16.06.2013 Views

le opere di giorgio de chirico nella collezione castelfranco l'affaire ...

le opere di giorgio de chirico nella collezione castelfranco l'affaire ...

le opere di giorgio de chirico nella collezione castelfranco l'affaire ...

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

GIOVANNA RASARIO: LE OPERE DI GIORGIO DE CHIRICO NELLA COLLEZIONE CASTELFRANCO<br />

Andromaca, così come il Condottiero, da un col<strong>le</strong>zionista in Germania. Si <strong>le</strong>gge: “Restai in amichevoli<br />

rapporti con Chirico, e, quando lavoravo a Berlino per la Commissione <strong>di</strong> Risarcimento, tra il<br />

1924 e il 1930, lui è andato a Berlino e stava da me. Un giorno mi <strong>di</strong>sse che un col<strong>le</strong>zionista te<strong>de</strong>sco,<br />

che aveva due suoi <strong>di</strong>pinti, <strong>de</strong>si<strong>de</strong>rava ce<strong>de</strong>rli. Il prezzo era norma<strong>le</strong> e comprai questi due <strong>di</strong>pinti.<br />

Non ho conosciuto il proprietario te<strong>de</strong>sco <strong>de</strong>i <strong>di</strong>pinti che furono pre<strong>le</strong>vati da un mio amico, anche<br />

lui un pittore, Hans Bellmer, che me li portò. Questi sono:<br />

ETTORE E ANDROMACA: 90 cm x 50 cm. Questo <strong>di</strong>pinto appare nel libro <strong>di</strong> James Thrall Soby, alla<br />

pagina 232, come appartenente a una col<strong>le</strong>zione te<strong>de</strong>sca.<br />

IL CONDOTTIERE: 75 cm x 62 cm, chiaramente <strong>de</strong>llo stesso periodo.<br />

I titoli <strong>de</strong>i <strong>di</strong>pinti mi furono dati da Chirico stesso.<br />

Tutti questi <strong>di</strong>pinti continuano a stare con me, sin d’allora (più <strong>di</strong> 40 anni) e non sono mai andati ad<br />

una mostra.” 72 Come si ve<strong>de</strong>, <strong>le</strong> affermazioni <strong>di</strong> Berger appaiono in netta contrad<strong>di</strong>zione con quanto<br />

sostenuto da Breton e da altri, in quanto non si compren<strong>de</strong> per qua<strong>le</strong> motivo avrebbe omesso <strong>di</strong><br />

specificare una circostanza così importante riguardo i <strong>di</strong>pinti <strong>di</strong> sua proprietà, che sarebbero stati<br />

realizzati proprio <strong>nella</strong> sua casa.<br />

Subito dopo, nel 1926, <strong>le</strong> Muse vengono esposte a Dresda 73 , insieme al Figliol pro<strong>di</strong>go e<br />

all’Autoritratto con Minerva <strong>de</strong>l 1919. Fagiolo <strong>de</strong>ll’Arco precisa che i <strong>di</strong>pinti sono <strong>di</strong> Castelfranco. E<br />

allora, quando <strong>le</strong> Muse <strong>de</strong>l 1924 finiscono da Breton o, come altri sostangono, da Eluard?<br />

Ma <strong>le</strong>ggiamo anche altri documenti.<br />

La <strong>le</strong>ttera a Gala <strong>de</strong>l 4 giugno da Firenze è datata 1925 da Fagiolo <strong>de</strong>ll’Arco nel 1982 74 mentre, prece<strong>de</strong>ntemente<br />

75 , l’aveva datata 1924.<br />

In effetti, ri<strong>le</strong>ggendo il documento, <strong>de</strong> Chirico parla <strong>de</strong>l <strong>di</strong>pinto Duels à mort come attualmente in<br />

mostra (“du tab<strong>le</strong>au que j’expose a Venise”) alla Bienna<strong>le</strong> <strong>di</strong> Venezia – che è però <strong>de</strong>l 1924 – come<br />

l’articolo su «Der Cicerone» che invia.<br />

C’è poi questo rimando al<strong>le</strong> Muse Inquietanti e a Breton, <strong>de</strong>l qua<strong>le</strong> <strong>de</strong> Chirico <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> non aver notizie<br />

da un po’. Scrive infatti: “Il y a bien longtemps que je suis sans nouvel<strong>le</strong>s <strong>de</strong> Breton. Serait-ilfaché<br />

avec moi puor l’affaire <strong>de</strong>s Muses Inquietantes!” 76<br />

Potrebbe essere Breton inquieto – se datassimo la <strong>le</strong>ttera al giugno 1925 – perché alla mostra ha<br />

72 Si ringrazia Victoria Noel-Johnson per la segnalazione <strong>de</strong>l documento che si trova alla Tate Gal<strong>le</strong>ry <strong>di</strong> Londra, Tate Archive (Tate Britain), TGA<br />

4/2/188/1, pp. 17-18. Nella stessa <strong>le</strong>ttera, scritta da Buenos Aires da Berger, in ing<strong>le</strong>se nell’origina<strong>le</strong>, si trovano ulteriori intreressanti notizie riguardanti<br />

quadri <strong>de</strong>lla col<strong>le</strong>zione Castelfranco: “Nel 1920, dopo la guerra, andai a Firenze per preparare la tesi <strong>di</strong> dottorato in Economia (la politica annonaria<br />

<strong>de</strong>l<strong>le</strong> gran<strong>di</strong> città italiane durante la guerra) e trascorsi sei mesi in una piccola pensione sul Lungarno Acciaioli, vicina a Ponte Vecchio. Nella stessa<br />

pensione viveva Giorgio <strong>de</strong> Chirico, con sua madre, ‘Baronessa <strong>de</strong> Chirico’, (una donna terribi<strong>le</strong>, mi spiace <strong>di</strong>rlo).<br />

Io e Giorgio <strong>di</strong>venimmo buoni amici. A quel tempo lui <strong>di</strong>pingeva, agli Uffizi, una copia <strong>de</strong>l <strong>di</strong>pinto <strong>di</strong> Michelangelo dove c’era un gruppo <strong>di</strong> giovani<br />

nu<strong>di</strong>. La copia era per un Americano.<br />

Quando partii, comprai, per una piccola somma <strong>di</strong> <strong>de</strong>naro, da Castelfranco, che a quel tempo era il ‘mercante’ <strong>di</strong> <strong>de</strong> Chirico, i due seguenti quadri:<br />

AUTORITRATTO: pittura su <strong>le</strong>gno, che mostra l’angolo <strong>de</strong>gli Uffizi e reca la <strong>di</strong>citura ‘Et quid amabo nisi quod rerum metafisica est’. Questo <strong>di</strong>pinto, 48<br />

cm x 38 cm, è riprodotto in un articolo <strong>de</strong>lla rivista «Valori Plastici» da Mario Broglio, nel 1920.<br />

SALUTO DEL POETA: questo è un quadro sotto l’influenza <strong>di</strong> Böcklin, <strong>di</strong>pinto prima <strong>de</strong>l 1920. Questo <strong>di</strong>pinto è 60 cm x 48 cm.” Nella scheda <strong>de</strong>l<br />

<strong>di</strong>pinto in Anni Venti, cit., p. 82, si riferisce invece che Berger ha avuto in dono Il saluto <strong>de</strong>l poeta dall’artista stesso.<br />

73 M. Fagiolo <strong>de</strong>ll’Arco e P. Baldacci, op. cit., p. 219.<br />

74 Ibid., pp. 577-578.<br />

75 M. Fagiolo <strong>de</strong>ll’Arco, Et quid amabo nisi quod aenigma est?, vol. I, «Le rêve <strong>de</strong> Tobie». Un interno ferrarese, 1917 e <strong>le</strong> origini <strong>de</strong>l Surrealismo, De Luca<br />

E<strong>di</strong>tore, Roma, 1980, p. 20.<br />

76 M. Fagiolo <strong>de</strong>ll’Arco e P. Baldacci, op. cit., p. 5.<br />

METAFISICA 2006|N° 5-6<br />

245

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!