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Addio Provincia, nel 2013 non si vota - Il Caffè

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14<br />

Roberto Les<strong>si</strong>o<br />

Sembrava la soluzione di tutti i problemi<br />

di bilancio delle amministrazioni<br />

pubbliche il co<strong>si</strong>ddetto project financing.<br />

Un meccanismo finanziario<br />

in base al quale lo Stato, le Regioni, le<br />

Province e i Comuni, indebitati fino al<br />

collo da una classe politica a dir poco<br />

incapace, concedevano ai privati<br />

(spalleggiati sempre dalle banche) la<br />

realizzazione di determinate opere di<br />

interesse collettivo. In cambio i privati<br />

ottenevano la gestione di tali opere<br />

per almeno 20-30 anni in modo da<br />

rientrare dall’investimento effettuato<br />

e poterne ricavare un giusto guadagno<br />

d’impresa. Ma ora, alla luce della grave<br />

<strong>si</strong>tuazione economico-finanziaria<br />

generale, anche il mondo della finanza<br />

è entrato in cri<strong>si</strong> e di conseguenza i<br />

soldi <strong>non</strong> ce li possono mettere più neanche<br />

i privati. <strong>Il</strong> risultato è che, soprattutto<br />

con le nuove norme internazionali<br />

che scatteranno dal pros<strong>si</strong>mo<br />

anno, anche tutti i project financing<br />

proposti negli ultimi dieci anni <strong>nel</strong>le<br />

nostre città e province rischiano di<br />

scioglier<strong>si</strong> come neve al sole e rivelar<strong>si</strong><br />

per quello che sono sempre stati:<br />

pura finanza speculativa, a favore di<br />

privati senza gara d'appalto e con rischi<br />

accollati al pubblico. Altro aspetto<br />

inquietante: la legge consente ai Comuni<br />

ed altri enti di dare ai propri tecnici<br />

incentivi fino al 2% dell’importo<br />

del progetto. E così chi deve controllare<br />

per conto del pubblico, finisce per<br />

avere interesse alla realizzazione del<br />

l’affare dei privati.<br />

CIMITERI, SCUOLE, PORTI,<br />

TRAM, INCENERITORI...<br />

Qua<strong>si</strong> <strong>non</strong> <strong>si</strong> contano più i progetti<br />

che dovevano e dovrebbero essere<br />

realizzati, almeno inizialmente,<br />

con questa tecnica finanziaria:dall’adegua-<br />

mento della via Pontina<br />

alla realizzazione<br />

dell’ospedale dei<br />

Castelli Romani (la<br />

cui modalità di finanziamentodefinitivo<br />

<strong>non</strong> è ancora<br />

chiara); dalle opere<br />

idrauliche di Acqualatina<br />

ai parcheggi di<br />

Velletri e Nettuno; da<br />

una piscina pubblica a Terracina<br />

ad una scuola di Ardea,<br />

alle case popolari a Velletri e forse<br />

anche l’inceneritore di Albano. E<br />

poi cimiteri, mercati, tutti i nuovi porti<br />

previsti sul nostro litorale (Ostia, Anzio,<br />

Foce Verde, Rio Martino e Circeo)<br />

ed una tramvia su gomma a Latina<br />

(detta impropriamente metropolitana<br />

leggera), che <strong>nel</strong> frattempo è rimasta<br />

ferma <strong>nel</strong> depo<strong>si</strong>to, mentre la società<br />

costruttrice è praticamente fallita.<br />

L’AUTHORITY PUNTA IL DITO<br />

A puntare il dito contro questa tecnica<br />

finanziaria ci ha pensato nei giorni<br />

scor<strong>si</strong> l’Autorità di Vigilanza sui<br />

Contratti e i Lavori Pubblici con la<br />

propria relazione annuale al Parlamento.<br />

L’Autorità, vigilando su opere<br />

incompiute da molti anni o solo recen-<br />

temente avviate, ha<br />

riscontrato tutti i vizi<br />

di fondo di tale tipo<br />

di procedura: carente<br />

progettazione<br />

iniziale; insufficiente<br />

programmazione delle<br />

risorse economiche disponibili;<br />

procedure negoziate<br />

(quindi senza una gara<br />

d’appalto vera e propria); “spezzettamento”<br />

dei lavori per farli rientrare<br />

sotto la soglia di un milione di euro<br />

ed evitare così la gara pubblica; ricorso<br />

<strong>si</strong>stematico al contenzioso giudiziario<br />

una volta firmato il contratto tra<br />

appaltatori e appaltati. La relazione<br />

inoltre evidenzia gli aspetti storici dei<br />

“nostri” lavori pubblici: tempi di realizzazione<br />

lunghis<strong>si</strong>mi e costi ben più alti<br />

del previsto. Ma soprattutto l’Autorità<br />

di Vigilanza evidenza quello che è<br />

l’aspetto chiave di tutto il problema: la<br />

difficoltà da parte della pubblica amministrazione<br />

di accollare al realizzatore–gestore<br />

dell’opera il proprio rischio<br />

d’impresa, che invece viene<br />

sempre scaricato sull’ente appaltante<br />

e di conseguenza sui cittadini.<br />

AFFARI & POLITICA n. 251 - dall’11 al 24 ottobre 2012<br />

L’Autorità di vigilanza boccia la tecnica finanziaria scelta per il porto di Anzio, cimiteri, tram a Latina, inceneritore ad Albano<br />

Project financing, cura peggiore del male<br />

Sistema che troppo spesso è usato per<br />

aggirare le gare d’appalto e scaricare<br />

sui Comuni debiti e rischi d’impresa<br />

L’Authority:<br />

progetti carenti,<br />

appalti ‘amichevoli’,<br />

tempi lunghi, costi<br />

gonfiati e conten<strong>si</strong>o<strong>si</strong><br />

per gli enti<br />

pubblici<br />

La via Pontina al palo<br />

La formula del project financing ha fatto il suo esordio dalle nostre parti dieci<br />

anni fa con il Corridoio Tirrenico Meridionale, poi trasformato<strong>si</strong> in una ristrutturazione<br />

della Pontina ed infine approdato <strong>nel</strong>la riprogettazione del tracciato<br />

già e<strong>si</strong>stente della superstrada per trasformarla in una autostrada a pagamento.<br />

Nelle scorse settimane il Partito Democratico di Latina ha per<strong>si</strong>no costituito<br />

un comitato a favore della sua realizzazione. Per il momento deve essere ancora<br />

redatto il progetto e il bando definitivo dellʼintera opera, mentre <strong>nel</strong> frattempo<br />

se ne sono già andati 43 milioni di euro in contenzio<strong>si</strong> giudiziari. E ora<br />

che la Pre<strong>si</strong>dente Polverini <strong>si</strong> è dimessa, i Con<strong>si</strong>glieri regionali sono andati a<br />

casa ed è tutto rimandato alla pros<strong>si</strong>ma legislatura.<br />

<strong>Il</strong> Ministero blocca i fondi sul tram-bufala, spunta Cotral con altri 27 milioni<br />

<strong>Il</strong> caso <strong>si</strong>mbolo: la “metro” di Latina<br />

Un esempio clas<strong>si</strong>co di questo<br />

andazzo <strong>si</strong> è avuto in questi<br />

giorni con la “telenovela” della<br />

co<strong>si</strong>ddetta metropolitana leggera<br />

di Latina. La Regione Lazio, che ha il<br />

proprio bilancio al limite del collasso<br />

per via del debito sanitario, avrebbe<br />

deciso di “appoggiare” la realizzazione<br />

di questo project financing, ritenuto<br />

strategico per i trasporti pubblici<br />

locali. Per fare ciò la stessa Regione<br />

<strong>si</strong> dovrebbe avvalere del CO-<br />

TRAL, a sua volta con le casse perennemente<br />

in rosso e salvato all’inizio<br />

di quest’anno con una imponente<br />

iniezione di denaro pubblico, 27 milioni<br />

di euro. <strong>Il</strong> COTRAL quindi dovrebbe<br />

realizzare e gestire un’opera<br />

ormai ritenuta costosa e inutile da<br />

tutti, che poi, in sostanza, dovrebbe<br />

fare concorrenza al proprio servizio<br />

di autolinee già e<strong>si</strong>stente. Ma <strong>non</strong> è<br />

questo il punto. In realtà il COTRAL<br />

stesso e di conseguenza la Regione<br />

(che ne è proprietaria al 100%), anche<br />

se indirettamente, è già immerso<br />

fino al collo in questa spericolata avventura<br />

finanziaria. Essendo socio<br />

dell’ASTRAL (70% COTRAL, 30%<br />

Schiaffini) che a sua volta è socia di<br />

Metrolatina SpA, la società che dovrebbe<br />

realizzare e gestire la tramvia,<br />

fin dall’inizio l’amministrazione<br />

regionale è stata il partner pubblico<br />

(diremmo meglio “politico”) dell’operazione;<br />

vale a dire fin dai tempi<br />

della Giunta Storace, poi con la<br />

Giunta Marrazzo che ha appoggiato<br />

a sua volta l’iniziativa. Non a caso la<br />

sede sociale proprio di Metrolatina è<br />

tutt’oggi in Via Ofanto a Latina, cioè<br />

presso il depo<strong>si</strong>to degli autobus del<br />

COTRAL stesso.Nel frattempo gli altri<br />

soci di Metrolatina (tre società di<br />

costruzioni e due di progettisti) stanno<br />

soffrendo a loro volta la cri<strong>si</strong> del<br />

settore, mentre il partner commerciale<br />

del progetto che dovrebbe fornire<br />

i convogli (la francese Translohr)<br />

sarebbe di fatto già fallita, come<br />

ha sottolineato il Comitato Metro<br />

Bugia che in un documentati<strong>si</strong>mo ha<br />

sgretolato il progetto e lo ha portato<br />

all’attenzione del Ministero dei Tra-<br />

Un <strong>si</strong>stema<br />

insostenibile<br />

per le banche<br />

«La cri<strong>si</strong> di liquidità ora, e poi<br />

Ba<strong>si</strong>lea 3 (i nuovi accordi sul finanziamento<br />

interbancario che<br />

scatteranno dal 1° gennaio<br />

<strong>2013</strong>, ndr) impediranno alle<br />

banche di sostenere finanziamenti<br />

a lungo termine per opere<br />

in project fìnancing».<br />

Lo sostiene Fabrizio Pagani,<br />

capo della struttura di Dexia<br />

Crediop Italia, una delle banche<br />

dʼaffari maggiormente impegnate<br />

in project financing. Con lʼavvio<br />

delle nuove norme i prestiti<br />

<strong>non</strong> potranno durare più di 5-7<br />

anni al posto dei 20-30 attuali:<br />

un arco temporale ristrettis<strong>si</strong>mo<br />

per qual<strong>si</strong>a<strong>si</strong> ente pubblico.<br />

TRAM LATINA<br />

Le vetture, costate 5,4 milioni di euro,<br />

sono ferme in Francia. Spe<strong>si</strong> 1,6 milioni per<br />

incentivi a consulenti e tecnici comunali<br />

sporti, che ha bloccato i fondi all’opera.<br />

Ma il salvataggio, anche in<br />

questo caso, dovrebbe avvenire con<br />

denaro pubblico. <strong>Il</strong> costo previsto<br />

ammonta a 126 milioni di euro. Dunque<br />

tutto cambia affinché tutto resti<br />

uguale a prima: a finanziare l’opera,<br />

in attesa che i privati ci mettano il loro<br />

40% previsto dal project financing,<br />

invece che le esangui casse del Comune<br />

di Latina, dovrebbero essere<br />

(u<strong>si</strong>amo il condizionale perché di<br />

concreto fino ad ora <strong>non</strong> c’è nulla)<br />

quelle ancor più disastrate della Regione<br />

Lazio. Ha un senso tutto ciò?<br />

Roberto Les<strong>si</strong>o

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