editoriale - Guardia Costiera
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<strong>editoriale</strong><br />
Tempo. In questa nostra società che impone ritmi sempre più incalzanti,<br />
in cui la velocità nel fare è sinonimo di efficienza, quello che manca è<br />
il tempo. Non basta agire in modo corretto, lo si deve fare nei tempi<br />
giusti per non vedere compromesso, almeno in parte, il lavoro compiuto.<br />
Ne è esempio l’operazione Bahar - bonifica del mare e delle coste libanesi -<br />
iniziata appena finito il frastuono delle bombe.<br />
La velocità dell’intervento dei mezzi e degli uomini della <strong>Guardia</strong> costiera,<br />
coadiuvata da quelli della società Castalia, ha permesso di circoscrivere un<br />
disastro ambientale. O ancora il poco tempo che si ha per rispondere alla<br />
richiesta d’aiuto di chi si trova in difficoltà, come i tanti immigrati che affrontano<br />
il mare a bordo di imbarcazioni fatiscenti.<br />
E se il tempo che si dedica al lavoro è appena sufficiente, finisce che viene<br />
a mancare per noi stessi.<br />
A cominciare dalla cura del nostro fisico, sicuramente logorato dai ritmi incessanti,<br />
a quello dell’arricchimento della propria conoscenza, con la lettura di<br />
un buon libro o, più semplicemente guardando a casa un bel film scaricato da<br />
internet. Per fortuna, ogni tanto, arrivano le ferie. E allora, solo allora, riusciamo<br />
a riconquistare il tempo, il nostro tempo, dimenticando per un attimo<br />
lavoro, impegni, preoccupazioni.<br />
Non occorre andare troppo lontano: l’importante è scegliere bene il posto<br />
per le proprie vacanze. Un suggerimento? Per chi porta le stellette, il soggiorno<br />
montano del Terminillo dove, guardando la neve che lievemente ricopre<br />
tutto, comodamente seduti davanti ad un buon cioccolato caldo, ci si<br />
potrà finalmente rilassare ripensando, anche, a chi prima di noi, con impegno,<br />
buon senso e serenità ci ha permesso di continuare a percorrere la strada<br />
verso un futuro migliore.
Periodico bimestrale di informazione<br />
Anno VIII - N° 6 dicembre 2006<br />
Reg.Tribunale di Roma n° 246/99 del 7 Giugno 1999<br />
Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/03<br />
(conv. in L. n°46 del 27/02/04) art. 1 comma 1- DCB - Caserta -<br />
DIRETTORE RESPONSABILE: Elio Gallinaro<br />
CAPO REDATTORE: Massimo Maccheroni<br />
SEGRETARIO DI REDAZIONE: Fabrizio Condè<br />
REDAZIONE: Cosma Cavallo<br />
Viale dell’Arte 16 - 00144 Roma- Tel. 06.5908.4666<br />
Fax 06.5908.4798 - e-mail: notiziario@guardiacostiera.it<br />
COLLABORATORI:<br />
Vittorio Alessandro - Roberto Cianchini - Angelo Colombo<br />
Marco Embke - Erasmo Fronzuto - Cinzia Geromino<br />
Giuseppe Giovetti - Annamaria Mariotti - Dany M. Mugnaini<br />
Alessio Morelli - Cosimo Nicastro - Giancarlo Olimbo<br />
Periodico bimestrale di informazione • Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/03 (conv. in L. n°46 del 27/02/04) art. 1 comma 1- DCB - Caserta • Anno VIII - Numero 6 dicembre 2006 - € 4,00 • Soc. Editrice Imago Media Piedimonte M. (CE)<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
UNA NUOVA “HERA”<br />
LA GUARDIA COSTIERA ITALIANA IN MISSIONE OLTRE LO STRETTO DI GIBILTERRA<br />
LA SIGNORA CHE DOMINA GENOVA<br />
STORIA DI UNO DEI PIÙ FAMOSI FARI DEL MONDO: LA LANTERNA<br />
UNA NUOVA “HERA” - 6 UOMO, SIGNORE, AMMIRAGLIO - 11<br />
TOTANI TOTANI E CALAMARI CALAMARI - 26<br />
LA GUARDIA GUARDIA COSTIERA COSTIERA E IL MARE MARE - 47 FILM FILM ON LINE LINE - 50<br />
PRIMA PRIMA FASE FASE DELL’OPERAZIONE DELL’OPERAZIONE “BAHAR” “BAHAR” - 31
SERVIZI FOTOGRAFICI<br />
Paolo Greca - Luca Silvi - Annamaria Mariotti<br />
Angelo Colombo - Francesco Turano<br />
SI RINGRAZIA PER LA COLLABORAZIONE<br />
Castalia Elcomar - Circolo M.M. del Terminillo<br />
IDEAZIONE, PROGETTAZIONE GRAFICA E FOTOLITO:<br />
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s.s. 158 loc. Pezza zona industriale 81010 Dragoni (CE)<br />
EDIZ., STAMPA E CONC. PER LA PUBBLICITÀ:<br />
Società Editrice IMAGO MEDIA<br />
Iscr. n. 1766 R.O.C. presso<br />
l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni<br />
Località Pezza Zona Industriale - 81010 Dragoni (CE)<br />
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81016 Piedimonte Matese (CE)<br />
INQUINAMENTO INQUINAMENTO DA IDROCARBURI IDROCARBURI - 16 AFFARI, AFFARI, OTTIMISMO OTTIMISMO E TANTE TANTE BARCHE BARCHE NUOVE NUOVE - 20<br />
LA SIGNORA CHE DOMINA GENOVA - 35<br />
NAUFRAGHI PER UNA NOTTE - 44<br />
IL CODICE CODICE DEI CONTRATTI CONTRATTI PUBBLICI PUBBLICI - 54 BODY BODY BUILDING- BUILDING- 60 MARINAI SULLA NEVE - 64<br />
Flash - 68
DI ALESSIO MORELLI<br />
La <strong>Guardia</strong> <strong>Costiera</strong> in Atlantico per operazioni di contrasto<br />
all’immigrazione clandestina coordinate da “Frontex”, agenzia<br />
europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne<br />
6<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006
Come spesso avviene quando ci si confronta<br />
con un fenomeno complesso<br />
quale quello dei flussi di clandestini,<br />
l’intervento preventivo in una determinata<br />
area determina la modifica delle<br />
rotte e delle strategie di coloro che organizzano i<br />
“viaggi della speranza”. Nel 2006 si è evidenziato<br />
un notevole incremento di sbarchi aventi quale<br />
terminale di approdo le isole Canarie, con picchi<br />
elevati nei mesi di maggio ed agosto.<br />
ll Governo Spagnolo ha chiesto l’intervento dell’Agenzia<br />
Europea per la gestione della cooperazione<br />
operativa alle frontiere esterne (FRONTEX) istituita<br />
con Regolamento del consiglio n.2007 del<br />
26 ottobre 2004 con sede a Varsavia, per verificare<br />
la possibilità di finanziare e coordinare un’operazione<br />
internazionale finalizzata a limitare la<br />
partenza di imbarcazioni dedite al traffico di<br />
uomini dai paesi dell’Africa Occidentale. La Spagna<br />
veniva incaricata di sondare chi, tra gli Stati<br />
membri, era disponibile a fornire uomini o mezzi<br />
e, contestualmente, a stipulare accordi con i Paesi<br />
di origine e di partenza dei clandestini per impiantare<br />
un dispositivo operativo direttamente in loco.<br />
Su richiesta del Ministero degli Interni, il Comando<br />
Generale del Corpo delle Capitanerie di porto<br />
concedeva la disponibilità di un’Unità Navale.<br />
Dopo le necessarie riunioni preliminari di coordinamento,<br />
il giorno 11 agosto prendeva il via l’operazione<br />
“HERA II”, fase aeronavale della missione<br />
partita con l’invio nell’arcipelago di personale<br />
esperto nel riconoscimento delle etnie e della provenienza<br />
degli immigrati per il successivo rimpatrio.<br />
Area di operazioni e partecipanti<br />
In base ai mezzi disponibili ed alle aree identificate<br />
come maggiormente critiche, veniva deciso<br />
che due Unità navali spagnole, il “Rio Duarte”<br />
della <strong>Guardia</strong> Civil ed il “Petrel” della Dogana<br />
avrebbero operato in Mauritania, la corvetta portoghese<br />
“Baptista de Andrade” a Capo Verde,<br />
mentre il “Diciotti” della <strong>Guardia</strong> costiera italiana<br />
avrebbe fatto base a Dakar, in Senegal, assieme<br />
al “Rio Gabriel” ed al “Rio Ara”. Nella capitale<br />
africana sarebbero giunti anche un elicottero<br />
del “Cuerpo Nacional de Policia” spagnolo<br />
ed un ATR 42 della <strong>Guardia</strong> di Finanza italiana.<br />
Veniva istituito a Santa Cruz de Tenerife il CCO<br />
e, dopo la stipula del Memorandum of understanding<br />
tra Spagna e Senegal il 24 agosto, il Centro<br />
di comando e coordinamento a Dakar, con<br />
personale misto.<br />
Scopo fondamentale dell’operazione è stato<br />
Dall’alto: il logo del pattugliatore “Diciotti”; grafico<br />
sull’immigrazione clandestina verso le Canarie e la carta della<br />
zona di operazione<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
7
quello di pattugliare tutta la Zona Economica<br />
Esclusiva del Senegal, dalla città di Saint Louis<br />
all’estremo Nord del Paese nei pressi del confine<br />
mauritano, sino al limite Sud coincidente con il<br />
fiume Gambia e con la città di Casamance, tutte<br />
zone che assieme a Kayar e Mbour, hanno registrato<br />
il maggior numero di partenze di cayuccos,<br />
al fine di intercettare e segnalare alle locali<br />
Autorità, uniche competenti ad intervenire, le<br />
piroghe dirette verso le Canarie.<br />
In tale compito si veniva supportati dalle Unità<br />
della Marina Senegalese, cui compete il diritto di<br />
fermo e controllo, e dalle forze di polizia locali<br />
(la “Gendarmerie” e la “Police Nationale”), i cui<br />
rappresentanti sono stati imbarcati per tutta la<br />
durata delle navigazioni operative.<br />
8<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
Le differenze con l’Italia<br />
Molte sono le differenze tra le<br />
operazioni svolte in Atlantico e<br />
quelle che la <strong>Guardia</strong> <strong>Costiera</strong> è<br />
quotidianamente abituata ad<br />
affrontare nel “Mare Nostrum”.<br />
Il comportamento dei<br />
clandestini<br />
Nelle acque del Canale di Sicilia,<br />
l’individuazione dei clandestini<br />
determina, nella maggior<br />
parte dei casi, un’operazione<br />
SAR con conseguente trasbordo<br />
o rimorchio sino al porto italiano,<br />
spesso Lampedusa, meta finale<br />
predeterminata della traversata<br />
dal confine libico-tunisino, fermi<br />
restando i successivi accertamenti<br />
di polizia giudiziaria. In Senegal,<br />
viceversa, la consapevolezza<br />
del fatto che l’intercettazione<br />
comporta il respingimento alla<br />
frontiera, con rimpatrio in quella<br />
terra che si cercava di abbandonare,<br />
rende decisamente meno<br />
collaborativi i disperati presenti<br />
sull’imbarcazione in legno. Tutto<br />
ciò è dovuto, ovviamente, alla<br />
possibilità di intervenire direttamente<br />
nelle acque dello Stato di<br />
partenza o di transito. E’ altrettanto<br />
evidente che se in Italia<br />
sono le stesse persone imbarcate<br />
ad avvertire le Autorità preposte,<br />
con cellulari o satellitari, comunicando<br />
la propria posizione, in<br />
Senegal una tale opzione è da<br />
escludere ab origine. Anzi, a<br />
seguito dell’individuazione del caiucco dall’alto,<br />
tramite gli aerei inseriti nel dispositivo, si è notata<br />
la tendenza, conseguente all’avvistamento, alla<br />
modifica - talora radicale - degli elementi del moto<br />
(specialmente la rotta) con ovvie conseguenze<br />
sulla capacità di scoperta da parte dell’Unità<br />
Navale. Giungere nella zona di interesse parecchie<br />
ore dopo la segnalazione, a causa della<br />
distanza dal target plottato, significa confrontarsi<br />
con aree di ricerca molto estese e, di riflesso, vedere<br />
ridotte le possibilità di concludere positivamente<br />
l’operazione.<br />
Il tipo di imbarcazioni<br />
A fronte del classico peschereccio nordafricano o<br />
del gommone, l’immigrazione dall’area sub tropi-<br />
ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006
cale si basa sui cayuccos, imbarcazioni in legno,<br />
lunghe anche 15-20 metri, molto basse, con motori<br />
da 40CV che consentono di raggiungere una<br />
velocità media di 8 nodi ed una punta massima di<br />
11, caricate all’inverosimile di combustibile, viveri<br />
(riso in prevalenza) e persone, disposte ad affrontare<br />
viaggi di 7-11 giorni in<br />
Atlantico. Tali piroghe, per via<br />
delle caratteristiche descritte unite<br />
al “respiro” oceanico - l’onda<br />
lunga costantemente alimentata<br />
dagli alisei -, sono di difficoltosa<br />
individuazione al radar, tanto<br />
che gli apparati di scoperta sono<br />
spesso impotenti sino a meno di 2<br />
miglia dal bersaglio…obbligando<br />
ad impiegare uno strumento<br />
che, per quanto antiquato, è risultato<br />
molto efficace: l’occhio<br />
umano aiutato dal binocolo. Poiché<br />
gli spazi sono immensi, si<br />
comprende l’essenzialità della<br />
presenza di un “occhio” dal cielo<br />
e la difficoltà di intercettare di<br />
notte queste barche qualora non<br />
vi siano precise informazioni di<br />
intelligence, nonostante la presen-<br />
za di sofisticati sistemi di optronica<br />
ad infrarossi.<br />
Il cambio di strategie<br />
In corrispondenza della necessità di non farsi intercettare<br />
e dopo un presa di coscienza delle modalità<br />
d’azione del dispositivo, gli organizzatori<br />
hanno apportato varianti al loro modo di operare:<br />
da navigazioni e partenze sotto costa, i caiucchi<br />
hanno iniziato a navigare tra le 60 e le 100 miglia<br />
dalla stessa, seguendo inizialmente una rotta<br />
Ovest fino al meridiano 18°00’ W” per accostare<br />
a Nord fino a raggiungere le Canarie;<br />
si sono ridotte le partenze dal Nord del Senegal,<br />
a causa dell’ampliamento e rafforzamento dei controlli<br />
a terra da parte delle Forze di polizia, spostando<br />
verso sud gli snodi d’imbarco. In particolare<br />
dal fiume Gambia (quindi non direttamente controllabile<br />
dal Senegal) o da Casamance, area ove<br />
- essendo presenti alcuni “separatisti” - le Autorità<br />
del Senegal hanno più difficoltà ad intervenire.<br />
Dallo studio dei sistemi di navigazione trovati sulle<br />
piroghe intercettate negli ultimi sbarchi alle Canarie<br />
si è evinto che le zone di partenza si sono spostate<br />
a latitudini più prossime all’equatore, venendo<br />
a coincidere con la Guinea Bissau, la Guinea<br />
Conakry ed il Ghana. Inoltre le rotte seguite sono<br />
state ridefinite tendendo ad orientarsi più ad Occidente<br />
(40 miglia dalle isole Capo Verde, quindi ad<br />
oltre 300 miglia dalla costa senegalese).<br />
La provenienza dei clandestini è cambiata: oltre<br />
- ovviamente - ai subsahariani, specie per le partenze<br />
dagli stati a Sud del Senegal, si è notato<br />
un incremento di asiatici, in particolare di etnia<br />
pakistana.<br />
Nella pagina affianco dall’alto: l’equipaggio di nave “Diciotti” e un momento drammatico<br />
dell’intercettazione di una barca di clandestini da parte di una nave della Marina spagnola.<br />
In alto: una motovedetta senegalese in porto.<br />
In prospettiva sembra che si stiano modificando<br />
gli stessi mezzi di trasporto: da piroghe ad<br />
imbarcazioni più solide, quali vecchi pescherecci<br />
oceanici o mercantili disarmati.<br />
lo storico passaggio dalle “colonne d’Ercole”<br />
Per raggiungere le aree di operazione il nostro<br />
Diciotti ha dovuto attraversare - prima in 141 anni<br />
di storia del Corpo - lo stretto di Gibilterra, entrando<br />
così in Oceano Atlantico alle 02.55 B del 19<br />
Agosto 2006.<br />
Nave “Diciotti” è stata anche la prima Nave bianca<br />
ad attraversare:<br />
il meridiano di Greenwich, passando in longitudine<br />
Ovest alle 05.45 B del 15 agosto;<br />
il Tropico del Cancro alle 10.06 Z del 4 settembre.<br />
Il trasferimento a Dakar ha visto l’Unità effettuare<br />
sosta nei porti di Cagliari - ove il Contrammiraglio<br />
(Cp) Vincenzo Melone, in qualità di Capo del III<br />
Reparto ed in rappresentanza del Comandante<br />
Generale, ha portato l’affettuoso saluto di tutto il<br />
Corpo - Alicante, Cadice e S. Cruz de Tenerife,<br />
percorrendo 2.753 miglia.<br />
Le acque oceaniche di Spagna, Marocco, Sahara<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
9
Occidentale, Mauritania, Senegal e Gambia sono<br />
state solcate per 68 giorni, sino alle 05.05 B del<br />
25 ottobre quando si è nuovamente passata Punta<br />
Europa.<br />
Intercettazione da parte di una motovedetta spagnola di un<br />
natante con clandestini a bordo.<br />
Durante il rientro in Italia il pattugliatore ha fatto<br />
tappa, oltre al porto canario, ad Agadir, Casablanca,<br />
Malaga, Palma di Maiorca e Cagliari,<br />
prima di ormeggiare il 2 novembre a Messina,<br />
dopo aver percorso complessivamente - in poco<br />
meno di 3 mesi - 8.148 miglia per 582 ore di<br />
moto.<br />
Efficacia dell’operazione<br />
Premesso che l’immigrazione clandestina presenta<br />
delle motivazioni economiche, geografiche, politiche<br />
che non possono essere eliminate dalla presenza<br />
di mezzi aeronavali, il pattugliamento congiunto<br />
ha consentito di ridurre notevolmente il flusso<br />
incontrollato di immigrati verso le Canarie.<br />
Hanno concorso alla realizzazione di questo risultato:<br />
l’effetto “deterrenza” dovuto alla pubblicizzazione<br />
dell’operazione ed alla presentazione di servizi<br />
televisivi ove venivano mostrati i cittadini rimpatriati;<br />
la consapevolezza della presenza in mare, senza<br />
soluzione di continuità, di Unità Navali - supportate<br />
da mezzi ad ala fissa e rotante - deputate ad<br />
eseguire controlli intensi e continui;<br />
il fermo ed il respingimento alla frontiera di numerosi<br />
clandestini, intercettati in mare ovvero fermati<br />
direttamente a terra prima di imbarcare sulle piroghe;<br />
l’inizio del mese di Ramadan;<br />
il graduale peggioramento degli elementi meteomarini,<br />
specialmente nelle aree geografiche anti-<br />
10<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
stanti Cap Blanc e Cap Timiris.<br />
Le valutazioni sull’efficacia dell’impiego non possono<br />
tuttavia essere considerate definitive, sia per<br />
la “dinamicità” del fenomeno e dei suoi attori, sia<br />
perché l’operazione è tuttora in corso, sia in quanto<br />
lo scenario ove si trovano ad operare le forze<br />
sotto egida UE è ben più ampio delle acque senegalesi.<br />
L’impiego dell’Unità Navale della <strong>Guardia</strong> <strong>Costiera</strong><br />
Italiana, il mezzo più grande a disposizione del<br />
FRONTEX nella zona 3 del dispositivo, è risultato<br />
comunque molto importante per:<br />
le caratteristiche tecniche ed i moderni sistemi in<br />
dotazione, dalle comunicazioni alla scoperta;<br />
l’autonomia in area di operazioni, che ha consentito,<br />
intercettato il target, di seguirlo e mantenerlo<br />
sotto costante controllo sino all’arrivo delle preposte<br />
Unità della Marina Nazionale Senegalese, alle<br />
quali venivano trasmessi (ed aggiornati) tutti gli<br />
elementi utili per l’intervento;<br />
la possibilità di essere impiegato a considerevoli<br />
distanze dalla costa, per periodi di tempo anche<br />
prolungati e comprensivi dell’arco notturno.<br />
Gli attestati di stima nei confronti del Corpo ed i<br />
legami di amicizia stretti con tutto il personale partecipante<br />
fanno pensare che l’operato della <strong>Guardia</strong><br />
<strong>Costiera</strong> sia stato molto apprezzato.<br />
Prospettive e sensazioni<br />
L’operazione è destinata a riproporsi - e passi in<br />
questo senso sono già stati mossi dalla Spagna per<br />
ottenere una copertura finanziaria negli anni<br />
2007 - 2011- nell’ottica di una sempre maggiore<br />
integrazione tra gli Stati dell’Unione e di un<br />
approccio “europeo” a problematiche comuni.<br />
In questo contesto “HERA II” ha segnato per il<br />
Corpo la tappa rilevante di un percorso iniziato da<br />
tempo. Cammino che lo proietta in una dimensione<br />
internazionale, che lo porta a confrontarsi, collaborare<br />
ed a operare in prima linea con forze<br />
omologhe di Paesi non solo europei, nei campi<br />
dell’immigrazione, dell’ambiente, della pesca, del<br />
controllo sul traffico marittimo.<br />
Mai come in questo momento, chi ha avuto l’onore<br />
ed il privilegio di raggiungere mete che solo<br />
fino a qualche anno fa sembravano sogni irrealizzabili,<br />
sente come proprie le parole che Fiorella<br />
Mannoia e De Gregori hanno intonato ormai molti<br />
anni orsono: “…la Nave è fulmine, torpedine e<br />
miccia, scintillante bellezza, fosforo e fantasia<br />
…molecole d’acciaio, pistoni, rabbia, guerra<br />
lampo e poesia…in questa notte elettrica e veloce,<br />
in questa croce di ‘900, il futuro è una palla di<br />
cannone accesa e noi lo stiamo quasi raggiungendo...<br />
ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006
In ricordo dell’Amm. Isp. Capo (CP) Francesco Cerenza<br />
DI ERASMO FRONZUTO<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
11
Una sottile scia bianca, alta e netta di un<br />
jet, diretto a ponente, tagliava il tersissimo<br />
cielo meridiano di Roma: l’anima<br />
dell’Ammiraglio (Cp) Francesco Cerenza<br />
lasciava Piazza Euclide per l’ultimo<br />
approdo celeste. La proverbiale ottobrata romana<br />
permeava quel pomeriggio del 17 ottobre calmo e<br />
sereno e invadeva dolcemente l’anima di una moltitudine<br />
di persone sul sagrato della Chiesa del<br />
Sacro Cuore di Maria. Quanta gente! le amate<br />
figlie, le adorate nipoti, i parenti... come in ogni rito<br />
funebre e poi 60 splendide<br />
divise blu ed innumerevoli<br />
amici ed estimatori<br />
accorsi da tutta l’Italia a<br />
dare l’estremo saluto ad<br />
un Uomo che ha meritato<br />
gli onori di un grande<br />
addio!<br />
C’erano le massime<br />
Autorità della Marina ed<br />
il Comandante Generale<br />
del Corpo delle Capitanerie<br />
di Porto con il suo<br />
staff centrale e parte di<br />
quello periferico; c’erano l’Ammiraglio Ispettore<br />
Capo che lo ha preceduto e quelli che lo hanno<br />
seguito al vertice del Corpo, c’erano un suo ex autista,<br />
le sue badanti...i suoi “Amici del Circolo Caio<br />
Duilio”. Tutti, prigionieri di un indugio che tradiva la<br />
mestizia di un’autentica perdita subita, stentavano a<br />
sciogliersi. Perchè? Condoglianze, tardivi commiati<br />
e convenevoli per chi ripartiva per città lontane, non<br />
giustificavano il lungo e gradito indugio: era come se<br />
volessero, da amici, continuare a stare insieme per<br />
sentirlo ancora tra loro con l’eco di una deliziosa<br />
suonata d’organo offertagli da un giovane legato a<br />
lui da reciproca ammirazione.<br />
Chi era quest’Uomo che a diciassette anni dal congedo<br />
aveva raccolto così tanti importanti e cari personaggi?<br />
Chi gli è stato vicino per oltre quarant’anni, da sottordine<br />
al primo impiego, ad Assistente al Comando<br />
Generale e da Amico nella quiescenza, lo ricorda<br />
Ufficiale Tecnico e coordinatore degli uffici a piano<br />
terra della Capitaneria di Porto di Civitavecchia<br />
negli anni ‘60. Vi fu trasferito d’autorità perchè, riferiva,<br />
aveva osato scrivere uno dei primissimi libri per<br />
il conseguimento della patente nautica, sottraendo<br />
tempo al servizio!<br />
Con la Signora Enrica e le figlie Annamaria e Renata<br />
aveva l’alloggio in quella specie di frigorifero permanente<br />
che era Forte Michelangelo. Equivaleva<br />
alla massima punizione per uno che ha sempre aborrito<br />
il freddo ed anche il minimo spiffero.<br />
Il lavoro serio ed impegnativo era pane per i suoi<br />
12<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
Ammiraglio Ispettore Capo (Cp) Francesco Cerenza<br />
Nato a Salerno il 26 agosto 1924 è stato nominato<br />
<strong>Guardia</strong>marina il 26 novembre 1948. Ha ricoperto<br />
molteplici incarichi in vari Uffici Marittimi, presso lo<br />
Stato Maggiore della Marina ed il Ministero della<br />
Marina Mercantile. Ha comandato la Capitaneria di<br />
Porto di Salerno ed è stato Direttore Marittimo e<br />
Comandante del Porto di Livorno, Venezia e Genova.<br />
Destinato a Marispegecap dal settembre 1983 ha<br />
ricoperto gli incarichi di Capo del 3° Reparto quindi<br />
Vice Ispettore e Capo del 1° Reparto, e successivamente,<br />
dal gennaio 1987 ad agosto 1989, di<br />
Ispettore Generale delle Capitanerie di Porto.<br />
denti, sicché, baciate le figliolette che, cartella a zainetto<br />
sulle spalle, venivano a salutarlo in ufficio tutte<br />
le mattine avviandosi a scuola, iniziavamo la giornata<br />
con una riunione “sui generis” (oggi si direbbe<br />
“briefing”, ma quello era “ante litteram”).<br />
“Guagliù oggi c’è da fare questo qua e quello là; per<br />
quest’altro, Signor V., vada avanti come concordato<br />
ma attento a quel problema; Signor F. si prepari una<br />
uscita in mare con la Barnett e lei Signor T. pianifichi<br />
per domani una vigilanza pesca con la Supersperanza,<br />
perchè QUELLO LA a Roma ci tiene assai! Ed ora<br />
per vedervi andare a faticare<br />
con il sorriso sulle labbra,<br />
vediamo chi ha una<br />
bella barzelletta pronta...e<br />
fresca!” Ce n’era sempre<br />
qualcuna ed anche una<br />
seconda e poi basta: al<br />
lavoro!<br />
In quegli anni uscì un<br />
disco a 33 giri con inciso<br />
un lavoro del grande<br />
Eduardo De Filippo: “Vincenzo<br />
De Pretore”. Il<br />
primo ufficiale ad andare<br />
in franchigia a Roma, ove era già reperibile, fu da<br />
lui incaricato di acquistarne più copie e ci riuscì.<br />
Lo ascoltavamo divertitissimi molte volte e lui si<br />
faceva le “meglio risate”. Ai “briefing” susseguenti<br />
ce ne declamava pezzi spassosi...come viatico,<br />
onde andare a lavorare in letizia!<br />
Gli rimarrà sempre caro “Vincenzo De Pretore”<br />
tanto che da Capo Reparto e da Ammiraglio Ispettore<br />
prima e poi...da pensionato non si privava di<br />
leggerlo, farlo leggere (unitamente a brani di Ferdinando<br />
Russo, Totò, De Crescenzo ed altri autori<br />
annessi) per sè e gli amici che almeno una volta<br />
alla settimana gioivano della sua piacevolissima<br />
compagnia al Circolo Marina o in ristorantini ben<br />
apprezzati a Santa Barbara ed in ogni occasione<br />
propizia.<br />
Nella splendida carriera dell’Ammiraglio seguirono<br />
variegati ed importanti incarichi anche al di<br />
fuori delle Capitanerie: Addetto all’On.le Sottosegretario<br />
per la Marina Mercantile, Capo della<br />
sezione Logistica navale di Maristat, Vice Presidente<br />
del Provveditorato al Porto di Venezia e Presidente<br />
reggente al CAP di Genova. Di particolarissima<br />
rilevanza si rivelò la soluzione da lui escogitata,<br />
per lo S.M.M. che lo attivò, onde demolire<br />
legittimamente la struttura, sorta in acque internazionali<br />
dell’Adriatico, di un casinò da gioco d’azzardo,<br />
i cui autori intendevano sottrarsi alle giurisdizioni<br />
territoriali statali.<br />
All’acutezza dell’ingegno univa l’affabilità della<br />
parola, la bella ed esauriente prosa, l’arguzia<br />
ANNO VIII N° 6 - DICEMBRE 2006
della trovata risolutiva e della battuta appropriata,<br />
la signorilità del comportamento e la salda dignità<br />
della persona e del ruolo chiamato a svolgere.<br />
Soprattutto aveva un cuore grande, per sensibilità<br />
e capacità di comprensione umana, nonché una<br />
bontà fuori dal comune ed un’accattivante maniera<br />
di ottenere collaborazione piena e costruttiva.<br />
Aperto al colloquio con tutti ed alle idee dei collaboratori,<br />
gli bastava interloquire con un: “che ne<br />
pensate del tale problema?” o “Professò guardate<br />
questa cosa…”, e l’uomo del suo staff si fiondava<br />
letteralmente sulla…cosa/problema oppure “Quella<br />
vostra idea per la tale faccenda mi piace, la<br />
prepariamo insieme”. Una volta con un: “Padrone<br />
mio, per il serio problema del personale e dei<br />
mezzi indispensabili ci servirebbe una…mappatella<br />
‘e soldi” strappò il primo sorriso benevolo e promettente<br />
al Ragioniere Generale dello Stato. Ed<br />
ancora: ”Questa brutta faccenda deve<br />
finire…deve!!” e guardava negli occhi colui che<br />
doveva finirla…e la finiva.<br />
Era, nella pacatezza coraggiosissimo, come<br />
vedremo dai fatti.Ovviamente non tutto era facile.<br />
Le difficoltà incontrate erano crescenti col l’aumento<br />
delle responsabilità e le cose più ostiche erano<br />
connesse alle innovazioni. Da Capo dell’allora<br />
Reparto 3° di Marispegecap (Mezzi Navali ed<br />
Amministrazione) e con il consenso dell’Ispettore<br />
Generale, per la prima volta nella nostra storia<br />
convocò dalla periferia 4 Ufficiali superiori tra i<br />
maggiori esperti del Corpo; illustrò loro la pianificazione<br />
pluriennale ed il programma annuale di<br />
acquisto di mezzi navali per i servizi d’istituto e ne<br />
richiese il parere costruttivo al fine di poter prendere<br />
una decisione partecipata e possibilmente condivisa.<br />
La stessa cosa fece da Ispettore Generale,<br />
per ben 2 volte con tutti i Direttori Marittimi, a proposito<br />
del futuro e delle competenze delle Capitanerie.<br />
A quell’epoca, ogni 3 - 4 anni sorgeva una iniziativa<br />
altrui di spoliazione o confluenza o spartizione<br />
o sparizione del Corpo delle Capitanerie di<br />
porto. Lo spunto delle drastiche ipotesi di ridimensionamenti<br />
e, quindi, di cessioni di competenze a<br />
famelici attaccanti, era costituito dal fatto che a<br />
fronte della enorme dilatazione dei servizi d’istituto<br />
delle Capitanerie non si riusciva ad espletarli<br />
senza l’adeguato aumento del personale, per il<br />
quale ostava l’insormontabile incapienza del<br />
bilancio della Difesa (c.d. “forza bilanciata”).<br />
Ebbene, in tutti i tre confronti i convocati espressero<br />
linee diversissime e contrastanti tra loro, moltissime<br />
critiche, nessun apprezzamento e neanche<br />
una proposta costruttiva, praticabile nelle contingenze<br />
a breve termine. L’Ammiraglio ne rimase<br />
amareggiato e tra sé dovette concludere che se il<br />
R.D. 19.2.1940 n°194 e le leggi di bilancio<br />
annuali assegnavano all’Ispettore Generale, e solo<br />
a lui, taluni compiti e responsabilità, allora la<br />
“croce” doveva portarla da solo, mentre la “democratica”<br />
partecipazione della periferia alla condivisione<br />
delle decisioni, vitali per il Corpo e le Capitanerie,<br />
poteva aspettare la pienezza dei tempi<br />
del futuro legislatore.<br />
L’Ammiraglio Cerenza in visita presso la base aerea della<br />
<strong>Guardia</strong> <strong>Costiera</strong> americana. (Gennaio 1988.)<br />
Fatto sta che dopo qualche giorno dall’ultima riunione<br />
l’Ispettore, con un ristretto staff, decise di<br />
impegnare tutto se stesso e le risorse umane centrali<br />
ad escogitare soluzioni che, adottate in seguito,<br />
avrebbero cambiato in meglio il modo di essere e<br />
l’immagine pubblica della insostituibile organizzazione<br />
delle Capitanerie.<br />
Dopo una cauta apertura del suo predecessore,<br />
l’Ammiraglio Cerenza una prima rivoluzione di<br />
capitale importanza l’aveva già messa in pratica.<br />
Marispegecap era la “madre” di tutta la periferia,<br />
dalle Delemari alle Direzioni Marittime: la prospettazione<br />
delle varie e numerose problematiche periferiche<br />
poteva essere indirizzata a, od anche, all’Ispettorato<br />
Generale per una realistica valutazione,<br />
senza timore di essere “arronzati” o “giudicati”;<br />
Marispegecap non era più “un nemico” e non veniva<br />
più definita negli uffici dipendenti “Ente inutile e<br />
vessatorio”. Questa rivoluzione a costo zero fece<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
13
ipartire la speranza, la serenità del personale ed il<br />
suo rendimento, oltre che il riattaccamento al Corpo<br />
ed al lavoro. Ad un certo momento da Palazzo Chigi<br />
arrivò una confidenza: 3 - 4 mila uomini delle Capitanerie<br />
non sono un problema: accorparli altrove era<br />
nella testa di qualche consulente e fin’anche realisticamente<br />
ipotizzato. Anche i funzionari della Marina<br />
Mercantile scalpitavano per ottenere per sé le Direzioni<br />
Marittime ed altre funzioni a scapito del personale<br />
C.P. Per resistere a tale destino occorreva dimostrare<br />
che per svolgere soddisfacentemente tutti i<br />
compiti d’istituto e quelli aggiunti dalle varie normative<br />
occorreva unicamente potenziare uomini, mezzi<br />
e infrastrutture C.P., che spartizioni, confluenze e<br />
fagocitazioni erano e sono mortali per gli indispen-<br />
L’Amm. Cerenza con parte del suo staff a Marispegecap nel settembre<br />
1987.<br />
sabili servizi richiesti dai ceti interessati e dalla<br />
nazione. A fronte di una esigenza di triplicazione<br />
del personale, la Difesa/Marina, messa al corrente<br />
della situazione drammatica non poté offrire che un<br />
centinaio di marinai di leva… per la solita “forza<br />
bilanciata”. Intanto, nell’ambito dell’attuazione della<br />
legge sulla “Difesa del Mare” (L. 31.12.82 n° 979)<br />
si avviava il primo incremento dei soli Ufficiali C.P.<br />
r.n. e iniziarono le costruzioni delle nuove sedi<br />
delle Capitanerie. Per le più urgenti, quella di<br />
Roma in particolare, l’impegno diretto dell’Ammiraglio<br />
fu grande, la sede di Roma a Fiumicino si<br />
può dire che fu da lui disegnata: idonea per spazi<br />
e servizi a soddisfare anche parte delle più impellenti<br />
esigenze di Marispegecap e del suo ruolo<br />
nazionale ed internazionale. Iniziava anche la<br />
costruzione di otto unità di altura classe 400 finalizzate<br />
al soccorso ed all’antinquinamento, nonché<br />
l’acquisizione dei primi aerei Piaggio P166 per<br />
sorveglianza ecologica e pattugliamento marittimo.<br />
L’avvio a realizzazione della componente<br />
aerea C.P. (che arrivò all’ala fissa prima della<br />
Marina Militare) fu un fatto epocale ed impegnò<br />
l’Ammiraglio Cerenza oltre ogni limite, ed i suoi<br />
collaboratori di conseguenza. Creare un nuovissi-<br />
14<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
mo servizio di mezzi aerei, complesse infrastrutture<br />
ed uomini specializzatissimi, laddove neanche<br />
la “madre” Marina Militare possedeva esperienza<br />
diversa dall’abilitazione dei suoi piloti negli USA,<br />
fu una impresa degna dell’Ammiraglio e del suo<br />
staff, considerato anche che il capitolo di bilancio<br />
relativo era affidato all’Ispettorato Difesa di Mare.<br />
Aerei, uomini e servizi, con grande coraggio<br />
“decollarono” ed i “guaglioni di Cerenza” con<br />
grande gioia videro il loro Capo soddisfatto ricevuto<br />
perfino dal Comandante Generale della grande<br />
“COAST GUARD U.S.A.”<br />
Ma il capolavoro dell’Ammiraglio Cerenza fu il<br />
disegno di legge sull’incremento del personale<br />
C.P. e, con esso, la nascita dell’attuale Corpo delle<br />
Capitanerie di Porto che venne a comprendere<br />
non solo tutti gli Ufficiali (com’era prima) ma tutti<br />
gli altri: Sottufficiali, Graduati e Nocchieri di<br />
Porto, con tutte le numerose e crescenti specializzazioni.<br />
Spese ogni energia, sua e del suo staff, in<br />
promemoria, relazioni, colloqui, analisi sempre<br />
più approfondite e rispondenti a fugare tutti i<br />
dubbi. Triplicare un Corpo dello Stato non ha precedenti<br />
nella storia! Ricerche, analisi, confronti e<br />
discussioni portarono alla redazione di un dossier<br />
che partiva dalla ricognizione di tutti i<br />
compiti/attribuzioni delle Capitanerie ed all’asseveramento<br />
della entità e sviluppo, secondo norme<br />
già in vigore, di ciascuno di essi. Il dossier proseguiva<br />
con l’individuazione delle funzioni necessarie<br />
ad adempiere ciascun compito e, quindi, quantizzava<br />
gli uomini e le loro specificità occorrenti<br />
per ogni funzione da svolgere. Alla fine l’indispensabile<br />
incremento di personale, giustificato uomo<br />
per uomo, risultò essere di 6.500 unità, che<br />
aggiunti ai 4.000 circa esistenti (di leva al 60%)<br />
proiettavano il Corpo a superare le 10.000 persone,<br />
entità sufficiente per gli anni ’90 e difficile<br />
da…digerire da eventuali fagocitatori! L’Ispettore<br />
Generale con il dossier convinse all’ennesimo<br />
incontro lo Stato Maggiore Marina sulla indispensabilità<br />
e l’urgenza dell’incremento richiesto con<br />
un provvedimento “ad hoc” e quindi, si passò al<br />
Comitato dei Capi di Stato Maggiore ed al Consiglio<br />
Superiore delle FF.AA. Tutti presero atto e si<br />
convinsero perché la posta in gioco per la Difesa<br />
era la fatale perdita dei porti e dell’amministrazione<br />
marittima C.P. così capillarmente diffusa sul territorio.<br />
Tuttavia senza copertura finanziaria tutto rimaneva<br />
fermo, nella assoluta incapienza dei fondi di bilancio<br />
della Difesa e nella scarsa propensione del Parlamento<br />
di allora ad aumentarne gli stanziamenti.<br />
Ed ecco l’idea geniale dell’Ammiraglio Cerenza:<br />
bisogna uscire dal bilancio della Difesa e poiché il<br />
90% dei compiti delle Capitanerie fanno capo al<br />
ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006
Ministero della Marina Mercantile è più naturale ed<br />
ovvio che su questo Dicastero gravino le spese per<br />
tutto il personale. L’idea venne subito appoggiata<br />
dalla Marina e dall’intera Difesa che così si sgravava<br />
anche dell’onere degli stipendi ed accessori per<br />
i Sottufficiali, Graduati e Nocchieri di Porto. Il Ministro<br />
della Marina Mercantile intravide un Corpo più<br />
legato alle incombenze del proprio Dicastero e<br />
diede via libera. Il provvedimento “ad hoc” si<br />
sbloccò poco dopo il congedo dell’Ammiraglio (L.<br />
255 del 6.08.1991) e fu completato dai suoi successori.<br />
Intanto una ulteriore coraggiosissima battaglia,<br />
combattuta personalmente ed in quasi segretezza,<br />
era stata vinta dall’Ammiraglio. Senza aggravio<br />
spesa di bilancio e stornando da un capitolo all’altro<br />
della Rubrica “Capitanerie di Porto”, ritagliò<br />
quel 25% dell’indennità di polizia giudiziaria (ex<br />
legge 121/81 e D.L. 397/87 convertito in L.<br />
468/87) a favore di tutto il personale C.P. in relazione<br />
al sacrosanto diritto connesso ai rischi dell’espletamento<br />
delle funzioni di P.G.<br />
L’impresa gli costò una “lavata di testa” da parte<br />
dell’allora C.S.M.M., preoccupato, forse oltremisura,<br />
dell’introduzione della disparità retributiva<br />
adottata “subdolamente” solo a favore del personale<br />
C.P. Non se lo meritava, perciò fece cortesemente<br />
presente che era solo 1/4 e di una indennità<br />
alla stregua di quella dei sommergibilisti o del<br />
personale aereo.<br />
Un’altra iniziativa fu da lui portata al successo: la<br />
nascita della rivista “<strong>Guardia</strong> <strong>Costiera</strong>”.<br />
Prima del congedo vide la luce il provvedimento<br />
interministeriale di istituzione del servizio di “<strong>Guardia</strong><br />
<strong>Costiera</strong>”, strumento operativo di rilevanza eccezionale<br />
e dagli sviluppi entusiasmanti.<br />
Geloso custode delle attribuzioni e del merito acquisito<br />
dal personale delle Capitanerie nella sua gloriosa<br />
storia ultracentenaria, dovette ingoiare qualche<br />
“pillola amara” dall’ultimo Ministro. Questi, che<br />
aveva scambiato o sostituito molti Direttori Generali,<br />
apprese, ad un certo punto, che la nomina o la sostituzione<br />
dell’Ispettore Generale del Corpo delle Capitanerie<br />
di Porto avveniva per legge e non dipendeva<br />
affatto da lui: la cosa non gli garbò ed iniziò un<br />
atteggiamento ostile.<br />
Cerenza, da gentiluomo, rispose col silenzio, perché<br />
c’era di mezzo la dignità della sua funzione.<br />
Dopo qualche tempo, in congedo, il lungo servizio,<br />
la carriera, le battaglie vinte, e qualche amarezza,<br />
tutto veniva da lui visto con saggezza, distacco e<br />
bontà. Penso che il suo tratto più importante e che<br />
rimane a tutti quelli che lo hanno conosciuto è proprio<br />
la bontà nella dignità della persona. Basti dire<br />
che i suoi diretti dipendenti mettevano nell’agire ogni<br />
diligenza possibile in maniera che il risultato consen-<br />
tisse di “non fare una brutta figura con lui”: non era<br />
una questione di adempimento puntuale di un dovere,<br />
ma di dignità personali (le nostre nei confronti<br />
della sua).<br />
L’Amm. Cerenza durante la cerimonia di consegna del “Premio Nazionale<br />
del mare” al Comandante di Locamare Lampedusa T.V. (Cp) Michele Niosi,<br />
con il Presidente della giuria del premio C.A. (Cp) Erasmo Fronzuto.<br />
(Fiumicino, ottobre 2002)<br />
Di noi suoi collaboratori e poi Amici a lui è rimasta<br />
la sincera devozione e l’affetto. Sul letto dell’ospedale<br />
Celio ha detto e ripetuto “Sono un uomo fortunato<br />
per la famiglia e gli amici che ho avuto”.<br />
CONCLUSIONI<br />
1) Un nuovo modo di esercitare il Comando generale<br />
è nato con lui;<br />
2) il rapporto centro-periferia-centro è stato impostato<br />
e praticato con più obiettività e maggiore<br />
profitto;<br />
3) è stata abbandonata per sempre una gestione<br />
conservatrice e fatalmente “suicida” del Corpo ed<br />
impostato il futuro in ogni esigenza e compito;<br />
4) il Corpo non è più destinato a scomparire, ma<br />
si rilancia e sarà sempre più in grado di servire la<br />
comunità nazionale ed internazionale;<br />
…ecco perché 60 divise blu e tanti amici ed estimatori<br />
indugiavano a sciogliersi sul sagrato della<br />
Chiesa del Sacro Cuore.<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
15
16<br />
Criminalizzazione per reati di inquinamento marino<br />
Legislazione Europea<br />
L’High Court di Londra ha preso l’importante<br />
decisione di verificare la validità di una<br />
Direttiva Europea sulle sanzioni penali in<br />
caso di inquinamento da parte di navi. Il<br />
procedimento era stato attivato su istanza<br />
delle Associazioni di categoria ed industria<br />
marittima legate al trasporto via mare di idrocarburi.<br />
Venerdì 7 luglio 2006 il presidente dell’Alta<br />
Corte londinese ha consegnato un parere in cui<br />
ha sostenuto che i ricorrenti avevano argomenti<br />
ben fondati per contestare la validità legale<br />
della Direttiva in quattro differenti settori. Tre di<br />
questi si riferiscono al conflitto con la Legge<br />
internazionale, mentre un quarto riguarda la<br />
mancanza di garanzie legali.<br />
Concedendo il permesso “a procedere”, il Giudice<br />
ha deciso che ognuna delle quattro que-<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
DI GIANCARLO OLIMBO<br />
stioni relative alla validità della Direttiva dovrà<br />
essere riferita alla Corte Europea di Giustizia<br />
di Lussemburgo per la prevista trattazione nel<br />
corso del prossimo anno.<br />
Tale decisione segue una procedura legale<br />
insolita, senza precedenti nel settore marittimo,<br />
che produrrà inevitabilmente effetti controversi.<br />
Il precedente è ben noto, nel novembre del<br />
2002 la M/C Prestige, in navigazione al largo<br />
della Spagna, a causa di cedimenti strutturali<br />
nello scafo e a particolari condizioni di cattivo<br />
tempo in area, chiedeva alle Autorita’ marittime<br />
locali di potersi recare nel porto più vicino,<br />
ovvero in una zona di possibile rifugio. In relazione<br />
al carico inquinante trasportato (circa<br />
77.000 tons di crudo) e nel timore di possibili<br />
inquinamenti nell’area, le Autorità iberiche<br />
rifiutavano tale autorizzazione, per cui l’unità,<br />
ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006
dopo sei giorni di travaglio<br />
in condizioni<br />
meteo sempre più proibitive,<br />
si spezzava ed<br />
affondava a circa 230<br />
Km ad ovest di Vigo,<br />
riversando in mare<br />
circa 30.000 tons del<br />
suo carico. Ne conseguiva<br />
l’inquinamento<br />
dell’l’intera parte nord<br />
della costa iberica nonché<br />
di un lungo tratto<br />
delle spiagge francesi<br />
e portoghesi, riaprendo<br />
vecchie ferite in Spagna<br />
per l’episodio<br />
della Aegean Sea del<br />
1992 ed in Francia per<br />
il disastro dell’Erika nel<br />
1999.<br />
Il caso Prestige ha determinato<br />
forti pressioni politiche in Europa<br />
affinché la Commissione Europea provvedesse<br />
ad affrontare il problema della sicurezza<br />
del trasporto di idrocarburi e rinvenire<br />
misure precauzionali a protezione dell’ambiente.<br />
Giova evidenziare come in ambito internazionale<br />
il quadro normativo esistente trovi il<br />
suo modello di riferimento nella Convenzione<br />
Internazionale MARPOL 73/78, che<br />
disciplina gli obblighi delle navi a tutela<br />
dell’eco-sistema marino.<br />
In realtà, la MARPOL fa differenza tra<br />
inquinamento causato nel corso di operazioni<br />
di carico/scarico di idrocarburi ovvero<br />
come conseguenza di sinistri marittimi.<br />
Essa riconosce che le navi abbiano la<br />
necessità di eliminare i residui d’olio che si<br />
accumulano a bordo ed incoraggia quindi<br />
gli Stati ad installare dispositivi a terra per<br />
evitare che ciò sia fatto in mare aperto, riconoscendo<br />
allo stesso tempo che ci sono molti porti<br />
che non dispongono di attrezzature di raccolta.<br />
Le violazioni alle disposizioni in materia rientrano<br />
nella giurisdizione degli Stati che hanno aderito<br />
alla Convenzione e prevedono l’adozione di misure<br />
sanzionatorie tali da prevenire il verificarsi e<br />
scoraggiare il loro ripetersi.<br />
In tale contesto, uno scarico inquinante non<br />
configura una violazione di legge se prodotto<br />
a causa di un danno accidentale alla nave od<br />
ad un suo impianto. In tal caso il legislatore<br />
prevede la sussistenza di violazioni solo se<br />
dipendenti dalla accertata incapacità nella<br />
limitazione del danno dopo il sinistro, ovvero<br />
se l’armatore o il comandante hanno agito deliberatamente<br />
con l’intento o nell’incuranza di<br />
causare l’inquinamento.<br />
In definitiva, pur nella sussistenza di responsabilità<br />
civili, in caso di incidenti l’attività posta<br />
in essere non può essere stigmatizzata come<br />
“gesto criminale”.<br />
Le difficoltà insite nella distinzione tra i differenti<br />
tipi di condotta che determinano lo sversamento<br />
di sostanze inquinanti in mare (accidentale<br />
o volontario) rendono pertanto difficoltosa<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
17
l’attribuzione di responsabilità di ordine penale<br />
e civile, comportando l’adozione di misure<br />
spesso generalizzate che non facilitano il trasporto<br />
marittimo degli idrocarburi.<br />
Su tali basi e sull’onda del triste ricordo<br />
dell’”onda nera” dell’Erika del ‘99, il caso Prestige<br />
ha portato alla richiesta di nuove leggi in<br />
Europa per essere più severi verso coloro che<br />
le Autorità francesi hanno definito “gangsters<br />
del mare”.<br />
Ed infatti nel Marzo 2003, meno di quattro<br />
mesi dopo l’affondamento della Prestige, presso<br />
la Commissione Europea girava un progetto<br />
di Direttiva che stabiliva la responsabilità<br />
penale per tutti gli scarichi illegali commessi<br />
per gravi negligenze, senza distinzioni tra attività<br />
illecite volontarie e sinistri marittimi accidentali.<br />
Un rapporto del Parlamento Europeo ha espresso<br />
numerose obiezioni legali e di opportunità a<br />
tale proposta, riflettendo le estese preoccupazioni<br />
manifestate dai vari soggetti interessati in<br />
materia e dai Governi.<br />
Comunque, tali obiezioni sono state sostanzial-<br />
18<br />
nella pagina precedente dall’alto:<br />
l’Hight Court di Londra; operazioni di bonifica<br />
della costa a seguito di uno sverzamento<br />
di greggio;<br />
sopra: recupero<br />
“manuale” di greggio.<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
mente annullate durante il successivo iter politico-amministrativo<br />
della proposta, per cui, nonostante<br />
l’opposizione di Grecia, Malta e Cipro, la<br />
Direttiva Europea 2005/35/EC del 7 Settembre<br />
2005 on “Ship-source pollution and on the introduction<br />
of penalties for infringements” è stata<br />
pubblicata il 30 Settembre del 2005 ed è entrata<br />
in vigore il giorno successivo.<br />
Nella sua forma attuale, la Direttiva rimane<br />
oggetto di critiche, tanto sotto il profilo formale<br />
che sostanziale.<br />
L’essenza di tali critiche è stata sottolineata dal<br />
Dr. Thomas Mensah, ex presidente del “International<br />
Law Of the Sea (ITLOS) Tribunal” di<br />
Amburgo, all’8° Annual Caldwallader Memorial<br />
Lecture”, tenutosi a Londra il 4 Ottobre<br />
2005, che ha pubblicamente dichiarato la non<br />
conformità della Direttiva alla Legge Internazionale.<br />
Quanto sopra ha determinato la presa di posizione<br />
dell’Intertanko (Associazione degli armatori<br />
di navi cisterne) nei confronti del Segretario<br />
di Stato ai Trasporti inglese.<br />
L’azione legale per verificare la validità della<br />
Direttiva è partita il 23 Dicembre 2005,<br />
quando un’istanza per la revisione giudiziale<br />
è stata registrata presso la Administrative<br />
Court of the High Court of<br />
Justice di Londra.<br />
I procedimenti a carico del predetto<br />
ministero sono stati presentati oltre che<br />
da Intertanko, da Intercargo, Greek<br />
Shipping Committee, Lloyd’s Register ed<br />
International Salvage Union.<br />
Un preventivo esame da parte della<br />
European Court of Justice (ECJ) ha stabilito<br />
che la Direttiva non può mettere gli<br />
Stati Membri nella condizione di violare<br />
gli obblighi di un Trattato già esistente,<br />
atteso che la MARPOL impone già precise<br />
disposizioni nell’ambito degli Annessi<br />
I e II alla Convenzione.<br />
I principi generali della legge comunitaria<br />
stabiliscono inoltre che l’attività<br />
della CE deve “essere coerente e assicurare<br />
garanzie legali”. Sotto tale profilo,<br />
i ricorrenti contestano che il testo relativo<br />
alla responsabilità per “seria negligenza”<br />
presenta elementi di incertezza e soggettività,<br />
non aderendo pertanto a tale requisito.<br />
Per ragioni tecniche, la parte istante non ha diretto<br />
accesso alla ECJ, ma le sue osservazioni<br />
potrebbero essere prese in considerazione qualora<br />
il procedimento venisse portato all’attenzione<br />
delle Autorità giudiziarie di uno Stato membro.<br />
ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006
In tale contesto, come mezzo per arrivare<br />
alla ECJ, da parte degli istanti è<br />
stato deciso di adire l’High Court di<br />
Londra, essendo la Gran Bretagna<br />
sede legale principale dei loro uffici,<br />
nonché in relazione all’esistenza di<br />
precedenti in cui la predetta High<br />
Court ha proposto revisioni giudiziali<br />
di una Legge Europea senza attendere<br />
la sua preventiva applicazione<br />
in UK.<br />
Il ricorso si baserà sui seguenti quattro<br />
argomenti chiave: legittimità da<br />
parte dell’EU di imporre responsabilità<br />
penali per scarichi, da parte di<br />
navi extra europee, in mare aperto o<br />
nella Exclusive Economic Zone ed<br />
entro i limiti stabiliti per questi casi<br />
dalla MARPOL;<br />
legittimità da parte dell’EU nel non<br />
tener conto dei limiti MARPOL per gli<br />
scarichi nelle proprie acque territoriali;<br />
se l’imposizione di responsabilità<br />
penali per inquinamento dovuto a grave negligenza<br />
impedisca di giungere ad un giudizio di<br />
innocenza;<br />
se lo standard di responsabilità per grave<br />
negligenza soddisfi le garanzie legali stabiliti<br />
dalla legge. É evidente l’attesa da entrambe le<br />
parti per le imminenti decisioni che verranno<br />
assunte a riguardo.<br />
sopra dall’alto: l’affondamento della petroliera Prestige<br />
avvenuto nel novembre 2002 difronte alle coste spagnole;<br />
un momento del drammatico salvataggio dell’equipaggio<br />
della petroliera Erika affondata nel 1999 davanti le coste<br />
francesi.<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
19
Dal 7 al 15 ottobre,<br />
Genova ha ospitato<br />
l’edizione 2006 del<br />
suo Salone Nautico<br />
Internazionale, giunto<br />
alla XLVI edizione. Sono tanti gli<br />
argomenti consumati nel corso<br />
della lunga settimana fieristica<br />
che meritano di essere messi in<br />
evidenza, ma primo fra tutti è<br />
sicuramente l’aggiornamento<br />
delle aree espositive, con l’ampliamento<br />
della darsena, che<br />
porta il salone genovese a primeggiare<br />
in termini di superficie<br />
tra i saloni mondiali. Si tratta di<br />
un primato importante che nelle<br />
parole di Anton F. Albertoni, presidente<br />
UCINA, si esprime così:<br />
“L’edizione 2006 è stata un vero<br />
grande successo mondiale,<br />
all’altezza della leadership dell’industria<br />
nautica italiana.<br />
UCINA è orgogliosa di aver<br />
creato una vetrina così importante<br />
insieme a Fiera di Genova, di<br />
aver dato adeguato spazio ai<br />
produttori internazionali in<br />
acqua e di aver accolto il maggior<br />
numero di piccoli produttori<br />
negli spazi a terra. Indietro non<br />
si può tornare e il nostro impegno<br />
è di progettare già da<br />
domani (giorno successivo alla<br />
chiusura della manifestazione<br />
n.d.r.) un’edizione 2007 ancora<br />
migliorata nei servizi, nelle<br />
modalità espositive e nei percorsi<br />
per salvaguardare il primato<br />
raggiunto oggi. A tal proposito<br />
riteniamo fondamentale avere<br />
garanzie da Fiera di Genova<br />
riguardo l’attuazione del suo<br />
piano industriale e dalla città<br />
20<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006
DI ANGELO COLOMBO<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
21
per il miglioramento dei servizi.” Inevitabile il<br />
richiamo del presidente UCINA alle aspettative per<br />
le prossime edizioni che egli, ma anche tutti gli<br />
operatori che hanno partecipato a questa ultima<br />
edizione, nutrono nei confronti della Fiera e dell’amministrazione<br />
locale per il miglioramento delle<br />
strutture, in effetti, la città di Genova a volte sem-<br />
L’Amm. Dassatti con il Vicepresidente D’Alema e il<br />
Ministro Bianchi presso lo stand delle capitanerie<br />
Lo stand al salone di Genova<br />
bra “soffrire” il salone più di quanto sarebbe lecito<br />
attendersi, in particolare per quanto riguarda<br />
l’enorme apparato logistico che si muove intorno<br />
ad esso. Ma torniamo a parlare del salone nautico<br />
del 2006, della manifestazione e dei dati che<br />
sono stati raccolti con motivato entusiasmo sia dall’UCINA<br />
sia dall’Ente Fiera. Le presenze sono state<br />
calcolate all’ultimo giorno in 324.000, per un giro<br />
d’affari di circa 1 miliardo di Euro, cifra questa,<br />
che rappresenta una quota pari al 30-40% del<br />
valore totale della produzione nautica italiana.<br />
Ben 1.650 sono stati gli espositori con un incremento<br />
del 7% sul valore dello scorso anno, dei<br />
quali il 36% provenienti dall’estero, con un totale<br />
di 2.200 barche esposte delle quali 430 in acqua.<br />
Altro dato molto importante da segnalare è che<br />
oltre il 60% delle barche esposte rientrava nella<br />
categoria dei natanti, e ben 76 unità in quella<br />
delle navi da diporto, vale a dire di dimensioni<br />
oltre i 24 metri di lunghezza. Tali risultati sono il<br />
sintomo di un settore tutto sommato in buona salute,<br />
ma anche degli sforzi operati nel corso dell’ultimo<br />
anno dalla Fiera di Genova per l’ampliamento<br />
della Nuova Marina. Paolo Lombardi, presiden-<br />
22<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
Momento della cerimonia inaugurale<br />
te di Fiera di Genova, a tal proposito afferma: “La<br />
disponibilità della Nuova Marina consentirà di<br />
programmare, in collaborazione con UCINA,<br />
anche altre manifestazioni legate alle economie<br />
del mare, che andranno a implementare il calendario<br />
fieristico insieme al filone di fiere progettate<br />
per promuovere le eccellenze economiche e setto-<br />
La conferenza di presentazione<br />
riali del territorio. Il successo del salone è di buon<br />
auspicio per tutti i programmi della Fiera...”<br />
Dunque, grande entusiasmo per tutti, anche se,<br />
come è lecito attendersi, qualche lamentela da<br />
parte di alcuni operatori è d’obbligo, ci riferiamo<br />
in particolare alla novità che riguarda il Padiglione<br />
C, dove quest’anno per la prima volta, erano<br />
presenti esclusivamente aziende impegnate nella<br />
produzione di accessori. Abbiamo raccolto qualche<br />
dissapore per la scelta di dotare tutte le aziende<br />
di allestimenti standard, vale a dire con moduli<br />
predefiniti e uguali per tutti tranne che nelle<br />
dimensioni. Indubbiamente gli operatori che frequentano<br />
Genova da tanti anni non sono abituati<br />
a questo schema e non lo hanno digerito, ma è<br />
altrettanto vero che si sarebbe potuto fare di<br />
meglio, diciamo che l’attenuante per l’organizzazione<br />
è che in fondo, questa formula è stata adottata<br />
per la prima volta e dunque, c’è spazio per il<br />
miglioramento.<br />
Il Salone genovese ogni anno rappresenta<br />
anche un grande fenomeno mediatico, ma questa<br />
edizione ha ottenuto un record anche in questo<br />
caso vedendo al banco accrediti per la stampa<br />
ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006
en 1.300 giornalisti provenienti da paesi quali<br />
Argentina, Australia, Belgio, Croazia, Finlandia,<br />
Francia, Giappone e via in un lungo elenco alfabetico<br />
fino all’Ungheria.<br />
Come ogni anno il Salone di Genova è anche<br />
momento di incontro tra istituzioni e operatori, tra<br />
pubblico e istituzioni, insomma, un’occasione<br />
La staff al completo della<br />
trasmissione “Navigare Informati”<br />
presente in fiera per la consegna<br />
dell’omonimo premio<br />
Il Ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio<br />
ghiotta per tutti per mettere in chiaro le proprie<br />
intenzioni o per avanzare proposte costruttive. Di<br />
queste occasioni la quarantaseiesima edizione del<br />
salone genovese ne ha ospitate 142, tra convegni,<br />
dibattiti, presentazioni, dimostrazioni e gare sportive.<br />
Tra gli interventi più significativi troviamo<br />
quello del Ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio,<br />
il quale ha affermato: “Nessun pregiudizio sui<br />
diportisti, potenzieremo le aree marine protette.”<br />
Altri interventi importanti sono stati quelli del vicepresidente<br />
del Consiglio dei Ministri Massimo D’Alema<br />
e del ministro dei Trasporti Bianchi, il primo<br />
ha affermato: “Basta con i preconcetti verso i<br />
diportisti. Sì a un patto con le imprese per la crescita<br />
della nautica.” Il ministro Bianchi si è compiaciuto<br />
dello stato di salute del settore nautico e ha<br />
affermato: “Ha la più alta capacità di generare ricchezza<br />
fra tutti i settori dell’industria marittima, con<br />
un moltiplicatore che per ogni euro investito mette<br />
in moto una produzione di 4,5 euro.” L’atteggiamento<br />
favorevole del mondo politico nei confronti<br />
del settore nautico è molto importante, non possiamo<br />
che auspicare che si concretizzi il Patto di crescita<br />
tra le imprese di settore e il Governo propo-<br />
sto dal vicepresidente del Consiglio dei Ministri<br />
Massimo D’Alema.<br />
Vediamo ora le barche che gli operatori, nazionali<br />
e internazionali, hanno voluto proporre al<br />
mercato italiano in occasione dell’ultimo salone<br />
genovese. Le novità, ossia barche viste per la<br />
prima volta dal pubblico, sono tante e in parte le<br />
Il Ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi<br />
avevamo già viste in occasione del salone di Cannes,<br />
il quale ha preso vita in settembre. Cercheremo<br />
di citare quelle che riteniamo maggiormente<br />
interessanti per il grande pubblico, pur tuttavia,<br />
parlando anche di barche per pochi, ossia, quei<br />
superyacht che quest’anno a Genova erano numerosi<br />
come non mai. Tra i natanti, dunque barche<br />
non registrate, intendiamo segnalare inizialmente<br />
le derive, ossia le piccole imbarcazioni a vela non<br />
cabinate, destinate a chi cerca un mezzo semplice<br />
da gestire e sicuramente economico. Non sono<br />
mai molte le novità in questo segmento, ma quest’anno<br />
le aziende ne hanno proposte tre, ossia,<br />
l’Open 5.00, una barca tecnica di circa 5 metri di<br />
lunghezza, il Laser Aura, piccola deriva dedicata<br />
in modo particolare ai neofiti ma capace di regale<br />
emozioni anche ai più esperti e poi Trug, una<br />
barca decisamente originale realizzata con materiali<br />
pregiati e in grado di esprimere performance<br />
di rilievo, anche se, non è proprio la barca che si<br />
può utilizzare ovunque e sempre. Come di consueto<br />
nel padiglione riservato alle derive c’era anche<br />
il Centro Nautico Adriatico, cantiere impegnato<br />
con successo crescente nello sviluppo di progetti<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
23
Comet 52 RS<br />
che nascono dalla matita prima e dalle mani poi<br />
di velisti esperti e appassionati. Quest’anno le loro<br />
proposte erano le stesse dello scorso anno, ossia i<br />
catamarani a vela, il famoso Skipper che possiamo<br />
trovare in un gran numero di scuole di vela su<br />
tutta la penisola, il Tridente, anch’esso identificato<br />
come una barca scuola ideale, il Brezza 22, pic-<br />
North sea boats X2K<br />
colo cabinato molto pratico ed economico. Ma la<br />
segnalazione che dedichiamo al cantiere in realtà<br />
ha una connotazione diversa dal mero resoconto,<br />
infatti, parlando con il titolare abbiamo saputo che<br />
stanno lavorando a un importante aggiornamento<br />
del loro Skipper, barca di poco più di 4 metri da<br />
molti ritenuta perfetta così com’è, ma che grazie a<br />
nuove tecnologie di progettazione entro la primavera<br />
sarà ancora più performante e stabile, questo<br />
per andare incontro sempre più alle esigenze tanto<br />
della famiglia quanto degli appassionati esperti.<br />
Rimanendo nel settore della vela, vediamo nel segmento<br />
dei cabinati qualcuna delle novità presenti<br />
a Genova. Tra le proposte dei cantieri nostrani<br />
merita sicuramente una segnalazione il nuovo<br />
Comet 52 RS, dove RS deve essere interpretato<br />
come “raised saloon”, vale a dire una coperta con<br />
tuga bassa prossima a un flush deck, come si conviene<br />
alle imbarcazioni più “tirate”. Si tratta di un<br />
esemplare molto interessante per le soluzioni tecniche<br />
adottate sia per la costruzione sia per quanto<br />
riguarda gli allestimenti, dove comprendiamo<br />
anche il potente piano velico. Una barca destinata<br />
a soddisfare tanto l’amante delle crociere d’al-<br />
24<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
Sunseeker predator 82<br />
Deriva Open 5.00<br />
tura quanto chi intende affrontare crociere con la<br />
famiglia, un race/cruise come ormai sono definite<br />
queste barche nel settore. Altra imbarcazione che<br />
ci è piaciuta molto è la Rustler 42, barca dalle<br />
linee e dalla concezione classica realizzata presso<br />
il cantiere inglese Rustler di Falmouth, con zavorra<br />
incapsulata nella chiglia, dunque priva di bulloni<br />
di fissaggio allo scafo. Tre le cabine in tutto, delle<br />
quali due matrimoniali e una singola in prossimità<br />
del tavolo da carteggio, ma gli spazi sono ampi<br />
per tutti e soprattutto allestiti con molta cura. Passiamo<br />
alle imbarcazioni a motore, dove come di consueto<br />
le novità raggiungono numeri a tre cifre,<br />
quindi, non possiamo far altro anche in questo<br />
caso che selezionare qualche modello e descriverlo.<br />
North Sea Boats X2k, questo il nome di una<br />
delle barche che ci ha maggiormente incuriosito,<br />
un mezzo veloce con carena derivata dal mondo<br />
degli offshore, allestito in coperta per assicurare il<br />
giusto comfort durante la navigazione e le soste,<br />
dotato di wc all’interno della console centrale e di<br />
locale di riparo sotto la pontatura della prua. Rimanendo<br />
nel settore delle barche a motore, ma stavolta<br />
parlando di quelle che strizzano l’occhio ai<br />
pescatori, sottoponiamo all’attenzine dei nostri lettori<br />
il nuovo Rodman R1040, fisherman dotato di<br />
trasmissioni IPS di Volvo Penta grazie alle quali<br />
assicura ottime performance e comfort di marcia<br />
elevato, oltre alla ormai proverbiale cura che il<br />
cantiere spagnolo Rodman assicura alle sue realizzazioni.<br />
Dal cantiere iberico apprendiamo che<br />
ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006
stanno ampliando in maniera molto importante la<br />
loro gamma, con l’introduzione della linea denominata<br />
Muse sviluppata concettualmente e stilisticamente<br />
dall’architetto italiano Fulvio De Simoni.<br />
Sicuramente il connubio tra l’Italian Style e la competenza<br />
di De Simoni con le capacità produttive<br />
del cantiere Rodman daranno luogo a barche di<br />
Il super yacht a vela<br />
Falcon Maltese<br />
Technema 85 dei cantieri Posillipo<br />
Rodman R1040<br />
assoluto interesse. Sarebbe interessante poter illustrare<br />
ai nostri lettori tutte le novità del salone genovese,<br />
ma lo spazio che abbiamo a disposizione ce<br />
lo impedisce, pertanto, passiamo ora a uno dei<br />
superyacht, ossia barche di oltre 24 metri, che<br />
maggiormente ci ha colpiti. Si tratta del nuovo<br />
Technema 85 realizzato dal cantiere Posillipo del<br />
Gruppo In Rizzardi. Uno yacht che tiene fede ai<br />
principi costruttivi che hanno reso noto nel mondo<br />
il nome Posillipo e che beneficia delle esperienze<br />
maturate dal management del Gruppo con i cantieri<br />
Rizzardi, Italcraft e ora anche Diano. Uno yacht<br />
destinato ad armatori molto esigenti che apprezzano<br />
tanto le soluzioni tecniche per poter affrontare<br />
in sicurezza crociere impegnative, quanto quelle<br />
estetiche per poter vivere a bordo in un ambiente<br />
su misura per loro e realizzato con grande cura.<br />
Dai cantieri esteri invece, la barca che intendiamo<br />
segnalare è il Sunseeker Predator 82. Si tratta di<br />
uno yacht sportivo che porta con sé numerose soluzioni<br />
innovative, come il tettuccio apribile di forma<br />
circolare, che assicura la protezione dal sole o dall’acqua<br />
quando necessario, oppure, la circolazione<br />
d’aria per poter vivere gli spazi conviviali all’in-<br />
terno della tuga come su un grande open. Come di<br />
consueto per le imbarcazioni Sunseeker della linea<br />
Predator, anche in questo caso ci troviamo d’avanti<br />
a un mezzo dalle prestazioni elevate e dagli allestimenti<br />
molto curati, caratteristiche che per ovvie<br />
ragioni riducono il panorama di utenti potenziali,<br />
ma che rappresentano un punto di riferimento per<br />
La barca inglese Rustler 42<br />
la produzione mondiale. Ci piace chiudere questa<br />
veloce e sintetica carrellata sulle novità viste a<br />
Genova con la barca ospite d’onore della manifestazione,<br />
parliamo di Maltese Falcon, un superyacht<br />
a vela realizzato dal noto cantiere italiano Perini<br />
Navi, che ha fatto bella mostra di sé in darsena<br />
durante i giorni di fiera catalizzando l’attenzione<br />
del pubblico, al quale non poteva sfuggire in ragione<br />
delle dimensioni dello scafo, che raggiungono<br />
quota 88 metri di lunghezza, e degli alberi con<br />
vele quadre gestite da un complesso sistema computerizzato.<br />
Si pensi che la superficie totale di tela<br />
al vento può raggiungere quota 2.400 mq, mentre<br />
il dislocamento è di 1.240 tonnellate, cifre che la<br />
dicono lunga su che tipo di progetto sia, non a<br />
caso è stato definito un pezzo unico di tecnologia<br />
e design “made in Italy”.<br />
Visti gli ottimi risultati ottenuti con l’edizione<br />
2006, gli auspici del mondo politico per lo sviluppo<br />
del settore nautico, l’impegno di UCINA e dell’ente<br />
Fiera di Genova per lo sviluppo della manifestazione,<br />
non ci resta che rimandare l’appuntamento<br />
al prossimo anno sperando ancora in un<br />
bilancio complessivo favorevole.<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
25
LOLIGO VULGARIS (CALAMARO)<br />
FOTO DI F. TURANO<br />
26<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
DI DANY M. MUGNAINI<br />
ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006
Totani e calamari, molluschi cefalopodi<br />
molto particolari; sono infatti degli esseri<br />
con dieci braccia attaccate direttamente<br />
alla loro testa, con un becco ad uncino,<br />
delle pinne laterali e con la capacità di<br />
muoversi a reazione, sfruttando il principio che<br />
noi esseri “terrestri” abbiamo applicato agli<br />
aeroplani.<br />
Carta d’identità<br />
Il totano del Mediterraneo (Todarodes sagittatus)<br />
differisce dal molto simile calamaro comune (Loli-<br />
LOLIGO VULGARIS (CALAMARO)<br />
FOTO DI F. TURANO<br />
go vulgaris) per piccoli particolari che andiamo<br />
subito ad identificare. Entrambi hanno un corpo<br />
molto allungato a forma di sacco (denominato<br />
mantello) che contiene gli organi interni e dal<br />
quale sporge la testa dotata di due grandi occhi.<br />
Quest’ultima è circondata da dieci braccia, ed al<br />
centro vi si trova la bocca, caratterizzata da un<br />
potente becco ad uncino. Dei dieci tentacoli, otto<br />
sono piuttosto corti e provvisti di una doppia fila di<br />
ventose, mentre i restanti due sono di lunghezza<br />
maggiore e, nella parte terminale, hanno la forma<br />
di una piccola clava dotata di quattro file di ventose.<br />
Nel totano, le otto braccia, con 7 - 9 dentelli<br />
di cui il centrale è leggermente più grande, sono<br />
retrattili mentre non lo sono quelle più lunghe; nel<br />
calamaro, al contrario, la situazione è praticamente<br />
opposta.<br />
Entrambi hanno delle pinne laterali che partono<br />
dall’estremità del corpo e che si estendono verso la<br />
testa ma, mentre nel calamaro queste occupano<br />
quasi i 2/3 del mantello, nel totano esse sono<br />
molto più corte, non arrivando alla metà della lunghezza<br />
del mantello. Visivamente, nel totano le<br />
pinne sono unite a formare un rombo, mentre nel<br />
calamaro formano una sorta di triangolo.<br />
Lo scheletro del calamaro è formato da una sorta<br />
di penna trasparente, detta gladio o calamo, che<br />
sostiene il corpo, di colore chiaro o rosato intenso<br />
e brillante, talvolta con piccoli punti bianchi e rossi.<br />
Ha una lunghezza media variabile tra i 15 ed i 25<br />
cm, con lunghezze massime di circa 40 cm. Per<br />
quanto riguarda i nostri mari, nell’Italia meridionale<br />
è facile trovare anche un’altra specie di calamaro<br />
(Loligo forbesi), di maggiori dimensioni e di colore<br />
più scuro e rossiccio. Il totano, oltre che per le<br />
differenze appena viste, lo si riconosce anche per<br />
il colore rosso marroncino più o meno intenso del<br />
dorso e sfumato verso il giallo nella parte ventrale;<br />
la sua lunghezza si assesta intorno a 20 cm, anche<br />
se può eccezionalmente raggiungere i 50 cm.<br />
Entrambi si garantiscono la propria locomozione<br />
oltre che per mezzo alle pinne laterali e degli stessi<br />
tentacoli, soprattutto grazie ad un caratteristico<br />
organo, della forma di un tubo muscoloso, attraverso<br />
il quale espellono l’acqua a pressione contenuta<br />
nella cavità del mantello; in questo modo,<br />
per il principio di azione e reazione, l’animale si<br />
muove all’indietro con grande velocità.<br />
Il calamaro si riproduce pressoché tutto l’anno,<br />
anche se all’inizio della primavera e dell’autunno il<br />
fenomeno è maggiore. I maschi producono degli<br />
speciali sacchetti detti spermatofore, che introducono<br />
nel corpo della femmina tramite un braccio allungato<br />
e modificato. Le femmine producono quindi<br />
una grande quantità di uova, avvolte in guaine<br />
gelatinose biancastre, che attaccano a supporti soli-<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
27
di come rocce o alghe. Una volta che le uova si sono<br />
schiuse, i giovani calamari si nutriranno prevalentemente<br />
di larve di crostacei mentre una volta adulti la<br />
loro dieta varierà tra molluschi, crostacei e soprattutto<br />
pesci (che preferiscono).<br />
Entrambe le specie sono pelagiche e popolano prevalentemente<br />
il Mediterraneo e l’Atlantico, dove<br />
sono presenti anche altre specie (circa 20 per il<br />
calamaro), vivono mediamente tra i 30 ed i 300<br />
metri di profondità, spostandosi in branchi e risalendo<br />
in superficie durante la notte alla ricerca di cibo<br />
per tornare in acque più profonde durante le ore<br />
diurne. Data la loro distribuzione pressoché uniforme<br />
in tutto il Mediterraneo, i totani ed i calamari<br />
sono una delle fonti di pesca tra le più importanti<br />
per quanto riguarda i molluschi; per la loro cattura<br />
vengono usate prevalentemente<br />
reti a strascico e reti a circuizione,<br />
con l’uso, di notte, anche di lampade<br />
per attirarli in superficie. Per la<br />
piccola pesca si usano invece prevalentemente<br />
lenze con esca, specialmente<br />
nel periodo autunnale<br />
dove tendono ad avvicinarsi di più<br />
alla costa.<br />
Ad ogni modo, queste specie non<br />
sono apprezzate e predate unicamente<br />
dall’uomo ma rappresentano<br />
una buona fonte di cibo per<br />
diversi mammiferi marini quali delfini<br />
e foche,<br />
oltre a garantire<br />
la base della<br />
dieta di numerose<br />
specie di<br />
pesci predatori.<br />
In cucina<br />
Totani e calamari<br />
sono commercializzati<br />
e consumati<br />
sia freschi<br />
che congelati<br />
dal momento<br />
che in questo<br />
stato si conservano<br />
decisamente a lungo; l’animale fresco ha colori<br />
brillanti che tendono invece ad opacizzarsi con il<br />
tempo, fino ad uno sbiadimento ed un ingiallimento<br />
generale. Questi molluschi, rispetto al pesce, sono<br />
pressoché inodori da crudi mentre acquistano un<br />
profumo caratteristico ed intenso una volta sottoposti<br />
a cottura. Sia il Loligo che il Todarodes sono caratterizzati<br />
da un’alta quantità di tessuto connettivo che<br />
rende le loro carni piuttosto dure, il che consiglia una<br />
28<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
loro frollatura, per avere il giusto rapporto tra consistenza<br />
e morbidezza, prima di essere consumate.<br />
Dal punto di vista nutrizionale, il calamaro, considerato<br />
più pregiato del totano, ha un basso contenuto<br />
calorico, pur essendo una<br />
buona fonte di proteine, oltre<br />
che di sodio, potassio, calcio,<br />
fosforo e vitamina A. e<br />
B1. Per secoli alla base della<br />
cucina povera dei pescatori<br />
del mediterraneo, la loro<br />
carne si presta a diversi tipi<br />
di preparazione e, d’altro<br />
canto, sono noti presentati in<br />
numerose varianti sul tema; sono ottimi se consumati<br />
semplicemente aperti e cotti sulla griglia così<br />
come più elaborati ripieni ed al forno.<br />
Dal punto di vista alimentare, sarebbe meglio consumarli<br />
con poco olio e come ingredienti delle<br />
insalate di mare astenendosi possibilmente dal<br />
consumarli tagliati ad anelli e fritti, come invece è<br />
tradizione. Ma chi di noi, ogni tanto, non cede ai<br />
peccati di gola?<br />
ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006
Il calamaro gigante<br />
Molti lettori avranno sentito parlare di leggendari<br />
mostri marini, di enormi creature che<br />
attaccavano le navi inghiottendone carico e<br />
uomini, storie che hanno terrorizzato generazioni<br />
di grandi e piccini e che ancora ci<br />
accompagnano guidandoci con sospetto ogni<br />
volta che ci avventuriamo per un bagno in<br />
mare aperto, quando il fondale comincia a<br />
scomparire ai nostri occhi e le ombre dal<br />
basso assumono forme poco amichevoli.<br />
Ebbene, anche se molte di queste storie sono del<br />
tutto inventate o prive di fondamenti scientifici, è<br />
ormai comprovato che alcune di queste sono, se<br />
non del tutto veritiere, decisamente attendibili. Al<br />
giorno d’oggi, infatti, la scienza ha dimostrato<br />
che almeno uno di questi esseri mitologici esiste<br />
davvero: il Kraken. Il suo nome, di origine norvegese,<br />
sta a significare “favoloso mostro marino”<br />
e ben si addice alla figura del calamaro gigante,<br />
il cui nome scientifico, forse meno altisonante è<br />
Architeuthis.<br />
Già dalle cronache del settecento si narrava<br />
di polpi giganti in grado di affondare le barche<br />
dei pescatori con i suoi tentacoli. Le prime<br />
prove tangibili della sua esistenza si cominciarono<br />
ad avere già nella metà dell’ottocento<br />
quando fu pescato un esemplare di calamaro<br />
lungo 7 metri e, qualche anno dopo, uno di<br />
12 metri. In tempi più recenti, da parti di animali<br />
rinvenuti nello stomaco di alcuni capodogli,<br />
si è potuto calcolare che si trattava di<br />
esemplari di più di venti metri di<br />
lunghezza.Questo tipo di<br />
cetacei, usa infatti, cibarsi di<br />
calamari giganti che raggiunge<br />
e preda fino alla profondità<br />
di 1500 metri.<br />
Molte sono state le spedizioni<br />
che hanno cercato di<br />
fare luce su uno degli ultimi<br />
misteri che il mare ancora<br />
ci cela. In particolare, una<br />
troupe giapponese è riuscita<br />
a filmare e fotografare,<br />
grazie all’ausilio di un’apposita<br />
esca posta a circa<br />
900 metri di profondità, un<br />
esemplare di circa otto<br />
metri.<br />
Dai ritrovamenti di animali<br />
morti e spiaggiati o parte di<br />
essi rimaste intrappolate negli<br />
attrezzi delle navi da pesca<br />
pelagica, si è potuto constatare<br />
che l’ Architeuthis può raggiungere<br />
un peso di una tonnellata<br />
ed una lunghezza di<br />
20 metri, dei quali circa otto<br />
sono da attribuirsi al corpo a<br />
forma di sacco allungato ed i<br />
restanti ai tentacoli, provvisti<br />
di possenti ventose in grado<br />
di lasciare profonde cicatrici<br />
sul corpo dei capodogli<br />
e...non solo.<br />
In passato, infatti, anche la<br />
fregata americana USS Stein pare abbia<br />
avuto un incontro ravvicinato con una di queste<br />
creature, la quale aveva attaccato l’apparato<br />
sonar, danneggiandolo e lasciandovi un<br />
frammento di artiglio, dal quale si è potuto<br />
valutare che l’animale in questione poteva<br />
avere una dimensione tale da raggiungere i<br />
40 metri di lunghezza, per un peso approssimativo<br />
di 2 tonnellate.<br />
Immaginatevi che bella frittura ne verrebbe!<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
29
Mentre scriviamo l’operazione<br />
“Bahar” in Libano, la prima missione<br />
di bonifica ambientale svolta<br />
dall’Italia all’estero, è ancora in<br />
corso.<br />
La missione, partita dall’Italia il 12 settembre<br />
2006 con il saluto del Ministro dell’ambiente e<br />
della tutela del territorio e del mare alle navi ed<br />
agli equipaggi schierati nel porto di Messina, ha<br />
preso le mosse dalla richiesta di supporto, da<br />
parte del Ministro dell’ambiente libanese, contro<br />
l’emergenza dovuta al bombardamento israeliano<br />
dei serbatoi della centrale termoelettrica di Jieh,<br />
che aveva provocato la fuoriuscita in mare di circa<br />
DI VITTORIO ALESSANDRO<br />
15 mila tonnellate di olio combustibile.<br />
È possibile fin d’ora tracciare un bilancio della<br />
prima fase dell’intervento italiano, rimandando<br />
alla conclusione dell’esperienza le riflessioni – speriamo<br />
le più ampie possibili, in Italia e all’estero -<br />
sulle professionalità spese e gli esiti raggiunti.<br />
Proviamo dunque a ricostruire gli interventi svolti<br />
in Libano dalla <strong>Guardia</strong> <strong>Costiera</strong> con il proprio<br />
Pattugliatore d’altura “G. Peluso”, il III Nucleo<br />
Sommozzatori GC e l’ATR 42 “Manta 10”, coordinati<br />
dagli Ufficiali CP e dagli esperti di<br />
Apat/Arpa ed Icram che formano l’Unità organizzativa<br />
costituita a Beirut.<br />
Il primo periodo di attività ha avuto un prevalente<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
31
carattere ricognitivo, prodromico all’azione di<br />
bonifica successivamente svolta dalla Soc. Castalia<br />
Ecolmar con il proprio S/v “Tito”, dotato di un<br />
gruppo di sommozzatori e dell’appoggio di un<br />
pontone (noleggiato ed attrezzato in loco) a supporto<br />
delle attività subacquee ed all’uso della sorbona<br />
per il recupero del prodotto sommerso.<br />
Il monitoraggio aereo<br />
L’attività dell’ATR 42, iniziata il 27 settembre, è<br />
consistita nel controllo strumentale delle aree<br />
costiere e marine di tutto il Libano, per la verifica<br />
del grado di contaminazione delle coste e del<br />
mare.<br />
L’aereo, che ha fatto base a Larnaka, ha eseguito<br />
sul Libano voli a varia quota in funzione delle condizioni<br />
meteo e del migliore utilizzo delle strumentazioni<br />
di bordo (ATM, SLAR e videocamera).<br />
Nella fase di ricognizione, tra le aree più inquinate<br />
è apparsa quella compresa tra Jieh e la zona a<br />
nord di Beirut. In quella antistante la centrale termoelettrica<br />
di Jieh è stata riscontrata una forte contaminazione<br />
del fondo marino ed una traccia di iridescenza<br />
diffusa in corrispondenza al fondale<br />
inquinato fino a un tratto di circa cinque miglia<br />
dalla costa.<br />
Un sottile strato oleoso è stato poi rilevato su tutto<br />
il mare libanese, quasi senza soluzione di continuità,<br />
con piccoli grumi instabili di maggiore consistenza.<br />
Il telerilevamento aereo è stato eseguito nell’arco<br />
di 12 giorni, con un’attività di volo di circa 23 ore.<br />
L’ATR 42 ha acquisito dati nel campo del visibile,<br />
dell’infrarosso e dell’ultravioletto, nonché immagini<br />
SLAR.<br />
La caratterizzazione del fondale di Jieh<br />
La caratterizzazione del fondo del mare antistante<br />
la centrale di Jieh è stata condotta dal III Nucleo<br />
sommozzatori della <strong>Guardia</strong> <strong>Costiera</strong> e da quelli<br />
operanti per conto della Soc. Castalia Ecolmar.<br />
I subacquei del Nucleo hanno progettato un reticolato<br />
di 44 settori, poi segnalato con gavitelli e<br />
riportato su mappa georeferenziata,. sul quale ha<br />
potuto dispiegarsi prima l’indagine subacquea ed<br />
in seguito l’attività di bonifica. Per ciascun settore<br />
ispezionato tale ricognizione ha consentito di<br />
conoscere, la profondità, le particolarità del fondale,<br />
il grado di copertura e le caratteristiche del prodotto<br />
oleoso sommerso, consentendo l’adozione<br />
della modalità di recupero meccanico più appropriata:<br />
l’uso della sorbona o l’intervento manuale.<br />
L’olio inquinante si è presentato infatti agli operatori<br />
subacquei in consistenza semifluida, semisoli-<br />
32<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006
In apertura: un sub della <strong>Guardia</strong> <strong>Costiera</strong> sui fondali di<br />
fronte a Beirut. In questa pagina dall’alto in basso:<br />
Il deposito bombardato di Jieh, l’ATR 42 a terra e in<br />
operazioni di monitoraggio, nave Peluso con accanto nave<br />
Tito della Castalia, il Ministro dell’Ambiente libanese<br />
insieme agli uomini della <strong>Guardia</strong> <strong>Costiera</strong> e della<br />
Castalia protagonisti della missione “Bahar”.<br />
da e solida: tale diverso stato potrebbe attribuirsi<br />
al fatto che parte del combustibile è entrato in mare<br />
in fase di combustione (come attestano registrazioni<br />
video e molte testimonianze), mentre altra parte<br />
di esso è fuoriuscito non coinvolto nell’incendio,<br />
mantenendo perciò una maggiore fluidità.<br />
Il prodotto poi, scivolando in mare, è stato ostacolato<br />
dalle rocce presenti sul fondo, incuneandosi<br />
tra queste in misura differenziata da zona a zona,<br />
oppure ha creato chiazze nelle zone sabbiose, non<br />
sempre visibili ad occhio nudo, poiché ricoperte<br />
dalle successive mareggiate. Ai tre diversi stati del<br />
prodotto sopra precisati è da aggiungerne un quarto:<br />
l’olio allo stato fluido che, più leggero, sospinto<br />
da vento e corrente, si è diffuso verso nord lungo<br />
tutto il litorale libanese, raggiungendo in particolare<br />
le aree costiere esposte a meridione.<br />
Il Nucleo dei sommozzatori GC ha avviato le prospezioni<br />
il giorno 21 settembre, riscontrando già<br />
nelle prime immersioni che, nonostante le svariate<br />
settimane di raccolta manuale condotta dalla<br />
ONG locale “Bahar Lubnan”, rimaneva sul fondo<br />
una considerevole quantità di materiale inquinante.<br />
Quasi ovunque l’olio era ricoperto da uno strato<br />
di sabbia, il che ha reso necessaria la verifica<br />
con piccoli scavi manuali eseguiti a campione.<br />
Il Nucleo ha riportato inoltre che l’olio combustibile<br />
invadeva gli anfratti dell’area rocciosa antistante<br />
i depositi di stoccaggio, e che l’estrema irregolarità<br />
dei contorni dello sversamento rendeva<br />
impossibile una stima, sia pure approssimata, delle<br />
quantità da recuperare.<br />
In 15 giornate operative il Nucleo subacquei<br />
imbarcato sulla Nave “Peluso” ha eseguito nell’area<br />
antistante e limitrofa la centrale di Jieh il monitoraggio<br />
di 206.900 mq di fondale, dei quali circa<br />
50.000 sono risultati inquinati.<br />
Le attività del Pattugliatore “Alfredo Peluso”<br />
Cp 905<br />
Nave ”Peluso” ha svolto il coordinamento in mare<br />
delle azioni di monitoraggio con il supporto logistico<br />
al Nucleo sommozzatori della <strong>Guardia</strong> <strong>Costiera</strong>,<br />
ed ha proceduto alla rimozione di chiazze di<br />
inquinamento superficiale attraverso l’impiego di<br />
panne assorbenti.<br />
Alle primarie attività della missione Bahar la CP<br />
905 ha unito quelle connesse al dispositivo impegnato<br />
dalla nostra Marina militare nelle acque del<br />
Libano, partecipando tra l’altro al rischieramento<br />
navale in occasione della visita del Sottosegretario<br />
di Stato Sen. Lorenzo Forcieri e del Capo di Stato<br />
maggiore della Marina, Ammiraglio di Squadra<br />
Paolo La Rosa, che ha poi visitato l’Unità.<br />
Essa ha anche ricevuto la visita del Capo di Stato<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
33
Panoramica di Beirut<br />
maggiore della Marina libanese e dell’Amm. Div.<br />
Giuseppe De Giorgi, Comandante delle forze d’altura<br />
in Libano.<br />
Le caratteristiche dell’intervento. I risultati<br />
della prima fase<br />
L’intervento a Jieh si caratterizza per le seguenti<br />
specificità:<br />
• l’inquinamento è stato provocato da impianto<br />
costiero, e non è stato possibile conoscere<br />
quanto prodotto in forma combusta sia giunto in<br />
mare, e quanto allo stato originario;<br />
• l’avvio dell’azione di bonifica è stato tardivo,<br />
per l’impossibilità di intervenire durante il corso<br />
del conflitto;<br />
• il prodotto inquinante è precipitato o scivolato<br />
su fondali di altezza variabile dal litorale fino<br />
ai 15 metri: ciò ha reso l’intervento dei subacquei<br />
e dei mezzi esposto al fenomeno di forte<br />
risacca;<br />
• l’area di intervento risultava già contaminata<br />
da precedenti e forse ripetute immissioni oleose<br />
dalla centrale verso la scogliera ed il mare;<br />
• il bombardamento ha provocato la penetrazione<br />
di olio combustibile, in quantità non valutabili ma<br />
sicuramente ingenti, nel terreno della centrale,<br />
edificata su un sostrato calcareo apparentemente<br />
accresciuto con opere di riempimento, e dunque<br />
su una base geomorfologica non compatta.<br />
La missione ambientale italiana in Libano ha concluso<br />
la propria prima fase - condotta in un arco di<br />
34<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
tempo che va dal 21 settembre (data di arrivo del<br />
Pattugliatore “Peluso”) a quella di effettiva operatività<br />
del pontone (14 ottobre), che ha consentito<br />
l’avvio sistematico della raccolta e del conferimento<br />
del materiale inquinante prelevato dal mare -<br />
con il raggiungimento dei seguenti obiettivi:<br />
• il completamento della ricognizione aerea ed il<br />
controllo strumentale delle acque e dei litorali<br />
del Libano;<br />
• la protezione della baietta dell’intake della centrale<br />
e delle vasche delle acque di raffreddamento,<br />
per il mantenimento della operatività<br />
degli impianti;<br />
• la caratterizzazione dei fondali nelle aree di<br />
mare antistanti la centrale di Jieh;<br />
• l’indagine su altri siti inquinati, con particolare<br />
riguardo all’arcipelago delle Palm Islands;<br />
• l’avvio degli studi di impatto ed elaborazioni<br />
scientifiche sulle attività di bonifica.<br />
Nonostante le comprensibili difficoltà logistiche e i<br />
peculiari aspetti delle operazioni di bonifica, la<br />
prima fase della missione “Bahar” in Libano si<br />
chiude dunque con successo.<br />
La centrale termoelettrica continua infatti ad operare,<br />
sono state messe a punto le tecniche di recupero<br />
di prodotto dal fondo del mare, e l’Unità organizzativa<br />
di Beirut ha mantenuto costanti e costruttivi<br />
rapporti con IMO/REMPEC, con il Ministero<br />
dell’ambiente e con le altre Autorità libanesi, assicurando<br />
il coordinamento operativo e – attraverso<br />
Apat/Arpa ed Icram – la direzione scientifica delle<br />
operazioni.<br />
ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006
che<br />
DI ANNAMARIA MARIOTTI<br />
“La Lanterna”<br />
All’autrice è stata conferito, nel corso<br />
del recente Salone Nautico di Genova,<br />
il Premio “Navigare Informati” per il suo<br />
lavoro di divulgazione nel raccontare il<br />
mare. Ha, fra l’altro, pubblicato libri<br />
sulle tonnare e sui fari.<br />
Foto di Annamaria Mariotti
Il Medioevo è stato definito l’epoca dei secoli<br />
bui, ma è proprio in questo periodo che si<br />
trovano alcune tra le più belle costruzioni<br />
fatte dall’uomo. Grandi palazzi dall’aria<br />
severa e chiese il cui stile è un misto tra il<br />
romanico, oramai affermato, ed il nuovo stile<br />
gotico vengono erette ovunque ed a Genova<br />
se ne trova un bellissimo esempio nella Cattedrale<br />
di San Lorenzo, consacrata nel 1118.<br />
Ma in questo stesso periodo storico sorgono<br />
anche altri monumenti lungo le coste, i primi<br />
fari, ed è proprio a Genova che inizia a prendere<br />
forma quello che poi diventerà il faro<br />
più “civettuolo” e più “cittadino” di tutti,<br />
quello che nei secoli perderà la sua denominazione<br />
di faro per essere chiamato semplicemente<br />
“LA LANTERNA” e diventerà il simbolo<br />
stesso della città.<br />
In questo primo<br />
millennio, la navigazione<br />
aveva già<br />
avuto un grande<br />
sviluppo e Genova<br />
era un centro commerciale<br />
molto<br />
importante. Dal<br />
950 è una comune<br />
autonomo, è una<br />
delle quattro<br />
Repubbliche Marinare,<br />
dal 1200 si<br />
alternano al potere<br />
i podestà, rappresentati<br />
dalle due<br />
potenti famiglie<br />
ghibelline, i Doria<br />
e gli Spinola a cui<br />
poi seguirono i<br />
Dogi, e anche il suo porto era già troppo<br />
frequentato per non essere provvisto di un<br />
qualsiasi segnale che facilitasse l’avvicinamento<br />
dei vascelli che arrivavano da tutto il<br />
mondo conosciuto, carichi delle loro preziose<br />
ed esotiche mercanzie. Ci voleva una<br />
luce che nella notte potesse guidare queste<br />
navi all’ingresso del porto.<br />
Le origini della Lanterna sono molto incerte<br />
e avvolte nella leggenda. Alcune fonti fanno<br />
risalire la costruzione della prima torre al<br />
1128, ma pare quasi certo che intorno al<br />
1129, in una località chiamata Capo di Faro,<br />
alla base del colle di S. Benigno, dal nome di<br />
un convento che vi si trovava, verso il ponente<br />
genovese, sia stata eretta una torre, la cui<br />
cura, con un decreto, detto “delle prestazioni”,<br />
venne affidata agli abitanti della zona cir-<br />
36<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
costante “Habent facere guardiam ad turrem<br />
capiti fari”, questo il loro compito insieme a<br />
quello di rifornire costantemente la torre con<br />
fasci di “brugo” (erica secca) e “brisca” (ginestra<br />
secca) che servivano per alimentare il<br />
fuoco sulla torre. Questo combustibile era<br />
facilmente reperibile su tutte le alture che circondano<br />
la città, ma doveva essere un compito<br />
arduo raccogliere e trasportare grandi<br />
quantità di sterpi, forse l’incarico era svolto<br />
da schiavi o prigionieri. Tuttavia, per rendere<br />
più facile l’avvicinamento a Genova, si continuavano<br />
a tenere accesi anche dei fuochi<br />
sulle alture intorno alla città, anch’essi alimentati<br />
con erica ginestra.<br />
Dai registri della locale autorità marittima<br />
dell’XII secolo risulta che niente veniva tralasciato<br />
per la cura e la manutenzione della<br />
torre e nel 1161 un decreto obbligava<br />
ogni nave in arrivo a pagare<br />
una tassa di approdo per contribuire<br />
alle spese di accensione<br />
del fuoco. Non doveva essere<br />
un’impresa facile alimentare ogni<br />
notte quella torre, che oggi non<br />
possiamo immaginare come<br />
fosse, né come gli uomini potessero<br />
accedere alla sua sommità,<br />
forse con delle scale di legno<br />
poste al suo interno, come risulta<br />
anche dalle cronache posteriori,<br />
oppure tramite una “coffa” o<br />
cesta, sicuramente di ferro, che<br />
veniva riempita con il combustibile<br />
e poi sollevata fino alla cima,<br />
ma dobbiamo affidarci all’immaginazione<br />
perché la prima immagine<br />
della lanterna si trova riprodotta<br />
a penna sulla copertina di un manuale<br />
del “Salvatori del Porto”, risalente al 1371.<br />
Questa corporazione, che gestì il porto a<br />
partire dal 1290 e che nel 1340 divenne<br />
anche i custode del faro, aveva provveduto<br />
a far dipingere sulla facciata Nord della<br />
torre inferiore lo stemma di Genova, una<br />
croce rossa in campo bianco, opera del pittore<br />
Evangelista di Milano. Questo stemma<br />
si deve essere perso nel tempo perché quello<br />
che vediamo oggi risulta progettato e<br />
dipinto dall’architetto Pettondi nel 1785 e<br />
restaurato, nel corso di lavori alla torre, nel<br />
1991. In quel semplice disegno tratto a<br />
mano da un ignoto, la Lanterna appare formata<br />
da tre tronchi ornati da merli, quello<br />
inferiore piuttosto largo ed i due superiori,<br />
più stretti e sovrapposti, con solo due apertu-<br />
ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006
Nella pagina accanto: ingranaggio ad<br />
orologeria utilizzato per la rotazione delle lenti.<br />
In alto: la lanterna come doveva apparire<br />
all’epoca della sua costruzione e, in basso<br />
la Lanterna nel 1371.<br />
L’EVOLUZIONE DEI FARI ATTRAVERSO<br />
I SECOLI<br />
La storia dei fari ha da sempre affascinato<br />
l’immaginario collettivo, sono antichi come il<br />
tempo, nascono in epoche lontanissime, e la<br />
loro evoluzione va di pari passo con l’evolversi<br />
della navigazione. All’inizio sono solo dei<br />
semplici falò alimentati con fascine di legna<br />
che vengono tenuti accesi durante tutta la<br />
notte sulle colline prospicienti zone pericolose<br />
per la navigazione o ingressi di rade e porti,<br />
poi si evolvono attraverso i secoli fino a diventare<br />
quelli che oggi conosciamo.<br />
“Il Faro era allora una torre argentea, nebulosa,<br />
con un occhio giallo che si apriva<br />
all’improvviso e dolcemente la sera”, così lo<br />
vede Virginia Woolf (1882-1941) nel suo<br />
romanzo del 1927 “Gita al Faro” (To the<br />
lighthouse), ma già Omero (VIII secolo<br />
a.C.) nel XIX libro dell’Iliade paragona lo<br />
sfavillio dello scudo dell’irato Achille ad<br />
uno di quei fuochi che dalle alture rendono<br />
sicura la via ai naviganti.<br />
Sono anche entrati a far parte del mito :<br />
antichi autori, da Ovidio a Virgilio ci raccontano<br />
la storia di Ero, la sacerdotessa di<br />
Afrodite e del suo amante segreto, Leandro,<br />
che ogni notte attraversa a nuoto l’Ellesponto<br />
per raggiungerla, guidato da una<br />
fiaccola che lei regge tra le mani per illuminargli<br />
la via. Ma una notte il vento spegne<br />
la fiamma e Leandro, senza più una<br />
guida, si perde tra i flutti, mentre Ero,<br />
disperata, lo segue. Ecco l’importanza<br />
della luce nella notte, la prima immagine<br />
del fuoco che guida nel buio della notte,<br />
vitale per chi solca il nero mare, elemento<br />
ancora sconosciuto.<br />
Intorno al 1200 a.C. fanno la loro comparsa<br />
nel Mediterraneo i Fenici, gli abitanti di una<br />
zona costiera oggi divisa tra Libano, la Siria<br />
ed Israele, un popolo fino ad allora diviso in<br />
tribù, e che raggiunta un’unità nazionale<br />
cominciano ad espandersi verso il mare portando<br />
avanti un proficuo commercio con tutte<br />
le altre popolazioni ed arrivando addirittura<br />
ad oltrepassare le Colonne d’Ercole, quel limite<br />
altre il quale nessuno aveva mai osato<br />
avventurarsi, convinti che al di là vortici marini<br />
e creature mostruose avrebbero inghiottito<br />
navi e uomini. In realtà nessuno conosce il<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
37
e nelle parti alte. Nello stesso manuale si<br />
trovano anche registrate le spese sostenute<br />
per l’illuminazione del faro e le nomine dei<br />
guardiani.<br />
Nel frattempo però la torre aveva già<br />
affrontato molte traversie. La Lanterna poteva<br />
essere definita un faro “ghibellino” per la<br />
caratteristica forma dei suoi merli a coda di<br />
rondine, diversi da quelli “guelfi”, a profilo<br />
perpendicolare. A Genova le due fazioni<br />
sono state in lotta per parecchi anni e questa<br />
guerra civile rischiava di indebolire la sua<br />
potenza. Nel 1318, in particolare, questi contrasti<br />
si intrecciarono con la storia della Lanterna.<br />
I Guelfi si erano chiusi nella torre, assediati<br />
dalla fazione opposta che li bombardava<br />
con pesanti massi e pietre usando una rudimentale<br />
catapulta. I Guelfi riuscivano a resistere<br />
grazie ai rifornimenti<br />
che ricevevano<br />
da una galea<br />
ancorata nel porto,<br />
tramite una specie<br />
di teleferica che dal<br />
faro arrivava all’albero<br />
maestro della<br />
nave. I Ghibellini,<br />
visto l’inutilità dell’assedio,cominciarono<br />
a scavare le<br />
fondamenta della<br />
torre, rischiando di<br />
farla crollare, ma<br />
riuscirono solo a<br />
stanare i loro nemici<br />
per i quali non<br />
ebbero nessuna<br />
pietà. Le fondamenta<br />
del faro rimasero danneggiate e furono<br />
consolidate solo nel 1321.<br />
Naturalmente nei secoli seguenti la Lanterna<br />
ha subito altri cambiamenti, non era ancora<br />
quella che noi vediamo oggi. É del 1326,<br />
come ci dice lo storico Giustiniani, l’installazione<br />
sulla cima della torre della prima lanterna,<br />
chiusa da vetri ed alimentata con olio d’oliva.<br />
Il vetro non era ancora perfezionato, il<br />
primo vetro, entrato in uso proprio nel Medio<br />
Evo, era spesso e poroso e si anneriva facilmente<br />
per via della fuliggine, così il combustibile<br />
veniva variato, a seconda delle condizioni<br />
atmosferiche, proprio per ovviare a questo<br />
inconveniente. Nel 1400 la Lanterna venne<br />
usata anche come prigione. Per diversi anni<br />
(alcune fonti dicono 5, altre 10) vi furono rinchiusi<br />
gli ostaggi del re di Cipro, Jacopo Lusi-<br />
38<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
gnani con la moglie Eloisa, che in una piccola<br />
stanzetta diede alla luce il figlio Giano.<br />
Questi personaggi furono più tardi liberati dal<br />
Doge Leonardo Montaldo, ma viene da pensare<br />
come può essere cresciuto quel bambino,<br />
sospeso tra mare e cielo, cullato dalla musica<br />
delle onde e terrorizzato dall’infuriare delle<br />
tempeste che squassavano il faro, tra quelle<br />
mura umide e fredde. Tra storia e leggenda la<br />
Lanterna continua a sfidare il tempo. Si sa che<br />
nel 1405 i guardiani del faro erano sacerdoti<br />
e che per questo sulla sua sommità vennero<br />
innalzati un pesce ed una croce, simboli cristiani;<br />
nel 1413 un decreto dei “Consoli del<br />
Mare” stanziò “36 lire genovine” per la gestione<br />
del faro, ormai considerato indispensabile<br />
per il porto di una Genova marinara, includendo<br />
anche le paghe dei guardiani e stabilendo<br />
le multe per quelli che non avessero<br />
portato a termine il loro compito<br />
con diligenza.<br />
La Lanterna si trova, e si trovava,<br />
in una posizione molto esposta,<br />
arrivando dal mare la si vede svettare<br />
sul porto, e si può immaginare<br />
com’era quando si trovava a<br />
picco su una roccia. Durante le<br />
tempeste veniva spesso colpita dal<br />
fulmine ed esistono registrazioni<br />
di questi avvenimenti e dei danni<br />
subiti dalla torre e dagli uomini<br />
che vi si trovavano. La Lanterna fu<br />
colpita dalle saette nel 1596 e nel<br />
1602, con danni alla sommità ed<br />
il ferimento di alcuni uomini. Siccome<br />
non esisteva nessun tipo di<br />
prevenzione per questi eventi<br />
naturali l’unico rimedio che trovarono<br />
fu quello di murare su ciascun lato della<br />
torre della targhe di marmo con incise delle<br />
preghiere. Ma altri fulmini caddero nel 1675<br />
e nel 1778, finché, poco dopo, grazie alla<br />
recente invenzione di Benjamin Franklin, e<br />
all’intermediazione di Padre Glicerio Sanxais,<br />
un fisico dell’Università di Genova, sulla cima<br />
della torre fu installato un parafulmine.<br />
Alcune delle storie che circondano la Lanterna<br />
raccontano che nel 1449 uno dei guardiani<br />
del faro era Antonio Colombo, zio<br />
paterno del più celebre Cristoforo che per un<br />
incarico di due mesi ottenne una paga di “21<br />
lire genovine”. Un’altra truce leggenda narra<br />
che nel 1543, quando la Lanterna raggiunse<br />
la sua forma definitiva, l’architetto che l’aveva<br />
progettata fu gettato dalla cima della torre per<br />
ordine del Doge perché non potesse mai più<br />
ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006
Nella pagina accanto: il faro di<br />
Eddystone da una stampa del 1600.<br />
In alto: la Lanterna verso la fine del 1800<br />
vista da Sanpierdarena e, in basso<br />
gli specchi riflettenti all’interno del faro.<br />
nome di questo misterioso popolo di navigatori,<br />
furono i Greci a chiamarli “φυι” (phoinikes),<br />
cioè “rossi di porpora” dal colore di<br />
quelle rosse stoffe, tinte con una strana conchiglia,<br />
che commerciavano, insieme ad olio,<br />
vino e legno di cedro.<br />
La necessità di aumentare la possibilità di trasportare<br />
merci e anche persone comincia a<br />
trasformare la navigazione nel Mediterraneo,<br />
da diurna e costiera, in notturna, e non bastano<br />
le stelle per orientarsi, non sempre sono<br />
visibili e le conoscenze scarse, la prime bussole<br />
sono strumenti rudimentali, così si accendono<br />
i falò e all’ingresso dei primi porti sorgono<br />
strane impalcature che sollevano delle coffe o<br />
ceste, dentro le quali viene bruciato il combustibile.<br />
Per il momento non esiste ancora il<br />
concetto del faro, come struttura fissa, come<br />
costruzione architettonica.<br />
É solo intorno al 300 a.C. che improvvisamente<br />
fanno la loro comparsa i due più famosi fari<br />
dell’antichità, il Colosso di Rodi ed il faro di<br />
Alessandria, i primi ed unici esempi di fari<br />
monumentali, considerati due delle meraviglie<br />
del mondo.<br />
Del Colosso di Rodi, sull’omonima isola, non<br />
si conosce l’esatta ubicazione, l’iconografia<br />
classica lo rappresenta come una figura antropomorfa,<br />
il dio Elios che tiene un braciere in<br />
una mano, posta a cavallo dell’estremità di un<br />
porto circolare, con le navi che passano tra le<br />
sue gambe.<br />
Costruito da Cario di Lindos nel 290 a.C.<br />
pare su una struttura metallica ricoperta di<br />
bronzo, era alto circa 32 metri, ma ebbe vita<br />
breve, crollò 80 anni dopo la sua costruzione<br />
a causa di un terremoto. Alcune notizie ci vengono<br />
fornite da Plinio il Vecchio, che visse<br />
molti secoli dopo, ma che può esserne venuto<br />
a conoscenza su alcuni dei molti libri letti nel<br />
corso della sua vita. Il faro di Alessandria,<br />
costruito sull’isolotto di Pharos, che diede il<br />
nome a tutti gli altri monumenti simili nei secoli<br />
a venire, fu eretto nel 280 a.C. da Sostrato<br />
di Cnido, era una costruzione rivestita in<br />
marmo bianco, alta 120 metri, e la sua luce<br />
poteva essere vista a 30 miglia di distanza.<br />
Questo faro ebbe vita lunga, ma travagliata,<br />
tormentato dai terremoti crollò definitivamente<br />
nel 1302.<br />
Con l’impero romano nascono le prime torri in<br />
pietra, con un fuoco acceso sulla sommità,<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
39
eguagliare una simile costruzione.<br />
I malpensanti sostengono che forse l’ordine<br />
era stato dato per non pagare la parcella !!<br />
Tuttavia il nome del suo costruttore rimane un<br />
mistero, c’è chi dice che fu Francesco da Gundria,<br />
altri fanno il nome di Gio Maria Olgiati.<br />
Chissà quale dei due fece il famoso volo<br />
dall’alto del faro?<br />
É facile raccontare la storia della Lanterna<br />
perché le sue “avventure” sono state registrate<br />
dalle varie Autorità Marittime che si sono<br />
succedute nei secoli: i “Consoli del Mare”, i<br />
“Salvatori del Porto”, i “Padri del Comune e<br />
Salvatori del Porto” ed i “Conservatori del<br />
Mare”.<br />
Bisogna però arrivare al 1500 perché la<br />
Lanterna raggiunga la sua forma definitiva,<br />
e questo avvenne in seguito a tragici avvenimenti.<br />
Sembra che<br />
la storia di questo<br />
faro sia legata<br />
indissolubilmente a<br />
fatti di guerra, a<br />
cospirazioni e lotte<br />
intestine.<br />
Il 26 Agosto<br />
1502 Luigi XII, Re<br />
di Francia, arrivò a<br />
Genova, chiamato<br />
dalle famiglie patrizie<br />
genovesi.<br />
All’inizio fu accolto<br />
con grandi festeggiamenti,<br />
ma in<br />
seguito il popolo si<br />
ribellò e Luigi XII,<br />
che da ospite era<br />
diventato occupante,<br />
fece costruire ai piedi della torre il forte<br />
“Briglia”, così chiamato perché l’onere e la<br />
fatica della costruzione toccò tutto ai Genovesi<br />
e furono proprio questi, capitanati da<br />
Andrea Doria, che, per liberare la città dai<br />
francesi, la assalirono dal mare nel 1512 e<br />
con una cannonata tranciarono a metà la<br />
torre, che rimase monca per trent’anni,<br />
lasciando Genova priva del suo faro. Su questo<br />
troncone nel 1543 fu edificato il nuovo<br />
faro, come lo conosciamo oggi, su commissione<br />
del Doge Andrea Centurione e finanziato<br />
dal Banco di San Giorgio. Furono impiegati<br />
molti materiali, come riportato dagli storici:<br />
120.000 mattoni, 2.600 palmi di pietra lavorata<br />
a scalpello, 160 metri quadrati di pietre<br />
provenienti dalla cava di Carignano. Comunque<br />
in questa fase la primitiva merlatura ghi-<br />
40<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
bellina venne sostituita con un muro in pietra<br />
ed all’interno è stata costruita una scala in pietra<br />
per sostituire quelle precedenti in legno<br />
che potevano essere rimosse in caso di attacco<br />
alla torre. Una lapide, ancora visibile<br />
all’interno del faro, celebra l’avvenuta costruzione<br />
del Faro di Genova.<br />
Dunque, nel 1543 la Lanterna ha finalmente<br />
raggiunto la sua forma definitiva e sulla sua<br />
sommità viene posta una nuova cupola che<br />
subirà diverse modifiche e riparazioni nel<br />
corso dei secoli successivi anche per i danni<br />
subiti a seguito di eventi bellici. Un portolano<br />
manoscritto del XVI secolo riporta: “a miglia<br />
14 da Peggi (Pegli, pochi Km a ponente di<br />
Genova), città con buonissimo porto e alla<br />
parte di ponente, vi è una lanterna altissima e<br />
dà segni alli vascelli che vengono a piè di<br />
detta lanterna”.<br />
A quell’epoca la luce della Lanterna<br />
si poteva già vedere da molto<br />
lontano, anche se non si trova specificata<br />
la portata, perché la sua<br />
nuova cupola era stata ricoperta<br />
con cristalli nuovi particolarmente<br />
lavorati e curati da maestri vetrai<br />
liguri, provenienti da Altare o da<br />
Masone e alla fine non mancarono<br />
anche i vetrai veneziani, chiamati<br />
per migliorare ancora la luminosità<br />
della Lanterna. I custodi del<br />
faro, chiamati “turrexani della<br />
torre”, dovevano porre una cura<br />
particolare nella manutenzione e<br />
nella pulizia di questi cristalli e per<br />
compiere bene il loro lavoro ricevevano<br />
bacinelle, spugne di mare<br />
e panni di cotone; tutto dipendeva<br />
da questo perché la luce potesse diffondersi il<br />
più lontano possibile. Inoltre i guardiani, per<br />
poter eseguire meglio i loro compiti, avevano<br />
l’obbligo di vivere all’interno della struttura<br />
con le loro famiglie.<br />
Tra il 1711 ed il 1791 vi furono altri interventi<br />
sulla torre: vi furono posti tiranti e chiavarde<br />
per irrobustire la costruzione, visibili<br />
ancora oggi all’interno, e furono consolidate<br />
le fondamenta.<br />
Agli inizi del 1800 un ingegnere francese,<br />
Augustin Fresnel (1788-1827) aveva messo a<br />
punto un’ottica rivoluzionaria destinata ai fari<br />
che stavano prendendo campo perché considerati<br />
di grande ausilio alla navigazione a<br />
vela. Si trattava di speciali lenti diottriche<br />
assemblate in modo da far convergere la luce<br />
in un punto al centro e fare uscire i raggi lumi-<br />
ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006
Nella pagina accanto: Angelo De Caro,<br />
guardiano della Lanterna.<br />
In alto: il faro di Alessandria in un’incisione<br />
francesce del 1567 e il faro di Le Cordouan.<br />
Nell’ultima pagina: la chiesa di San Lorenzo e<br />
la Lanterna dall’atlante Pizigano del 1373.<br />
che si espandono non solo nel Mediteranno,<br />
ma dovunque arrivasse la conquista Romana.<br />
A La Coruña, in Spagna, si trova un faro le<br />
cui fondamenta risalgono al II° secolo d.C.,<br />
all’epoca dell’imperatore Traiano, Alla caduta<br />
dell’impero seguono i secoli bui del<br />
Medioevo, anche molte luci sul mare si spengono,<br />
e in quel periodo, soprattutto nel Nord<br />
Europa, sono i campanili dei monasteri a svolgere<br />
questa funzione.<br />
Lungo le coste di un’ Italia, divisa tra comuni<br />
e signorie, con le quattro grandi Repubbliche<br />
Marinare, sorge ancora qualche<br />
torre, soprattutto vicino ai porti dove si svolgono<br />
i commerci, torri che nei secoli subiranno<br />
sostanziali modifiche. L’epoca del<br />
Rinascimento e del Barocco vede sorgere<br />
grandi fari monumentali, veri e propri<br />
castelli in mezzo al mare, come quello di Le<br />
Cordouan,all’estuario della Gironda, in<br />
Francia, opera dell’architetto Louis de Foix<br />
, iniziato nel 1584 e terminato nel 1611, e<br />
quello di Eddystone, in Inghilterra, costruito<br />
su uno scoglio all’ingresso del Canale della<br />
Manica nel 1696, distrutto nel 1703 e ricostruito<br />
più volte.<br />
Fari bellissimi, ma poco adatti a svolgere il<br />
compito per cui erano stati costruiti. Solo a<br />
partire dalla fine del 1700 e nel 1800 i fari<br />
raggiungono la connotazione da noi oggi<br />
conosciuta. Anche la storia dell’illuminazione<br />
dei fari è lunga e travagliata, i combustibili<br />
cambiano nei secoli, dalle fascine di<br />
legna, al carbone, alle candele di spermaceti,<br />
quella materia grassa che si trova<br />
all’interno del cranio dei capodogli e che<br />
hanno la particolarità di non fare fumo,<br />
all’olio di balena e di oliva, a seconda<br />
delle latitudini, per poi, arrivare, dalla metà<br />
del 1800, ai derivati dal petrolio ed infine<br />
all’elettricità.<br />
Molti sono stati i sistemi usati per ampliare la<br />
luce e renderla sempre più visibile, mentre<br />
lungo le coste si accendevano le luci delle<br />
città, molti i nomi di scienziati che hanno<br />
messo a punto lanterne sempre più sofisticate,<br />
ma è stato Augustine Fresnel (1788-1827)<br />
con l’invenzione della sua lente rivoluzionaria,<br />
quella che porta il suo nome e ancora<br />
oggi viene usata in tutti i fari del mondo, a<br />
portare la luce dei fari ad una portata fino ad<br />
allora inimmaginabile.<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
41
nosi parallelamente all’asse, aumentando così il<br />
loro potenziale e spingendoli lontano moltiplicati<br />
ed ingranditi.<br />
Queste lenti di Fresnel furono installate nel<br />
1841 nel faro di Genova, che allora funzionava<br />
ancora con olio d’oliva, insieme ad un’ottica<br />
rotante sospesa in un bagno di mercurio, che funzionava<br />
con un congegno ad orologeria che doveva<br />
essere caricato a mano ogni 5 ore, cambiandone<br />
definitivamente la fisionomia e aumentandone<br />
la portata a 15 miglia. Più tardi, nel 1881, la Lanterna<br />
rischiò di essere declassata perché era stato<br />
deciso di costruire un nuovo faro sul promontorio<br />
di Portofino, ma, superato questo pericolo, fu invece<br />
deciso di potenziarla,<br />
e nel 1898 l’olio d’oliva<br />
fu sostituito dal gas di<br />
acetilene che, a sua<br />
volta, fu ancora sostituito<br />
nel 1904 da petrolio<br />
pressurizzato, e nel<br />
1936 la Lanterna venne<br />
finalmente elettrificata.<br />
Negli anni successivi<br />
nella cupola avvennero<br />
altri cambiamenti dovuti<br />
all’avanzare della tecnologia:<br />
l’antico impianto<br />
di rotazione ad orologeria<br />
fu sostituito con<br />
un impianto di rotazione<br />
elettrico e il vecchio<br />
apparato rotante a<br />
bagno di mercurio fu<br />
sostituito con uno nuovo<br />
montato su cuscinetti a<br />
sfere e vi fu inoltre installato un faro elettrico indipendente<br />
di riserva.<br />
La sua storia non finisce qui, la maestosa signora<br />
da sette secoli domina il porto e la città dall’alto<br />
dei suoi 77 metri (117 sul livello del mare), a<br />
Lat. 44° 22’ 15” Nord - Long. 8° 54’ 20” Est, ma<br />
la sua base non si bagna più nel mare, come nei<br />
tempo antichi. Ormai da tempo il porto è stato<br />
ampliato, nuovi moli sono stati costruiti ed un<br />
moderno aeroporto le fa da sfondo, ma lei è sempre<br />
lì, come una gran dama altera e immutabile, e<br />
ogni notte lancia sul mare il suo fascio luminoso<br />
che può essere visto a 26 miglia di distanza. La<br />
sua caratteristica luminosa: luce 0,25 eclisse 4,75<br />
luce 0,25 eclisse 14,75 = 20s di periodo. Oggi è<br />
anche radiofaro circolare di atterraggio per la<br />
radionavigazione Se qualcuno vuole avventurarsi<br />
a salire i suoi 365 gradini si trova davanti una<br />
vista mozzafiato a 360° su Genova, sulla Riviera<br />
e sui monti che circondano la città.<br />
42<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
C’è chi dice che oggi i fari non sono più necessari<br />
perché le navi moderne sono dotate di mezzi<br />
e tecnologie di ausilio alla navigazione che rendono<br />
superato qualsiasi tipo di segnalazione a vista,<br />
ma è bello pensare che anche i marinai di oggi,<br />
rientrando nel porto di Genova, sulle più moderne<br />
e sofisticate navi da crociera vedendo brillare in<br />
lontananza la luce della Lanterna sentano di tornare<br />
a casa, come accadeva ai loro antenati.<br />
Oggi il faro è curato da Angelo De Caro, da<br />
anni suo custode ed amico. Come gli antichi “turrexani”<br />
Angelo sale ogni giorno fino alla cupola<br />
usando un piccolo montacarichi che vi è stato<br />
installato diversi anni fa e si prende cura delle<br />
lenti di Fresnel, tenendole<br />
lucide e brillanti, così<br />
come della lampadina<br />
da 1000 Watt. Angelo<br />
De Caro è rimasto solo<br />
sulla Lanterna, ormai<br />
completamente automatizzata,<br />
ed suo compito<br />
principale è solo controllare<br />
che tutto funzioni<br />
a dovere, ma Angelo<br />
è anche un personaggio.<br />
La Lanterna è molto<br />
conosciuta, sia per la<br />
sua forma piuttosto insolita,<br />
sia perché è il simbolo<br />
della città di Genova,<br />
e Angelo riceve<br />
spesso richieste di informazioni<br />
sulla “sua” Lanterna,<br />
informazioni che<br />
lui fornisce di buon grado raccontando di come<br />
si senta tutt’uno con lei, di come ne sia geloso ed<br />
orgoglioso. Angelo de Caro ha circa 50 anni e<br />
fa il farista da più di 20, ha girato tutta l’Italia,<br />
ha anche salvato la vita a dei naufraghi quando<br />
si trovava al faro di Capo Rossello in Sicilia, e<br />
questa sua vita di romitaggio la si sente tutta nel<br />
suo parlare, lento, cadenzato che ricorda il rotare<br />
della lanterna.<br />
Angelo si definisce un romantico eremita e<br />
dice che anche in un faro grande si sente la solitudine,<br />
che se uno strano non è, strano diventa,<br />
un po’ orso anche, ma Angelo De Caro è un<br />
uomo grande, questo lo ha reso lo stare tutto il<br />
giorno a contatto con la grande, antica signora,<br />
il vivere in simbiosi con lei, il prendersi cura della<br />
sua bellezza, fare in modo che la sua luce brilli<br />
il più lontano possibile perché chi la vede lampeggiare<br />
durante la notte possa dire: “Guarda,<br />
la Lanterna!!!”.<br />
ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006
Il mare ha bisogno dell’attenzione di tutti.<br />
Non pescate specie protette e non consumatele.<br />
Quello che rende unico il nostro mare è la diversità delle specie che lo abitano. La pesca<br />
e il consumo indiscriminato delle specie protette come i datteri di mare, o come i bianchetti<br />
e i ricci di mare nei periodi non permessi, impoverisce e danneggia l'habitat marino.
CRONACHE<br />
DI<br />
MARE<br />
Sabato 23 settembre tutto il personale dell’Ufficio<br />
Circondariale marittimo di Ischia<br />
era pronto a ricevere il Ministro dei Trasporti,<br />
prof. Alessandro Bianchi, che<br />
accompagnato dal Contrammiraglio (Cp)<br />
Pierluigi Cacioppo, sarebbe giunto in serata nel<br />
porto di Forio per presenziare ad uno dei tanti<br />
eventi culturali promossi sull’isola verde nel periodo<br />
estivo. La macchina organizzativa era già in<br />
moto da alcuni giorni ed i contatti tra Roma,<br />
Napoli ed Ischia lasciavano ritenere che tutto si<br />
sarebbe svolto secondo il programma da tempo<br />
definito. Ma da qualche parte era scritto che quel<br />
sabato sarebbe passato agli onori della cronaca<br />
nazionale per altri eventi. Infatti, intorno alle<br />
16.00 perveniva alla Sala operativa del Circomare<br />
la segnalazione del titolare dell’Ufficio Locale<br />
Marittimo di Casamicciola Terme, 1° M.llo Luogotenente<br />
Np Claudio Vuoso, che aveva da poco<br />
raccolto le preoccupazioni dei genitori di tre<br />
ragazzi Casamicciolesi, poco più che ventenni,<br />
dei quali non si riusciva più ad avere notizie. L’ultimo<br />
contatto con i ragazzi risaliva alle ore 13.30<br />
quando questi, approfittando del telefono cellulare<br />
di uno dei tre, avevano fatto sapere di trovarsi ad<br />
44<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
DI GIUSEPPE GIOVETTI<br />
alcune miglia da Punta Imperatore e che avrebbero<br />
ritardato il loro rientro a casa, programmato<br />
per le ore 14.00, poiché la battuta di pesca stava<br />
finalmente dando i primi frutti. Da allora nessun<br />
altro contatto.<br />
Le poche notizie recuperate erano vaghe:<br />
Mirko, Alessandro e Salvatore, questi i nomi dei<br />
tre ragazzi dispersi, avevano da poco acquistato<br />
in società un piccolo natante di circa sei metri, di<br />
colore bianco e con una striscia rossa, una prora<br />
parzialmente cabinata ed un motore fuoribordo di<br />
40 cv, e quel giorno si erano dati appuntamento<br />
in porto alle prime luci dell’alba per una nuova<br />
battuta di pesca. Invero, senza rendersene conto,<br />
presi dall’adrenalina della pesca, i tre sventurati si<br />
ritrovano improvvisamente soli, avvolti nella<br />
foschia che aveva caratterizzato tutta la mattinata<br />
proprio quel tratto di mare; si sforzano di scorgere<br />
un punto della costa che gli indicasse la rotta<br />
per il rientro, ma tutto è invano: ormai avevano<br />
perso il senso dell’orientamento, provano a navigare<br />
con la rotta che, secondo loro, li avrebbe<br />
ricondotti verso l’isola d’Ischia, ma dopo poco,<br />
non vedendo terra, desistono, anche per non sprecare<br />
inutilmente le ultime scorte di carburante, e<br />
ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006
decidono di attendere un miglioramento delle condizioni<br />
di visibilità. Ad un certo punto, i dispersi,<br />
scorgendo all’orizzonte la sagoma di una grossa<br />
nave, decidono di dirigersi verso di essa non riuscendoci.<br />
Provano anche a sparare un razzo<br />
rosso che però non viene visto dalla nave, probabilmente<br />
sempre a causa della ridotta visibilità.<br />
Intanto, mentre il personale del Locamare si<br />
preoccupava di acquisire quante più informazioni<br />
possibili dai genitori e dai primi amici accorsi<br />
in porto, il Capo del Circondario marittimo di<br />
Ischia, Tenente di Vascello (CP) Giuseppe Giovetti,<br />
disponeva immediatamente l’uscita della dipendente<br />
motovedetta SAR CP 807 indicando quale<br />
primo punto di ricerca proprio l’ultima zona<br />
segnalata dai ragazzi, tra l’altro abitualmente frequentata<br />
da molti pescatori sportivi locali.<br />
Il tempo trascorso dall’ultimo contatto con i<br />
ragazzi diventava minuto dopo minuto sempre<br />
più preoccupante ma le buone condizioni meteomarine<br />
in zona e l’ormai diradata foschia portavano<br />
tutti a sperare che la faccenda si sarebbe risolta<br />
di lì a poco come una delle tante emergenze<br />
estive scattate a causa di genitori troppo ansiosi e<br />
di ragazzi poco attenti ad avvertire i propri cari di<br />
improvvisi cambi di programma. Comunque, le<br />
ricerche proseguivano senza sosta e l’estensione<br />
dell’area di ricerca aveva ormai reso inevitabile il<br />
passaggio del coordinamento delle operazioni<br />
SAR al IV Centro secondario di soccorso marittimo<br />
(M.R.S.C.) di Napoli: la locale Centrale operativa<br />
era diventata il cuore pulsante di una imponente<br />
operazione di ricerca che vedeva coinvolte buona<br />
parte delle unità navali del Golfo di Napoli e di<br />
Gaeta (M/V CP 807, M/V CP 857, M/V CP 280,<br />
M/V CP 267, M/V CP 890, M/V CP 550, M/V<br />
CP 522, M/V CP 513) nonché diversi mezzi aerei<br />
(un elicottero del Nucleo Aereo dei Vigili del<br />
Fuoco di Pontecagnano (SA), un elicottero della<br />
<strong>Guardia</strong> di Finanza di Napoli ed un aeromobile<br />
della <strong>Guardia</strong> <strong>Costiera</strong> di stanza a Catania) che<br />
stavano setacciando da ore tutto lo specchio<br />
acqueo compreso tra Ischia e Ventotene. Con rapidità<br />
ed efficienza si susseguivano le situazioni<br />
operative di ricerca: analizzando venti e correnti<br />
presenti in zona, venivano progressivamente stabilite<br />
le aree di ricerca da battere e gli schemi di<br />
ricerca da eseguire. Sul canale 16 veniva periodicamente<br />
lanciato il testo del messaggio PAN<br />
PAN che invitava chiunque in zona a fornire eventuali<br />
indicazioni sul natante e i tre ragazzi dispersi.<br />
In serata il coordinamento delle ricerche veniva<br />
assunto personalmente dal Direttore marittimo,<br />
Contrammiraglio Cacioppo, il quale, arrivato nel<br />
tardo pomeriggio nel porto di Forio a bordo della<br />
Nella pagina accanto: lo sbarco dei naufraghi nel porto<br />
di Casamicciola Terme. In basso: la motovedetta CP 280<br />
protagonista del salvataggio e il momento del commiato<br />
dei naufraghi con il personale della <strong>Guardia</strong> <strong>Costiera</strong><br />
M/V CP 280, percependo<br />
fin da subito la<br />
delicatezza della<br />
situazione che si stava<br />
configurando, si era<br />
congedato dal Ministro<br />
Bianchi, al quale<br />
aveva debitamente<br />
rappresentato l’emergenza<br />
in corso. Contemporaneamente<br />
disponeva l’impiego<br />
operativo anche della<br />
M/V CP 280 e rientrava<br />
a Napoli con il<br />
primo mezzo pubblico<br />
in partenza da Ischia.<br />
La notizia del naufragio,<br />
intanto, si era diffusa<br />
su tutta l’isola ed<br />
il numero di parenti,<br />
amici e curiosi che si<br />
stava radunando sia ad Ischia che, soprattutto, a<br />
Casamicciola davanti ai rispettivi Uffici aumentava<br />
rapidamente. Anche gli organi di stampa nazionali<br />
e l’emittente televisiva locale avevano concentrato<br />
le loro attenzioni sulle vicende in corso, chiedendo<br />
continui aggiornamenti e dettagli delle operazioni<br />
di ricerca. L’attesa interminabile della piazza,<br />
l’ansia dei familiari e le mille allusioni legate<br />
alla vita privata dei tre ragazzi erano diventati un<br />
ulteriore aspetto da gestire a livello locale per evitare<br />
che la delicata situazione venutasi a creare divenisse<br />
insostenibile. In una simile circostanza è stato<br />
necessario da parte di ciascuno far ricorso a tutte le<br />
proprie capacità comunicative e persuasive, cercando<br />
di infondere quella fiducia nei confronti dell’organiz-<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
45
46<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
In alto: i parenti in attesa davanti<br />
alla Delegazione di spiaggia di<br />
Casamicciola Terme e il 1° Mar.<br />
NP Antonio Visone.<br />
zazione e negli uomini<br />
della <strong>Guardia</strong> <strong>Costiera</strong><br />
che si stavano prodigando<br />
da ore senza<br />
alcun risparmio di<br />
energie nelle ricerche e<br />
che, con l’aiuto della<br />
buona sorte, prima o<br />
poi avrebbero riportato<br />
i tre ragazzi sani e<br />
salvi a casa. Del resto<br />
proprio Ischia, in un<br />
passato ancora troppo<br />
recente, aveva vissuto<br />
sulla propria pelle<br />
un altro dramma che<br />
aveva scosso la comunità<br />
isolana, ed in quei<br />
momenti il pensiero di molti andava anche ai tre<br />
pescatori del M/P Padre Pio che nel giugno del 2005<br />
erano scomparsi nelle acque antistanti il porto di<br />
Casamicciola. Intanto le operazioni di ricerca continuavano<br />
strenuamente e senza sosta anche<br />
durante la notte con l’impiego di tutti i mezzi navali<br />
disponibili secondo schemi di ricerca a percorsi<br />
paralleli che comprendevano la copertura di tutto<br />
il tratto di mare compreso tra le isole di Ischia e<br />
Ventotene verso sud-ovest.<br />
Anche tra la popolazione civile il forte spirito<br />
di solidarietà spingeva alcuni esperti diportisti a<br />
chiedere al Capo del Circondario Marittimo di<br />
Ischia di poter concorrere alle operazioni di<br />
ricerca. Questi, comprendendo lo stato d’animo<br />
dei volontari ed anche al fine di non lasciare<br />
nulla di intentato, ipotizzando un eventuale ricovero<br />
dei naufraghi in una delle tante baie dell’isola<br />
difficilmente raggiungibili via terra e non<br />
servite da copertura telefonica, disponeva<br />
che si dividessero in due gruppi con a<br />
bordo di ciascuno un militare dell’Autorità<br />
Marittima ed effettuassero con rotte opposte<br />
il periplo dell’isola. Anche tale tentativo<br />
risultava tuttavia vano. Il porto di Ischia<br />
nel frattempo era divenuto un via vai di<br />
motovedette che scalavano a turno il predetto<br />
approdo, sia per fare rifornimento di<br />
carburante sia per trovare qualche attimo<br />
di respiro dopo ore ed ore di ricerche in<br />
mare che con il passare del tempo si era<br />
andato progressivamente ingrossando.<br />
Con le prime luci dell’alba anche i velivoli<br />
riprendevano le operazioni setacciando<br />
ripetutamente le zone di mare assegnate.<br />
I familiari dei tre ragazzi, ormai da oltre<br />
venti ore in trepidante attesa di una notizia<br />
che non arrivava mai, erano consapevoli<br />
della imponente macchina dei soccorsi che<br />
dal primo istante della vicenda stava cercando di<br />
riportare a casa il natante disperso ed il suo equipaggio<br />
ed, in fondo, in tutti c’era la certezza che<br />
prima o poi ciò sarebbe avvenuto. Alle ore 09:55<br />
la M/V CP 280, al Comando del 1° M.llo Antonio<br />
Visone, nocchiere tanto abile nell’analizzare le<br />
correnti in zona quanto audace da condurre la<br />
propria unità aldilà degli schemi assegnati, là<br />
dove il proprio istinto di “vecchio” lupo di mare lo<br />
aveva spinto con una felice intuizione, intercettava<br />
il natante disperso a circa 20 miglia a Sud dell’isola<br />
di Ventotene (punto di coordinate 40° 27,42’<br />
Lat. Nord - 013° 25,34’ Long. Est).<br />
“Li abbiamo trovati, sono salvi!” Queste le poche<br />
parole emozionate diramate dall’equipaggio<br />
della M/V CP 280 via VHF. In pochi minuti la<br />
notizia faceva il giro del Golfo ed ovviamente<br />
giungeva alle famiglie dei tre ragazzi che gonfi<br />
di commozione e di gratitudine si stringevano<br />
agli amici ed agli uomini della <strong>Guardia</strong> <strong>Costiera</strong><br />
che con loro avevano vissuto un incubo che sembrava<br />
non finire mai.<br />
Intanto dalla M/V CP 280 i ragazzi venivano<br />
descritti in buone condizioni e si annunciava di li<br />
a poco l’arrivo nel porto di Casamicciola Terme.<br />
Nell’abbraccio caloroso di una coinvolta e stremata<br />
folla in porto si sintetizza il felice epilogo di<br />
una indimenticabile disavventura da naufraghi<br />
per una notte vissuta anche con un pizzico di<br />
incoscienza da tre giovani appassionati pescatori<br />
sportivi. Nelle poche parole di commozione di<br />
un padre diramate dagli Organi di informazione<br />
a mezzo stampa e televisione locale il sentito ringraziamento<br />
per il brillante operato degli uomini<br />
della <strong>Guardia</strong> <strong>Costiera</strong> tanto sotto il profilo professionale<br />
quanto sotto l’aspetto umano.<br />
ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006
e<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
DI COSIMO NICASTRO<br />
1° concorso artistico di arte figurativa<br />
per le scuole elementari e medie italiane<br />
organizzato dalla <strong>Guardia</strong> costiera<br />
47
Far sentire alla gente che le “istituzioni”<br />
sono loro vicine è da sempre uno dei principali<br />
obiettivi perseguiti dalla Pubblica<br />
Amministrazione. Diverse le strade percorse<br />
in questa ottica attraverso mirate<br />
campagne di comunicazione, utilizzo di strumenti<br />
informatici, quali ad esempio i siti internet,<br />
per informare o fornire nuovi servizi ai cittadini,<br />
ricorso a concetti quali “customer satisfaction”,<br />
importati dalla imprenditorialità privata, per<br />
conoscere le opinioni dei destinatari finali dei<br />
servizi forniti dalle amministrazioni. In questa<br />
direzione la <strong>Guardia</strong> costiera, traendo spunto<br />
da iniziative di carattere locale che hanno avuto<br />
un grande riscontro di interesse e coinvolgimento,<br />
ha organizzato il primo concorso nazionale<br />
di arte figurativa rivolto agli alunni delle scuole<br />
elementari e medie italiane. Tema del concorso<br />
“La <strong>Guardia</strong> costiera e il mare”. La capillarità<br />
della presenza sul territorio degli Uffici Marittimi<br />
si prestava efficacemente ad un grande coinvolgimento,<br />
in termini numerici, dei potenziali alunni<br />
concorrenti. Diversi erano gli obiettivi che si<br />
volevano raggiungere: capire, innanzitutto, la<br />
percezione che i più giovani hanno nei confronti<br />
della <strong>Guardia</strong> costiera; avvicinare gli uomini e<br />
le donne del Corpo al mondo della scuola per<br />
far sentire le istituzioni meno lontane; ma,<br />
soprattutto, sensibilizzare i più giovani sui compiti<br />
svolti dalla <strong>Guardia</strong> costiera, contribuendo<br />
ad accrescere il loro senso civico del rispetto e<br />
dell’amore del mare e nello stesso tempo, avvicinarli<br />
ai principi basilari della cultura nautica. L’idea<br />
era quella di un concorso atipico, il meno<br />
“asettico” possibile, che prevedesse una coinvolgente<br />
interazione possibile tra gli uomini e<br />
donne della <strong>Guardia</strong> costiera e gli alunni attra-<br />
48<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
verso incontri sia presso gli istituti scolastici<br />
che, direttamente, presso le sedi operative<br />
delle Capitanerie. Da un punto di vista tecnico,<br />
unico requisito richiesto era la realizzazione<br />
di un disegno su carta, con l’utilizzo<br />
di qualunque tecnica grafica. Le opere<br />
sarebbero state successivamente valutate da<br />
commissioni regionali, presso le sedi delle<br />
Direzioni marittime, e da una commissione<br />
centrale, presso il Comando generale delle<br />
Capitanerie di porto per selezionarne le più<br />
rappresentative e realizzare, così, il calen-<br />
dario del Corpo per l’anno duemilasette. Il 9<br />
febbraio 2006 veniva avviata questa prima ed<br />
importante esperienza a livello nazionale. L’ iniziale,<br />
contenuto, scetticismo per un progetto di<br />
tale portata e per l’interesse che avrebbe potuto<br />
riscuotere, svaniva man mano che passava il<br />
ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006
tempo e si raccoglieva dalle varie sedi periferiche<br />
il grande ritorno di entusiasmo da parte<br />
degli alunni coinvolti nel progetto. Al termine<br />
della prima fase del concorso, fissata nel trenta<br />
aprile, si registrava un inaspettato, in termini<br />
numerici, successo. Diverse migliaia i disegni<br />
realizzati sul tema, numerose le richieste di<br />
approfondimenti sulle attività svolte dalla <strong>Guardia</strong><br />
costiera, quali la tutela ambientale dell’ecosistema<br />
marino, la salvaguardia della vita<br />
umana in mare, la vigilanza sulla filiera della<br />
pesca. Numerosi gli alunni premiati a livello regionale<br />
con eventi ben organizzati che hanno con-<br />
sentito ai più giovani di trascorrere una giornata<br />
presso le sale operative e a bordo dei<br />
mezzi navali della <strong>Guardia</strong> costiera. Tra i<br />
tanti elaborati, gia selezionati a livello<br />
regionale, successivamente ne sono stati<br />
individuati quindici da una apposita commissione<br />
insediata presso il Comando generale<br />
del Corpo delle Capitanerie di porto,<br />
presieduta dal Comandante Generale Amm.<br />
Isp. Capo Luciano Dassatti, con la partecipazione<br />
dell ‘Amm. Isp. Giuseppe Romanò,<br />
noto pittore. Molteplici gli aspetti presi in<br />
considerazione per la necessaria selezione<br />
finale, quali il rapporto tra elaborato grafico<br />
ed età, la vivacità espressa nella scelta<br />
dei colori e della tecnica grafica, la dinamicità,<br />
il movimento e la sensibilità manifestati<br />
nel raffigurare i simboli e le caratteristiche<br />
distintive della <strong>Guardia</strong> costiera, l’originalità del<br />
messaggio che l’autore ha inteso trasmettere. Ma<br />
visto che la selezione è stata dettata dalla sola<br />
necessità di individuare quindici elaborati per la<br />
realizzazione del calendario del Corpo, si è pensato<br />
che anche gli alunni non risultati vincitori fos-<br />
sero meritevoli di riconoscimento e così, in tale<br />
prospettiva, saranno promossi ed organizzati<br />
presso le sedi periferiche della <strong>Guardia</strong> costiera<br />
mostre ed esposizioni delle tante opere realizzate<br />
dai giovani artisti. Per tutti appuntamento alla presentazione<br />
ufficiale del calendario 2007 realizzato<br />
grazie alla passione di migliaia di giovani “artisti”<br />
entusiasti, ci auguriamo, con una accresciuta<br />
cultura marinaresca e, sicuramente, maggiormente<br />
sensibili verso la tutela del nostro mare e delle<br />
nostre coste, patrimonio naturale, unico per la sua<br />
bellezza e per l’importanza nella sviluppo economico<br />
del nostro paese. A loro un arrivederci a<br />
Le immagini ritraggono alcune delle<br />
opere, tutte belle, tutte significative, tutte<br />
espressione di attenzione e di amore per il<br />
mare, realizzate dalle migliaia di<br />
partecipanti al concorso.<br />
I 14 “quadri” inseriti nel calendario 2007<br />
di <strong>Guardia</strong> <strong>Costiera</strong> rappresentano, senza<br />
alcuna graduatoria, vari temi che i giovani<br />
e bravi autori hanno inteso sviluppare.<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
49
50<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
DI CINZIA GEROMINO<br />
Anche il cinema finisce nella rete<br />
La pirateria è un problema molto discusso e, a<br />
parere di molti, quasi impossibile da gestire e<br />
risolvere. In particolare quella rivolta alle<br />
opere d’ingegno fruibili attraverso internet:<br />
musica e cinema. Ogni giorno vengono scaricati<br />
dal web dai 400.000 ai 600.000 film e sembra<br />
questo un fenomeno in continua crescita. L’unica<br />
regola condivisa nell’etere sarebbe, dunque, quella<br />
dell’anarchia più totale, atteggiamento questo che,<br />
ogni anno provoca ingenti danni, economici e d’immagine,<br />
alle aziende che di questi prodotti hanno<br />
fatto il loro business. Il download abusivo e illegale è,<br />
in generale, una caratteristica prettamente giovanile,<br />
dovuta in particolare ai costi troppo elevati della musica<br />
e del cinema, ma anche alla praticità e immediatezza<br />
con cui tali prodotti vengono reperiti direttamente<br />
nella rete. Di fatto, scaricare un film, una canzone<br />
o un file multimediale in generale, è veramente un’impresa<br />
semplice: è sufficiente un computer, una connessione<br />
internet, meglio se Adsl, e un programma di<br />
condivisione di file. Con una semplice ricerca e un<br />
clic, il gioco è fatto.<br />
Il pensiero comune del dowloader è: “Copiare file<br />
è semplice e ci sono buone possibilità di non essere<br />
presi. Se lo fanno tutti, perché io non dovrei?” Un<br />
programma di file sharing, per esempio, permette di<br />
scaricare i film che neanche hanno effettuato il tradizionale<br />
passaggio nelle sale cinematografiche. Le<br />
fonti dello sharing sono sempre le stesse e si basano<br />
su una semplice regola di condivisione, uno scambio<br />
di file online (IRC - Internet Relay Chat, FTP - File Transfer<br />
Protocol, Newsgroup), su siti Warez (termine utilizzato<br />
dai cracker per indicare le versioni “craccate”<br />
di software commerciali originali nei quali la protezione<br />
del copyright è stata violata), sull’utilizzo di<br />
programmi che si basano sulla tecnologia P2P (Peer<br />
to peer, letteralmente “da pari a pari”: una rete di<br />
ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006
computer o qualsiasi rete che non possiede client o<br />
server fissi, ma un numero di nodi equivalenti (peer)<br />
che svolgono la funzione sia di client sia di server<br />
verso altri nodi della rete.) come Gnutella, Gnutella<br />
2, FastTrack, eDonkey2000, Overnet, DirectConnect,<br />
MP2P..., ovvero reti pubbliche nate a seguito<br />
del successo di Napster, uno dei primi servizi di file<br />
sharing, creato da Shawn Fanning, che nel 2000<br />
ebbe un forte impatto su internet. Fermare il “mercato<br />
nero” della pirateria sembra allora un’impresa<br />
ardua, specialmente se non si arriva ad una collaborazione<br />
di massa. In Italia, per esempio, è stata<br />
votata nel 2004, non senza polemiche, la Legge<br />
128 (21 maggio 2004), chiamata Legge Urbani<br />
che, oltre al finanziamento per alcune attività cinematografiche<br />
e sportive, ha dichiarato “guerra” al<br />
settore del peer-to-peer su internet.<br />
La Legge introduce misure sanzionatorie che<br />
hanno lo scopo di tutelare i diritti d’autore, riguardando<br />
in particolare la cosiddetta pirateria web, lo<br />
scambio illegale via Internet di filmati cinematografici,<br />
audio e filmati musicali protetti da copyright.<br />
Nata per contrastare la diffusione telematica<br />
abusiva di materiale audiovisivo, nonché a sostegno<br />
delle attività cinematografiche e dello spettacolo,<br />
la Legge prevede il ricorso a sanzioni “penali”<br />
anche per chi fa un uso esclusivamente personale di<br />
file protetti:<br />
- chi scarica file protetti da diritto d’autore - il semplice<br />
downloader - è punito con una sanzione<br />
amministrativa pecuniaria di euro 154 e sanzioni<br />
accessorie della confisca del materiale e della pubblicazione<br />
del provvedimento su un giornale quotidiano<br />
a diffusione nazionale (art. 171-ter, comma<br />
2, lett. a-bis);<br />
- chi condivide, cioè chi è uploader, file protetti da<br />
diritto d’autore, anche senza fini di lucro, viene<br />
punito con la reclusione da uno a quattro anni e con<br />
la multa da cinque a quindici mila euro (art. 171ter,<br />
comma 2, lett. a-bis).<br />
Pertanto lo scambio di opere protette, come<br />
avviene tecnicamente nella maggior parte dei sistemi<br />
di file-sharing (eMule, eDonkey2000, mlDonkey,<br />
DC++, etc.), ricade nelle sanzioni penali, poiché i<br />
sistemi di file-sharing più diffusi utilizzano reti Peer<br />
to peer nelle quali ciascun utente è sia client (downloader,<br />
e quindi scarica) che server (uploader, e<br />
quindi condivide) - ossia i file scaricati sono automaticamente<br />
condivisi, anche durante la fase di<br />
scaricamento. C’è chi sostiene che si è passati dall’anarchia<br />
totale alla legge marziale, una vera e<br />
propria caccia alle streghe, criticando soprattutto la<br />
durezza di alcuni passaggi della Legge. Se il tentativo<br />
di combattere l’illegalità diffusa nel web appare<br />
come un’impresa ardua, visti anche e soprattutto i forti<br />
interessi economici che ruotano intorno alle violazioni<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
51
del copyright, un tentativo di<br />
arginare il problema, offrendo<br />
un servizio integrato e fortemente<br />
“brandizzato”, è di recente<br />
giunto dall’homo tecnologicus<br />
per eccellenza dl XXI secolo,<br />
Steve Jobs, il Patron della Apple.<br />
Nel mese di settembre, durante<br />
una delle famose convention<br />
di presentazione<br />
dei prodotti della Mela,<br />
veri e propri show, Jobs<br />
ha presentato il nuovo<br />
servizio del portale iTunes:<br />
la possibilità di scaricare<br />
“legalmente” non<br />
solo dischi ma anche<br />
film. Permettendo il<br />
donwload legale delle<br />
pellicole si apre, nel<br />
mondo dei media, una<br />
nuova era: quella della<br />
convergenza totale. Di<br />
fatto con Internet si può<br />
davvero fare tutto: ascoltare<br />
la musica, vedere la<br />
tv, guardare i film. Il<br />
costo? 12,99 dollari per<br />
le novità e 9,99 dollari<br />
per i film più vecchi.<br />
Sarà possibile riversare i<br />
film sul computer, su un<br />
iPod di ultima generazione<br />
munito di uno<br />
schermo, gustare la<br />
visione di un prodotto di<br />
qualità e, con l’utilizzo<br />
di appositi cavetti,<br />
anche sulla televisione.<br />
Le mosse di Jobs<br />
sono destinate a lasciare<br />
un segno molto<br />
profondo nel settore<br />
dell’entertainment e<br />
apre le porte ad una<br />
vera e propria “battaglia”<br />
tra le major cinematografiche<br />
di tutto il<br />
mondo. Il padrone<br />
della Mela ha, infatti,<br />
ben compreso che la<br />
sua iniziativa avrebbe<br />
avuto maggior successo<br />
se sostenuta da partner<br />
di valore come la<br />
Walt Disney.<br />
52<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
dal basso: copertina del film<br />
H2odio, primo film distribuito esclusivamente<br />
nelle edicole;<br />
copertina del film 2 Fast 2 furius;<br />
a fianco: poster del pluripremiato<br />
“Gladiatore” di Ridley Scott;<br />
uno dei più diffusi programmi P2P ,<br />
si tretta di “eMule”.<br />
Con la vendita della Pixar, la multimiliardaria<br />
pioniera nell’animazione<br />
più avanzata, alla Walt Disney,<br />
Steve Jobs si è assicurato un posto<br />
nel consiglio di amministrazione di<br />
quest’ultima e la possibilità di entrare<br />
a far parte del Gotha hollywoodiano:<br />
Pixar, Disney, Buena Vista, Miramax,<br />
Touchstone.<br />
Imponenti studios come Universal,<br />
Paramount, Columbia, 20th Century<br />
Fox, Mgm e altri avevano già da<br />
tempo preso in considerazione l’idea<br />
di vendere direttamente dal web i<br />
propri prodotti, impresa in parte scoraggiata<br />
dal fenomeno della pirateria<br />
e in parte dalla difficoltà di gestire<br />
gli equilibri, sempre piuttosto precari,<br />
tra produzione, distribuzione<br />
home video, vendita all’estero. Ma<br />
l’impresa di Jobs sembra aver stuzzicato<br />
la voglia di riposizionarsi nel<br />
mercato anche da parte di altre<br />
aziende. Ora scendono in campo<br />
anche i giganti dell’hi tech, tutti<br />
intenzionati a spodestare dal mercato<br />
Steve Jobs e i suoi prodotti. Il vice<br />
presidente del MSN marketing entertainment<br />
- Chris Stephenson - ha<br />
dichiarato ufficialmente che Microsoft<br />
sta lavorando su un player MP3<br />
molto sofisticato in grado di competere<br />
con l’iPod di Apple: si chiamerà<br />
Zune (hardware Toshiba e software<br />
Microsoft) e sarà associato ad un<br />
proprio sito, Zune Marketplace, l’anti<br />
iTunes. Da non sottovalutare, poi, il<br />
potenziamento degli altri apparecchi<br />
ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006
analoghi: Creative, Archos, Waitec e via dicendo.<br />
Dando per scontato che la trasmissione di file cinema<br />
è già una realtà, tutto si sposta, quindi, dal<br />
piano tecnico a quello giuridico-contrattuale, vale<br />
a dire come verrà regolato il Drm (Digital Richt<br />
Management).<br />
E in Italia? Nell’ambito della convergenza totale<br />
scendono in campo il portale Rosso Alice di Telecom<br />
che, oltre ai tradizionali contenuti on demand via<br />
Adsl (concerti, musica, sport), offre anche cinema:<br />
sono disponibili classici per cinefili (Shining, Matrix,<br />
L’Esorcista, Tutti gli uomini del Presidente...), ma<br />
anche film recenti (Harry Potter e il calice di fuoco e<br />
La sposa cadavere), servizio reso possibile da<br />
accordo chiuso recentemente con la Warner Bros.<br />
Sulle fibre ottiche viaggia anche l’offerta<br />
Fastweb, anch’essa sempre più proiettata verso il<br />
cinema, e le molte iniziative dei portali indipendenti<br />
come Kataweb che a giugno, in collaborazione<br />
con il gruppo L’Espresso-Repubblica, contemporaneamente<br />
alla vendita in edicola, ha dato ai propri<br />
utenti la possibilità di scaricare il film H2Odio di<br />
Alex Infascelli. Ora è in via di definizione una serie<br />
di accordi con alcune major per la distribuzione diretta<br />
di file multimediali: si comincerà con la musica.<br />
La rete, dunque, la nuova frontiera del mercato e<br />
consumo cinematografico? Pare proprio di si... almeno<br />
secondo gli “addetti ai lavori. Già in tempi non<br />
sospetti, il guru dei mass media, Derrick De Kerckhove,<br />
sociologo e futurologo, direttore dell’Istituto<br />
McLuhan dell’università di Toronto, studioso dei probabili<br />
sviluppi antropologici di Internet, anticipatore<br />
di un futuro prossimo che riunisca arte, ingegneria e<br />
comunicazione, aveva predetto che il cinema sarebbe<br />
arrivato nelle case col web. E in Italia lo stesso titolare<br />
di Cattleya, una delle maggiori case di produzione<br />
cinematografiche e televisive italiane, nonché Presidente<br />
dell’Unione Produttori, Riccardo Tozzi, sostie-<br />
ne “il cinema è il<br />
divertimento di<br />
massa dei nostri<br />
tempi e continuerà<br />
ad esserlo. Ma cambiano<br />
i mezzi di fruizione:<br />
ieri la sala,<br />
quando in Italia si<br />
staccavano 800<br />
milioni di biglietti<br />
l’anno quanti se ne<br />
contano oggi in tutta<br />
Europa, poi è diventata<br />
la televisione. Il<br />
futuro è il cinema in<br />
rete.<br />
In realtà i pareri<br />
sono tra gli esperti<br />
divergenti e si dividono fra ottimismo, preoccupazione<br />
e negatività. Richard Borg, direttore generale<br />
della Uip, la società che distribuisce in Italia i<br />
film della Paramount e Universal sostiene che “il<br />
cinema in rete è destinato a ridimensionare parzialmente<br />
la sala, ma soprattutto a rimpiazzare il<br />
mercato home video. Il download sostituirà l’acquisto<br />
e il noleggio di dvd, già fortemente in crisi,<br />
pay tv compresa”; meno pessimista il presidente di<br />
20th Century Fox Italia: “Non c’è motivo di spaventarsi<br />
perché nel cinema il deperimento dei ricavi<br />
di un settore è sempre stato compensato da altri<br />
mercati. Quanto alla sparizione di dvd e affini<br />
andrei cauto; come la televisione non ha cancellato<br />
la sala, così credo che continuerà ad esistere un<br />
mercato home - video, fatto di collezionisti che<br />
hanno piacere di possedere l’oggetto film, di consumatori<br />
abituati al videoregistratore, di cinefili<br />
che amano gli extra”.<br />
Il cinema in rete può essere un modo, infine, per<br />
contrastare la pirateria, soprattutto in rete. Ne è convinto<br />
il presidente dell’Anica, Paolo Ferrari: “Se i film<br />
saranno disponibili legalmente diminuirà la tentazione<br />
di scaricarli illegalmente. É fondamentale che i<br />
costi siano contenuti: con una campagna di informazione,<br />
si potranno convincere i consumatori che vale<br />
la pena di compiere un piccolo sforzo, avendo in<br />
cambio la certezza di un prodotto, oltre che legale,<br />
qualitativamente valido”. Infine, uno dei nodi cruciali<br />
del cinema in rete, sul quale è necessario riflettere, è<br />
quello della modalità nei tempi di consumo: il cinema<br />
in rete deve essere fruibile contemporaneamente alla<br />
sala? Il presidente 20th Century Italia, Alberto<br />
Pasquale, è convinto che separando temporalmente i<br />
consumi si avrebbe la possibilità di moltiplicare i mercati,<br />
aumentando i ricavi di ogni film. La rete dovrebbe,<br />
quindi, aspettare almeno nei confronti delle sale.<br />
Staremo a vedere.<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
53
Chi ha letto il “Codice da Vinci” non può<br />
non essere d’accordo: il finale del libro<br />
non è all’altezza dell’intreccio narrativo<br />
che, fin dalle prime pagine, cattura<br />
l’attenzione del lettore.<br />
Una sensazione di delusione si insinua, allo stesso<br />
modo, anche in coloro che affrontano la ben<br />
più impegnativa lettura di un altro codice, quello<br />
degli appalti.<br />
Anche in questo caso, infatti, chi - sicuramente<br />
per motivi d’ufficio, più che per passatempo o<br />
54<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
DI ROBERTO CIANCHINI<br />
intimo gaudio - si avventura tra le disposizioni<br />
del predetto codice, viene spiazzato dal finale.<br />
La disciplina particolarmente complessa del regime<br />
transitorio e dell’entrata in vigore, difatti,<br />
mette a disagio anche il lettore più attento, assalito<br />
dal sospetto che, nonostante abbia evidenziato<br />
con colori diversi tutti i passaggi chiave,<br />
dovrà comunque procedere a parecchie, ulteriori<br />
ed approfondite letture del testo normativo,<br />
prima di muoversi speditamente nel mix di vecchie<br />
e nuove procedure.<br />
ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006
Qui di seguito si propone una veloce panoramica<br />
relativa ai principali profili di novità<br />
caratterizzanti l’avvenuta “riforma degli<br />
appalti pubblici”.<br />
La vastità dell’argomento impone, però, di<br />
focalizzare l’attenzione solo su alcuni aspetti<br />
peculiari (quali, ad esempio, le nuove procedure<br />
di affidamento, la disciplina del contenzioso,<br />
l’istituto dell’avvalimento), senza poter<br />
affrontare alcuni importanti temi di portata<br />
generale, tra i quali, ad esempio, il rapporto<br />
tra codice dei contratti e articolo 117 della<br />
Costituzione, che ha già acceso un vivace<br />
dibattito in dottrina, per i paventati profili di<br />
incostituzionalità legati ad un possibile eccesso<br />
di delega.<br />
Il quadro normativo<br />
Preliminarmente, appare utile delineare, seppur<br />
brevemente, il previgente quadro normativo<br />
di riferimento in materia di affidamenti<br />
pubblici.<br />
Il codice dei contratti pubblici (d’ora in avanti<br />
denominato “codice”) è stato approvato<br />
con decreto legislativo<br />
12 aprile 2006, n.163<br />
ed è entrato in vigore,<br />
dopo una vacatio di 60<br />
giorni dalla pubblicazione,<br />
lo scorso 1° luglio.<br />
Tale provvedimento racchiude,<br />
in un unico<br />
corpo normativo, la<br />
disciplina dei contratti di<br />
lavori, servizi e forniture<br />
nei settori ordinari e speciali,<br />
sia di rilievo nazionale<br />
che comunitario,<br />
nonché la disciplina<br />
delle grandi infrastrutture<br />
di carattere strategico e<br />
quella relativa al contenzioso.<br />
Principalmente, il codice,<br />
in attuazione della delega<br />
contenuta nell’articolo 25 della legge 18 aprile<br />
2005, n. 62 (legge comunitaria 2004), recepisce<br />
le direttive comunitarie 17/2004, relativa<br />
agli appalti e alle concessioni di lavori, servizi<br />
e forniture nei settori speciali (gas, energia termica,<br />
elettrica, acqua, trasporti, servizi postali,<br />
estrazioni di petrolio e altri combustibili), e<br />
18/2004, relativa all’unificazione della disciplina<br />
degli appalti e concessioni di lavori, servizi<br />
e forniture nei settori ordinari.<br />
Nel nostro ordinamento (come evidenziato<br />
anche nel quadro sinottico appresso riportato),<br />
prima del recepimento delle citate direttive,<br />
gli appalti pubblici risultavano disciplinati<br />
da un’infinità di norme di diverso rango.<br />
Come noto, inoltre, la potestà normativa statale,<br />
anche in materia di affidamenti pubblici,<br />
è stata nel tempo erosa, oltre che verso l’alto<br />
(in favore dell’UE), anche verso il basso, a<br />
seguito della riforma del Titolo V della Costituzione,<br />
che ha notevolmente ampliato la<br />
potestà legislativa in favore delle regioni.<br />
Uno scenario caratterizzato da una tale frammentarietà,<br />
quindi, permette di apprezzare lo<br />
sforzo compiuto dal legislatore nazionale,<br />
che, in occasione del recepimento del menzionato<br />
pacchetto di direttive europee, ha<br />
introdotto una disciplina unitaria ed organica<br />
di tutte le fasi del processo di realizzazione<br />
degli appalti e delle concessioni di lavori, servizi<br />
e forniture, sia nei settori ordinari, che in<br />
quelli speciali; sia sopra che sotto soglia.<br />
Il codice, quindi, compendia organicamente<br />
l’intera materia in esame:<br />
- semplificandone e rafforzandone la norma-<br />
tiva, con l’obiettivo di rendere il mercato del<br />
“public procurement” più efficiente, integrato<br />
e competitivo;<br />
- modernizzando la disciplina e le procedure<br />
degli affidamenti pubblici, così da consentire<br />
il più esteso impiego delle nuove tecnologie<br />
dell’informazione e delle telecomunicazioni;<br />
- garantendo la massima flessibilità degli strumenti<br />
giuridici utilizzati, in modo da agevolare<br />
le amministrazioni aggiudicatici nella<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
55
56<br />
gestione degli appalti pubblici. 1<br />
La modernizzazione della disciplina di settore,<br />
cui si è fatto cenno, passa, principalmente,<br />
attraverso un massiccio ricorso agli strumenti<br />
telematici.<br />
Questi, oltre che nella pubblicazione dei<br />
bandi e degli avvisi di gara e, più in generale,<br />
nelle comunicazioni tra stazione appaltante<br />
ed operatori economici, acquistano un<br />
ruolo di assoluta centralità in alcune procedure<br />
negoziali, quali i sistemi dinamici di acquisizione<br />
e le aste elettroniche.<br />
La flessibilità degli strumenti giuridici, come si<br />
avrà modo di vedere più avanti, è data dall’introduzione<br />
di nuovi istituti (tra i quali, oltre<br />
al già citato dialogo competitivo, il sistema<br />
dinamico di acquisizione e l’accordo quadro)<br />
al fianco delle tradizionali procedure di<br />
aggiudicazione<br />
(allargate, ristrette<br />
e negoziate).<br />
Il codice<br />
Entriamo ora nel<br />
vivo dell’argomento,<br />
prendendo le<br />
mosse da un rapido<br />
esame della struttura<br />
del codice.<br />
I 257 articoli del<br />
testo normativo<br />
risultano divisi in cinque parti. La prima (articoli<br />
1-27) riguarda “Principi e disposizioni<br />
comuni e contratti esclusi in tutto o in parte<br />
dall’ambito di applicazione del codice”; la<br />
seconda parte (articoli 28-205), è intitolata<br />
“Contratti pubblici relativi a lavori, servizi e<br />
forniture nei settori ordinari; la terza (articoli<br />
206-238) è dedicata ai “Contratti pubblici<br />
relativi a lavori, servizi e forniture nei settori<br />
speciali”; nella quarta parte (articoli 239-<br />
246) viene dettata la disciplina relativa al<br />
“Contenzioso”; l’ultima parte, la quinta (articoli<br />
247-257), contiene le “Disposizioni di<br />
coordinamento, finali e transitorie e le abrogazioni”.<br />
Al testo normativo fanno seguito ben 22 Allegati.<br />
Il cuore del provvedimento in commento è racchiuso<br />
nella seconda e terza parte, con le<br />
quali viene sostanzialmente data attuazione<br />
alle citate direttive 2004/17/CE e<br />
2004/18/CE.<br />
Il codice, quindi, risulta necessariamente ispirato<br />
ai principi del Trattato UE ed alle pronun-<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
ce della Corte di Giustizia delle Comunità. Al<br />
riguardo, è sufficiente rammentare come l’articolo<br />
2, puntualmente, preveda che “l’affidamento<br />
e l’esecuzione di opere e lavori pubblici,<br />
servizi e forniture deve ... svolgersi nel<br />
rispetto dei principi di economicità, efficacia,<br />
tempestività e correttezza; l’affidamento deve<br />
altresì rispettare i principi di libera concorrenza,<br />
parità di trattamento, non discriminazione,<br />
trasparenza, proporzionalità, nonché<br />
quello di pubblicità”.<br />
Per quanto riguarda l’ambito di applicazione,<br />
giova evidenziare che il codice disciplina tutti<br />
i contratti delle stazioni appaltanti, degli enti<br />
e di altri soggetti aggiudicatori aventi per<br />
oggetto l’acquisizione di servizi, prodotti,<br />
lavori e opere.<br />
Tra i predetti contratti, volendo fare un esplicito<br />
riferimento alla<br />
nostra Amministrazione,<br />
hanno rilevanza<br />
comunitaria<br />
quelli il cui valore<br />
stimato, al netto<br />
dell’IVA, è pari o<br />
superiore alle<br />
seguenti soglie:<br />
a) € 137.000, per<br />
gli appalti pubblici<br />
di forniture e per la<br />
quasi totalità di<br />
quelli di servizi;<br />
b) € 211.000, per i restanti appalti pubblici<br />
di servizi 2 ;<br />
c) € 5.278.000 per gli appalti e le concessioni<br />
di lavori pubblici.<br />
Tali soglie, come noto, costituiscono un tipico<br />
strumento antielusivo della normativa europea,<br />
volto ad evitare che, con il frazionamento<br />
artificioso, l’importo complessivo dell’appalto<br />
possa essere ricondotto in ambiti disciplinati<br />
da procedure meno rigorose.<br />
Le citate soglie rappresentano l’importo massimo<br />
stimato, al netto dell’IVA, dell’affidamento,<br />
comprendendo, quindi, qualsiasi forma di<br />
eventuale opzione e di rinnovo del contratto.<br />
In ordine alle fasi delle procedure di affidamento,<br />
che hanno inizio con la determinazione<br />
a contrarre (nell’ambito della quale, quindi,<br />
vengono individuati gli elementi essenziali<br />
del contratto ed i criteri di selezione degli<br />
operatori economici e delle offerte), si segnala<br />
la scissione della fase dell’aggiudicazione.<br />
Questa risulta ora articolata nell’aggiudicazione<br />
provvisoria e nell’aggiudicazione definitiva.<br />
Quest’ultima “diventa efficace dopo la<br />
ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006
verifica del possesso dei previsti requisiti” dell’aggiudicatario.<br />
A tale ultimo riguardo, appare opportuno evidenziare<br />
la novità introdotta dall’articolo 48.<br />
Prevede, infatti, tale disposizione che, prima<br />
di procedere all’apertura delle buste delle<br />
offerte, “debba essere richiesto - ad un numero<br />
di operatori non inferiore al 10% delle<br />
offerte presentate, ... scelti con sorteggio pubblico,<br />
di comprovare” il possesso dei prescritti<br />
requisiti di capacità economico-finanziaria<br />
e tecnico-organizzativa.<br />
Analoga richiesta deve essere avanzata -<br />
entro 10 giorni dalla conclusione della gara -<br />
anche all’aggiudicatario ed al concorrente<br />
che segue in graduatoria (qualora, ovviamente,<br />
non siano già stati “verificati” a seguito<br />
del sorteggio cui in precedenza si è fatto<br />
cenno).<br />
Un altro aspetto<br />
riguardante le procedure<br />
di aggiudicazione,<br />
è quello<br />
relativo agli “strumenti”<br />
che il codice<br />
mette a disposizione<br />
per procedere<br />
all’affidamento<br />
degli appalti pubblici.<br />
Come si è in precedenza<br />
accennato,<br />
a fianco delle classiche procedure aperte,<br />
ristrette e negoziate, ora troviamo i nuovi istituti<br />
del dialogo competitivo, degli accordi<br />
quadro e dei sistemi dinamici di acquisizione.<br />
La nuova disciplina, quindi, crea uno stretto<br />
legame tra le nuove procedure e quelle precedenti,<br />
che costituiscono, ormai, un patrimonio<br />
giuridico ampiamente consolidato.<br />
Qui di seguito si procederà ad una sommaria<br />
illustrazione delle sole nuove procedure di<br />
affidamento, tralasciando quelle classiche e<br />
facendo rinvio al codice per una disamina<br />
approfondita.<br />
Dialogo competitivo (art.58) - È la procedura<br />
con la quale l’amministrazione aggiudicatrice<br />
avvia un “dialogo” con i candidati ammessi,<br />
al fine di individuare e definire una o più soluzioni<br />
atte a soddisfare le sue necessità (non<br />
determinabili con precisione a priori) e sulla<br />
base della quale, o delle quali, i candidati<br />
selezionati saranno invitati a presentare le<br />
offerte.<br />
È, quindi, una procedura ibrida (a metà strada<br />
tra una procedura ristretta ed una nego-<br />
ziata) ed articolata, adottata in relazione ad<br />
appalti “particolarmente complessi”, ossia a<br />
quegli appalti per i quali la stazione appaltante,<br />
a causa di fattori oggettivi ad essa non<br />
imputabili, non è in grado di definire autonomamente<br />
i mezzi tecnici necessari per il raggiungimento<br />
dell’obiettivo prefissato, oppure<br />
non è in grado di specificare autonomamente<br />
l’impostazione giuridica o finanziaria di un<br />
progetto.<br />
Accordo quadro (art.59) - Si tratta, in sostanza,<br />
di un contratto-quadro (o contratto-normativo)<br />
dal quale deriva l’obbligo di stipulare<br />
singoli contratti alle condizioni fissate nell’accordo<br />
generale iniziale.<br />
L’accordo quadro, per la cui conclusione le<br />
parti devono essere scelte applicando i criteri<br />
di aggiudicazione definiti dall’ articolo 81 e<br />
seguenti del<br />
codice, è un negozio<br />
concluso tra<br />
una (o più) stazioni<br />
appaltanti ed uno<br />
(o più) operatori<br />
economici per un<br />
periodo non superiore<br />
a quattro anni<br />
(salvo casi eccezionali<br />
debitamente<br />
motivati), allo<br />
scopo di stabilire le<br />
clausole relative<br />
agli appalti da aggiudicare, in particolare<br />
per quanto riguarda i prezzi e, se del caso, le<br />
quantità previste.<br />
Sistemi dinamici di acquisizione (art.60) - È il<br />
cosiddetto electronic market place. È un processo<br />
di acquisizione interamente elettronico<br />
per acquisti di uso corrente (ovvero di quei<br />
beni di cui le amministrazioni hanno necessità<br />
di rifornirsi in modo continuativo o periodico,<br />
di natura standardizzata).<br />
Tale procedura è articolata in due fasi: l’istituzione<br />
del sistema e la successiva aggiudicazione<br />
degli appalti specifici.<br />
Ha una durata limitata nel tempo, non superiore<br />
a quattro anni (salvo casi eccezionali,<br />
debitamente giustificati) e si caratterizza per<br />
essere estremamente aperta alla concorrenza<br />
ed imparziale.<br />
Tra le altre novità significative introdotte dal<br />
codice, merita sicuramente un cenno il nuovo<br />
ruolo attribuito all’Autorità di vigilanza, che<br />
ora non ha più la vigilanza soltanto sui lavori<br />
pubblici, ma anche sui servizi e le forniture,<br />
con la precipua finalità di garantire il rispetto<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
57
58<br />
dei principi di correttezza e trasparenza delle<br />
procedure di scelta del contraente e di economica<br />
ed efficiente esecuzione dei contratti,<br />
nonché il rispetto delle regole della concorrenza<br />
nelle singole procedure di gara.<br />
In tale ottica, l’Autorità, tra l’altro, segnala al<br />
Parlamento e al Governo fenomeni particolarmente<br />
gravi di inosservanza o di applicazione<br />
distorta della normativa sui contratti pubblici.<br />
Parimenti rilevante è il ruolo attribuito all’Osservatorio<br />
dei contratti pubblici, che dovrebbe,<br />
finalmente, realizzare le aspettative, da anni<br />
disattese, in materia di determinazione di<br />
costi standardizzati per tipo di lavoro e per<br />
tipo di servizio e fornitura, in relazione a specifiche<br />
aree territoriali.<br />
Anche in tale ottica, sono stati previsti, in<br />
capo agli enti<br />
aggiudicatori, specifici<br />
obblighi di<br />
fornire notizie<br />
all’Osservatorio in<br />
ordine a quei contratti<br />
di importo<br />
superiore a 150<br />
mila euro, con<br />
pesanti sanzioni<br />
amministrative a<br />
fronte di ingiustificate<br />
omissioni.<br />
Altra rilevante innovazione,<br />
riguarda il cosiddetto prestito dei<br />
requisiti di carattere economico, finanziario,<br />
tecnico, organizzativo dei partecipanti alle<br />
procedure di affidamento.<br />
Il codice, infatti, conformemente alla volontà<br />
del legislatore europeo di evitare la “personalizzazione”<br />
dei requisiti di capacità tecnicoeconomica<br />
degli operatori che partecipano<br />
alle gare d’appalto, ha recepito l’istituto dell’avvalimento.<br />
I partecipanti ad una gara pubblica, ora, possono<br />
dimostrare il possesso della richiesta<br />
capacità economico-finanziaria e tecnico-professionale,<br />
facendo affidamento sulle capacità<br />
di altri soggetti (nominati ausiliari), a prescindere<br />
dalla natura giuridica dei loro legami,<br />
mediante la presentazione di un loro<br />
impegno a tal fine.<br />
Particolare criticità, nel concreto funzionamento<br />
dell’istituto in discorso, è rappresentata<br />
dalla questione dei rapporti fra concorrente,<br />
impresa ausiliaria e stazione appaltante: nei<br />
confronti di quest’ultima, infatti, è prevista<br />
una responsabilità solidale degli altri due sog-<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
getti relativamente alle prestazioni contrattuali.<br />
La ricostruzione del rapporto trilaterale, come<br />
rilevato in dottrina 3 , appare, però, difficoltosa,<br />
tenuto conto che “la responsabilità solidale<br />
dovrebbe, infatti, presupporre una contitolarità<br />
delle obbligazioni assunte, che, invece,<br />
nel caso specifico, sembra esclusa dalla circostanza<br />
che la titolarità del contratto d’appalto<br />
- e quindi delle derivanti obbligazioni - fa<br />
capo esclusivamente all’impresa concorrente<br />
e non anche all’impresa ausiliaria”.<br />
Per quanto concerne la scelta del contraente, il<br />
codice conferma che la migliore offerta venga<br />
individuata in base al criterio del prezzo più<br />
basso, ovvero dell’offerta economicamente<br />
più vantaggiosa.<br />
In tale ultima ipotesi, però, l’elemento di<br />
novità introdotto, è<br />
che i criteri di scelta<br />
dell’offerta economicamente<br />
più<br />
vantaggiosa (quali,<br />
ad esempio, la<br />
qualità, il prezzo, il<br />
pregio tecnico, le<br />
caratteristiche estetiche<br />
e funzionali,<br />
le caratteristiche<br />
ambientali, il costo<br />
di utilizzazione, il<br />
servizio di postvendita<br />
e l’assistenza tecnica, la data di consegna<br />
ed il termine di esecuzione) non solo<br />
debbono essere obbligatoriamente precisati<br />
nel bando, ma la stazione appaltante ne deve<br />
anche prevedere (ed indicare) i parametri di<br />
ponderazione: cioè - espresso in termini<br />
numerici - il peso attribuito a ciascuno degli<br />
elementi di valutazione.<br />
Al riguardo, giova evidenziare che se la definizione<br />
dei criteri e la ponderazione relativa<br />
attribuita a ciascuno di essi costituisce un<br />
obbligo specifico della stazione appaltante,<br />
la Commissione giudicatrice, può fissare,<br />
prima dell’apertura delle buste, i criteri motivazionali<br />
cui si atterrà per attribuire a ciascun<br />
criterio e sub-criterio di valutazione il punteggio<br />
tra il minimo ed il massimo stabiliti dal<br />
bando.<br />
In ordine alle garanzie a corredo dell’offerta,<br />
l’articolo 75 introduce alcune novità.<br />
Prevede, infatti, tale disposizione la presentazione,<br />
da parte dell’offerente, di una garanzia<br />
(a copertura dell’eventuale mancata sottoscrizione<br />
del contratto per fatto dell’affidata-<br />
ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006
io) pari al due per cento del prezzo base<br />
indicato nel bando o nell’invito, sotto forma<br />
di cauzione o di fideiussione. 4<br />
Inoltre, l’offerta deve essere anche corredata,<br />
a pena di esclusione, dall’impegno di un<br />
fideiussore a rilasciare la garanzia fideiussoria<br />
per l’esecuzione del contratto qualora l’offerente<br />
risultasse affidatario.<br />
Prima di concludere, si ritiene opportuno soffermarsi<br />
sulle interessanti innovazioni introdotte<br />
dal codice in materia di contenzioso.<br />
Al riguardo, il legislatore ha, sostanzialmente,<br />
operato su due fronti:<br />
- l’ampliamento del ricorso ai sistemi alternativi<br />
di risoluzione delle controversie;<br />
- l’ampliamento degli strumenti di tutela.<br />
Sotto il primo profilo, di particolare rilievo<br />
risulta l’estensione del ricorso alla transazione<br />
anche al di fuori<br />
dei casi in cui è<br />
previsto l’accordo,<br />
ed anche alle controversie<br />
relative a<br />
diritti soggettivi<br />
derivanti dall’esecuzione<br />
dei contratti<br />
pubblici di servizi e<br />
forniture.<br />
Per quanto riguarda,<br />
invece, gli strumenti<br />
di tutela,<br />
merita un cenno la<br />
cosiddetta “tutela cautelare ante causam”.<br />
Prevede, infatti, il terzo comma dell’articolo<br />
245 che, “in caso di eccezionale gravità e<br />
urgenza, tale da non consentire neppure la<br />
previa notifica del ricorso e la richiesta di<br />
misure cautelari provvisorie..., il soggetto<br />
legittimato al ricorso può proporre istanza per<br />
l’adozione delle misure interinali e provvisorie<br />
che appaiono indispensabili durante il<br />
tempo occorrente per la proposizione del<br />
ricorso di merito e della domanda cautelare”.<br />
Conclusione<br />
L’importanza economica assunta dal settore<br />
degli appalti pubblici 5 è, nel tempo, divenuta<br />
tale da richiedere una disciplina organica e<br />
coerente, in grado di garantire la correttezza<br />
dell’investimento pubblico, nonché il rispetto<br />
delle regole di concorrenza.<br />
Il legislatore europeo, avvertite le predette esigenze,<br />
ha, quindi, provveduto con le direttive<br />
17 e 18/2004/CE a riordinare il diritto<br />
comunitario in materia di appalti.<br />
Conseguentemente, nel solco tracciato dalle<br />
citate direttive, il legislatore nazionale ha elaborato<br />
l’opera di codificazione sin qui esaminata,<br />
compiendo uno sforzo notevole per<br />
armonizzare un insieme di norme eterogenee<br />
ed approdare ad una disciplina comune per<br />
le tre tipologie di appalti.<br />
Come accennato all’inizio, però, le aspettative<br />
di semplificazione e razionalizzazione del quadro<br />
normativo, potrebbero essere in parte deluse,<br />
atteso che lo stesso codice rinvia, per la<br />
disciplina di dettaglio di numerosi istituti, ad<br />
alcuni regolamenti che dovranno essere emanati<br />
in tempi successivi. Tra questi, rientra il regolamento<br />
generale di attuazione, che dovrebbe<br />
essere adottato entro il 1° luglio 2007 ed entrare<br />
in vigore nei successivi 180 giorni.<br />
Nelle more dell’adozione del citato regolamento<br />
una parte<br />
delle disposizioni<br />
del codice risulta<br />
inapplicabile.<br />
Per altre disposizioni,<br />
invece, è<br />
espressamente previsto<br />
un regime<br />
transitorio particolarmentecomplesso,<br />
disciplinato dall’articolo<br />
253.<br />
NOTE<br />
1 Cfr. Tommaso Edoardo FROSINI - “Regioni: ambiti più definiti per<br />
un’interpretazione snella - in Guida al Diritto de “Il Sole 24 Ore” -<br />
Maggio 2006.<br />
2 Nel far rinvio agli articoli 19, 20 e 21 ed agli allegati II A e II<br />
B del codice, si rappresenta, a titolo meramente esemplificativo,<br />
che sono soggetti alle disposizioni del codice stesso i servizi di<br />
manutenzione e riparazione; i servizi informatici e quelli di pulizia<br />
degli edifici.<br />
3 Cfr. R. Mangani - “Primo test per l’avvalimento. Si al prestito dei<br />
requisiti” in Guida al diritto de “Il Sole 24 ore” - maggio 2006.<br />
4 La misura della predetta garanzia, peraltro, è ridotta del cinquanta<br />
per cento per gli operatori economici ai quali venga rilasciata, da<br />
organismi accreditati, ai sensi delle norme europee della serie UNI<br />
CEI EN 45000 e della serie UNI CEI EN ISO/IEC 17000, la certificazione<br />
del sistema di qualità conforme alle norme europee della<br />
serie UNI CEI ISO 9000, ovvero la dichiarazione della presenza di<br />
elementi significativi e tra loro correlati di tale sistema.<br />
5 Al riguardo, si tenga conto che la dimensione economica del mercato<br />
del “public procurement”, a livello europeo, negli anni tra il<br />
1995 ed il 2003, ha superato il 16% del PIL e nel 2003 è stata stimata<br />
in oltre 1.500 miliardi di euro (cfr. intervento del Presidente<br />
Antonio Catricalà al Forum P.A. 2006, nell’ambito del seminario<br />
“Il codice degli appalti. Problematiche e prospettive”).<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
59
lo chiamavano<br />
60<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
DI MARCO EMBKE<br />
I pro e i contro del mondo fitness, il più praticato dagli italiani<br />
Elo chiamavano body building. Ora si è settorializzato: aerobica, step, spinning,<br />
gag, body pump, acquagim, yoga, pilates e così via. Il fitness spopola<br />
nella penisola in tutte le sue forme e secondo i dati Censis, questi corsi sono<br />
da sette anni al primo posto tra le spese extra degli italiani. Quello che anni<br />
fa era comunemente chiamato body building e racchiudeva una nicchia di<br />
amanti dei muscoli, ora è diventato un business enorme, adatto a tutte le età. Negli<br />
ultimi dieci anni le strutture dedite al fitness sono cresciute del 90% e si sono quadruplicate<br />
le iscrizioni. Per non parlare della vendita di attrezzature e abbigliamento sportivo.<br />
I motivi? Molteplici. Voglia di dimagrire, mantenere il peso forma, staccare la<br />
spina dopo la routine del lavoro, ma non solo. Il fitness significa anche combattere la<br />
depressione, curare il mal di schiena, rinforzare la circolazione del sangue e il cuore.<br />
ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006
Le palestre sono il vero business, ma dividono medici e istruttori<br />
Cresce insomma, il popolo degli adepti della forma fisica. Agli scopi salutistici si uniscono<br />
i ludici: i più pigri, con alle spalle un passato refrattario ad ogni tipo di fatica<br />
fisica, ci vanno. Per non parlare di ragazzi e ragazze che hanno fatto delle palestre<br />
un luogo di incontro in cui fare amicizia, fra una serie e l’altra di pesi. I costi, poi,<br />
sono contenuti, se si pensa agli sport di squadra o al nuoto. Ma è davvero e sempre<br />
tutta salute per tutti, la palestra? Basta cominciare a saltellare, pedalare, tirare su i pesi<br />
in serie, per ritrovare la forma ed essere felici? Tutte queste attività proposte dai circoli<br />
sportivi fanno bene? E’ salutare iscriversi alla classe di aerobica o step e cominciare<br />
a frequentare il corso, dopo un lungo periodo di inattività e nei ritagli, sempre più<br />
risicati di tempo libero, che corrisponde generalmente alla sera quando si è già stanchi?<br />
Tutto ciò è esente da incidenti di percorso e può causare l’abbandono dell’atti-
DY BUILD<br />
senza specifica visita medica. “E’ gravissimo iscriversi<br />
ad una palestra sottovalutando la visita medica,<br />
una analisi del sangue e una visita cardiologica”<br />
spiega il dottor Franco Casacci, medico sportivo:<br />
“Il rischio più frequente è l’indolenzimento<br />
muscolare, l’affaticamento<br />
accumulato, ma anche tendiniti,<br />
infiammazioni,<br />
strappi, mal di schiena,<br />
dolore alle articolazioni,<br />
alle caviglie, alle ginocchia,<br />
alle spalle e perfino<br />
insonnia”. I problemi<br />
riguardano soprattutto chi<br />
va in palestra senza avere<br />
un fisico già allenato o chi<br />
ha superato Gi vent’anni di<br />
età. “Senza escludere i<br />
giovanissimi che, - continua<br />
Casacci - di fronte ai<br />
modelli maschili attuali di<br />
riferimento, al posto delle<br />
più salutari attività sportive<br />
di squadra che più che<br />
gonfiare i muscoli formano<br />
la mente, si recano nelle<br />
palestre ad alzare pesi su<br />
pesi. E possono reagire<br />
con un senso di inadeguatezza<br />
perché non riescono<br />
a raggiungere l’obiettivo<br />
prefissato. Oppure, più frequentemente,<br />
mettono su<br />
muscoli seguendo scorciatoie<br />
come diete rigide, centellinando<br />
ogni porzione di cibo in modo maniacale.<br />
Fino ad arrivare a coloro che utilizzano gli integratori,<br />
come aminoacidi e proteine, in alti dosaggi.<br />
Quando si entra nel campo del body building il<br />
rischio doping risulta elevato. E si rischia la salute”.<br />
In questo, gli istruttori hanno una grande responsabilità:<br />
se si affronta il tema del pre e post palestra,<br />
all’unanimità affermano che nei loro circoli richiedono<br />
certificati medici, sconsigliano diete ferree e uso<br />
di sostanze coadiuvanti. Eppure la vendita di integratori,<br />
proteine, energetici liquidi e solidi si mantiene<br />
su livelli ottimali nelle farmacie e nei supermercati.<br />
Lo sottolinea il dottore: “Purtroppo il messaggio<br />
mediatico privilegia l’uomo scolpito e le donne<br />
BO<br />
vità stessa? Domande queste, che trovano pareri<br />
discordanti tra istruttori di palestra e medici. Gli<br />
istruttori stilano programmi mensili chiedendo un certificato<br />
di sana e robusta costituzione. Un certificato,<br />
purtroppo, che talvolta è fatto dal medico di base<br />
senza un filo di grasso ai fianchi. Privilegia le taglie<br />
aderenti ed esclude dall’omologazione chi ha qual-<br />
62<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
che chilo in più. Sta alla personalità dei singoli evitare<br />
questi modelli di riferimento, ma chi non ci riesce,<br />
ricorre spesso a medicinali o attività fisica forzata<br />
e pericolosa sia a breve sia a lunga scadenza”.<br />
Gli inizi<br />
Un errore molto comune, ad esempio, è quello di<br />
iniziare l’attività iscrivendosi ad un corso, frequentarlo<br />
subito, magari trovandosi in un gruppo di persone<br />
già discretamente<br />
allenate: contratture,<br />
infiammazioni tendinee,sovraffaticamento<br />
muscolare<br />
sono i primi sintomi.<br />
Dopo le prime lezioni<br />
in palestra l’indolenzimento<br />
dei muscoli<br />
può essere così fastidioso<br />
tanto da rinunciare<br />
a fare sport<br />
regolarmente. Il metodo<br />
migliore per iniziare<br />
è quello di praticare<br />
del cardiofitness<br />
per almeno cinque<br />
minuti, poi dello stret-<br />
ching, prima di pas-<br />
sare al vero e proprio<br />
allenamento. Per il<br />
corretto funzionamento<br />
i muscoli hanno<br />
bisogno di un aumento<br />
della circolazione<br />
sanguigna che produce<br />
il necessario riscaldamento<br />
degli stessi.<br />
I primi allenamenti<br />
Si possono prevenire i primi dolori muscolari, effettuando<br />
inizialmente un lavoro di condizionamento<br />
generale, come la ginnastica generale insieme ad<br />
un’attività aerobica, come la cyclette o una corsa<br />
molto lieve sul nastro. A seguire alcuni esercizi<br />
specifici per rinforzare alcuni importanti gruppi<br />
muscolari, che tuteleranno lo scheletro ed i tendini<br />
dagli incidenti più diffusi nelle palestre. E’ necessario<br />
quindi rinforzare la colonna lombo-sacrale,<br />
con esercizi di stretching, rotazioni del busto e<br />
addominali e lombari. Poi rinforzare le ginocchia,<br />
con esercizi stabilizzatori, allenando i muscoli<br />
estensori e flessori del ginocchio. Così come i glutei<br />
e le spalle stesse. Se compare un generale<br />
indolenzimento muscolare vuol dire che i muscoli<br />
hanno lavorato bene. Il dolore è dovuto a piccoli<br />
ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006<br />
UILDING
ING BOD<br />
microtraumi subiti dalle unità contrattili dei muscoli.<br />
Se il dolore però si fa persistente nel tempo è<br />
bene sospendere il corso e fare solo stretching o<br />
ginnastica in acqua.<br />
La frequenza<br />
Essere incostanti nell’andare in palestra significa<br />
aumentare la sensazione di fatica ed i rischi di<br />
infiammazioni ai muscoli ed ai tendini, ogni volta<br />
che vi si ritorna. La giusta frequenza ai corsi di<br />
ginnastica è di almeno tre volte la settimana. L’allenamento<br />
saltuario<br />
non porta nessun<br />
beneficio.<br />
I luoghi comuni<br />
C’è chi indossa pancere<br />
di gomma o tute di<br />
plastica pensando di<br />
dimagrire più rapidamente.<br />
In realtà perderà<br />
solo acqua che<br />
recupererà dopo, sottoponendol’organismo<br />
ad uno stress termico<br />
pericoloso. O chi<br />
beve erroneamente<br />
poca acqua per limitare<br />
il fenomeno della<br />
D ILD<br />
cellulite. Oppure chi<br />
aumenta vertiginosamente<br />
gli addominali<br />
per calare la pancia. Il<br />
body building, in tutte<br />
le sue forme, va fatto<br />
gradualmente e in<br />
modo completo, coinvolgendo<br />
tutta la<br />
massa corporale.<br />
I benefici<br />
Numerosi studi hanno dimostrato come una regolare<br />
attività fisica possa influire positivamente sullo stato di<br />
salute psicofisica dell’individuo, mantenendone e<br />
migliorandone le caratteristiche morfologiche, le funzioni<br />
cardiovascolari e cardiorespiratorie, agendo<br />
così come mezzo di prevenzione di malattie ad essi<br />
collegate. E’ stato evidenziato, infatti, come diminuisca<br />
negli individui dediti all’attività fisica l’incidenza<br />
di malattie cardiovascolari, cardiorespiratorie, ma<br />
anche di malattie tumorali, con un conseguente allungamento<br />
della durata media della vita. Non solo:<br />
una rassegna completa di studi clinici, sul rapporto<br />
fra esercizio e mal di schiena, ha messo in luce il fatto<br />
che un programma ben articolato di attività fisica è in<br />
grado di prevenire le ricadute e di ridurre i periodi di<br />
assenza dal lavoro in quei pazienti con mal di schie-<br />
na acuto che vi si sottopongono regolarmente, subito<br />
dopo che il dolore acuto si è calmato.<br />
La respirazione<br />
Per la sua stretta correlazione con la circolazione, la<br />
respirazione è basilare durante l’attività fisica, in<br />
quanto il ritorno venoso è fortemente influenzato dalle<br />
pressioni che si trovano all’interno della cassa toracica.<br />
Se durante lo sforzo si trattiene il fiato, la pressione<br />
intratoracica sale in proporzione allo sforzo. Fattore,<br />
questo, che impedisce il ritorno venoso. Altro<br />
fatto importante è quello di<br />
espirare violentemente alla<br />
fine dello sforzo.<br />
La sauna<br />
Associato all’esercizio fisico,<br />
la sauna è un ottimo viatico<br />
per ristabilire in parte i valori<br />
in pressione, ma attenzione:<br />
non bisogna andare<br />
oltre i 15 minuti. Durante la<br />
sauna si perdono 200/400<br />
grammi circa di liquido sotto<br />
forma di sudore, ma anche<br />
se ad un primo esame si constata<br />
una leggera diminuzione<br />
di peso questa è assolutamente<br />
momentanea in quan-<br />
to i liquidi espulsi sono pre-<br />
sto reintegrati bevendo<br />
acqua. E’ quindi solo acqua<br />
quella che si perde durante<br />
una seduta in sauna anche<br />
perché è bene ricordare che<br />
il grasso, tra tutti i substrati<br />
del corpo umano, è quello<br />
che brucia a temperatura<br />
più elevata.<br />
Dormire bene<br />
Infine, il sonno. Il processo di sviluppo muscolare<br />
si verifica in gran parte “dietro le quinte”, mentre<br />
si dorme. In parole povere, il sonno può essere<br />
definito come uno stato alterato di coscienza<br />
caratterizzato e misurato attraverso alcuni cambiamenti<br />
nell’attività cerebrale. Concedersi un congruo<br />
periodo di riposo serve a dare ai muscoli il<br />
tempo necessario per i processi di riparazione e di<br />
rifornimento energetico, prima di tornare in palestra.<br />
Tra pro e contro, il mondo del fitness è ormai<br />
una realtà consolidata della società italiana, ma<br />
proprio in quest’ottica è fondamentale prevenire i<br />
rischi del caso e non oltrepassare i propri limiti, a<br />
dispetto di un messaggio mediatico che si orienta<br />
alla perfezione del corpo umano e non al suo stato<br />
naturale.<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
63<br />
G BODY B
Il soggiorno montano del Terminillo:<br />
un luogo ideale per una<br />
64<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006
DI MASSIMO MACCHERONI<br />
vacanza diversa...<br />
La vita sul mare è qualcosa di estremamente<br />
affascinante. Chi l’ha scelta per professione<br />
lo sa bene. Però, ogni tanto, è giusto cambiare<br />
scenario, anche se solo per una<br />
breve vacanza.<br />
É una necessità tenuta ben presente dalla Marina<br />
Militare che, tramite la cassa ufficiali e sottufficiali<br />
ha acquistato strutture alberghiere in località<br />
montane e termali proprio per venire incontro<br />
alle richieste del suo personale.<br />
Così, nel tempo, sono nati i soggiorni ricreativi<br />
di Cortina, Levico Terme, Chianciano e del Terminillo.<br />
Proprio quest’ultimo può essere scelto come efficace<br />
esempio di come viene gestito un soggiorno<br />
montano, cosa può offrire e quali sono le particolari<br />
problematiche da affrontare e risolvere.<br />
Il circolo del Terminillo della Marina Militare<br />
nasce nel 1936 come Hotel Savoia, il primo<br />
comprensorio alberghiero costituito sulla “montagna<br />
di Roma” che a quel tempo nasceva come<br />
polo sciistico. Dopo una prima trasformazione<br />
negli anni ‘50, in cui l’albergo cambia denominazione<br />
in Villa Belvedere, nel 1975 la struttura<br />
viene acquistata dalla cassa ufficiali della Marina<br />
Militare per essere destinata a soggiorno<br />
montano prima solo per gli ufficiali poi, dal<br />
1995 anche per i sottufficiali. L’albergo, su tre<br />
piani, sostanzialmente rinnovato può accogliere<br />
120 ospiti in modo molto confortevole. Le camere<br />
a 2, 3 o 4 posti letto tutte con bagno, sono<br />
arredate in modo semplice ma funzionale con<br />
mobili che richiamano l’atmosfera di montagna.<br />
Particolare cura è stata posta per gli spazi comuni.<br />
Sono a disposizione dei villeggianti, oltre ad<br />
ampi saloni dove potersi rilassare dopo una<br />
intensa giornata di svago e sport, due ristoranti,<br />
due bar, una sala TV con megaschermo e antenna<br />
satellitare, un disco pub e, novità di questa<br />
nuova stagione, una palestra attrezzata in modo<br />
specifico per la preparazione sciistica. Anche i<br />
più piccoli trovano un’ottima accoglienza. Il circolo<br />
del Terminillo, unico della Marina Militare,<br />
può ospitare bambini al di sotto dei 3 anni mettendo<br />
loro a disposizione 2 sale.<br />
Se da un punto di vista logistico la struttura del<br />
circolo del Terminillo ha un elevato standard<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
65
altrettanto si può dire per l’accoglienza dei frequentatori.<br />
Il Direttore C.C. Francesco Moresco ed i suoi<br />
collaboratori sono in ogni momento a disposizione<br />
degli ospiti per venire incontro a specifiche<br />
esigenze o per organizzare intrattenimenti<br />
che rendono ancora più piacevole il soggiorno.<br />
Una struttura importante quella<br />
del soggiorno montano del Terminillo<br />
che a causa dell’ubicazione,<br />
siamo a 1650 mt. sul<br />
livello del mare, e della relativa<br />
escursione termica causa di<br />
maggior deterioramento dell’immobile,<br />
necessita di una costante<br />
manutenzione.<br />
É questo il maggior problema<br />
che il Comandante Moresco e<br />
tutto il suo personale - 2 sottufficiali,<br />
2 impiegati civili e 10<br />
marinai - devono affrontare.<br />
Le mansioni necessarie al buon<br />
funzionamento della struttura<br />
alberghiera sono affidate ad<br />
una società di servizi indivuata<br />
dall’Ente Circoli della Marina, responsabile<br />
della gestione delle strutture logistiche ricreative<br />
della Marina Militare.<br />
I periodi di apertura del soggiorno montano<br />
del Terminillo sono due: quello invernale che<br />
inizia il 20 dicembre per concludersi il 20 aprile<br />
e quello estivo dal 15 giugno al 25 settembre.<br />
Il personale che con i propri familiari<br />
vuole usufruire della bella struttura, considerata<br />
la migliore di tutto il Terminillo, può fare<br />
domanda all’Ente Circoli per avere assegnato<br />
il periodo richiesto.<br />
Per trascorrere un week-end è sufficiente telefonare<br />
al circolo per accertarsi della disponibilità<br />
dei posti: se la risposta è positiva non resta<br />
altro che levarsi la divisa per indossare la tuta<br />
da sci.<br />
Quaranta chilometri di piste ben innevate con<br />
66<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
impianti di risalita rinnovati sono a disposizione,<br />
durante la stagione invernale, per gli<br />
appassionati della velocità. Per chi non scia,<br />
belle passeggiate in una natura ancora incontaminata<br />
ed escursioni in località vicine quali<br />
Greccio, Poggio Bastone, Le cascate delle Marmore<br />
o “il cammino di S. Francesco”.<br />
PER SAPERNE DI PIU’<br />
Per informazioni e prenotazioni è possibile<br />
telefonare allo 0746/261431,<br />
segreteria del Circolo.<br />
Le tariffe giornaliere per la pensione<br />
completa a persona vanno da euro 27<br />
per una singola ai 20 euro per sistemazioni<br />
in camere triple o quadruple.<br />
I bambini di età inferiore ai 13 anni<br />
hanno il 40% di riduzione mentre, per i<br />
nati dopo il 2001 la retta viene ridotta<br />
dell’80%.<br />
ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006
Decantata da M. Terenzio Varro- Terminillo:<br />
diale il Terminillo diventa un cenne,<br />
da Virgilio e da Silio ltalico<br />
in epoca romana con nomi,<br />
la montagna di Roma<br />
tro per sfollati abbienti comprese<br />
le famiglie di molti gerarchi<br />
anche terrificanti per quel tempo, quali «tetricae hor- fascisti, di industriali e di aristocratici. Nel doporentes<br />
rupes» o «gurgures alti montes» ma successiguerra la vita terminillese riprende a trascorrere in<br />
vamente indicata con i toponimi di «Termenile», un tranquillo torpore fino al 1949 quando, “la mon-<br />
«Terminello» e infine Terminillo.<br />
tagna di Roma” ritorna con il matrimonio di Gina<br />
Nei secoli fu percorsa da pastori, da boscaioli, car- Lollobrigida e Mirko Skofic, un centro di mondanità.<br />
bonari e nell’800 da cavatori di neve e ghiaccio. Alla luce di questa nuova vitalità nascono molti<br />
All’inizio del 1900 la montagna è scoperta dai alberghi, il Cristallo, la Piccola Baita, La Genzianel-<br />
primi appassionati alpinisti del C.A.I. di Rieti e di la e l’Aurora. Il periodo compreso fra il 1955 e il<br />
Roma che si avvalgono di guide dei paesi pede- 1965 possiamo definirlo il fulcro dello sviluppo turimontani.<br />
Si risaliva la ripida mulattiera passando stico. La società Funivia costruisce la seggiovia del<br />
per le poche case di «Macchiole», «Pian di Rosce», Terminilletto che sale fino a quota 2108, le sciovie<br />
il vallone di «Miglionico» fino all’unico ostello esi- Nord, Sud, Togo, le 2 del Terminilluccio e la Fiorito.<br />
stente a quota 1615, rustico, tutto in legno e intito- Franco Ferriani si inserisce nel carosello con le sciolato<br />
ad un eroe di guerra, «la capanna Trebiani». vie Terminilluccio Est e Colle Scampetti a Campofo-<br />
L’altro ricovero che ritroviamo fin dal 1903 è il «Rifurogna. Anche gli alberghi, elemento principe per un<br />
gio Umberto I°» (questa struttura in legno nel 1901 turismo di qualità, crescono di numero.<br />
fu prima presentata alla Expo Universal de Paris dal Questa atmosfera euforica che si è ormai consolida-<br />
C.A.I.), molto più in alto a 2108 metri, meta privileta anche economicamente, crea molte speranze per<br />
giata solo per audaci alpinisti.<br />
il futuro sviluppo, ma purtroppo le autostrade favori-<br />
Nel 1933 viene costruita la strada «4 bis Salaria» ranno le località alpine e gli estimatori del Terminil-<br />
per il Terminillo. Nel 1938 la strada è terminata e lo inizieranno sempre di più a parlare di «quelli del<br />
transitabile anche d’inverno, il R.A.C.I. ha realizza- nord».<br />
to un garage pubblico con annesso edificio com- Il resto di questa storia è noto. I residences cresciuti<br />
prendente locali e servizi (toilettes, per capirci, cosa come funghi hanno contribuito a congelare il «turn<br />
di cui oggi si lamenta la carenza), ed un altro loca- over» dei flussi turistici unitamente alla cecità di<br />
le a Campoforogna. Viene innaugurata la Funivia alcune amministrazioni che hanno permesso la<br />
del Terminillo S.A. ha in servizio l’impianto Pian de’ riconversione in condomini di molti alberghi, ponen-<br />
Valli M. Terminilluccio (1870 mt.) e due ristoranti nei do sempre meno attenzione alle grandi potenzialità<br />
locali panoramici delle stazioni. Nel gennaio del del Terminillo.<br />
1940 entra in funzione anche la sciovia delle Car- La Regione Abruzzo, grazie all’azione dei propri<br />
bonaie, realizzazione del tutto innovativa per l’epo- politici, ha surclassato turisticamente le località del<br />
ca. L’apertura degli alberghi (si usava dire «di Lazio e le capacità imprenditoriali dei privati. Ma<br />
lusso») Roma e Savoia e di altri quali la «Stella allora tutto sta andando male? Dal 2005 si stanno<br />
Alpin» e il «Cavallino Bianco» dei cugini Rossi, il creando aperture per una inversione di tendenza,<br />
rifugio della società «acciaierie di Temi», il «CRAL molte cose stanno migliorando, nuovi investitori<br />
dell’Aeronautica», «La Parioli», ostello per sciatori hanno fiducia in questa montagna perché lo merita<br />
di elite della «Roma bene», unitamente alle strutture per le sue bellezze naturali, per il suo clima, per un<br />
ed alle iniziative descritte, fanno del Terminillo una intorno pedemontano ricchissimo di storia, di cultu-<br />
delle prime stazioni turistiche a livello nazionale. ra, di archeologia, di laghi, di terme, di prodotti, di<br />
Con l’entrata dell’Italia nella seconda guerra mon- architetture pregievoli e di artigianato.<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
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Visita al Comando generale dell’Ammiraglio Cesaretti<br />
L’Ammiraglio di Squadra Roberto Cesaretti, Comandante dell’<br />
Allied Maritime Component Command di Napoli, ha recentemente<br />
visitato il Comando generale del Corpo delle capitanerie<br />
di porto. Ricevuto dal Comandante generale, flash Ammiraglio Ispettore<br />
Capo (CP) Luciano Dassatti, l’illustre ospite ha visitato la<br />
Centrale Operativa, dove il Contrammiraglio (CP) Vincenzo<br />
Melone ha illustrato l’organizzazione e i compiti della <strong>Guardia</strong><br />
costiera, soffermandosi in modo particolare sull’organizzazione<br />
flash<br />
S.A.R. (Search and Rescue) e sul V.T.S. (Vessel Traffic Service).<br />
Al termine della visita l’Ammiraglio Cesaretti ha espresso apprezzamento<br />
per l’alto livello di specializzazione cui è giunto il<br />
Corpo delle capitanerie di porto, esprimendo la sua personale<br />
soddisfazione nel vedere gli straordinari risultati raggiunti.<br />
Il Ministro dei Trasporti in visita a Napoli<br />
Il Ministro dei Trasporti, Prof. Alessandro Bianchi, ha recentemente<br />
visitato, la locale Capitaneria di porto. Il Prof. Bianchi,<br />
accompagnato dal suo staff, dal Presidente dell’Autorità flash<br />
Portuale di Napoli, Sen. Francesco Nerli e dal Comandante<br />
generale del Corpo delle capitanerie di porto, Ammiraglio<br />
Ispettore Capo (CP) Luciano Dassatti, è stato ricevuto dal<br />
Direttore marittimo, Contrammiraglio (CP) Pierluigi Cacioppo.<br />
Il Ministro ha apprezzato flash l’organizzazione del IV° Centro<br />
Secondario di Soccorso Marittimo della Campania ed in<br />
particolare le strumentazioni elettroniche presenti a supporto<br />
delle attività di ricerca e salvataggio, quali il sistema di identificazione<br />
automatica flash delle unità in ingresso e in uscita dal<br />
porto (A.I.S.) e il sistema di controllo satellitare sulle attività<br />
legate alla pesca marittima (Blue Box).<br />
L’Ammiraglio Dassatti in visita in Tunisia<br />
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Nel mese di settembre il Comandante generale del Corpo delle<br />
capitanerie di porto, Ammiraglio Ispettore Capo (CP) Luciano<br />
Dassatti, accompagnato dal Capitano di Vascello (CP) Nicola<br />
Carlone e dal Capitano di Corvetta (CP) Francesco Tomas, si è<br />
recato in visita nella Repubblica flash di Tunisia. All’Ammiraglio Dassatti,<br />
ricevuto dal Capo ufficio dello Stato Maggiore della Marina<br />
tunisina, Capitano di Vascello Mohamed Trabelsi, è stata<br />
presentata l’organizzazione e la missione del servizio nazionale<br />
di sorveglianza flash costiera. Il Comandante generale, dopo<br />
aver ringraziato per la calorosa ospitalità, ha ribadito di essere<br />
a Tunisi per confrontarsi con i colleghi tunisini. L’obiettivo è<br />
quello di crescere insieme per migliorare le rispettive capacità<br />
di flash risposta alla sempre più crescente domanda di flash sicurezza,<br />
intesa come safety e come security, nel Canale di Sicilia. Il<br />
Capo di Stato Maggiore della Marina Tunisina, l’Ammiraglio<br />
Terek Faouzi El-Arbi ha espresso piena soddisfazione per gli esiti della visita,<br />
sottolineando un vivo interesse ad avviare la cooperazione tra le due organizzazioni<br />
su temi quali la sicurezza della navigazione, flash la ricerca e il soccorso, la<br />
gestione e il controllo del traffico marittimo.<br />
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VI raid in pedalò per non vedenti.<br />
La sfida continua<br />
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Si è svolta lungo le coste della riviera barese la 6° edizione<br />
del Raid nazionale in pedalò. La manifestazione,<br />
organizzata dall’Unione Italiana Ciechi, con la collaborazione<br />
della Marina Militare e del Corpo delle<br />
Capitanerie di porto, ha voluto flash ribadire il diritto alla<br />
pari dignità e alla pari opportunità di vivere il mare.<br />
La sicurezza e la regolarità della gara, con 30<br />
pedalò, 65 chilometri e 6 tappe da Barletta a Bari, è<br />
stata assicurata flash dal personale della Capitaneria di<br />
porto di Bari. Grande solidarietà offerta dal Direttore<br />
marittimo e Comandante della locale capitaneria,<br />
Capitano di Vascello (CP) Agostino Izzo, il quale con<br />
i suoi flash ufficiali, sottufficiali e marinai ha garantito, sia<br />
in mare che a terra, la massima regolarità di navigazione<br />
e di approdo a tutta la flottiglia.<br />
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Delegazioni del Kuwait e dell’Argentina in visita<br />
al Comando Generale<br />
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Nell’ambito delle attività bilaterali di scambio tra Marine<br />
Militari, nei giorni 13 e 14 novembre scorsi, rispettivamente<br />
il Comandante delle Forze Navali della Marina del<br />
Kuwait - Maggiore flash Generale Ahmadf Yousef Al Mulla - e il<br />
Sottocapo di Stato Maggiore della Marina flash argentina - Vice<br />
Ammiraglio Benito Itali Rotolo - hanno visitato la Centrale<br />
Operativa del Comando Generale.<br />
Gli flash onori di casa sono stati fatti dal Vice Comandante<br />
Generale, Ammiraglio Ispettore (CP) Sergio De Stefano,<br />
che ha accompagnato gli ospiti durante le visite, nelle<br />
quali sono state illustrate l’organizzazione e le attività<br />
della <strong>Guardia</strong> <strong>Costiera</strong> Italiana. flash<br />
Entrambe le delegazioni hanno mostrato notevole interesse<br />
verso l’organizzazione ed i compiti del Corpo, e, dopo la<br />
consueta firma del Registro d’onore, si sono soffermate per<br />
approfondire - in maniera più informale - alcuni aspetti, tra flash<br />
i quali in particolar il monitoraggio del traffico marittimo.<br />
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Il C.S.M.M. albanese in visita a Napoli<br />
Il Direttore marittimo della Campania e Comandante<br />
del porto di Napoli, Contrammiraglio (CP)<br />
Pierluigi Cacioppo ha ricevuto la visita del Capo<br />
di Stato Maggiore della Marina Albanese, Capitano<br />
Kristaq Gerveni. Il Capitano Gerveni,<br />
accompagnato dal Comandante Bekim Godo,<br />
dal Tenente Koci Meco, ha partecipato ad un<br />
briefing nel corso del quale sono stati illustrati i<br />
compiti della <strong>Guardia</strong> costiera italiana e successivamente<br />
ha avuto modo di visionare flashle<br />
varie<br />
apparecchiature presenti nella Centrale Operativa.<br />
Parole di sentito ringraziamento e compiacimento<br />
sono state espresse dal Capitano Gerveni,<br />
che dopo il tradizionale flash scambio di crest, è stato<br />
ospite della Motovedetta CP 280.<br />
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Primo corso di lingua araba per sottufficiali<br />
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Il ruolo sempre più internazionale che il Corpo delle<br />
Capitanerie di porto - <strong>Guardia</strong> costiera è chiamato<br />
a svolgere, impone una particolare attenzione nella<br />
conoscenza delle lingue straniere.<br />
In modo specifico necessitano di studio quelle lingue<br />
poco conosciute come ad esempio flash l’arabo parlate<br />
in paesi che, per vari motivi, sono alla ribalta. A tal<br />
fine è stato istituito dal Comando Generale del<br />
Corpo lo scorso mese d’ottobre, presso la nuova<br />
foresteria appositamente flash realizzata dalla Capitaneria<br />
di porto di Taranto, il primo corso di lingua<br />
araba per sottufficiali. Organizzato dalla società<br />
specializzata ORION, il corso intensivo - 8 ore al<br />
giorno per 3 settimane - tenuto dal Prof. Francesco De<br />
flash<br />
Angelis docente di lingua araba presso l’Università<br />
degli Studi di Lecce, ha visto la partecipazione di 18<br />
sottufficiali marescialli provenienti da tutte le Direzioni<br />
marittime e dal Comando Generale.<br />
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Salone Europeo della Comunicazione pubblica<br />
a Bologna<br />
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Nel mese di novembre, presso il quartiere fieristico bolognese, si è<br />
svolta la tredicesima edizione del COM.PA. (Comunicazione delle<br />
Pubbliche Amministrazioni). Quest’anno la manifestazione ha visto la<br />
partecipazione del Ministero delle Politiche Alimentari e Forestali con flash<br />
un proprio stand espositivo, all’interno del quale hanno trovato spazio<br />
Enti e Istituzioni legati da un rapporto di collaborazione con il<br />
Dicastero come il Corpo delle capitanerie di porto, a cui è stata dedicata<br />
un’area informativa. Diversi i convegni programmati nei tre<br />
giorni del Com.Pa., tra cui flash l’intervento, molto interessante, dedicato<br />
alla comunicazione istituzionale che ha avuto come relatore il<br />
Capitano di Vascello (CP) Cristiano Aliperta, Capo Ufficio Relazioni<br />
Esterne del Comando generale del Corpo delle capitanerie<br />
di porto. Il Comandante flash Aliperta, oltre ad illustrare i compiti del<br />
Corpo, soffermandosi in modo particolare sul delicato settore<br />
della tutela ambientale, e le attività specifiche di settore svolte<br />
dalla <strong>Guardia</strong> <strong>Costiera</strong> - quali trasmissioni radiotelevisive di servizio<br />
“Navigare Informati” o “Via mare” oppure le importanti flash<br />
flash collaborazioni<br />
con la carta stampata utili a sensibilizzare l’utenza su<br />
determinati comportamenti - si è soffermato sulla importanza della<br />
comunicazione istituzionale.<br />
flash<br />
flash<br />
Cerimonia di inaugurazione di Circomare Jesolo<br />
Il 10 settembre 2006 si è svolta la cerimonia di innaugurazione<br />
e presentazione del nuovo Circomare di Jesolo, costituito<br />
con DPR 1 febbraio 2006 n°89. Il Circomare al comando del<br />
T.V. (Cp) Pasquale Licciardi, ha sede nello splendido compren-<br />
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sorio del faro di Piave Vecchia in prossimità della foce del<br />
Sile, che separa i comuni di Cavallino Treporti e di Jesolo e<br />
usufruisce di un edificio di tre piani, recentemente ristrutturato<br />
e di alcuni immobili minori. La sua giurrisdizione si estende<br />
dalla sponda flash nord della bocca di porto di Lido fino al Porto<br />
di Cortellazzo, comprendendo 30 Km di spiagge intensamente<br />
frequentate, due grandi porti turistici e cinque darsene per<br />
il diporto. Alla cerimonia hanno partecipato varie autorità<br />
militari e civili della Regione fra cui l’Ammiraglio Ispettore<br />
(Cp) Sergio De Stefano, in rappresentanza del Comando<br />
Generale, il Direttore marittimo di Venezia Contrammiraglio<br />
(Cp) Stefano Vignani, il Vicepresidente del Consiglio Regionale<br />
Carlo Alberto Tesserin, i Sindaci di Jesolo flash Francesco Calzavara<br />
e di Cavallino Treporti Erminio Vanin.<br />
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Nuovo gommone per la <strong>Guardia</strong> costiera di<br />
Ischia<br />
L’Ufficio circondariale marittimo di Ischia e l’Amministrazione<br />
comunale di Lacco Ameno hanno sottoscritto un contratto<br />
di comodato gratuito per un nuovo gommone pneumatico.<br />
La nuova unità è andata ad integrare le Unità<br />
navali già a disposizione della <strong>Guardia</strong> costiera di Ischia,<br />
nell’espletamento dei compiti di vigilanza e polizia marittima<br />
lungo tutto il litorale di giurisdizione.<br />
Atto finale questo di un impegno assunto personalmente<br />
del Sindaco di Lacco Ameno, Dr. Domenico De Siano<br />
con il Comandante del porto di Ischia, Tenente di Vascello<br />
(CP) Giuseppe Giovetti a dimostrazione dello sforzo<br />
quotidiano assicurato dalle locali Amministrazioni in<br />
un’ottica di totale sinergia per la salvaguardia del mare<br />
e dell’ambiente costiero.<br />
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Termoli: in ricordo del C.C. (Cp) Giuseppe Spagnolo<br />
Il 12 Ottobre scorso, ad un anno dalla scomparsa del Capitano di Corvetta<br />
(CP) Giuseppe Spagnolo, durante la partita inaugurale di un torneo di<br />
calcio, organizzato nel comune di Termoli, a cui partecipava in qualità di<br />
Capitano della squadra della locale Capitaneria di Porto, il relativo personale<br />
ne ha voluto ricordare la brillante figura di uomo e di militare organizzando<br />
una giornata flash a lui dedicata, che ha visto la partecipazione di<br />
numerosi cittadini, unitamente ad autorità militari e civili, tra cui il Sindaco<br />
del Comune di Termoli, Vincenzo Greco. La manifestazione commemorativa<br />
è iniziata con la Santa Messa in Cattedrale officiata dal Vescovo di Termoli-Larino,<br />
Monsignor Gianfranco De Luca.<br />
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É stata quindi effettuata la cerimonia di intitolazione a nome del C.C. (CP)<br />
Giuseppe Spagnolo degli impianti sportivi di Rio Vivo Marinelle, che<br />
hanno ospitato il torneo di calcio a sette “Memorial Giuseppe Spagnolo”.<br />
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L’Arcivescovo Bagnasco e i giovani<br />
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L’Arcivescovo di Genova, Mons. Angelo Bagnasco<br />
ha voluto presentarsi ad oltre mille giovani<br />
della Pastorale giovanile di Genova arrivando<br />
dal mare.<br />
A bordo della motovedetta CP 288 della <strong>Guardia</strong><br />
costiera Mons. Bagnasco, accompagnato<br />
dal Direttore marittimo della Liguria, Contrammiraglio<br />
(CP) Marco Brusco, ha salutato la folla<br />
che lo attendeva in banchina. Il nuovo Arcivescovo,<br />
nel ringraziare la Capitaneria di porto flash<br />
per il prezioso lavoro quotidiano svolto a favore<br />
della collettività, ha ricordato ai giovani che<br />
“tante piccole luci fanno un cielo stellato, ognuno<br />
sia una piccola luce di altruismo e bontà”.<br />
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Giornate della Protezione Civile<br />
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Bambini a lezione dalla <strong>Guardia</strong> costiera<br />
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I bambini della scuola materna di Grado, con le rispettive insegnanti,<br />
sono stati graditi ospiti a bordo delle motovedette della<br />
locale Capitaneria di porto. Ricevuti dal Comandante dell’Ufficio<br />
circondariale marittimo, Tenente di Vascello (CP) Riccardo Cozzani,<br />
ai piccoli ospiti sono state spiegate flash in modo semplice le<br />
regole principali della sicurezza, della navigazione e del rispetto<br />
del mare, nonché le molteplici attività della <strong>Guardia</strong> costiera.<br />
Particolare attenzione è stata data ad alcune regole di prudenza<br />
fondamentali che i bambini devono osservare per trascorre in<br />
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tranquillità una serena giornata in spiaggia o al mare.<br />
Nella storica cornice di Piazza dei Cavalieri in Pisa, con il patrocinio<br />
del Comune, si sono svolte due giornate dedicate alla Protezione<br />
Civile. La manifestazione, che ha visto la partecipazione<br />
non solo degli “addetti ai lavori”, ma anche flash di numerosi visitatori,<br />
ha avuto come fine ultimo quello di valorizzare l’intero apparato<br />
di protezione civile della Provincia, flash nonché il dispositivo di protezione<br />
civile riguardante la balneazione. A questo importante<br />
evento ha partecipato con un proprio flashstand,<br />
la Capitaneria di<br />
porto di Livorno. La manifestazione si è conclusa con la consegna dei premi Protezione Civile, alla presenza delle Autorità<br />
regionali e locali, assegnati a persone che si sono distinte nell’attività di soccorso. Tra i premiati i Comuni di 1° Cl Np<br />
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Guerino Tataranno e Alessandro De Vincentis, della locale Capitaneria di porto, con la seguente motivazione: “per l’intervento<br />
di salvataggio di un bambino privo di conoscenza e assistenza alla flash<br />
flash madre che cercava di soccorerlo, con severe<br />
condizioni meteomarine nelle acque di Marina di Vecchiano”.<br />
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L’On. Gentile in visita in Sicilia<br />
Alla fine di settembre il Sottosegretario ai Trasporti, On. Raffaele Gentile,<br />
accompagnato dal Comandante generale del Corpo delle capitanerie di<br />
porto, Ammiraglio Ispettore Capo (CP) Luciano Dassatti, si è recato in visita<br />
presso il 2° Nucleo Aereo <strong>Guardia</strong> costiera di Catania, la Direzione marittima<br />
di Catania e la Capitaneria di porto di Messina. L’On. Gentile, ricevuto<br />
dal Direttore marittimo di Catania, Contrammiraglio (CP) Pietro Bernardo<br />
e dal Com.te della Base del 2° Nucleo Aereo Capitano di Fregata (CP) Sergio<br />
Liardo, ha visitato la 2° Sezione Elicotteri recentemente istituita e a tutto<br />
il personale presente flash ha espresso il proprio compiacimento per l’attività operativa.<br />
Di seguito l’illustre ospite ha visitato la flash Direzione marittima di Catania,<br />
esprimendo il proprio compiacimento e quello delle istituzioni centrali per il quotidiano impegno del personale<br />
nelle varie attività, con particolare riguardo agli encomiabili risultati nelle attività di controllo del traffico mercantile e<br />
della pesca, nonché nell’attività di contrasto all’immigrazione clandestina e di salvaguardia della vita umana in mare.<br />
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L’On. Gentile ha evidenziato nel suo intervento l’attenzione che l’attuale Governo ha per i porti della Sicilia Orientale,<br />
indicando anche le principali linee guida che si intendono seguire per agevolare uno sviluppo del settore portuale.<br />
La visita si è conclusa presso la Capitaneria di porto di Messina, dove il Sottosegretario è stato ricevuto dal Com.te,<br />
Capitano di Vascello (CP) Antonino Samiani che ha brevemente illustrato le attività svolte per assicurare nel territorio<br />
costiero e nel mare di giurisdizione, flash legalità, sicurezza e rispetto per l’ambiente.<br />
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“Fiabaday” a Livorno<br />
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Nel mese di ottobre, presso la Capitaneria di porto<br />
di Livorno, si è svolta la manifestazione “Fiabaday”,<br />
promossa dal Fondo italiano abbattimento barriere<br />
architettoniche. L’evento, promosso dal Comando<br />
generale flash del Corpo delle capitanerie di flash porto, ha<br />
avuto come obiettivo quello di promuovere una maggiore<br />
fruibilità del trasporto e del diporto marittimo<br />
da parte delle persone diversamente abili. Gli ospiti,<br />
accompagnati dal Dr. Marco flash Rossi, in rappresentanza<br />
della Croce Rossa, hanno effettuato una uscita in<br />
mare con la motovedetta CP 286, e successivamente<br />
sono stati ricevuti dal Direttore marittimo, Contrammiraglio<br />
(CP) Salvatore Giuffrè.<br />
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Palermo: visita del Ministro Bianchi<br />
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Nel mese di settembre il Ministro dei Trasporti, Prof. Alessandro<br />
Bianchi, ricevuto dal Direttore marittimo della Sicilia occidentale,<br />
Contrammiraglio (CP) Ferdinando Lavaggi, ha visitato il porto della<br />
città di Palermo. Successivamente il Ministro ha visitato la locale<br />
Capitaneria dove ha tenuto una conferenza stampa ed ha concluso<br />
la sua visita flash presso la sala Operativa. Il Ministro Bianchi si è congedato<br />
ringraziando il personale presente per l’accoglienza ricevuta,<br />
esprimendo apprezzamento per la qualità del lavoro e la tecnologia<br />
acquisita.<br />
L’Onorevole Pinotti in visita a Genova<br />
Il Presidente della Commissione Difesa della Camera, On.<br />
Roberta Pinotti ha visitato il porto di Genova a bordo della<br />
Motovedetta Cp 288. L’ospite, ricevuto dal Direttore marittimo<br />
della Liguria, Contrammiraglio Marco Brusco, ha voluto anche<br />
conoscere in modo più approfondito i compiti istituzionali del<br />
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Corpo delle capitanerie di porto. A termine della visita, l’On.<br />
Pinotti si è congedata ringraziando tutti per il lavoro svolto con<br />
grande professionalità e attenzione al tessuto sociale, augurando<br />
di proseguire al meglio la missione con l’aiuto e il sostegno<br />
di tutte le flash Istituzioni.<br />
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L’Ammiraglio Trevisani visita la Capitaneria<br />
di Ancona<br />
Il Capo del Dipartimento Militare Marittimo dell’Adriatico,<br />
Ammiraglio di Squadra Marcantonio Trevisani si è recato<br />
in visita presso la Direzione Marittima di Ancona. L’illu-<br />
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stre ospite, ricevuto dal Direttore marittimo delle Marche,<br />
Capitano di Vascello (CP) Antonio Pasetti, ha prima incontrato<br />
il personale militare e civile della locale capitaneria<br />
di porto e successivamente ha proseguito la visita presso<br />
la Centrale Operativa del VII MRSC. L’Ammiraglio Trevisani<br />
ha potuto visionare i vari sistemi informatici presenti<br />
e le principali attività della locale Capitaneria ed ha<br />
espresso il proprio apprezzamento per il lavoro svolto e<br />
la dedizione al servizio del personale della flash Direzione<br />
marittima di Ancona.<br />
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data dal Direttore marittimo C.V. (Cp) Tiberio Piattelli, ha<br />
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partecipato con una propria flash rappresentanza e con unità<br />
navali che hanno svolto il servizio di vigilanza e polizia<br />
Visita del Vice Ministro flash On. De Piccoli a<br />
marittima nello specchio acqueo antistante la banchina.<br />
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flash Ravenna flash<br />
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Nel mese di ottobre il Vice Ministro dei Trasporti, On. Cesare<br />
De Piccoli, flash accompagnato dal Comandante generale del<br />
Corpo delle capitanerie di porto, Ammiraglio Ispettore<br />
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Capo (CP) Luciano Dassatti, flashha<br />
incontrato le Autorità regionali,<br />
provinciali e comunali, i rappresentanti politici e l’im-<br />
flash<br />
flash prenditoria locale per discutere le problematiche legate allo<br />
sviluppo del porto di Ravenna. L’incontro, ha commentato<br />
flash<br />
l’On. flash De Piccoli, è stato positivo sia nel metodo che nel flas<br />
merito.<br />
Il Vice Ministro ha parlato di una svolta per la portualità ita-<br />
flash liana: dopo cinque anni di paralisi, il 2007 tornerà ad<br />
flash<br />
essere l’anno degli investimenti per i porti e per Ravenna si<br />
flash profila un ruolo di primo piano. Dopo un “giro flash di ricogni-<br />
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zione” al porto in motonave, l’On. De Piccoli ha visitato la<br />
locale Capitaneria di porto ed ha avuto parole di compiaflash<br />
cimento e di apprezzamento per l’organizzazione e per<br />
l’attività espletata dal Corpo delle flash capitanerie di porto.<br />
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La statua del marinaio guarda di nuovo il<br />
mare<br />
Si è recentemente svolta a Marina di Ravenna la cerimonia<br />
solenne per l’inaugurazione del monumento dedicato a<br />
Nazario Sauro, che torna dopo molti anni, a pochi metri di<br />
distanza dalla sua originaria collocazione. Alla cerimonia,<br />
promossa dall’Autorità Portuale di Ravenna, dalla locale<br />
Capitaneria di porto e dall’Associazione Marinai d’Italia di<br />
Ravenna, hanno partecipato le Autorità cittadine civili, religiose<br />
e militari, le Associazioni Combattentistiche e d’Arma<br />
del territorio ravennate, nonché i Gonfaloni della Provincia e<br />
quello del Comune di Ravenna. Il Presidente dell’Autorità<br />
Portuale, Dr. Giuseppe Parrello, ha flash scoperto il monumento<br />
mentre venivano resi gli onori dai reparti militari schierati<br />
e suonavano le sirene di tutte le navi presenti nel canale<br />
Candiano. Al Vicesindaco Giannantonio Mingozzi il compito<br />
di ricordare la flash figura di Nazario Sauro, il martire flash<br />
istriano impiccato dagli austriaci 90 anni fa, a soli 36<br />
anni e che nel 1915 si arruolò volontario nella Marina<br />
Militare Italiana. La capitaneria di porto di Ravenna, gui-<br />
flash<br />
“Titania” torna in mare<br />
La Fondazione cetacei di Riccione, di concerto con la Capitaneria<br />
di porto di Ancona e con la Protezione Civile di Numana,<br />
ha riportato a mare la tartaruga “Titania”. La tartaruga<br />
venne soccorsa, nel mese di agosto, da una motovedetta<br />
della Capitaneria di porto di Ancona flash in condizioni disperate,<br />
a causa di un incidente con una nave in transito. Affidata alle<br />
cure della Fondazione Cetacei di Riccione, dopo due mesi di<br />
cure intensive presso la clinica specializzata di Sasso Marconi,<br />
ha nuovamente raggiunto il mare , tra gli applausi del pubblico<br />
presente. Alla tartaruga flashè<br />
stato applicato flash un trasmettitore<br />
satellitare GPS che consentirà di seguirla per i primi tempi<br />
nei suoi spostamenti. Presenti all’evento Autorità civili locali,<br />
numerose scolaresche e il Direttore marittimo delle Marche,<br />
Capitano di Vascello (CP) Antonio Pasetti.<br />
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