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San Leonardo degli Slavi - Dott. Faustino Nazzi

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data 21 giugno e con l’opportuna insistenza chiede umilmente e supplica ecc.". Sentito ed<br />

esaminato "*riconosciuto abbastanza idoneo, lo ammisero" 138 . I concorrenti devono disporre<br />

di una duplice licenza di cura d’anime a seguito di un doppio esame: patriarcale e capitolare.<br />

Nonostante ciò i vicari sono più o meno quelli di prima. Pre Paolo aveva il solito difetto di<br />

tenere "*in casa sua la donna Cusana sospetta concubina in disprezzo delle ammonizioni<br />

precedenti". Viene rimosso dalla cura e si fissa il concorso entro 15 giorni. I concorrenti<br />

devono essere "*pratici della lingua slava e con le facoltà di cura d’anime". Sarà preferito il<br />

"sufficientior" 139 .<br />

Pre Paolo Vogrich non si dà per vinto. Giunge alle orecchie del capitolo che, pur rimosso<br />

dalla cura, "*ha osato, senza alcuna licenza, celebrare ed esercitare le funzioni divine". Apriti<br />

cielo. Si attiva la comunità locale. "In villa <strong>San</strong>cti Leonardi de Sclabonibus", in casa di pre<br />

Francesco fu ser Arnei, è "*radunata la vicinia per disposizione dei nobili giusdicenti de<br />

Portis", per appurare la verità dei fatti. Gli intervenuti: Stefano Mattalich decano, Marco,<br />

Maurinuzio, Marino e Michele Scaunich, Andrea e Simone Scozzai, Ellero e Urbano<br />

Paravano di Merso, Anzil Quirini, Cociano Papes e altri. Dall’esame dei testi si deduce che,<br />

dopo essere stato privato della vicaria, pre Paolo fu invitato e pagato da alcune persone del<br />

luogo ed ha celebrato messa "nella chiesa di <strong>San</strong> <strong>Leonardo</strong> di questa villa et praticava in casa<br />

delle concubina chiamata Cusana et ha scosso per ciascuna casa una secchia di vino così per<br />

ordine della vicinanza et doi secchie che si hanno reservato in sé per il vicario che sarà<br />

deputato dal capitolo". La Cusana avrebbe partorito in quei giorni un putto morto. "Ha avuto<br />

pure un putto con una donna chiamata Qualizza di Cosna et il teste ha visto, la settimana<br />

passata, portar la creatura a battezzare et la portava Mathias Clodich di Seuza". Ha riscosso<br />

i proventi del beneficio, "cioè di tre parti una, secondo la deliberazione del comune et<br />

consiglio della pieve". Le stesse cose sono confermate dagli altri testimoni 140 .<br />

Pre Paolo Vogrich ricorre al vic. patr. Paolo Bisanti contro la rimozione decisa dal<br />

capitolo; approfitta delle tensioni tra capitolo e curia patriarcale e soffia sul fuoco. Il vic.<br />

Bisanti è ben contento di approfittarne e manda un avviso al decano cividalese, perché si<br />

presenti al suo ufficio sabato 17 novembre. "*Di fronte al rev. signor vescovo suffraganeo e<br />

ordinario, che presiede nell’aula superiore delle abitazioni patriarcali" si presentano pre<br />

Paolo Vogrich e Tommaso "a Porta", sindaco del capitolo cividalese a Udine per trattare le<br />

cause capitolari. Il vicario generale dichiara irrite le procedure cividalesi contro il Vogrich,<br />

perché il capitolo è inferiore e soggetto alla giurisdizione del rev.do ordinario. Tommaso "a<br />

Porta non consentit". Anche Vogrich sostiene la competenza esclusiva dell’ordinario sia nelle<br />

cause matrimoniali che in "criminalia cleri", umiliando così il capitolo che lo aveva rimosso.<br />

La faccenda va per le lunghe, con sedute ripetute e defatiganti per ambe le parti. Nella seduta<br />

del primo dicembre, "*tutti i camerari dell’intera contrada di <strong>San</strong> <strong>Leonardo</strong>" dichiararono,<br />

senza reticenze, che il loro vicario pre Paolo Vogrich, "*si è sempre comportato in modo<br />

perfetto e cattolicamente senza scandalo alcuno" 141 .<br />

Ha condotto con sé i suoi partigiani, compito assai facile in ogni comunità, sempre lacerata<br />

da tensioni intestine fra i vari capi paese. La questione viene messa in mano del visitatore<br />

apostolico che sta in Venezia, il quale vede nell’intraprendenza del vicario patriarcale un<br />

concorrente da moderare a sua volta. Ancora spese a non finire col rimando di ogni soluzione<br />

alle calende greche.<br />

In queste agitazioni ed in assenza di un titolare responsabile, la vicaria di <strong>San</strong> <strong>Leonardo</strong> è<br />

trascinata in un’avventura sconcertante. A Modrea, nella vicaria di Volzana, presso Tolmino, i<br />

138 AMC Def n. 32, 22-6-1583, p. 17. "et attenta fide exercendi curam animarum a reverendo ordinario, sub die 21<br />

instanti, et debita cum instantia humiliter petiit et supplicavit et cetera... satis idoneo reperto, admiserunt".<br />

139 AMC Def n. 32, 24-7-1584, p. 60. "domi suae Cusanam feminam suspectam in concubinam in spretum<br />

admonitionis praefatorum… linguam sclabonicam callentes et habentes facultates exercendi curam animarum".<br />

140 ACC Crim., vol. II, 13-10-1584. "ausus fuerit, nulla existente licentia, celebrari et divina officia exercere…<br />

congregata vicinia de mandato nobilium dominorum jusdicientium de Portis".<br />

141 ACC Vis arc VII, 10-11 / 1-12-1584. "Coram reverendo domino episcopo suffraganeo et ordinario, sedente in<br />

aula superiori domorum patriarchae… omnes camerari totius contratae <strong>San</strong>cti Leonardi… se optime et catholice<br />

gesserat sine scandalo aliquo".<br />

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