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Parte prima Io gli giro intorno: con circospezione, con impazienza ...

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incaricando me: « Si raccomanda che tu non rida di lui e dice di chiederti se hai sempre la sua<br />

pallottola ». Si arrabbiava <strong>con</strong> me se le lettere di suo padre <strong>con</strong>tenevano rimproveri. « L’idea della<br />

lettera non è stata buona, perché quasi si è offeso, e cosí questa se<strong>con</strong>da non <strong>gli</strong>el’ho data. Lui non<br />

vuole che io ti faccia un troppo brutto quadro di lui ». Si trattava di rapporti virili. <strong>Io</strong> guastavo.<br />

Quella specie di ricatto morale che <strong>con</strong>sisteva nel denunciarlo a suo padre si alternava <strong>con</strong> tentativi<br />

di ricatto sentimentale nei miei riguardi. Come quello di lasciarmi vedere disperata, fino a (fingere?)<br />

di volermi buttare (atto che forse avvenne in stato di quasi incoscienza). Ne pensavo anche di meno<br />

teatrali, ma sempre un po’ curiosi, <strong>con</strong>cepiti anch’essi in un impulso di esaltazione, di<br />

autocompatimento. Pensai per esempio che se lui avesse saputo cosa voleva dire mettere al mondo<br />

un fi<strong>gli</strong>o avrebbe avuto maggior <strong>con</strong>siderazione di me. Gli spiegai succintamente ma <strong>con</strong> un certo<br />

realismo la cosa. Non si scompose; commentò tranquillo <strong>con</strong> altrettanto realismo: ‑ Come le<br />

mucche! Cosí <strong>gli</strong> fornii la <strong>prima</strong> informazione sessuale. Che non produsse, sul piano del<br />

comportamento, nessuna <strong>con</strong>seguenza. In via normale ricorrevo alla promessa di regali, che erano<br />

poi sempre armi, sua nuova passione. « Continua a star bravo perché <strong>gli</strong> ho promesso che se fa<br />

miracoli detrarrò dal guadagno del mio libro la somma per il suo fucile. (Lui crede che mi paghino<br />

subito). Intanto spero che finisca la guerra e <strong>gli</strong> restituiscano il flobert che <strong>gli</strong> hanno <strong>con</strong>fiscato ». «<br />

Lo sai che sono stata costretta a comprare il famoso moschetto? Non potevo piú tirarmi indietro,<br />

dopo che lui ha dimostrato veramente buona volontà, mi pareva di tradirlo ». È da notare in cosa<br />

facevo <strong>con</strong>sistere la moralità; ma anche la circostanza di lui che dimostrava « buona volontà »:<br />

com’era possibile? <strong>Io</strong> credo che fosse un caso, una coincidenza; donde il mio doppio errore nel<br />

premiarlo. Faceva troppo piacere a me, ac<strong>con</strong>tentarlo: lí era l’immoralità, chi avesse voluto trovarla.<br />

« Ho pensato di to<strong>gli</strong>ere qualcosa alla somma che ci hanno dato a scuola e ho fatto il gran passo.<br />

Adesso come puoi immaginare, è incretinito sempre <strong>con</strong> quell’arnese in mano, a smontarlo,<br />

rimontarlo ecc. ». Il suo smontare e rimontare era invece una cosa seria, uno studio. Lo studio delle<br />

armi può essere <strong>con</strong>siderato un gioco, ma per uomini. Accadeva anche che promettessi senza<br />

se<strong>con</strong>di fini, ex abundantia cordis. « È buono, e assisterlo nei compiti è noioso ma non piú cosí<br />

terribile ». « Ha tanti bei momenti ». Bei momenti erano certe passeggiate. « Siamo andati per viole<br />

dalle parti di Villa Desmè. Lui giocava <strong>con</strong> le serrande dei canali e io co<strong>gli</strong>evo fiori. Poi lui si è<br />

caricato un pezzo di rotaia fino a casa, pesantissimo, ed era tutto rosso e sudato, ma felice ». «<br />

Siamo andati insieme a piedi e lui è stato buonissimo. All’andata abbiamo avuto molto caldo e al<br />

ritorno c’era una luna meravi<strong>gli</strong>osa sulla neve. Lui aveva un po’ male a un piede, ma non ha fatto<br />

capricci. Quando è cosí, non so cosa non farei per lui ». Ammiravo la sua dignità quando soffriva. «<br />

Ha le mani piene di geloni. Però non si lamenta ». Ce ne furono persino di suoi, regali. « Ieri <strong>con</strong><br />

uno speciale temperino che si è fatto comprare al mercato (si chiama “vernantino” perché li fanno a<br />

Vernante) ha inta<strong>gli</strong>ato piccoli oggetti, un coltello, una forchetta, e uno zoccoletto che io devo<br />

portare appuntato sulla pelliccia come portafortuna ». Se penso che in quel tempo della « nostra »<br />

guerra avevo di queste gioie! Ora che ufficialmente siamo amici, che siamo (o sembriamo)<br />

malin<strong>con</strong>icamente adulti, non mi regala mai nulla, di quello che fa, intendo. Tutto quello che mi ha<br />

dato l’ho sempre pagato in <strong>con</strong>tanti. Non me ne lagno: cosí ho <strong>con</strong>servato le opere. I mi<strong>gli</strong>ori fra i «<br />

bei momenti » erano quelli, come già quando era piccolo, di una comunione fra noi di emozioni: nel<br />

mondo dei miei amori, che poi in parte era anche il suo. « In genere è affettuoso, come sai, quando<br />

siamo a letto ». (Dormivamo nei due lettini gemelli della mia vecchia camera di bambina). « Due<br />

sere fa abbiamo cantato insieme le nostre canzoni di una volta (ho ritrovato il libro). A lui piace

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