IL PUERPERIO
IL PUERPERIO
IL PUERPERIO
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
Mastite: processo infiammatorio della ghiandola mammaria, estremamente raro se non<br />
nel puerperio, al di fuori del quale è più frequente conseguenza di neoplasie( mastite<br />
carcinomatosa).<br />
Colpisce l’ 1-2% delle puerpere durante la lattazione, quasi sempre monolateralmente,<br />
spesso dopo la III-IV settimana di allattamento.<br />
Il principale agente eziologico è lo Staphilococcus Aureus e si tratta per lo più di un’<br />
infezione ascendente: attraverso il capezzolo, in carenti condizioni igieniche, o attraverso<br />
piccole fissurazioni o ragadi, il germe risale nei dotti galattofori fino ai lobi.<br />
Di solito è preceduta da un quadro di “ingorgo mammario”,che tecnicamente non è un<br />
processo infiammatorio ma di stasi del latte nei dotti a livello di uno dei quadranti della<br />
mammella. Il latte è un terreno fertile per la proliferazione dei germi e, pertanto, non è<br />
infrequente il verificarsi di una sovrapposizione batterica.<br />
Il quadro clinico è quello classico infiammatorio (calor, tumor, rubor…). Si ha una<br />
reazione linfonodale distrettuale a livello ascellare e sovraclaveare.<br />
Nel 10% dei casi evolve verso l’ ascesso mammario.<br />
La diagnosi è clinica o per esame colturale del latte.<br />
La terapia antibiotica si effettua con Penicillina (utilizzabile in allattamento) a dosi piene.<br />
Come seconda scelta, ad es. in pazienti allergici ai b-lattamici, si può somministrare<br />
Eritromicina.<br />
In ceppi resistenti di S.Aureus è indicata la Vancomicina.<br />
E’ fondamentale la prosecuzione dello svuotamento della ghiandola, in quanto il latte che<br />
ristagna fa da terreno di coltura per i batteri.<br />
E’ possibile effettuare applicazioni fredde(Ice Bag?), usare reggiseni contenitivi…ovviamente,<br />
nel caso di un’ evoluzione in ascesso, per portarlo a maturazione, saranno<br />
invece opportune applicazioni calde e umide.<br />
Ascesso mammario: Se non ci sono segni di defervescenza entro 48-72h dall’ inizio della<br />
terapia antibiotica o se si sviluppa una massa palpabile, è forte il sospetto di ascesso.<br />
La diagnosi è per lo più clinica: alla palpazione la mammella, che in corso di mastite ha<br />
una consistenza aumentata, presenta un’ area di ridotta resistenza e libera fluttuazione per<br />
la formazione della raccolta ascessuale che tende poi a farsi strada verso l’ esterno.<br />
La terapia consiste in incisione, drenaggio e zaffatura, eseguiti sotto copertura antibiotica.<br />
Si sta valutando l’ efficacia del drenaggio ambulatoriale sotto guida ecografica.<br />
Emorragia puerperale:Si può verificare 1-2 setimane dopo il parto, per una anomala<br />
involuzione del sito di inserzione placentare: esso non viene gradualmente sottominato, ma<br />
c’ è un distacco improvviso del- l’ area necrotica che lo ricopre. Come la caduta di<br />
un’ escara, questo distacco può dare luogo al vivo sanguinamento dei vasi sottostanti.<br />
Ovviamente, accanto a questa ipotesi, bisogna considerare la possibile ritenzione di un<br />
lembo placentare o un secondamento incompleto, che può dar segno di sé con un<br />
sanguinamento nell’ immediato post-partum. Questo può essere riconosciuto all’ esame<br />
della faccia materna della placenta che viene effettuato dopo il parto.<br />
Può accadere che il lembo trattenuto nella cavità uterina venga ricoperto da fibrina,<br />
determinando la formazione di un “polipo placentare” che, distaccandosi, causerebbe un<br />
sanguinamento.<br />
E’ un evento raro, riguardante l’ 1% delle puerpere, ma problematico.