Addio Provincia, nel 2013 non si vota - Il Caffè

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PUBBLIREDAZIONALE 10 è il primo mezzo con cui chi crede nelle proprie ri- L'insegna sorse parla di sé. Oggi i nuovi progressi nel campo della tecnologia LED permettono un’alta efficienza energetica e le INSEGNE A LED sono caratterizzate da un’elevata luminosità che le rende visibili anche nelle ore diurne con una notevole riduzione del consumo elettrico. Oltre alla vasta gamma d’insegne che comunemente vengono realizzate, ciò che rende la PUBLI3 unica nel suo settore è la progettazione e realizzazione di un’insegna a led costituita da un particolare pannello realizzato attraverso un sistema assolutamente innovativo di illuminazione. La particolarità di questo pannello consiste nella straordinaria capacità d’illuminazione e rendimento delle immagini stampate in UV ad alta risoluzione e, soprattutto, nella realizzazione dell’insegna in uno spessore totale di soli 14 mm. L'innovazione consiste in uno speciale sistema di lastre trasparenti che, attraverso una particolare lavorazione delle stesse, permette di diffondere la luce puntiforme dei LED su tutta la superficie della lastra, garantendo una perfetta omogeneità di illuminazione e rendendo al massimo l’effetto visivo che si vuole ottenere. I LED rappresentano un cambiamento tecnologico epocale destinato a sostituire completamente, e in pochi anni, le altre tecnologie per illuminazione oggi obsolete. A differenza del tradizionale Neon, i moduli a LED sono in grado di convertire la massima parte dell’energia elettrica assorbita in luce visibile, anziché dispenderla in calore. Un inestimabile vantaggio del Led, rispetto alle altre tecnologie di illuminazione, sta nella DURATA MEDIA che supera le 50.000 ore di effettivo funzionamento (fino a 50 volte di più delle lampade tradizionali) mante- LE AZIENDE INFORMANO n. 251 - dall’11 al 24 ottobre 2012 La superiorità tecnologica dei led comporterà che presto le insegne saranno tutte di questo tipo TUTTO IL BELLO DELLE INSEGNE A LED nendo, anche dopo tanto tempo, il 70-80% dell’emissione luminosa iniziale. Essi, inoltre, non soffrono delle continue accensioni e spegnimenti e sono molto più resistenti agli sbalzi di tensione ed a fenomeni quali l’umidità, la temperatura rigida o le vibrazioni e, soprattutto, non necessitano di alcuna manutenzione. INSEGNE A LED Alcuni lavori realizzati Altra notevole differenza rispetto al Neon consiste nella qualità nettamente superiore della luce, risultando priva di componenti infrarosse e ultraviolette, che determinano conseguenze negative per l’organismo umano in caso di lunghe esposizioni, e rivelandosi estremamente sicura operando a bassissima tensione. La luce a Led, inoltre, contribuisce a valorizzare la qualità delle immagini con colori vivaci e saturi, conservandone la nitidezza per un effetto visivo eccellente. Un’ulteriore e rilevante particolarità delle insegne a led è rappresentata dall’enorme RISPARMIO ENERGE- PUBLI3 L’azienda Tutti i vantaggi di una insegna a led • 50.000 ore di effettivo funzionamento • Riduzione fino al 70% dei costi di gestione dellʼ insegna • Maggiore luminosità • Uniformità della luminosità • Anche solo 14 millimetri di spessore • Maggiore resistenza a sbalzi di tensione, umidità, vibrazioni • Zero manutenzione • Minore impatto ambientale TICO dovuto all’utilizzo dei LED che permette di risparmiare fino al 70% dei costi di gestione delle insegne pubblicitarie. Essendo caratterizzati da una lunga durata nel tempo, a differenza del neon, si ha una decisiva diminuzione delle sostituzione dei led stessi e una conseguente riduzione dello smaltimento dei rifiuti. L’utilizzo di tale tecnologia, dunque, oltre a generare un rilevante risparmio energetico per chi la utilizza, consente una notevole riduzione dell’impatto ambientale, anche grazie all’assenza di gas nocivi e sostanze tossiche. Presente da diversi anni nel campo della comunicazione e dellʼadvertising, la Publi3Srl è oggi unʼazienda specializzata nella gestione di campagne pubblicitarie e nella realizzazione di allestimenti interni ed esterni per negozi di ogni tipo, ponendosi lʼobiettivo di offrire ai clienti le migliori soluzioni con servizi di qualità completamente personalizzabili. Operando nelle zone di Aprilia, Roma, Latina, Castelli Romani, Nettuno e le principali città italiane, progetta e realizza una vasta tipologia di insegne quali: insegne mono e bifacciali, lettere scatolate, lettere retroilluminate, logo in 3D, pannellature in forex illuminate con fari, insegne a totem, ecc.
n. 251 - dall’11 al 24 ottobre 2012 BUSINESS PARCHEGGI Nessuno lo sa nei Comuni, ma chi gestisce le strisce blu deve pagarci le tasse su rifiuti e occupazione di suolo pubblico I gestori dei parcheggi devono Tarsu e Tosap Da anni lo ribadiscono i supremi giudici della Corte di Cassazione Francesco Buda C’è un settore che è ormai diventato un vero business: le strisce blu. Moneta dopo moneta, i parcheggi a pagamento rastrellano somme interessanti. Un affare dal quale potrebbe arrivare qualche introito in più per i Comuni, quando non sono loro a gestire direttamente i cosiddetti “stalli” a pagamento. Di solito chi li gestisce dà una percentuale sugli introiti alle casse comunali, talora in ritardo e quasi fossero “elemosine”, come nel caso di Latina. Ma al di là di casi patologici come questo e oltre una parte degli incassi, ai Comuni che affidano ad altri soggetti la cura delle strisce blu spettano ulteriori entrate: la Tassa Occupazione Spazi ed Aree Pubbliche (Tosap) e la Tassa o la Tariffa sui rifiuti (Tarsu o Tia). Questi tributi li devono pagare tutti i soggetti, diversi dal Comune, che gestiscono i parcheggi a pagamento. E devono versarle su tutte le superfici “blu” utilizzate per l'esercizio dell'attività. Se invece il Comune gestisce direttamente il servizio (è il caso ad esempio di Ariccia, Genzano, Anzio, Nettuno, Ardea) non scattano questi due tributi. GIUNGLA BLU Pare che gli amministratori locali non lo sappiano: chi dice chiaramente che ignora la faccenda, qualcun altro nicchia, solo un assessore al bilancio tra coloro che abbiamo interpellato lo sa, ma ammette di aver soprasseduto. Addirittura qualche consigliere comu- A caccia di tesoretti Sindaci, assessori e consiglieri comunali sono “avvisati”: verifichino, perché nelle casse dei loro Comuni potrebbero mancare un bel po' di denari. Ad esempio ad Aversa, dove c'è l'attivissimo Comitato Strisce Blu Italia, «il Comune ha chiesto quasi 2 milioni di euro per Tosap e Tarsu arretrate sui LATINA, CASO SIMBOLO Il Comune non ha mai chiesto Tosap e Tarsu ai gestori delle soste blu nale e assessore nemmeno sa chi si occupa di parcheggi nel Comune, che si presume egli dovrebbe amministrare. Una cosa che insomma spiazza parecchi negli Enti locali, quando gli domandi lumi in merito. Rocamboleschi giri di telefonate ed e-mail a caccia di informazioni negli uffici comunali, spesso senza risposta o con risposte cortesi quanto oscure. Una comica! Ecco come stanno le cose: La Corte di Cassazione ha già chiarito da anni in modo netto ed uniforme che i gestori delle strisce blu devono pagare questi due tributi comunali, come qualunque altra impresa. Che siano aziende comunali o meno, non importa. OBBLIGO INDEROGABILE Gli stessi Comuni, del resto, pagano le tasse (ad es. Irap e Iva) allo Stato, 1.600 posti dei parcheggi blu» racconta a Il Caffè Giuseppe Oliva, presidente del Comitato, che ha “costretto” l'amministrazione comunale a pretendere le due tasse dai concessionari delle strisce blu. Tra questi ultimi c'erano i signori di Urbania. Gli stessi che hanno fatto i propri comodi a Latina. Gli amministratori possono finire alla Corte dei Conti Occhio ai giudici Chi gestisce i parcheggi a pagamento deve versare al Comune le tasse sull'occupazione di suolo pubblico e sui rifiuti per le aree dove insistono i parcheggi gestiti. Se non lo fa, i Comuni devono esigere che provveda. Altrimenti si rende responsabile di gravi ammanchi nelle casse municipali. I cittadini possono intervenire. «Noi abbiamo denunciato alla Corte dei Conti il fatto che il Comune di Aversa non aveva mai chiesto Tosap e Tarsu ai concessionari delle aree di sosta a pagamento» spiega Giuseppe Oliva, del Comitato “Strisce Blu Italia”. «Dopo il nostro esposto il Sindaco si è affrettato a inviare le richieste di pagamento di queste due tasse alle società dei parcheggi, ma solo per gli ultimi 5 anni (quasi due milioni di euro). Per gli anni precedenti si erano prescritte». I tributi non incassati potrebbero essere riconosciuti come danno erariale. E in questo caso a pagare sarebbero gli amministratori locali distratti. Qualcosa di simile potrebbe accadere nei Comuni del Lazio, che finora non hanno mai chiesto né riscosso i due tributi dai gestori dei parcheggi, specialmente quando si tratti di società private. «Nella giungla dei parcheggi e delle tante interpretazioni che può lasciare il Codice della strada, visto che in ogni città ognuno si inventa cose che non esistono nella normativa o molto al limite, la nuova frontiera per fare giustizia – aggiunge Oliva – è costringere i Comuni ad esigere Tosap e Tarsu». cioè alla “casa madre”. Poco conta, perciò, che un soggetto sia “in house”, ossia della stessa “casa”, chiamata Municipio, per la quale lavora. «Varie sentenze e ordinanze della Corte di Cassazione – spiega l'avvocato Raffaele Scirè, esperto tributarista – sanciscono in maniera univoca e consolidata che il concessionario delle strisce blu è soggetto passivo di Tosap e Tarsu, anche quando sia una società con capitale interamente detenuto dal Comune. Esempio emblematico è quello della Spa comunale Formia Servizi». Quest'ultimo caso si è risolto a luglio 2011 davanti la Cassazione, a favore delle casse municipali: i massimi giudici nazionali, con due distinte ordinanze del 19 luglio, hanno confermato che la Spa a capitale totalmente pubblico in mano al Comune ha l'obbligo di versare quei tributi, Tosap e Tarsu, al Comune stesso. Già la Commissione Tributaria Regionale aveva dato ragione all'Ente locale, ma l'azienda aveva fatto ricorso in Cassazione. E ha perso anche qui. «Viceversa – precisa l'avvocato Scirè - dalla let- Milioni di euro che di solito i Comuni non chiedono e nemmeno sanno che gli spettano... Sulla questione parcheggi a pagamento i Castelli Romani hanno il “sangue blu”, dove di blu ci sono le strisce ed il sangue è quello degli utenti, che quotidianamente spendono bei soldini per far sostare le loro auto in centro. Ma pochissimi gestiscono direttamente l'“affare”, come ad esempio Ariccia (335 posti blu, 660 gratis) e Genzano (315 stalli blu). Gli unici, tra quelli che abbiamo sondato, in cui chi cura i parcheggi non è tenuto a pagare le tasse Tosap e Tarsu sugli spazi dedicati ai parcheggi pagamento. Altrove, praticamente ovunque, pare proprio che amministratori locali e funzionari comunali ignorino questa regola. Ciò vuol dire che milioni di euro non sono stati e non vengono incamerati dalle casse comunali. Lo conferma quanto ci fanno sapere dai Comuni. Non paga questi due tributi la concessionaria Multiservizi dei Castelli di Marino Spa, che gestisce 310 posti blu in centro e 210 tra Santa Maria delle Mole e Frattocchie, a fronte di 1.500 posti gratis. Anche a Velletri sono convinti che il loro gestore dei parcheggi a pedaggio (la municipalizzata Velletri Servi- PER ELIMINARE OGNI DUBBIO Tra dubbi, lassismi e cavilli, ci si può senz'altro districare nella giungla degli affidamenti delle strisce blu e capire chi deve pagare le tasse comunali sul suolo pubblico e sui rifiuti. Offriamo come consulenza (gratis) queste informazioni. È da ritenere soggetto al pagamento dei tributi locali – elenca l'avvocato Scirè – quel gestore dei parcheggi a pagamento che: 1) Non si affianca al personale del Comune, ma gestisce in prima persona ed in via esclusiva le strisce blu; tura delle pronunce di Cassazione sembrerebbero non tenuti a pagare i due tributi locali quei soggetti (privati o società pubbliche distinte dall'ente locale) affidatari di un servizio di mero “affiancamento” agli uffici comunali nella gestione dei parcheggi e che non sono detentori né occupanti dell'area pubblica. Si tratta dei casi in cui il Comune gestisce il servizio in prima persona, provvedendo da sé alla manutenzione delle aree adibite a parcheggio, incassano sul proprio conto corrente i proventi, attraverso i propri uffici ed i propri dipendenti a cui si “affiancano"”altri lavoratori della società esterna». SCOPRIRE SE IL GESTORE DEVE PAGARE I 2 TRIBUTI La questione è chiara, ma come tutte le faccende burocratiche è molto tecnica e può presentare diverse sfaccettature. Ad esempio, se non c'è una formale concessione dal Comune ad una società, che succede? Vi sono varie “spie” (meglio specificate nel riquadro in alto) che ci dicono chi va considerato gestore in concreto delle strisce blu ed è perciò soggetto a tassa sul suolo e sui rifiuti, a prescindere dal fatto che vi sia un contratto di concessione o meno: se gestisce in prima zi) non debba versare la tassa sull'occupazione del suolo pubblico e sull'immondizia. «Abbiamo aperto 11 2) È tenuto a provvedere a proprie spese alla manutenzione ed alla pulizia degli spazi adibiti alla sosta a pagamento, nonché all'eventuale segnaletica; 3) Maneggia il denaro pubblico, ossia incassa i proventi delle strisceblu (per poi riversarli al Comune); 4) Ha diritto ad un corrispettivo per la gestione, accollandosi ogni spesa sostenuta per il servizio erogato. RAFFAELE SCIRÈ Avvocato tributarista persona e in esclusiva; se fa manutenzione, pulisce e cura la segnaletica di tasca propria; se incassa i soldi; se prende una remunerazione. «Se poi l'affidamento è “in gestione” anziché “in concessione” - precisa l'avvocato Scirè -, diventa decisivo leggere la convenzione del Comune per valutare se l'affidamento del servizio fa sorgere in capo al gestore la qualifica di “occupante-detentore” delle aree “blu”». Èil caso di Pomezia. «Sì, ma se gli facciamo pagare queste tasse, dobbiamo aumentare le tariffe», ci hanno detto in qualche Comune. E allora, visto che non i gestori dei parcheggi a pagamento non le pagano, perché non abbassare il prezzo dei parcheggi? Così lo “sgravio” sottotraccia va a vantaggio di tutti. Milioni di euro che spettano alle casse comunali, ma i Comuni non li esigono Ai Castelli nessuno dà Tosap e Tarsu sulle strisce blu. Ok solo Genzano e Ariccia PARCHEGGI A CASTEL GANDOLFO Qui e a Grottaferrata, è la S.i.s. Srl a gestire le strisce blu una discussione su questo tema – ci dice l'assessore al bilancio Adalberto Palmieri – e per noi la Velletri Servizi, non è soggetto passivo di Tosap sui parcheggi che gestisce; per la Tarsu il Comune ha chiesto alla Velletri Servizi di pagarla sugli immobili in cui opera (in realtà dovrebbe pagare anche sulle aree dei parcheggi che gestisce, ndr). Quello che dice Il Caffè è senz'altro un contributo utile per noi e ci può servire a capire meglio». Non paga Tosap e Tarsu sui circa 200 stalli blu a Rocca di Papa nemmeno la ditta privata Schiaffini Travel Spa, la stessa di Ciampino. A Frascati i gestori delle strisce blu sono due: la STS (con 1.388 posti nel centro storico), e la Metropark, che gestisce i 217 posti alla Stazione. «Non pagano Tosap e Tarsu in quanto non è dovuta», affermano in Comune. A Castel Gandolfo e a Grottaferrata parchimetri e stalli sono in mano alla società privata S.i.s. Srl alla quale abbiamo chiesto informazioni che ancora non sono arrivate. Attendiamo lumi anche dai Comuni di Ciampino, Albano e Castel Gandolfo. Laura Alteri
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