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Numero n.52 - Associazione Italiana Sindrome di Rett

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stu<strong>di</strong> genetici<br />

tà serina-treonina chinasi la cui<br />

espressione durante lo sviluppo<br />

cerebrale murino presenta ampie<br />

zone <strong>di</strong> sovrapposizione con il<br />

profilo <strong>di</strong> espressione <strong>di</strong> meCP2<br />

(mari f, 2005). recentemente il<br />

nostro gruppo ha identificato un<br />

terzo gene coinvolto della variante<br />

congenita della sindrome <strong>di</strong> rett:<br />

il gene FOXG1 (Ariani F, 2008). Si<br />

tratta <strong>di</strong> un gene che co<strong>di</strong>fica per<br />

una proteina che, come meCP2,<br />

agisce da regolatore trascrizionale,<br />

ma che esercita un ruolo fondamentale<br />

nelle prime fasi <strong>di</strong> sviluppo<br />

del cervello (Yao J, 2001, tan<br />

K, 2003). infatti la proteina foxG1<br />

viene espressa nelle fasi precoci<br />

dello sviluppo, cioè durante la vita<br />

embrionale, a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> quanto<br />

avviene per meCP2 che invece<br />

raggiunge la sua massima espressione<br />

dopo la nascita e questo potrebbe<br />

spiegare l’insorgenza precoce<br />

dei sintomi rispetto alla forma<br />

classica (tao W, 1992). dato<br />

che mutazioni in MECP2 e FOXG1<br />

causano un quadro clinico simile,<br />

abbiamo iniziato a stu<strong>di</strong>are se le<br />

due proteine possano interagire a<br />

qualche livello. in collaborazione<br />

con il gruppo del dr. Vania Broccoli,<br />

presso l’istituto scientifico<br />

san raffaele <strong>di</strong> milano, abbiamo<br />

quin<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>ato in dettaglio la loro<br />

espressione nel cervello <strong>di</strong> topo a<br />

livello pre e post-natale. da questi<br />

stu<strong>di</strong> è emerso che, nella cortec-<br />

cia cerebrale, FOXG1 è espresso<br />

anche dopo la nascita, seppure<br />

a livelli inferiori rispetto alla vita<br />

fetale (Ariani F, 2008). Inoltre, a<br />

livello <strong>di</strong> singola cellula, è stato<br />

<strong>di</strong>mostrato che anche la proteina<br />

foxG1è localizzata nel nucleo ma,<br />

a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> meCP2, non sembra<br />

essere associata stabilmente<br />

alla eterocromatina (ariani f,<br />

2008). Questi dati, seppur ancora<br />

preliminari, sembrano in<strong>di</strong>care<br />

che le vie <strong>di</strong> segnalazione delle<br />

due proteine potrebbero essere<br />

in qualche modo interconnesse. È<br />

però anche possibile che tale connessione<br />

non si verifichi e che le<br />

due proteine agiscano come fattori<br />

<strong>di</strong> regolazione a <strong>di</strong>versi sta<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> sviluppo nel processo che porta<br />

alla completa formazione della<br />

corteccia cerebrale, dalle fasi iniziali<br />

fino alla determinazione delle<br />

connessioni tra neuroni.<br />

nonostante l’intenso sforzo scientifico<br />

de<strong>di</strong>cato dai ricercatori <strong>di</strong><br />

tutto il mondo allo stu<strong>di</strong>o dei meccanismi<br />

molecolari alla base della<br />

rett, le ovvie limitazioni dovute al<br />

fatto che il <strong>di</strong>fetto primario della<br />

malattia riguarda il cervello hanno<br />

impe<strong>di</strong>to fino ad oggi lo sviluppo <strong>di</strong><br />

un buon modello sulle cellule che<br />

rappresentano i bersagli primari<br />

della patologia: i neuroni. questo<br />

ha complicato molto la definizione<br />

e lo stu<strong>di</strong>o dei processi alterati dal<br />

<strong>di</strong>fetto genetico a livello cellulare.<br />

Ciò ha inoltre reso più <strong>di</strong>fficile la<br />

programmazione <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> in vitro<br />

su larga scala tesi a identificare e<br />

testare potenziali farmaci.<br />

un nuovo rivoluzionario proce<strong>di</strong>mento,<br />

chiamato riprogrammazione<br />

genetica, ha recentemente<br />

permesso <strong>di</strong> ottenere cellule<br />

staminali pluripotenti, dette iPs<br />

(induced Pluripotent stem cells)<br />

<strong>di</strong>rettamente da fibroblasti umani<br />

adulti. le cellule iPs hanno potenzialità<br />

paragonabili alle cellule<br />

staminali embrionali primitive e<br />

come quest’ultime, possono essere<br />

cresciute in vitro per lungo tempo,<br />

dare origine ad un numero illimitato<br />

<strong>di</strong> cellule e <strong>di</strong>fferenziare in<br />

qualsiasi tipo cellulare maturo tra<br />

cui neuroni, astrociti, car<strong>di</strong>omiociti,<br />

fibre muscolari e osteociti (takahashi<br />

K, 2007; Yu J, 2007; Park iH,<br />

2008; Lowry WE, 2008). Le cellule<br />

iPs offrono l’importante opportunità<br />

<strong>di</strong> creare un modello innovativo<br />

ed unico in vitro delle malattie genetiche<br />

(Park IH, 2008; Dimos JT,<br />

2008; Ebert AD, 2008). In particolare<br />

per le patologie neurologiche,<br />

è possibile ottenere le iPs dal paziente<br />

e <strong>di</strong>fferenziare quest’ultime<br />

in neuroni maturi generando, così,<br />

cellule umane “malate”. questo<br />

protocollo permette per la prima<br />

volta <strong>di</strong> generare neuroni umani<br />

“malati” in grande quantità ed<br />

accessibili per qualsiasi tipo <strong>di</strong><br />

stu<strong>di</strong>o. la derivazione <strong>di</strong> queste<br />

cellule dai pazienti promette <strong>di</strong><br />

accelerare le scoperte sui meccanismi<br />

eziopatologici e sviluppa<br />

un modello cellulare umano particolarmente<br />

adatto a screening<br />

farmacologici per l’identificazione<br />

<strong>di</strong> molecole terapeutiche.<br />

al fine <strong>di</strong> creare un modello cellulare<br />

che permetta <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are<br />

gli effetti <strong>di</strong> alterazioni molecolari<br />

a carico <strong>di</strong> MECP2, CDKL5 o<br />

FOXG1 <strong>di</strong>rettamente su cellule<br />

neuronali umane, proponiamo <strong>di</strong><br />

utilizzare la tecnologia della riprogrammazione<br />

genetica in collaborazione<br />

con il gruppo del san<br />

14 vivirett 52/2009

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