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Storia, teatro, metafora: il ritratto di Catilina - Liceo magistrale

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Nel <strong>ritratto</strong> epico dell’‘eroe/congiurato’ c’è però una <strong>di</strong>fferenza r<strong>il</strong>evante tra Sallustio e<br />

Cicerone, una <strong>di</strong>fferenza che in generale segna nel suo insieme <strong>il</strong> confronto tra i due ritratti<br />

celebri. Mentre Cicerone concede molto spazio alle parole, c’è una copia verborum, Sallustio<br />

mira, come è noto, alla sintesi: è, questa, la cosiddetta brevitas sallustiana. La concisività <strong>di</strong><br />

Sallustio risulta comunque molto più eloquente della raffigurazione ciceroniana. In Sallustio<br />

ogni aggettivo, ogni elemento è infatti selezionato con consapevolezza ‘artistica’ ed è giocato<br />

nel testo in modo calcolato. Si veda per esempio la presenza <strong>di</strong> un preziosismo come algor,<br />

usato al posto del più consueto frigus ma anche in alternativa al più comune algus: si tratta <strong>di</strong><br />

un imprestito tragico, che è appunto sapientemente usato allo scopo <strong>di</strong> realizzare una sorta <strong>di</strong><br />

impennata artistica del <strong>ritratto</strong>. Nel medaglione <strong>di</strong> Cat<strong>il</strong>ina, d’altra parte, sono state<br />

sottolineate le tracce della storiografia tragica 17 . Non meno interessante è, in tal senso, l’uso <strong>di</strong><br />

iuventus come astratto (non ‘giovani’ ma ‘gioventù’) 18 , che risponde in maniera adeguata al<br />

d<strong>il</strong>ectus verborum tipico dell’elaborazione st<strong>il</strong>istica sallustiana 19 . C’è una ‘condensazione<br />

espressiva’ che si propone <strong>di</strong> aprire negli occhi del lettore uno spazio figurativo più ampio <strong>di</strong><br />

quello tratteggiato. Sallustio mira, al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> ogni valutazione possib<strong>il</strong>e, a fare un <strong>ritratto</strong> alto<br />

<strong>di</strong> Cat<strong>il</strong>ina e per questo ne elogia innanzitutto la virtus. Proprio dalla virtus (adsimulata, però)<br />

prende le mosse anche Cicerone nel pannello della pro Caelio: al centro, dunque, c’è l’uomo,<br />

con le sue contrad<strong>di</strong>zioni, con la sua fluttuazione tra legame e rottura con <strong>il</strong> modello<br />

antropologico <strong>di</strong> vir. Virtus, <strong>di</strong>fatti, va anche intesa, secondo <strong>il</strong> suo senso originario, come ciò<br />

che è in grado <strong>di</strong> rendere un uomo degno <strong>di</strong> essere definito vir, in altre parole come «l’energia<br />

realizzatrice dell’uomo: l’osc<strong>il</strong>lazione semantica, l’ambiguità, che riproduceva quella del<br />

greco areté e, come quella, era carica <strong>di</strong> molta storia culturale, aiutava a celare <strong>il</strong> ‘paradosso’,<br />

ma non poteva eliminarlo» 20 . Eguale variab<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> senso si nasconde inoltre nell’aggettivo<br />

vastus, con <strong>il</strong> quale Sallustio definisce l’animus <strong>di</strong> Cat<strong>il</strong>ina: vastus, ovvero ingens, riproduce<br />

tanto l’idea della grandezza quanto quella della desolazione, della devastazione, del<br />

saccheggio. Un modo condensato <strong>di</strong> mostrare quanto esagerati, smodati e soprattutto sbagliati<br />

fossero gli appetiti del congiurato.<br />

Alla luce <strong>di</strong> queste considerazioni si può affermare che la valutazione <strong>di</strong> Cat<strong>il</strong>ina non<br />

scaturisca dall’analisi delle sue qualità, o meglio non solo dall’analisi delle sua qualità ma<br />

soprattutto dai fini: una malvagità teleologica, nel senso che si tratta <strong>di</strong> energie buone<br />

negativamente orientate. È su queste antinomie che poggia l’affresco psicologico e culturale<br />

<strong>di</strong> Cat<strong>il</strong>ina: «una concentrazione potente <strong>di</strong> attributi, che si <strong>il</strong>luminano e si offuscano a<br />

vicenda, in una compattezza sintattica asindetica, fatta <strong>di</strong> corrispondenze chiastiche e<br />

antitetiche, in un susseguirsi concitato e nervoso <strong>di</strong> pennellate incisive, che mirano a svelare <strong>il</strong><br />

duplice volto dell’eroe della congiura: l’esterno e l’interno» 21 .<br />

Lo schema paradossale <strong>di</strong> Sallustio si affermerà, infatti, come para<strong>di</strong>gma della ritrattistica<br />

storiografica al punto che Tacito ad esso farà ricorso più volte per molti dei suoi prof<strong>il</strong>i<br />

biografici 22 .<br />

Dalla descrizione delle doti personali <strong>di</strong> Cat<strong>il</strong>ina si passa infine al riferimento a luxuria e<br />

avaritia, due mali opposti che stanno minando alla base la società: quella sulla ricchezza è<br />

una polemica <strong>di</strong> lungo corso, che aveva trovato una voce priv<strong>il</strong>egiata già nel vecchio Catone,<br />

17<br />

LA PENNA, Sallustio e la “rivoluzione”… cit., p. 348 ss.<br />

18<br />

Di solito infatti ci si aspetterebbe adulescentia; si può obiettare che si tratti <strong>di</strong> variatio, perché un momento<br />

prima era già stato usato <strong>il</strong> termine adulescentia, ma la stessa accortezza lessicale lascia <strong>il</strong> segno sull’attenzione<br />

st<strong>il</strong>istica che Sallustio rivolge al passo.<br />

19<br />

Di d<strong>il</strong>ectus verborum parla MARIOTTI, Gaio Sallustio Crispo… cit., p. 213.<br />

20<br />

Cfr. LA PENNA, Il <strong>ritratto</strong> paradossale… cit., p. 286.<br />

21<br />

Così B. RIPOSATI, L’arte del <strong>ritratto</strong> in Sallustio, «RCCM» 10, 1968, pp. 176-177.<br />

22<br />

Ne ha fatto un breve ma significativo excursus LA PENNA, Il <strong>ritratto</strong> paradossale… cit., pp. 286-288.<br />

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