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Storia, teatro, metafora: il ritratto di Catilina - Liceo magistrale

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assume un ruolo <strong>di</strong> primo piano ed è, come abbiamo già sottolineato, una qualità riconosciuta<br />

a Cat<strong>il</strong>ina: essa però non è accompagnata dalla sapientia, l’altra dote bas<strong>il</strong>are del modello<br />

pedagogico romano, senza la quale non ha nemmeno senso l’arte del <strong>di</strong>re, perché sguarnita<br />

del necessario bagaglio valoriale. L’educazione retorica a Roma del resto era parte integrante<br />

del progetto pedagogico <strong>di</strong> un in<strong>di</strong>viduo, e soprattutto dell’uomo politico, del vir bonus<br />

<strong>di</strong>cen<strong>di</strong> peritus. Si tratta <strong>di</strong> un modello educativo che attraversa tutta la storia culturale<br />

romana, da Catone a Quint<strong>il</strong>iano. Il punto focale <strong>di</strong> questo para<strong>di</strong>gma risiede nel “sapere”,<br />

nella “saggezza”, o meglio in una cultura che scaturisca <strong>di</strong>rettamente dalle humanae litterae.<br />

Si comprende allora come formare l’Umanità dell’uomo <strong>di</strong>venti l’imperativo bas<strong>il</strong>are<br />

dell’ideale pedagogico classico, tutto teso a trasmettere quei valori che l’uomo ha elaborato in<br />

rapporto al mondo e alla società. L’humanitas è questa scoperta dell’uomo e la conseguente<br />

volontà <strong>di</strong> modellare l’uomo secondo la sua vera forma, che è poi quella della collettività: per<br />

appropriarsi <strong>di</strong> questa cultura ‘umana’, mezzo necessario <strong>di</strong>viene allora proprio l’arte della<br />

parola 27 . Cat<strong>il</strong>ina è dotato <strong>di</strong> eloquentia, anzi, come precisano tanto Cicerone quanto Sallustio,<br />

è in grado <strong>di</strong> declinare con maestria questa sua ab<strong>il</strong>ità a seconda delle circostanze; gli manca<br />

però la sapientia, senza la quale la sua capacità oratoria assume inevitab<strong>il</strong>mente contorni<br />

pericolosi e <strong>di</strong>venta, al pari delle armi, una minaccia per la res publica.<br />

Che la figura <strong>di</strong> Cat<strong>il</strong>ina sia presentata sempre più come un anti-modello <strong>di</strong> Paideia<br />

appare chiaro anche dalle parole successive del passo (vastus animus inmoderata,<br />

incre<strong>di</strong>b<strong>il</strong>ia, nimis alta semper cupiebat), tramite le quali vengono rimarcati i desideri<br />

eccessivi del cospiratore (dall’animo “insaziab<strong>il</strong>e”, vastus), desideri, per <strong>di</strong>rla con Platone,<br />

oltre ‘giustizia’, in quanto la in-scientia <strong>di</strong> Cat<strong>il</strong>ina non può corrispondere al ruolo <strong>di</strong><br />

governante-saggio. È fondamentale comunque osservare come alla rappresentazione negativa<br />

del personaggio <strong>di</strong> Cat<strong>il</strong>ina si accompagni un’altrettanta non lusinghiera descrizione della<br />

civitas in cui maturano i presupposti della congiura. Sallustio sottolinea come i civitatis mores<br />

siano stati corrupti dall’avi<strong>di</strong>tà e dal lusso e ci prospetta quin<strong>di</strong> una vera e propria crisi della<br />

cultura e <strong>di</strong> conseguenza dell’humanitas. Sono dunque messi in <strong>di</strong>scussione proprio quei<br />

valori e quei significati umani e sociali, sui quali si imperniava <strong>il</strong> modello pedagogico <strong>di</strong><br />

Roma. Date tali premesse, non stupisce dunque che Cat<strong>il</strong>ina, <strong>di</strong>versamente dal ‘f<strong>il</strong>osofo’<br />

pensato da Platone, non abbia come fine <strong>il</strong> conseguimento della virtù (che è la conoscenza del<br />

bene), bensì “uno sfrenato desiderio <strong>di</strong> impadronirsi del potere” (lubido maxuma rei publicae<br />

capiundae).<br />

Sallustio conferma che la repubblica, a causa della corruzione, da pulcherrima 28 et<br />

optima si è trasformata in pessima et flagitiosissima. Esiste, per così <strong>di</strong>re, una macrokalokagathia<br />

(l’insieme dei valori e dei significati su cui si regge una data società) all’interno<br />

della quale si situa la micro-kalokagathia (i valori che <strong>il</strong> singolo uomo elabora in rapporto al<br />

proprio mondo e alla propria società): solo quando si ha una civitas “humana” è possib<strong>il</strong>e<br />

avere un uomo “humanus”. In questo scivolamento dall’in<strong>di</strong>viduo alla civitas si coglie <strong>il</strong><br />

senso delle contrad<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> Sallustio. Benché Cat<strong>il</strong>ina sembra possedere innegab<strong>il</strong>i qualità e<br />

una propensione quasi carismatica ad essere primus, egli però non sfugge alla crisi culturale<br />

del suo tempo: è corrotto anche perché è corrotta la società. C’è uno iato tra le qualità del<br />

singolo ed <strong>il</strong> panorama sociale, poiché la degenerazione pubblica fa sì che le virtù del singolo<br />

si convertano in vizi.<br />

Non si può certo affermare che <strong>il</strong> pannello ‘negativo’ <strong>di</strong> Cat<strong>il</strong>ina venga in qualche modo<br />

ri<strong>di</strong>mensionato dall’esame delle colpe della civitas, ma sicuramente esso riceve un senso<br />

27<br />

Cfr JAEGER, Paideia… cit., p. 12 ss.<br />

28<br />

Pulcher va chiaramente inteso anche in senso morale, così come del resto avviene normalmente per <strong>il</strong> greco<br />

kalòs.<br />

9

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