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di ricordi - Campo de'fiori

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preta il personaggio “fulcro” del film, l’introvabile<br />

Harry Lime, che vede la presenza<br />

anche <strong>di</strong> Alida Valli e Joseph Cotton,<br />

girato in bianco e nero, premiato con la<br />

“Palma d’Oro” al Festival <strong>di</strong> Cannes 1949<br />

e con l’Oscar “per la miglior fotografia”<br />

nel 1950). Tuttavia, per rime<strong>di</strong>are al “virtuosismo”<br />

richiesto per suonare la “cetra<br />

da concerto”, un gruppo <strong>di</strong> liutai Tedeschi<br />

ha pensato <strong>di</strong> semplificarne l’utilizzo, rendendo<br />

più popolare l’approccio allo strumento,<br />

ampliandone gli usi nelle bande<br />

folcloristiche e nelle compagini musicali<br />

de<strong>di</strong>te al repertorio <strong>di</strong> stile “Austriaco-<br />

Bavarese” ... inventandosi, quin<strong>di</strong>, un’e<strong>di</strong>zione<br />

riveduta e semplificata della “cetra<br />

da concerto”, dove NON si deve mo<strong>di</strong>ficare<br />

la lunghezza delle corde melo<strong>di</strong>che e ci<br />

sono degli accor<strong>di</strong> … “pronti per essere<br />

suonati”. Il successo popolare, soprattutto<br />

in Germania-Svizzera ed est della Francia,<br />

è stato favorito dal fatto che i brani da<br />

suonare erano trascritti su <strong>di</strong>agrammi da<br />

mettere sotto le corde e non richiedeva<br />

quin<strong>di</strong> … nessuna conoscenza musicale!<br />

Carlo: <strong>di</strong>rei che è incre<strong>di</strong>bile tutta questa<br />

applicazione intorno al “salterio” o “cetra”<br />

e tutti i suoi derivati… Francesca: ma<br />

non è finita qui. Nella metà del 1800, la<br />

“cetra ad accor<strong>di</strong>” entra, per puro caso,<br />

nel “mondo monastico” Francese … i<br />

monaci, che ignoravano la musica folk,<br />

cercano <strong>di</strong> ritrovare l’antico uso “spirituale”<br />

dello strumento. La “cetra ad accor<strong>di</strong>”<br />

ha prodotto sotto le loro <strong>di</strong>ta una musica<br />

molto <strong>di</strong>versa … più spirituale … che costituisce<br />

il “repertorio classico” della cetra, in<br />

antitesi al repertorio “folk”, anche se sviluppatosi<br />

dopo.<br />

Carlo: abituato a 6 o al massimo 12 corde<br />

<strong>di</strong> una chitarra … quasi mi… mi “lego” con<br />

i tuoi racconti tra corde, bordoni, terze,<br />

quinte, monaci e liutai … ma quanti<br />

modelli ci sono?<br />

Francesca: caro Carlo, mi hai voluto “pizzicare”<br />

sull’argomento e adesso … “salti”<br />

pure tu … per quasi un secolo, dal 1885 al<br />

1975, sono esistiti soltanto cinque modelli<br />

tra<strong>di</strong>zionali <strong>di</strong> “salterio o cetra da concerto”,<br />

fabbricati in Germania e utilizzati prevalentemente<br />

nell’ambito “folk”, poi, come<br />

si <strong>di</strong>ceva prima, sono arrivati i monaci.<br />

Attualmente, i modelli sono <strong>di</strong>versi, te ne<br />

cito alcuni: si parte dalla “cetra <strong>di</strong>atonica”<br />

anche utilizzata dai bambini, con 15 corde<br />

a destra e 3 accor<strong>di</strong> (do-sol-fa) <strong>di</strong> 4 corde<br />

e si sale, per molteplicità <strong>di</strong> corde e combinazione<br />

<strong>di</strong> accor<strong>di</strong> … che ne definiscono<br />

anche le possibilità <strong>di</strong> utilizzo nei settori<br />

folk e/o classico ... quin<strong>di</strong> abbiamo il<br />

“salterio/cetra semi cromatica”, il ”salte-<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori 11<br />

rio/cetra cromatica 6/4” o<br />

quella “6/7”. Tieni presente<br />

che l’evoluzione e la de<strong>di</strong>zione<br />

degli stu<strong>di</strong> da parte<br />

dei liutai, anche in tempi<br />

più recenti, ha consentito<br />

<strong>di</strong> introdurre ulteriori innovazioni<br />

che “allargano” le<br />

possibilità <strong>di</strong> utilizzo e la<br />

funzionalità/praticità del<br />

salterio.<br />

Carlo: qual’ è la posizione<br />

che deve assumere il musicista<br />

per suonare il salterio?<br />

Francesca: il salterio si<br />

suona, normalmente, da seduti. Lo strumento<br />

può essere sistemato in <strong>di</strong>verse<br />

maniere: su un apposito cavalletto, su <strong>di</strong><br />

un tavolino, una cassa <strong>di</strong> risonanza o una<br />

consolle preferibilmente in legno.<br />

Carlo: Ok, ora, siamo, idealmente, seduti<br />

con lo strumento davanti a noi … e nelle<br />

tue mani … allora: “salt…eriamo”<br />

Francesca: Le braccia si tengono lungo il<br />

busto, gli avambracci sono orizzontali e si<br />

muovono lateralmente; i polsi si trovano,<br />

così, al <strong>di</strong> sopra dell’asticella … i movimenti<br />

che devono fare le <strong>di</strong>ta sono <strong>di</strong> tipo<br />

laterale … ti fa male? Si … certo, sono<br />

movimenti non usuali e ai principianti<br />

determinano non pochi fasti<strong>di</strong> … che si<br />

risolvono procedendo con l’esercizio. Ora,<br />

per ottenere un suono e un timbro <strong>di</strong> qualità,<br />

non suoneremo né con il plettro né<br />

con le unghie … ma con il polpastrello. E’<br />

con esso che si ottiene la più bella sonorità,<br />

specialmente quando, dopo le prime<br />

vesciche, si è formato un callo. Il punto<br />

ottimale <strong>di</strong> percussione della corda è a<br />

circa un quarto della sua lunghezza… <strong>di</strong><br />

fatto, solo raramente, è possibile suonare<br />

le corde a questo “livello ottimale” <strong>di</strong> risonanza,<br />

ciò a causa dell’impiego delle<br />

<strong>di</strong>verse <strong>di</strong>ta … e le <strong>di</strong>ta inattive, cioè, che<br />

non suonano? Quelle devono essere sin<br />

dall’inizio oggetto <strong>di</strong> una attenzione particolare:<br />

innanzitutto, saremo accorti nel<br />

tenerle aperte, morbide e <strong>di</strong>stese, al <strong>di</strong><br />

sopra delle corde, per non affaticare la<br />

mano, possono anche posarsi sulle corde,<br />

purché non interrompano le risonanze in<br />

corso e non facciano ostacolo al suono e,<br />

soprattutto, avremo un reale bisogno <strong>di</strong><br />

appoggiarci su alcune <strong>di</strong>ta, per due motivi:<br />

per acquistare velocità … e mi spiego:<br />

suonare rapi<strong>di</strong>ssimamente do-re-do con il<br />

pollice prima provando senza appoggiare<br />

l’in<strong>di</strong>ce, poi ponendolo un po’ più a destra<br />

… ci si accorge facilmente <strong>di</strong> quanto sia <strong>di</strong><br />

aiuto il punto <strong>di</strong> appoggio per acquistare<br />

<strong>di</strong> Carlo Cattani<br />

fermezza, sicurezza; per memorizzare gli<br />

intervalli, cosa che permetterà, progressivamente,<br />

<strong>di</strong> suonare senza guardare.<br />

Questa memorizzazione è possibile solo se<br />

certe <strong>di</strong>ta sono “ancorate” a un punto<br />

fisso. E’, dunque, fin dai primi esercizi che<br />

conviene utilizzare i punti <strong>di</strong> appoggio,<br />

perché <strong>di</strong>ventino naturali come il suonare<br />

stesso! Al punto in cui siamo ci saremo già<br />

accorti che, se si mettono le <strong>di</strong>ta sulle<br />

corde e poi si tolgono, il semplice fatto <strong>di</strong><br />

ritirarle produce dei suoni …. <strong>di</strong> fatto, a<br />

volte durante l’esecuzione <strong>di</strong> un brano si<br />

sentono dei “suoni non voluti”, ai quali<br />

bisogna fare attenzione! Dobbiamo, dunque,<br />

assolutamente evitarli controllando<br />

l’uso delle mani. Come? Facendo scivolare<br />

leggermente le <strong>di</strong>ta sulle corde prima <strong>di</strong><br />

ritirarle. Un piccolo esercizio sarà necessario<br />

perché questo leggero scivolare <strong>di</strong>venti<br />

sistematico. Per produrre il suono esistono<br />

due tecniche: suonare “in appoggiato”<br />

e “in pizzicato”. “Tocco appoggiato”: si<br />

mette il <strong>di</strong>to sulla corda, la si batte con un<br />

colpo secco e ci si va ad appoggiare sulla<br />

corda successiva … “tocco pizzicato”: far<br />

scivolare il <strong>di</strong>to sotto la corda e tirarla<br />

verso l’alto. Alcuni specialisti della cetra<br />

hanno effettuato un paragone tra “l’appoggiato”<br />

e “il pizzicato” riguardo alla<br />

velocità e alla intensità del suono: c’è una<br />

equivalenza assoluta tra i due mo<strong>di</strong>. Ma<br />

“l’appoggiato” offre considerevoli vantaggi:<br />

permette <strong>di</strong> restare in contatto permanente<br />

con le corde, <strong>di</strong> suonare gli intervalli<br />

ravvicinati senza necessariamente guardare<br />

le <strong>di</strong>ta, e anche, a mano a mano che<br />

il tempo passa, <strong>di</strong> sviluppare una certa<br />

memoria muscolare degli intervalli più<br />

gran<strong>di</strong>.<br />

(www.myspace.com/francescadesiato e<br />

www.youtube.com/watch?v=uBbyP8E0BdE)<br />

...continua sul prossimo numero

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