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Numero n.52 - Associazione Italiana Sindrome di Rett

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FINANZIAMENTO AIR<br />

CON<br />

STUDI IN CORSO<br />

la variante a linguaggio conservato<br />

della sindrome <strong>di</strong> rett,<br />

recentemente rinominata variante<br />

zappella (z-rtt), è caratterizzata<br />

da un decorso clinico più favorevole<br />

rispetto alla forma classica<br />

(zappella 1992; renieri et al.<br />

2009). durante il terzo sta<strong>di</strong>o, le<br />

pazienti z-rtt recuperano alcune<br />

abilità precedentemente perdute:<br />

iniziano a comunicare con brevi<br />

frasi solitamente in terza persona<br />

e si osserva un miglioramento<br />

nell’uso delle mani. la loro capacità<br />

motoria migliora a tal punto<br />

che alcune bambine sono in grado<br />

<strong>di</strong> salire e scendere le scale<br />

autonomamente. le z-rtt, <strong>di</strong>versamente<br />

dalle rtt classiche,<br />

presentano in genere una circonferenza<br />

cranica normale, un peso<br />

ed una statura nella norma ed una<br />

cifoscoliosi più lieve (zappella et<br />

al. 2001; renieri et al. 2009). sia<br />

la forma classica che la variante<br />

zappella sono causate da mutazioni<br />

nel gene MECP2 (de Bona<br />

et al. 2000, zappella et al. 2003).<br />

il tipo <strong>di</strong> mutazione è spesso simile,<br />

in alcuni casi identico nei due<br />

quadri clinici (scala et al. 2007).<br />

dal 1999 ad oggi presso l’u.o.C.<br />

Genetica me<strong>di</strong>ca del Policlinico<br />

santa maria alle scotte <strong>di</strong> siena,<br />

in collaborazione con il reparto <strong>di</strong><br />

neuropsichiatria infantile, sono<br />

state valutate numerose bambine<br />

e ragazze con mutazione del<br />

gene MECP2. i dati clinici ed il<br />

materiale biologico sono stati rac-<br />

vivirett 52/2009<br />

colti nella biobanca della sindrome<br />

<strong>di</strong> rett che al momento attuale<br />

include 131 rtt classiche e 21 zrtt<br />

(http://www.biobank.unisi.it)<br />

(sampieri et al. 2007). sono inoltre<br />

presenti due rari casi familiari<br />

con due coppie <strong>di</strong> sorelle rtt, in<br />

cui una sorella è affetta dalla forma<br />

classica e l’altra dalla variante<br />

zappella. in ciascuna coppia <strong>di</strong><br />

sorelle è presente la stessa mutazione<br />

in MECP2 e inattivazione<br />

del cromosoma X bilanciata.<br />

questi dati chiaramente suggeriscono<br />

che fattori come il tipo <strong>di</strong><br />

mutazione in MECP2 e/o lo stato<br />

<strong>di</strong> inattivazione del cromosoma X<br />

non sono sufficienti a spiegare la<br />

variabilità clinica che si osserva<br />

nelle pazienti rtt e che altri fattori<br />

genetici devono essere coinvolti.<br />

stu<strong>di</strong> genetici<br />

stu<strong>di</strong>o delle <strong>di</strong>fferenze genetiche<br />

tra la forma classica e la variante<br />

Zappella della sindrome <strong>di</strong> <strong>Rett</strong><br />

delineare strategie terapeutiche volte ad attenuare la sintomatologia: è questo lo scopo<br />

<strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o sui fattori genetici che determinano le <strong>di</strong>fferenze tra la forma classica e la<br />

variante a linguaggio conservato della malattia.<br />

maria antonietta mencarelli - alessandra renieri,<br />

Genetica me<strong>di</strong>ca, Policlinico santa maria alle scotte, siena<br />

il progetto attualmente in corso<br />

presso l’u.o.C. Genetica me<strong>di</strong>ca<br />

del Policlinico santa maria alle<br />

scotte <strong>di</strong> siena prevede l’applicazione<br />

<strong>di</strong> due strategie al fine<br />

<strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare i fattori alla base <strong>di</strong><br />

tale variabilità clinica, attraverso il<br />

riconoscimento dei quali potrà essere<br />

possibile delineare strategie<br />

terapeutiche volte ad un miglioramento<br />

della sintomatologia.<br />

entrambi gli approcci sono volti<br />

all’identificazione <strong>di</strong> fattori che<br />

possano modulare la sintomatologia<br />

clinica in presenza della mutazione<br />

nel gene MECP2.<br />

il primo approccio è basato sulla<br />

ricerca <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenze significative<br />

nelle frequenze <strong>di</strong> polimorfismi<br />

che coinvolgono un singolo nucle-<br />

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