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no ferraris no news anno 8 n.3 - aprile 2011 pag 8 conosci Modena? Il Collegio San Carlo Il “Collegio dei Nobili della Madre di Dio e di San Dionigi Areopagita” fu fondato a Modena nel 1626, dal sacerdote conte Paolo Boschetti, ma rimase conosciuta con il nome di Collegio San Carlo in ricordo del santo che proteggeva dall’inizio la Congregazione che gestiva il collegio, nata dall’impegno volontario di laici, artigiani e borghesi, che assistevano i poveri, insegnando loro, oltre alla dottrina cristiana, a leggere, scrivere e far di conto. Per iniziativa del Boschetti, la Congregazione, senza smettere di aiutare i “poverelli”, iniziò a gestire un collegio riservato ai figli di famiglie nobili. L’istituto, oltre a denaro ricevuto dalla città, poté contare anche su lasciti di ricchi borghesi e nobili, che consentirono, proprio nel centro della città, la costruzione (su progetto dell’architetto Avanzini) del collegio, della chiesa adiacente e di un prestigioso portico fornito di botteghe. La sede fu inaugurata ufficialmente nel 1682. L’attività scolastica del Collegio terminò nel 1970. Il collegio accoglieva ragazzi dagli otto ai diciotto anni. Gli ospiti vivevano qui una decina d’anni e andavano a casa una sola volta all’anno, in occasione del Natale. Ma come era la vita in collegio? I piccoli dormivano in una camerata comune, mentre i più grandi avevano una camera tutta per loro, ma non dobbiamo pensare che si trattasse di una grande stanza: era una stanzetta con un letto, una piccola cassapanca per gli abiti e gli oggetti personali e una scrivania sulla quale studiare. Tutti indossavano una divisa che consisteva in una camicia bianca con lo jabot, in un completo di velluto scuro per l’inverno o di tessuto più leggero per l’estate. Un parrucchiere si occupava delle acconciature dei ragazzi e controllava anche la presenza di pidocchi o altri parassiti tra i capelli di ogni bambino. La disciplina era ritenuta molto importante e durante le lezioni un addetto si aggirava tra i banche con una bacchetta per colpire chi non si comportava a dovere. Se uscivano erano accompagnati dai loro insegnanti e anche durante l’estate andavano in villeggiatura con loro. Da metà luglio a metà ottobre i collegiali andavano in villeggiatura a Bomporto (successivamente a Braida) ove si organizzavano accademie, rappresentazioni, cacce. I giovani nobili partecipavano anche alla vita di corte e la famiglia ducale presenziava alle esibizioni dei collegiali. Tutti gli anni si svolgevano delle gare di bravura nelle varie materie e chi vinceva riceveva in premio una coccarda e il titolo di principe in matematica o letteratura o scienze. L’attività ginnicosportiva, particolarmente intensa, prevedeva tra l’altro scherma, pallavolo e nuoto che veniva praticato nella piscina della residenza estiva di Braida. Entrando nel collegio, si incontra subito lo scalone d’onore, uno scalone di marmo, detto a forbice per la sua forma. Salendo le scale si possono ammirare i ritratti di alcuni degli studenti più famosi e importanti della scuola, che hanno voluto lasciare una testimonianza della loro permanenza al San Carlo. Attraverso i loro ritratti è possibile farsi un’idea delle mode dei vari periodi. Salite le scale si può notare sulla destra una porticina segreta che conduce alla Chiesa di San Carlo ora non più adibita a funzioni religiose, ma utilizzata per spettacoli e conferenze organizzate dalla Fondazione cui oggi appartiene il complesso di edifici. Molti edifici un tempo erano dotati di passaggi segreti che venivano utilizzati per motivi di praticità o di sicurezza: in questo caso passando attraverso questa porta si evitava di uscire sulla strada per accedere alla chiesa. La lunga galleria al primo piano, collega lo Scalone d’onore alla Sala dei Cardinali. Qui in origine si aprivano le stanze da letto degli ospiti del collegio. Da una ricerca effettuata negli archivi si è saputo che le pareti della galleria erano in origine affrescate con vedute di paesaggi. Si è provveduto quindi a ripulire le pareti e sono comparse tracce delle pitture originali. Mentre fino a qualche tempo fa i restauri consistevano nel ricostruire completamente quello che si supponeva fosse l’originale, oggi, anche per non intervenire facendo errori, si fanno restauri c o n s e r v a t i v i , ossia si mantiene ciò che si riesce a recuperare. Nel caso della galleria si riesce a vedere il disegno sulle pareti, ma i colori e i dettagli sono del tutto scomparsi. Proseguendo il cammino, si giunge alla Sala dei Cardinali, così detta perché sulle pareti sono appesi quadri che raffigurano ritratti di cardinali, che frequentarono il Collegio. È la sala principale e più raffinata del complesso architettonico: qui avevano luogo le cerimonie di laurea. Riccamente decorata con af- freschi in stile barocco, è un esempio dell’inganno del Barocco, dove tutto può essere finzione, illusione e apparenza dalle finte porte che si affacciano sulla balconata, alle balconate stesse, dalle pareti dipinte con le venature del marmo agli sgabelli negli angoli del salone, anch’essi opera di qualche pittore, alle finte finestre che amplificano gli spazi senza soluzione di continuità. Sulle finte balconate si affacciano figure femminili, che rappresentano le varie discipline di studio della scuola: letteratura, poesia, matematica, scienze, musica, arte, retorica e logica, e sul soffitto ancora figure di donna che stavolta indicano agli allievi quali siano le virtù da coltivare: temperanza, giustizia, prudenza e fortezza. Dal salone, si può passare a un corridoio lungo le cui pareti si possono vedere i ritratti dei rettori che nel tempo hanno diretto il Collegio e tra di essi si trova anche quello di Ippolito Galantini, ispiratore della Congregazione. Attraverso un altro breve corridoio è possibile raggiungere il teatro, unico del Settecento rimasto in città. Anche in questo ampio locale vi sono balconate in falso marmo e quadri alle pareti e gonfaloni, doni che le famiglie nobili facevano all’isituto, aumentandone il prestigio. L’attività teatrale era ritenuta un’importante strumento educativo. A carnevale e a fine anno scolastico tutte le camerate si preparavano all’esibizione in pubblico con l’aiuto di professori, maestri di ballo, musici e maestri d’armi. I testi che si recitavano erano soprattutto di autori francesi come Corneille, Racine, Voltaire, Molière, ma non mancavano autori italiani, come Carlo Goldoni. Gli studenti, naturalmente recitavano sia le parti maschili sia quelle femminili. Fino al 1732, data di costruzione del primo teatro, i collegiali si esibivano nella Sala dei Cardinali e nei due teatri di Corte spesso alla presenza della famiglia ducale, alla quale nel nuovo teatro furono riservati i palchi di proscenio. Oggi questo spazio è utilizzato per conferenze e convegni. Verso la metà dell’Ottocento si costruì all’interno dell’edificio,una nuova cappella per i collegiali perché quella esistente versava in cattive condizioni. Sulle sue pareti è possibile ammirare figure di angeli e sull’altare una grande cornice barocca dorata contiene l’immagine della Vergine, cui la cappella è dedicata. Sul soffitto, decorato con stucchi compaiono in quattro medaglioni altrettante allegorie delle virtù già rappresentate nel Salone dei Cardinali. Ripercorrendo a ritroso il percorso, si scende e si giunge, attraverso altre sale a piano terra, alla chiesa di San Carlo, in cui è possibile ammirare gli stucchi dell’altare maggiore e gli altari in marmo, molto pregiati che dimostrano la ricchezza del Collegio. Anche la chiesa, ancora consacrata, ma nella quale oggi non si svolgono più funzioni religiose, è ora adibita a spettacoli o conferenze, anche nell’ambito del Festival della Filosofia che ogni anno si svolge nella nostra città. La seconda B
La gara di fumetti della 2°F no ferraris no news anno 8 n.3 - dicembre 2011 -pag 9 gara in seconda F Quest’anno io e la mia classe abbiamo letto il libro “Il Visconte dimezzato”, che parla del visconte Medardo di Terralba che partecipa alla guerra contro i Turchi, ma, nel corso della battaglia, viene colpito da una palla di cannone e rimane diviso a metà. La parte cattiva di lui ritorna a casa e fa terribili crudeltà agli abitanti del suo paese. Anche quando torna Medardo il buono, la situazione non migliora, perché lui è noioso e disumano come l’altro. Solo quando si riuniscono le due metà, ritorna la pace nel paese. Dopo aver finito di leggerlo, la prof. ci ha proposto di fare un lavoro di gruppo: illustrare con la tecnica del fumetto la storia del Visconte. Così abbiamo formato cinque gruppi, il mio comprendeva Elisa Alemanni, Davide Garuti, Andrea Gavioli e io. Il mio gruppo ha scelto di illustrare il capitolo della “Pastorella Pamela”, la ragazza di cui si innamora il Visconte. Alla fine di tutto, ogni gruppo ha consegnato il suo fumetto alla prof., che a sua volta ha consegnato i lavori ai professori Corradi di arte, Esposito, Menziani, Bulgarelli e Facchini, affinché li guardassero e giudicassero quale gruppo fosse stato il più bravo. Dopo una settimana ci sono state le premiazioni, purtroppo il mio gruppo non ha vinto ma abbiamo comunque ricevuto tutti un quaderno della Comix. Questa attività è stata divertente e mi è piaciuta molto perché abbiamo provato una nuova attività diversa dalle altre. Agar Shehata La nostra classe, appena finito di leggere “Il visconte dimezzato”, si è divisa in 5 gruppi e la prof Domenichini ci ha dato il compito di fare un fumetto, sul capitolo del “Visconte dimezzato”, che ci era piaciuto di più. Il fumetto doveva essere di due pagine con circa cinque vignette (ma qualcuno ne ha fatte di più!). Io ero in squadra con Elisa M., Davide P. e Enrico. Abbiamo deciso di fare il fumetto sulla parte in cui la parte buona del visconte incontra gli ugonotti. Ci siamo divisi i compiti: io e Elisa abbiamo fatto la prima pagina e i maschi hanno fatto la seconda. Dato che avevamo soltanto le prime due ore del lunedì e dovevamo consegnarlo dopo due settimane, non saremmo riusciti a finirlo, quindi io ed Elisa ci siamo incontrate a casa sua per colorare sia la nostra parte sia quella dei maschi. Alla fine ci abbiamo messo sopra una carta trasparente e lo abbiamo chiuso di lato e sembrava proprio un fumetto. La prof. Domenichini ci aveva anche detto che alcuni proff. tra cui il vicepreside, la prof.Micaela Corradi, la prof. Esposito, il prof. Facchini... avrebbero guardato i fumetti, passandoseli e consultandoli, poi avrebbero fatto la premiazione! Il nostro fumetto è arrivato secondo e noi eravamo molto felici. La prof ha consegnato come premio a tutti, anche agli ultimi, un quaderno della Comix, ma ai primi ha consegnato anche dei fumetti dati in premio dalla Comix. Tutti i proff. ci hanno fatto i complimenti, perché abbiamo fatto tutti un buon lavoro e anche la prof Domenichini è stata contenta di noi. Deborah Cattani Una settimana fa a scuola la mia classe ha partecipato a una gara di fumetto. Ci siamo divisi in gruppi di circa quattro ragazzi ognuno e poi la prof. Domenichini ci ha detto che dovevamo preparare un fumetto sul “Visconte dimezzato” prendendo uno o più capitoli del libro. Abbiamo avuto una settimana di tempo e, malgrado fosse poco, siamo riusciti tutti a fare dei buoni lavori. Io e il mio gruppo siamo arrivati secondi e ci siamo impegnati molto, il nostro fumetto era a colori e abbiamo rappresentato il capitolo in cui il Visconte va dagli ugonotti; a noi quella parte è piaciuta molto, soprattutto quando Esaù, un personaggio del libro, prende un calcio da un asino. Invece i vincitori hanno fatto un bellissimo fumetto in bianco e nero, con sfumature e ombre. Ci siamo impegnati tutti, e la prof ci ha dato a tutti dei bellissimi premi. Ci siamo divertiti molto e abbiamo fatto del nostro meglio !!! Elisa Manai La gara di fumetti, organizzata dalla 2°F, è stata molto bella. Il procedimento è stato: la suddivisione in cinque gruppi composti da quattro persone, che hanno scelto un capitolo a loro piacere dal libro “Il visconte dimezzato”, che avevamo appena finito di leggere. I gruppi si sono divisi le parti del capitolo da disegnare. Dopo una settimana erano pronti i disegni, alcuni li avevano fatti in bianco e nero e alcuni a colori, e tutti sono stati incollati su dei cartoncini e plastificati, per renderli più belli. La giuria era composta da quattro persone che la settimana successiva annunciò il vincitore: il mio gruppo! La nostra professoressa di lettere ha dato a tutti un quaderno di Comix e solo per i vincitori un fumetto di: Calvin & Hobbes. Alessandro Damiani Qualche settimana fa, abbiamo finito di leggere un libro di Italo Calvino intitolato “Il visconte dimezzato”, che parla appunto di un visconte che, mentre è in guerra, viene colpito da un cannone e si divide a metà, ma rimane vivo. Questo visconte vive molte avventure: decide di innamorarsi, una metà diventa cattiva e l’altra buona, divide tutto quello che trova a metà ecc... Allora la prof. di italiano ha deciso di dividerci in gruppi e di far fare a ciascun gruppo un fumetto. Io ero con Carlotta, Davide Teggi e Mahjoub. La prof. ci ha dato la libera scelta su quale pezzo realizzare nel fumetto e noi abbiamo deciso per il brano dove il Buono (la parte buona del visconte) lascia un segno su ogni casa per il dottor Trewlaney, in modo che il dottore capisca che deve curare le persone malate o che hanno male da qualche parte, e il Gramo (la parte cattiva del visconte) distrugge tutti questi segni. Per realizzare il fumetto abbiamo usato: due fogli di cartoncino bianchi, colla stick, colori, carta da stampante, un cartoncino azzurro da mettere alla fine del fumetto, un foglio di plastica trasparente, un oggetto lungo che serviva per assemblare i fogli e… pazienza. Dopo averlo realizzato, lo abbiamo consegnato alla giuria. Passata una settimana la giuria, dopo aver guardato bene i fumetti, è venuta a premiarci, facendo una classifica: noi siamo arrivati terzi! Ci hanno regalato un quaderno di Comix; invece, ai primi, hanno regalato il quaderno e un fumetto illustrato con disegni. Sara Ingrosso
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