San Leonardo degli Slavi - Dott. Faustino Nazzi
San Leonardo degli Slavi - Dott. Faustino Nazzi
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cappelli e si "decapillavano barbamente". Era la metodica abreativa medievale per scaricare la<br />
pressione del quotidiano enfiata da generose libagioni. Quando si trattava di comminare pene<br />
capitali interveniva la comunità di Cividale che deteneva lo jus sanguinis. Il vicario di <strong>San</strong><br />
<strong>Leonardo</strong>, pre Antonio, era lassù con il suo popolo fedele, protagonista e vittima della<br />
"devota" abbuffata. Scrive uno storico: "I culti cristiani restano legati agli aspetti della salute<br />
e della socialità popolare... Onorando Dio l’uomo giunge ad amare se stesso, nella sua casa,<br />
e poi fuori di essa, in un tempo imperituro" 48 e la baruffa è una terapia di gruppo un po' come<br />
oggi lo sport e le associazioni <strong>degli</strong> ex alcolisti. La devozione religiosa o pietà sarà una<br />
promozione dell'età postridentina.<br />
"Locatio Andree quondam Blasii de Tulmino", presente, di un terreno dell’altare di <strong>San</strong><br />
Lorenzo, condotto prima da Martino "de Prepotischis", sito in detta villa e sue pertinenze 49 .<br />
Andrea era venuto a stabilirsi a Prepotischis da una famiglia originaria di Tolmino a conferma<br />
<strong>degli</strong> scambi normali fra le popolazioni di questi paesi.<br />
Dopo un po’ il capitolo si accorge che pre Antonio non è quel prete "sufficiens" che<br />
riteneva. "*Tenuto conto della sua vita disonesta, nota pressoché a tutti", decide di privarlo<br />
del beneficio e ordina all’arcidiacono di procedere contro di lui "*d’ufficio o a querela di<br />
parte come comporta il caso di una sposa". Questione di donne e, quel che è peggio, maritate;<br />
la devozione di pre Antonio era il classico binomio Bacco e Venere. Segue procedura<br />
giuridica: "*Valutata la sua stessa vita disonesta ed alticcia" e, "*pur richiamato più volte,<br />
non volle mai correggersi", fu rimosso dalla vicaria 50 . Sono incidenti ordinari e gli arcidiaconi<br />
nelle loro visite devono richiamare più o meno tutti i vicari ad un ideale di vita clericale che<br />
neppure loro praticano. Tutti facevano moralmente finta; il concetto stesso di virtù al riguardo<br />
era un valore sconosciuto; paventavano gli effetti giuridici della loro condotta: andare<br />
all'inferno era un rischio dell'aldilà, perdere il beneficio un disastro dell'aldiqua; chi vi<br />
incappava ci lasciava anima e corpo.<br />
(15) Pre Giovanni Agnule (1465+1473) ♣ Il nuovo vicario pre Giovanni viene da Plezzo,<br />
investito dopo il controllo della sua sufficienza. I vicari si spostano alla ricerca del beneficio<br />
pinguior e <strong>San</strong> <strong>Leonardo</strong> sembra garantire condizioni migliori di Plezzo. Ma il rimosso pre<br />
Antonio non si rassegna e intenta lite contro il capitolo. Alla lunga capisce di non potercela<br />
fare e si umilia a supplicare dal capitolo un’altra cura, magari Plezzo, se lo gradiscono 51 . Il<br />
pentirsi è un investimento più che un pentimento; l'autorità laica e religiosa si compiace di<br />
ridurre e magari cancellare le pene di fronte all'"humiliter". La spiegazione deriva dalla<br />
ristrettezza della giurisdizione; poteva capitare di coinvolgere un ser o un can. ed allora si<br />
poteva glissare facilmente sotto la scusa dell'umile richiesta di sconto.<br />
La prima visita arcidiaconale documentata della vicaria di <strong>San</strong> <strong>Leonardo</strong> risale al 1468. Il<br />
compito dell'arcidiacono in planis era di tenere il Placito sinodale nel quale amministrava la<br />
giustizia religiosa. I temi ricorrenti: inventario della chiesa, sue rendite, stato <strong>degli</strong> edifici,<br />
amministrazione dei camerari, interrogatorio del vicario sulla condotta dei fedeli: precetto<br />
pasquale, regolarità matrimoniale, riposo festivo, prassi blasfema, superstiziosa ed ereticale,<br />
debiti non onorati ecc., quindi l’interrogatorio dei fedeli sulla condotta pastorale e personale<br />
del vicario e del suo cappellano, esecuzione o meno delle disposizioni della visita precedente<br />
e nuove ordinazioni. La visita inizia con la celebrazione della messa, il controllo della<br />
custodia eucaristica, <strong>degli</strong> oli santi, del fonte battesimale, titolo e stato dell'altare maggiore e<br />
di quelli laterali, processione in cimitero in suffragio dei defunti ed il Placito in piazza; in fine<br />
in canonica per il controllo della famiglia del prete e della sua biblioteca. Il tutto occupava<br />
almeno una giornata. "*Il 29 febbraio, di fronte al rev. Vito arcidiacono, che siede per la<br />
celebrazione del Placito, accompagnato dai canonici Daniele di Trieste e Troilo nonché da<br />
48 LE ROY 1964, p. 444.<br />
49 AMC Def n. 22, 20-8-1490, p. 44v.<br />
50 AMC Def n. 19, 29-4-1465, p. 75. "Attenta eius inhonesta vita, que nota est fere omnibus… ex officio vel ad<br />
querelam, que debet fieri de quadam sponsa". AMC Def n. 19, 9-12-1465, p. 88v. "Attenta ipsa inhonesta vita sua<br />
ebriosa... monitus pluries, noluit emendare vitam".<br />
51 AMC Def n. 19, 16-12-1465, p. 89. 21-1-1466, p. 93.<br />
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