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A SCUOLA DI FAUNA

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campana che rintoccava il mezzogiorno, allora il lavoro s’interrompeva, e suonava<br />

la sera, quando il lavoro cessava. Ed era ancora la campana a suonare a festa,<br />

la domenica, quando lavorare era peccato, quando finalmente si poteva mettere il<br />

vestito buono e mangiare con tranquillità, magari un po’di pane, anziché la solita<br />

polenta. Nella campagna che si estendeva per qualche kilometro intorno a casa<br />

mia, mi conoscevano tutti e nonostante fossero molto gelosi del loro terreno, guai<br />

per esempio calpestare l’erba, quando mi<br />

vedevano comparire mi accettavano di buon<br />

grado, sapendo di questa mia grande passione.<br />

Sovente mi intrattenevo con i più vecchi<br />

e chiedevo di raccontarmi le loro esperienze,<br />

i loro fortuiti incontri con gli animali<br />

e, da essi, sapevo che in quel determinato<br />

luogo potevo vedere un nido di Fringuello o<br />

la tana di un Riccio.<br />

Raccoglievo tutte queste notizie e questi<br />

RAMARRO<br />

insegnamenti nel mio (tipico per quegli<br />

anni), quadernone con la copertina nera e i fogli bordati di rosso del quale ero gelosissimo.<br />

In esso, registravo pure i miei incontri e le mie esperienze. Ricordo ancora<br />

adesso quelli con il Ramarro (Boretoeon), un lucertolone lungo una trentina di centimetri<br />

che incuteva un certo timore anche agli adulti; mi sembra adesso quando lo<br />

vedevo attraversare velocissimo un viottolo per scomparire subito dopo nella fitta<br />

vegetazione di una siepe o in un campo coltivato. Era un lampo, una visione, che<br />

durava pochi secondi, ma mi riempiva il cuore di una gioia immensa che mi ripagava<br />

abbondantemente per la passione che nutrivo per questo mondo fantastico.<br />

Ricordo del Ramarro i suoi colori bellissimi, quel verde-giallo-azzurro, che ai raggi<br />

del sole assumevano dei riflessi intensi e particolari. Qualche volta sul ciglio del<br />

fossato quando si sentiva al sicuro, il “sauro”, si fermava e volgeva la testa verso<br />

di me, avevo così qualche attimo di più per ammirarlo in tutta la sua bellezza.<br />

Ricordo quando, al mattino, sentivo nonna Maria raccontare con partecipe dispia-<br />

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