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San Leonardo degli Slavi - Dott. Faustino Nazzi

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tratta di pura sopravvivenza. Fra poco pre Paolo riuscirà ad intrufolarsi nella cura di<br />

Caporetto, ma anche da là "*che se ne vada dalla cura pastorale" 153 .<br />

In questo periodo una disposizione del Concilio Tridentino, riguardante un congruo<br />

sostentamento dei sacerdoti, convince il capitolo a fare un’inchiesta puntuale e a stabilire il<br />

quantum congruo in mancanza del quale deve integrare o con nuovi contratti o con<br />

partecipazione ai suoi quartesi. Vengono convocati tutti "domini sacerdotes et vicarii curati"<br />

dipendenti e si chiede loro di declinare le rispettive entrate. In genere, computando gli incerti,<br />

incassano da 50 a 70 ducati l'anno. Mancano i dati dei vicari di <strong>San</strong> <strong>Leonardo</strong> e di <strong>San</strong> Pietro,<br />

ma dovrebbero risultare conformi in nome della congrua portio. In seguito il patriarca<br />

Francesco Barbaro ritorna "*sul tema dell’assegnazione congrua ai vicari di questo capitolo,<br />

per quanto ciascuno di loro abbisogna". Il capitolo si attiva per rintracciare le ordinanze della<br />

sacra congregazione dei cardinali "*riguardanti i vescovi in questa materia nonché le<br />

dichiarazioni fatte recentemente dai singoli vicari soggetti a questo capitolo con giuramento,<br />

per poter preservare i diritti del capitolo" e mostrarli al patriarca 154 . Gli unici diritti, sempre<br />

minacciati, sono quelli del capitolo, che vanno garantiti integri ed immutabili, mentre i vicari<br />

si diano da fare con gli incerti, in pratica intensificando e razionalizzando il commercio<br />

liturgico e sacramentale.<br />

(22) Pre Andrea (de Nicolucis?) (1586-1587) ♣ Il capitolo decide "che si pubblichi un<br />

terzo mandato contro i vicari di <strong>San</strong> <strong>Leonardo</strong> e di <strong>San</strong> Pietro", per la solita invasione di<br />

campo. Pre Andrea, vicario di <strong>San</strong> <strong>Leonardo</strong>, protesta per l’intrusione di quello di <strong>San</strong><br />

Pietro. "*Fu ordinato che non si intrometta nell’amministrazione dei sacramenti ecclesiastici<br />

a quelli di Clastra soggetti alla vicaria di <strong>San</strong> <strong>Leonardo</strong> e ciò sotto pena di sospensione a<br />

divinis". Stessa lamentela contro il suo socio in divinis, pre Francesco Frumentino: "*Sotto<br />

pena di sospensione che non osi intromettersi nel celebrare messe in detta vicaria se non con<br />

l'esplicita licenza dello stesso vicario" 155 . Anche i vicari hanno la loro dignità giurisdizionale<br />

da difendere: si tratta di garantirsi gli "incerti".<br />

Nel 1587, a novembre, <strong>San</strong> <strong>Leonardo</strong> e <strong>San</strong> Pietro sono senza vicari. Il capitolo apre il<br />

concorso "*per provvedere di due titolari i due vicariati di <strong>San</strong> Pietro e di <strong>San</strong> <strong>Leonardo</strong>. Si<br />

decise di pubblicare i rispettivi editti per la vigilia di sant'Andrea prossima". S’informi<br />

l’ordinario patriarcale "juxta solitum"; verrà scelto il più idoneo tra coloro che si<br />

presenteranno con le patenti regolari 156 .<br />

La visita arcidiaconale del 1588 riscontra l’acquisto di un messale nuovo di rito romano<br />

accanto ai vecchi di rito aquileiese. Viene rilevato uno strano comportamento dei<br />

parrocchiani. "*Riguardo ai corpi dei defunti, che i laici presumono di seppellire senza la<br />

partecipazione del sacerdote, anzi manifestando un evidente disprezzo verso di lui pur<br />

presente e disposto a prestare la sua opera liturgica, fu disposto, sotto pena di interdetto<br />

dall’entrare in chiesa e di ricevere i sacramenti per coloro che contravverranno, di non<br />

permettersi più di seppellire i morti senza l’assistenza del prete e secondo il rito approvato<br />

dalla chiesa". È la reazione contro nomine sgradite di vicari sostituti, in sintonia con la<br />

contemporanea lotta ad oltranza della vicaria di <strong>San</strong> Pietro per la rivendicazione del<br />

giuspatronato: una rivoluzione "cadaverica", senza accedere alle dispendiose procedure<br />

giudiziarie dei ricchi di <strong>San</strong> Pietro, anzi risparmiando su una delle entrate più "certe" del<br />

153 AMC Def n. 32, 7-1-1585, p. 73. "petens tamen et humiliter supplicans, pietatis intuitu, aliquam partem<br />

fructuum colectorum sibi condonari sic et cetera". AMC Def n. 32, 13-3-1587, p. 152v. "quod discedat a cura".<br />

154 AMC Def n. 32, 9-10-1585, p. 101. n. 33, 1-9-1593, p. 56. "in materia assignandi congruam vicariis huius<br />

capituli, quatenus quis eorum indigeat… super episcopos in hac materia, necnon confessionem factam eo tunc per<br />

vicarios omnes subditos dicto capitulo cum juramento ut possint jura capituli tueri".<br />

155 AMC Def n. 32, 13-10-1585, p. 101v. "quod fiat tertium mandatum contra vicarios <strong>San</strong>cti Leonardi et <strong>San</strong>cti<br />

Petri". AMC Def n. 32, 14-8-1586, p. 130. "Diffinitum fuit ut non se ingerat in administrando sacramenta<br />

ecclesiastica illis de Clastra sub custodia vicarii <strong>San</strong>cti Leonardi et hoc sub poena suspensionis a divinis". AMC Def<br />

n. 32, 21-12-1586, p. 142v. "sub poena suspensionis, ut non audeat ullo modo se ingerere in celebrando missas in<br />

dicta vicaria nisi expressa licentia ipsius vicarii".<br />

156 AMC Def n. 32, 18-11-1587, p. 173v. "ad providendum de duobus vicariatibus in Sclabonibus <strong>San</strong>cti Petri et<br />

<strong>San</strong>cti Leonardi. Diffinitum fuit quod ponantur edicta pro vigilia sancti Andreae proxime futura".<br />

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