<br />
travolgere i “chek point” <strong>del</strong>l’Esercito ebraico. Risultato: 20<br />
morti e decine di feriti fra i manifestanti.<br />
E se non fosse successo tutto ciò, di Israele ce ne saremmo<br />
ricordati? Solo qualche riga nella “cronaca” quando i<br />
coloni <strong>del</strong>l’ Alta Galilea sono vittime degli ormai quotidiani<br />
razzi lanciati dalla Striscia di Gaza o quando Bejamin<br />
Netanyahu, capo <strong>del</strong> Governo israeliano, dice no al<br />
Presidente degli USA Barack Hussein Obama che gli propone<br />
il ritorno ai confini <strong>del</strong> 1967 in cambio, dice l’Obama, di<br />
pace e <strong>del</strong> sicuro riconoscimento<br />
<strong>del</strong>lo Stato ebraico da parte dei palestinesi.<br />
Oppure si è dovuto attendere<br />
la liberazione <strong>del</strong> caporale Gilad<br />
Shalit, rapito nel giugno <strong>del</strong> 2006 ai<br />
confini con la Striscia di Gaza e rilasciato<br />
martedì 18 ottobre 2011, in<br />
cambio di 1027 palestinesi, molti dei<br />
quali terroristi responsabili di efferate<br />
stragi di inermi civili. Scambio con<br />
il quale Israele ancora una volta ha<br />
mantenuto fede all’impegno d’onore<br />
di riportare a casa, vivi o morti, i propri<br />
cittadini in mano nemica.<br />
Scambio, questo, che ha subito<br />
indotto gli “ottimisti” a considerarlo<br />
preludio di dialogo e di pace, dimenticando<br />
che in questi ultimi trent’anni<br />
circa 12000 palestinesi sono stati<br />
liberati per riportare a casa 19 soldati<br />
e quattro salme, e verso la pace<br />
non s’è fatto un solo passo avanti.<br />
Che non se ne sia parlato troppo<br />
di Israele mentre il “vicinato” è in<br />
fiamme, è anche comprensibile. Un<br />
po’ meno, invece, voler credere che<br />
qualsiasi democrazia islamica che si<br />
instauri nell’area sia foriera di pace e<br />
attenui l’odio che divide gli arabi<br />
dagli ebrei. Se Israele oggi ancora<br />
sopravvive come Stato e come<br />
popolo è per esclusivo merito suo, e<br />
non certo dei conclamati Stati amici.<br />
Visto, <strong>qui</strong>ndi, il silenzio che normalmente<br />
circonda Israele, parliamone<br />
un po’ noi, ricordando il suo<br />
passato, esaminando il presente ed<br />
azzardando qualche ipotesi per il<br />
suo avvenire.<br />
Nato il 14 Maggio1948 in virtù<br />
<strong>del</strong>la Risoluzione n. 181, con la quale<br />
l’ONU istituiva anche uno Stato<br />
arabo, Israele si trovò subito a fare i conti con la Lega Araba<br />
che rifiutò tale Risoluzione ed il giorno dopo scatenò la prima<br />
guerra arabo-israeliana: "Guerra di Indipendenza". Guerra<br />
vinta da Israele che, per sopravvivere, dovette vincere le altre<br />
tre successive (1956, 1967 e 1973). Conflitti le cui conseguenze,<br />
territori occupati e profughi, sono ancor oggi i maggiori<br />
ostacoli per una pace nella regione. Solo il Presidente egiziano<br />
Muhammad Anwar Saddat, dopo quella <strong>del</strong> 1973 (guerra<br />
<strong>del</strong>lo “Yom Kippur”) aveva riconosciuto ufficialmente e firmato<br />
il trattato di la pace con lo Stato ebraico: fatto che gli costò<br />
la vita ad opera dei “Fratelli Musulmani”.<br />
Per difendere il proprio popolo, Israele dovette sostenere<br />
altre quattro guerre, di cui: in Libano nel 1973<br />
l’“Operazione Litani”, per creare una “fascia di sicurezza”<br />
dal confine fino al fiume Litani; nel 1982 l’operazione “Pace<br />
in Galilea” contro l’OLP di Arafat (il più incredibile “Premio<br />
Nobel per la Pace” <strong>del</strong>la storia) e nel 2006 contro gli<br />
Hezbollah; nella Striscia di Gaza (dicembre 2008/gennaio<br />
2009) l’operazione “Piombo Fuso”, per neutralizzare i lanci<br />
di razzi ad opera dei miliziani di Hamas.<br />
16 IL NASTRO AZZURRO
La disponibilità più volte dimostrata da Israele per favorire<br />
la pace non ha dato risultati positivi. Anzi! L’essersi ritirato<br />
nel 2000 dalla citata “fascia di sicurezza” <strong>del</strong> Libano<br />
meridionale e sgomberato nel 2005 le truppe e gli insediamenti<br />
ebraici dalla Striscia di Gaza non ha fatto altro che<br />
favorire i palestinesi che non persero l’opportunità per colpire<br />
il territorio israeliano più in profondità. Ecco perché<br />
Israele oppone una ferma resistenza alle richieste di ritiro<br />
dai territori occupati. Non dimentica che, nella sua breve<br />
esistenza, rischiò più volte l’estinzione, mentre il mondo<br />
stava a guardare.<br />
La situazione attuale non è certo <strong>del</strong>le migliori perché<br />
se consideriamo i suoi “vicini di casa” ci rendiamo conto che<br />
Israele non è altro che un caposaldo circondato da nemici<br />
che vogliono la sua estinzione. In particolare: a Nord il<br />
Libano, dove ormai comanda Hezbollah il cui obiettivo<br />
dichiarato è la distruzione di Israele; a Nord Est la Siria, principale<br />
via di rifornimenti di armi iraniane dirette ad<br />
Hezbollah; ad Est la Cisgiordania e la Giordania. La prima,<br />
sede <strong>del</strong>l’Autorità Nazionale Palestinese (ANP) il cui<br />
Presidente Abu Mazen, successore di Yasser Arafat, ha riallacciato<br />
rapporti con il suo ex vice Ismail Haniyeh – capo di<br />
Hamas, “ala dura” <strong>del</strong>l’ANP – che persegue la distruzione di<br />
Israele. La Giordania, uno dei pochi Paesi arabi moderati ad<br />
aver riconosciuto ufficialmente Israele, ha assaporato la<br />
brezza <strong>del</strong>la già citata “Primavera Araba” ed è stata anch’essa<br />
teatro di manifestazioni, sostenute dai soliti “Fratelli<br />
Musulmani”, per ottenere cambiamenti politici e sociali; ad<br />
Ovest, oltre alla perenne minaccia palestinese dalla Striscia<br />
di Gaza, Israele ora deve fare i conti con l’Egitto, divenuto<br />
ostile da quando Mubarak è stato cacciato ed a comandare<br />
sono di fatto i già citati “Fratelli Musulmani”, nemici giurati<br />
<strong>del</strong>lo Stato ebraico, originatori <strong>del</strong>la quasi totalità dei gruppi<br />
terroristici islamici esistenti, Hamas incluso, e che ha<br />
avuto in Bin Laden il loro migliore e più illustre discepolo.<br />
E come se già non bastasse, a rendere ancora più fosco<br />
questo quadro ricordiamo le conclamate ambizioni nucleari<br />
<strong>del</strong>l’iraniano Ahmadinejad che nega l’Olocausto e vuole cancellare<br />
lo Stato ebraico anche dalla faccia <strong>del</strong>la terra.<br />
Infine ad aggravare ulteriormente la descritta situazione<br />
c’è la recente svolta <strong>del</strong>la Turchia: sempre meno<br />
“Occidentale” da quando non c’è più l’Unione Sovietica a<br />
minacciarne i confini; non più Repubblica laica, come aveva<br />
voluto Mustafa Kamel Ataturk, ma sempre più confessionale<br />
da quando è al potere l’attuale Presidente Recep Tayyip<br />
Erdogan. Forse sognando un secondo Impero Ottomano,<br />
corteggia i Paesi coinvolti nella “Primavera Araba”, allaccia<br />
stretti rapporti con i palestinesi di Gaza e volta definitivamente<br />
le spalle all’ex alleato Stato ebraico.<br />
A questo punto fare <strong>del</strong>le previsioni sull’avvenire di<br />
Israele non è confortante. Gli ebrei sono accerchiati da<br />
nemici che non hanno mai voluto dialogare con loro e ne<br />
hanno sempre approfittato quando gli è stata tesa la mano.<br />
È <strong>qui</strong>ndi illusorio credere che Israele abbandoni i territori<br />
con<strong>qui</strong>stati durante le quattro guerre scatenate proprio<br />
dagli arabi; e ritorni ai confini ante guerra <strong>del</strong> 1967, cosa che<br />
comprometterebbero la sicurezza <strong>del</strong> Paese aggravandone<br />
la vulnerabilità.<br />
Cosi come è impensabile che un Paese con una popolazione<br />
di poco più di 7.000.000 di abitanti permetta il rientro<br />
dei quasi 4.500.000 di profughi palestinesi causati dalle<br />
guerre <strong>del</strong> 1948 e 1967. Il loro ritorno in Israele altererebbe<br />
irrimediabilmente l’e<strong>qui</strong>librio demografico <strong>del</strong> Paese e<br />
molto probabilmente gli ebrei verrebbero assoggettati a una<br />
teocrazia arabo-islamica, preludio di una nuova diaspora. Ed<br />
impedire che ciò accada è uno dei punti fermi di Israele.<br />
Senza, poi, tenere conto che se l’Iran si dotasse di un arsenale<br />
nucleare e ad Ahmadinejad non faranno cambiare le sue<br />
IL NASTRO AZZURRO<br />
ambizioni, lo Stato ebraico rischierebbe di essere cancellato<br />
definitivamente. Ossia, per gli ebrei, un secondo Olocausto<br />
per mano di chi nega il primo.<br />
È pur vero che Israele, dopo USA e Giappone, è il Paese<br />
tecnologicamente più avanzato al mondo nell’elettronica<br />
applicata agli armamenti. Capacità che gli ha consentito, nel<br />
settembre <strong>del</strong> 2007, di sorvolare il territorio turco e<br />
distruggere un sito nucleare in costruzione nel nord <strong>del</strong>la<br />
Siria dopo aver “accecato” i sistemi di avvistamento russi di<br />
ultima generazione schierati a difesa <strong>del</strong> sito. E sembrerebbe<br />
che anche di recente Israele avrebbe provocato il blocco,<br />
seppur temporaneo, <strong>del</strong> programma nucleare iraniano<br />
mediante un virus elettronico scaricato da una pen-drive.<br />
È altrettanto vero, però, che gli israeliani sono sotto<br />
costante minaccia dei missili iraniani di lunga gittata, di quelli<br />
di Hamas sempre più numerosi e sofisticati da quando i<br />
“Fratelli Musulmani” li riforniscono attraverso la frontiera<br />
<strong>del</strong>l’Egitto con la Striscia di Gaza a Raffah e dei circa 40.000<br />
razzi di vario tipo e gittata schierati da Hezbollah a ridosso<br />
<strong>del</strong>la frontiera libanese.<br />
E tutto ciò non può che preludere ad una devastante<br />
guerra che Israele non sottovaluta, considera possibile e per<br />
la quale ha pianificato ogni provvedimento necessario per<br />
proteggere una popolazione di appena un milione e mezzo<br />
superiore a quella sterminata nei campi nazisti.<br />
Detto ciò, non sarebbe né morale né tanto meno<br />
responsabile lasciare Israele solo, come se il problema non<br />
riguardasse un po’ tutti, in particolare per quanto ci riguarda,<br />
i Paesi mediterranei. Sarebbe una tragedia <strong>del</strong>l’umanità se<br />
Israele fosse spinto a gridare “Muoia Sansone con tutti i<br />
Filistei”. Bisognerebbe pertanto individuare chi potrebbe e<br />
dovrebbe schierarsi a favore di Israele creando, non solo a<br />
parole, una sicura e valida deterrenza nei confronti dei suoi<br />
conclamati nemici.<br />
Sull’ONU è meglio non farci tanto conto. Ha già fatto<br />
tanto e farà ancora ma l’esperienza ci insegna che quando<br />
interviene è quasi sempre troppo tardi. L’ONU è un’elefantiaca<br />
organizzazione sovranazionale dove è sufficiente il<br />
veto di uno solo dei cinque membri permanenti <strong>del</strong><br />
Consiglio di Sicurezza per vanificare gli sforzi e le decisioni<br />
adottate da ben 192 Delegazioni Nazionali. Nel caso considerato,<br />
salvare Israele, fa premio la tempestività di intervento,<br />
ovvero l’intervento preventivo.<br />
Analogamente Israele non può fare affidamento<br />
sull’Unione Europea finché i suoi 27 Paesi membri non si<br />
daranno una politica estera e di difesa comune. Meglio<br />
lasciar perdere l’idea di inserire Israele nell’UE, anche perché<br />
sarebbe impossibile inglobarvi un Paese non confinante.<br />
Non rimane che la NATO che, seppur dopo la caduta<br />
<strong>del</strong> “Muro” sia diventata “interventista” per spegnere<br />
“fuori area” i “fuocherelli” prima che le "fiamme” raggiungano<br />
casa nostra, mantiene comunque inalterata e prioritaria<br />
la sua funzione originaria di “impegno alla difesa collettiva”<br />
(Art. 5 <strong>del</strong> Trattato di Washington) che sancisce<br />
l’intervento automatico ed immediato di tutta l’Alleanza a<br />
favore di qualsiasi Paese partner attaccato. Con ogni probabilità<br />
un eventuale ingresso di Israele nell’Alleanza ne<br />
provocherebbe l’abbandono <strong>del</strong>la Turchia di Erdogan.<br />
Abbandono però compensato dalla maggior serenità e<br />
sicurezza che il popolo ebraico ac<strong>qui</strong>sirebbe per l’accresciuta<br />
deterrenza contro le bellicosità dei suoi nemici.<br />
Senza poi considerare che, per l’Occidente, Israele diverrebbe<br />
una sicura e valida “sentinella avanzata” in un mondo<br />
islamico per noi sempre meno affidabile e causa di crescenti<br />
preoccupazioni.<br />
Bersagliere Gen. D.( r. ) Bruno TOSETTI<br />
già “Comandante <strong>del</strong>la Missione Libano 1”<br />
17
QUANDO I COMANDANTI MORIVANO IN PLANCIA<br />
Storia <strong>del</strong>la torpediniera «Uragano» e <strong>del</strong> suo comandante<br />
Luigi Zamboni Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria<br />
«Il più alto eroismo è combattere sino in fondo<br />
una battaglia che si sa fin dall'inizio perduta.»<br />
Dino Buzzati<br />
LA BATTAGLIA DEI CONVOGLI SULLA «ROTTA<br />
DELLA MORTE»<br />
Gli eventi bellici in Africa Settentrionale si svolsero nei<br />
primi due anni di guerra con alterne fortune, finché la battaglia<br />
di El Alamein (23 ottobre - 3 novembre 1942) segnò il rapido<br />
declino <strong>del</strong>le forze <strong>del</strong>l'Asse in Africa Settentrionale, che sotto<br />
la pressione <strong>del</strong>la vittoriosa avanzata <strong>del</strong>la VIII armata britannica<br />
comandata dal generale Montgomery dovettero ritirarsi<br />
a partire dalla Cirenaica.<br />
Dopo l'invasione angloamericana <strong>del</strong> Nord Africa<br />
francese, iniziata l'8 novembre 1942 con gli sbarchi in<br />
Marocco e in Algeria (Operazione "Torch"), le superstiti<br />
truppe italo-tedesche, attaccate su due fronti, dovettero<br />
abbandonare anche la Tripolitania e ripiegare in Tunisia.<br />
La Regia Marina ebbe allora il compito di assicurare i<br />
rifornimenti a quell'ultima testa di ponte italo-tedesca in<br />
Nord Africa. Da metà novembre 1942 fino a metà maggio<br />
1943, quando divenne impossibile proseguire la resistenza,<br />
il porto di Biserta fu il capolinea di quella che, per<br />
la sua pericolosità, venne chiamata la "Rotta <strong>del</strong>la Morte"<br />
(cfr. "Le rotte <strong>del</strong>la morte” - n.° 2-2009 pag. 24 e segg.)<br />
dove gli aerosiluranti e le navi da battaglia inglesi, dotate<br />
di sofisticati sistemi radar, operavano anche di notte.<br />
Tra le insidie presenti lungo la "Rotta <strong>del</strong>la Morte"<br />
vanno inoltre ricordati gli sbarramenti di mine, in gran<br />
parte posati dalla stessa Marina italiana tra la Tunisia e la<br />
Sicilia occidentale. I passaggi lasciati vennero successivamente<br />
ostruiti con mine deposte in gran numero dai<br />
posamine britannici.<br />
Nonostante le enormi difficoltà, il traffico con la<br />
Tunisia fu intenso. Nei sei mesi tra l'11 novembre 1942,<br />
giorno di partenza da Napoli <strong>del</strong> primo convoglio, e il 4<br />
maggio 1943, quando giunse a Tunisi l'ultimo, la Marina<br />
organizzò 276 convogli, che subirono uno stillicidio di<br />
perdite quasi quotidiano, con un totale di 101 navi mercantili<br />
andate perdute in mare. In ogni viaggio ognuna di<br />
quelle navi aveva mediamente il 23% di probabilità di<br />
affondare.<br />
Secondo le statistiche, dei 77.741 militari trasportati<br />
ne giunsero a destinazione 72.246, con perdite <strong>del</strong> 7%.<br />
Delle 433.169 tonnellate complessive di carichi partiti ne<br />
arrivarono 306.537. Andò perduto il 29% dei carburanti<br />
inviati, il 20% degli automezzi, il 32% <strong>del</strong> materiale d'artiglieria<br />
e <strong>del</strong>le munizioni, il 30% degli altri carichi.<br />
Nonostante la grande inferiorità di uomini, materiali e<br />
mezzi non potesse più lasciar dubbi sull'esito sfavorevole<br />
<strong>del</strong>la guerra, la gente di mare italiana continuò a combattere<br />
con caparbia tenacia, sostenendo «l'urto <strong>del</strong>le forze nemiche con<br />
tanta indomabile fierezza».<br />
LA TORPEDINIERA "URAGANO"<br />
A partire dalla metà <strong>del</strong> 1942 cominciarono a entrare in<br />
servizio le navi avviso scorta <strong>del</strong>la classe "Ciclone", poi riclassificate<br />
come torpediniere di scorta. Esse erano più agili dei<br />
cacciatorpediniere e munite di più moderne apparecchiature<br />
ed armi per la guerra ai sommergibili e la difesa antiaerea <strong>del</strong><br />
traffico mercantile.<br />
Alla nuova classe "Ciclone" apparteneva anche la torpediniera<br />
"Uragano", protagonista di questa storia. Era lunga 87,75<br />
metri e larga 9,90 ed aveva un'immersione media di 3,77<br />
metri. Il suo dislocamento standard era di 925 tonnellate, quello<br />
con carico normale di 1.652 tonnellate e quello a pieno<br />
carico di 1.800 tonnellate.<br />
L'apparato di propulsione era costituito da 2 caldaie<br />
Yarrow con surriscaldatori di vapore che alimentavano 2 gruppi<br />
turboriduttori a vapore Tosi - Parsons con potenza complessiva<br />
di 16.000 HP, azionanti 2 eliche. La velocità massima<br />
era di 25 nodi.<br />
Con 442 tonnellate di nafta l'autonomia era di 2.800 miglia<br />
nautiche a 14 nodi, che si riducevano a 2.140 miglia a 20 nodi<br />
e a 1.400 miglia a 25 nodi.<br />
L'armamento <strong>del</strong>l'"Uragano" era costituito da 4 tubi lanciasiluri<br />
da 450 mm in complessi binati, 4 lanciabombe di profondità<br />
antisommergibili, 2 cannoni da 100/47 singoli, 8 mitragliere<br />
da 20/70 binate e 2 singole. La nave era anche attrezzata per<br />
trasporto e posa di 20 mine. Le apparecchiature di ricerca e<br />
localizzazione per la guerra subacquea comprendevano lo<br />
scandaglio a frequenza acustica tipo "Safar".<br />
L'e<strong>qui</strong>paggio era formato da 7 ufficiali e 170 tra sottufficiali<br />
e marinai comuni.<br />
Nato a Bologna il 14 luglio 1909, Luigi Zamboni era divenuto<br />
guardiamarina nel 1929. Nel 1934, dopo la promozione a<br />
tenente di vascello, imbarcò sull'incrociatore leggero "Muzio<br />
18 IL NASTRO AZZURRO
Attendolo", dove divenne 1° direttore <strong>del</strong> tiro e vi rimase ininterrottamente<br />
in servizio fino all'estate <strong>del</strong> 1942, raggiungendo<br />
il grado di capitano di corvetta. Sull'"Attendolo" Luigi<br />
Zamboni meritò due Croci di Guerra al Valor Militare.<br />
Nel settembre 1942 assunse il comando <strong>del</strong>la torpediniera<br />
"Uragano" che, dopo un addestramento accelerato di poco<br />
più di un mese, fu assegnata alla 2a Squadriglia Torpediniere di<br />
Scorta, con la quale svolse ben ventidue missioni di scorta<br />
convogli in acque greche, tra la Grecia e l'Africa Settentrionale<br />
e infine tra i porti nazionali <strong>del</strong> Tirreno Meridionale e la Tunisia.<br />
L'"Uragano" sostenne numerosi combattimenti contro<br />
forze subacquee ed aeree nemiche ed abbattè un aeroplano.<br />
Nella notte tra il 22 e il 23 novembre 1942 nel Tirreno<br />
Meridionale tentò una manovra di speronamento di un sommergibile<br />
avversario che procedeva in emersione. A causa di<br />
un attacco aereo mentre era nel porto di Sebra subì numerose<br />
perdite fra l'e<strong>qui</strong>paggio.<br />
L'ULTIMA MISSIONE DELL'"URAGANO"<br />
Il 3 febbraio 1943 la torpediniera "Uragano" salpò per la<br />
sua ventiduesima missione, l'ultima, per scortare lungo la rotta<br />
da Biserta a Napoli la motocisterna "Thorsheimer", nave norvegese<br />
di 9.955 tonnellate re<strong>qui</strong>sita a Genova allo scoppio<br />
<strong>del</strong>le ostilità e di fondamentale importanza per i rifornimenti<br />
<strong>del</strong> fronte nord africano, al punto che le unità incaricate <strong>del</strong>la<br />
sua scorta erano ben cinque: la torpediniera "Sirio", che guidava<br />
il convoglio, il cacciatorpediniere "Saetta" e le torpediniere<br />
"Uragano", "Monsone" e "Clio".<br />
Il convoglio salpò da Biserta alle 5.30 <strong>del</strong> 3 febbraio 1943,<br />
con mare molto agitato.<br />
Alle 8.17 "Monsone" e "Uragano" comunicarono che la<br />
ricerca ecogoniometrica era molto disturbata a causa <strong>del</strong><br />
mare forza 4 - 5. Infatti lo scandaglio a frequenza acustica tipo<br />
Safar non riusciva a dare indicazioni quando la nave subiva rollio<br />
e presentava echi accessori che creavano confusione. Era<br />
<strong>qui</strong>ndi arduo in quelle condizioni poter individuare le mine<br />
nemiche che insidiavano quel tratto <strong>del</strong>la rotta.<br />
Alle 9.38, sul punto a Latitudine 37° 35' Nord e<br />
Longitudine 10° 37' Est, dal convoglio notarono una enorme<br />
colonna d'acqua e di fumo innalzarsi a poppa <strong>del</strong>l'"Uragano"<br />
che, privo di una parte <strong>del</strong>la poppa, si fermò e non rispose più<br />
alle chiamate radio.<br />
L'ufficiale in seconda riunì a prua l'e<strong>qui</strong>paggio e fece mettere<br />
a mare i mezzi di salvataggio. A causa <strong>del</strong>le onde le due<br />
imbarcazioni di cui era dotata la nave si rovesciarono subito.<br />
Sulle cinque zattere in dotazione, che restarono a galla, presero<br />
posto sottufficiali e comuni che si erano buttati in mare.<br />
Tutti gli ufficiali, tranne quello di rotta, rimasero a bordo con il<br />
IL NASTRO AZZURRO<br />
Comandante, che<br />
fu visto sulla plancia<br />
sino a quando<br />
le zattere non si<br />
allontanarono<br />
dalla nave a causa<br />
<strong>del</strong>lo scarroccio.<br />
Alle 9.40 il<br />
comandante <strong>del</strong><br />
convoglio, aveva<br />
ordinato al<br />
"Saetta" e al<br />
"Clio" di prestare<br />
assistenza<br />
all'"Uragano". Il<br />
comandante <strong>del</strong><br />
"Saetta", l'espertissimo<br />
capitano<br />
di corvetta Enea<br />
Picchio, che dirigeva<br />
la manovra,<br />
rallentò a mezza<br />
forza e cominciò<br />
ad accostare con<br />
tutta la barra a<br />
sinistra, ma poté<br />
Il Comandante Luigi Zamboni<br />
giungere solo a circa duecento metri a poppa <strong>del</strong>l'"Uragano",<br />
che nel frattempo con le macchine ferme e di traverso al mare<br />
aveva scarrocciato verso Sud Est, avvicinandosi ai campi minati<br />
italiani.<br />
Alle 9.48 una violentissima esplosione al centro <strong>del</strong>lo scafo<br />
spezzò il "Saetta" in due tronconi provocando una gigantesca<br />
colonna d'acqua mista a nafta, vapore e fumo.<br />
I superstiti, sentita la poppa che si alzava e udito l'ordine<br />
<strong>del</strong> Comandante e <strong>del</strong> Direttore di Tiro di abbandonare la<br />
nave, si buttarono subito in mare e si aggrapparono alle zattere<br />
che già si trovavano in acqua, cercando di allontanarsi per<br />
non essere colpiti dalle sovrastrutture <strong>del</strong>la plancia e <strong>del</strong>l'albero<br />
di prua che si stavano abbattendo in mare. La prora e la<br />
poppa si sollevarono e in circa 50 secondi si infilarono in acqua<br />
e si inabissarono.<br />
Tra i naufraghi <strong>del</strong> "Saetta" interrogati tre giorni dopo che<br />
erano stati portati in salvo a Biserta, nessuno seppe dare notizie<br />
<strong>del</strong> Comandante. Alcuni dei naufraghi <strong>del</strong>l'"Uragano" riferirono<br />
invece di aver visto il comandante <strong>del</strong> "Saetta" «sulla<br />
plancia nel momento in cui affondava la nave, nell'atteggiamento<br />
<strong>del</strong> saluto romano.»<br />
Alle 9.50 il "Clio" comunicò che il "Saetta" aveva urtato<br />
MEDAGLIA D'ORO AL VALOR MILITARE ALLA MEMORIA DEL COMANDANTE LUIGI ZAMBONI<br />
Decreto Presidenziale datato 1 settembre 1949<br />
«Valoroso comandante di torpediniera, già distintosi in precedenti azioni di guerra, eseguiva numerose scorte di<br />
convogli nazionali sulle ardue rotte <strong>del</strong> Canale di Sicilia aspramente contrastate dall’avversario, dimostrando sereno<br />
coraggio ed elevate doti di comando.<br />
Avuto ordine di riportare in Patria a qualunque costo una grossa petroliera, malgrado le avverse condizioni di<br />
mare, attraversava arditamente – quale unica via possibile – zona minata dal nemico compresa fra imponenti<br />
sbarramenti di mine nazionali. Colpita e gravemente danneggiata la sua unità da improvvisa esplosione di arma<br />
subacquea, rimasto in balia <strong>del</strong>le onde e sospinto dal vento e dalla corrente sui vicini sbarramenti, si prodigava<br />
serenamente fino allo estremo limite <strong>del</strong>le umane possibilità per mantenere la calma e la fiducia nei suoi uomini<br />
e per fronteggiare la gravissima situazione.<br />
Quando, dopo lunghe ore di lotta, non era più possibile contenere le vie d’acqua che minacciavano di sommergere<br />
l’unità, disponeva l’imbarco <strong>del</strong>la gente sulle zattere di salvataggio mentre egli, unitamente ai suoi ufficiali che<br />
trascinati dal suo esempio non lo vollero abbandonare, rimaneva sulla sua nave per dividerne la sorte.<br />
Nell'improvviso precipitare degli eventi si inabissava con il suo Stato Maggiore in quelle acque che avevano conosciuto<br />
il suo cosciente ardimento, lasciando fulgido esempio di eroica abnegazione e sublime attaccamento al<br />
dovere ed alla nave posta al suo comando.<br />
Canale di Sicilia, 3 febbraio 1943.»<br />
19
La torpediniera Uragano<br />
contro una mina. Il Comandante <strong>del</strong> convoglio gli ordinò di<br />
fermarsi e recuperare i naufraghi col battello. Le altre unità<br />
continuarono la navigazione. Dieci minuti dopo il Comandante<br />
<strong>del</strong> convoglio, constatato che a causa <strong>del</strong> mare e <strong>del</strong> vento il<br />
"Clio" non poteva far nulla, gli ordinò di interrompere i soccorsi<br />
e di seguirlo nella scia.<br />
Alle 9.55 dal convoglio venne comunicato al Comando<br />
Superiore <strong>del</strong>la Regia Marina ("Supermarina") che il "Saetta"<br />
era affondato e che, a causa <strong>del</strong> mare forza 5 e <strong>del</strong> vento, non<br />
era possibile dare alcuna assistenza ai naufraghi.<br />
Alle 10.00 il convoglio assunse la formazione in linea di fila,<br />
per poi passare a quella per file parallele, con il "Monsone"<br />
davanti, il "Sirio" a sinistra e il "Clio" a dritta <strong>del</strong>la petroliera.<br />
Alle 12.05 il Comandante <strong>del</strong> convoglio informò<br />
Supermarina <strong>del</strong>la criticissima situazione <strong>del</strong>la torpediniera<br />
"Uragano" e chiese a Biserta di inviare mezzi di soccorso.<br />
Alle 12.20 dal convoglio venne avvistata una formazione di<br />
11 bombardieri e aerosiluranti nemici, scortati da 4 caccia, che<br />
cinque minuti dopo attaccarono. Intercettati dagli aeroplani<br />
tedeschi di scorta e bersagliati dal fuoco dei cannoni e dalle<br />
mitragliere <strong>del</strong>le navi, gli attaccanti perdettero un aereo, che<br />
cadde in mare.<br />
Il convoglio ricevette alle 13.33 l'ultimo messaggio radio<br />
<strong>del</strong>l'"Uragano", che comunicava la sua criticissima posizione.<br />
Spesso le navi che urtavano una mina o venivano colpite<br />
da un siluro si inabissavano repentinamente, talora in meno di<br />
un minuto, come accadde al "Saetta". Invece l'"Uragano" si<br />
mantenne a galla per circa quattro ore, sia pur precariamente,<br />
mentre «dal posto di comando, serenamente, il Comandante<br />
impartiva tutte le necessarie disposizioni prima per tentare di salvare<br />
la nave e quando, dopo lunghe ore di lotta, non fu più possibile<br />
contenere le vie d'acqua, disponeva l'imbarco <strong>del</strong>la gente sulle<br />
zattere di salvataggio mentre egli, unitamente agli ufficiali <strong>del</strong> suo<br />
Stato Maggiore che non lo vollero abbandonare, si inabissò con l'unità<br />
al suo comando» secondo le più alte tradizioni <strong>del</strong>la Marina.<br />
Aveva 33 anni.<br />
Non sopravvisse alcuno dei marinai a bordo<br />
<strong>del</strong>l'"Uragano" che potesse narrare gli ultimi istanti di vita <strong>del</strong><br />
Comandante.<br />
La sorte aveva deciso che la morte non avrebbe colto Luigi<br />
Zamboni fulminea e ineluttabile per mezzo di un ben centrato<br />
colpo d'artiglieria durante il divampare di uno dei tanti violenti<br />
combattimenti in cui aveva diretto il tiro dei grandi cannoni<br />
di un incrociatore. La sorte, invece, prima che la torpediniera<br />
"Uragano" si inabissasse, gli concesse quattro ore di<br />
tempo per decidere se fosse giunto il giorno di rinunciare alla<br />
sua ancor giovane vita per mantenere la fe<strong>del</strong>tà alla nave fino<br />
all'estremo sacrificio di colare a picco con essa.<br />
Quali siano stati in quelle<br />
ore i suoi pensieri avrebbe<br />
potuto immaginarlo solo il<br />
giornalista e scrittore Dino<br />
Buzzati, per tre anni imbarcato<br />
sugli incrociatori come corrispondente<br />
di guerra <strong>del</strong><br />
"Corriere <strong>del</strong>la Sera", che nelle<br />
sue cronache di battaglia sul<br />
mare seppe «essere epico usando<br />
parole dimesse» e «illuminare<br />
di luce straordinaria un personaggio,<br />
si trattasse d'un<br />
Comandante o si trattasse <strong>del</strong><br />
più umile marinaio».<br />
Per il suo spiccato senso di<br />
disciplina e <strong>del</strong> dovere, e più<br />
ancora per la «concezione aristocratica<br />
che egli aveva <strong>del</strong><br />
coraggio, inteso come applicazione<br />
estrema e se <strong>del</strong> caso stoica<br />
<strong>del</strong> proprio dovere», egli avrebbe<br />
forse immaginato il comandante Zamboni mentre si aggirava<br />
per la nave «cercando se qualche ferito fosse rimasto ancora a<br />
bordo» e infine mentre faceva «in direzione dei naufraghi un<br />
cenno con la mano. Un cenno di saluto che insieme voleva significare:<br />
andassero pure, non si preoccupassero di lui, quello era il suo<br />
posto e non lo avrebbe per nessun prezzo lasciato».<br />
Ciò che restava <strong>del</strong> convoglio, alle 12.50 <strong>del</strong> 4 febbraio<br />
1943 entrò finalmente nel porto di Napoli.<br />
L'Ammiraglio Comandante la Marina Militare incaricò il<br />
capitano di fregata Luigi Ronca di svolgere l'inchiesta sull'affondamento<br />
<strong>del</strong>l'r. c. t. "Saetta" e <strong>del</strong>la r. t. "Uragano".<br />
Le deposizioni dei superstiti <strong>del</strong>la torpediniera "Uragano",<br />
che erano stati soccorsi il giorno dopo l'affondamento <strong>del</strong>la<br />
loro nave e portati a Biserta, furono registrate nel verbale di<br />
interrogatorio. I naufraghi testimoniarono che il comandante<br />
Zamboni era rimasto sulla plancia insieme agli ufficiali, tra i<br />
quali l'Ufficiale in seconda, gravemente ferito a una gamba dall'esplosione,<br />
e dichiararono di ritenere che essi fossero affondati<br />
con la nave, ad eccezione <strong>del</strong>l'ufficiale di rotta che era<br />
stato visto su uno zatterone di cui ignoravano la sorte. I naufraghi<br />
dichiararono di aver perduta di vista la loro nave verso<br />
mezzogiorno. Sino a quell'ora ne avevano visto l'albero apparire<br />
fra le onde mentre le tre zattere di salvataggio si allontanavano<br />
spinte <strong>del</strong> forte vento.<br />
Il Comandante <strong>del</strong>la 1a Flottiglia Siluranti di Scorta, capitano<br />
di vascello Tagliamonte, a conclusione <strong>del</strong> Rapporto di navigazione<br />
(che tra gli allegati comprendeva i verbali <strong>del</strong>le comunicazioni<br />
scambiate con l'"Uragano" e i verbali di interrogatorio<br />
dei naufraghi) dichiarò che dai segnali scambiati con<br />
l'"Uragano" egli aveva «tratto la certezza, a conferma <strong>del</strong>le<br />
impressioni già riportate nei frequenti contatti avuti con il<br />
Comandante Zamboni, che egli, sino all'ultimo, ha mantenuto inalterata<br />
la calma e che le sue particolari doti di forza d'animo e di<br />
sereno spirito di sacrificio hanno rifulso nel sinistro <strong>del</strong>la sua unità».<br />
Il comandante Tagliamonte terminava il rapporto chiedendo<br />
che gli fosse «concessa l'autorizzazione, ad inchiesta sull'affondamento<br />
terminata, di prenderne visione per poter proporre il<br />
Comandante Zamboni per una decorazione al valore».<br />
La proposta fu poi presentata e con Decreto Presidenziale<br />
datato 1 settembre 1949 venne conferita alla memoria <strong>del</strong><br />
capitano di corvetta Luigi Zamboni la più alta Decorazione al<br />
Valor Militare.<br />
Adolfo Zamboni<br />
«Poi le acque tornarono buie e silenziose,<br />
mentre l'anima compiva il viaggio degli eroi.»<br />
Dino Buzzati<br />
20 IL NASTRO AZZURRO
DIPLOMAZIA E NASTRO AZZURRO: ORGOGLIO BIELLESE<br />
Sotto l’Alto Patrocinio <strong>del</strong> Ministero degli Affari Esteri <strong>del</strong>la Repubblica italiana, in collaborazione con la Regione<br />
Piemonte, il Consiglio Regionale <strong>del</strong> Piemonte, la Città di Torino e l’Università degli Studi di Torino, il dottor Tomaso<br />
Vialardi di Sandigliano, Presidente <strong>del</strong>la Federazione di Biella e Vercelli <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>, ha coordinato e presieduto<br />
le due sessioni <strong>del</strong>la Tavola Rotonda di Relazioni Internazionali (Ambasciatori e Consoli in 150 anni di storia d’Italia<br />
- Diplomazia Consolare a Torino Capitale d’Italia) organizzata dall’Assessorato alla Cultura <strong>del</strong>la Provincia di Biella il 3<br />
febbraio 2012.<br />
Alla Tavola Rotonda, prima in Italia ad avere indagato la figura <strong>del</strong> Console Onorario per capire, dalla storia passata,<br />
le priorità <strong>del</strong>l'upgrade <strong>del</strong>la sua funzione, che un futuro molto vicino e non ancora <strong>del</strong> tutto intuibile sta <strong>del</strong>ineando sempre<br />
più essenziale e con mandati sempre più ampi e <strong>del</strong>icati, hanno partecipato:<br />
– il dottor Daniele Giuseppe Sfregola, Segretario <strong>del</strong> Cerimoniale Diplomatico <strong>del</strong> Ministero degli Affari Esteri (MAE);<br />
– la dott.ssa Liliana Gomez De Weston, Decana <strong>del</strong> Corpo Consolare di Torino e Console Generale <strong>del</strong>la Repubblica<br />
<strong>del</strong> Perù;<br />
– l’ing. Gian Piero Giani, Segretario <strong>del</strong> Corpo Consolare di Torino e Console Onorario degli Stati Uniti <strong>del</strong> Messico;<br />
– il dott. Federico Daneo, Console Onorario <strong>del</strong> Regno di Danimarca;<br />
– l’ing. Piergiovanni Ramasco Vittor, Console Onorario <strong>del</strong>la Repubblica <strong>del</strong> Guatemala;<br />
– l’avv. Giuseppe Pellegrino, Console Onorario <strong>del</strong>la Repubblica <strong>del</strong>la Slovacchia;<br />
– il dott. Carlo Piacenza, già Console Onorario <strong>del</strong>la Repubblica <strong>del</strong> Perù;<br />
– la prof.ssa Silvia Cantoni, Professore di Diritto Internazionale presso l’Università degli Studi di Torino;<br />
– la dott.ssa Maria Eugenia Venèri, ricercatrice, autrice <strong>del</strong>la tesi di laurea Consoli e Ambasciatori a Torino (1861 - 2011).<br />
La Provincia di Biella, anche grazie a tale evento, si sta sempre più rivelando grande protagonista <strong>del</strong>la testimonianza<br />
dei rapporti internazionali <strong>del</strong>la Repubblica Italiana. La tavola rotonda, svoltasi presso la sala Maria Bonino <strong>del</strong> Palazzo<br />
Provinciale, grazie alla preziosa organizzazione offerta dall'assessore Mariella Biollino, ha potuto contare su prestigiose<br />
testimonianze espresse dai numerosi Diplomatici ed ex presenti: tutti interventi attinenti le sollecitazioni sul tema contenute<br />
nel testo di Maria Eugenia Veneri, come nell'accademico intervento <strong>del</strong>la Prof.ssa Silvia Cantoni. Tomaso Vialardi di<br />
Sandigliano, che nell'ambito di agenzie internazionali militari e civili ha ricoperto incarichi in Estremo Oriente, Est Europa<br />
e Sud America, è conosciuto ed apprezzato soprattutto per il ruolo, ricoperto dal 2003, di Presidente <strong>del</strong>la Federazione<br />
di Biella e Vercelli <strong>del</strong>l'<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> fra Combattenti Decorati al Valor Militare e deIl'Associazione Europea<br />
Amici degli Archivi Storici.<br />
La sede di via Roma 34 a<br />
Sandigliano annovera ben<br />
72 soci e promuove iniziative<br />
di carattere patriottico,<br />
intervenendo ove necessario<br />
con finalità sociali: per<br />
esempio, su persone a<br />
rischio di emarginazione,<br />
cercando di portare loro<br />
conforto nonostante gli esigui<br />
mezzi finanziari a disposizione.<br />
Tomaso Vialardi di<br />
Sandigliano, nella sua attività<br />
di Presidente <strong>del</strong>la<br />
Federazione Biellese <strong>del</strong><br />
<strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>, tra l’altro,<br />
ha provveduto alla pubblicazione<br />
<strong>del</strong> "Libro Eroico <strong>del</strong>la<br />
Provincia di Biella", memo-<br />
IL NASTRO AZZURRO<br />
Un momento <strong>del</strong>la Tavola Rotonda<br />
ria tangibile dei tanti Eroi<br />
che hanno fatto grande la<br />
nostra terra; nel 2009, ha promosso la creazione <strong>del</strong> Comitato Associazioni d'Arma Biella, che ne riunisce in un unico<br />
polo tutte le maggiori; nel 2011, con l'indispensabile appoggio <strong>del</strong> Sindaco Dino Gentile, ha <strong>del</strong>iberato l'intitolazione nei<br />
Giardini Zumaglini <strong>del</strong> Largo "Decorati al Valor Militare d'Italia".<br />
Barbara Greggio<br />
“BIELLA STYLE & MOTORI”<br />
21
I GENERALI CIGLIANA<br />
Ritratti <strong>del</strong> nonno e <strong>del</strong> padre <strong>del</strong> gen. Giuseppe Cigliana,<br />
socio <strong>del</strong>la Federazione Provinciale di Roma<br />
PROFILO DEL GENERALE C.d.A. GIORGIO<br />
CIGLIANA RICOSTRUITO DAI NIPOTI GIOR-<br />
GIO E GIUSEPPE CESARE MARIA<br />
Giorgio Cigliana, nato a Castellamonte (TO) il 13<br />
marzo 1857, entrato alla Scuola Militare di Modena nel<br />
1872, veniva nominato nel 1875, a 18 anni e 5 mesi,<br />
Sottotenente al 4° Rgt. Bersaglieri e nel 1882, terminati i<br />
Corsi <strong>del</strong>la Scuola di Guerra e nominato Capitano nel 1°<br />
Rgt. Bersaglieri, veniva trasferito a Chieti e <strong>qui</strong>ndi a Roma<br />
per il periodo di esperimento e poi nel Corpo di S.M..<br />
Promosso Maggiore nel 1890 era trasferito al 72°<br />
Rgt. Fanteria ed il 7 giugno 1906, a soli 49 anni, era promosso<br />
Generale di Brigata ed assegnato al comando<br />
<strong>del</strong>la Brigata di Fanteria “Siena” di stanza a Cuneo e,<br />
<strong>qui</strong>ndi, alla 1^ Brigata Alpina. Nel 1910 veniva nominato<br />
Ispettore <strong>del</strong>le Truppe Alpine in Roma, conservando tale<br />
incarico anche dopo la nomina, l'11 giugno 1911, a<br />
Generale di Divisione.<br />
Nel 1913 veniva nominato Comandante <strong>del</strong>le truppe<br />
<strong>del</strong>la Tripolitania e, contemporaneamente, Governatore<br />
<strong>del</strong>la Colonia.<br />
Prima di rimpatriare per assumere, da Generale di<br />
C.d.A., il comando <strong>del</strong>l'XI C.d.A. a Bari, il Generale<br />
Cigliana aveva inviato una lunga relazione al Ministero<br />
degli Esteri per rappresentare i pericoli che si andavano<br />
addensando ed illustrare le proposte più urgenti in campo<br />
militare tendenti a modificare la dislocazione dei presidi<br />
più interni che sarebbero stati maggiormente soggetti alle<br />
azioni dei ribelli e destinati, <strong>qui</strong>ndi, a restare isolati. Il<br />
Ministero, però, prese solo atto <strong>del</strong>la descritta situazione<br />
ma non ne condivise le previsioni e così, purtroppo, dopo<br />
pochi mesi la situazione militare in Libia precipitò; alcuni<br />
presidi <strong>del</strong>l'interno vennero completamente distrutti e la<br />
occupazione italiana si ridusse alla sola zona costiera.<br />
Il 24 maggio 1915 il Generale Cigliana al comando<br />
<strong>del</strong>l'XI C.d.A. varcò il confine con l'Austria alle dipendenze<br />
<strong>del</strong>la 3^ Armata, comandata da S.A.R. Emanuele<br />
Filiberto di Savoia, Duca d' Aosta, schierandosi contro le<br />
difese austriache <strong>del</strong> Carso. L'XI Corpo d'Armata, inizialmente<br />
costituito dalle due Divisioni 21^ e 22^, nell'offensiva<br />
<strong>del</strong> 1916 ebbe sotto di sé ben 5 Divisioni.<br />
Con l'XI Corpo il Generale Cigliana partecipò alle<br />
prime 10 battaglie <strong>del</strong>l’Isonzo, impegnato, sempre sulla<br />
sinistra <strong>del</strong>la 3^ Armata, contro le formidabili difese <strong>del</strong><br />
Monte S.Michele, prima, e poi <strong>del</strong>l'aspro e desolato settore<br />
settentrionale <strong>del</strong> Carso, oltre il Vallone. Il 29 maggio<br />
1916 (5^ battaglia <strong>del</strong>l'Isonzo) gli Austriaci attaccarono<br />
con i gas asfissianti ed in meno di due ore nelle trincee<br />
italiane si contarono 6.500 morti e 10.000 intossicati ma<br />
il Comandante, portatosi in zona avanzata e dopo aver<br />
rinfrancato i superstiti, riuscì a respingere<br />
il nemico: il Duca d'Aosta, nel premiare<br />
coloro che si erano distinti nella<br />
disperata difesa, fece l'elogio di tutti i<br />
Reparti <strong>del</strong>l'XI Corpo.<br />
Nell'agosto 1916 (6^ battaglia <strong>del</strong>l'<br />
Isonzo) l'XI Corpo riusciva ad occupare<br />
saldamente tutto il Monte S.Michele e ad<br />
affermarsi sulle quote ad est <strong>del</strong> Vallone<br />
e per tali operazioni il Generale Cigliana<br />
fu Decorato con la Commenda<br />
<strong>del</strong>l'Ordine Militare di Savoia con la<br />
seguente motivazione: "Con singolare perizia<br />
diresse le sue truppe alla con<strong>qui</strong>sta <strong>del</strong><br />
gradino <strong>del</strong> Carso sotto San Michele e San<br />
Martino (giugno-luglio 1915) e poi, espugnati<br />
questi potenti baluardi (agosto 1916),<br />
inseguì il nemico al Nat Logem che con<strong>qui</strong>stò.<br />
Vincendo <strong>qui</strong>ndi accanite resistenze riusciva<br />
con abili mosse e sicura energia a<br />
superare le difese avversarie <strong>del</strong> Veliki<br />
Kriback e Dosso Faiti sul quale definitivamente<br />
si affermava". Carso: giugno 1915novembre<br />
1916.<br />
Nella 7^, 8^ e 9^ battaglia <strong>del</strong>l'Isonzo,<br />
combattute nella seconda metà <strong>del</strong><br />
1916, le truppe <strong>del</strong>l'XI Corpo giunsero<br />
22 IL NASTRO AZZURRO
oltre il Veliki Kriback ed il Faiti (in quei giorni, in una <strong>del</strong>le<br />
Divisioni, combatté anche Gabriele D'Annunzio).<br />
Dopo la successiva 10^ battaglia <strong>del</strong>l'Isonzo (maggio<br />
1917) il Generale Cigliana lasciava il comando <strong>del</strong>l'XI<br />
C.d.A. (che sotto i suoi ordini si era coperto di gloria<br />
tanto da essere citato ben tre volte nei bollettini di guerra<br />
<strong>del</strong> Comando Supremo mentre altre azioni <strong>del</strong>la sue<br />
valorose truppe erano state citate in altri 5 bollettini di<br />
guerra).<br />
Il 23 agosto 1917 il Generale Cigliana assumeva il<br />
comando <strong>del</strong> Corpo d’Armata di Napoli ed il 5 gennaio<br />
1919 di quello di Firenze ove, peraltro, spirava improvvisamente<br />
l'8 ottobre 1919 (le sue spoglie riposano nel<br />
Cimitero monumentale <strong>del</strong>le Porte Sante a San Miniato,<br />
sopra piazzale Michelangelo).<br />
Le sue grandi doti di Comandante e di militare sono<br />
riassunte nelle nobili parole scritte alla Vedova, dopo la<br />
sua morte, da S.A.R. il Duca d'Aosta che così si espresse<br />
nel suo telegramma: "Con cuore angosciato esprimo a Lei e<br />
Famiglia le più vive espressioni di cordoglio per la dolorosa perdita<br />
<strong>del</strong> generale Cigliana, mio devoto collaboratore e caro<br />
amico. Le bandiere <strong>del</strong>la Terza Armata si piegano riverenti<br />
davanti alla tomba <strong>del</strong>l'antico Comandante <strong>del</strong>l'XI corpo cui<br />
dalle insanguinate balze <strong>del</strong> San Michele e <strong>del</strong> martoriato Faiti<br />
giunge il dolce richiamo dei fratelli di armi oggi a lui ricongiunti<br />
nella immortalità e nella gloria. Emanuele Filiberto di<br />
Savoia".<br />
PROFILO DEL GENERALE C.d.A. CARLO<br />
CIGLIANA NEL RICORDO DEI FIGLI GIORGIO<br />
E GIUSEPPE CESARE MARIA<br />
Il 19 dicembre 1983, la sera prima di compiere 88<br />
anni, si chiudeva l'avventura terrena, iniziata a Novara il 20<br />
dicembre 1895, di un eccezionale soldato che aveva dedicato<br />
alla Patria ben 48 anni di quella esistenza che aveva<br />
poi terminato contornato dall'amore <strong>del</strong>la sua adorata<br />
moglie Maria Bertini (con la quale aveva condiviso ben 61<br />
anni di matrimonio), dei due figli, <strong>del</strong>le nuore, dei nipoti e<br />
dei primi pronipotini.<br />
Entrato all’Accademia di Modena nel novembre 1913,<br />
ne usciva Sottotenente effettivo nel marzo 1915 ed assegnato<br />
alla 37^ Compagnia <strong>del</strong> Battaglione Intra <strong>del</strong> 4°<br />
Reggimento Alpini con la quale, il successivo 24 maggio,<br />
entrava in zona di guerra.<br />
Il 21 luglio 1915 il battaglione era schierato alle falde<br />
<strong>del</strong> Montenero, che era stato con<strong>qui</strong>stato con una eccezionale<br />
azione di sorpresa il precedente 15 giugno da un<br />
Reparto <strong>del</strong> 3° Alpini (facendo dire al Generale<br />
Boroevitch, comandante l'Armata austriaca <strong>del</strong> settore:<br />
"Giù il cappello davanti all'alpino italiano!"), aprendo peraltro,<br />
contemporaneamente, un grosso problema per rifornire<br />
di acqua, viveri, armi, munizioni, legna e quant'altro<br />
potesse occorrere alla guarnigione in quanto le corvées<br />
dovevano pagare un altissimo contributo di sangue ai cecchini<br />
austriaci che, dalle loro posizioni sulla sella <strong>del</strong><br />
Luznica, dominavano facilmente il sentiero.<br />
Il 20 luglio il comandante <strong>del</strong> 4° riunì gli Ufficiali <strong>del</strong>l'lntra<br />
(attestato sulla cresta <strong>del</strong> Cozliac), spiegò loro l'azione<br />
che avrebbe portato alla con<strong>qui</strong>sta <strong>del</strong> costone <strong>del</strong><br />
Luznica, liberando il passaggio per la vetta <strong>del</strong> Montenero<br />
e, guardandoli negli occhi, disse loro "So di sacrificare il<br />
Battaglione, ma domattina la trincea austriaca deve essere<br />
presa".<br />
Il Sottotenente Cigliana, pur non avendo ancora 20<br />
anni, era il subalterno più anziano in quanto l'unico in servizio<br />
permanente e, pertanto, toccò a lui, all'alba prima<br />
IL NASTRO AZZURRO<br />
Nonché in quelle scritte, nella medesima occasione, al<br />
Generale Fara, Comandante <strong>del</strong>l'XI C.d.A.: "PregoLa rappresentarmi<br />
funerali Generale Cigliana devoto amico e valoroso<br />
Comandante <strong>del</strong> Corpo d'Armata <strong>del</strong> San Michele, <strong>del</strong> Nat<br />
Logem, <strong>del</strong> Veliki, <strong>del</strong> Faiti, che alla Terza Armata dette l'anima<br />
Sua forte e tenace ed alla Patria consacrò fulgide giornate di<br />
vittoria e di gloria. A Lei ed alle truppe <strong>del</strong> Corpo d'Armata<br />
esprimo mie vivissime espressioni cordoglio.<br />
Emanuele Filiberto di Savoia".<br />
Il generale Cigliana, che come detto si è fregiato di una<br />
Campagna di Guerra per la guerra italo-turca <strong>del</strong> 1911-12<br />
e di tre Campagne di Guerra per la prima guerra mondiale<br />
per gli anni 1915-16 e 17, è stato insignito <strong>del</strong>la<br />
Commenda <strong>del</strong>l'Ordine Militare di Savoia, e <strong>del</strong>le seguenti<br />
Onorificenze: Gr. Uff. <strong>del</strong>l'Ordine di S. Maurizio e<br />
Lazzaro; Cav. Gr. Cr. Decorato <strong>del</strong> Gran Cordone <strong>del</strong>la<br />
Corona d'Italia; Medaglia Mauriziana per 10 lustri di servizio<br />
(fu il primo, nel dopo guerra, a ricevere questa<br />
medaglia, anziché d'oro, di bronzo, ottenuto dalla fusione<br />
dei cannoni presi al nemico); Croce al Merito di guerra;<br />
Medaglia commemorativa col motto "Libia"; Medaglia<br />
commemorativa <strong>del</strong>la guerra 1915-18; Gr. Cr. al Merito di<br />
Spagna; Gr. Uff. <strong>del</strong>l'Ordine di Danilo l° di Montenegro; Gr.<br />
Uff. <strong>del</strong>l'Ordine <strong>del</strong>la Corona <strong>del</strong> Belgio; Croce di guerra<br />
francese.<br />
<strong>del</strong>l'azione, presentare al Capitano la 37^ compagnia (4<br />
Ufficiali e 205 uomini di truppa) ma, in quel momento,<br />
nessuno avrebbe pensato che meno di 24 ore dopo<br />
sarebbero rimasti il capitano e poco più di 60 alpini!<br />
Nell'azione il Sottotenente Cigliana riportò una ferita da<br />
shrapnel alla testa e tre da pallottola di fucile, tutte a<br />
canale completo, <strong>del</strong>le quali una al collo; una all'emitorace<br />
sinistro con foro di uscita nella regione sacrale ed una al<br />
braccio sinistro<br />
per cui<br />
si risvegliò al<br />
posto di<br />
medicazione<br />
da dove fu<br />
trasportato<br />
in barella a<br />
valle alla<br />
Sezione di<br />
Sanità (ove,<br />
per fortuna,<br />
nessuno gli<br />
mise le mani<br />
addosso) e<br />
da li fu trasportato<br />
in<br />
autocarro<br />
all'ospedale<br />
da campo di<br />
Caporetto.<br />
Il l0 ottobre<br />
1915 era<br />
già rientrato<br />
in territorio<br />
in stato di<br />
guerra ed il<br />
10 aprile<br />
1916 era<br />
promosso<br />
Tenente. Fu<br />
23
assegnato, il 10 maggio 1917, al 4° Alpini, Battaglione Intra,<br />
alla stessa 37^ Compagnia <strong>del</strong>la quale, il successivo 28 giugno,<br />
promosso Capitano, assumeva poi il comando.<br />
Il 27 marzo 1919 era a Tripoli, assegnato al 2°<br />
Battaglione Libico, da dove, dopo oltre tre anni, veniva<br />
rimpatriato ed assegnato al 69° Reggimento Fanteria a<br />
Firenze (9 luglio 1922).<br />
Dopo aver frequentato la Scuola di Guerra a Torino,<br />
l'esperimento presso la divisione di fanteria di Gorizia, il<br />
15 ottobre 1928 era Capitano nel Corpo di Stato<br />
Maggiore; nel novembre 1929 era maggiore nel 7° Alpini<br />
a Belluno e nel maggio <strong>del</strong> 1930 aveva il comando <strong>del</strong><br />
Battaglione “Cadore” a Tai. Nel 1932 era trasferito nel<br />
Corpo di Stato Maggiore a Roma e nel 1936 veniva promosso<br />
Tenente Colonnello.<br />
Dal febbraio 1937 al febbraio 1939 era in Africa<br />
Orientale Italiana quale Capo di Stato Maggiore <strong>del</strong>la 6^<br />
Divisione CC.NN. "Tevere".<br />
Rimpatriato e promosso, l'anno dopo, Colonnello, nel<br />
novembre 1940 era Sottocapo di Stato Maggiore al<br />
Comando Superiore Albania (zona di guerra). Il 1° agosto<br />
'41 era Comandante <strong>del</strong> 3° Alpini sul fronte occidentale<br />
e, <strong>qui</strong>ndi, nel gennaio 1942 sbarcava in Croazia con il<br />
Reggimento.<br />
Dopo aver comandato interinalmente (per due mesi)<br />
anche la Divisione "Taurinense", il 10 settembre 1942 era<br />
Capo di Stato Maggiore <strong>del</strong> VI° C.d.A. in Croazia ove il 12<br />
settembre 1943, dopo un ultimo cruento combattimento,<br />
veniva fatto prigioniero dai tedeschi a Dubrovnik. Rientrò<br />
in Patria il 5 settembre 1945.<br />
Promosso Generale di Brigata, fu nominato<br />
Comandante la Fanteria <strong>del</strong>la Sicilia il 30 giugno 1948; il<br />
16 aprile 1949 ricostituiva la Brigata Alpina "Julia"; il 16<br />
maggio 1950 era Capo Sezione al C.A.S.M. di Roma e, il<br />
22 ottobre 1951, assumeva il Comando in Seconda <strong>del</strong>la<br />
Scuola di Guerra a Civitavecchia.<br />
Promosso Generale di Divisione (3 gennaio 1952), nel<br />
successivo mese di novembre era Comandante <strong>del</strong>la<br />
Scuola di Guerra; nell'ottobre <strong>del</strong> 1953 era Comandante<br />
<strong>del</strong>la Divisione Granatieri di Sardegna e un anno dopo era<br />
nuovamente Comandante <strong>del</strong>la Scuola di Guerra.<br />
Promosso Generale C.d.A. nel maggio 1955, dal 1° agosto<br />
'55 al 1° luglio '58 ricopriva l'incarico di Rappresentante<br />
militare presso lo Standing Group a Washington e, al<br />
compimento dei 63 anni (dicembre 1958), passava, a<br />
richiesta, nell'Ausiliaria.<br />
Ha partecipato alle seguenti Campagne di guerra e<br />
Operazioni militari:<br />
Prima guerra mondiale 1915/16/17/18; Campagne di<br />
guerra in Libia 1919/22; Operazioni di polizia coloniale in<br />
Tripolitania 1921/22; Operazioni militari in A.O.I. 1937/38;<br />
seconda guerra mondiale 1940/41/42/43; Guerra di<br />
Liberazione (prigionia) 1944/45.<br />
Ha subìto il 21 luglio 1915, mentre conduceva i suoi<br />
Alpini all'attacco <strong>del</strong> Luznica, le anzidette quattro ferite,<br />
con il riconoscimento <strong>del</strong>la qualifica di Mutilato di Guerra<br />
per la ferita riportata alla regione sacrale con interessamento<br />
<strong>del</strong>la spina dorsale.<br />
Ha ottenuto le seguenti decorazioni: 3 MAVM; 2<br />
MBVM; 1 Encomio Solenne per operazioni di guerra; 8<br />
Croci al Merito di guerra; la Croce al Merito ungherese<br />
di 3^ Classe e la Croce di Ferro tedesca di 2^ classe; nonché<br />
le seguenti Onorificenze: Medaglia commemorativa<br />
per la guerra 1915/18 con 4 stellette; Medaglia commemorativa<br />
per le Campagne di Libia, con 2 fascette;<br />
Medaglia interalleata <strong>del</strong>la Vittoria; Medaglia ricordo<br />
<strong>del</strong>l'Unità d'Italia; Medaglia operazioni in A.O.I. con gladio;<br />
Medaglia commemorativa per la 2^ G.M., con 4 stellette;<br />
Medaglia guerra di liberazione con 2 stellette;<br />
Cavaliere <strong>del</strong>l'Ordine Coloniale <strong>del</strong>la Stella<br />
d'Italia; Cavaliere dei SS. Maurizio e Lazzaro;<br />
Cav., Cav.Uff. e Commendatore <strong>del</strong>la Corona<br />
d'Italia; Comm. e Gr. Uff. <strong>del</strong>l'Ordine al Merito<br />
<strong>del</strong>la Repubblica; Medaglia Mauriziana d'Oro al<br />
merito per l0 lustri di servizio; Comm.<br />
<strong>del</strong>l'Ordine <strong>del</strong>l'A<strong>qui</strong>la Tedesca; Comm.<br />
<strong>del</strong>l'Ordine di Skandenberg (Albania); Comm.<br />
<strong>del</strong>lo Ordine di Re Zvonimiro II (Croazia).<br />
Le Decorazioni al Valor Militare gli sono<br />
state conferite nelle seguenti occasioni:<br />
Montenero 21 luglio 1915 MAVM; Settore<br />
Occidentale Ferrovia A.O.I. 1-2 dicembre 1937<br />
MBVM; A.O.I. marzo-luglio 1938 Encomio<br />
solenne; Valle Osum (Albania) febbraio 1941<br />
MAVM sul campo; Bosnia Erzegovina<br />
(Dalmazia) gennaio-agosto 1942 MAVM;<br />
Metcovich-Dubrovnich (Croazia) 12 settembre<br />
1943 MBVM.<br />
24 IL NASTRO AZZURRO
MEDAGLIE D’ORO ECCELLENTI: LUIGI GIORGI<br />
Nacque a Carrara (MS) nel 1913. Diplomato ragioniere<br />
e perito commerciale, nel novembre 1935 si<br />
arruolò in qualità di allievo ufficiale di complemento<br />
presso la Scuola di Palermo e, l’anno successivo, fu promosso<br />
Aspirante; assegnato al 21º Reggimento Fanteria <strong>del</strong>la<br />
Divisione "Cremona", dopo la nomina a Sottotenente venne<br />
comandato presso la Scuola di Sanità Militare di Firenze per<br />
l’inquadramento <strong>del</strong> battaglione allievi e, nel 1937, fu congedato.<br />
Due anni più tardi venne richiamato nel 21º<br />
Reggimento Fanteria, nel quale prestò servizio per tutta la<br />
durata <strong>del</strong>la seconda guerra mondiale. Nel gennaio <strong>del</strong> 1940<br />
ottenne la promozione al grado di Tenente, nel gennaio <strong>del</strong><br />
1942 quella al grado di Capitano e dal 1943 ebbe il comando<br />
<strong>del</strong>la 3ª compagnia fucilieri.<br />
L'8 settembre 1943 colse il giovane ufficiale mentre era<br />
in servizio in Corsica, ove la sua Divisione - al comando <strong>del</strong><br />
generale Clemente Primieri - si oppose validamente alle<br />
truppe tedesche per essere<br />
poi trasferita successivamente<br />
a presidiare la Sardegna.<br />
Quando, nell'estate <strong>del</strong> 1944<br />
essa fu trasformata in Gruppo<br />
di Combattimento "Cremona",<br />
operante a fianco degli Alleati,<br />
Giorgi continuò a farne parte.<br />
Ufficiale "con forte persona-<br />
Luigi Giorgi<br />
IL NASTRO AZZURRO<br />
lità e ascendente sui suoi soldati"<br />
nel marzo <strong>del</strong> 1945 prese<br />
parte attiva alle operazioni belliche<br />
nella zona di Comacchio<br />
in qualità di comandante <strong>del</strong>la<br />
3ª Compagnia <strong>del</strong> ricostituito 21º Reggimento Fanteria, operando<br />
all'estrema destra <strong>del</strong>l'8^ Armata Britannica.<br />
L’obiettivo <strong>del</strong>l’azione era l’occupazione <strong>del</strong>la zona di Torre<br />
di Primaro, per far corrispondere il margine anteriore <strong>del</strong><br />
settore difensivo con il corso <strong>del</strong> fiume Reno.<br />
In questa occasione si guadagnò la sua prima Medaglia<br />
d'Oro, a seguito di due coraggiose azioni: la con<strong>qui</strong>sta, alla<br />
testa di due soldati volontari, di un munito caposaldo tede-<br />
LE DUE MOVM DI LUIGI GIORGI<br />
sco in località Chiavica Pedone e, la notte successiva, il salvataggio<br />
da lui effettuato di un soldato gravemente ferito su un<br />
campo minato. Le gesta da lui compiute in quei giorni lo<br />
resero noto a tutti i reparti <strong>del</strong>l’8^ Armata Britannica. La<br />
Decorazione "sul campo" gli venne consegnata il 6 marzo a<br />
Ravenna alla presenza <strong>del</strong>le più alte autorità militari alleate in<br />
Italia: il maresciallo Harold Alexander, il generale Richard<br />
McCreery e il generale Charles Keightley.<br />
Successivamente, nel corso <strong>del</strong>l’offensiva di aprile che<br />
avrebbe condotto alla resa <strong>del</strong>le truppe nazifasciste in Italia,<br />
alla testa di un piccolo gruppo attaccò una colonna di automezzi<br />
tedeschi che tentava il ripiegamento, bloccandola, catturando<br />
ottanta prigionieri e impossessandosi <strong>del</strong> materiale<br />
trasportato.<br />
A pochi giorni prima <strong>del</strong>la<br />
fine <strong>del</strong>la guerra, tra il 26 e il 27<br />
aprile, in località Croce di<br />
Cavarzere, nel corso di un contrattacco<br />
nemico, mentre si prodigava<br />
sotto l'infuriare <strong>del</strong> bombardamento<br />
per liberare due dei<br />
suoi soldati dalle macerie di una<br />
postazione distrutta, venne gravemente<br />
ferito.<br />
Ricoverato nel 66º Ospedale<br />
da campo inglese situato a<br />
Ferrara, morì due settimane<br />
dopo, il 7 maggio 1945, lo stesso<br />
giorno in cui fu firmata la resa<br />
incondizionata <strong>del</strong>la Germania<br />
nazista.<br />
Alla sua memoria fu concessa<br />
la seconda Medaglia d'Oro.<br />
L’U.S. Army conferì a Giorgi, la<br />
Stella d'Argento, terza più alta<br />
onorificenza americana che può<br />
La stella d’Argento<br />
essere assegnata per il coraggio<br />
americana<br />
dimostrato davanti al nemico<br />
"per eccezionali atti di valore".<br />
«Comandante di compagnia all’attacco di un forte caposaldo nemico difeso da reticolati e campi minati, seguito<br />
da due soli fanti, volontariamente offertisi, si portava in pieno giorno a breve distanza dalla posizione avversaria.<br />
Lasciati indietro i due fanti, dopo avere guadato un braccio d’acqua, irrompeva sul caposaldo ancora battuto dalla<br />
nostra artiglieria e, con lancio di bombe a mano, seminava il panico fra i difensori, che si arrendevano in numero di<br />
19. Raggiunto da un suo plotone completava l’occupazione <strong>del</strong> caposaldo e, sotto l’infuriare <strong>del</strong> rabbioso e micidiale<br />
fuoco di repressione, incurante <strong>del</strong>la propria vita, allo scoperto, estraeva dalle macerie di una postazione colpita<br />
due suoi fanti rimasti sepolti, sottraendoli a sicura morte. La notte seguente, venuto a conoscenza che un fante di<br />
altro reparto trovavasi gravemente ferito in un campo minato, là dove nessuno aveva osato recargli soccorso prima<br />
di neutralizzare le mine, da solo strisciando sul terreno e tastandolo palmo a palmo, dopo oltre un’ora di estenuante<br />
sforzo, riusciva a trarlo in salvo. Splendido esempio di virtù guerriere di nostra gente e di generoso altruismo.»<br />
— Chiavica Pedone (RA), 2-3 marzo 1945<br />
«Nelle giornate <strong>del</strong>la grande offensiva di primavera condotta in Italia dalle Armate Alleate ripeteva con lo stesso<br />
ardire e lo stesso stile altre imprese non inferiori a quelle che già gli avevano procurata la concessione di una<br />
Medaglia d’Oro. Nell’ultima di queste, alla testa di un gruppo di animosi, attaccava con irruenza una colonna di<br />
automezzi che tentava il ripiegamento e la disperdeva a colpi di PIAT e di bombe a mano catturando 80 prigionieri,<br />
numerosi automezzi, rilevante numero di armi e munizioni. Sempre alla testa dei suoi fanti riportava una grave<br />
ferita che poi lo conduceva a morte. Spirava serenamente col pensiero rivolto alla famiglia ed alla Patria nella luminosa<br />
soddisfazione di avere compiuto con piena coscienza ed assoluta modestia il suo dovere di soldato e di italiano,<br />
per il quale la concessione <strong>del</strong>la prima Medaglia d’Oro non era stato un punto di arrivo, ma un punto d’onore<br />
per fare ancora di più e sempre meglio, come effettivamente ha fatto.»<br />
— Senio Santerno Po La Croce di Cavarzere, 10-26 aprile 1945<br />
25
Il relitto <strong>del</strong>l’S.M. 79<br />
LO SPARVIERO DEL DESERTO<br />
Mancò la fortuna non il valore - sta scritto in una lapide<br />
<strong>del</strong> Sacrario militare<br />
italiano di El Alamein.<br />
sue benemerenze militari e la tragica sorte, toccata insieme<br />
all’e<strong>qui</strong>paggio <strong>del</strong>l’aerosilurante<br />
di cui era secondo pilota.<br />
Chissà di quanti atti di sfortunato<br />
Arricchivano il convegno due inte-<br />
valore sono stati protagonisti gli<br />
ressanti mostre nelle quali è stata<br />
ardimentosi combattenti italiani<br />
presentata la riproduzione <strong>del</strong>lo<br />
<strong>del</strong>l’ultima guerra. L’episodio <strong>del</strong><br />
storico velivolo “Bleriot”, il primo<br />
maresciallo pilota Cesare Barro e<br />
che nel 1911 ha compiuto la tra-<br />
dei suoi compagni di e<strong>qui</strong>paggio di<br />
svolata <strong>del</strong>la Manica, ripetuta nel<br />
un aerosilurante S.M. 79 è uno dei<br />
1981.<br />
più tragici ed emblematici.<br />
Cesare Barro, nato a<br />
La Sezione di Conegliano<br />
Conegliano (Treviso) il 16 maggio<br />
<strong>del</strong>l’Associazione <strong>del</strong>l’Arma<br />
1914, era un pilota eccezionale.<br />
Aeronautica, intitolata al suo con-<br />
Fin dalla prima giovinezza dimocittadino<br />
Cesare Barro, nel maggio<br />
strò una passione per il volo, tanto<br />
2011, in occasione <strong>del</strong> 35° anni-<br />
da recarsi al Campo <strong>del</strong>la<br />
versario <strong>del</strong>la fondazione, ha orga-<br />
Promessa a Gallarate, dove fu fra i<br />
nizzato un convegno per comme-<br />
primi piloti a conseguire il brevetmorare<br />
questo giovane, eroico<br />
to nel 1932, a soli 18 anni. Tenuto<br />
pilota decorato di Croce di guer-<br />
conto <strong>del</strong>l’ardimento e <strong>del</strong>la perira<br />
al Valor Militare alla memoria,<br />
zia professionale venne chiamato<br />
tre Croci di guerra al Merito e<br />
dall’allora Direttore Generale<br />
benemerenze varie, scomparso in<br />
<strong>del</strong>la FIAT a rappresentare l’Italia<br />
un tragico volo senza ritorno. Allo<br />
nelle manifestazioni aeree interna-<br />
stesso è dedicato il Monumento ai<br />
zionali europee. Poco dopo parte-<br />
Caduti <strong>del</strong>l’Aeronautica <strong>del</strong>la città.<br />
cipò a dimostrazioni di alta acro-<br />
La sezione inoltre ha pubblicato<br />
bazia in Svizzera dove gli italiani in<br />
un libro dal titolo “Lo Sparviero <strong>del</strong><br />
gara si piazzarono fra i primi.<br />
deserto” nel quale si raccontano le<br />
Il M.llo Pil. Cesare Barro<br />
Nel 1933 si arruolò volontario<br />
26 IL NASTRO AZZURRO
nella Regia Aeronautica e nel 1935 venne promosso sergente<br />
maggiore pilota. Quando iniziò il conflitto in Africa<br />
Orientale, partì volontario all’insaputa dei suoi familiari.<br />
Per il suo ardimento e capacità venne subito inviato in<br />
due missioni pericolose. Dalla seconda rientrò alla base<br />
con l’apparecchio, un Caproni C.A. 113, gravemente danneggiato<br />
per i colpi ricevuti, e non esitò a chiedere un<br />
altro apparecchio per concludere la missione. Per questo<br />
eccezionale coraggio e sprezzo <strong>del</strong> pericolo fu proposto<br />
per la Medaglia di Bronzo e la Promozione per Meriti<br />
Straordinari. Al rientro in Patria nel 1936, a soli 23 anni,<br />
gli venne comunicata la promozione a Maresciallo. Era<br />
forse il più giovane Maresciallo pilota d’Italia.<br />
Nel 1939 venne assegnato, quale istruttore pilota, alla<br />
Scuola Bombardamento di Aviano e in quello stesso anno<br />
si sposò.<br />
Dopo lo scoppio <strong>del</strong>la guerra, venne assegnato al<br />
nucleo di addestramento di Gorizia e nel marzo 1941 trasferito<br />
alla 278a squadriglia su aerosiluranti S.M.79 a<br />
Pantelleria<br />
Il successivo 21 aprile, tre aerosiluranti S.M.79, trasferiti<br />
il giorno precedente da Pantelleria, decollarono alle<br />
17,25 dall’aeroporto K 2 di Berka, vicino a Bengasi, per<br />
una missione nella Grecia meridionale tesa a contrastare<br />
una operazione di sgombero <strong>del</strong>le truppe inglesi, che si<br />
ritiravano dall’avanzata italo-tedesca. L’aerosilurante, S.79<br />
M.M. 23881, di cui il Barro era secondo pilota, non fece<br />
ritorno alla base. Dei sei membri <strong>del</strong>l’e<strong>qui</strong>paggio, non<br />
risultò alcun superstite. Il Barro era padre di una figlia,<br />
Maria Luisa, mentre la seconda, Layla, nacque tre mesi<br />
dopo la sua scomparsa.<br />
Quasi vent’anni dopo, il 21 luglio nel 1960, una squadra<br />
<strong>del</strong>la spedizione geologica italiana <strong>del</strong>la Co.R.I.<br />
(Comp. Ricerche Idrocarburi <strong>del</strong> gruppo E.N.I), mentre<br />
percorreva l’antica via carovaniera che collega le due oasi<br />
nel Grande Ergh libico, scorse, nel deserto, una macchia<br />
scura che spiccava nella distesa di sabbia di colore uniforme.<br />
Si trattava di un binocolo e di una bussola in dotazione<br />
all’aeronautica militare. In prossimità si trovava una<br />
borraccia e ciò che restava di un corpo umano in posizione<br />
supina con a fianco una pistola lanciarazzi e un bossolo<br />
esploso. Nei resti <strong>del</strong> giubbotto, si rinvennero una piastrina<br />
con il numero di matricola di un velivolo (S. 79<br />
M.M. 23881 cert. 263) e diversi oggetti personali, che permisero<br />
di identificare il corpo come quello <strong>del</strong> 1° aviere<br />
Gianni Romanini, armiere di bordo <strong>del</strong>la 278a Squadriglia<br />
Aerosiluranti <strong>del</strong>la Regia Aeronautica.<br />
Poco meno di tre mesi dopo, il 5 ottobre 1960, a 90<br />
Km a Sud <strong>del</strong> punto di ritrovamento <strong>del</strong>la salma <strong>del</strong>l’aviere<br />
Romanini, venne ritrovata la carcassa di un aereo parzialmente<br />
ricoperta di sabbia. Le parti in tela erano scomparse,<br />
la<br />
struttura e il<br />
rivestimento<br />
metallico<br />
lucidati da<br />
anni di tempestose<br />
bufere di ghibli,<br />
l’arma<br />
dorsale<br />
ancora funzionante.<br />
Vennero<br />
recuperati<br />
alcuni oggetti:<br />
due berretti,<br />
un<br />
SIAI S.M. 79<br />
IL NASTRO AZZURRO<br />
giubbotto, un<br />
orologio e diversi<br />
resti umani. Nei<br />
giorni seguenti<br />
venne organizzata<br />
una seconda ispezione<br />
sul sito <strong>del</strong><br />
ritrovamento, per il<br />
recupero dei resti e<br />
<strong>del</strong>le salme.<br />
All’interno <strong>del</strong>la<br />
fusoliera, al posto di<br />
comando, venne<br />
rinvenuto quello<br />
che, presumibilmente,<br />
era il corpo<br />
<strong>del</strong> comandante,<br />
con evidenti segni<br />
di fratture. Altri<br />
resti, impossibili da<br />
identificare, probabilmenteappartenenti<br />
a tre membri<br />
<strong>del</strong>l’e<strong>qui</strong>paggio, si<br />
trovavano sotto<br />
un’ala <strong>del</strong> velivolo e<br />
nei pressi <strong>del</strong> portello<br />
d’accesso.<br />
Secondo ricostruzioni<br />
attendibili,<br />
l’aereo, nel rientrare<br />
dalla missione<br />
con il buio, dopo<br />
aver perduto il contatto<br />
radio con la<br />
torre di controllo,<br />
venne sospinto<br />
fuori rotta da un<br />
forte vento. Finito il<br />
carburante e compiuto<br />
il forzato<br />
Cesare Barro<br />
atterraggio con un violento impatto, che ferì gravemente<br />
e immobilizzò quattro dei sei membri <strong>del</strong>l’e<strong>qui</strong>paggio, il<br />
Romanini, forse in compagna di un altro membro <strong>del</strong>l’e<strong>qui</strong>paggio,<br />
decise di avviarsi in cerca di soccorso verso<br />
Nord. Forse il compagno <strong>del</strong> Romanini morì lungo il percorso<br />
e questi, rimasto solo, compì l’eccezionale, sovrumana<br />
impresa di percorrere circa 90 Km di deserto, finché,<br />
stremato esplose un razzo di segnalazione e morì.<br />
Per ironia <strong>del</strong> caso passò vicino, senza vederlo, a un deposito<br />
di acqua e carburante di “commandos” inglesi che<br />
operavano dietro le linee. E cadde a soli 8 km di distanza<br />
dalla pista di Giarabub, dove allora passavano di frequente<br />
automezzi. I rimanenti membri <strong>del</strong>l'e<strong>qui</strong>paggio erano il<br />
capitano pilota Oscar Cimolini, il tenente di vascello<br />
osservatore Franco Franchi, il maresciallo Cesare Barro,<br />
secondo pilota, il primo aviere motorista Quintilio<br />
Bozzelli e il sergente radiotelegrafista Amorino De Luca.<br />
La salma di Gianni Romanini riposa nella sua Parma.<br />
L’impossibilità di identificare con sicurezza i resti degli<br />
altri membri <strong>del</strong>l’e<strong>qui</strong>paggio indusse le autorità locali e i<br />
funzionari <strong>del</strong> consolato italiano a una sepoltura anonima<br />
nel cimitero italiano di Bengasi e successivamente la traslazione<br />
nel Sacrario dei Caduti d’Oltremare di Bari.<br />
Nel 150° anniversario <strong>del</strong>l’unità d’Italia è doveroso un<br />
ricordo di atti di valore sfortunati, compiuti da chi ha<br />
sacrificato la vita per scriverne le pagine più belle.<br />
Giuseppe Vuxani<br />
(Presidente <strong>del</strong>la Federazione di Trieste)<br />
27
LA GUERRA DI LIBERAZIONE<br />
Ricordi dopo 65 anni dalla fine <strong>del</strong> 2° conflitto Mondiale<br />
Chi vi scrive, data la sua avanzata terza età, ha vissuto<br />
per intero il 2° conflitto mondiale, in divisa grigio-verde,<br />
non come spettatore, sia nella prima<br />
alle autorità<br />
anglo-americane<br />
la<br />
parte che nella seconda parte, per cui ciò che vi dirà non volontà di<br />
è frutto di racconti, letture o immaginazioni, ma è la rie- riscatto degli<br />
vocazione di una realtà veramente vissuta.<br />
italiani, che<br />
In Italia dall'ottobre 1922 il Governo era fascista. Nel volevano<br />
1939 era scoppiato il secondo Conflitto Mondiale tra la partecipare<br />
Germania contro la Russia e le potenze Occidentali attivamente,<br />
(Francia ed Inghilterra). L' Italia il 10 giugno 1940 entrò in con il loro<br />
guerra al fianco <strong>del</strong>la Germania, anch'essa con un valido con-<br />
Governo totalitario: "il Nazismo".<br />
tributo, alla<br />
Dopo 39 mesi di guerra, in cui gli italiani furono impe- liberazione<br />
gnati sui vari fronti <strong>del</strong>la Francia, <strong>del</strong>l'Africa, <strong>del</strong>la Grecia, <strong>del</strong> suolo<br />
degli Stati Balcanici e <strong>del</strong>la Russia, con alterne fortune, patrio, anche<br />
scrivendo ovunque pagine di storia e di gloria, il Gran se già dalla<br />
Consiglio <strong>del</strong> Fascismo, considerando che le vicende bel- sera <strong>del</strong>l'8<br />
liche non ci erano più favorevoli (gli anglo-americani settembre<br />
erano sbarcati in Sicilia), votò la sfiducia a Benito essi avevano<br />
Mussolini causando la caduta <strong>del</strong> Fascismo. Il Re Vittorio dato prova<br />
Emanuele III affidò l'incarico di Capo <strong>del</strong> Governo al di questa<br />
Maresciallo d'Italia Pietro Badoglio che confermò la con- volontà.<br />
tinuazione <strong>del</strong>la guerra al fianco dei tedeschi, mentre in Infatti dob-<br />
segreto trattava la resa.<br />
biamoricor- L'annuncio <strong>del</strong>l'armistizio, o meglio <strong>del</strong>la resa incondidare la difesa<br />
zionata, dato nel tardo pomeriggio <strong>del</strong>l’8 settembre 1943, di Roma da<br />
inaspettato ed improvviso, creò un gran disorientamento<br />
in tutti gli italiani, in particolare in coloro che vestivano<br />
una divisa militare. II Re, con Badoglio ed il Governo,<br />
abbandonata Roma, si era trasferito a Brindisi.<br />
Gli italiani si trovarono allo sbando totale. Ognuno,<br />
autonomamente scelse la via che ritenne in quel momento<br />
più giusta per se. L'improvvisazione l'incertezza e l'assoluta<br />
mancanza di ordini, crearono situazioni allucinanti,<br />
sulle quali le truppe naziste, con la forza, la prepotenza e<br />
l'atrocità di cui erano dotati, ebbero il sopravvento.<br />
Ricordo in particolare l’eccidio di<br />
Cefalonia dei militari <strong>del</strong>la Divisione<br />
“Ac<strong>qui</strong>” che non volle arrendersi, la<br />
deportazione in carri merci piombati<br />
di oltre 600.000 militari italiani<br />
condotti nei famigerati Lager tede-<br />
parte dei<br />
schi di Dachau, Mathausen,<br />
Auschwitz, etc.<br />
Al Centro ed al Nord Italia<br />
sotto occupazione tedesca, molti<br />
militari italiani, per sfuggire alle atrocità,<br />
alle angherie ed alla cattura dei<br />
nazisti che imperavano, trovarono<br />
rifugio sulle montagne, riunendosi<br />
ed organizzandosi in gruppi e poi in<br />
formazioni partigiane che tentarono,<br />
con le loro azioni, di accelerare<br />
l'allontanamento dei nazisti dal<br />
suolo italiano, opponendosi alla<br />
feroce reazione ed ai tanti eccidi:<br />
ricordo in particolare quello <strong>del</strong>le<br />
Fosse Ardeatine a Roma nel marzo<br />
1944 a seguito <strong>del</strong>l'attentato di Via<br />
Rasella.<br />
Le Autorità Italiane iniziarono<br />
l'opera di ricostituzione dei reparti<br />
militari in Puglia, facendo intendere Il Maresciallo Pietro Badoglio<br />
Vittorio Emanuele III°<br />
Granatieri di Sardegna nei giorni dall'8 al 12 settembre<br />
1943, a Porta San Paolo.<br />
Con l’avvicinarsi <strong>del</strong>l'inverno, divenne urgente tagliare<br />
la linea di divisione dei due tronconi, dal Tirreno<br />
all'Adriatico, che passava per Cassino, per la base di<br />
Monte Marrone, e raggiungeva l'Adriatico a Sud di<br />
Ortona a Mare. Gli anglo-americani, diffidenti, avrebbero<br />
gradito una partecipazione italiana solo nelle retrovie e<br />
nei servizi, ma tra tanta diffidenza ed immani difficoltà, fu<br />
costituito il 1° Ragguppamento<br />
Motorizzato che venne impiegato<br />
I'8 dicembre 1943 nella Battaglia di<br />
Montelungo.<br />
Fu un'azione sfortunata, perché<br />
nonostante il valore <strong>del</strong> soldato italiano<br />
ed il notevole contributo di<br />
sangue e di vite umane (tra cui molti<br />
giovani allievi ufficiali dei bersaglieri),<br />
non ci fu il coronamento con un<br />
chiaro successo.<br />
Ciò naturalmente non favorì il<br />
proseguimento. II Generale Dapino<br />
lasciò il Comando <strong>del</strong> 1°<br />
Raggruppamento Motorizzato al<br />
generale Utili, che dovette impegnarsi<br />
fino all'inverosimile per ottenere<br />
ancora la possibilità di dimostrare<br />
quanta volontà, capacità e spirito<br />
di sacrificio albergava negli<br />
animi degli italiani per contribuire<br />
alla liberazione <strong>del</strong> proprio Paese.<br />
Intanto in Puglia si era costituita<br />
una piccola unità di Alpini denominata<br />
"Reparto Esplorante Alpino",<br />
poi ampliata e denominata<br />
Battaglione Alpini " Piemonte", così<br />
28 IL NASTRO AZZURRO
Cefalonia: Monumento<br />
ai martiri <strong>del</strong>la<br />
Divisione Ac<strong>qui</strong><br />
denominato perché il Comandante, Maggiore Alberto<br />
Briatore, era piemontese e la maggior parte degli alpini<br />
proveniva dalla Divisione Taurinense, costituita per la<br />
maggior parte da piemontesi.<br />
Trascorsero alcuni mesi prima che gli anglo-americani<br />
consentissero agli italiani una nuova possibilità. L'azione<br />
assegnata fu l'occupazione di Monte Marrone (mt. 1.800),<br />
che incombeva con le sue pareti calcaree, verticali ed<br />
impervie, ritenute inaccessibili dal lato sud sia dai tedeschi<br />
che dagli anglo-americani, sulla grande unica via di collegamento<br />
tra la 5^ armata USA, dislocata sul fronte<br />
Tirrenico, e I' 8^ Britannica dislocata sul fronte Adriatico.<br />
Era un importante osservatorio di tutta la valle <strong>del</strong><br />
Volturno. Più volte gli anglo-americani avevano tentato<br />
l'occupazione con manovre sui fianchi, ma sempre inutilmente,<br />
perché erano stati respinti.<br />
L'azione, ben preparata, fu affidata agli alpini <strong>del</strong><br />
Battaglione "Piemonte", <strong>qui</strong> portati dalla Puglia e fu eseguita<br />
frontalmente in modo perfetto la notte <strong>del</strong> 31<br />
marzo 1944, raggiungendo la vetta attraverso gli impervi<br />
canaloni, inghiaiati ed innevati, e le pareti rocciose. Vi parteciparono<br />
le tre compagnie <strong>del</strong> Battaglione, ognuna con<br />
il plotone esploratori ed un plotone fucilieri rinforzato.<br />
La 1^ compagnia attaccò la parte centrale, la 2^ a sinistra<br />
e la 3^ a destra, il plotone fucilieri <strong>del</strong>la 3^ compagnia<br />
lo comandava chi vi sta narrando la vicenda. Non vi fu<br />
spargimento di sangue in quanto in quel momento la vetta<br />
non era presidiata. Notevole fu anche il contributo per la<br />
riuscita <strong>del</strong>l'operazione dato dagli Arditi <strong>del</strong> Colonnello<br />
Boschetti e dai Bersaglieri <strong>del</strong> Colonnello Fucci.<br />
Siccome Monte Marrone dal versante Sud di<br />
Castelnuovo era ritenuto inaccessibile, i tedeschi, che stazionavano<br />
su Monte Mare e su Colle <strong>del</strong>l'Altare, non si<br />
avvidero <strong>del</strong>l'occupazione. Il giorno successivo una pattuglia<br />
di sciatori, come loro consuetudine, ignara di quanto<br />
IL NASTRO AZZURRO<br />
era avvenuto, si diresse con tran<strong>qui</strong>llità da Monte Mare su<br />
Monte Marrone, per controllare la vallata, ma trovò gli<br />
alpini che l'attendevano e la annientarono.<br />
Gran risalto fu dato dagli alleati all'operazione, che era<br />
ritenuta quasi impossibile ed il loro stupore divenne<br />
ammirazione la notte di Pasqua <strong>del</strong> 1944, quando i tedeschi,<br />
non accettando lo smacco subito, per aver perso il<br />
controllo di un punto strategico, che non giustificava più<br />
la loro presenza su Monte Mare e Colle <strong>del</strong>l'Altare, decisero<br />
di contrattaccare con truppe preponderanti, specializzate<br />
nella guerra in montagna, per ricon<strong>qui</strong>stare la<br />
vetta. L'attacco fu sferrato la notte di Pasqua (10 aprile)<br />
sulle posizioni <strong>del</strong>la<br />
1^ Compagnia. La<br />
situazione per noi<br />
divenne disperata: il<br />
combattimento fu<br />
aspro e cruento. I<br />
tedeschi avevano<br />
raggiunte le nostre<br />
postazioni, ma l'ordine<br />
di far intervenire<br />
gli uomini <strong>del</strong>la<br />
3^ compagnia, che<br />
operava sul lato<br />
destro, fu determinante.<br />
L'attacco fu<br />
respinto, i tedeschi<br />
ripiegarono lasciando<br />
sul terreno<br />
uomini ed armi.<br />
Il generale Utili,<br />
in un Ordine <strong>del</strong><br />
Giorno che stigma-<br />
Il Principe Umberto II<br />
29
Il borgo borgo medievale medievale di<br />
Mignano Mignano Montelungo<br />
Montelungo<br />
tizzava l'operazione, disse: "Ragazzi in piedi perché questa<br />
è l'aurora di un giorno migliore".<br />
Gli anglo-americani, dopo tali prove, ebbero la certezza<br />
<strong>del</strong>la solidità e <strong>del</strong>la validità <strong>del</strong>la collaborazione operativa<br />
attiva, per cui accordarono fiducia e consentirono<br />
l’aumento <strong>del</strong> contingente operativo italiano. Il 1°<br />
Raggruppamento Motorizzato, l’8 aprile, fu trasformato in<br />
C.I.L. (Corpo Italiano di Liberazione), con l'inserimento<br />
dei paracadutisti <strong>del</strong>la "Nembo" e dei due battaglioni di<br />
marinai di terra: il "Bafile" ed il "Grado". Così la partecipazione<br />
italiana non fu più episodica ma costante e a largo<br />
respiro.<br />
A fine maggio <strong>del</strong> 1944, dopo un'azione vittoriosa che,<br />
partita da Monte Marrone e Colle <strong>del</strong>l'Altare, passando<br />
per Monte Mare e Balzo <strong>del</strong>la Cicogna, raggiunse la<br />
Madonna <strong>del</strong> Canneto e attraverso la Valle <strong>del</strong> Canneto,<br />
sotto Monte Petroso, portava ad Opi che, con la caduta<br />
di Cassino, apriva la strada per raggiungere Roma che<br />
doveva essere liberata dagli anglo-americani, il CIL venne<br />
trasferito sul settore Adriatico alle dipendenze <strong>del</strong>l’8^<br />
Armata britannica.<br />
Al C.I.L. fu assegnato un ampio settore per proseguire<br />
l'avanzata da Ortona a Mare fino alla linea Gotica,<br />
attraverso Orsogna, Guardiagrele, Chieti, l'A<strong>qui</strong>la, Ascoli<br />
Piceno, Filottrano, Cingoli, Jesi, Pesaro, Urbino. Furono<br />
incontrate notevoli resistenze sul fiume Musone, a<br />
Filottrano e sul fiume Esino, tutte tendenti a ritardare la<br />
caduta di Ancona. II 20 Luglio 1944 il Battaglione Alpini<br />
Piemonte entrò in Jesi.<br />
Con la sosta invernale, raggiunta la linea Gotica, le<br />
truppe italiane furono ritirate dal fronte, ricostituite e trasformate<br />
in Gruppi da Combattimento, con ulteriori<br />
aumenti dei contingenti operativi, attrezzate<br />
con vestiario ed armamento alleato ed impiegate<br />
di nuovo nella primavera <strong>del</strong> 1945 sul<br />
fronte dalla Linea Gotica fino alla completa<br />
liberazione <strong>del</strong>l'Italia.<br />
Altre pagine di storia e di gloria furono<br />
scritte nell'avanzata da Ortona a Mare al<br />
Nord, con altro sangue versato ed altri<br />
Caduti, tra i quali voglio ricordare il figlio <strong>del</strong>l'allora<br />
Ministro <strong>del</strong>la Guerra Alessandro<br />
Casati, il Sottotenente dei Granatieri Alfonso<br />
Casati, in forza al Battaglione "Bafile", Caduto<br />
il 9 agosto 1944 a Corinaldo (AN).<br />
Nonostante i rovesci, le amarezze, gli avvenimenti<br />
poco chiari, le perplessità e le difficoltà,<br />
il ricordo dei tanti Caduti lasciati sui<br />
campi di battaglia <strong>del</strong>la Francia, <strong>del</strong>la Grecia,<br />
<strong>del</strong>l'Africa, dei Balcani e <strong>del</strong>la steppa Russa, un<br />
30 IL NASTRO AZZURRO
sentimento era rimasto integro in noi, ci univa e ci affratellava:<br />
"l'amore per la nostra Patria, l'amore per il nostro<br />
Tricolore".<br />
Il contributo dato dalle Forze Armate Regolari<br />
(Esercito, Marina e Aeronautica), unitamente a quello<br />
<strong>del</strong>le formazioni partigiane, operanti nell'Italia occupata<br />
dalla truppe germaniche, ha avuto un notevole peso nella<br />
valutazione a fine guerra: la nostra Patria aveva finalmente<br />
ricon<strong>qui</strong>stato il suo prestigio di fronte agli anglo-americani<br />
ed al mondo intero.<br />
Non a caso il periodo storico <strong>del</strong>la Resistenza (settembre<br />
1943 - aprile 1945) sulla quale è stata fondata fa<br />
nostra Repubblica libera e democratica, è stato definito il<br />
Secondo Risorgimento Italiano.<br />
In realtà, l'Italia è stata liberata dalle Forze anglo-americane,<br />
nelle quali, dopo l'8 settembre 1943 si sono inserite<br />
le Forze Armate Italiane, con oltre 530.000 uomini.<br />
Ad essi hanno aggiunto il proprio contributo i 600.000<br />
prigionieri nei lager nazisti, mentre nelle zone <strong>del</strong> Centro-<br />
Nord le formazioni partigiane, calcolate in circa 80.000<br />
uomini, hanno contribuito notevolmente, con la loro attività,<br />
ad allentare la presa <strong>del</strong>le truppe naziste. Non dobbiamo<br />
dimenticare che per la Resistenza sono caduti<br />
86.000 giovani italiani.<br />
Oggi possiamo, con grande soddisfazione, constatare<br />
che tutti i sacrifìci, le privazioni, il sangue versato e le vite<br />
umane dei nostri giovani donate sui campi di battaglia,<br />
hanno avuto il loro premio, perché la nostra bella Italia è<br />
indivisibile, indipendente, democratica e ben inserita nel<br />
complesso Europeo.<br />
Mi piace ricordare alcune attestazioni fatte a fine conflitto:<br />
1) Messaggio di Umberto di Savoia ai combattenti<br />
<strong>del</strong>la guerra di Liberazione: "Allorché tutto sembrava perduto.<br />
Voi mostraste cosa possono l'amore per la Patria e la fede<br />
nel suo avvenire. E con il vostro eroismo avete arricchito l'epopea<br />
italica di nuove gesta.”<br />
2) Messaggio <strong>del</strong> generale USA Mae Grey: "Tutti i volon-<br />
IL NASTRO AZZURRO<br />
tari hanno svolto i compiti loro affidati con coraggio ed abnegazione,<br />
si sono battuti sulle montagne <strong>del</strong>l'Abruzzo e nel settore<br />
Adriatico, ed hanno saputo dimostrare quali siano gli ideali<br />
e la tempra degli italiani."<br />
3) Dalla lettera <strong>del</strong> generale W. Mare Giare: "Tengo a<br />
farvi sapere che noi americani siamo sempre riconoscenti per<br />
la parte che le truppe ed i partigiani italiani hanno avuto nel<br />
conseguimento <strong>del</strong>la vittoria finale alleata in Italia."<br />
4) Dal generale Alexander, comandante in capo <strong>del</strong>le<br />
Armate alleate in Italia: "Durante tutto lo scorso inverno<br />
avete combattuto valorosamente e ucciso molti tedeschi. Forse<br />
siete <strong>del</strong>usi perché non abbiamo avanzato più rapidamente,<br />
ma io, e coloro che sanno, ci rendiamo conto di come stupendamente<br />
voi avete combattuto, contro ostacoli quasi insuperabili<br />
in una guerra su montagne rocciose e scoscese, coperte di<br />
neve, ed in vallate interrotte da fiumi e dal fango, contro un<br />
nemico agguerrito. Vi siete guadagnati l'ammirazione <strong>del</strong><br />
mondo e la gratitudine dei nostri alleati russi."<br />
Siccome un popolo rileva la propria identità nel<br />
mondo dal modo in cui si insegna la storia ai propri giovani,<br />
noi raccomandiamo ad essi ed alle future generazioni<br />
di non dimenticare mai gli eroismi, i sacrifìci fatti, la<br />
dedizione e l'amore dimostrato dai loro predecessori<br />
verso la nostra Patria e li invitiamo a seguire il loro esempio,<br />
operando con profitto e con amore per il suo benessere<br />
ed essere sempre più orgogliosi di essere Italiani.<br />
Ten. Col. Comm. Giovanni Corvino<br />
(Presidente <strong>del</strong>la Federazione di Foggia)<br />
Giovanni Corvino, con il grado di sottotenente degli<br />
Alpini, ha partecipato alla campagna di Russia con la<br />
Divisione "Julia" Brig. "Val Cismon". È stato ferito in combattimento<br />
e Decorato di Medaglia di Bronzo al V.M.<br />
Dopo l’8 settembre , dal Nord è sceso al Sud e con il Btg.<br />
Alpini "Piemonte" ha partecipato alla Guerra di<br />
Liberazione ed è stato Decorato di altra Medaglia di<br />
Bronzo al V.M.<br />
31
Dal diario di un reduce d’Africa: “Sapevo che compito mio era: combattere, obbedire e forse morire.” Africa Settentrionale 1941:<br />
l’Esercito Italiano, sfondate le linee britanniche, penetra in Egitto. Questo attacco vittorioso suscita la reazione degli inglesi<br />
che sferrano una potente controffensiva che li porta alla con<strong>qui</strong>sta di tutta la Cirenaica. Le nostre unità si raggruppano nel<br />
deserto <strong>del</strong>la Sirte, contrastando tenacemente l’avanzata nemica. Tra le tante battaglie sostenute in quella circostanza spicca la difesa<br />
<strong>del</strong> Forte di Giarabub, strenuamente difeso per 110 giorni dalle soverchianti forze nemiche, al canto di “Qui nessuno ritorna indietro,<br />
non si cede neppure un metro, se la morte non passerà”.<br />
Sono ormai fatti lontani, sconosciuti ai più, in particolare alle nuove generazioni che nulla conoscono <strong>del</strong> valore, <strong>del</strong>l’ardimento,<br />
<strong>del</strong>lo spirito, che animava i giovani di allora. Esempi ai quali i giovani di oggi dovrebbero ispirarsi per avere un punto di riferimento,<br />
una fonte di virtù, di ideali ai quali attingere e ritrovare l’amor di Patria, l’orgoglio di essere italiani! Rivivono in questi ricordi coloro<br />
che, compiendo il proprio dovere di soldati, scrissero, con il loro eroismo e con il loro sangue, pagine di storia che si è trasformata<br />
in leggenda!<br />
Uomini disposti a tutto, che eroicamente difesero le posizioni con sprezzo <strong>del</strong> pericolo, con onore, dimostrando al mondo intero<br />
il valore <strong>del</strong> soldato italiano. È segno non di nobiltà d’animo ma di riprovevole ingratitudine, disconoscere e dimenticare oggi il<br />
loro sacrificio. Sacrificio sublime <strong>del</strong>la vita offerta alla Patria da soldati che compirono in umiltà il loro dovere di italiani, al di fuori e<br />
al di sopra di ogni ideologia politica.<br />
Io da soldato, ricordo le vicende di quei soldati coraggiosi, che non volevano cedere. Le dune, il deserto, il sangue. Tale fu il loro<br />
eroismo da ispirare una canzone che ancora oggi cantiamo con rispetto e che ricorda l’onore, il senso <strong>del</strong> dovere, l’abnegazione dei<br />
nostri soldati in terra d’Africa. A più di mezzo secolo, dedico a quegli eroi, al loro comandante Castagna, a tutti i caduti sotto il cielo<br />
africano, questa dolce struggente melodia, che ricorda e si snoda come una preghiera. In ginocchio pellegrino, son le voci di Giarabub,<br />
segniamoci con la croce e sull’attenti e ascoltiamo in silenzio il sussurro degli eroi.<br />
Roberto Stocchi<br />
Questo è un altro dei numerosi articoli che il tenente alpino R.O. Roberto Stocchi ha inviato in redazione e che ancora doveva essere pubblicato<br />
quando l’autore ha lasciato questa terra. Lo pubblichiamo postumo, come faremo ancora per gli altri pezzi da lui inviati. Rimaniamo vicini<br />
alla famiglia di Roberto nel ricordo <strong>del</strong> loro caro.<br />
LA CANZONE DI GIARABUB<br />
Inchiodata sul palmeto<br />
veglia immobile la luna.<br />
A cavallo <strong>del</strong>la duna sta l’antico minareto.<br />
S<strong>qui</strong>lli, macchine, bandiere, scoppi, sangue<br />
dimmi tu che succede cammelliere?<br />
È la saga di Giarabub!<br />
Ritornello:<br />
Colonnello non voglio pane;<br />
dammi piombo pel mio moschetto<br />
c’è la terra <strong>del</strong> mio sacchetto<br />
che per oggi mi basterà<br />
Colonnello, non voglio acqua;<br />
dammi il fuoco distruggitore;<br />
con il sangue di questo cuore<br />
la mia sete si spegnerà<br />
Colonnello, non voglio il cambio<br />
GIARABUB: UN’EPOPEA!<br />
<strong>qui</strong> nessuno ritorna indietro<br />
non si cede neppure un metro<br />
se la morte non passerà.<br />
Spunta già l’erba novella<br />
dove il sangue scese a rivi.<br />
Quei fantasmi in sentinella<br />
sono morti o sono vivi?<br />
E chi parla a noi vicino?<br />
Cammelliere non sei tu?<br />
In ginocchio pellegrino<br />
son le voci di Giarabub<br />
Colonnello non voglio encomi<br />
sono morto per la mia terra<br />
ma la fine <strong>del</strong>l’Inghilterra<br />
incomincia da Giarabub!<br />
LA RESISTENZA DI GIARABUB<br />
N.B. Da uno scritto con ricerca storica <strong>del</strong>la Signora Mirella<br />
Bordin.<br />
Nel corso <strong>del</strong>la prima controffensiva inglese in Libia, nell’inverno 1940-41, Giarabub veniva circondata dagli avversari. Il presidio<br />
<strong>del</strong>l’oasi, al comando <strong>del</strong> Tenente Colonnello Castagna, era costituito da soldati italiani e da ascari eritrei, per un totale iniziale<br />
di circa 1.300 uomini che, ancora dopo oltre tre mesi, rifiutavano di arrendersi. Quasi in coincidenza con l’inizio <strong>del</strong>la nuova<br />
offensiva italo-tedesca, il 17 marzo 1941 il generale Rommel faceva pervenire ai difensori un messaggio così formulato: “Invio i<br />
sensi <strong>del</strong>la mia stima ed ammirazione agli eroici difensori <strong>del</strong>l’oasi di Giarabub.<br />
Continuate a lottare strenuamente, fra pochissime settimane saremo da voi”. Per quanto<br />
rapida, l’avanzata italo-tedesca non avrebbe comunque raggiunto in tempo l’oasi:<br />
l’ultimo attacco alle difese estreme sarebbe stato sferrato dagli inglesi il 20<br />
marzo, le posizioni italiane sarebbero state praticamente distrutte e occupate il 21<br />
marzo. Il tenente colonnello Castagna veniva gravemente ferito e ricoverato in un<br />
ospedale da campo britannico; divenuto in Italia a sua insaputa una figura leggendaria,<br />
Decorato al Valore, avrebbe trascorso in India gli anni <strong>del</strong>la prigionia. Dopo<br />
oltre sei decenni, i resti <strong>del</strong>le modeste fortificazioni italiane e <strong>del</strong>le abitazioni in<br />
rovina <strong>del</strong>l’antica Giarabub sono abbandonati, una nuova cittadina è sorta accanto<br />
all’oasi. Verso nord, parallelamente al confine, rimane in buono stato il reticolato<br />
che dalla costa raggiungeva Giarabub, esteso per bloccare nei primi anni ’30 i<br />
rifornimenti ai ribelli Senussiti. Sull’intonaco di un muro residuo <strong>del</strong>la casermetta<br />
dei Reali Carabinieri, fra i segni innumerevoli lasciati dai proiettili, si legge ancora<br />
la scritta: “Nei secoli fe<strong>del</strong>e”.<br />
32 IL NASTRO AZZURRO
UN’INTERESSANTE ESERCITAZIONE IN PIENA GUERRA<br />
Ècertamente sconosciuto a molti quanto è avvenuto,<br />
non ricordo bene se alla fine <strong>del</strong>l'anno 1942 oppure<br />
all'inizio <strong>del</strong> 1943, nell'italianissima Istria, purtroppo<br />
ora sotto la sovranità croata. Proveniente dall'Aeroporto<br />
di Augusta (Sicilia), il 18 aprile 1942 ero stato assegnato<br />
alla 149^ Squadriglia Ricognizione Marittima, dislocata<br />
presso l'idroscalo di Puntisella (Pola), poco lontana<br />
dall'Aeroporto terrestre di Alture.<br />
La zona, vicina al confine, pullulava di gruppi partigiani<br />
slavi, meglio conosciuti come "titini", dal nome <strong>del</strong> loro<br />
comandante, il Maresciallo Tito, i quali, sistematicamente,<br />
effettuavano sabotaggi ad installazioni militari italiane; per<br />
questi motivi il Comando Aeroporto aveva organizzato<br />
una difesa militare affidata a tutto il personale <strong>del</strong>la Base<br />
Aerea. Tale servizio era denominato "anticampo".<br />
L'intervento avveniva su "Allarme", ogni plotone doveva<br />
raggiungere una determinata località e doveva presidiarla.<br />
Lo scopo era di prevenire sabotaggi alle installazioni ed ai<br />
velivoli ancorati alla fonda. Io, ero stato incaricato <strong>del</strong><br />
comando di uno di questi plotoni.<br />
Periodicamente, per l'addestramento <strong>del</strong> personale<br />
partecipante, venivano effettuati falsi allarmi che, dopo<br />
poco tempo, venivano annullati. In quel periodo si stavano<br />
addestrando nella zona gruppi di Arditi sabotatori italiani<br />
che si sarebbero dovuti paracadutare in località<br />
nazionali occupate dal nemico. Per sondare la loro preparazione<br />
è stato ideato di impiegarli per attaccare le<br />
nostre installazioni Aeroportuali. Con questo intervento<br />
avrebbero collaudato le nostre difese e la loro preparazione.<br />
La prima operazione sarebbe stata effettuata contro<br />
l'Aeroporto terrestre di Alture.<br />
Il Comandante degli Arditi aveva fatto riunire il personale<br />
militare di tale Aeroporto per spiegare i criteri che<br />
sarebbero stati usati per il sabotaggio.<br />
In realtà quanto è avvenuto ha stupito tutti. Un numero<br />
imprecisato di arditi ha bloccato, sulla statale, fra la<br />
città di Pola e Alture, l'autobus che riportava in campo gli<br />
IL NASTRO AZZURRO<br />
ufficiali e sottufficiali che si erano recati in permesso serale<br />
in città: solo l'autista era armato. Fermare l'autobus,<br />
disarmare l'autista, intimare agli occupanti di scendere a<br />
terra, lasciando il cappotto ed il berretto sul sedile, è<br />
stato un gioco da bambini. Il resto è facilmente intuibile;<br />
gli arditi, dopo avere indossato gli indumenti trovati sui<br />
sedili, si sono seduti nei posti lasciati liberi, ordinando<br />
all'autista di proseguire verso l'Aeroporto, mentre coloro<br />
che erano scesi a terra venivano inquadrati e scortati<br />
verso il campo.<br />
All'ingresso, il militare addetto al controllo, ignaro di<br />
quanto era avvenuto, lasciava entrare l'automezzo senza<br />
sospetto. Non appena superato il cancello d'ingresso, fu<br />
facile catturare l'Ufficiale di picchetto e tutto il personale<br />
di servizio <strong>del</strong> corpo di guardia. Mentre il capitano degli<br />
arditi si recava nell'alloggio <strong>del</strong> Comandante <strong>del</strong>la Base<br />
per comunicargli il felice esito <strong>del</strong>la sua missione, gli altri<br />
arditi, sparsi dovunque, sanzionavano l'operazione di<br />
sabotaggio.<br />
Dopo qualche tempo è stato effettuato l'attacco su<br />
"Puntisella" ma questa volta i sabotatori non sono riusciti<br />
a penetrare in Aeroporto. La sentinella, a guardia di un<br />
settore <strong>del</strong> recinto aeroportuale, si accorgeva <strong>del</strong> tentativo<br />
di apertura di un varco nella rete e dava il segnale di<br />
all'erta. Le squadre anticampo, accorse rapidamente, catturavano<br />
tutti gli incursori, compresi coloro che stavano<br />
raggiungendo in barca i velivoli alla fonda. L'azione di<br />
sabotaggio era fallita!<br />
È evidente che in una finta guerra non si può fare uso<br />
<strong>del</strong>le armi. La cattura <strong>del</strong> sabotatore viene determinata<br />
dalla semplice sua scoperta.<br />
Finisce così il mio racconto di un evento interessante<br />
per il periodo nel quale si è svolto e che rasenta quasi l'incredibile.<br />
Antonio Di Girolamo<br />
(Presidente <strong>del</strong>la Federazione di Cagliari)<br />
Il Cant Z. 501 “Gabbiano”<br />
33
NOTIZIE IN AZZURRO - NOTIZIE IN AZZURRO<br />
215° ANNIVERSARIO DEL TRICOLORE REGGIO<br />
EMILIA<br />
Il Presidente <strong>del</strong> Consiglio, sen. Mario Monti, ha presenziato il 7 gennaio<br />
2012 alla celebrazione <strong>del</strong> 215° Anniversario <strong>del</strong> Tricolore svoltasi a Reggio<br />
Emilia. Alla cerimonia ha partecipato il 7° Reggimento Aviazione<br />
<strong>del</strong>l'Esercito "Vega" di Rimini con il proprio stendardo, una compagnia di formazione<br />
interforze e il plotone in rappresentanza <strong>del</strong>l'Esercito Italiano.<br />
Nella foto, vengono resi gli Onori al Presidente Monti prima <strong>del</strong> passaggio<br />
in ressegna allo schieramento.<br />
Vengono resi gli Onori al<br />
Presidente <strong>del</strong> Consiglio<br />
L'ULTIMO PAESE NEL MONDO AD ESSERE COSTI-<br />
TUITO RENDE IL BANDO DELLE MINE DI TERRA IL SUO PRIMO IMPEGNO INTER-<br />
NAZIONALE<br />
Ginevra, 11 novembre - La Repubblica <strong>del</strong> Sud Sudan è diventato il 158° Stato Parte <strong>del</strong> Trattato di Ottawa (messa al bando<br />
<strong>del</strong>le mine antiuomo), solo cinque mesi dopo la dichiarazione <strong>del</strong>l'indipendenza. Nel depositare il documento di accesso<br />
presso le Nazioni Unite a New York, il Sud Sudan ha fatto di questo trattato il suo primo accordo internazionale vincolante<br />
da quando è diventato una nazione indipendente nel luglio 2011. Alla fine <strong>del</strong> 2010, nel Sud Sudan sono state registrate<br />
almeno 4.283 vittime di mine e residuati bellici esplosivi, ma il numero reale potrebbe essere molto più alto a causa<br />
<strong>del</strong>la mancata denuncia di molti casi. In quanto Stato parte <strong>del</strong> Trattato di Ottawa, il Sud Sudan deve distruggere tutte le<br />
sue scorte, sminare la terra contaminata e fornire assistenza ai sopravvissuti e alle comunità colpite da questa arma indiscriminata.<br />
GREEN BUILDING ECONOMY - 1° RAPPORTO DI KYOTO CLUB - 16 DICEMBRE,<br />
MILANO<br />
L'economia <strong>del</strong>l'efficienza energetica e le energie rinnovabili appaiono come i settori su cui iniziare a ricostruire una prospettiva<br />
di innovazione e sviluppo per l’economia italiana, è quanto sembra essere evidenziato dal Primo rapporto di Kyoto<br />
Club sulla green economy nei settori <strong>del</strong>l'edilizia e <strong>del</strong>l'energia avvenuto il 16 dicembre a Milano presso Assimpredil ANCE.<br />
Con il solo incentivo <strong>del</strong> recupero sull’IRPEF <strong>del</strong> "55%" di quanto speso, gli interventi di efficientamento sugli edifici esistenti<br />
hanno sviluppato un consistente volume di affari, creando nuovi posti di lavoro "green". Nel frattempo, il nostro<br />
Paese è diventato uno dei principali mercati mondiali per le tecnologie di produzione energetica da fonti rinnovabili.<br />
Una realtà composita ma di grande interesse, che per la prima volta viene ritratta in numeri e parole nel rapporto messo<br />
a punto dal “Gruppo di lavoro sull'efficienza energetica di Kyoto Club”. L'andamento <strong>del</strong> mercato e <strong>del</strong>la produzione, i<br />
trend di sviluppo, le criticità normative e tecniche sono gli aspetti che emergono in questo inedito check-up <strong>del</strong> principale<br />
settore <strong>del</strong>la green economy italiana. L'immagine che ne emerge va decisamente in controtendenza rispetto a quella più<br />
accreditata di un Paese fermo se non prossimo alla recessione.<br />
70° ANNIVERSARIO DELL’IMPRESA DI LUIGI DURAND DE LA PENNE<br />
Il 19 dicembre u.s. è ricorso il 70° anniversario <strong>del</strong>l’impresa svoltasi nella notte <strong>del</strong> 19 dicembre 1941, quando il tenente<br />
di vascello Luigi Durand de La Penne comandava i tre mezzi d' assalto <strong>del</strong>la decima flottiglia Mas che forzarono la rada di<br />
Alessandria, affondandovi le corazzate britanniche Valiant e Queen Elizabeth (31.000 tonnellate) e la petroliera Sagona, e<br />
danneggiando il cacciatorpediniere Jervis.<br />
CON BLU ORIGIN TURISMO SPAZIALE A COSTO ACCETTABILE<br />
Il progetto Blue Origin sembra essere la promessa per il turismo spaziale a basso costo: decollo ed atterraggio verticale,<br />
tre minuti di assenza di peso ad un'altezza di oltre 100 km dalla superficie terrestre,<br />
ed una sponsorizzazione NASA che apre molte porte.<br />
Il mezzo in questione si chiama New Shepard, finanziato in parte dalla NASA<br />
(3,7 milioni di dollari) e in parte anche da Jeff Bezos, fondatore di<br />
Amazon.com. L'intento <strong>del</strong>la NASA, già confermato, è quello di utilizzare voli<br />
commerciali per lo spazio per portare in orbita i propri astronauti, soprattutto<br />
dopo che l’accordo con i russi per l’utilizzo <strong>del</strong>la navetta Soyuz per raggiungere<br />
la Stazione Internazionale è in scadenza e si prevede che i prezzi poi<br />
aumenteranno, la NASA vuole assolutamente un'alternativa futura sulla quale<br />
contare.<br />
Il New Shepard consisterà in una capsula pressurizzata montata su un modulo<br />
propulsivo in grado di trasportare astronauti ed attrezzature scientifiche ad<br />
una quota di 120 km. Dopo due minuti e mezzo di accelerazione, il velivolo<br />
seguirà una traiettoria quasi verticale, per poi rientrare nella stessa maniera<br />
attraverso i razzi propulsivi, utilizzati per frenarne il rientro nell'atmosfera e<br />
l'atterraggio al suolo. E, in caso di anomalie, la capsula <strong>del</strong>l'e<strong>qui</strong>paggio si può<br />
separare dal modulo propulsivo, rientrando individualmente frenata da un<br />
paracadute e rimanendo utilizzabile in futuro.<br />
34 IL NASTRO AZZURRO
Come Presidente <strong>del</strong>la Federazione Provinciale di<br />
Bergamo <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> fra<br />
Combattenti Decorati al Valor Militare voglio<br />
ricordare la figura di Arbace Mazzoleni, nostro presidente<br />
Onorario, che per molti anni è stato socio e Presidente<br />
<strong>del</strong>la Federazione di Bergamo.<br />
Da Lui mi fu richiesta la disponibilità a candidarmi<br />
come Suo successore alla Presidenza <strong>del</strong>la Federazione.<br />
Accettai. Fui eletto ma volli che Egli accettasse la carica di<br />
Presidente Onorario oltre che di Consigliere.<br />
Arbace Mazzoleni, classe 1916. Ten. Col. dei<br />
Carabinieri (nel Ruolo d’Onore), combattè sul fronte<br />
<strong>del</strong>l’Africa Settentrionale, ove fu anche ferito e fu<br />
Decorato di Croce di Guerra al V.M..<br />
Chiaro antifascista, socialista sin dalla gioventù, avvocato<br />
di grande professionalità e zelo, cultore <strong>del</strong>la lingua<br />
latina e di Dante, amante <strong>del</strong>le Arti e particolarmente<br />
<strong>del</strong>la Musica (fu per molti anni presidente <strong>del</strong>la Società<br />
<strong>del</strong> Quartetto), esteta, fu Consigliere Comunale ed<br />
Assessore <strong>del</strong> Comune di Bergamo, gli fu conferita la<br />
Medaglia d’Oro, quale Cittadino Benemerito <strong>del</strong>la Città<br />
dei Mille.<br />
Circa 35 anni or sono, quando vivevo e lavoravo a<br />
Brescia e a Darfo Boario, iniziai con Lui un rapporto professionale<br />
epistolare. Poi, trasferitomi a Bergamo, Lo<br />
conobbi personalmente e così nacque un’amicizia ed una<br />
stima reciproca interrotta soltanto dalla Sua dipartita.<br />
Al di là <strong>del</strong> lavoro, ci unì l’affinità culturale, la passione<br />
per il Latino, per la Storia con la lettera maiuscola e per<br />
le storie e le esperienze <strong>del</strong>la vita che Egli raccontava,<br />
proponendo la discussione con signorile humor e iniziando<br />
invariabilmente con : “…Le parlo di circa ottanta anni<br />
fa…”.<br />
Fra i tanti episodi di vita vissuta in pace ed in guerra,<br />
ricordo quello che mi raccontò, da eccellente cacciatore<br />
quale era.<br />
IL NASTRO AZZURRO<br />
AZZURRI CHE SI FANNO ONORE<br />
Nel 1942, in piena seconda Guerra Mondiale, era<br />
accasermato a Barce, in Africa Settentrionale e, talvolta,<br />
approfittando di qualche breve periodo di stasi <strong>del</strong>le operazioni<br />
militari, anche per variare il menù di caserma,<br />
andava a caccia di tortore sparando con il fucile ’91.<br />
Incredibile, ma centrava spesso i bersagli!<br />
Mi è caro rammentare un altro episodio significativo.<br />
Egli, sappiamo già, si trovava in Cirenaica col grado di<br />
Tenente dei Regi Carabinieri. Il compito vitale assegnato<br />
era di proteggere, sia dalle incursioni degli inglesi ed in<br />
particolare dei Commandos <strong>del</strong> LRDG, sia dai predoni<br />
arabi, le vie di comunicazione (i Trigh – piste - e la famosa<br />
Via Balbia) <strong>del</strong>l’Armata Italo Tedesca. Infatti lungo tale<br />
Via e tali piste il Comando Superiore <strong>del</strong>le Forze Armate<br />
<strong>del</strong>l’Africa Settentrionale con l’Intendenza organizzavano,<br />
utilizzando anche autocarri civili re<strong>qui</strong>siti, il trasporto dei<br />
rifornimenti, soprattutto acqua, viveri, munizioni e carburanti,<br />
per la “prima linea” e per i reparti avanzanti in<br />
Marmarica verso l’Egitto. Lì, fra quei reparti, c’era a combattere<br />
anche mio Padre. Per questo, durante le conversazioni,<br />
le rievocazioni dei racconti e dei ricordi di guerra,<br />
ho spesso pensato di aver incontrato uno degli “Angeli<br />
Custodi” che proteggeva e garantiva la vita “in linea” di<br />
mio padre e <strong>del</strong>lo schieramento <strong>del</strong>le sue truppe.<br />
Era, Arbace Mazzoleni, un personaggio di alta caratura<br />
morale ed intellettuale, un Uomo che ha lasciato memoria<br />
in chi lo ha conosciuto.<br />
Io lo ebbi sempre come amicale punto di riferimento<br />
e saggio consigliere.<br />
L’ “<strong>Azzurro</strong>” Arbace Mazzoleni vive e vivrà nel cuore<br />
di quanti ebbero la fortuna di conoscerLo. Perciò non<br />
mancherà all’appello: Mazzoleni Arbace? Presente!<br />
Bergamo, 23 gennaio 2012<br />
Dott. Vito Mirabella<br />
(Presidente <strong>del</strong>la Federazione di Bergamo)<br />
MAURO CONTÒ, nato il 18 settembre 1918 e deceduto l’11 febbraio 2002. Partito volontario in guerra il 10 giugno 1940 e<br />
rientrato il 10 gennaio 1944, fu aviere scelto motorista nel 132° Gruppo autonomo aerosiluranti comandato dal leggendario<br />
Capitano Carlo Emanuele Buscaglia, su velivoli SM79, detto dai marinai inglesi “ Il gobbo maledetto “ per la forma <strong>del</strong>la torretta<br />
superiore dov’erano posizionate due mitragliatrici.<br />
I “Gobbi Maledetti”, per attaccare le navi britanniche con i siluri, dovevano volare a bassissima quota ed a breve distanza<br />
dagli obiettivi, esponendosi al temibile fuoco contraereo. L’aviere Mauro Contò era a bordo degli S79 che misero fuori uso<br />
gli incrociatori pesanti Kent, Liverpool e Glasgow e affondarono numerose navi mercantili.<br />
L'impresa più bella di Mauro Contò fu quella <strong>del</strong> 13 ottobre 1941, a bordo <strong>del</strong> velivolo <strong>del</strong><br />
ten. Giulio Cesare Graziani, quando sganciarono il siluro contro la corazzata “Barham”<br />
volando più basso <strong>del</strong>l’albero <strong>del</strong>la nave e, successivamente, si portarono all’attacco <strong>del</strong>la<br />
“Queen Elizabeth” arrecandole numerosissimi danni. Per le numerose missioni sui “Gobbi<br />
Maledetti”, Mauro Contò fu insignito di cinque alti riconoscimenti: Croce al Valor Militare,<br />
azione <strong>del</strong> 9 luglio 1940; Medaglia di Bronzo al Valor Militare nel Cielo <strong>del</strong> Mediterraneo<br />
Orientale, il 13 ottobre 1941; Medaglia d’Argento al Valor Militare il 15 novembre 1941;<br />
Croce al Valor Militare il 14-15 giugno 1942; Medaglia di Bronzo al Valor Militare l’8 novembre-10<br />
dicembre 1942.<br />
Al ritorno dalla guerra entrò a far parte <strong>del</strong> Corpo <strong>del</strong>la Polizia Municipale di Bisceglie<br />
fino al 1978, anno <strong>del</strong>la sua pensione da vigile urbano.<br />
Fu Presidente <strong>del</strong>la Sezione di Bisceglie <strong>del</strong> “<strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>" e, essendo un fervente cattolico<br />
praticante, fu Presidente <strong>del</strong>l’Associazione “Madonna <strong>del</strong>l’Altomare” presso la<br />
Parrocchia San Silvestro; fu nel 1990 uno dei fondatori <strong>del</strong>la Cooperativa Sociale “Uno Tra<br />
Noi”, nata per incentivare le abilità espressive-cognitive, una maggiore socializzazione e la<br />
possibilità di vivere una vita più attiva e partecipe, dei ragazzi disabili ultrasedicenni; e nel<br />
1998 tra i fondatori <strong>del</strong>l’associazione “Pegaso”, onlus formata da genitori di persone con<br />
disabilità che si erano proposti il progetto di una casa alloggio dove gli utenti disabili potessero<br />
vivere la sfera <strong>del</strong>le autonomie e relazioni in un contesto simile a quello famigliare.<br />
È stato uomo retto, coniuge esemplare, padre mo<strong>del</strong>lo, nonno affettuoso.<br />
35
PARLIAMONE ANCORA<br />
Egr. Gen. Antonio Daniele,<br />
Direttore Responsabile <strong>del</strong><br />
periodico "Il <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>",<br />
Le invio una poesia con la<br />
preghiera di pubblicarla, nel<br />
nostro periodico, se possibile e<br />
la ritiene utile. La poesia tratta<br />
<strong>del</strong>l'emigrazione e <strong>del</strong>l'integrazione<br />
ed è volta a porre in evidenza<br />
le tematiche, che ancora<br />
in fase iniziale affronta il nostro<br />
3° Risorgimento: i diritti Civili di<br />
tutti i Cittadini <strong>del</strong> Mondo. 3°<br />
Risorgimento che ci vede impegnati<br />
in prima linea in tante parti<br />
<strong>del</strong> Mondo e nella nostra stessa Italia per superare le difficoltà<br />
che si frappongono alla "pace nel mondo", alla fame nel mondo,<br />
al diritto allo studio e alla salute e alle tante altre problematiche<br />
che assillano milioni di uomini che ancora non possono<br />
goderne e, affinché, possano vivere la vita a loro data nel pieno<br />
rispetto e dignità.<br />
Le accludo anche questa altra testimonianza perché indica<br />
la scelta operata da tanti Italiani di essere emigranti per con<strong>qui</strong>stare<br />
lavoro, rispetto e dignità. Oggi, quel tempo per i giovani<br />
può sembrare lontano, e per noi, se la memoria storica<br />
Risponde il gen. Antonio Daniele, direttore<br />
responsabile de “Il <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>”<br />
Sulla strada per villa Literno<br />
Ho visto spalliere di fiori bianchi<br />
e distese di fiori rosa.<br />
Erano mandorli, peschi e alti ciliegi;<br />
ed il loro colore si univa<br />
all'azzurro profondo <strong>del</strong> cielo.<br />
Ed ho visto case dirute<br />
traboccare di umile gente<br />
non nostra, diversa:<br />
nere figure incerte, impacciate<br />
ma ostinate nella voglia di vivere.<br />
Ed il loro colore <strong>del</strong>la pelle<br />
si univa all'azzurro <strong>del</strong> cielo<br />
allo stesso modo <strong>del</strong> mio.<br />
E mi sono domandato se non fosse<br />
il mio colore <strong>del</strong>la pelle<br />
a creare diversità.<br />
Non ho risposte sicure.<br />
Siamo tutti colori <strong>del</strong>l'arcobaleno,<br />
siamo tutti colori <strong>del</strong>l'iride<br />
che, nell'azzurro <strong>del</strong> cielo, si fondono<br />
e formano una sola umanità!<br />
non venisse meno, dovrebbe portare ad una maggiore benevolenza verso i migranti ed avere un atteggiamento di accoglienza<br />
verso coloro che credono di trovare lavoro e "stabilità" nel nostro Paese - antica culla di civiltà. Credo, Egr.<br />
Generale, che, nel ricordo dei nostri Eroi e degli innumerevoli eventi ed atti di sacrificio ed eroismo che costellano la<br />
nostra storia militare e civile bisognerebbe trasmettere tra i valori quelli <strong>del</strong>la solidarietà ovvero dei "Diritti <strong>del</strong>l'uomo”.<br />
Grazie per quanto farà, cordiali saluti ed auguri di buon lavoro.<br />
Arch. Pasquale Campo<br />
(Federazione di Napoli)<br />
Un'immagine raccolta nel tempo <strong>del</strong>la mia fanciullezza<br />
che riempiva il mio cuore di tristezza ma<br />
anche d'interesse, di curiosità per l'opportunità che<br />
veniva offerta ai miei amici di crearsi una vita lavorativa<br />
abbandonando la Terra natia.<br />
Mi recavo alle Eolie negli anni '50 e fra i tanti amici<br />
<strong>del</strong> luogo sapevo che alcuni, finalmente, avevano ricevuto<br />
l'atteso "visto" per poter espatriare e recarsi<br />
nelle Americhe o in Australia. Ricordo l'attesa!<br />
Aspettavano ogni giorno con ansia l'arrivo <strong>del</strong>la nave<br />
e la distribuzione <strong>del</strong>la posta, sperando che vi fosse<br />
l'attesa "lettera". Capitava che alcuni la ricevessero<br />
ed appena ricevuta preparavano la loro partenza non<br />
senza aver prima celebrato le nozze con la fidanzata<br />
che, da moglie, successivamente l'avrebbe raggiunto.<br />
Ho partecipato a diversi matrimoni ed a diverse partenze:<br />
non ho più rivisto i miei amici, forse fra tanti<br />
partenti ne ho rivisto uno o due dopo circa quaranta<br />
anni di lontananza, ma non è stato faticoso ricostruire<br />
l'antico tempo. Ricordo anche gli inviti che, per<br />
radio, venivano rivolti dalle autorità <strong>del</strong> momento<br />
alle donne invitandole a trasferirsi in Australia:<br />
«Venite in Australia dove troverete lavoro e marito».<br />
La tristezza ancora oggi mi prende nel ricordare<br />
quegli eventi.<br />
Una grande e forte commozione mi assalì, tanto<br />
MI RECAVO ALLE EOLIE<br />
da lasciarmi senza parola e con una forte sensazione<br />
di soffocamento nel vedere la grande sala colma di<br />
emigranti (i volti stanchi e sofferenti degli adulti, il<br />
pianto dei bimbi e il luccichio dei loro occhi, le teste<br />
degli uomini coperte da "coppole" e quelle <strong>del</strong>le<br />
donne da fazzoletti) dove venivano accolti gli emigranti<br />
allo sbarco negli Stati Uniti: Ellis Island e le<br />
loro valigie di cartone, ed i bauli e gli attrezzi da lavoro,<br />
oggi ivi esposti, ed il "gabinetto medico per la visita<br />
d'idoneità".<br />
La stessa commozione e dolore che ho sofferto<br />
nel visitare i campi di sterminio in Germania: ricordare<br />
le innumerevoli vite perdute per la esaltazione o<br />
pazzia di un uomo. Ricordo i forni crematori e le<br />
baracche dove alloggiavano e l’interminabile fila di<br />
buchi, uno accanto all'altro, per accogliere i bisogni<br />
fisiologici di ciascuno.<br />
Certo le sopportazioni e le vessazioni subite sia<br />
dai primi sia dai secondi non erano dissimili tra loro<br />
ma per i primi vi era nei cuori la speranza di poter<br />
vivere da uomini liberi mentre per i secondi nei cuori<br />
vi era il dolore, la tristezza, il terrore, l'avvilimento<br />
morale, la consapevolezza e la razionalità <strong>del</strong>l'intelletto<br />
di poter capire il loro destino: non appena la<br />
forza fisica sarebbe venuta meno e, <strong>qui</strong>ndi, non più<br />
utili al lavoro, sarebbero state le vittime.<br />
36 IL NASTRO AZZURRO
Gent.mo architetto Campo,<br />
innanzitutto la ringrazio per la testimonianza che ha inviato e che mi permette di esprimere il mio parere sull’immigrazione in Italia, fenomeno<br />
complesso e gestito proprio male, talmente male che ormai è persino difficile parlarne in termini non ideologici. Detto questo, entro<br />
subito nel merito <strong>del</strong> problema che ha rappresentato con tanta passione e attenzione. Sia la Sua lettera, sia la poesia, sia la testimonianza<br />
finale danno il quadro <strong>del</strong>la complessità <strong>del</strong> fenomeno <strong>del</strong>l'emigrazione/immigrazione. Ho nominato entrambi i termini poiché sono le<br />
due facce <strong>del</strong>la stessa medaglia.<br />
Oggi molti, tra cui anche Lei, ricordano che fino a pochi decenni fa anche l'Italia era una nazione che generava emigrazione. Però, credo<br />
che sia giusto sottolineare una differenza sostanziale che, peraltro, risulta evidente anche dalle testimonianze che Lei stesso ci ha offerto:<br />
la nostra emigrazione avveniva, e avviene tutt'ora sebbene in quantità minore, totalmente alla luce <strong>del</strong> sole, totalmente nel rispetto <strong>del</strong>le<br />
regole e <strong>del</strong>le leggi dei paesi verso i quali rivolgeva e rivolge la rotta <strong>del</strong>le proprie speranze.<br />
Invece, la maggioranza degli immigrati degli ultimi vent'anni è entrata in Italia in maniera clandestina o comunque non <strong>del</strong> tutto rispettosa<br />
<strong>del</strong>le regole vigenti in materia nel nostro paese. Ciò ha provocato, e provoca tutt'ora, un fenomeno di generalizzato fastidio, talvolta di<br />
ostilità nei loro confronti. Mi dispiace <strong>del</strong>uderla, ma io sono <strong>del</strong> parere che tale situazione tenderà ad inasprirsi e, purtroppo, causerà problemi<br />
sempre più rilevanti e gravi di convivenza tra gli italiani autoctoni e le comunità di immigrati.<br />
In tutto questo, sebbene un movimento d'opinione voglia far credere il contrario, il razzismo non c'entra niente! Gli italiani non sono<br />
razzisti, non lo sono mai stati. Perfino quando, nel 1938, per compiacere l'allora alleato tedesco, vennero promulgate le leggi razziali, esse<br />
furono applicate in Italia <strong>del</strong> tutto controvoglia e con tali e tante forme aperte ed occulte di elusione che, di fatto, permisero di evitare la<br />
massiccia persecuzione degli ebrei, già in atto in Germania, fino a dopo l'8 settembre <strong>del</strong> 1943, quando si cadde sotto il diretto controllo<br />
<strong>del</strong>l'ex alleato, ormai diventato "occupante" tedesco.<br />
Oggi la sistematica violazione <strong>del</strong>le norme d'accesso all'Italia provoca periodici sovraccarichi alle nostre strutture di accoglienza. Ma<br />
questo è solo la punta <strong>del</strong>l'iceberg. La moltitudine di disperati che giungono dall'Africa sui barconi o dall'est Europa nei doppi fondi dei TIR,<br />
sono tutte persone poverissime e soprattutto ignoranti. Infatti, esse ignorano le regole che permetterebbero loro di entrare in Italia in maniera<br />
legale e di trovarvi una sistemazione dignitosa senza passare attraverso l'umiliazione <strong>del</strong>la clandestinità e <strong>del</strong>l'emarginazione, senza<br />
dover sottostare ai ricatti <strong>del</strong>la criminalità organizzata e soprattutto senza dover trascorrere un periodo lungo, troppo lungo, sempre col<br />
timore di essere rimpatriati, perché clandestini, perdendo tutto ciò che hanno investito nel viaggio <strong>del</strong>la speranza.<br />
Le genti <strong>del</strong>le Eolie, il "gabinetto medico" di Ellis Island, eccetera, potevano essere tristi per il significato di terribile distacco dalla madre<br />
Patria e dalle certezze che essa rappresentava per i nostri emigranti, ma era una via legale, certa e normale, per accedere ad una nuova<br />
vita in una nazione ospite. Il barcone clandestino, il doppio fondo di un TIR, non lo sono.<br />
Vorrei aggiungere una mia testimonianza a tutto questo: nel lontano 1960 un mio zio, fratello di mia madre, decise di partire per un<br />
periodo di lavoro in Germania. Presa la decisione, egli si rivolse al Consolato tedesco più vicino e, dopo un breve collo<strong>qui</strong>o, tornò a casa col<br />
contratto già firmato per lavorare quattro anni in una grande azienda metalmeccanica di Colonia, il biglietto ferroviario per raggiungere<br />
tale città e l'indirizzo <strong>del</strong>l'albergo dove avrebbe alloggiato: non si trattava certamente di una reggia, ma era un alloggio dignitoso e pulito.<br />
Naturalmente, le spese di viaggio e di alloggio gli sarebbero state detratte dallo stipendio, ma lui partì in maniera <strong>del</strong> tutto regolare, non<br />
violò leggi tedesche sull'immigrazione, visse e lavorò alla luce <strong>del</strong> sole per quattro anni in Germania, fece anche una discreta carriera nell'azienda<br />
divenendo prima capo operaio, poi capo squadra e, quando allo scadere <strong>del</strong> contratto comunicò la sua intenzione di rientrare in<br />
Italia, i dirigenti tedeschi, che lo avevano molto apprezzato, tentarono di trattenerlo offrendogli aumenti di stipendio e miglioramenti di<br />
inquadramento che lui rifiutò: aveva ottenuto il suo scopo, quello di mettere da parte un gruzzolo sufficiente per costruirsi una nuova casa.<br />
Molti anni dopo, quando raggiunse l'età <strong>del</strong>la pensione, si vide recapitare un piccolo aumento di "origine tedesca" per i quattro anni di contributi<br />
ivi versati.<br />
Non ho narrato la storia di mio zio per spiegare quanto egli fosse bravo, ma solo per illustrare come, già nel 1960, la Germania accogliesse<br />
lavoratori dall'estero (con lui lavoravano tanti altri italiani, turchi e portoghesi) mediante procedure legali e collaudate.<br />
La domanda che mi pongo, e che pongo a tutti i lettori, è questa: perché, ancora oggi, nell'anno 2012, l'Italia non è in grado di gestire<br />
il flusso migratorio in maniera legale e corretta, lasciandolo di fatto in mano alla criminalità organizzata ed affidandosi poi al cosiddetto<br />
"terzo settore" (Chiesa cattolica, volontariato, occhi chiusi da parte dei tutori <strong>del</strong>l'ordine, pietà <strong>del</strong>la gente, ecc ...) per cercare di correggere<br />
le storture <strong>del</strong>la situazione che si viene inevitabilmente a creare? Cosa c'è di dignitoso nel fare finta (si ... fare finta) che accogliamo a<br />
braccia aperte questi disperati, che arrivano con modalità clandestine, <strong>qui</strong>ndi illegali, e poi offriamo loro, nella migliore <strong>del</strong>le ipotesi, un posto<br />
da pulivetro ad un semaforo o da venditore di rose nei ristoranti, se non posti di prostituta, di spacciatore di droga o di manovale <strong>del</strong>la criminalità<br />
stessa? Quale enorme sforzo lasciamo che compiano, <strong>del</strong> tutto da soli e senza alcuna assistenza, queste persone per crearsi una<br />
posizione onesta ed una dignità nella società italiana?<br />
Come sempre in Italia, i problemi non risolti dalle istituzioni vengono fatti ricadere sui cittadini i quali, se protestano (e lo fanno con<br />
ragione) vengono tacitati perché ... "razzisti". Se non protestano, per lo più perché ne percepiscono l’evidente inutilità, sono “bravi italiani<br />
che accolgono i poveri <strong>del</strong> mondo senza razzismo” (sic!). Ma il problema <strong>del</strong> “dopo” si ingigantisce sempre di più.<br />
Mi dispiace, non accetto questa situazione e neppure accetto lo stereotipo <strong>del</strong> “razzista”. Credo che tutti noi dobbiamo chiedere, anzi<br />
pretendere, che le nostre organizzazioni consolari all'estero facciano il loro mestiere e lo facciano bene. Se molti imprenditori affermano<br />
(ed è vero) che senza i lavoratori stranieri le loro aziende chiuderebbero, vuol dire che non c'era nessun bisogno che queste persone raggiungessero<br />
l'Italia clandestinamente. Potevano farlo benissimo per le vie legali. Se ciò non è avvenuto, significa che qualcuno non ha fatto<br />
il proprio dovere, ed è lì che dobbiamo rivolgere la nostra attenzione!<br />
Un'ultima parola sui lavoratori di Villa Literno: località <strong>del</strong>la provincia di Caserta che fa parte di una <strong>del</strong>le tante zone <strong>del</strong> nostro mezzogiorno<br />
ad alto tasso di criminalità organizzata. La sua economia è per lo più agricola e i lavoratori africani, tutti inevitabilmente clandestini,<br />
vengono impiegati come braccianti agricoli, pagati una miseria e tenuti in alloggi neppure paragonabili alle vicine stalle <strong>del</strong>le bufale<br />
che producono il latte con cui si confezionano le famose mozzarelle: una prelibatezza gastronomica <strong>del</strong>la stessa zona. Se i braccianti venissero<br />
assunti legalmente tramite i nostri consolati sparsi per tutta l'Africa, non potrebbero essere sottoposti alle dure leggi criminali. Quello<br />
che succede li, <strong>qui</strong>ndi, non è generico razzismo degli italiani, è specifica criminalità organizzata!<br />
Concludo con una chiosa al Suo appello al 3° Risorgimento: chiamiamolo come vogliamo, ma facciamo che sia un vero movimento<br />
popolare teso alla riscoperta <strong>del</strong>la legalità diffusa a tutti i livelli. Non possiamo pretendere la legalità dal politico di grido, mentre ci accordiamo<br />
con l'artigiano sotto casa per farci fornire un lavoro senza ricevuta al fine di risparmiare l'IVA.<br />
Infine, La ringrazio ancora per la collaborazione continua e apprezzata che Lei offre a "Il <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>" a nome <strong>del</strong>la Federazione<br />
di Napoli e anche Suo personale e la La invito a continuare come sempre.<br />
Con tanta cordialità<br />
IL NASTRO AZZURRO<br />
37
CRONACHE DELLE FEDERAZIONI<br />
AREZZO<br />
La Federazione Provinciale di Arezzo ci ha comunicato la<br />
partecipazione ai seguenti eventi e cerimonie:<br />
– il 15 giugno 2011, presso il Carcere di Arezzo, il<br />
Presidente <strong>del</strong>la Federazione, Cav. Stefano<br />
Mangiavacchi unitamente all’Assessore Provinciale<br />
Francesco Ruscelli ed alla Giunta Comunale di Arezzo<br />
guidata dal Vice Sindaco Stefano Gasperini, ha reso omaggio<br />
alla lapide che ricorda il sacrificio <strong>del</strong>la MOVM Sante<br />
Tani ivi trucidato dai nazifascisti il 15 giugno 1944 dopo<br />
17 giorni di sevizie;<br />
– il 16 luglio 2011, in occasione <strong>del</strong> 67° anniversario <strong>del</strong>la<br />
Liberazione <strong>del</strong>la Città di Arezzo, il Presidente <strong>del</strong>la<br />
Federazione, unitamente alla Vice Presidente <strong>del</strong>la<br />
Provincia, Mirella Ricci, ed al Vice Sindaco di Arezzo,<br />
Stefano Gasperini, ha reso omaggio al Cimitero Militare di<br />
Indicatore nel quale sono sepolti oltre 1200 soldati Inglesi<br />
Caduti per la nostra Liberazione durante il secondo<br />
conflitto mondiale;<br />
– il 24 luglio 2011, a Levane (AR) è stato celebrato il 150°<br />
Anniversario <strong>del</strong>l’Unità d’Italia. La Federazione ha presenziato<br />
con il Medagliere Provinciale ed il Labaro <strong>del</strong>la<br />
Sezione di Montevarchi alla celebrazione <strong>del</strong>la Santa<br />
Messa in suffragio dei Caduti ed alla deposizione di una<br />
corona di alloro al monumento ai Caduti alla presenza<br />
<strong>del</strong>l’Assessore Arianna Righi <strong>del</strong> Comune di Montevarchi;<br />
– il 9 agosto 2011, la Federazione ha partecipato a<br />
Chitignano, nell’alto Casentino, alla “Festa <strong>del</strong> Tricolore” organizzata<br />
in omaggio alla nostra Bandiera Nazionale in<br />
occasione dei 150 anni <strong>del</strong>l’Unità d’Italia. La celebrazione è<br />
iniziata con l’Alzabandiera, eseguita da un reduce di guerra<br />
di 99 anni, ed è terminata, dopo i saluti <strong>del</strong>le Autorità, con<br />
una conferenza sulla storia <strong>del</strong> Tricolore. La Federazione<br />
era rappresentata dal Medagliere Provinciale e dall’Avv.<br />
Luigi Valentini, Decorato di MBVM.<br />
BARI<br />
Una ricerca accurata fra varie offerte turistiche ha consentito<br />
ai soci di scegliere le migliori vacanze, a prezzi assolutamente<br />
competitivi, tra vari soggiorni in località rinomate e<br />
in alberghi di ottimo livello, di durata variabile fra 4 giorni e<br />
due settimane. A questi hanno partecipato mediamente 40-45<br />
soci. Le mete sono state occasione non soltanto di relax e di<br />
riposo, ma soprattutto di turismo culturale e storico.<br />
BARI<br />
Sez. Barletta<br />
Il 9 luglio è stata effettuata una visita ai monumenti più<br />
insigni <strong>del</strong>la nuova provincia BAT, da Castel <strong>del</strong> Monte (dove<br />
era allestita una mostra di De Chirico), ai castelli ed alle cattedrali<br />
di Barletta e Trani e infine al Museo Diocesano di quest'ultima<br />
città.<br />
BARI<br />
Sez. Bari<br />
La Sezione di Bari <strong>del</strong>la medesima Federazione<br />
Provinciale ci ha comunicato la partecipazione ai seguenti<br />
eventi e cerimonie:<br />
– Il 29 luglio 2011 ha assistito alla rappresentazione <strong>del</strong>la<br />
compagnia teatrale "Euterpe" sul Risorgimento (replicata<br />
in seguito presso altre Sezioni).<br />
– decine e decine di Alberi <strong>del</strong> Tricolore (così i corbezzoli furono<br />
ribattezzati da Giovanni Pascoli per la loro peculiarità<br />
di avere contemporaneamente i tre colori <strong>del</strong>la Bandiera<br />
Italiana: il verde <strong>del</strong>le foglie, il bianco dei fiori e il rosso<br />
dei frutti) sono stati piantati in tutte le scuole, con cerimonie<br />
singole ed in giorni diversi, alla presenza <strong>del</strong> corpo<br />
docente e <strong>del</strong>le scolaresche. Ogni albero è stato dedicato<br />
a un Eroe <strong>del</strong> Risorgimento o a un Caduto in guerrra di<br />
origine pugliese, preferibilmente Decorato al VM.<br />
BELLUNO<br />
Sez. Feltre<br />
Il 7 agosto, la Sezione ha partecipato a Cima Grappa all'annuale<br />
manifestazione in memoria di Ettore Viola, insieme<br />
all’Associazione Nazionale Bersaglieri. Il Labaro era portato<br />
dall’Alfiere Luciano Orti, scortato dal Presidente <strong>del</strong>la<br />
Sezione ANB di Feltre Luigi Centa. Presente anche la vedova<br />
<strong>del</strong> Capitano Ettore Viola, fondatore <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>.<br />
Cima Grappa (BL): Annuale manifestazione in<br />
onore di Ettore Viola<br />
BERGAMO<br />
Rinnovata la "missione" ad alta quota, da diversi anni svolta<br />
per iniziativa <strong>del</strong> Cav. Matteo Annoni, alla quale alcuni<br />
simpatizzanti volonterosi dedicano qualche giornata recandosi<br />
alla Malga Ciapèla, presso Rocca Pietore (BL). Da lì, in compagnia<br />
<strong>del</strong>la guida Attilio<br />
Bressàn (già direttore <strong>del</strong><br />
Museo Storico) salgono<br />
alla "Zona Sacra" <strong>del</strong>la<br />
Marmolada ed onorano<br />
l'antico sacrificio dei<br />
nostri Caduti, con la<br />
manutenzione dei percorsi<br />
di quell'area. Non mancano<br />
momenti di autenti-<br />
ca amicizia e di riflessione storica, tra l’operoso lavoro e la<br />
gioiosa preghiera.<br />
BOLOGNA<br />
Marmolada (BL): i “mis-<br />
sionari” di Bergamo<br />
La Federazione Provinciale di Bologna ci ha comunicato la<br />
partecipazione ai seguenti eventi e cerimonie:<br />
38 IL NASTRO AZZURRO
– il 15 giugno 2011, con il Medagliere alla cerimonia<br />
<strong>del</strong>l'Alza Bandiera Solenne presso la caserma"Viali", sede<br />
<strong>del</strong> 121° Reggimento Artiglieria Contraerei "Ravenna", in<br />
occasione <strong>del</strong>la Festa <strong>del</strong>l'Arma d'Artiglieria e <strong>del</strong> 93°<br />
anniversario <strong>del</strong>la battaglia <strong>del</strong> Solstizio;<br />
– 25 giugno 2011: al Medagliere, che, scortato da un<br />
Ufficiale e portato dal socio Davide Nanni, ha partecipato<br />
alla celebrazione <strong>del</strong> 237° Anniversario <strong>del</strong>la<br />
Fondazione <strong>del</strong>la Guardia di Finanza in Piazza San<br />
Francesco, è stata concessa la “Resa <strong>del</strong>l’Attenti”. Oltre al<br />
Presidente Cav. Giorgio Bulgarelli erano presenti i<br />
consiglieri M.llo Magg. C.C. Alessandro Di Marco e<br />
Cav. Ugo Bulgarelli;<br />
– l’11 luglio, una <strong>del</strong>egazione <strong>del</strong>la Federazione composta<br />
dal Presidente Giorgio Bulgarelli, dal Consigliere<br />
Alessandro Di Marco e dal socio Davide Nanni, a<br />
Palazzo Caprara, sede <strong>del</strong>la Prefettura, ha consegnato<br />
all'Aw. Angelo Tranfaglia, Prefetto di Bologna, la tessera<br />
di Socio Benemerito unitamente ad un Attestato di<br />
Benemerenza che recita: "Dotato di alto senso di amor Patrio<br />
e assertore degli ideali che persegue il <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> assicura<br />
sempre la Sua piena disponibilità a sostegno <strong>del</strong>la<br />
Federazione di Bologna".<br />
Bologna: Il Prefetto nominato Socio<br />
Benemerito con Attestato<br />
IL NASTRO AZZURRO<br />
BRESCIA<br />
La Federazione Provinciale di Brescia ci ha comunicato la<br />
partecipazione ai seguenti eventi e cerimonie:<br />
– l’11 giugno 2011, su invito <strong>del</strong>l’Avv. Antonino<br />
D'Alessandria, Presidente <strong>del</strong> Circolo Culturale "La<br />
Discussione", ha presenziato col Labaro alla conferenza<br />
dal titolo: "Nassirya: i protagonisti raccontano". tenuta al<br />
Palazzo Todeschini di Desenzano <strong>del</strong> Garda (Bs), dal Ten.<br />
Col. Don Lionello Torosani, Cappellano Militare dei<br />
Carabinieri Regione Lombardia. È intervenuto anche il<br />
Consigliere Regionale <strong>del</strong>la Lombardia, Mauro Parolini. Tra<br />
Brescia: il M.llo SUPG Dalmazio Orgiu MAVM<br />
gli ospiti, il M.llo Aiutante SUPG, Dalmazio Orgiu<br />
MAVM e Medaglia d'Oro come vittima <strong>del</strong> terrorismo poiché,<br />
nel febbraio <strong>del</strong> I979, ebbe uno scontro a fuoco con<br />
dei terroristi, rimanendo gravemente ferito;<br />
– 12 giugno 2011, terza tappa <strong>del</strong>la mostra "Motus", allestita,<br />
questa volta, nei locali di "Palazzo Callas", a Sirmione,<br />
messi a disposizione dall'Amministrazione Comunale;<br />
– il Vice Presidente <strong>del</strong>la Federazione, Comm. Albertini, ha<br />
tenuto una conferenza sulla battaglia <strong>del</strong> 15 giugno I859,<br />
tra i Cacciatori <strong>del</strong>le Alpi di Garibaldi e la retroguardia<br />
<strong>del</strong>le truppe austriache <strong>del</strong> Gen. Urban, trattando anche<br />
la battaglia di S.Martino e Solferino, combattutasi dieci<br />
giorni dopo;<br />
– 17 giugno 2011, cerimonia di inaugurazione <strong>del</strong> restauro<br />
<strong>del</strong>la Torre di S.Martino <strong>del</strong>la Battaglia (Bs): ha presenziato<br />
il Labaro <strong>del</strong>la Sezione<br />
di Desenzano <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong><br />
<strong>Azzurro</strong>, portato dal<br />
Commissario incaricato,<br />
Dott. Tobia Lazzari ed<br />
accompagnato dal Presidente<br />
<strong>del</strong>la Federazione<br />
di Brescia. Tra le<br />
Autorità presenti, il Sottosegretario<br />
alla Difesa<br />
Cossiga, il Ministro per i<br />
Beni e le Attività<br />
Culturali Galan, il<br />
Presidente <strong>del</strong> Comitato<br />
dei Garanti per il 150°<br />
Anniversario <strong>del</strong>l’Unità<br />
d’Italia Amato, e quelle<br />
locali. Tutti insieme hanno<br />
S. Martino <strong>del</strong>la<br />
Battaglia (BS):<br />
La Torre restaurata<br />
scoperto una lapide a ricordo <strong>del</strong>l'avvenimento, visitando<br />
poi la Torre rimessa a nuovo;<br />
– su invito <strong>del</strong> neo Presidente <strong>del</strong>la Federazione di<br />
Cremona, nonché responsabile per la stessa Provincia<br />
<strong>del</strong>le Guardie d'Onore <strong>del</strong> Pantheon, Magg. C.<br />
Mantovani, il 24 giugno 2011 il Presidente <strong>del</strong>la<br />
Federazione si é recato a Solferino (MN), per la cerimonia<br />
<strong>del</strong>l'Alzabandiera e la S. Messa in onore dei Caduti<br />
<strong>del</strong>le guerre d'Indipendenza;<br />
– il 27 giugno 2011, in rappresentanza <strong>del</strong> Presidente di<br />
Assoarma di Brescia, Col. Vincenzo Scacco, il Presidente<br />
<strong>del</strong>la Federazione ha partecipato all'incontro col Prefetto<br />
di Brescia per la definizione <strong>del</strong>le manifestazioni di chiusura<br />
<strong>del</strong> 150° Anniversario <strong>del</strong>l’Unità d’Italia previste per<br />
il mese di ottobre 2011;<br />
– il 3 luglio 2011, il Labaro <strong>del</strong>la Federazione, con Alfiere il<br />
Sig. De Lucchi, ha partecipato, scortato dal Presidente, al<br />
3° Raduno di "Assoarma" a Torino. Significativa la presenza<br />
<strong>del</strong> Gonfalone <strong>del</strong>la città di Brescia, Decorato di<br />
M.O.V.M. per le 10 Giornate risorgimentali (I849), e di<br />
M.A.V.M. per la campagna di guerra 1940/45;<br />
Torino: la partecipazione di Assoarma Brescia<br />
al Raduno Nazionale<br />
39
– ancora il 3 luglio, iI Vice presidente <strong>del</strong>la Federazione,<br />
Comm. A. Albertini e l'Alfiere, con il Labaro <strong>del</strong>la<br />
Sezione di Gardone Riviera (Bs), hanno partecipato alle<br />
cerimonie celebrative <strong>del</strong>l'85° di fondazione <strong>del</strong> Gruppo<br />
Alpini di Concesio S.Vigilio (Bs). Sindaco in testa, era presente<br />
tutta l'Amministrazione comunale <strong>del</strong>la località che<br />
ha dato i natali a Papa Paolo VI. Dopo l'Alzabandiera, sfilata<br />
per le vie <strong>del</strong> paese, per raggiungere il monumento ai<br />
Caduti, dove é stata deposta una corona d'alloro. È<br />
seguita la S.Messa, nella Chiesa di S.Velgio. Presenti i vertici<br />
<strong>del</strong>la Sezione ANA di Brescia, con il Presidente, Ten.<br />
Davide Forlani;<br />
– sempre il 3 luglio, il Vice Direttore <strong>del</strong> Museo <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong><br />
<strong>Azzurro</strong> di Salò, dott. Leonardo Malatesta, é stato invitato<br />
dalla Fondazione "Il Vittoriale degli Italiani”, di Gardone<br />
Riviera (Bs), all'inaugurazione <strong>del</strong>le nuove sale <strong>del</strong>l' ex<br />
"Museo <strong>del</strong>la Guerra", che ora ha preso la denominazione<br />
di "D'Annunzio Eroe". Tra i pezzi <strong>del</strong>la nuova esposizione,<br />
figurano due pugnali appartenuti al Vate;<br />
Salò (BS): Uno dei pugnali di<br />
Gabriele D’Annunzio<br />
– nell’ambito <strong>del</strong>le celebrazioni per il 150° Anniversario<br />
<strong>del</strong>l’Unità d’Italia, su invito <strong>del</strong> Sindaco di Vallio Terme (BS)<br />
e <strong>del</strong>la Fondazione Civiltà Bresciana, presieduta dallo storico<br />
mons. Antonio Fappani, la Federazione di Brescia, che<br />
ha dato il proprio patrocinio, ha partecipato alla presentazione<br />
<strong>del</strong> libro: "Lettere dal solaio: epistolario di nonna<br />
Maria (I867-I930)” di Luigi Agostini (cfr. recensione sul<br />
n.° 1-2012 - pag. 46). Presenti, oltre a numerose Autorità,<br />
il Comm. A. Albertini, Vice Presidente, il Prof. Angelo<br />
D'Acunto, accompagnato dal Labaro <strong>del</strong>la Sezione di<br />
Gavardo;<br />
– il 27 agosto, la Fondazione Culturale "Savoy" ha organizzato,<br />
presso il Grand Hotel Savoy di Gardone Riviera (BS),<br />
una tavola rotonda dal titolo: "Il Risorgimento nelle provincie<br />
di Brescia e Belluno", moderata dal Vice Direttore <strong>del</strong>la<br />
Fondazione Museo Storico <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> di Salò,<br />
dott. Leonardo Malatesta. Relatori il Prof. Luciano<br />
Faverzani, <strong>del</strong>l'Ateneo di Brescia e Presidente <strong>del</strong><br />
Comitato di Brescia <strong>del</strong>l'<strong>Istituto</strong> per la Storia <strong>del</strong><br />
Risorgimento Italiano ed il suo omologo di Belluno, Prof.<br />
Alberto Giacobbi. Presenti il Presidente <strong>del</strong>la Federazione<br />
di Brescia e la Direttrice <strong>del</strong> Museo <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> e<br />
Presidente <strong>del</strong>la Sezione di Salò, dott.ssa Annamaria<br />
Salvo Le Paoli.<br />
BRESCIA<br />
Sez. Gardone<br />
La Sezione <strong>del</strong> "<strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>" di Gardone ha affidato<br />
al Gruppo Alpini <strong>del</strong>la citta<strong>del</strong>la armiera il suo storico<br />
Labaro decorato da 141 medaglie. Nella cerimonia, tenutasi<br />
nella sede <strong>del</strong>le penne nere gardonesi, in Via Pascoli, il<br />
Presidente <strong>del</strong>la Sezione, Alfonso Rinaldini (94 anni)<br />
accompagnato dal segretario Benedetto Palini (89 anni) ha<br />
consegnato il Labaro e le Decorazioni al Capogruppo degli<br />
alpini, Alceste Guerini. Si tratta di 3 Medaglie d'Oro, 48<br />
Medaglie d'Argento, 53 Medaglie di Bronzo e 37 Croci<br />
al Valor Militare, che sono state collocate in una bella<br />
bacheca esposta proprio nella sala <strong>del</strong> Consiglio Direttivo.<br />
Grande, in particolare, la soddisfazione di Alfonso Rinaldini<br />
che ha così voluto lasciare, con questo gesto, alla memoria il<br />
ricordo e l'affetto <strong>del</strong>la Valtrompia tutta "per i Caduti in guerra<br />
a difesa ed onore <strong>del</strong>la Patria".<br />
CATANZARO<br />
Martedì 28 giugno 2011, alle ore 18,30, nel cortile <strong>del</strong>la<br />
caserma “Laganà”, sede <strong>del</strong> Comando Regionale Calabria, è<br />
stato celebrato il 237° Anniversario <strong>del</strong>la Fondazione <strong>del</strong><br />
Corpo <strong>del</strong>la Guardia di Finanza. Alla presenza <strong>del</strong>le massime<br />
autorità civili e militari, il Comandante Regionale, Gen. D.<br />
Michele Calandro, ha illustrato l'incessante attività svolta a<br />
contrasto <strong>del</strong>le frodi economico finanziarie e <strong>del</strong>la criminalità<br />
organizzata, per poi consegnare le ricompense ai finanzieri ed<br />
ai gruppi operativi particolarmente distintisi per "professionalità,<br />
spiccato senso <strong>del</strong> dovere e forte senso dei valori”. È seguita la<br />
sfilata aperta dal Labaro <strong>del</strong>la locale Federazione Provinciale<br />
“Azzurri dei Due Mari”, scortato dal S. Tenente Eleonora Torrisi<br />
con alfiere il Segretario-Tesoriere avv. Antonio Palaja di<br />
Tocco. Oltre al Presidente, avv. Giuseppe Palaja, presenti<br />
anche il dott. Marcello Pellegrino e il Revisore dei conti<br />
dott. Elio Bonacci <strong>del</strong>la G. di F.<br />
GORIZIA<br />
La Federazione Provinciale di Gorizia ci ha comunicato la<br />
partecipazione ai seguenti eventi e cerimonie:<br />
– ad un pellegrinaggio rituale organizzato dagli Artiglieri<br />
goriziani in data 28 agosto<br />
in Carnia, a Paularo,<br />
per onorare gli Eroi<br />
Gorizia:<br />
raccolti nel grembo di S.<br />
Gorizia: intitolazione<br />
Barbara alla quale, colà, è<br />
di una strada a<br />
stata eretta una cappella Ernesto Botto MOVM<br />
particolarmente impreziosita<br />
da una reli<strong>qui</strong>a<br />
<strong>del</strong>la Santa;<br />
– il 2 settembre 2011,<br />
all'aeroporto di Gorizia,<br />
all’intitolazione di una<br />
strada alla M.O.V.M.<br />
Ernesto Botto, eroico<br />
pilota <strong>del</strong> 4° Stormo.<br />
Presenti il sindaco di<br />
Grosseto Emilio Bonifazi<br />
ed il sindaco di<br />
Gorizia Ettore Romoli.<br />
Il Labaro era portato dall’Alfiere Mario Sanson.<br />
LA SPEZIA<br />
La Federazione Provinciale di La Spezia ci ha comunicato<br />
la partecipazione ai seguenti eventi e cerimonie:<br />
– il 10 giugno 2011 la Federazione di La Spezia ha rappresentato<br />
l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> alla cerimonia nazionale<br />
ivi svoltasi in occasione <strong>del</strong>la Festa <strong>del</strong>la Marina<br />
Militare;<br />
40 IL NASTRO AZZURRO
La Spezia: Il Labaro, accompagnato dal Presidente<br />
Pedrigi alla Festa <strong>del</strong>la M.M.<br />
– il 30 giugno 2011, la Federazione di La Spezia <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong><br />
<strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> ha partecipato con il proprio<br />
Labaro alla Cerimonia <strong>del</strong> 237° Anniversario <strong>del</strong>la<br />
Fondazione <strong>del</strong> Corpo <strong>del</strong>la Guardia di Finanza, che si é svolta<br />
nel suggestivo parco di Villa Marigola a Lerici (SP), alla<br />
presenza <strong>del</strong>le massime Autorità <strong>del</strong> territorio. Dopo la<br />
premiazione dei militari particolarmente distintisi nelle<br />
operazioni, é seguito uno spettacolare Gran Galà<br />
Pucciniano diretto dal maestro Massimo Morelu, nel<br />
quale si sono esibiti il tenore Nicola Simone Mugnaini e<br />
la soprano Barbara Uppi.<br />
IL NASTRO AZZURRO<br />
Lerici (SP): Gran Galà Pucciniano<br />
per il 237° <strong>del</strong>la GdF<br />
MESSINA<br />
La Federazione provinciale di Messina ha comunicato la<br />
partecipazione alle seguenti cerimonie ed attività:<br />
– il 12 agosto 2011, presso il Comune di Caronia (ME) si è<br />
svolta l’inaugurazione <strong>del</strong> Monumento ai Caduti di tutte le<br />
guerre; la cerimonia, preceduta dalla celebrazione <strong>del</strong>la S.<br />
Messa officiata dall’arciprete Don Antonio Cipriano, ha<br />
avuto luogo in piazza “Caronesi nel Mondo”, raggiunta in<br />
Caronia (ME): Inaugurazione <strong>del</strong> Monumento<br />
ai Caduti di tutte le guerre<br />
corteo dalla folla. Il sindaco, Arch. Rino Bellingheri, e il<br />
prefetto Francesco Alecci, nei rispettivi interventi, hanno<br />
evidenziato il valore storico <strong>del</strong> Monumento ai Caduti. Il<br />
Monumento è stato poi scoperto dal Sindaco con al suo<br />
fianco il reduce di guerra Biagio Di Dino. Le autorità<br />
hanno deposto una corona, mentre i ragazzi <strong>del</strong>le scuole<br />
elementari e medie di Caronia hanno deposto un fiore<br />
per ogni Caduto;<br />
– il 19 agosto 2011, presso la Caserma “Emilio Ainis”di<br />
Messina, sede <strong>del</strong> 24° Reggimento Artiglieria<br />
Terrestre “Peloritani”, Socio d’Onore, si è svolta la<br />
cerimonia <strong>del</strong> cambio <strong>del</strong> Comandante, tra l’uscente Col.<br />
a.(ter.) ISMMI Davide Di Bartolo e il subentrante<br />
Comandante, Col. a.(ter.) ISMMI Aldo Maria Vergano, alla<br />
presenza <strong>del</strong> Col. Antonio Alecci, Comandante <strong>del</strong> distaccamento<br />
<strong>del</strong>la Brigata Meccanizzata “Aosta”, <strong>del</strong>le massime<br />
autorità civili e militari ed Associazioni d’Arma <strong>del</strong>la<br />
provincia;<br />
– il 26 agosto 2011, presso la base navale Marisicilia-<br />
Messina, si è svolta la cerimonia <strong>del</strong> passaggio di consegne<br />
tra l’uscente C.V. (CP) Angelino Cianci, titolare<br />
<strong>del</strong>l’Autorità Marittima <strong>del</strong>la Navigazione <strong>del</strong>lo Stretto di<br />
Messina, e il subentrante Comandante, Cap. V. Antonino<br />
Samiani; il comandante uscente, nel suo saluto, ha fatto il<br />
bilancio <strong>del</strong> triennio, evidenziato i risultati ottenuti, sottolineando<br />
in particolare la maggiore sicurezza raggiunta<br />
nella navigazione <strong>del</strong>lo Stretto.<br />
PADOVA<br />
La Federazione di Padova, nell'ambito <strong>del</strong>le celebrazioni<br />
<strong>del</strong> 150° Anniversario <strong>del</strong>l'Unità d'Italia, ha promosso e si è<br />
resa partecipe di vari eventi. In primis é stato pubblicato un<br />
opuscolo stampato in più di 100 copie dal titolo “Il Glorioso<br />
Risorgimento", che è stato distribuito ad Enti ed Associazioni<br />
d' Arma in occasione <strong>del</strong>la cerimonia <strong>del</strong> 17 marzo 2011, partecipando<br />
inoltre a numerosi incontri con l'Università di<br />
Padova Decorata con Medaglia d'Oro al Valor Militare.<br />
Padova: incontro con l’Università<br />
POTENZA<br />
Il 13 agosto 2011 la Federazione prende parte attiva all’iniziativa<br />
“I Vietresi per la Patria” , a Vietri di Potenza, con la<br />
quale si ricorda l’eroismo di tutti i vietresi che hanno combattuto<br />
con valore dal 1860 alla seconda guerra mondiale. Il<br />
Sindaco di Vietri, Giuseppe Pitta, ha conferito un’attestazione<br />
di benemerenza ai 25 reduci <strong>del</strong> secondo conflitto presenti. Il<br />
Commissario Galasso ha tenuto un discorso su “I Vietresi per<br />
la Patria”, ricordando il Valor Militare <strong>del</strong> gen. Camillo<br />
Boldoni (presente il pronipote venuto da Bologna) che fu il<br />
41
Capo Militare <strong>del</strong>l’Insurrezione Lucana nel 1860, Decorato<br />
con l’Ordine Militare di Savoia.<br />
Vietri di Potenza (PZ):<br />
Ricordato il gen. Boldoni<br />
ROMA<br />
La Federazione Provinciale di Roma ci ha comunicato la<br />
partecipazione ai seguenti eventi e cerimonie:<br />
– il 12 giugno 2011, il Segretario-Tesoriere Dott. Stefano<br />
Pighini, ha partecipato, su invito <strong>del</strong> Sindaco Giovanni<br />
Alemanno, alla cerimonia per l'apertura al pubblico <strong>del</strong><br />
Parco dei Martiri di Forte Bravetta e alla cerimonia per il 67°<br />
anniversario <strong>del</strong>la Liberazione di Roma durante la quale, per<br />
commemorare i molti resistenti romani fucilati durante<br />
l'occupazione tedesca, è stata deposta una corona di alloro.<br />
Presenti il Presidente <strong>del</strong> XVI Municipio e varie<br />
Autorita civili oltre alcuni Labari di Associazioni e molte<br />
Bandiere. Successivamente, ha avuto luogo la cerimonia di<br />
rievocazione <strong>del</strong>le Truppe Alleate in Via dei Fori Imperiali,<br />
con una parata storica di mezzi originali <strong>del</strong>l'epoca;<br />
Roma: Cerimonie di apertura <strong>del</strong> Parco dei<br />
Martiri di Forte Bravetta<br />
– il 22 giugno2011, nella piazza <strong>del</strong> Campidoglio è avvenuta<br />
la cerimonia di consegna <strong>del</strong>la Medaglia d'Oro di Roma<br />
Capitale alla Bandiera <strong>del</strong> Corpo Militare <strong>del</strong>la Croce Rossa<br />
Italiana. Dopo i Onori al Reparto di formazione, il<br />
Sindaco di Roma, Giovanni Alemanno, alla presenza di<br />
numerose autorità, tra cui il Comandante <strong>del</strong> Corpo di<br />
Polizia di Roma Capitale, Angelo Giuliani e il<br />
Commissario Straordinario <strong>del</strong>la Croce Rossa Italiana,<br />
avv. Francesco Rocca, ha consegnato all’Ispettore<br />
Nazionale <strong>del</strong> Corpo Militare, Magg. Gen. Gabriele<br />
Lupini, la Medaglia d'Oro e la pergamena con la seguente<br />
motivazione: "Sin dalla sua costituzione il Corpo Militare<br />
<strong>del</strong>la Croce Rossa Italiana ha dimostrato esemplare perizia<br />
professionale, encomiabile impegno ed altissimo senso di solidarietà<br />
umana, prodigandosi in una costante e meritoria attività<br />
di soccorso alle popolazioni in ambito nazionale ed internazionale.<br />
Il prezioso contributo e i molteplici interventi effettuati<br />
con assoluta dedizione in collaborazione con il Corpo di<br />
Polizia di Roma Capitale hanno sempre corrisposto ai bisogni<br />
<strong>del</strong>la cittadinanza di Roma, riscuotendo l'unanime riconoscenza".<br />
La Federazione Roma <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> era rappresentata<br />
dall’Ing. Camillo Pariset, Presidente <strong>del</strong><br />
Collegio Provinciale dei Sindaci;<br />
– Il 5 luglio, in piazza <strong>del</strong><br />
Campidoglio, si é celebrato<br />
il 145° Annuale<br />
<strong>del</strong>la Fondazione <strong>del</strong><br />
Corpo Militare e il 103°<br />
<strong>del</strong> Corpo <strong>del</strong>le Infermiere<br />
Roma: Medaglia<br />
d’Oro al Corpo<br />
Militare <strong>del</strong>la C.R.I.<br />
Volontarie <strong>del</strong>la Croce<br />
–<br />
Rossa Italiana. L'evento è<br />
stato celebrato per la<br />
prima volta insieme dai<br />
due Corpi, ausiliari <strong>del</strong>le<br />
Forze Armate, in occasione<br />
dei festeggiamenti<br />
per i 150 anni <strong>del</strong>l'Unità<br />
d'Italia. Numerose le<br />
Autorità presenti, tra cui<br />
il Ministro <strong>del</strong>la Difesa,<br />
On. Avv. Ignazio La Russa, il Ministro <strong>del</strong>la Sanità, On.<br />
Prof. Ferruccio Fazio, il Ministro <strong>del</strong>la Gioventù, On.<br />
Giorgia Meloni, l'On. Arturo Parisi, già Ministro <strong>del</strong>la<br />
Difesa, il Sottosegretario di Stato alla Difesa, On. Guido<br />
Crosetto, il Capo di Stato Maggiore <strong>del</strong>la Difesa, Gen.<br />
Biagio Abrate, e il Commissario Straordinario <strong>del</strong>la<br />
Croce Rossa Italiana, Avv. Francesco Rocca, oltre ad altre<br />
autorità civili, militari e religiose. Per la Federazione di<br />
Roma era presente l’Ing. Camillo Pariset, Presidente<br />
<strong>del</strong> Collegio Provinciale dei Sindaci. Dopo lo schieramento<br />
dei reparti e gli onori resi alle Bandiere dei due Corpi<br />
ausiliari CRI, al Gonfalone di Roma Capitale ed ai Labari<br />
<strong>del</strong>le Associazioni Combattentische e d'Arma, sono<br />
seguiti gli interventi <strong>del</strong> Commissario Straordinario e <strong>del</strong><br />
Ministro <strong>del</strong>la Difesa. La cerimonia è proseguita con la<br />
consegna <strong>del</strong>le Onorificenze al Merito <strong>del</strong>la Croce Rossa<br />
Italiana. Due Medaglie d'Oro sono state conferite rispettivamente<br />
al Generale di Corpo d'Armata Vincenzo<br />
Lops, socio di questa Federazione, ed al Generale di<br />
Brigata Francesco Orsini. Tre le Medaglie d'Argento: al<br />
Generale di Corpo d'Armata Aldo Cinelli ed ai marescialli<br />
<strong>del</strong> Corpo Militare Marco Ilarioni e Bruno Cavalli.<br />
Sono stati poi consegnati 11 Diplomi di Benemerenza con<br />
Medaglia di Prima Classe;<br />
Nell’ambito <strong>del</strong>le celebrazioni per i 150 anni <strong>del</strong>l’Unità<br />
d’Italia, l’Amministrazione Capitolina ha voluto rendere<br />
omaggio a Goffredo Mameli, il 6 luglio, anniversario<br />
<strong>del</strong>la sua morte avvenuta per le ferite riportate nella battaglia<br />
<strong>del</strong> Vascello durante la difesa <strong>del</strong>la Repubblica<br />
Romana <strong>del</strong> 1849, con la deposizione di una corona di<br />
alloro al Mausoleo Ossario Garibaldino sul Gianicolo, che<br />
raccoglie dal 1941 le spoglie dei Caduti di tale epopea<br />
risorgimentale ed è stato nell’occasione restaurato. Alla<br />
cerimonia di commemorazione hanno partecipato il<br />
generale Antonino Torre, Consigliere <strong>del</strong>l’Assemblea di<br />
Roma Capitale, la Dott.ssa Anna Maria Cerioni, Curatore<br />
storico <strong>del</strong>l’arte presso la Sovrintendenza capitolina, il<br />
Roma: Monumento ai Caduti <strong>del</strong>la Repubblica<br />
Romana <strong>del</strong> 1849 sul Gianicolo<br />
42 IL NASTRO AZZURRO
Dott. Aladino Lombardi, Segretario Generale ANFIM, il<br />
Prof. Massimo Scioscioli, Presidente <strong>del</strong>Ia Sezione di<br />
Roma <strong>del</strong>l’Associazione Mazziniana Italiana, il Prof.<br />
Franco Tamassia, Direttore <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> Internazionale di<br />
studi “Giuseppe Garibaldi” e, in rappresentanza <strong>del</strong>la<br />
Federazione Provinciale di Roma <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong><br />
<strong>Azzurro</strong>, la Consigliera, Dott.ssa Anna Maria Menotti,<br />
pronipote di Ciro Menotti, patriota <strong>del</strong> Risorgimento e<br />
<strong>del</strong>l’Italia unita con Roma Capitale;<br />
– l’8 luglio 2011, alcuni<br />
Soci <strong>del</strong>la Federazione<br />
hanno partecipato alla<br />
Santa Messa celebrata in<br />
ricordo <strong>del</strong> defunto arcivescovo<br />
Arrigo<br />
Pintonello presso la<br />
Cappella <strong>del</strong>l’attuale<br />
Polo Universitario La<br />
Sapienza di Pomezia. La<br />
figura <strong>del</strong>lo scomparso è<br />
stata commemorata in<br />
particolare da Mons.<br />
Giacomino Feminò,<br />
nostro Socio simpatizzante;<br />
– il 20 luglio 2011, nel<br />
porto di Civitavecchia, il Corpo <strong>del</strong>le Capitanerie di Porto -<br />
Guardia Costiera ha festeggiato il 146° Anniversario <strong>del</strong>la<br />
sua costituzione. Alla presenza di numerose Autorità<br />
civili e militari, tra cui il Sen. Altiero Matteoli, Ministro<br />
<strong>del</strong>le Infrastrutture e Trasporti, il Ministro <strong>del</strong>la Salute<br />
Ferruccio Fazio, il Sottosegretario alla Presidenza <strong>del</strong><br />
Consiglio Gianni Letta, il Capo di Stato Maggiore <strong>del</strong>la<br />
Marina Militare e la Presidente <strong>del</strong>la Regione Lazio, il<br />
Comandante Generale <strong>del</strong> Corpo, Amm. Isp. Capo<br />
Marco Brusco, ha ricordato “... come il Corpo <strong>del</strong>le<br />
Capitanerie di porto rappresenti una <strong>del</strong>le prime Istituzioni,<br />
se non addirittura la prima, voluta dal nuovo Stato unitario<br />
...”. Successivamente sono stati consegnati riconoscimenti<br />
ai militari distintisi per atti di eroismo in mare. Tra questi,<br />
l’Encomio Solenne al Tenente di Vascello Antonio Morana,<br />
Comandante <strong>del</strong>l’Ufficio Circondariale Marittimo di<br />
Lampedusa, per “il raro esempio di abnegazione, elevatissimo<br />
senso <strong>del</strong>lo Stato, <strong>del</strong> dovere e <strong>del</strong>la responsabilità” dimostrate<br />
nelle complesse situazioni legate al fenomeno<br />
migratorio e la Medaglia di Bronzo al Merito Civile consegnata<br />
allo Stendardo <strong>del</strong>le Unità Navali <strong>del</strong>la Guardia<br />
Costiera per il soccorso prestato ai turisti tuffatisi in mare<br />
per sfuggire all’incendio divampato a Peschici il 24 luglio<br />
2007. La cerimonia è stata preceduta dalla presentazione,<br />
presso il Centro Storico e Culturale <strong>del</strong>la Guardia<br />
Costiera, <strong>del</strong>la mostra storica “Le Capitanerie di Porto nei<br />
150 anni d’Italia...da sempre sul mare” e <strong>del</strong>la mostra foto-<br />
IL NASTRO AZZURRO<br />
Pomezia (RM):<br />
Commemorazione<br />
di mons. Pintonello<br />
Civitavecchia (RM): 146° Anniversario <strong>del</strong><br />
Corpo <strong>del</strong>le capitanerie di Porto<br />
grafica “Lampedusa: porta d’occidente”. Al termine <strong>del</strong>le<br />
celebrazioni, sono state consegnate alle Autorità panamensi<br />
due <strong>del</strong>le quattro Unità Navali previste dall’intesa<br />
sottoscritta nel giugno 2010 tra i governi dei due Paesi.<br />
Presente per la nostra Federazione l’<strong>Azzurro</strong> Ten. p.<br />
Comm. Raul Di Gennaro M.A.V.M.. La Federazione<br />
ringrazia per la collaborazione e la disponibilità ricevuta<br />
dal Comando Generale <strong>del</strong> Corpo <strong>del</strong>le Capitanerie di Porto,<br />
che ha permesso la partecipazione alla cerimonia <strong>del</strong><br />
Labaro provinciale;<br />
– il 25 luglio 2011, alcuni Soci <strong>del</strong>la Federazione hanno partecipato,<br />
su invito <strong>del</strong> Comune di Olevano Romano (RM),<br />
alla celebrazione per il 150° Anniversario <strong>del</strong>l’Unità d’Italia<br />
che l’Amministrazione ha organizzato in collaborazione<br />
con le locali Associazione Centro Studi Musicali e Associazione<br />
Protezione Civile e con il Comando Artiglieria Contraerei di<br />
Sabaudia. Presenti numerose Autorità civili, militari e religiose<br />
e rappresentanti di Associazioni Combattentistiche e<br />
d’Arma. La cerimonia <strong>del</strong>l’Alzabandiera e gli onori militari<br />
al Monumento ai Caduti sono stati preceduti dalla parata<br />
<strong>del</strong>la Banda Musicale. Ha chiuso la celebrazione il concerto<br />
per banda “Note d’Estate 150”;<br />
– il 17 agosto 2011, su invito <strong>del</strong> Comitato pro Loco di<br />
Pretare, frazione a 1000 metri <strong>del</strong> Comune di Arquata<br />
<strong>del</strong> Tronto (AP), il Presidente <strong>del</strong>la Federazione di Roma<br />
e Consigliere Nazionale <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>,<br />
Dott. Comm. Antonio Valeri, ha partecipato alla commemorazione<br />
dei Caduti di tutte le guerre, leggendo la<br />
“Preghiera <strong>del</strong><br />
Decorato” nel<br />
corso <strong>del</strong>la Santa<br />
Messa officiata dal<br />
Parroco, Don. F.<br />
Armandi, nella<br />
Chiesa di San<br />
Rocco. Poi, un<br />
corteo ha raggiunto<br />
il Monumento<br />
dei Caduti,<br />
dove il Presidente<br />
<strong>del</strong>la Comunanza<br />
Agraria<br />
di Pretare, Sig. R.<br />
Ciccolini, ha deposto<br />
una corona<br />
di alloro ed il<br />
Sindaco di Arquata<br />
<strong>del</strong> Tronto,<br />
Olevano Romano (RM):<br />
150° Anniversario<br />
<strong>del</strong>l’Unità d’Italia<br />
Pretare (AP):<br />
Commemorazione dei<br />
Caduti di tutte le guerre<br />
Dott. Domenico Pala, ha chiuso la cerimonia con un<br />
discorso;<br />
– Il 27 agosto 2011, alcuni Soci <strong>del</strong>la Federazione hanno<br />
partecipato, su invito <strong>del</strong> Sindaco di Saracinesco (RM)<br />
Marco Orsola, alla Cerimonia dei Caduti <strong>del</strong> Comune;<br />
43
– il Labaro ha partecipato alla cerimonia a Percile il 3 settembre,<br />
affidato per l'occasione ad un alfiere<br />
<strong>del</strong>l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia.<br />
Percile (RM): Cerimonia rievocativa<br />
ROMA<br />
Sez. Sabina Romana<br />
Domenica 19 giugno, a Mentana si sono ricordate le<br />
gesta <strong>del</strong>l’allora “Guardia doganale” che combatté al fianco di<br />
Garibaldi per Roma Capitale d’Italia. Vasto ed articolato il<br />
protocollo <strong>del</strong>la manifestazione, curato dall’Assessorato alla<br />
cultura mentanese in collaborazione con la presidenza <strong>del</strong><br />
Museo storico e <strong>del</strong>l’A.N.V.R.G. (Ass. Naz. Volontari e Reduci<br />
Garibaldini); numerosa la partecipazione <strong>del</strong>le Forze<br />
<strong>del</strong>l’Ordine, <strong>del</strong>le Associazioni Civili e d’Arma e dei pittoreschi<br />
gruppi garibaldini <strong>del</strong>l’ARTA e <strong>del</strong> gruppo “Marisa” in<br />
uniforme d’epoca. Tra gli altri, il Sindaco di Mentana Altiero<br />
Lodi, il suo Vice Maurizio Ciccolini ed il Vice Sindaco di Fonte<br />
Nuova; notevole presenza di alti ufficiali in uniforme; la<br />
Sezione <strong>del</strong>la Sabina Romana <strong>del</strong>la Federazione di Roma<br />
<strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> fra Decorati al Valor Militare,<br />
il Rotary Club Monterotondo-Mentana, l’Unione Salvo<br />
D’Ac<strong>qui</strong>sto, l’ANSI, l’ANC, la Legione e la Guardia d’Onore<br />
Garibaldina. Perfetto padrone di casa il prof. Francesco<br />
Guidotti, Direttore <strong>del</strong>l’Ara Museale che, in accordo con il<br />
Primo Cittadino, ha scoperto ed affisso a perenne memoria<br />
una targa a ricordo <strong>del</strong>le gesta eroiche dei gloriosi finanzieri<br />
immolatisi nel 1861 per l’Unità d’Italia. A seguire, la solenne<br />
deposizione di una corona di alloro ai piedi <strong>del</strong>l’Ara<br />
Monumentale da parte <strong>del</strong> Rotary Club Monterotondo-<br />
Mentana. A rendere gli offici, il Picchetto d’Onore con trombettiere<br />
<strong>del</strong>la Guardia di Finanza. Essenziali e sentiti gli interventi<br />
dei relatori.<br />
Mentana (RM): Festa <strong>del</strong>le Guardie Doganali<br />
ROVIGO<br />
La Federazione Provinciale di Rovigo ci ha comunicato la<br />
partecipazione ai seguenti eventi e cerimonie:<br />
– il 19 giugno 2011, la Federazione, con il Presidente<br />
Graziano Maron e il suo Alfiere con il Labaro, ha partecipato<br />
per il settimo anno consecutivo, a Trecenta<br />
(RO), alla festa dei Carristi. Iniziata con la Santa Messa<br />
celebrata dal parroco di Trecenta Don Ferdinando Salvan<br />
nella chiesa parrocchiale di San Giorgio, la festa è proseguita<br />
con un corteo che si è diretto al Monumento ai<br />
Caduti che, dopo l'Alzandiera, è stato benedetto. Alla<br />
cerimonia hanno presenziato le Autorità civili cittadine,<br />
le Associazioni d'Arma e un folto pubblico;<br />
Tercenta (RO): Festa dei<br />
Carristi<br />
– il 30 luglio 2011, si è svolta a Porto Viro (RO), nella naturale<br />
pineta di “San Giusto” dai Salesiani, la Festa di San Cristoforo,<br />
Patrono degli Autieri di Nassiriya. Alla cerimonia, consistita in<br />
una Santa Messa in pineta, hanno partecipato tutte le autorità<br />
locali e le Associazioni Combattentistiche e d’Arma, nonché<br />
la Federazione di Rovigo con il suo Presidente Graziano<br />
Maron, l’Alfiere ed il Labaro.<br />
Porto Viro (RO): Festa di San Cristoforo<br />
SONDRIO<br />
La Federazione Provinciale di Sondrio ci ha comunicato<br />
la partecipazione ai seguenti eventi e cerimonie:<br />
– ha organizzato nei giorni 10 - 12 giugno 2011 la competizione<br />
di tiro internazionale ISISC 2011 (cfr. n.° 1/2011<br />
pagg. 20 e 21);<br />
– nei giorni 19 e 20 giugno ha partecipato, unitamente alla<br />
Federazione di Bergamo, alla visita al Museo Storico <strong>del</strong>le<br />
Truppe Alpine di Trento, organizzata dalla Società Storica<br />
per la Guerra Bianca. Nell’occasione, ha consegnato il<br />
volume “Appunti di Storia <strong>del</strong> Risorgimento”, edito dalla<br />
Federazione, al Presidente <strong>del</strong> Museo, Gen. Bassett<br />
M.B.V.M.. Inoltre, il Segretario dott. Federico Vido, su<br />
richiesta <strong>del</strong> Socio Col. Med. Riccardo Morlini, ha tenuto<br />
una conferenza sulla Guerra Bianca agli Allievi <strong>del</strong>la<br />
Scuola Militare Theuliè di Milano, presenti ad Edolo per il<br />
Campo Estivo in montagna;<br />
– ha presenziato con il Labaro, portato dall’Alfiere<br />
Arrigo Mattiussi, Consigliere, alle ese<strong>qui</strong>e <strong>del</strong> 1° Av.<br />
44 IL NASTRO AZZURRO
Mario Corbellini M.B.V.M., e di Pio Songini,<br />
entrambi Consiglieri <strong>del</strong>la Federazione;<br />
– ha organizzato, presso il forte Venini di Oga di Valdisotto<br />
(SO), nell’ambito <strong>del</strong> progetto annuale “1848-1918: 70<br />
anni di lotte per l’Unità d’Italia”, la mostra storica “Le tigri<br />
<strong>del</strong>l’Adamello” con le immagini scattate dal Cap. Ing. Aldo<br />
Varenna M.B.V.M. sul fronte <strong>del</strong>l’Adamello;<br />
– ha presenziato, con il Presidente, il Vicepresidente, il<br />
Segretario e la Socia Maristella Ravelli alla commemorazione<br />
<strong>del</strong> Capitano Arnaldo Berni M.B.V.M.<br />
alla memoria, tenutasi al Passo <strong>del</strong> Gavia il 21 agosto<br />
2011;<br />
– ha organizzato, il 27 agosto 2011, unitamente a diverse<br />
Associazioni Svizzere, la seconda edizione <strong>del</strong>la competizione<br />
di Tiro Militare Internazionale “Trofeo<br />
<strong>del</strong>l’Amicizia”.<br />
IL NASTRO AZZURRO<br />
TORINO<br />
La Federazione Provinciale di Torino ci ha comunicato la<br />
partecipazione ai seguenti eventi e cerimonie:<br />
– l’11 giugno, il Labaro <strong>del</strong>la Federazione Provinciale di<br />
Torino <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>, scortato dal<br />
Commissario straordinario Cav. Franco Provero e dal<br />
Sindaco Giovanna Cresta, ha sfilato nell’ambito <strong>del</strong> 19°<br />
Raduno Nazionale <strong>del</strong>l’Associazione Arma Aeronautica e<br />
<strong>del</strong> 17° Raduno Nazionale <strong>del</strong>l’Associazione Nazionale<br />
Aviazione Esercito. Il sorvolo, durante la sfilata, <strong>del</strong>le<br />
Frecce Tricolori, i discorsi <strong>del</strong>le Autorità e la lettura dei<br />
messaggi augurali <strong>del</strong> Capo <strong>del</strong>lo Stato e <strong>del</strong> Ministro<br />
<strong>del</strong>la Difesa, hanno fatto da contraltare alle fanfare, alle<br />
Bandiere di guerra, alle compagnie in armi, ai gonfaloni<br />
<strong>del</strong>la Città di Torino M.O.V.M., <strong>del</strong>la Provincia e<br />
<strong>del</strong>la Regione, ai Medaglieri nazionali;<br />
– ll 19 giugno 2011, la Federazione, rappresentata dal Cav.<br />
Franco Provero, Commissario straordinario, e dal<br />
Sindaco Giovanna Cresta, col Labaro portato da un<br />
Alfiere, ha partecipato al 59° Raduno <strong>del</strong>l’Associazione<br />
Nazionale Bersaglieri, svoltosi a Torino. Nell’occasione, è<br />
stato presentato il nuovo basco nero che sostituisce il<br />
fez color cremisi. Per le cerimonie rimane in uso il tradizionale<br />
cappello piumato. Si è calcolato che abbiano partecipato<br />
al Raduno circa novantamila persone, tra bersaglieri<br />
e familiari, trentamila in corteo per oltre tre ore e<br />
mezzo e migliaia di spettatori sempre molto sensibili al<br />
passaggio <strong>del</strong>le fanfare con i cappelli piumati e al passo di<br />
corsa. Molta curiosità hanno suscitato le “divise storiche”<br />
<strong>del</strong> Corpo e alcuni mezzi di antiquariato: biciclette<br />
restaurate e qualche motocicletta tra cui, molto ammirata,<br />
una Moto Guzzi Alce;<br />
– il 26 giugno 2011, si è svolto il 21° Raduno Nazionale dei<br />
Carabinieri. Quasi cinque ore di sfilata con 1800 sezioni<br />
partecipanti, in rappresentanza di 19 regioni e anche di<br />
<strong>del</strong>egazioni giunte dall’estero. Almeno centomila persone<br />
hanno applaudito la grande sfilata <strong>del</strong>l’Arma, nata a<br />
Torino nel 1814. A chiusura, i mezzi storici, tra cui due<br />
auto Giulietta e lo squadrone <strong>del</strong> 4° Reggimento<br />
Carabinieri a cavallo, che ha reso omaggio al<br />
Medagliere <strong>del</strong>l’Arma e al Generale Leonardo<br />
Gallitelli, Comandante Generale. Numerose le autorità<br />
intervenute, tra cui: il Presidente <strong>del</strong>la Regione Roberto<br />
Cota, il Sindaco di Torino Piero Fassino, il Presidente<br />
<strong>del</strong>la Provincia Antonio Saitta, il Sottosegretario alle<br />
Infrastrutture Bartolomeo Giachino e il Sottosegretario<br />
alla Presidenza <strong>del</strong> Consiglio Carlo Giovanardi, carabiniere<br />
in congedo, che ha sfilato con la Sezione di<br />
Modena e con altri politici <strong>del</strong> Piemonte, che per l’occasione<br />
hanno indossato la bustina da carabiniere in con-<br />
gedo. Presente anche un Alfiere con il Labaro <strong>del</strong>la<br />
Federazione accompagnato dal Commissario straordinario<br />
Cav. Franco Provero e dal Sindaco Giovanna<br />
Cresta;<br />
– il 29 giugno 2011, nella Caserma “Emanuele Filiberto di<br />
Savoia Duca d’Aosta” di Torino è stato celebrato il 237°<br />
Anniversario <strong>del</strong>la Fondazione <strong>del</strong> Corpo <strong>del</strong>la Guardia di<br />
Finanza alla presenza <strong>del</strong>le più alte cariche militari, civili e<br />
religiose <strong>del</strong>la Regione. La Federazione è stata rappresentata<br />
dal Commissario straordinario Cav. Franco<br />
Provero e dal Sindaco Giovanna Cresta. Il Labaro ha<br />
sfilato in posizione preminente con l’Alfiere;<br />
– il 3 luglio 2011 il Raduno Assoarma, ha chiuso la serie di<br />
sfilate militari a Torino per il 150° Anniversario <strong>del</strong>l'Unità<br />
d'Italia. Il raduno, coordinato egregiamente dal Gen. di<br />
C.A. Franco Cravarezza, ha interessato le principali<br />
vie <strong>del</strong> centro cittadino, con schieramento, rassegna,<br />
onori, messaggi e allocuzioni nella piazza San Carlo. Un<br />
magistrale lancio di paracadutisti è stato il clou <strong>del</strong>la<br />
manifestazione. I soci <strong>del</strong>la Federazione, con il loro<br />
Commissario Straordinario Cav. Franco Provero, si<br />
sono stretti attorno al loro Labaro sfilando alla testa dei<br />
radunisti (34 Associazioni diverse), prestando anche servizio<br />
di Alfiere e Scorta al Labaro Nazionale, con il<br />
Presidente Nazionale Carlo Maria Magnani.<br />
TRIESTE<br />
Il 10 giugno 2011 si è celebrata a Trieste la Festa <strong>del</strong>la<br />
Marina Militare. La cerimonia si è svolta presso la sede <strong>del</strong>la<br />
Capitaneria di Porto alla presenza <strong>del</strong>le massime autorità<br />
locali. La sfilata <strong>del</strong>le Associazioni Combattentistiche e<br />
d’Arma era preceduta dal Labaro <strong>del</strong>la Federazione <strong>del</strong><br />
<strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> accompagnato dal suo Presidente dott.<br />
Giuseppe Vuxani.<br />
Trieste: Festa <strong>del</strong>la Marina Militare<br />
VENEZIA<br />
Il 10 giugno 2011, alla presenza di Autorità Militari e<br />
Civili, il Labaro <strong>del</strong>la Federazione ha presenziato e sfilato<br />
alla Festa <strong>del</strong>la Marina Militare. Durante la Cerimonia,<br />
l'Amm. Roberto Frassetto ha donato alla Marina<br />
Militare la sua sciabola e la sua Medaglia d'Oro al Valor<br />
Militare, ricevuta per l'azione avvenuta a Malta nel 1941,<br />
perché siano di esempio per chi crede in un ideale e all'amor<br />
di Patria fino all’estremo sacrificio. Per questa fulgida<br />
operazione furono assegnate 8 Medaglie d'Oro, di cui<br />
7 alla memoria, 14 Medaglie d'Argento, 6 Medaglie di<br />
Bronzo. I cimeli sono stati presi in consegna da un Allievo<br />
<strong>del</strong> l° corso <strong>del</strong>l'Accademia <strong>del</strong>la Marina Militare di<br />
Livorno.<br />
45
MANUALE D’INTELLIGENCE di Antonella Colonna<br />
Vilasi - Città <strong>del</strong> Sole Edizioni - ISBN 978-88-7351-470-1 -<br />
pagg. 145 - Euro 14,00<br />
Considerata un’esperta di servizi segreti, storica, giurista,<br />
internazionalista e criminologa, l’autrice svolge attività di<br />
docenza in vari atenei italiani ed è un’affermata saggista. Tra<br />
i suoi molteplici campi d’indagine particolare importanza<br />
riveste il tema <strong>del</strong>l’intelligence,<br />
cui ha dedicato,<br />
prima autrice europea,<br />
una trilogia. Ma ecco, in<br />
sintesi, il contenuto <strong>del</strong><br />
Volume. Oltre alla prefazione<br />
<strong>del</strong> giornalista<br />
Stefano Folli, che elogia<br />
l’approccio oggettivo <strong>del</strong>la<br />
scrittrice alla materia,<br />
l’Introduzione è affidata<br />
all’ammiraglio Pierre<br />
Lacoste (già direttore<br />
<strong>del</strong>la Dgse francese), che<br />
insiste sull’importanza<br />
<strong>del</strong>le iniziative volte ad<br />
informare il cittadino sull’argomento.<br />
In coda possiamo<br />
leggere un’intervista<br />
ad Alfredo Mantici (già<br />
capo <strong>del</strong> Dipartimento di<br />
analisi <strong>del</strong> Sisde), esperto di terrorismo.<br />
Strutturato in due capitoli, il volume soddisfa appieno l’obiettivo<br />
<strong>del</strong>l’autrice di avvicinare alla materia trattata, spesso<br />
confinata ai circoli di esperti, un pubblico vasto. L’opera<br />
accosta due percorsi espositivi principali: la trattazione<br />
degli elementi fondanti, ovvero la storia <strong>del</strong>l’intelligence e la<br />
descrizione dettagliata dei suoi processi di funzionamento,<br />
e la presentazione <strong>del</strong>le nuove sfide che si affacciano sul<br />
panorama geopolitico internazionale. I servizi d’intelligence<br />
sono in conclusione chiamati a rinnovarsi nell’ottica di un<br />
espletamento ancor più capillare <strong>del</strong>le proprie funzioni in<br />
vista <strong>del</strong>la sicurezza degli stati nazionali nel quadro globale<br />
attuale.<br />
ROMA RICORDA I SUOI LIBERATORI di Harry<br />
Shindler - Librati Editore - Pagg. 290 - ISBN 9-788887-<br />
691573 - 15,00 Euro<br />
Il libro di Shindler è una pubblicazione singolare. In primo<br />
luogo perché è la storia di un piccolo monumento molto<br />
recente, anche se riallacciato<br />
alle drammatiche vicende<br />
<strong>del</strong>la prima metà <strong>del</strong>lo scorso<br />
secolo e agli altri ideali<br />
per i quali tanta gioventù<br />
d'Europa e d'oltreoceano<br />
perdette la vita. In secondo<br />
luogo perché è scritto da un<br />
militare inglese, che in quelle<br />
vicende visse i suoi sei<br />
anni di servizio in guerra e<br />
che è tornato a vivere in<br />
Italia dopo aver partecipato<br />
alla seconda guerra mondiale<br />
in Nord Africa, dallo sbarco<br />
di Anzio <strong>del</strong> 21-22 gennaio<br />
1944, sino allo sfondamento<br />
<strong>del</strong>la linea gotica <strong>del</strong><br />
RECENSIONI<br />
Marzo-Aprile 1945. In terzo luogo perché è scritto con una<br />
spontaneità, e talora ingenuità, che si addicono più al linguaggio<br />
parlato che a quello scritto, pur essendo frutto di<br />
grande comprensione <strong>del</strong>la causa per cui si è vissuti, di consapevolezza,<br />
di non dissipata preoccupazione per il futuro.<br />
Leggendo questo libro ci si rende conto che il suo autore<br />
non è il solito "turista" che, dopo un breve soggiorno in un<br />
paese pretende di trascriverne usi e costumi, ma si tratta di<br />
un ex militare britannico che ha servito in questo paese<br />
durante la seconda guerra mondiale, da Napoli a Trieste, e<br />
nel quale ha vissuto da civile negli ultimi venticinque anni. E<br />
<strong>qui</strong>ndi ne testimonia profondo affetto per l'Italia e la sua<br />
gente.<br />
Forse non è comune scrivere un libro sulla storia di un<br />
monumento, ma questo è speciale. Infatti, Roma possiede<br />
molti monumenti dedicati a coloro che l'hanno fatta grande.<br />
Questo monumento è dedicato a coloro che l'hanno<br />
resa libera.<br />
23. UN ECCIDIO A BOLZANO di Carla Giacomozzi -<br />
Archivio Storico città di Bolzano - pagg.154 - Illustrato a<br />
colori - ISBN 88-901870-6-9 - Può essere richiesto direttamente<br />
all’Archivio Storico di Bolzano www.comune.bolzano.it<br />
La storia di Bolzano nel Novecento rappresenta per la città<br />
un'eredità molto difficile, come <strong>del</strong> resto testimoniano i<br />
fatti di sangue trattati in questo volume.<br />
Quando, il 12 settembre 1944, ventitrè prigionieri <strong>del</strong> Lager<br />
di Bolzano furono uccisi dalla Gestapo nella zona <strong>del</strong>le<br />
caserme di Aslago-Oltrisarco, le forze <strong>del</strong>l' Asse si stavano<br />
ormai ritirando da tutti i fronti <strong>del</strong>la Seconda guerra mondiale,<br />
la Germania e il<br />
Giappone erano prossimi<br />
all'annientamento e il<br />
governo fantoccio fascista<br />
<strong>del</strong>l'Italia settentrionale<br />
stava crollando.<br />
Un dispotismo sull' orlo<br />
<strong>del</strong> collasso moltiplica il<br />
proprio potenziale di<br />
distruzione quanto più è<br />
messo alle strette e la<br />
Storia è prodiga di esempi<br />
di questo tipo: l'uccisione<br />
di milioni di persone<br />
nei Lager <strong>del</strong> Terzo<br />
Reich raggiunge proprio<br />
in questa fase il suo tragico<br />
culmine. Anche la<br />
Repubblica di Salò, ultimo<br />
esercizio di potere da parte di Mussolini per 'grazia' di<br />
Hitler, condannò a morte quanti più oppositori possibile, in<br />
un'inaudita orgia di potere. Non è un caso <strong>del</strong> resto che<br />
molti di coloro che vennero uccisi dalle guardie repubblichine<br />
erano stati trasferiti dalle prigioni tedesche. Bolzano,<br />
la città <strong>del</strong>le due dittature: il fascismo e il nazismo si sono<br />
<strong>qui</strong> incontrati in una sorta di unione <strong>del</strong> male che ha lasciato<br />
dietro di sé una lunga scia di sangue che si è tentato<br />
spesso di negare ma che risulta invece ben evidente.<br />
Il lavoro di studio e ricerca di Carla Giacomozzi, presentato<br />
in questo volume, permette ora di fare chiarezza su<br />
quanto realmente avvenuto a Bolzano il 12 settembre <strong>del</strong><br />
1944, restituendo così alle vittime <strong>del</strong>l'eccidio la possibilità<br />
di un pubblico ricordo.<br />
46 IL NASTRO AZZURRO
AZZURRI NELL’AZZURRO DEI CIELI<br />
FED. AREZZO: <strong>Azzurro</strong> Portilio NATALIZI BOLDI<br />
(M.B.V.M.); Sig.ra Lina ROTESI vedova <strong>del</strong>l'<strong>Azzurro</strong><br />
Vincenzo FAULI (C.G.V.M.); S. Capo M.M. Nicola VONA<br />
(C.G.V.M.).<br />
FED. BRESCIA: Sig. Paolo BRACCHI; Ing. Giulio FER-<br />
RARI; Sig.ra Domenica Carmelina GUARINELLI ANGO-<br />
SCINI; Sig. Mario MAFFEZZONI; Sig. Luigi Ernesto<br />
MORA; Sig.ra Maria PANCHERI, vedova <strong>del</strong>l’<strong>Azzurro</strong><br />
Giovanni MAFESSONI; Sig. Giovanni PEDRAZZI.<br />
FED. BRINDISI: M.llo 1° cl. A.M. Carmelo CASTELLA-<br />
NO.<br />
FED. CAMPOBASSO: Bersagliere Nicandro SARACI-<br />
NO.<br />
FED. CUNEO – Sezione Borgo San Dalmazzo: Sig.<br />
Italo PELLEGRINO, già Commissario <strong>del</strong>la Sezione;<br />
Sezione Saluzzo: N.H. Giuseppe SICCARDI.<br />
FED. FIRENZE: Sig.ra Elvira RUGIADI.<br />
FED. RIMINI: Sig. Francesco CONTENTO.<br />
IL NASTRO AZZURRO<br />
FED. ROMA: Tenente di Artiglieria Dott. Eugenio<br />
DE FALCO (M.A.V.M.); Conte Dott. Ing. Goffredo MAN-<br />
FREDI (M.A.V.M.); <strong>Azzurro</strong> Stefano MANGIAVACCHI<br />
(M.A.V.M.); Capitano di Vascello (T.O.) Ing. Cav. Giuseppe<br />
PRESTI (2 M.A.V.M. - M.B.V.M. - Avanz.M.G. - E.S.); Prof.ssa<br />
Gabriella RATTU, vedova <strong>del</strong>l’<strong>Azzurro</strong> Mario ACQUAVI-<br />
VA (M.B.V.M. ‘sul campo’); Sig.ra Livia BASTIANI, vedova<br />
<strong>del</strong>l’<strong>Azzurro</strong> Angelo Sante BASTIANI (M.O.V.M. - 5<br />
M.A.V.M. - C.G.V. M. - Prom. M.G. - Amm. Carr. Cont. M.G.).<br />
FED. SIENA: <strong>Azzurro</strong> Giorgio BELLI (M.B.V.M.); Sig.ra<br />
Mara LILLI, figlia <strong>del</strong> Capitano Egisto Lilli (M.O.V.M. ‘alla<br />
memoria’).<br />
FED. TREVISO: <strong>Azzurro</strong> Giordano PRAVISANI<br />
(M.B.V.M.).<br />
FED. VARESE: Sig.ra Graziosa DAL BOSCO BOSARO.<br />
Alle famiglie colpite da queste dolorose perdite giungano le<br />
espressioni <strong>del</strong> più vivo cordoglio <strong>del</strong>la Presidenza Nazionale e<br />
di tutti gli Azzurri.<br />
POTENZIAMENTO GIORNALE<br />
Su segnalazione <strong>del</strong>le Federazioni interessate pubblichiamo i seguenti “ERRATA CORRIGE”<br />
N.° 6-2011 pag. 40 - Fed. Grosseto: “... Presidente Giovanni SCLANO ...” e non SALERNO<br />
“... Ten. Vasc. CP Giorgio CAPOZZELLA ...”<br />
N. 1-2012 pag. 24 - Fed. Brescia: APERTURA: “Mercoledì dalle 15,00 alle 17,00 su appuntamento”<br />
pag. 26 - Fed. Torino: APERTURA: “Lunedì e Giovedì dalle 15,00 alle 17,00”<br />
47
1) Distintivi con decorazione e Dame Patronesse<br />
2) Distintivi dorati: piccoli, medi e grandi<br />
3) Portachiavi smaltato<br />
4) Orologio<br />
5) Crest grande<br />
6 Labaretto<br />
7) Emblema Araldico<br />
8) Cartolina, cartoncino doppio e busta<br />
9) Fermacarte in onice<br />
10) Posacenere<br />
11) Attestato di Benemerenza<br />
12) Cravatta: disponibile in polyestere e seta<br />
13) Foulards in seta<br />
14) Mug<br />
15) Fermacarte peltro<br />
16) Copricapo a bustina<br />
17) Quadro con emblema araldico <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong><br />
Tutta l’oggettistica è in vendita presso le Federazioni che, in caso di carenza di materiale, possono richiederla alla Presidenza<br />
Nazionale <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong>. Le spese di spedizione saranno a carico <strong>del</strong>le Federazioni ed aggiunte al costo <strong>del</strong> materiale.