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Parte prima Io gli giro intorno: con circospezione, con impazienza ...

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che fabbricò lui stesso. Significano segretezza, sembrerebbe, o difesa, cioè paura; lo stile invece<br />

rivela chiarezza, sicurezza: in quanto sono disegnati <strong>con</strong> forza, quasi <strong>con</strong> violenza, e <strong>con</strong> precisione<br />

da artigiano. Un altro disegno di scuola fu « La cella di Silvio Pellico ». Catene, catenacci e<br />

catenelle corrono tra una finestra dalla enorme inferriata e una porta munita di chiave e lucchetto;<br />

ragnatele a<strong>gli</strong> angoli dei riquadri della finestra; nell’interno si vede una sedia, e Silvio Pellico: <strong>con</strong><br />

<strong>gli</strong> occhiali, i baffi e il cappello in testa, l’aria un po’ incantata e un po’ vittima. Grande spazio è<br />

lasciato al cielo e al cortile dove sta un bambino, il « mutolino », e una panca di legno (si vedono i<br />

nodi); nel cielo il sole grande e giallo, e uccelli in volo. L’invadenza dei chiavistelli <strong>con</strong>trasta col<br />

cielo e <strong>con</strong> <strong>gli</strong> uccelli: <strong>con</strong> la libertà. Nello stesso quaderno seguono variazioni del tema. Su un<br />

angolo di casa campeggiano due portelli, uno chiuso e uno aperto, entrambi rigorosamente costellati<br />

di cardini, catenelle, chiavi, spranghe bulloni e viti. Il segno è al solito robusto e nervoso: fa<br />

sembrare allegra l’ossessiva abbondanza della ferramenta. Il portello aperto lascia vedere una<br />

finestra <strong>con</strong> tendine sulla quale è abbassata una saracinesca. Sul muro, accanto alla finestra, appesa<br />

a un chiodo ben visibile (niente nei suoi disegni è mai campato a caso nello spazio) una gabbia<br />

munita di sportello <strong>con</strong> la sua catenella, e dentro la gabbia un uccellino. L’uccellino arruffato,<br />

agitato, grida. ‑ AIUTOOO... Non è la spiegazione di tutto? A fianco della casa un albero, e su un<br />

ramo un uccello in forma di civetta, nero <strong>con</strong> <strong>gli</strong> occhi rotondi bianchi. Grida: ‑ cucucu... Un canto,<br />

credo, di lutto.<br />

È terribile pensare che quell’uccellino era lui. Per questo, desiderava tanto possedere un uccello? «<br />

Non ho tanta vo<strong>gli</strong>a di andare a scuola, ma la mamma mi ha promesso un uccellino ». Purtroppo<br />

non ero abbastanza matura per capire l’importanza e procurar<strong>gli</strong>elo davvero. Magari me lo<br />

proponevo, e poi mi pareva una seccatura. Accadde una storia penosa (e comica anche). Eravamo<br />

andati io e lui in bicicletta a Bruino dal professor Pastore. Ero preoccupata, ma riflettevo che erano<br />

persone, Pastore e sua mo<strong>gli</strong>e, buonissime, pazienti. Terminato il tour du propriétaire come diceva il<br />

professore, mi accorgo che lui non è <strong>con</strong> noi. Lo chiamo, lo cerco; finalmente lo trovo dietro la<br />

casa, eccitato e insieme costernato. Per terra, davanti a lui, la strage: un nido in pezzi e <strong>gli</strong> uccellini,<br />

nudi, morti (a sassate: aveva un occhio infallibile). Adesso posso vedere lui stesso come un<br />

uccellino spaventato, ma allora lo guardai <strong>con</strong> orrore: un assassino! Devo aggiungere che sempre,<br />

anche adesso, lui mi sorprende in modo violento; o me<strong>gli</strong>o, forse, violenta è la mia reazione, e lui<br />

mi guarda <strong>con</strong> ironia ‑ se va bene ‑ e aspetta che io capisca. Pastore, affranto ‑ figurarsi: pacifista,<br />

naturista ‑ si premeva la mano sul cuore. <strong>Io</strong> mi tiro dietro lui e scappo pedalando furiosamente.<br />

Quando finalmente lo lasciai parlare ‑ parlavo sempre io, domande e risposte ‑ disse che aveva<br />

sperato di far cadere dal nido un uccellino vivo per portarselo a casa. Anche adesso ama le bestie: di<br />

un amore carnale, fraterno. Con esse è tenero, generoso, paziente; e anche esse lo amano, si capisce.<br />

Del resto lui è piú pacifista e naturista di Pastore.<br />

Conosceva <strong>gli</strong> uccelli dal giardino di fronte. Entrarono nelle sue poesie. Compose poesie nel <strong>giro</strong> di<br />

un anno (scriveva in calce la data) il suo settimo di età. Le riscriveva piú volte, <strong>con</strong> leggere varianti<br />

specie nel ta<strong>gli</strong>o dei versi. Si vede che <strong>gli</strong> venivano tutti insieme e lui dap<strong>prima</strong>, nella fretta e<br />

soprattutto per mancanza di pratica, li scriveva <strong>con</strong> la <strong>con</strong>tinuità della prosa; poi il ritmo si

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