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Storia, teatro, metafora: il ritratto di Catilina - Liceo magistrale

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così come ricaviamo da alcuni <strong>di</strong>scorsi riportati da Livio e in generale dalle dure critiche<br />

rivolte al lusso femmin<strong>il</strong>e, echeggiate pure nelle trame plautine. Di luxuria una<br />

rappresentazione speciale è ospitata nel prologo plautino del Trinummus, dove proprio<br />

compare la prosopopea <strong>di</strong> Luxuria accompagnata dalla figlia Inopia. Plauto, qui e altrove,<br />

registra i primi segni <strong>di</strong> un cambiamento sociale, ovvero <strong>di</strong> quella che risulterà poi una vera e<br />

propria rivoluzione sociale ed economica. Quando Sallustio scrive quei mali non sono più da<br />

scongiurare, perché sono già ra<strong>di</strong>cati nella società. La riflessione sul buon uso della ricchezza<br />

ha un senso <strong>di</strong>verso, in quanto riflette sui rime<strong>di</strong> e non più sulle scelte.<br />

Il <strong>ritratto</strong> <strong>di</strong> Cat<strong>il</strong>ina, dunque, così come concepito dalla penna ciceroniana e da quella<br />

sallustiana, svela i contorni <strong>di</strong> un uomo, che rimane fortemente ancorato alla sua realtà storica<br />

ma che si avvia ad essere <strong>metafora</strong> <strong>di</strong> se stesso. Nella descrizione che Cicerone fa del<br />

congiurato nella pro Caelio questa metamorfosi è già in atto: le pennellate dell’Arpinate sono<br />

su un piano altro rispetto alla stessa cre<strong>di</strong>b<strong>il</strong>ità storica e appaiono piuttosto come ‘aggettivi’<br />

ad alto tasso <strong>di</strong> letterarietà. Ovviamente non c’è nessun tra<strong>di</strong>mento della materia documentata<br />

(che del resto era ancora ricordo vivo, fatto <strong>di</strong> carne e sangue), ma essa si presta agevolmente<br />

(o forse sarebbe più corretto <strong>di</strong>re ‘è concepita ad arte per’) ad essere trasfigurata. Non è<br />

casuale, d’altronde, che <strong>di</strong> Cat<strong>il</strong>ina si possa appunto evidenziare la para<strong>di</strong>gmaticità, sia essa in<br />

positivo o in negativo: quando una persona si trasforma in personaggio, allora la res si spoglia<br />

della contingenza e <strong>di</strong>venta strumento <strong>di</strong> lettura della storia medesima e della cultura in<br />

generale. È in questo modo che la storia, con <strong>il</strong> suo carico patetico, può <strong>di</strong>ventare <strong>teatro</strong>,<br />

proprio secondo quegli schemi retorico-tragici auspicati da Cicerone nell’Epistola a<br />

Lucceio 23 . La materia cat<strong>il</strong>inaria, del resto, si presterà perfettamente alla penna tragica, come<br />

testimonia la letteratura drammatica e, in particolar modo, <strong>il</strong> Cat<strong>il</strong>ina <strong>di</strong> Ibsen, che per la<br />

rappresentazione della ‘passione’ sceglie ancora lo sguardo femmin<strong>il</strong>e 24 .<br />

Nell’affresco sallustiano ciò appare incre<strong>di</strong>b<strong>il</strong>mente vero: ‘incre<strong>di</strong>b<strong>il</strong>mente’ proprio<br />

perché all’interno <strong>di</strong> un’opera storica sono le stesse ragioni della storia ad andare al <strong>di</strong> là<br />

dell’occasione concreta e a stimolare un’osservazione in controluce. Il <strong>ritratto</strong> <strong>di</strong> Cat<strong>il</strong>ina, fin<br />

dall’incipit, supera i confini della storiografia e <strong>di</strong>ventando narrazione: oltre <strong>il</strong> riferimento alla<br />

dominatio Sullae, che comunque nel testo – come in un certo immaginario – costituisce più un<br />

riferimento logico che cronologico (alla base infatti non c’è soltanto l’intenzione <strong>di</strong> effettuare<br />

una puntualizzazione cronologica quanto soprattutto quella <strong>di</strong> in<strong>di</strong>care uno spazio politico<br />

aperto determinato dalla fine dell’era s<strong>il</strong>lana), la rappresentazione del cospiratore si colloca<br />

infatti all’interno <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nate indefinite, dove l’uomo è ‘pre-testo’ e lo spazio e <strong>il</strong> tempo<br />

sono un ‘extra-testo’ <strong>di</strong>screto.<br />

Alla luce <strong>di</strong> queste premesse, non è azzardato dunque effettuare una lettura del <strong>ritratto</strong><br />

secondo chiavi ermeneutiche <strong>di</strong>fferenti da quelle imme<strong>di</strong>atamente richieste dallo stesso passo.<br />

Fruttuosa, ad esempio, appare la possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> r<strong>il</strong>eggere <strong>il</strong> brano sallustiano a partire da una<br />

prospettiva <strong>di</strong> tipo pedagogico.<br />

23<br />

Vd. in merito G. PETRONE, Passioni e ‘trage<strong>di</strong>a’ della storia. Cicerone e l’epistola a Luccio, «Pan» 21, 2003,<br />

pp. 131-142. Alla storiografia tragica de<strong>di</strong>ca dense pagine A. FOUCHER, Nature et formes de l'«histoire tragique»<br />

à Rome, «Latomus» 59, 2000, pp. 773-801.<br />

24<br />

L’elenco potrebbe essere naturalmente molto più ricco, da Créb<strong>il</strong>lon a Voltaire, non trascurando la traduzione<br />

accattivante <strong>di</strong> Alfieri. Il carattere para<strong>di</strong>gmatico della vicenda <strong>di</strong> Cat<strong>il</strong>ina è stato inoltre ben evidenziato dalla<br />

raccolta <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Y.-M. BERCÉ-E. FASANO GUARINI (éds), Complots et conjurations dans l’Europe moderne,<br />

Roma 1996, all’interno dei quali si è provato a r<strong>il</strong>eggere la congiura dell’uomo romano per commentare in modo<br />

stimolante i complotti francesi.<br />

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