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il disco<br />
lacuna coil - shallow life (<strong>2009</strong>)<br />
a cura di Paolo Giacomoni<br />
La chitarra (durissima), ricorda<br />
un po’ i Rammstein, la<br />
splendida Cristina Scabbia<br />
(non c’entra molto con la recensione<br />
ma è stata eletta come la cantante<br />
più sexy del metal!), sfodera una<br />
voce incredibile, l’altro cantante Andrea<br />
Ferro fa da degno contorno con<br />
una voce viscerale e cavernosa. Stiamo<br />
parlando dei Lacuna Coil, sicuramente<br />
il gruppo nostrano, più conosciuto<br />
all’estero: in Usa tanto per dire, del suo<br />
album “Comalies” (2002) ha venduto<br />
la bellezza di 450.000 copie che, per un<br />
gruppo italiano, sono un’enormità. Per<br />
capire la considerazione che hanno negli<br />
States basti ricordare che nel 2006 hanno<br />
preso parte anche all’Ozzfest insieme<br />
ad Ozzy Osbourne, System of a Down,<br />
Dragonforce ed altri. “Shallow Life” è il<br />
quinto album appena uscito dei Lacuna<br />
Coil e si tratta di una conferma del talento<br />
della band, affrettatamente battezzata<br />
come Gothic-Metal, ma che di fatto<br />
presenta una musica difficilmente etichettabile,<br />
sicuramente molto “hard”<br />
ma venata anche di tanta elettronica<br />
che li rende molto attuali. Una miscela<br />
di dark, pop ed heavy rock è palpabile<br />
in tutte e dodici le tracce, sebbene si avverta<br />
a tratti una certa somiglianza con<br />
il nu-metal (genere metal “imbastardito”<br />
con funk, grunge, hip hop, ecc.), di blasonati<br />
colleghi americani già nell’arrembante<br />
bramo di apertura “Survive”.<br />
Le composizioni, tutte di buona qualità,<br />
presentano spesso aperture melodiche<br />
d’effetto ed anche dei refrain un po’<br />
“ruffiani” studiati per piacere al pubblico.<br />
Il nuovo produttore del resto è quel<br />
Don Gilmore noto per aver lavorato con<br />
Pearl Jam e Linkin Park che qui ha dato<br />
vita ad un album molto pulito nel suono<br />
(è stato registrato a Los Angeles) e sicuramente<br />
impattante anche dal punto<br />
di vista del gradimento di un certo tipo<br />
di pubblico. Forse non sarà il miglior lavoro<br />
del gruppo, ma per chi ancora non<br />
li conosce è un buon punto di partenza<br />
per scoprirli ed andare indietro piano<br />
piano riscoprendo anche le vecchie<br />
pubblicazioni.<br />
Piccole gemme come “I Won’t Tell<br />
You”, “I Like It”, il singolo “Spellbound”<br />
SALONE<br />
Immagine Donna<br />
o ancora “Unchined”, appaiono studiate<br />
per restare in testa fin dai primi ascolti.<br />
Facilità che però non fa rima con<br />
banalità, basta ascoltare le rocciose<br />
“Underdog” o “The Pain”, per accorgersi<br />
di come l’immaginario “nero” della<br />
band non sia stato scalfito e di come<br />
emerga qui il lavoro delle chitarre di<br />
Marco Biazzi e Cristiano Migliore, mai<br />
così bravi. Un album, uscito in aprile<br />
che è già in classifica in tutta Europa e<br />
negli Usa.<br />
Non perdetelo!<br />
POVO - OLTRECASTELLO - TEL. 0461342032<br />
Orario:<br />
martedì-giovedì: 8.30-12.00 / 14.30-19.00<br />
mercoledì-venerdì-sabato: 8.30-16.30<br />
<strong>Tuttapovo</strong> - n. 2 - <strong>giugno</strong> <strong>2009</strong> - p. 71