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sotto a delle pietraie. Molto simili alla Vipera e abitanti nello stesso territorio<br />
sono: la Vipera dal Corno, chiamata così per via di una piccola protuberanza<br />
che possiede all’altezza del naso, e il Marasso simile alla Vipera, ma più grosso<br />
e più lungo.<br />
Questi serpenti cacciano generalmente nelle ore notturne e prediligono topi,<br />
piccoli anfibi e altri animali. Come un qualsiasi altro serpente, le Vipere e il<br />
Marasso possiedono una lingua bifida e le mascelle disarticolate fra di loro in<br />
modo che possono aprirsi in maniera smisurata per inghiottire prede molto<br />
più grosse della loro apertura boccale. I due temuti denti veleniferi sono ricurvi<br />
e infissi verso l’interno del palato; sono percorsi da una scanalatura che<br />
comunica con una vescichetta (la ghiandola velenifera), dalla quale, dopo il<br />
morso, esce, attraverso proprio queste scanalature, come se si trattasse di una<br />
vera e propria iniezione ipodermica, il veleno. Veleno, che in poche ore diventa<br />
letale sia per l’Uomo, che per tutti gli animali a sangue caldo.<br />
La persona morsa da una Vipera, o da un Marasso, va soccorsa immediatamente:<br />
con l’aiuto di un legaccio va stretto energicamente l’arto sopra la parte<br />
morsicata, quindi bisogna procedere ad incidere con un coltellino la ferita in<br />
modo da far uscire il sangue, nel frattempo è soprattutto necessario trasportare<br />
la “vittima” al più vicino ospedale. Molto importante è anche il siero anti<br />
Vipera, ma anche in questo caso bisogna correre al più presto in un luogo di<br />
pronto soccorso.<br />
Fino alla fine degli anni 70, in occasione della Fiera agostana degli uccelli di<br />
Sacile, scendeva dal Cansiglio un ometto chiamato “Vipera”. Egli aveva ereditato<br />
da generazioni l’arte della cattura delle Vipere e, come il nonno e il<br />
padre, approfittava della grande sagra ornitologica per esibirsi con questo rettile.<br />
Sulla sua bici portava, una davanti e l’altra dietro, due cassette da frutta<br />
“foderate” di rete metallica, all’interno delle quali si trovavano diversi di questi<br />
rettili sia adulti che piccoli. Quando davanti al lui si formava un gruppetto<br />
di persone, arrotolava una striscia di tessuto fino ad ottenere un cilindretto<br />
del diametro di circa un cm e lo faceva mordere da una vipera, così facendo<br />
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