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giugno 2009 - Tuttapovo

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dedicato un bel servizio a questa idea intervistando<br />

Erica e descrivendo le erbe<br />

raccolte. In questo numero potete trovare<br />

le schede delle erbe che abbiamo descritto<br />

durante le uscite curate da Erica<br />

Bonvecchio.<br />

Le premesse per continuare e sviluppare<br />

quest’idea sono molto buone e l’interesse<br />

è vivo. In attesa della prossima<br />

primavera, buon raccolto!<br />

Ai tempi, non poi così lontani in fondo,<br />

in cui la natura sostituiva il supermercato<br />

(e qualche volta la farmacia) le<br />

nostre nonne sapevano riconoscere con<br />

sicurezza una buona quantità di piante e<br />

ne conoscevano gli impieghi, alimentari<br />

e terapeutici.<br />

Imparavano queste nozioni fin da<br />

bambine dalle loro madri, che l’avevano<br />

apprese a loro volta dalle nonne, in<br />

una catena di saggezza popolare trasmessa<br />

oralmente di generazione in<br />

generazione.<br />

Al giorno d’oggi la tradizione si è interrotta,<br />

perché noi, anche in pieno inverno,<br />

possiamo andare in negozio e acquistare<br />

frutta e verdura (per quanto<br />

magari insipida e povera di nutrienti);<br />

non abbiamo più bisogno di ingegnarci<br />

per integrare la nostra dieta e abbiamo<br />

perso il legame con la terra; così il bagaglio<br />

di conoscenze empiriche delle nostre<br />

ave sta andando a perdersi.<br />

È un peccato non conservare queste<br />

antiche tradizioni, usi e costumi che<br />

sono intelligenti oltre che interessanti;<br />

vanno però a volte riletti ed adattati<br />

in chiave moderna perché l’ambiente in<br />

cui viviamo non è più quello di qualche<br />

decennio fa. Chi si accosta al recupero<br />

delle buone abitudini di un tempo deve<br />

quindi ricordare che:<br />

• Non è mai saggio raccogliere alcunché<br />

(erbe, fiori, frutti, funghi, radici)<br />

senza avere la certezza di saper identificare<br />

correttamente la specie! Le<br />

prime volte, è meglio farsi accompagnare<br />

da qualcuno di esperto.<br />

• La salvaguardia della “biodiversità<br />

culturale” non deve andare a discapito<br />

di quella della biodiversità naturale:<br />

anche nei casi in cui una specie<br />

sia diffusa e ubiquitaria, è sempre<br />

doveroso trattare l’ambiente con rispetto,<br />

raccogliendo con moderazione<br />

e danneggiando il meno possibile.<br />

• I luoghi in cui si raccoglie devono essere<br />

naturalmente il più possibile salubri:<br />

vanno evitati quindi, ad esempio,<br />

i bordi delle strade trafficate o i<br />

frutteti (anche al di fuori del periodo<br />

delle somministrazioni di antiparassitari,<br />

perchè alcuni veleni si accumulano<br />

nel terreno).<br />

• Una volta raccolti, utilizzare i prodotti<br />

naturali in modo da conservarne<br />

al meglio le buone proprietà: ad<br />

esempio, quando possibile, preferire<br />

il consumo crudo delle erbe, o scegliere<br />

modalità di cottura meno impattanti<br />

(ad es. la cottura al vapore è<br />

meglio della bollitura).<br />

Le piante che in passato venivano<br />

raccolte ed utilizzate dalle famiglie contadine<br />

sono molte e spesso le tradizioni<br />

variano da località a località, addirittura<br />

da famiglia a famiglia.<br />

Di seguito presentiamo una selezione<br />

di piante selvatiche primaverili di utilizzo<br />

alimentare che ci sembra rappresentativa<br />

delle abitudini della comunità<br />

poèra di qualche decennio fa (ognuna<br />

indicata con il nome dialettale locale).<br />

aquazi<br />

Nome comune italiano: ACACIA,<br />

ROBINIA<br />

Nome scientifico: Robinia pseudoacacia<br />

L.<br />

Aquazi<br />

Famiglia: Fabaceae<br />

Descrizione: arbusto-albero alto dai<br />

6 ai 15 m o più, con chioma irregolare e<br />

aperta, tronco nodoso dalla corteccia di<br />

colore bruno-grigio, rami giovani aculeati;<br />

foglie composte di 3-7 paia di foglioline<br />

ovali più una terminale, dal margine<br />

liscio; infiorescenze a grappolo pendulo,<br />

composte di fiori bianchi dalla corolla<br />

papilionata, molto profumati; i<br />

frutti sono legumi scuri e coriacei, lunghi<br />

5-10 cm.<br />

Dove si trova: è una specie comunissima,<br />

non ha esigenze particolari, invade<br />

rapidamente qualsiasi incolto e scarpata<br />

(è uno degli arbusti pionieri per eccellenza)<br />

tanto da poter essere considerata<br />

infestante.<br />

Parte utilizzata: i fiori, meglio<br />

se raccolti prima che si schiudano<br />

completamente.<br />

Quando si raccoglie: inizia a fiorire a<br />

tarda primavera, in relazione all’altitudine<br />

a maggio-<strong>giugno</strong>.<br />

Come si consuma: è tradizione includere<br />

i fiori di acacia in gustose frittelle,<br />

privandoli dei gambi.<br />

<strong>Tuttapovo</strong> - n. 2 - <strong>giugno</strong> <strong>2009</strong> - p. 53

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