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editoriale - Guardia Costiera

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<strong>editoriale</strong><br />

Tempo. In questa nostra società che impone ritmi sempre più incalzanti,<br />

in cui la velocità nel fare è sinonimo di efficienza, quello che manca è<br />

il tempo. Non basta agire in modo corretto, lo si deve fare nei tempi<br />

giusti per non vedere compromesso, almeno in parte, il lavoro compiuto.<br />

Ne è esempio l’operazione Bahar - bonifica del mare e delle coste libanesi -<br />

iniziata appena finito il frastuono delle bombe.<br />

La velocità dell’intervento dei mezzi e degli uomini della <strong>Guardia</strong> costiera,<br />

coadiuvata da quelli della società Castalia, ha permesso di circoscrivere un<br />

disastro ambientale. O ancora il poco tempo che si ha per rispondere alla<br />

richiesta d’aiuto di chi si trova in difficoltà, come i tanti immigrati che affrontano<br />

il mare a bordo di imbarcazioni fatiscenti.<br />

E se il tempo che si dedica al lavoro è appena sufficiente, finisce che viene<br />

a mancare per noi stessi.<br />

A cominciare dalla cura del nostro fisico, sicuramente logorato dai ritmi incessanti,<br />

a quello dell’arricchimento della propria conoscenza, con la lettura di<br />

un buon libro o, più semplicemente guardando a casa un bel film scaricato da<br />

internet. Per fortuna, ogni tanto, arrivano le ferie. E allora, solo allora, riusciamo<br />

a riconquistare il tempo, il nostro tempo, dimenticando per un attimo<br />

lavoro, impegni, preoccupazioni.<br />

Non occorre andare troppo lontano: l’importante è scegliere bene il posto<br />

per le proprie vacanze. Un suggerimento? Per chi porta le stellette, il soggiorno<br />

montano del Terminillo dove, guardando la neve che lievemente ricopre<br />

tutto, comodamente seduti davanti ad un buon cioccolato caldo, ci si<br />

potrà finalmente rilassare ripensando, anche, a chi prima di noi, con impegno,<br />

buon senso e serenità ci ha permesso di continuare a percorrere la strada<br />

verso un futuro migliore.


Periodico bimestrale di informazione<br />

Anno VIII - N° 6 dicembre 2006<br />

Reg.Tribunale di Roma n° 246/99 del 7 Giugno 1999<br />

Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/03<br />

(conv. in L. n°46 del 27/02/04) art. 1 comma 1- DCB - Caserta -<br />

DIRETTORE RESPONSABILE: Elio Gallinaro<br />

CAPO REDATTORE: Massimo Maccheroni<br />

SEGRETARIO DI REDAZIONE: Fabrizio Condè<br />

REDAZIONE: Cosma Cavallo<br />

Viale dell’Arte 16 - 00144 Roma- Tel. 06.5908.4666<br />

Fax 06.5908.4798 - e-mail: notiziario@guardiacostiera.it<br />

COLLABORATORI:<br />

Vittorio Alessandro - Roberto Cianchini - Angelo Colombo<br />

Marco Embke - Erasmo Fronzuto - Cinzia Geromino<br />

Giuseppe Giovetti - Annamaria Mariotti - Dany M. Mugnaini<br />

Alessio Morelli - Cosimo Nicastro - Giancarlo Olimbo<br />

Periodico bimestrale di informazione • Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/03 (conv. in L. n°46 del 27/02/04) art. 1 comma 1- DCB - Caserta • Anno VIII - Numero 6 dicembre 2006 - € 4,00 • Soc. Editrice Imago Media Piedimonte M. (CE)<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

UNA NUOVA “HERA”<br />

LA GUARDIA COSTIERA ITALIANA IN MISSIONE OLTRE LO STRETTO DI GIBILTERRA<br />

LA SIGNORA CHE DOMINA GENOVA<br />

STORIA DI UNO DEI PIÙ FAMOSI FARI DEL MONDO: LA LANTERNA<br />

UNA NUOVA “HERA” - 6 UOMO, SIGNORE, AMMIRAGLIO - 11<br />

TOTANI TOTANI E CALAMARI CALAMARI - 26<br />

LA GUARDIA GUARDIA COSTIERA COSTIERA E IL MARE MARE - 47 FILM FILM ON LINE LINE - 50<br />

PRIMA PRIMA FASE FASE DELL’OPERAZIONE DELL’OPERAZIONE “BAHAR” “BAHAR” - 31


SERVIZI FOTOGRAFICI<br />

Paolo Greca - Luca Silvi - Annamaria Mariotti<br />

Angelo Colombo - Francesco Turano<br />

SI RINGRAZIA PER LA COLLABORAZIONE<br />

Castalia Elcomar - Circolo M.M. del Terminillo<br />

IDEAZIONE, PROGETTAZIONE GRAFICA E FOTOLITO:<br />

Graphos s.r.l.<br />

s.s. 158 loc. Pezza zona industriale 81010 Dragoni (CE)<br />

EDIZ., STAMPA E CONC. PER LA PUBBLICITÀ:<br />

Società Editrice IMAGO MEDIA<br />

Iscr. n. 1766 R.O.C. presso<br />

l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni<br />

Località Pezza Zona Industriale - 81010 Dragoni (CE)<br />

Tel. e fax 0823.866710 - www.imagomedia.it<br />

Azienda con Sistema Qualità Certificato ISO 9001:2000 da SQS<br />

ABBONAMENTI<br />

Italia: annuo € 20 (ridotto € 14) Estero: annuo € 40 (ridotto € 28)<br />

versamento su c.c.p. n° 15042815 intestato a Imago Media Editrice<br />

81016 Piedimonte Matese (CE)<br />

INQUINAMENTO INQUINAMENTO DA IDROCARBURI IDROCARBURI - 16 AFFARI, AFFARI, OTTIMISMO OTTIMISMO E TANTE TANTE BARCHE BARCHE NUOVE NUOVE - 20<br />

LA SIGNORA CHE DOMINA GENOVA - 35<br />

NAUFRAGHI PER UNA NOTTE - 44<br />

IL CODICE CODICE DEI CONTRATTI CONTRATTI PUBBLICI PUBBLICI - 54 BODY BODY BUILDING- BUILDING- 60 MARINAI SULLA NEVE - 64<br />

Flash - 68


DI ALESSIO MORELLI<br />

La <strong>Guardia</strong> <strong>Costiera</strong> in Atlantico per operazioni di contrasto<br />

all’immigrazione clandestina coordinate da “Frontex”, agenzia<br />

europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne<br />

6<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006


Come spesso avviene quando ci si confronta<br />

con un fenomeno complesso<br />

quale quello dei flussi di clandestini,<br />

l’intervento preventivo in una determinata<br />

area determina la modifica delle<br />

rotte e delle strategie di coloro che organizzano i<br />

“viaggi della speranza”. Nel 2006 si è evidenziato<br />

un notevole incremento di sbarchi aventi quale<br />

terminale di approdo le isole Canarie, con picchi<br />

elevati nei mesi di maggio ed agosto.<br />

ll Governo Spagnolo ha chiesto l’intervento dell’Agenzia<br />

Europea per la gestione della cooperazione<br />

operativa alle frontiere esterne (FRONTEX) istituita<br />

con Regolamento del consiglio n.2007 del<br />

26 ottobre 2004 con sede a Varsavia, per verificare<br />

la possibilità di finanziare e coordinare un’operazione<br />

internazionale finalizzata a limitare la<br />

partenza di imbarcazioni dedite al traffico di<br />

uomini dai paesi dell’Africa Occidentale. La Spagna<br />

veniva incaricata di sondare chi, tra gli Stati<br />

membri, era disponibile a fornire uomini o mezzi<br />

e, contestualmente, a stipulare accordi con i Paesi<br />

di origine e di partenza dei clandestini per impiantare<br />

un dispositivo operativo direttamente in loco.<br />

Su richiesta del Ministero degli Interni, il Comando<br />

Generale del Corpo delle Capitanerie di porto<br />

concedeva la disponibilità di un’Unità Navale.<br />

Dopo le necessarie riunioni preliminari di coordinamento,<br />

il giorno 11 agosto prendeva il via l’operazione<br />

“HERA II”, fase aeronavale della missione<br />

partita con l’invio nell’arcipelago di personale<br />

esperto nel riconoscimento delle etnie e della provenienza<br />

degli immigrati per il successivo rimpatrio.<br />

Area di operazioni e partecipanti<br />

In base ai mezzi disponibili ed alle aree identificate<br />

come maggiormente critiche, veniva deciso<br />

che due Unità navali spagnole, il “Rio Duarte”<br />

della <strong>Guardia</strong> Civil ed il “Petrel” della Dogana<br />

avrebbero operato in Mauritania, la corvetta portoghese<br />

“Baptista de Andrade” a Capo Verde,<br />

mentre il “Diciotti” della <strong>Guardia</strong> costiera italiana<br />

avrebbe fatto base a Dakar, in Senegal, assieme<br />

al “Rio Gabriel” ed al “Rio Ara”. Nella capitale<br />

africana sarebbero giunti anche un elicottero<br />

del “Cuerpo Nacional de Policia” spagnolo<br />

ed un ATR 42 della <strong>Guardia</strong> di Finanza italiana.<br />

Veniva istituito a Santa Cruz de Tenerife il CCO<br />

e, dopo la stipula del Memorandum of understanding<br />

tra Spagna e Senegal il 24 agosto, il Centro<br />

di comando e coordinamento a Dakar, con<br />

personale misto.<br />

Scopo fondamentale dell’operazione è stato<br />

Dall’alto: il logo del pattugliatore “Diciotti”; grafico<br />

sull’immigrazione clandestina verso le Canarie e la carta della<br />

zona di operazione<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

7


quello di pattugliare tutta la Zona Economica<br />

Esclusiva del Senegal, dalla città di Saint Louis<br />

all’estremo Nord del Paese nei pressi del confine<br />

mauritano, sino al limite Sud coincidente con il<br />

fiume Gambia e con la città di Casamance, tutte<br />

zone che assieme a Kayar e Mbour, hanno registrato<br />

il maggior numero di partenze di cayuccos,<br />

al fine di intercettare e segnalare alle locali<br />

Autorità, uniche competenti ad intervenire, le<br />

piroghe dirette verso le Canarie.<br />

In tale compito si veniva supportati dalle Unità<br />

della Marina Senegalese, cui compete il diritto di<br />

fermo e controllo, e dalle forze di polizia locali<br />

(la “Gendarmerie” e la “Police Nationale”), i cui<br />

rappresentanti sono stati imbarcati per tutta la<br />

durata delle navigazioni operative.<br />

8<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

Le differenze con l’Italia<br />

Molte sono le differenze tra le<br />

operazioni svolte in Atlantico e<br />

quelle che la <strong>Guardia</strong> <strong>Costiera</strong> è<br />

quotidianamente abituata ad<br />

affrontare nel “Mare Nostrum”.<br />

Il comportamento dei<br />

clandestini<br />

Nelle acque del Canale di Sicilia,<br />

l’individuazione dei clandestini<br />

determina, nella maggior<br />

parte dei casi, un’operazione<br />

SAR con conseguente trasbordo<br />

o rimorchio sino al porto italiano,<br />

spesso Lampedusa, meta finale<br />

predeterminata della traversata<br />

dal confine libico-tunisino, fermi<br />

restando i successivi accertamenti<br />

di polizia giudiziaria. In Senegal,<br />

viceversa, la consapevolezza<br />

del fatto che l’intercettazione<br />

comporta il respingimento alla<br />

frontiera, con rimpatrio in quella<br />

terra che si cercava di abbandonare,<br />

rende decisamente meno<br />

collaborativi i disperati presenti<br />

sull’imbarcazione in legno. Tutto<br />

ciò è dovuto, ovviamente, alla<br />

possibilità di intervenire direttamente<br />

nelle acque dello Stato di<br />

partenza o di transito. E’ altrettanto<br />

evidente che se in Italia<br />

sono le stesse persone imbarcate<br />

ad avvertire le Autorità preposte,<br />

con cellulari o satellitari, comunicando<br />

la propria posizione, in<br />

Senegal una tale opzione è da<br />

escludere ab origine. Anzi, a<br />

seguito dell’individuazione del caiucco dall’alto,<br />

tramite gli aerei inseriti nel dispositivo, si è notata<br />

la tendenza, conseguente all’avvistamento, alla<br />

modifica - talora radicale - degli elementi del moto<br />

(specialmente la rotta) con ovvie conseguenze<br />

sulla capacità di scoperta da parte dell’Unità<br />

Navale. Giungere nella zona di interesse parecchie<br />

ore dopo la segnalazione, a causa della<br />

distanza dal target plottato, significa confrontarsi<br />

con aree di ricerca molto estese e, di riflesso, vedere<br />

ridotte le possibilità di concludere positivamente<br />

l’operazione.<br />

Il tipo di imbarcazioni<br />

A fronte del classico peschereccio nordafricano o<br />

del gommone, l’immigrazione dall’area sub tropi-<br />

ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006


cale si basa sui cayuccos, imbarcazioni in legno,<br />

lunghe anche 15-20 metri, molto basse, con motori<br />

da 40CV che consentono di raggiungere una<br />

velocità media di 8 nodi ed una punta massima di<br />

11, caricate all’inverosimile di combustibile, viveri<br />

(riso in prevalenza) e persone, disposte ad affrontare<br />

viaggi di 7-11 giorni in<br />

Atlantico. Tali piroghe, per via<br />

delle caratteristiche descritte unite<br />

al “respiro” oceanico - l’onda<br />

lunga costantemente alimentata<br />

dagli alisei -, sono di difficoltosa<br />

individuazione al radar, tanto<br />

che gli apparati di scoperta sono<br />

spesso impotenti sino a meno di 2<br />

miglia dal bersaglio…obbligando<br />

ad impiegare uno strumento<br />

che, per quanto antiquato, è risultato<br />

molto efficace: l’occhio<br />

umano aiutato dal binocolo. Poiché<br />

gli spazi sono immensi, si<br />

comprende l’essenzialità della<br />

presenza di un “occhio” dal cielo<br />

e la difficoltà di intercettare di<br />

notte queste barche qualora non<br />

vi siano precise informazioni di<br />

intelligence, nonostante la presen-<br />

za di sofisticati sistemi di optronica<br />

ad infrarossi.<br />

Il cambio di strategie<br />

In corrispondenza della necessità di non farsi intercettare<br />

e dopo un presa di coscienza delle modalità<br />

d’azione del dispositivo, gli organizzatori<br />

hanno apportato varianti al loro modo di operare:<br />

da navigazioni e partenze sotto costa, i caiucchi<br />

hanno iniziato a navigare tra le 60 e le 100 miglia<br />

dalla stessa, seguendo inizialmente una rotta<br />

Ovest fino al meridiano 18°00’ W” per accostare<br />

a Nord fino a raggiungere le Canarie;<br />

si sono ridotte le partenze dal Nord del Senegal,<br />

a causa dell’ampliamento e rafforzamento dei controlli<br />

a terra da parte delle Forze di polizia, spostando<br />

verso sud gli snodi d’imbarco. In particolare<br />

dal fiume Gambia (quindi non direttamente controllabile<br />

dal Senegal) o da Casamance, area ove<br />

- essendo presenti alcuni “separatisti” - le Autorità<br />

del Senegal hanno più difficoltà ad intervenire.<br />

Dallo studio dei sistemi di navigazione trovati sulle<br />

piroghe intercettate negli ultimi sbarchi alle Canarie<br />

si è evinto che le zone di partenza si sono spostate<br />

a latitudini più prossime all’equatore, venendo<br />

a coincidere con la Guinea Bissau, la Guinea<br />

Conakry ed il Ghana. Inoltre le rotte seguite sono<br />

state ridefinite tendendo ad orientarsi più ad Occidente<br />

(40 miglia dalle isole Capo Verde, quindi ad<br />

oltre 300 miglia dalla costa senegalese).<br />

La provenienza dei clandestini è cambiata: oltre<br />

- ovviamente - ai subsahariani, specie per le partenze<br />

dagli stati a Sud del Senegal, si è notato<br />

un incremento di asiatici, in particolare di etnia<br />

pakistana.<br />

Nella pagina affianco dall’alto: l’equipaggio di nave “Diciotti” e un momento drammatico<br />

dell’intercettazione di una barca di clandestini da parte di una nave della Marina spagnola.<br />

In alto: una motovedetta senegalese in porto.<br />

In prospettiva sembra che si stiano modificando<br />

gli stessi mezzi di trasporto: da piroghe ad<br />

imbarcazioni più solide, quali vecchi pescherecci<br />

oceanici o mercantili disarmati.<br />

lo storico passaggio dalle “colonne d’Ercole”<br />

Per raggiungere le aree di operazione il nostro<br />

Diciotti ha dovuto attraversare - prima in 141 anni<br />

di storia del Corpo - lo stretto di Gibilterra, entrando<br />

così in Oceano Atlantico alle 02.55 B del 19<br />

Agosto 2006.<br />

Nave “Diciotti” è stata anche la prima Nave bianca<br />

ad attraversare:<br />

il meridiano di Greenwich, passando in longitudine<br />

Ovest alle 05.45 B del 15 agosto;<br />

il Tropico del Cancro alle 10.06 Z del 4 settembre.<br />

Il trasferimento a Dakar ha visto l’Unità effettuare<br />

sosta nei porti di Cagliari - ove il Contrammiraglio<br />

(Cp) Vincenzo Melone, in qualità di Capo del III<br />

Reparto ed in rappresentanza del Comandante<br />

Generale, ha portato l’affettuoso saluto di tutto il<br />

Corpo - Alicante, Cadice e S. Cruz de Tenerife,<br />

percorrendo 2.753 miglia.<br />

Le acque oceaniche di Spagna, Marocco, Sahara<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

9


Occidentale, Mauritania, Senegal e Gambia sono<br />

state solcate per 68 giorni, sino alle 05.05 B del<br />

25 ottobre quando si è nuovamente passata Punta<br />

Europa.<br />

Intercettazione da parte di una motovedetta spagnola di un<br />

natante con clandestini a bordo.<br />

Durante il rientro in Italia il pattugliatore ha fatto<br />

tappa, oltre al porto canario, ad Agadir, Casablanca,<br />

Malaga, Palma di Maiorca e Cagliari,<br />

prima di ormeggiare il 2 novembre a Messina,<br />

dopo aver percorso complessivamente - in poco<br />

meno di 3 mesi - 8.148 miglia per 582 ore di<br />

moto.<br />

Efficacia dell’operazione<br />

Premesso che l’immigrazione clandestina presenta<br />

delle motivazioni economiche, geografiche, politiche<br />

che non possono essere eliminate dalla presenza<br />

di mezzi aeronavali, il pattugliamento congiunto<br />

ha consentito di ridurre notevolmente il flusso<br />

incontrollato di immigrati verso le Canarie.<br />

Hanno concorso alla realizzazione di questo risultato:<br />

l’effetto “deterrenza” dovuto alla pubblicizzazione<br />

dell’operazione ed alla presentazione di servizi<br />

televisivi ove venivano mostrati i cittadini rimpatriati;<br />

la consapevolezza della presenza in mare, senza<br />

soluzione di continuità, di Unità Navali - supportate<br />

da mezzi ad ala fissa e rotante - deputate ad<br />

eseguire controlli intensi e continui;<br />

il fermo ed il respingimento alla frontiera di numerosi<br />

clandestini, intercettati in mare ovvero fermati<br />

direttamente a terra prima di imbarcare sulle piroghe;<br />

l’inizio del mese di Ramadan;<br />

il graduale peggioramento degli elementi meteomarini,<br />

specialmente nelle aree geografiche anti-<br />

10<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

stanti Cap Blanc e Cap Timiris.<br />

Le valutazioni sull’efficacia dell’impiego non possono<br />

tuttavia essere considerate definitive, sia per<br />

la “dinamicità” del fenomeno e dei suoi attori, sia<br />

perché l’operazione è tuttora in corso, sia in quanto<br />

lo scenario ove si trovano ad operare le forze<br />

sotto egida UE è ben più ampio delle acque senegalesi.<br />

L’impiego dell’Unità Navale della <strong>Guardia</strong> <strong>Costiera</strong><br />

Italiana, il mezzo più grande a disposizione del<br />

FRONTEX nella zona 3 del dispositivo, è risultato<br />

comunque molto importante per:<br />

le caratteristiche tecniche ed i moderni sistemi in<br />

dotazione, dalle comunicazioni alla scoperta;<br />

l’autonomia in area di operazioni, che ha consentito,<br />

intercettato il target, di seguirlo e mantenerlo<br />

sotto costante controllo sino all’arrivo delle preposte<br />

Unità della Marina Nazionale Senegalese, alle<br />

quali venivano trasmessi (ed aggiornati) tutti gli<br />

elementi utili per l’intervento;<br />

la possibilità di essere impiegato a considerevoli<br />

distanze dalla costa, per periodi di tempo anche<br />

prolungati e comprensivi dell’arco notturno.<br />

Gli attestati di stima nei confronti del Corpo ed i<br />

legami di amicizia stretti con tutto il personale partecipante<br />

fanno pensare che l’operato della <strong>Guardia</strong><br />

<strong>Costiera</strong> sia stato molto apprezzato.<br />

Prospettive e sensazioni<br />

L’operazione è destinata a riproporsi - e passi in<br />

questo senso sono già stati mossi dalla Spagna per<br />

ottenere una copertura finanziaria negli anni<br />

2007 - 2011- nell’ottica di una sempre maggiore<br />

integrazione tra gli Stati dell’Unione e di un<br />

approccio “europeo” a problematiche comuni.<br />

In questo contesto “HERA II” ha segnato per il<br />

Corpo la tappa rilevante di un percorso iniziato da<br />

tempo. Cammino che lo proietta in una dimensione<br />

internazionale, che lo porta a confrontarsi, collaborare<br />

ed a operare in prima linea con forze<br />

omologhe di Paesi non solo europei, nei campi<br />

dell’immigrazione, dell’ambiente, della pesca, del<br />

controllo sul traffico marittimo.<br />

Mai come in questo momento, chi ha avuto l’onore<br />

ed il privilegio di raggiungere mete che solo<br />

fino a qualche anno fa sembravano sogni irrealizzabili,<br />

sente come proprie le parole che Fiorella<br />

Mannoia e De Gregori hanno intonato ormai molti<br />

anni orsono: “…la Nave è fulmine, torpedine e<br />

miccia, scintillante bellezza, fosforo e fantasia<br />

…molecole d’acciaio, pistoni, rabbia, guerra<br />

lampo e poesia…in questa notte elettrica e veloce,<br />

in questa croce di ‘900, il futuro è una palla di<br />

cannone accesa e noi lo stiamo quasi raggiungendo...<br />

ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006


In ricordo dell’Amm. Isp. Capo (CP) Francesco Cerenza<br />

DI ERASMO FRONZUTO<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

11


Una sottile scia bianca, alta e netta di un<br />

jet, diretto a ponente, tagliava il tersissimo<br />

cielo meridiano di Roma: l’anima<br />

dell’Ammiraglio (Cp) Francesco Cerenza<br />

lasciava Piazza Euclide per l’ultimo<br />

approdo celeste. La proverbiale ottobrata romana<br />

permeava quel pomeriggio del 17 ottobre calmo e<br />

sereno e invadeva dolcemente l’anima di una moltitudine<br />

di persone sul sagrato della Chiesa del<br />

Sacro Cuore di Maria. Quanta gente! le amate<br />

figlie, le adorate nipoti, i parenti... come in ogni rito<br />

funebre e poi 60 splendide<br />

divise blu ed innumerevoli<br />

amici ed estimatori<br />

accorsi da tutta l’Italia a<br />

dare l’estremo saluto ad<br />

un Uomo che ha meritato<br />

gli onori di un grande<br />

addio!<br />

C’erano le massime<br />

Autorità della Marina ed<br />

il Comandante Generale<br />

del Corpo delle Capitanerie<br />

di Porto con il suo<br />

staff centrale e parte di<br />

quello periferico; c’erano l’Ammiraglio Ispettore<br />

Capo che lo ha preceduto e quelli che lo hanno<br />

seguito al vertice del Corpo, c’erano un suo ex autista,<br />

le sue badanti...i suoi “Amici del Circolo Caio<br />

Duilio”. Tutti, prigionieri di un indugio che tradiva la<br />

mestizia di un’autentica perdita subita, stentavano a<br />

sciogliersi. Perchè? Condoglianze, tardivi commiati<br />

e convenevoli per chi ripartiva per città lontane, non<br />

giustificavano il lungo e gradito indugio: era come se<br />

volessero, da amici, continuare a stare insieme per<br />

sentirlo ancora tra loro con l’eco di una deliziosa<br />

suonata d’organo offertagli da un giovane legato a<br />

lui da reciproca ammirazione.<br />

Chi era quest’Uomo che a diciassette anni dal congedo<br />

aveva raccolto così tanti importanti e cari personaggi?<br />

Chi gli è stato vicino per oltre quarant’anni, da sottordine<br />

al primo impiego, ad Assistente al Comando<br />

Generale e da Amico nella quiescenza, lo ricorda<br />

Ufficiale Tecnico e coordinatore degli uffici a piano<br />

terra della Capitaneria di Porto di Civitavecchia<br />

negli anni ‘60. Vi fu trasferito d’autorità perchè, riferiva,<br />

aveva osato scrivere uno dei primissimi libri per<br />

il conseguimento della patente nautica, sottraendo<br />

tempo al servizio!<br />

Con la Signora Enrica e le figlie Annamaria e Renata<br />

aveva l’alloggio in quella specie di frigorifero permanente<br />

che era Forte Michelangelo. Equivaleva<br />

alla massima punizione per uno che ha sempre aborrito<br />

il freddo ed anche il minimo spiffero.<br />

Il lavoro serio ed impegnativo era pane per i suoi<br />

12<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

Ammiraglio Ispettore Capo (Cp) Francesco Cerenza<br />

Nato a Salerno il 26 agosto 1924 è stato nominato<br />

<strong>Guardia</strong>marina il 26 novembre 1948. Ha ricoperto<br />

molteplici incarichi in vari Uffici Marittimi, presso lo<br />

Stato Maggiore della Marina ed il Ministero della<br />

Marina Mercantile. Ha comandato la Capitaneria di<br />

Porto di Salerno ed è stato Direttore Marittimo e<br />

Comandante del Porto di Livorno, Venezia e Genova.<br />

Destinato a Marispegecap dal settembre 1983 ha<br />

ricoperto gli incarichi di Capo del 3° Reparto quindi<br />

Vice Ispettore e Capo del 1° Reparto, e successivamente,<br />

dal gennaio 1987 ad agosto 1989, di<br />

Ispettore Generale delle Capitanerie di Porto.<br />

denti, sicché, baciate le figliolette che, cartella a zainetto<br />

sulle spalle, venivano a salutarlo in ufficio tutte<br />

le mattine avviandosi a scuola, iniziavamo la giornata<br />

con una riunione “sui generis” (oggi si direbbe<br />

“briefing”, ma quello era “ante litteram”).<br />

“Guagliù oggi c’è da fare questo qua e quello là; per<br />

quest’altro, Signor V., vada avanti come concordato<br />

ma attento a quel problema; Signor F. si prepari una<br />

uscita in mare con la Barnett e lei Signor T. pianifichi<br />

per domani una vigilanza pesca con la Supersperanza,<br />

perchè QUELLO LA a Roma ci tiene assai! Ed ora<br />

per vedervi andare a faticare<br />

con il sorriso sulle labbra,<br />

vediamo chi ha una<br />

bella barzelletta pronta...e<br />

fresca!” Ce n’era sempre<br />

qualcuna ed anche una<br />

seconda e poi basta: al<br />

lavoro!<br />

In quegli anni uscì un<br />

disco a 33 giri con inciso<br />

un lavoro del grande<br />

Eduardo De Filippo: “Vincenzo<br />

De Pretore”. Il<br />

primo ufficiale ad andare<br />

in franchigia a Roma, ove era già reperibile, fu da<br />

lui incaricato di acquistarne più copie e ci riuscì.<br />

Lo ascoltavamo divertitissimi molte volte e lui si<br />

faceva le “meglio risate”. Ai “briefing” susseguenti<br />

ce ne declamava pezzi spassosi...come viatico,<br />

onde andare a lavorare in letizia!<br />

Gli rimarrà sempre caro “Vincenzo De Pretore”<br />

tanto che da Capo Reparto e da Ammiraglio Ispettore<br />

prima e poi...da pensionato non si privava di<br />

leggerlo, farlo leggere (unitamente a brani di Ferdinando<br />

Russo, Totò, De Crescenzo ed altri autori<br />

annessi) per sè e gli amici che almeno una volta<br />

alla settimana gioivano della sua piacevolissima<br />

compagnia al Circolo Marina o in ristorantini ben<br />

apprezzati a Santa Barbara ed in ogni occasione<br />

propizia.<br />

Nella splendida carriera dell’Ammiraglio seguirono<br />

variegati ed importanti incarichi anche al di<br />

fuori delle Capitanerie: Addetto all’On.le Sottosegretario<br />

per la Marina Mercantile, Capo della<br />

sezione Logistica navale di Maristat, Vice Presidente<br />

del Provveditorato al Porto di Venezia e Presidente<br />

reggente al CAP di Genova. Di particolarissima<br />

rilevanza si rivelò la soluzione da lui escogitata,<br />

per lo S.M.M. che lo attivò, onde demolire<br />

legittimamente la struttura, sorta in acque internazionali<br />

dell’Adriatico, di un casinò da gioco d’azzardo,<br />

i cui autori intendevano sottrarsi alle giurisdizioni<br />

territoriali statali.<br />

All’acutezza dell’ingegno univa l’affabilità della<br />

parola, la bella ed esauriente prosa, l’arguzia<br />

ANNO VIII N° 6 - DICEMBRE 2006


della trovata risolutiva e della battuta appropriata,<br />

la signorilità del comportamento e la salda dignità<br />

della persona e del ruolo chiamato a svolgere.<br />

Soprattutto aveva un cuore grande, per sensibilità<br />

e capacità di comprensione umana, nonché una<br />

bontà fuori dal comune ed un’accattivante maniera<br />

di ottenere collaborazione piena e costruttiva.<br />

Aperto al colloquio con tutti ed alle idee dei collaboratori,<br />

gli bastava interloquire con un: “che ne<br />

pensate del tale problema?” o “Professò guardate<br />

questa cosa…”, e l’uomo del suo staff si fiondava<br />

letteralmente sulla…cosa/problema oppure “Quella<br />

vostra idea per la tale faccenda mi piace, la<br />

prepariamo insieme”. Una volta con un: “Padrone<br />

mio, per il serio problema del personale e dei<br />

mezzi indispensabili ci servirebbe una…mappatella<br />

‘e soldi” strappò il primo sorriso benevolo e promettente<br />

al Ragioniere Generale dello Stato. Ed<br />

ancora: ”Questa brutta faccenda deve<br />

finire…deve!!” e guardava negli occhi colui che<br />

doveva finirla…e la finiva.<br />

Era, nella pacatezza coraggiosissimo, come<br />

vedremo dai fatti.Ovviamente non tutto era facile.<br />

Le difficoltà incontrate erano crescenti col l’aumento<br />

delle responsabilità e le cose più ostiche erano<br />

connesse alle innovazioni. Da Capo dell’allora<br />

Reparto 3° di Marispegecap (Mezzi Navali ed<br />

Amministrazione) e con il consenso dell’Ispettore<br />

Generale, per la prima volta nella nostra storia<br />

convocò dalla periferia 4 Ufficiali superiori tra i<br />

maggiori esperti del Corpo; illustrò loro la pianificazione<br />

pluriennale ed il programma annuale di<br />

acquisto di mezzi navali per i servizi d’istituto e ne<br />

richiese il parere costruttivo al fine di poter prendere<br />

una decisione partecipata e possibilmente condivisa.<br />

La stessa cosa fece da Ispettore Generale,<br />

per ben 2 volte con tutti i Direttori Marittimi, a proposito<br />

del futuro e delle competenze delle Capitanerie.<br />

A quell’epoca, ogni 3 - 4 anni sorgeva una iniziativa<br />

altrui di spoliazione o confluenza o spartizione<br />

o sparizione del Corpo delle Capitanerie di<br />

porto. Lo spunto delle drastiche ipotesi di ridimensionamenti<br />

e, quindi, di cessioni di competenze a<br />

famelici attaccanti, era costituito dal fatto che a<br />

fronte della enorme dilatazione dei servizi d’istituto<br />

delle Capitanerie non si riusciva ad espletarli<br />

senza l’adeguato aumento del personale, per il<br />

quale ostava l’insormontabile incapienza del<br />

bilancio della Difesa (c.d. “forza bilanciata”).<br />

Ebbene, in tutti i tre confronti i convocati espressero<br />

linee diversissime e contrastanti tra loro, moltissime<br />

critiche, nessun apprezzamento e neanche<br />

una proposta costruttiva, praticabile nelle contingenze<br />

a breve termine. L’Ammiraglio ne rimase<br />

amareggiato e tra sé dovette concludere che se il<br />

R.D. 19.2.1940 n°194 e le leggi di bilancio<br />

annuali assegnavano all’Ispettore Generale, e solo<br />

a lui, taluni compiti e responsabilità, allora la<br />

“croce” doveva portarla da solo, mentre la “democratica”<br />

partecipazione della periferia alla condivisione<br />

delle decisioni, vitali per il Corpo e le Capitanerie,<br />

poteva aspettare la pienezza dei tempi<br />

del futuro legislatore.<br />

L’Ammiraglio Cerenza in visita presso la base aerea della<br />

<strong>Guardia</strong> <strong>Costiera</strong> americana. (Gennaio 1988.)<br />

Fatto sta che dopo qualche giorno dall’ultima riunione<br />

l’Ispettore, con un ristretto staff, decise di<br />

impegnare tutto se stesso e le risorse umane centrali<br />

ad escogitare soluzioni che, adottate in seguito,<br />

avrebbero cambiato in meglio il modo di essere e<br />

l’immagine pubblica della insostituibile organizzazione<br />

delle Capitanerie.<br />

Dopo una cauta apertura del suo predecessore,<br />

l’Ammiraglio Cerenza una prima rivoluzione di<br />

capitale importanza l’aveva già messa in pratica.<br />

Marispegecap era la “madre” di tutta la periferia,<br />

dalle Delemari alle Direzioni Marittime: la prospettazione<br />

delle varie e numerose problematiche periferiche<br />

poteva essere indirizzata a, od anche, all’Ispettorato<br />

Generale per una realistica valutazione,<br />

senza timore di essere “arronzati” o “giudicati”;<br />

Marispegecap non era più “un nemico” e non veniva<br />

più definita negli uffici dipendenti “Ente inutile e<br />

vessatorio”. Questa rivoluzione a costo zero fece<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

13


ipartire la speranza, la serenità del personale ed il<br />

suo rendimento, oltre che il riattaccamento al Corpo<br />

ed al lavoro. Ad un certo momento da Palazzo Chigi<br />

arrivò una confidenza: 3 - 4 mila uomini delle Capitanerie<br />

non sono un problema: accorparli altrove era<br />

nella testa di qualche consulente e fin’anche realisticamente<br />

ipotizzato. Anche i funzionari della Marina<br />

Mercantile scalpitavano per ottenere per sé le Direzioni<br />

Marittime ed altre funzioni a scapito del personale<br />

C.P. Per resistere a tale destino occorreva dimostrare<br />

che per svolgere soddisfacentemente tutti i<br />

compiti d’istituto e quelli aggiunti dalle varie normative<br />

occorreva unicamente potenziare uomini, mezzi<br />

e infrastrutture C.P., che spartizioni, confluenze e<br />

fagocitazioni erano e sono mortali per gli indispen-<br />

L’Amm. Cerenza con parte del suo staff a Marispegecap nel settembre<br />

1987.<br />

sabili servizi richiesti dai ceti interessati e dalla<br />

nazione. A fronte di una esigenza di triplicazione<br />

del personale, la Difesa/Marina, messa al corrente<br />

della situazione drammatica non poté offrire che un<br />

centinaio di marinai di leva… per la solita “forza<br />

bilanciata”. Intanto, nell’ambito dell’attuazione della<br />

legge sulla “Difesa del Mare” (L. 31.12.82 n° 979)<br />

si avviava il primo incremento dei soli Ufficiali C.P.<br />

r.n. e iniziarono le costruzioni delle nuove sedi<br />

delle Capitanerie. Per le più urgenti, quella di<br />

Roma in particolare, l’impegno diretto dell’Ammiraglio<br />

fu grande, la sede di Roma a Fiumicino si<br />

può dire che fu da lui disegnata: idonea per spazi<br />

e servizi a soddisfare anche parte delle più impellenti<br />

esigenze di Marispegecap e del suo ruolo<br />

nazionale ed internazionale. Iniziava anche la<br />

costruzione di otto unità di altura classe 400 finalizzate<br />

al soccorso ed all’antinquinamento, nonché<br />

l’acquisizione dei primi aerei Piaggio P166 per<br />

sorveglianza ecologica e pattugliamento marittimo.<br />

L’avvio a realizzazione della componente<br />

aerea C.P. (che arrivò all’ala fissa prima della<br />

Marina Militare) fu un fatto epocale ed impegnò<br />

l’Ammiraglio Cerenza oltre ogni limite, ed i suoi<br />

collaboratori di conseguenza. Creare un nuovissi-<br />

14<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

mo servizio di mezzi aerei, complesse infrastrutture<br />

ed uomini specializzatissimi, laddove neanche<br />

la “madre” Marina Militare possedeva esperienza<br />

diversa dall’abilitazione dei suoi piloti negli USA,<br />

fu una impresa degna dell’Ammiraglio e del suo<br />

staff, considerato anche che il capitolo di bilancio<br />

relativo era affidato all’Ispettorato Difesa di Mare.<br />

Aerei, uomini e servizi, con grande coraggio<br />

“decollarono” ed i “guaglioni di Cerenza” con<br />

grande gioia videro il loro Capo soddisfatto ricevuto<br />

perfino dal Comandante Generale della grande<br />

“COAST GUARD U.S.A.”<br />

Ma il capolavoro dell’Ammiraglio Cerenza fu il<br />

disegno di legge sull’incremento del personale<br />

C.P. e, con esso, la nascita dell’attuale Corpo delle<br />

Capitanerie di Porto che venne a comprendere<br />

non solo tutti gli Ufficiali (com’era prima) ma tutti<br />

gli altri: Sottufficiali, Graduati e Nocchieri di<br />

Porto, con tutte le numerose e crescenti specializzazioni.<br />

Spese ogni energia, sua e del suo staff, in<br />

promemoria, relazioni, colloqui, analisi sempre<br />

più approfondite e rispondenti a fugare tutti i<br />

dubbi. Triplicare un Corpo dello Stato non ha precedenti<br />

nella storia! Ricerche, analisi, confronti e<br />

discussioni portarono alla redazione di un dossier<br />

che partiva dalla ricognizione di tutti i<br />

compiti/attribuzioni delle Capitanerie ed all’asseveramento<br />

della entità e sviluppo, secondo norme<br />

già in vigore, di ciascuno di essi. Il dossier proseguiva<br />

con l’individuazione delle funzioni necessarie<br />

ad adempiere ciascun compito e, quindi, quantizzava<br />

gli uomini e le loro specificità occorrenti<br />

per ogni funzione da svolgere. Alla fine l’indispensabile<br />

incremento di personale, giustificato uomo<br />

per uomo, risultò essere di 6.500 unità, che<br />

aggiunti ai 4.000 circa esistenti (di leva al 60%)<br />

proiettavano il Corpo a superare le 10.000 persone,<br />

entità sufficiente per gli anni ’90 e difficile<br />

da…digerire da eventuali fagocitatori! L’Ispettore<br />

Generale con il dossier convinse all’ennesimo<br />

incontro lo Stato Maggiore Marina sulla indispensabilità<br />

e l’urgenza dell’incremento richiesto con<br />

un provvedimento “ad hoc” e quindi, si passò al<br />

Comitato dei Capi di Stato Maggiore ed al Consiglio<br />

Superiore delle FF.AA. Tutti presero atto e si<br />

convinsero perché la posta in gioco per la Difesa<br />

era la fatale perdita dei porti e dell’amministrazione<br />

marittima C.P. così capillarmente diffusa sul territorio.<br />

Tuttavia senza copertura finanziaria tutto rimaneva<br />

fermo, nella assoluta incapienza dei fondi di bilancio<br />

della Difesa e nella scarsa propensione del Parlamento<br />

di allora ad aumentarne gli stanziamenti.<br />

Ed ecco l’idea geniale dell’Ammiraglio Cerenza:<br />

bisogna uscire dal bilancio della Difesa e poiché il<br />

90% dei compiti delle Capitanerie fanno capo al<br />

ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006


Ministero della Marina Mercantile è più naturale ed<br />

ovvio che su questo Dicastero gravino le spese per<br />

tutto il personale. L’idea venne subito appoggiata<br />

dalla Marina e dall’intera Difesa che così si sgravava<br />

anche dell’onere degli stipendi ed accessori per<br />

i Sottufficiali, Graduati e Nocchieri di Porto. Il Ministro<br />

della Marina Mercantile intravide un Corpo più<br />

legato alle incombenze del proprio Dicastero e<br />

diede via libera. Il provvedimento “ad hoc” si<br />

sbloccò poco dopo il congedo dell’Ammiraglio (L.<br />

255 del 6.08.1991) e fu completato dai suoi successori.<br />

Intanto una ulteriore coraggiosissima battaglia,<br />

combattuta personalmente ed in quasi segretezza,<br />

era stata vinta dall’Ammiraglio. Senza aggravio<br />

spesa di bilancio e stornando da un capitolo all’altro<br />

della Rubrica “Capitanerie di Porto”, ritagliò<br />

quel 25% dell’indennità di polizia giudiziaria (ex<br />

legge 121/81 e D.L. 397/87 convertito in L.<br />

468/87) a favore di tutto il personale C.P. in relazione<br />

al sacrosanto diritto connesso ai rischi dell’espletamento<br />

delle funzioni di P.G.<br />

L’impresa gli costò una “lavata di testa” da parte<br />

dell’allora C.S.M.M., preoccupato, forse oltremisura,<br />

dell’introduzione della disparità retributiva<br />

adottata “subdolamente” solo a favore del personale<br />

C.P. Non se lo meritava, perciò fece cortesemente<br />

presente che era solo 1/4 e di una indennità<br />

alla stregua di quella dei sommergibilisti o del<br />

personale aereo.<br />

Un’altra iniziativa fu da lui portata al successo: la<br />

nascita della rivista “<strong>Guardia</strong> <strong>Costiera</strong>”.<br />

Prima del congedo vide la luce il provvedimento<br />

interministeriale di istituzione del servizio di “<strong>Guardia</strong><br />

<strong>Costiera</strong>”, strumento operativo di rilevanza eccezionale<br />

e dagli sviluppi entusiasmanti.<br />

Geloso custode delle attribuzioni e del merito acquisito<br />

dal personale delle Capitanerie nella sua gloriosa<br />

storia ultracentenaria, dovette ingoiare qualche<br />

“pillola amara” dall’ultimo Ministro. Questi, che<br />

aveva scambiato o sostituito molti Direttori Generali,<br />

apprese, ad un certo punto, che la nomina o la sostituzione<br />

dell’Ispettore Generale del Corpo delle Capitanerie<br />

di Porto avveniva per legge e non dipendeva<br />

affatto da lui: la cosa non gli garbò ed iniziò un<br />

atteggiamento ostile.<br />

Cerenza, da gentiluomo, rispose col silenzio, perché<br />

c’era di mezzo la dignità della sua funzione.<br />

Dopo qualche tempo, in congedo, il lungo servizio,<br />

la carriera, le battaglie vinte, e qualche amarezza,<br />

tutto veniva da lui visto con saggezza, distacco e<br />

bontà. Penso che il suo tratto più importante e che<br />

rimane a tutti quelli che lo hanno conosciuto è proprio<br />

la bontà nella dignità della persona. Basti dire<br />

che i suoi diretti dipendenti mettevano nell’agire ogni<br />

diligenza possibile in maniera che il risultato consen-<br />

tisse di “non fare una brutta figura con lui”: non era<br />

una questione di adempimento puntuale di un dovere,<br />

ma di dignità personali (le nostre nei confronti<br />

della sua).<br />

L’Amm. Cerenza durante la cerimonia di consegna del “Premio Nazionale<br />

del mare” al Comandante di Locamare Lampedusa T.V. (Cp) Michele Niosi,<br />

con il Presidente della giuria del premio C.A. (Cp) Erasmo Fronzuto.<br />

(Fiumicino, ottobre 2002)<br />

Di noi suoi collaboratori e poi Amici a lui è rimasta<br />

la sincera devozione e l’affetto. Sul letto dell’ospedale<br />

Celio ha detto e ripetuto “Sono un uomo fortunato<br />

per la famiglia e gli amici che ho avuto”.<br />

CONCLUSIONI<br />

1) Un nuovo modo di esercitare il Comando generale<br />

è nato con lui;<br />

2) il rapporto centro-periferia-centro è stato impostato<br />

e praticato con più obiettività e maggiore<br />

profitto;<br />

3) è stata abbandonata per sempre una gestione<br />

conservatrice e fatalmente “suicida” del Corpo ed<br />

impostato il futuro in ogni esigenza e compito;<br />

4) il Corpo non è più destinato a scomparire, ma<br />

si rilancia e sarà sempre più in grado di servire la<br />

comunità nazionale ed internazionale;<br />

…ecco perché 60 divise blu e tanti amici ed estimatori<br />

indugiavano a sciogliersi sul sagrato della<br />

Chiesa del Sacro Cuore.<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

15


16<br />

Criminalizzazione per reati di inquinamento marino<br />

Legislazione Europea<br />

L’High Court di Londra ha preso l’importante<br />

decisione di verificare la validità di una<br />

Direttiva Europea sulle sanzioni penali in<br />

caso di inquinamento da parte di navi. Il<br />

procedimento era stato attivato su istanza<br />

delle Associazioni di categoria ed industria<br />

marittima legate al trasporto via mare di idrocarburi.<br />

Venerdì 7 luglio 2006 il presidente dell’Alta<br />

Corte londinese ha consegnato un parere in cui<br />

ha sostenuto che i ricorrenti avevano argomenti<br />

ben fondati per contestare la validità legale<br />

della Direttiva in quattro differenti settori. Tre di<br />

questi si riferiscono al conflitto con la Legge<br />

internazionale, mentre un quarto riguarda la<br />

mancanza di garanzie legali.<br />

Concedendo il permesso “a procedere”, il Giudice<br />

ha deciso che ognuna delle quattro que-<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

DI GIANCARLO OLIMBO<br />

stioni relative alla validità della Direttiva dovrà<br />

essere riferita alla Corte Europea di Giustizia<br />

di Lussemburgo per la prevista trattazione nel<br />

corso del prossimo anno.<br />

Tale decisione segue una procedura legale<br />

insolita, senza precedenti nel settore marittimo,<br />

che produrrà inevitabilmente effetti controversi.<br />

Il precedente è ben noto, nel novembre del<br />

2002 la M/C Prestige, in navigazione al largo<br />

della Spagna, a causa di cedimenti strutturali<br />

nello scafo e a particolari condizioni di cattivo<br />

tempo in area, chiedeva alle Autorita’ marittime<br />

locali di potersi recare nel porto più vicino,<br />

ovvero in una zona di possibile rifugio. In relazione<br />

al carico inquinante trasportato (circa<br />

77.000 tons di crudo) e nel timore di possibili<br />

inquinamenti nell’area, le Autorità iberiche<br />

rifiutavano tale autorizzazione, per cui l’unità,<br />

ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006


dopo sei giorni di travaglio<br />

in condizioni<br />

meteo sempre più proibitive,<br />

si spezzava ed<br />

affondava a circa 230<br />

Km ad ovest di Vigo,<br />

riversando in mare<br />

circa 30.000 tons del<br />

suo carico. Ne conseguiva<br />

l’inquinamento<br />

dell’l’intera parte nord<br />

della costa iberica nonché<br />

di un lungo tratto<br />

delle spiagge francesi<br />

e portoghesi, riaprendo<br />

vecchie ferite in Spagna<br />

per l’episodio<br />

della Aegean Sea del<br />

1992 ed in Francia per<br />

il disastro dell’Erika nel<br />

1999.<br />

Il caso Prestige ha determinato<br />

forti pressioni politiche in Europa<br />

affinché la Commissione Europea provvedesse<br />

ad affrontare il problema della sicurezza<br />

del trasporto di idrocarburi e rinvenire<br />

misure precauzionali a protezione dell’ambiente.<br />

Giova evidenziare come in ambito internazionale<br />

il quadro normativo esistente trovi il<br />

suo modello di riferimento nella Convenzione<br />

Internazionale MARPOL 73/78, che<br />

disciplina gli obblighi delle navi a tutela<br />

dell’eco-sistema marino.<br />

In realtà, la MARPOL fa differenza tra<br />

inquinamento causato nel corso di operazioni<br />

di carico/scarico di idrocarburi ovvero<br />

come conseguenza di sinistri marittimi.<br />

Essa riconosce che le navi abbiano la<br />

necessità di eliminare i residui d’olio che si<br />

accumulano a bordo ed incoraggia quindi<br />

gli Stati ad installare dispositivi a terra per<br />

evitare che ciò sia fatto in mare aperto, riconoscendo<br />

allo stesso tempo che ci sono molti porti<br />

che non dispongono di attrezzature di raccolta.<br />

Le violazioni alle disposizioni in materia rientrano<br />

nella giurisdizione degli Stati che hanno aderito<br />

alla Convenzione e prevedono l’adozione di misure<br />

sanzionatorie tali da prevenire il verificarsi e<br />

scoraggiare il loro ripetersi.<br />

In tale contesto, uno scarico inquinante non<br />

configura una violazione di legge se prodotto<br />

a causa di un danno accidentale alla nave od<br />

ad un suo impianto. In tal caso il legislatore<br />

prevede la sussistenza di violazioni solo se<br />

dipendenti dalla accertata incapacità nella<br />

limitazione del danno dopo il sinistro, ovvero<br />

se l’armatore o il comandante hanno agito deliberatamente<br />

con l’intento o nell’incuranza di<br />

causare l’inquinamento.<br />

In definitiva, pur nella sussistenza di responsabilità<br />

civili, in caso di incidenti l’attività posta<br />

in essere non può essere stigmatizzata come<br />

“gesto criminale”.<br />

Le difficoltà insite nella distinzione tra i differenti<br />

tipi di condotta che determinano lo sversamento<br />

di sostanze inquinanti in mare (accidentale<br />

o volontario) rendono pertanto difficoltosa<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

17


l’attribuzione di responsabilità di ordine penale<br />

e civile, comportando l’adozione di misure<br />

spesso generalizzate che non facilitano il trasporto<br />

marittimo degli idrocarburi.<br />

Su tali basi e sull’onda del triste ricordo<br />

dell’”onda nera” dell’Erika del ‘99, il caso Prestige<br />

ha portato alla richiesta di nuove leggi in<br />

Europa per essere più severi verso coloro che<br />

le Autorità francesi hanno definito “gangsters<br />

del mare”.<br />

Ed infatti nel Marzo 2003, meno di quattro<br />

mesi dopo l’affondamento della Prestige, presso<br />

la Commissione Europea girava un progetto<br />

di Direttiva che stabiliva la responsabilità<br />

penale per tutti gli scarichi illegali commessi<br />

per gravi negligenze, senza distinzioni tra attività<br />

illecite volontarie e sinistri marittimi accidentali.<br />

Un rapporto del Parlamento Europeo ha espresso<br />

numerose obiezioni legali e di opportunità a<br />

tale proposta, riflettendo le estese preoccupazioni<br />

manifestate dai vari soggetti interessati in<br />

materia e dai Governi.<br />

Comunque, tali obiezioni sono state sostanzial-<br />

18<br />

nella pagina precedente dall’alto:<br />

l’Hight Court di Londra; operazioni di bonifica<br />

della costa a seguito di uno sverzamento<br />

di greggio;<br />

sopra: recupero<br />

“manuale” di greggio.<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

mente annullate durante il successivo iter politico-amministrativo<br />

della proposta, per cui, nonostante<br />

l’opposizione di Grecia, Malta e Cipro, la<br />

Direttiva Europea 2005/35/EC del 7 Settembre<br />

2005 on “Ship-source pollution and on the introduction<br />

of penalties for infringements” è stata<br />

pubblicata il 30 Settembre del 2005 ed è entrata<br />

in vigore il giorno successivo.<br />

Nella sua forma attuale, la Direttiva rimane<br />

oggetto di critiche, tanto sotto il profilo formale<br />

che sostanziale.<br />

L’essenza di tali critiche è stata sottolineata dal<br />

Dr. Thomas Mensah, ex presidente del “International<br />

Law Of the Sea (ITLOS) Tribunal” di<br />

Amburgo, all’8° Annual Caldwallader Memorial<br />

Lecture”, tenutosi a Londra il 4 Ottobre<br />

2005, che ha pubblicamente dichiarato la non<br />

conformità della Direttiva alla Legge Internazionale.<br />

Quanto sopra ha determinato la presa di posizione<br />

dell’Intertanko (Associazione degli armatori<br />

di navi cisterne) nei confronti del Segretario<br />

di Stato ai Trasporti inglese.<br />

L’azione legale per verificare la validità della<br />

Direttiva è partita il 23 Dicembre 2005,<br />

quando un’istanza per la revisione giudiziale<br />

è stata registrata presso la Administrative<br />

Court of the High Court of<br />

Justice di Londra.<br />

I procedimenti a carico del predetto<br />

ministero sono stati presentati oltre che<br />

da Intertanko, da Intercargo, Greek<br />

Shipping Committee, Lloyd’s Register ed<br />

International Salvage Union.<br />

Un preventivo esame da parte della<br />

European Court of Justice (ECJ) ha stabilito<br />

che la Direttiva non può mettere gli<br />

Stati Membri nella condizione di violare<br />

gli obblighi di un Trattato già esistente,<br />

atteso che la MARPOL impone già precise<br />

disposizioni nell’ambito degli Annessi<br />

I e II alla Convenzione.<br />

I principi generali della legge comunitaria<br />

stabiliscono inoltre che l’attività<br />

della CE deve “essere coerente e assicurare<br />

garanzie legali”. Sotto tale profilo,<br />

i ricorrenti contestano che il testo relativo<br />

alla responsabilità per “seria negligenza”<br />

presenta elementi di incertezza e soggettività,<br />

non aderendo pertanto a tale requisito.<br />

Per ragioni tecniche, la parte istante non ha diretto<br />

accesso alla ECJ, ma le sue osservazioni<br />

potrebbero essere prese in considerazione qualora<br />

il procedimento venisse portato all’attenzione<br />

delle Autorità giudiziarie di uno Stato membro.<br />

ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006


In tale contesto, come mezzo per arrivare<br />

alla ECJ, da parte degli istanti è<br />

stato deciso di adire l’High Court di<br />

Londra, essendo la Gran Bretagna<br />

sede legale principale dei loro uffici,<br />

nonché in relazione all’esistenza di<br />

precedenti in cui la predetta High<br />

Court ha proposto revisioni giudiziali<br />

di una Legge Europea senza attendere<br />

la sua preventiva applicazione<br />

in UK.<br />

Il ricorso si baserà sui seguenti quattro<br />

argomenti chiave: legittimità da<br />

parte dell’EU di imporre responsabilità<br />

penali per scarichi, da parte di<br />

navi extra europee, in mare aperto o<br />

nella Exclusive Economic Zone ed<br />

entro i limiti stabiliti per questi casi<br />

dalla MARPOL;<br />

legittimità da parte dell’EU nel non<br />

tener conto dei limiti MARPOL per gli<br />

scarichi nelle proprie acque territoriali;<br />

se l’imposizione di responsabilità<br />

penali per inquinamento dovuto a grave negligenza<br />

impedisca di giungere ad un giudizio di<br />

innocenza;<br />

se lo standard di responsabilità per grave<br />

negligenza soddisfi le garanzie legali stabiliti<br />

dalla legge. É evidente l’attesa da entrambe le<br />

parti per le imminenti decisioni che verranno<br />

assunte a riguardo.<br />

sopra dall’alto: l’affondamento della petroliera Prestige<br />

avvenuto nel novembre 2002 difronte alle coste spagnole;<br />

un momento del drammatico salvataggio dell’equipaggio<br />

della petroliera Erika affondata nel 1999 davanti le coste<br />

francesi.<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

19


Dal 7 al 15 ottobre,<br />

Genova ha ospitato<br />

l’edizione 2006 del<br />

suo Salone Nautico<br />

Internazionale, giunto<br />

alla XLVI edizione. Sono tanti gli<br />

argomenti consumati nel corso<br />

della lunga settimana fieristica<br />

che meritano di essere messi in<br />

evidenza, ma primo fra tutti è<br />

sicuramente l’aggiornamento<br />

delle aree espositive, con l’ampliamento<br />

della darsena, che<br />

porta il salone genovese a primeggiare<br />

in termini di superficie<br />

tra i saloni mondiali. Si tratta di<br />

un primato importante che nelle<br />

parole di Anton F. Albertoni, presidente<br />

UCINA, si esprime così:<br />

“L’edizione 2006 è stata un vero<br />

grande successo mondiale,<br />

all’altezza della leadership dell’industria<br />

nautica italiana.<br />

UCINA è orgogliosa di aver<br />

creato una vetrina così importante<br />

insieme a Fiera di Genova, di<br />

aver dato adeguato spazio ai<br />

produttori internazionali in<br />

acqua e di aver accolto il maggior<br />

numero di piccoli produttori<br />

negli spazi a terra. Indietro non<br />

si può tornare e il nostro impegno<br />

è di progettare già da<br />

domani (giorno successivo alla<br />

chiusura della manifestazione<br />

n.d.r.) un’edizione 2007 ancora<br />

migliorata nei servizi, nelle<br />

modalità espositive e nei percorsi<br />

per salvaguardare il primato<br />

raggiunto oggi. A tal proposito<br />

riteniamo fondamentale avere<br />

garanzie da Fiera di Genova<br />

riguardo l’attuazione del suo<br />

piano industriale e dalla città<br />

20<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006


DI ANGELO COLOMBO<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

21


per il miglioramento dei servizi.” Inevitabile il<br />

richiamo del presidente UCINA alle aspettative per<br />

le prossime edizioni che egli, ma anche tutti gli<br />

operatori che hanno partecipato a questa ultima<br />

edizione, nutrono nei confronti della Fiera e dell’amministrazione<br />

locale per il miglioramento delle<br />

strutture, in effetti, la città di Genova a volte sem-<br />

L’Amm. Dassatti con il Vicepresidente D’Alema e il<br />

Ministro Bianchi presso lo stand delle capitanerie<br />

Lo stand al salone di Genova<br />

bra “soffrire” il salone più di quanto sarebbe lecito<br />

attendersi, in particolare per quanto riguarda<br />

l’enorme apparato logistico che si muove intorno<br />

ad esso. Ma torniamo a parlare del salone nautico<br />

del 2006, della manifestazione e dei dati che<br />

sono stati raccolti con motivato entusiasmo sia dall’UCINA<br />

sia dall’Ente Fiera. Le presenze sono state<br />

calcolate all’ultimo giorno in 324.000, per un giro<br />

d’affari di circa 1 miliardo di Euro, cifra questa,<br />

che rappresenta una quota pari al 30-40% del<br />

valore totale della produzione nautica italiana.<br />

Ben 1.650 sono stati gli espositori con un incremento<br />

del 7% sul valore dello scorso anno, dei<br />

quali il 36% provenienti dall’estero, con un totale<br />

di 2.200 barche esposte delle quali 430 in acqua.<br />

Altro dato molto importante da segnalare è che<br />

oltre il 60% delle barche esposte rientrava nella<br />

categoria dei natanti, e ben 76 unità in quella<br />

delle navi da diporto, vale a dire di dimensioni<br />

oltre i 24 metri di lunghezza. Tali risultati sono il<br />

sintomo di un settore tutto sommato in buona salute,<br />

ma anche degli sforzi operati nel corso dell’ultimo<br />

anno dalla Fiera di Genova per l’ampliamento<br />

della Nuova Marina. Paolo Lombardi, presiden-<br />

22<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

Momento della cerimonia inaugurale<br />

te di Fiera di Genova, a tal proposito afferma: “La<br />

disponibilità della Nuova Marina consentirà di<br />

programmare, in collaborazione con UCINA,<br />

anche altre manifestazioni legate alle economie<br />

del mare, che andranno a implementare il calendario<br />

fieristico insieme al filone di fiere progettate<br />

per promuovere le eccellenze economiche e setto-<br />

La conferenza di presentazione<br />

riali del territorio. Il successo del salone è di buon<br />

auspicio per tutti i programmi della Fiera...”<br />

Dunque, grande entusiasmo per tutti, anche se,<br />

come è lecito attendersi, qualche lamentela da<br />

parte di alcuni operatori è d’obbligo, ci riferiamo<br />

in particolare alla novità che riguarda il Padiglione<br />

C, dove quest’anno per la prima volta, erano<br />

presenti esclusivamente aziende impegnate nella<br />

produzione di accessori. Abbiamo raccolto qualche<br />

dissapore per la scelta di dotare tutte le aziende<br />

di allestimenti standard, vale a dire con moduli<br />

predefiniti e uguali per tutti tranne che nelle<br />

dimensioni. Indubbiamente gli operatori che frequentano<br />

Genova da tanti anni non sono abituati<br />

a questo schema e non lo hanno digerito, ma è<br />

altrettanto vero che si sarebbe potuto fare di<br />

meglio, diciamo che l’attenuante per l’organizzazione<br />

è che in fondo, questa formula è stata adottata<br />

per la prima volta e dunque, c’è spazio per il<br />

miglioramento.<br />

Il Salone genovese ogni anno rappresenta<br />

anche un grande fenomeno mediatico, ma questa<br />

edizione ha ottenuto un record anche in questo<br />

caso vedendo al banco accrediti per la stampa<br />

ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006


en 1.300 giornalisti provenienti da paesi quali<br />

Argentina, Australia, Belgio, Croazia, Finlandia,<br />

Francia, Giappone e via in un lungo elenco alfabetico<br />

fino all’Ungheria.<br />

Come ogni anno il Salone di Genova è anche<br />

momento di incontro tra istituzioni e operatori, tra<br />

pubblico e istituzioni, insomma, un’occasione<br />

La staff al completo della<br />

trasmissione “Navigare Informati”<br />

presente in fiera per la consegna<br />

dell’omonimo premio<br />

Il Ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio<br />

ghiotta per tutti per mettere in chiaro le proprie<br />

intenzioni o per avanzare proposte costruttive. Di<br />

queste occasioni la quarantaseiesima edizione del<br />

salone genovese ne ha ospitate 142, tra convegni,<br />

dibattiti, presentazioni, dimostrazioni e gare sportive.<br />

Tra gli interventi più significativi troviamo<br />

quello del Ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio,<br />

il quale ha affermato: “Nessun pregiudizio sui<br />

diportisti, potenzieremo le aree marine protette.”<br />

Altri interventi importanti sono stati quelli del vicepresidente<br />

del Consiglio dei Ministri Massimo D’Alema<br />

e del ministro dei Trasporti Bianchi, il primo<br />

ha affermato: “Basta con i preconcetti verso i<br />

diportisti. Sì a un patto con le imprese per la crescita<br />

della nautica.” Il ministro Bianchi si è compiaciuto<br />

dello stato di salute del settore nautico e ha<br />

affermato: “Ha la più alta capacità di generare ricchezza<br />

fra tutti i settori dell’industria marittima, con<br />

un moltiplicatore che per ogni euro investito mette<br />

in moto una produzione di 4,5 euro.” L’atteggiamento<br />

favorevole del mondo politico nei confronti<br />

del settore nautico è molto importante, non possiamo<br />

che auspicare che si concretizzi il Patto di crescita<br />

tra le imprese di settore e il Governo propo-<br />

sto dal vicepresidente del Consiglio dei Ministri<br />

Massimo D’Alema.<br />

Vediamo ora le barche che gli operatori, nazionali<br />

e internazionali, hanno voluto proporre al<br />

mercato italiano in occasione dell’ultimo salone<br />

genovese. Le novità, ossia barche viste per la<br />

prima volta dal pubblico, sono tante e in parte le<br />

Il Ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi<br />

avevamo già viste in occasione del salone di Cannes,<br />

il quale ha preso vita in settembre. Cercheremo<br />

di citare quelle che riteniamo maggiormente<br />

interessanti per il grande pubblico, pur tuttavia,<br />

parlando anche di barche per pochi, ossia, quei<br />

superyacht che quest’anno a Genova erano numerosi<br />

come non mai. Tra i natanti, dunque barche<br />

non registrate, intendiamo segnalare inizialmente<br />

le derive, ossia le piccole imbarcazioni a vela non<br />

cabinate, destinate a chi cerca un mezzo semplice<br />

da gestire e sicuramente economico. Non sono<br />

mai molte le novità in questo segmento, ma quest’anno<br />

le aziende ne hanno proposte tre, ossia,<br />

l’Open 5.00, una barca tecnica di circa 5 metri di<br />

lunghezza, il Laser Aura, piccola deriva dedicata<br />

in modo particolare ai neofiti ma capace di regale<br />

emozioni anche ai più esperti e poi Trug, una<br />

barca decisamente originale realizzata con materiali<br />

pregiati e in grado di esprimere performance<br />

di rilievo, anche se, non è proprio la barca che si<br />

può utilizzare ovunque e sempre. Come di consueto<br />

nel padiglione riservato alle derive c’era anche<br />

il Centro Nautico Adriatico, cantiere impegnato<br />

con successo crescente nello sviluppo di progetti<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

23


Comet 52 RS<br />

che nascono dalla matita prima e dalle mani poi<br />

di velisti esperti e appassionati. Quest’anno le loro<br />

proposte erano le stesse dello scorso anno, ossia i<br />

catamarani a vela, il famoso Skipper che possiamo<br />

trovare in un gran numero di scuole di vela su<br />

tutta la penisola, il Tridente, anch’esso identificato<br />

come una barca scuola ideale, il Brezza 22, pic-<br />

North sea boats X2K<br />

colo cabinato molto pratico ed economico. Ma la<br />

segnalazione che dedichiamo al cantiere in realtà<br />

ha una connotazione diversa dal mero resoconto,<br />

infatti, parlando con il titolare abbiamo saputo che<br />

stanno lavorando a un importante aggiornamento<br />

del loro Skipper, barca di poco più di 4 metri da<br />

molti ritenuta perfetta così com’è, ma che grazie a<br />

nuove tecnologie di progettazione entro la primavera<br />

sarà ancora più performante e stabile, questo<br />

per andare incontro sempre più alle esigenze tanto<br />

della famiglia quanto degli appassionati esperti.<br />

Rimanendo nel settore della vela, vediamo nel segmento<br />

dei cabinati qualcuna delle novità presenti<br />

a Genova. Tra le proposte dei cantieri nostrani<br />

merita sicuramente una segnalazione il nuovo<br />

Comet 52 RS, dove RS deve essere interpretato<br />

come “raised saloon”, vale a dire una coperta con<br />

tuga bassa prossima a un flush deck, come si conviene<br />

alle imbarcazioni più “tirate”. Si tratta di un<br />

esemplare molto interessante per le soluzioni tecniche<br />

adottate sia per la costruzione sia per quanto<br />

riguarda gli allestimenti, dove comprendiamo<br />

anche il potente piano velico. Una barca destinata<br />

a soddisfare tanto l’amante delle crociere d’al-<br />

24<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

Sunseeker predator 82<br />

Deriva Open 5.00<br />

tura quanto chi intende affrontare crociere con la<br />

famiglia, un race/cruise come ormai sono definite<br />

queste barche nel settore. Altra imbarcazione che<br />

ci è piaciuta molto è la Rustler 42, barca dalle<br />

linee e dalla concezione classica realizzata presso<br />

il cantiere inglese Rustler di Falmouth, con zavorra<br />

incapsulata nella chiglia, dunque priva di bulloni<br />

di fissaggio allo scafo. Tre le cabine in tutto, delle<br />

quali due matrimoniali e una singola in prossimità<br />

del tavolo da carteggio, ma gli spazi sono ampi<br />

per tutti e soprattutto allestiti con molta cura. Passiamo<br />

alle imbarcazioni a motore, dove come di consueto<br />

le novità raggiungono numeri a tre cifre,<br />

quindi, non possiamo far altro anche in questo<br />

caso che selezionare qualche modello e descriverlo.<br />

North Sea Boats X2k, questo il nome di una<br />

delle barche che ci ha maggiormente incuriosito,<br />

un mezzo veloce con carena derivata dal mondo<br />

degli offshore, allestito in coperta per assicurare il<br />

giusto comfort durante la navigazione e le soste,<br />

dotato di wc all’interno della console centrale e di<br />

locale di riparo sotto la pontatura della prua. Rimanendo<br />

nel settore delle barche a motore, ma stavolta<br />

parlando di quelle che strizzano l’occhio ai<br />

pescatori, sottoponiamo all’attenzine dei nostri lettori<br />

il nuovo Rodman R1040, fisherman dotato di<br />

trasmissioni IPS di Volvo Penta grazie alle quali<br />

assicura ottime performance e comfort di marcia<br />

elevato, oltre alla ormai proverbiale cura che il<br />

cantiere spagnolo Rodman assicura alle sue realizzazioni.<br />

Dal cantiere iberico apprendiamo che<br />

ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006


stanno ampliando in maniera molto importante la<br />

loro gamma, con l’introduzione della linea denominata<br />

Muse sviluppata concettualmente e stilisticamente<br />

dall’architetto italiano Fulvio De Simoni.<br />

Sicuramente il connubio tra l’Italian Style e la competenza<br />

di De Simoni con le capacità produttive<br />

del cantiere Rodman daranno luogo a barche di<br />

Il super yacht a vela<br />

Falcon Maltese<br />

Technema 85 dei cantieri Posillipo<br />

Rodman R1040<br />

assoluto interesse. Sarebbe interessante poter illustrare<br />

ai nostri lettori tutte le novità del salone genovese,<br />

ma lo spazio che abbiamo a disposizione ce<br />

lo impedisce, pertanto, passiamo ora a uno dei<br />

superyacht, ossia barche di oltre 24 metri, che<br />

maggiormente ci ha colpiti. Si tratta del nuovo<br />

Technema 85 realizzato dal cantiere Posillipo del<br />

Gruppo In Rizzardi. Uno yacht che tiene fede ai<br />

principi costruttivi che hanno reso noto nel mondo<br />

il nome Posillipo e che beneficia delle esperienze<br />

maturate dal management del Gruppo con i cantieri<br />

Rizzardi, Italcraft e ora anche Diano. Uno yacht<br />

destinato ad armatori molto esigenti che apprezzano<br />

tanto le soluzioni tecniche per poter affrontare<br />

in sicurezza crociere impegnative, quanto quelle<br />

estetiche per poter vivere a bordo in un ambiente<br />

su misura per loro e realizzato con grande cura.<br />

Dai cantieri esteri invece, la barca che intendiamo<br />

segnalare è il Sunseeker Predator 82. Si tratta di<br />

uno yacht sportivo che porta con sé numerose soluzioni<br />

innovative, come il tettuccio apribile di forma<br />

circolare, che assicura la protezione dal sole o dall’acqua<br />

quando necessario, oppure, la circolazione<br />

d’aria per poter vivere gli spazi conviviali all’in-<br />

terno della tuga come su un grande open. Come di<br />

consueto per le imbarcazioni Sunseeker della linea<br />

Predator, anche in questo caso ci troviamo d’avanti<br />

a un mezzo dalle prestazioni elevate e dagli allestimenti<br />

molto curati, caratteristiche che per ovvie<br />

ragioni riducono il panorama di utenti potenziali,<br />

ma che rappresentano un punto di riferimento per<br />

La barca inglese Rustler 42<br />

la produzione mondiale. Ci piace chiudere questa<br />

veloce e sintetica carrellata sulle novità viste a<br />

Genova con la barca ospite d’onore della manifestazione,<br />

parliamo di Maltese Falcon, un superyacht<br />

a vela realizzato dal noto cantiere italiano Perini<br />

Navi, che ha fatto bella mostra di sé in darsena<br />

durante i giorni di fiera catalizzando l’attenzione<br />

del pubblico, al quale non poteva sfuggire in ragione<br />

delle dimensioni dello scafo, che raggiungono<br />

quota 88 metri di lunghezza, e degli alberi con<br />

vele quadre gestite da un complesso sistema computerizzato.<br />

Si pensi che la superficie totale di tela<br />

al vento può raggiungere quota 2.400 mq, mentre<br />

il dislocamento è di 1.240 tonnellate, cifre che la<br />

dicono lunga su che tipo di progetto sia, non a<br />

caso è stato definito un pezzo unico di tecnologia<br />

e design “made in Italy”.<br />

Visti gli ottimi risultati ottenuti con l’edizione<br />

2006, gli auspici del mondo politico per lo sviluppo<br />

del settore nautico, l’impegno di UCINA e dell’ente<br />

Fiera di Genova per lo sviluppo della manifestazione,<br />

non ci resta che rimandare l’appuntamento<br />

al prossimo anno sperando ancora in un<br />

bilancio complessivo favorevole.<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

25


LOLIGO VULGARIS (CALAMARO)<br />

FOTO DI F. TURANO<br />

26<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

DI DANY M. MUGNAINI<br />

ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006


Totani e calamari, molluschi cefalopodi<br />

molto particolari; sono infatti degli esseri<br />

con dieci braccia attaccate direttamente<br />

alla loro testa, con un becco ad uncino,<br />

delle pinne laterali e con la capacità di<br />

muoversi a reazione, sfruttando il principio che<br />

noi esseri “terrestri” abbiamo applicato agli<br />

aeroplani.<br />

Carta d’identità<br />

Il totano del Mediterraneo (Todarodes sagittatus)<br />

differisce dal molto simile calamaro comune (Loli-<br />

LOLIGO VULGARIS (CALAMARO)<br />

FOTO DI F. TURANO<br />

go vulgaris) per piccoli particolari che andiamo<br />

subito ad identificare. Entrambi hanno un corpo<br />

molto allungato a forma di sacco (denominato<br />

mantello) che contiene gli organi interni e dal<br />

quale sporge la testa dotata di due grandi occhi.<br />

Quest’ultima è circondata da dieci braccia, ed al<br />

centro vi si trova la bocca, caratterizzata da un<br />

potente becco ad uncino. Dei dieci tentacoli, otto<br />

sono piuttosto corti e provvisti di una doppia fila di<br />

ventose, mentre i restanti due sono di lunghezza<br />

maggiore e, nella parte terminale, hanno la forma<br />

di una piccola clava dotata di quattro file di ventose.<br />

Nel totano, le otto braccia, con 7 - 9 dentelli<br />

di cui il centrale è leggermente più grande, sono<br />

retrattili mentre non lo sono quelle più lunghe; nel<br />

calamaro, al contrario, la situazione è praticamente<br />

opposta.<br />

Entrambi hanno delle pinne laterali che partono<br />

dall’estremità del corpo e che si estendono verso la<br />

testa ma, mentre nel calamaro queste occupano<br />

quasi i 2/3 del mantello, nel totano esse sono<br />

molto più corte, non arrivando alla metà della lunghezza<br />

del mantello. Visivamente, nel totano le<br />

pinne sono unite a formare un rombo, mentre nel<br />

calamaro formano una sorta di triangolo.<br />

Lo scheletro del calamaro è formato da una sorta<br />

di penna trasparente, detta gladio o calamo, che<br />

sostiene il corpo, di colore chiaro o rosato intenso<br />

e brillante, talvolta con piccoli punti bianchi e rossi.<br />

Ha una lunghezza media variabile tra i 15 ed i 25<br />

cm, con lunghezze massime di circa 40 cm. Per<br />

quanto riguarda i nostri mari, nell’Italia meridionale<br />

è facile trovare anche un’altra specie di calamaro<br />

(Loligo forbesi), di maggiori dimensioni e di colore<br />

più scuro e rossiccio. Il totano, oltre che per le<br />

differenze appena viste, lo si riconosce anche per<br />

il colore rosso marroncino più o meno intenso del<br />

dorso e sfumato verso il giallo nella parte ventrale;<br />

la sua lunghezza si assesta intorno a 20 cm, anche<br />

se può eccezionalmente raggiungere i 50 cm.<br />

Entrambi si garantiscono la propria locomozione<br />

oltre che per mezzo alle pinne laterali e degli stessi<br />

tentacoli, soprattutto grazie ad un caratteristico<br />

organo, della forma di un tubo muscoloso, attraverso<br />

il quale espellono l’acqua a pressione contenuta<br />

nella cavità del mantello; in questo modo,<br />

per il principio di azione e reazione, l’animale si<br />

muove all’indietro con grande velocità.<br />

Il calamaro si riproduce pressoché tutto l’anno,<br />

anche se all’inizio della primavera e dell’autunno il<br />

fenomeno è maggiore. I maschi producono degli<br />

speciali sacchetti detti spermatofore, che introducono<br />

nel corpo della femmina tramite un braccio allungato<br />

e modificato. Le femmine producono quindi<br />

una grande quantità di uova, avvolte in guaine<br />

gelatinose biancastre, che attaccano a supporti soli-<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

27


di come rocce o alghe. Una volta che le uova si sono<br />

schiuse, i giovani calamari si nutriranno prevalentemente<br />

di larve di crostacei mentre una volta adulti la<br />

loro dieta varierà tra molluschi, crostacei e soprattutto<br />

pesci (che preferiscono).<br />

Entrambe le specie sono pelagiche e popolano prevalentemente<br />

il Mediterraneo e l’Atlantico, dove<br />

sono presenti anche altre specie (circa 20 per il<br />

calamaro), vivono mediamente tra i 30 ed i 300<br />

metri di profondità, spostandosi in branchi e risalendo<br />

in superficie durante la notte alla ricerca di cibo<br />

per tornare in acque più profonde durante le ore<br />

diurne. Data la loro distribuzione pressoché uniforme<br />

in tutto il Mediterraneo, i totani ed i calamari<br />

sono una delle fonti di pesca tra le più importanti<br />

per quanto riguarda i molluschi; per la loro cattura<br />

vengono usate prevalentemente<br />

reti a strascico e reti a circuizione,<br />

con l’uso, di notte, anche di lampade<br />

per attirarli in superficie. Per la<br />

piccola pesca si usano invece prevalentemente<br />

lenze con esca, specialmente<br />

nel periodo autunnale<br />

dove tendono ad avvicinarsi di più<br />

alla costa.<br />

Ad ogni modo, queste specie non<br />

sono apprezzate e predate unicamente<br />

dall’uomo ma rappresentano<br />

una buona fonte di cibo per<br />

diversi mammiferi marini quali delfini<br />

e foche,<br />

oltre a garantire<br />

la base della<br />

dieta di numerose<br />

specie di<br />

pesci predatori.<br />

In cucina<br />

Totani e calamari<br />

sono commercializzati<br />

e consumati<br />

sia freschi<br />

che congelati<br />

dal momento<br />

che in questo<br />

stato si conservano<br />

decisamente a lungo; l’animale fresco ha colori<br />

brillanti che tendono invece ad opacizzarsi con il<br />

tempo, fino ad uno sbiadimento ed un ingiallimento<br />

generale. Questi molluschi, rispetto al pesce, sono<br />

pressoché inodori da crudi mentre acquistano un<br />

profumo caratteristico ed intenso una volta sottoposti<br />

a cottura. Sia il Loligo che il Todarodes sono caratterizzati<br />

da un’alta quantità di tessuto connettivo che<br />

rende le loro carni piuttosto dure, il che consiglia una<br />

28<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

loro frollatura, per avere il giusto rapporto tra consistenza<br />

e morbidezza, prima di essere consumate.<br />

Dal punto di vista nutrizionale, il calamaro, considerato<br />

più pregiato del totano, ha un basso contenuto<br />

calorico, pur essendo una<br />

buona fonte di proteine, oltre<br />

che di sodio, potassio, calcio,<br />

fosforo e vitamina A. e<br />

B1. Per secoli alla base della<br />

cucina povera dei pescatori<br />

del mediterraneo, la loro<br />

carne si presta a diversi tipi<br />

di preparazione e, d’altro<br />

canto, sono noti presentati in<br />

numerose varianti sul tema; sono ottimi se consumati<br />

semplicemente aperti e cotti sulla griglia così<br />

come più elaborati ripieni ed al forno.<br />

Dal punto di vista alimentare, sarebbe meglio consumarli<br />

con poco olio e come ingredienti delle<br />

insalate di mare astenendosi possibilmente dal<br />

consumarli tagliati ad anelli e fritti, come invece è<br />

tradizione. Ma chi di noi, ogni tanto, non cede ai<br />

peccati di gola?<br />

ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006


Il calamaro gigante<br />

Molti lettori avranno sentito parlare di leggendari<br />

mostri marini, di enormi creature che<br />

attaccavano le navi inghiottendone carico e<br />

uomini, storie che hanno terrorizzato generazioni<br />

di grandi e piccini e che ancora ci<br />

accompagnano guidandoci con sospetto ogni<br />

volta che ci avventuriamo per un bagno in<br />

mare aperto, quando il fondale comincia a<br />

scomparire ai nostri occhi e le ombre dal<br />

basso assumono forme poco amichevoli.<br />

Ebbene, anche se molte di queste storie sono del<br />

tutto inventate o prive di fondamenti scientifici, è<br />

ormai comprovato che alcune di queste sono, se<br />

non del tutto veritiere, decisamente attendibili. Al<br />

giorno d’oggi, infatti, la scienza ha dimostrato<br />

che almeno uno di questi esseri mitologici esiste<br />

davvero: il Kraken. Il suo nome, di origine norvegese,<br />

sta a significare “favoloso mostro marino”<br />

e ben si addice alla figura del calamaro gigante,<br />

il cui nome scientifico, forse meno altisonante è<br />

Architeuthis.<br />

Già dalle cronache del settecento si narrava<br />

di polpi giganti in grado di affondare le barche<br />

dei pescatori con i suoi tentacoli. Le prime<br />

prove tangibili della sua esistenza si cominciarono<br />

ad avere già nella metà dell’ottocento<br />

quando fu pescato un esemplare di calamaro<br />

lungo 7 metri e, qualche anno dopo, uno di<br />

12 metri. In tempi più recenti, da parti di animali<br />

rinvenuti nello stomaco di alcuni capodogli,<br />

si è potuto calcolare che si trattava di<br />

esemplari di più di venti metri di<br />

lunghezza.Questo tipo di<br />

cetacei, usa infatti, cibarsi di<br />

calamari giganti che raggiunge<br />

e preda fino alla profondità<br />

di 1500 metri.<br />

Molte sono state le spedizioni<br />

che hanno cercato di<br />

fare luce su uno degli ultimi<br />

misteri che il mare ancora<br />

ci cela. In particolare, una<br />

troupe giapponese è riuscita<br />

a filmare e fotografare,<br />

grazie all’ausilio di un’apposita<br />

esca posta a circa<br />

900 metri di profondità, un<br />

esemplare di circa otto<br />

metri.<br />

Dai ritrovamenti di animali<br />

morti e spiaggiati o parte di<br />

essi rimaste intrappolate negli<br />

attrezzi delle navi da pesca<br />

pelagica, si è potuto constatare<br />

che l’ Architeuthis può raggiungere<br />

un peso di una tonnellata<br />

ed una lunghezza di<br />

20 metri, dei quali circa otto<br />

sono da attribuirsi al corpo a<br />

forma di sacco allungato ed i<br />

restanti ai tentacoli, provvisti<br />

di possenti ventose in grado<br />

di lasciare profonde cicatrici<br />

sul corpo dei capodogli<br />

e...non solo.<br />

In passato, infatti, anche la<br />

fregata americana USS Stein pare abbia<br />

avuto un incontro ravvicinato con una di queste<br />

creature, la quale aveva attaccato l’apparato<br />

sonar, danneggiandolo e lasciandovi un<br />

frammento di artiglio, dal quale si è potuto<br />

valutare che l’animale in questione poteva<br />

avere una dimensione tale da raggiungere i<br />

40 metri di lunghezza, per un peso approssimativo<br />

di 2 tonnellate.<br />

Immaginatevi che bella frittura ne verrebbe!<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

29


Mentre scriviamo l’operazione<br />

“Bahar” in Libano, la prima missione<br />

di bonifica ambientale svolta<br />

dall’Italia all’estero, è ancora in<br />

corso.<br />

La missione, partita dall’Italia il 12 settembre<br />

2006 con il saluto del Ministro dell’ambiente e<br />

della tutela del territorio e del mare alle navi ed<br />

agli equipaggi schierati nel porto di Messina, ha<br />

preso le mosse dalla richiesta di supporto, da<br />

parte del Ministro dell’ambiente libanese, contro<br />

l’emergenza dovuta al bombardamento israeliano<br />

dei serbatoi della centrale termoelettrica di Jieh,<br />

che aveva provocato la fuoriuscita in mare di circa<br />

DI VITTORIO ALESSANDRO<br />

15 mila tonnellate di olio combustibile.<br />

È possibile fin d’ora tracciare un bilancio della<br />

prima fase dell’intervento italiano, rimandando<br />

alla conclusione dell’esperienza le riflessioni – speriamo<br />

le più ampie possibili, in Italia e all’estero -<br />

sulle professionalità spese e gli esiti raggiunti.<br />

Proviamo dunque a ricostruire gli interventi svolti<br />

in Libano dalla <strong>Guardia</strong> <strong>Costiera</strong> con il proprio<br />

Pattugliatore d’altura “G. Peluso”, il III Nucleo<br />

Sommozzatori GC e l’ATR 42 “Manta 10”, coordinati<br />

dagli Ufficiali CP e dagli esperti di<br />

Apat/Arpa ed Icram che formano l’Unità organizzativa<br />

costituita a Beirut.<br />

Il primo periodo di attività ha avuto un prevalente<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

31


carattere ricognitivo, prodromico all’azione di<br />

bonifica successivamente svolta dalla Soc. Castalia<br />

Ecolmar con il proprio S/v “Tito”, dotato di un<br />

gruppo di sommozzatori e dell’appoggio di un<br />

pontone (noleggiato ed attrezzato in loco) a supporto<br />

delle attività subacquee ed all’uso della sorbona<br />

per il recupero del prodotto sommerso.<br />

Il monitoraggio aereo<br />

L’attività dell’ATR 42, iniziata il 27 settembre, è<br />

consistita nel controllo strumentale delle aree<br />

costiere e marine di tutto il Libano, per la verifica<br />

del grado di contaminazione delle coste e del<br />

mare.<br />

L’aereo, che ha fatto base a Larnaka, ha eseguito<br />

sul Libano voli a varia quota in funzione delle condizioni<br />

meteo e del migliore utilizzo delle strumentazioni<br />

di bordo (ATM, SLAR e videocamera).<br />

Nella fase di ricognizione, tra le aree più inquinate<br />

è apparsa quella compresa tra Jieh e la zona a<br />

nord di Beirut. In quella antistante la centrale termoelettrica<br />

di Jieh è stata riscontrata una forte contaminazione<br />

del fondo marino ed una traccia di iridescenza<br />

diffusa in corrispondenza al fondale<br />

inquinato fino a un tratto di circa cinque miglia<br />

dalla costa.<br />

Un sottile strato oleoso è stato poi rilevato su tutto<br />

il mare libanese, quasi senza soluzione di continuità,<br />

con piccoli grumi instabili di maggiore consistenza.<br />

Il telerilevamento aereo è stato eseguito nell’arco<br />

di 12 giorni, con un’attività di volo di circa 23 ore.<br />

L’ATR 42 ha acquisito dati nel campo del visibile,<br />

dell’infrarosso e dell’ultravioletto, nonché immagini<br />

SLAR.<br />

La caratterizzazione del fondale di Jieh<br />

La caratterizzazione del fondo del mare antistante<br />

la centrale di Jieh è stata condotta dal III Nucleo<br />

sommozzatori della <strong>Guardia</strong> <strong>Costiera</strong> e da quelli<br />

operanti per conto della Soc. Castalia Ecolmar.<br />

I subacquei del Nucleo hanno progettato un reticolato<br />

di 44 settori, poi segnalato con gavitelli e<br />

riportato su mappa georeferenziata,. sul quale ha<br />

potuto dispiegarsi prima l’indagine subacquea ed<br />

in seguito l’attività di bonifica. Per ciascun settore<br />

ispezionato tale ricognizione ha consentito di<br />

conoscere, la profondità, le particolarità del fondale,<br />

il grado di copertura e le caratteristiche del prodotto<br />

oleoso sommerso, consentendo l’adozione<br />

della modalità di recupero meccanico più appropriata:<br />

l’uso della sorbona o l’intervento manuale.<br />

L’olio inquinante si è presentato infatti agli operatori<br />

subacquei in consistenza semifluida, semisoli-<br />

32<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006


In apertura: un sub della <strong>Guardia</strong> <strong>Costiera</strong> sui fondali di<br />

fronte a Beirut. In questa pagina dall’alto in basso:<br />

Il deposito bombardato di Jieh, l’ATR 42 a terra e in<br />

operazioni di monitoraggio, nave Peluso con accanto nave<br />

Tito della Castalia, il Ministro dell’Ambiente libanese<br />

insieme agli uomini della <strong>Guardia</strong> <strong>Costiera</strong> e della<br />

Castalia protagonisti della missione “Bahar”.<br />

da e solida: tale diverso stato potrebbe attribuirsi<br />

al fatto che parte del combustibile è entrato in mare<br />

in fase di combustione (come attestano registrazioni<br />

video e molte testimonianze), mentre altra parte<br />

di esso è fuoriuscito non coinvolto nell’incendio,<br />

mantenendo perciò una maggiore fluidità.<br />

Il prodotto poi, scivolando in mare, è stato ostacolato<br />

dalle rocce presenti sul fondo, incuneandosi<br />

tra queste in misura differenziata da zona a zona,<br />

oppure ha creato chiazze nelle zone sabbiose, non<br />

sempre visibili ad occhio nudo, poiché ricoperte<br />

dalle successive mareggiate. Ai tre diversi stati del<br />

prodotto sopra precisati è da aggiungerne un quarto:<br />

l’olio allo stato fluido che, più leggero, sospinto<br />

da vento e corrente, si è diffuso verso nord lungo<br />

tutto il litorale libanese, raggiungendo in particolare<br />

le aree costiere esposte a meridione.<br />

Il Nucleo dei sommozzatori GC ha avviato le prospezioni<br />

il giorno 21 settembre, riscontrando già<br />

nelle prime immersioni che, nonostante le svariate<br />

settimane di raccolta manuale condotta dalla<br />

ONG locale “Bahar Lubnan”, rimaneva sul fondo<br />

una considerevole quantità di materiale inquinante.<br />

Quasi ovunque l’olio era ricoperto da uno strato<br />

di sabbia, il che ha reso necessaria la verifica<br />

con piccoli scavi manuali eseguiti a campione.<br />

Il Nucleo ha riportato inoltre che l’olio combustibile<br />

invadeva gli anfratti dell’area rocciosa antistante<br />

i depositi di stoccaggio, e che l’estrema irregolarità<br />

dei contorni dello sversamento rendeva<br />

impossibile una stima, sia pure approssimata, delle<br />

quantità da recuperare.<br />

In 15 giornate operative il Nucleo subacquei<br />

imbarcato sulla Nave “Peluso” ha eseguito nell’area<br />

antistante e limitrofa la centrale di Jieh il monitoraggio<br />

di 206.900 mq di fondale, dei quali circa<br />

50.000 sono risultati inquinati.<br />

Le attività del Pattugliatore “Alfredo Peluso”<br />

Cp 905<br />

Nave ”Peluso” ha svolto il coordinamento in mare<br />

delle azioni di monitoraggio con il supporto logistico<br />

al Nucleo sommozzatori della <strong>Guardia</strong> <strong>Costiera</strong>,<br />

ed ha proceduto alla rimozione di chiazze di<br />

inquinamento superficiale attraverso l’impiego di<br />

panne assorbenti.<br />

Alle primarie attività della missione Bahar la CP<br />

905 ha unito quelle connesse al dispositivo impegnato<br />

dalla nostra Marina militare nelle acque del<br />

Libano, partecipando tra l’altro al rischieramento<br />

navale in occasione della visita del Sottosegretario<br />

di Stato Sen. Lorenzo Forcieri e del Capo di Stato<br />

maggiore della Marina, Ammiraglio di Squadra<br />

Paolo La Rosa, che ha poi visitato l’Unità.<br />

Essa ha anche ricevuto la visita del Capo di Stato<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

33


Panoramica di Beirut<br />

maggiore della Marina libanese e dell’Amm. Div.<br />

Giuseppe De Giorgi, Comandante delle forze d’altura<br />

in Libano.<br />

Le caratteristiche dell’intervento. I risultati<br />

della prima fase<br />

L’intervento a Jieh si caratterizza per le seguenti<br />

specificità:<br />

• l’inquinamento è stato provocato da impianto<br />

costiero, e non è stato possibile conoscere<br />

quanto prodotto in forma combusta sia giunto in<br />

mare, e quanto allo stato originario;<br />

• l’avvio dell’azione di bonifica è stato tardivo,<br />

per l’impossibilità di intervenire durante il corso<br />

del conflitto;<br />

• il prodotto inquinante è precipitato o scivolato<br />

su fondali di altezza variabile dal litorale fino<br />

ai 15 metri: ciò ha reso l’intervento dei subacquei<br />

e dei mezzi esposto al fenomeno di forte<br />

risacca;<br />

• l’area di intervento risultava già contaminata<br />

da precedenti e forse ripetute immissioni oleose<br />

dalla centrale verso la scogliera ed il mare;<br />

• il bombardamento ha provocato la penetrazione<br />

di olio combustibile, in quantità non valutabili ma<br />

sicuramente ingenti, nel terreno della centrale,<br />

edificata su un sostrato calcareo apparentemente<br />

accresciuto con opere di riempimento, e dunque<br />

su una base geomorfologica non compatta.<br />

La missione ambientale italiana in Libano ha concluso<br />

la propria prima fase - condotta in un arco di<br />

34<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

tempo che va dal 21 settembre (data di arrivo del<br />

Pattugliatore “Peluso”) a quella di effettiva operatività<br />

del pontone (14 ottobre), che ha consentito<br />

l’avvio sistematico della raccolta e del conferimento<br />

del materiale inquinante prelevato dal mare -<br />

con il raggiungimento dei seguenti obiettivi:<br />

• il completamento della ricognizione aerea ed il<br />

controllo strumentale delle acque e dei litorali<br />

del Libano;<br />

• la protezione della baietta dell’intake della centrale<br />

e delle vasche delle acque di raffreddamento,<br />

per il mantenimento della operatività<br />

degli impianti;<br />

• la caratterizzazione dei fondali nelle aree di<br />

mare antistanti la centrale di Jieh;<br />

• l’indagine su altri siti inquinati, con particolare<br />

riguardo all’arcipelago delle Palm Islands;<br />

• l’avvio degli studi di impatto ed elaborazioni<br />

scientifiche sulle attività di bonifica.<br />

Nonostante le comprensibili difficoltà logistiche e i<br />

peculiari aspetti delle operazioni di bonifica, la<br />

prima fase della missione “Bahar” in Libano si<br />

chiude dunque con successo.<br />

La centrale termoelettrica continua infatti ad operare,<br />

sono state messe a punto le tecniche di recupero<br />

di prodotto dal fondo del mare, e l’Unità organizzativa<br />

di Beirut ha mantenuto costanti e costruttivi<br />

rapporti con IMO/REMPEC, con il Ministero<br />

dell’ambiente e con le altre Autorità libanesi, assicurando<br />

il coordinamento operativo e – attraverso<br />

Apat/Arpa ed Icram – la direzione scientifica delle<br />

operazioni.<br />

ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006


che<br />

DI ANNAMARIA MARIOTTI<br />

“La Lanterna”<br />

All’autrice è stata conferito, nel corso<br />

del recente Salone Nautico di Genova,<br />

il Premio “Navigare Informati” per il suo<br />

lavoro di divulgazione nel raccontare il<br />

mare. Ha, fra l’altro, pubblicato libri<br />

sulle tonnare e sui fari.<br />

Foto di Annamaria Mariotti


Il Medioevo è stato definito l’epoca dei secoli<br />

bui, ma è proprio in questo periodo che si<br />

trovano alcune tra le più belle costruzioni<br />

fatte dall’uomo. Grandi palazzi dall’aria<br />

severa e chiese il cui stile è un misto tra il<br />

romanico, oramai affermato, ed il nuovo stile<br />

gotico vengono erette ovunque ed a Genova<br />

se ne trova un bellissimo esempio nella Cattedrale<br />

di San Lorenzo, consacrata nel 1118.<br />

Ma in questo stesso periodo storico sorgono<br />

anche altri monumenti lungo le coste, i primi<br />

fari, ed è proprio a Genova che inizia a prendere<br />

forma quello che poi diventerà il faro<br />

più “civettuolo” e più “cittadino” di tutti,<br />

quello che nei secoli perderà la sua denominazione<br />

di faro per essere chiamato semplicemente<br />

“LA LANTERNA” e diventerà il simbolo<br />

stesso della città.<br />

In questo primo<br />

millennio, la navigazione<br />

aveva già<br />

avuto un grande<br />

sviluppo e Genova<br />

era un centro commerciale<br />

molto<br />

importante. Dal<br />

950 è una comune<br />

autonomo, è una<br />

delle quattro<br />

Repubbliche Marinare,<br />

dal 1200 si<br />

alternano al potere<br />

i podestà, rappresentati<br />

dalle due<br />

potenti famiglie<br />

ghibelline, i Doria<br />

e gli Spinola a cui<br />

poi seguirono i<br />

Dogi, e anche il suo porto era già troppo<br />

frequentato per non essere provvisto di un<br />

qualsiasi segnale che facilitasse l’avvicinamento<br />

dei vascelli che arrivavano da tutto il<br />

mondo conosciuto, carichi delle loro preziose<br />

ed esotiche mercanzie. Ci voleva una<br />

luce che nella notte potesse guidare queste<br />

navi all’ingresso del porto.<br />

Le origini della Lanterna sono molto incerte<br />

e avvolte nella leggenda. Alcune fonti fanno<br />

risalire la costruzione della prima torre al<br />

1128, ma pare quasi certo che intorno al<br />

1129, in una località chiamata Capo di Faro,<br />

alla base del colle di S. Benigno, dal nome di<br />

un convento che vi si trovava, verso il ponente<br />

genovese, sia stata eretta una torre, la cui<br />

cura, con un decreto, detto “delle prestazioni”,<br />

venne affidata agli abitanti della zona cir-<br />

36<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

costante “Habent facere guardiam ad turrem<br />

capiti fari”, questo il loro compito insieme a<br />

quello di rifornire costantemente la torre con<br />

fasci di “brugo” (erica secca) e “brisca” (ginestra<br />

secca) che servivano per alimentare il<br />

fuoco sulla torre. Questo combustibile era<br />

facilmente reperibile su tutte le alture che circondano<br />

la città, ma doveva essere un compito<br />

arduo raccogliere e trasportare grandi<br />

quantità di sterpi, forse l’incarico era svolto<br />

da schiavi o prigionieri. Tuttavia, per rendere<br />

più facile l’avvicinamento a Genova, si continuavano<br />

a tenere accesi anche dei fuochi<br />

sulle alture intorno alla città, anch’essi alimentati<br />

con erica ginestra.<br />

Dai registri della locale autorità marittima<br />

dell’XII secolo risulta che niente veniva tralasciato<br />

per la cura e la manutenzione della<br />

torre e nel 1161 un decreto obbligava<br />

ogni nave in arrivo a pagare<br />

una tassa di approdo per contribuire<br />

alle spese di accensione<br />

del fuoco. Non doveva essere<br />

un’impresa facile alimentare ogni<br />

notte quella torre, che oggi non<br />

possiamo immaginare come<br />

fosse, né come gli uomini potessero<br />

accedere alla sua sommità,<br />

forse con delle scale di legno<br />

poste al suo interno, come risulta<br />

anche dalle cronache posteriori,<br />

oppure tramite una “coffa” o<br />

cesta, sicuramente di ferro, che<br />

veniva riempita con il combustibile<br />

e poi sollevata fino alla cima,<br />

ma dobbiamo affidarci all’immaginazione<br />

perché la prima immagine<br />

della lanterna si trova riprodotta<br />

a penna sulla copertina di un manuale<br />

del “Salvatori del Porto”, risalente al 1371.<br />

Questa corporazione, che gestì il porto a<br />

partire dal 1290 e che nel 1340 divenne<br />

anche i custode del faro, aveva provveduto<br />

a far dipingere sulla facciata Nord della<br />

torre inferiore lo stemma di Genova, una<br />

croce rossa in campo bianco, opera del pittore<br />

Evangelista di Milano. Questo stemma<br />

si deve essere perso nel tempo perché quello<br />

che vediamo oggi risulta progettato e<br />

dipinto dall’architetto Pettondi nel 1785 e<br />

restaurato, nel corso di lavori alla torre, nel<br />

1991. In quel semplice disegno tratto a<br />

mano da un ignoto, la Lanterna appare formata<br />

da tre tronchi ornati da merli, quello<br />

inferiore piuttosto largo ed i due superiori,<br />

più stretti e sovrapposti, con solo due apertu-<br />

ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006


Nella pagina accanto: ingranaggio ad<br />

orologeria utilizzato per la rotazione delle lenti.<br />

In alto: la lanterna come doveva apparire<br />

all’epoca della sua costruzione e, in basso<br />

la Lanterna nel 1371.<br />

L’EVOLUZIONE DEI FARI ATTRAVERSO<br />

I SECOLI<br />

La storia dei fari ha da sempre affascinato<br />

l’immaginario collettivo, sono antichi come il<br />

tempo, nascono in epoche lontanissime, e la<br />

loro evoluzione va di pari passo con l’evolversi<br />

della navigazione. All’inizio sono solo dei<br />

semplici falò alimentati con fascine di legna<br />

che vengono tenuti accesi durante tutta la<br />

notte sulle colline prospicienti zone pericolose<br />

per la navigazione o ingressi di rade e porti,<br />

poi si evolvono attraverso i secoli fino a diventare<br />

quelli che oggi conosciamo.<br />

“Il Faro era allora una torre argentea, nebulosa,<br />

con un occhio giallo che si apriva<br />

all’improvviso e dolcemente la sera”, così lo<br />

vede Virginia Woolf (1882-1941) nel suo<br />

romanzo del 1927 “Gita al Faro” (To the<br />

lighthouse), ma già Omero (VIII secolo<br />

a.C.) nel XIX libro dell’Iliade paragona lo<br />

sfavillio dello scudo dell’irato Achille ad<br />

uno di quei fuochi che dalle alture rendono<br />

sicura la via ai naviganti.<br />

Sono anche entrati a far parte del mito :<br />

antichi autori, da Ovidio a Virgilio ci raccontano<br />

la storia di Ero, la sacerdotessa di<br />

Afrodite e del suo amante segreto, Leandro,<br />

che ogni notte attraversa a nuoto l’Ellesponto<br />

per raggiungerla, guidato da una<br />

fiaccola che lei regge tra le mani per illuminargli<br />

la via. Ma una notte il vento spegne<br />

la fiamma e Leandro, senza più una<br />

guida, si perde tra i flutti, mentre Ero,<br />

disperata, lo segue. Ecco l’importanza<br />

della luce nella notte, la prima immagine<br />

del fuoco che guida nel buio della notte,<br />

vitale per chi solca il nero mare, elemento<br />

ancora sconosciuto.<br />

Intorno al 1200 a.C. fanno la loro comparsa<br />

nel Mediterraneo i Fenici, gli abitanti di una<br />

zona costiera oggi divisa tra Libano, la Siria<br />

ed Israele, un popolo fino ad allora diviso in<br />

tribù, e che raggiunta un’unità nazionale<br />

cominciano ad espandersi verso il mare portando<br />

avanti un proficuo commercio con tutte<br />

le altre popolazioni ed arrivando addirittura<br />

ad oltrepassare le Colonne d’Ercole, quel limite<br />

altre il quale nessuno aveva mai osato<br />

avventurarsi, convinti che al di là vortici marini<br />

e creature mostruose avrebbero inghiottito<br />

navi e uomini. In realtà nessuno conosce il<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

37


e nelle parti alte. Nello stesso manuale si<br />

trovano anche registrate le spese sostenute<br />

per l’illuminazione del faro e le nomine dei<br />

guardiani.<br />

Nel frattempo però la torre aveva già<br />

affrontato molte traversie. La Lanterna poteva<br />

essere definita un faro “ghibellino” per la<br />

caratteristica forma dei suoi merli a coda di<br />

rondine, diversi da quelli “guelfi”, a profilo<br />

perpendicolare. A Genova le due fazioni<br />

sono state in lotta per parecchi anni e questa<br />

guerra civile rischiava di indebolire la sua<br />

potenza. Nel 1318, in particolare, questi contrasti<br />

si intrecciarono con la storia della Lanterna.<br />

I Guelfi si erano chiusi nella torre, assediati<br />

dalla fazione opposta che li bombardava<br />

con pesanti massi e pietre usando una rudimentale<br />

catapulta. I Guelfi riuscivano a resistere<br />

grazie ai rifornimenti<br />

che ricevevano<br />

da una galea<br />

ancorata nel porto,<br />

tramite una specie<br />

di teleferica che dal<br />

faro arrivava all’albero<br />

maestro della<br />

nave. I Ghibellini,<br />

visto l’inutilità dell’assedio,cominciarono<br />

a scavare le<br />

fondamenta della<br />

torre, rischiando di<br />

farla crollare, ma<br />

riuscirono solo a<br />

stanare i loro nemici<br />

per i quali non<br />

ebbero nessuna<br />

pietà. Le fondamenta<br />

del faro rimasero danneggiate e furono<br />

consolidate solo nel 1321.<br />

Naturalmente nei secoli seguenti la Lanterna<br />

ha subito altri cambiamenti, non era ancora<br />

quella che noi vediamo oggi. É del 1326,<br />

come ci dice lo storico Giustiniani, l’installazione<br />

sulla cima della torre della prima lanterna,<br />

chiusa da vetri ed alimentata con olio d’oliva.<br />

Il vetro non era ancora perfezionato, il<br />

primo vetro, entrato in uso proprio nel Medio<br />

Evo, era spesso e poroso e si anneriva facilmente<br />

per via della fuliggine, così il combustibile<br />

veniva variato, a seconda delle condizioni<br />

atmosferiche, proprio per ovviare a questo<br />

inconveniente. Nel 1400 la Lanterna venne<br />

usata anche come prigione. Per diversi anni<br />

(alcune fonti dicono 5, altre 10) vi furono rinchiusi<br />

gli ostaggi del re di Cipro, Jacopo Lusi-<br />

38<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

gnani con la moglie Eloisa, che in una piccola<br />

stanzetta diede alla luce il figlio Giano.<br />

Questi personaggi furono più tardi liberati dal<br />

Doge Leonardo Montaldo, ma viene da pensare<br />

come può essere cresciuto quel bambino,<br />

sospeso tra mare e cielo, cullato dalla musica<br />

delle onde e terrorizzato dall’infuriare delle<br />

tempeste che squassavano il faro, tra quelle<br />

mura umide e fredde. Tra storia e leggenda la<br />

Lanterna continua a sfidare il tempo. Si sa che<br />

nel 1405 i guardiani del faro erano sacerdoti<br />

e che per questo sulla sua sommità vennero<br />

innalzati un pesce ed una croce, simboli cristiani;<br />

nel 1413 un decreto dei “Consoli del<br />

Mare” stanziò “36 lire genovine” per la gestione<br />

del faro, ormai considerato indispensabile<br />

per il porto di una Genova marinara, includendo<br />

anche le paghe dei guardiani e stabilendo<br />

le multe per quelli che non avessero<br />

portato a termine il loro compito<br />

con diligenza.<br />

La Lanterna si trova, e si trovava,<br />

in una posizione molto esposta,<br />

arrivando dal mare la si vede svettare<br />

sul porto, e si può immaginare<br />

com’era quando si trovava a<br />

picco su una roccia. Durante le<br />

tempeste veniva spesso colpita dal<br />

fulmine ed esistono registrazioni<br />

di questi avvenimenti e dei danni<br />

subiti dalla torre e dagli uomini<br />

che vi si trovavano. La Lanterna fu<br />

colpita dalle saette nel 1596 e nel<br />

1602, con danni alla sommità ed<br />

il ferimento di alcuni uomini. Siccome<br />

non esisteva nessun tipo di<br />

prevenzione per questi eventi<br />

naturali l’unico rimedio che trovarono<br />

fu quello di murare su ciascun lato della<br />

torre della targhe di marmo con incise delle<br />

preghiere. Ma altri fulmini caddero nel 1675<br />

e nel 1778, finché, poco dopo, grazie alla<br />

recente invenzione di Benjamin Franklin, e<br />

all’intermediazione di Padre Glicerio Sanxais,<br />

un fisico dell’Università di Genova, sulla cima<br />

della torre fu installato un parafulmine.<br />

Alcune delle storie che circondano la Lanterna<br />

raccontano che nel 1449 uno dei guardiani<br />

del faro era Antonio Colombo, zio<br />

paterno del più celebre Cristoforo che per un<br />

incarico di due mesi ottenne una paga di “21<br />

lire genovine”. Un’altra truce leggenda narra<br />

che nel 1543, quando la Lanterna raggiunse<br />

la sua forma definitiva, l’architetto che l’aveva<br />

progettata fu gettato dalla cima della torre per<br />

ordine del Doge perché non potesse mai più<br />

ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006


Nella pagina accanto: il faro di<br />

Eddystone da una stampa del 1600.<br />

In alto: la Lanterna verso la fine del 1800<br />

vista da Sanpierdarena e, in basso<br />

gli specchi riflettenti all’interno del faro.<br />

nome di questo misterioso popolo di navigatori,<br />

furono i Greci a chiamarli “φυι” (phoinikes),<br />

cioè “rossi di porpora” dal colore di<br />

quelle rosse stoffe, tinte con una strana conchiglia,<br />

che commerciavano, insieme ad olio,<br />

vino e legno di cedro.<br />

La necessità di aumentare la possibilità di trasportare<br />

merci e anche persone comincia a<br />

trasformare la navigazione nel Mediterraneo,<br />

da diurna e costiera, in notturna, e non bastano<br />

le stelle per orientarsi, non sempre sono<br />

visibili e le conoscenze scarse, la prime bussole<br />

sono strumenti rudimentali, così si accendono<br />

i falò e all’ingresso dei primi porti sorgono<br />

strane impalcature che sollevano delle coffe o<br />

ceste, dentro le quali viene bruciato il combustibile.<br />

Per il momento non esiste ancora il<br />

concetto del faro, come struttura fissa, come<br />

costruzione architettonica.<br />

É solo intorno al 300 a.C. che improvvisamente<br />

fanno la loro comparsa i due più famosi fari<br />

dell’antichità, il Colosso di Rodi ed il faro di<br />

Alessandria, i primi ed unici esempi di fari<br />

monumentali, considerati due delle meraviglie<br />

del mondo.<br />

Del Colosso di Rodi, sull’omonima isola, non<br />

si conosce l’esatta ubicazione, l’iconografia<br />

classica lo rappresenta come una figura antropomorfa,<br />

il dio Elios che tiene un braciere in<br />

una mano, posta a cavallo dell’estremità di un<br />

porto circolare, con le navi che passano tra le<br />

sue gambe.<br />

Costruito da Cario di Lindos nel 290 a.C.<br />

pare su una struttura metallica ricoperta di<br />

bronzo, era alto circa 32 metri, ma ebbe vita<br />

breve, crollò 80 anni dopo la sua costruzione<br />

a causa di un terremoto. Alcune notizie ci vengono<br />

fornite da Plinio il Vecchio, che visse<br />

molti secoli dopo, ma che può esserne venuto<br />

a conoscenza su alcuni dei molti libri letti nel<br />

corso della sua vita. Il faro di Alessandria,<br />

costruito sull’isolotto di Pharos, che diede il<br />

nome a tutti gli altri monumenti simili nei secoli<br />

a venire, fu eretto nel 280 a.C. da Sostrato<br />

di Cnido, era una costruzione rivestita in<br />

marmo bianco, alta 120 metri, e la sua luce<br />

poteva essere vista a 30 miglia di distanza.<br />

Questo faro ebbe vita lunga, ma travagliata,<br />

tormentato dai terremoti crollò definitivamente<br />

nel 1302.<br />

Con l’impero romano nascono le prime torri in<br />

pietra, con un fuoco acceso sulla sommità,<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

39


eguagliare una simile costruzione.<br />

I malpensanti sostengono che forse l’ordine<br />

era stato dato per non pagare la parcella !!<br />

Tuttavia il nome del suo costruttore rimane un<br />

mistero, c’è chi dice che fu Francesco da Gundria,<br />

altri fanno il nome di Gio Maria Olgiati.<br />

Chissà quale dei due fece il famoso volo<br />

dall’alto del faro?<br />

É facile raccontare la storia della Lanterna<br />

perché le sue “avventure” sono state registrate<br />

dalle varie Autorità Marittime che si sono<br />

succedute nei secoli: i “Consoli del Mare”, i<br />

“Salvatori del Porto”, i “Padri del Comune e<br />

Salvatori del Porto” ed i “Conservatori del<br />

Mare”.<br />

Bisogna però arrivare al 1500 perché la<br />

Lanterna raggiunga la sua forma definitiva,<br />

e questo avvenne in seguito a tragici avvenimenti.<br />

Sembra che<br />

la storia di questo<br />

faro sia legata<br />

indissolubilmente a<br />

fatti di guerra, a<br />

cospirazioni e lotte<br />

intestine.<br />

Il 26 Agosto<br />

1502 Luigi XII, Re<br />

di Francia, arrivò a<br />

Genova, chiamato<br />

dalle famiglie patrizie<br />

genovesi.<br />

All’inizio fu accolto<br />

con grandi festeggiamenti,<br />

ma in<br />

seguito il popolo si<br />

ribellò e Luigi XII,<br />

che da ospite era<br />

diventato occupante,<br />

fece costruire ai piedi della torre il forte<br />

“Briglia”, così chiamato perché l’onere e la<br />

fatica della costruzione toccò tutto ai Genovesi<br />

e furono proprio questi, capitanati da<br />

Andrea Doria, che, per liberare la città dai<br />

francesi, la assalirono dal mare nel 1512 e<br />

con una cannonata tranciarono a metà la<br />

torre, che rimase monca per trent’anni,<br />

lasciando Genova priva del suo faro. Su questo<br />

troncone nel 1543 fu edificato il nuovo<br />

faro, come lo conosciamo oggi, su commissione<br />

del Doge Andrea Centurione e finanziato<br />

dal Banco di San Giorgio. Furono impiegati<br />

molti materiali, come riportato dagli storici:<br />

120.000 mattoni, 2.600 palmi di pietra lavorata<br />

a scalpello, 160 metri quadrati di pietre<br />

provenienti dalla cava di Carignano. Comunque<br />

in questa fase la primitiva merlatura ghi-<br />

40<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

bellina venne sostituita con un muro in pietra<br />

ed all’interno è stata costruita una scala in pietra<br />

per sostituire quelle precedenti in legno<br />

che potevano essere rimosse in caso di attacco<br />

alla torre. Una lapide, ancora visibile<br />

all’interno del faro, celebra l’avvenuta costruzione<br />

del Faro di Genova.<br />

Dunque, nel 1543 la Lanterna ha finalmente<br />

raggiunto la sua forma definitiva e sulla sua<br />

sommità viene posta una nuova cupola che<br />

subirà diverse modifiche e riparazioni nel<br />

corso dei secoli successivi anche per i danni<br />

subiti a seguito di eventi bellici. Un portolano<br />

manoscritto del XVI secolo riporta: “a miglia<br />

14 da Peggi (Pegli, pochi Km a ponente di<br />

Genova), città con buonissimo porto e alla<br />

parte di ponente, vi è una lanterna altissima e<br />

dà segni alli vascelli che vengono a piè di<br />

detta lanterna”.<br />

A quell’epoca la luce della Lanterna<br />

si poteva già vedere da molto<br />

lontano, anche se non si trova specificata<br />

la portata, perché la sua<br />

nuova cupola era stata ricoperta<br />

con cristalli nuovi particolarmente<br />

lavorati e curati da maestri vetrai<br />

liguri, provenienti da Altare o da<br />

Masone e alla fine non mancarono<br />

anche i vetrai veneziani, chiamati<br />

per migliorare ancora la luminosità<br />

della Lanterna. I custodi del<br />

faro, chiamati “turrexani della<br />

torre”, dovevano porre una cura<br />

particolare nella manutenzione e<br />

nella pulizia di questi cristalli e per<br />

compiere bene il loro lavoro ricevevano<br />

bacinelle, spugne di mare<br />

e panni di cotone; tutto dipendeva<br />

da questo perché la luce potesse diffondersi il<br />

più lontano possibile. Inoltre i guardiani, per<br />

poter eseguire meglio i loro compiti, avevano<br />

l’obbligo di vivere all’interno della struttura<br />

con le loro famiglie.<br />

Tra il 1711 ed il 1791 vi furono altri interventi<br />

sulla torre: vi furono posti tiranti e chiavarde<br />

per irrobustire la costruzione, visibili<br />

ancora oggi all’interno, e furono consolidate<br />

le fondamenta.<br />

Agli inizi del 1800 un ingegnere francese,<br />

Augustin Fresnel (1788-1827) aveva messo a<br />

punto un’ottica rivoluzionaria destinata ai fari<br />

che stavano prendendo campo perché considerati<br />

di grande ausilio alla navigazione a<br />

vela. Si trattava di speciali lenti diottriche<br />

assemblate in modo da far convergere la luce<br />

in un punto al centro e fare uscire i raggi lumi-<br />

ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006


Nella pagina accanto: Angelo De Caro,<br />

guardiano della Lanterna.<br />

In alto: il faro di Alessandria in un’incisione<br />

francesce del 1567 e il faro di Le Cordouan.<br />

Nell’ultima pagina: la chiesa di San Lorenzo e<br />

la Lanterna dall’atlante Pizigano del 1373.<br />

che si espandono non solo nel Mediteranno,<br />

ma dovunque arrivasse la conquista Romana.<br />

A La Coruña, in Spagna, si trova un faro le<br />

cui fondamenta risalgono al II° secolo d.C.,<br />

all’epoca dell’imperatore Traiano, Alla caduta<br />

dell’impero seguono i secoli bui del<br />

Medioevo, anche molte luci sul mare si spengono,<br />

e in quel periodo, soprattutto nel Nord<br />

Europa, sono i campanili dei monasteri a svolgere<br />

questa funzione.<br />

Lungo le coste di un’ Italia, divisa tra comuni<br />

e signorie, con le quattro grandi Repubbliche<br />

Marinare, sorge ancora qualche<br />

torre, soprattutto vicino ai porti dove si svolgono<br />

i commerci, torri che nei secoli subiranno<br />

sostanziali modifiche. L’epoca del<br />

Rinascimento e del Barocco vede sorgere<br />

grandi fari monumentali, veri e propri<br />

castelli in mezzo al mare, come quello di Le<br />

Cordouan,all’estuario della Gironda, in<br />

Francia, opera dell’architetto Louis de Foix<br />

, iniziato nel 1584 e terminato nel 1611, e<br />

quello di Eddystone, in Inghilterra, costruito<br />

su uno scoglio all’ingresso del Canale della<br />

Manica nel 1696, distrutto nel 1703 e ricostruito<br />

più volte.<br />

Fari bellissimi, ma poco adatti a svolgere il<br />

compito per cui erano stati costruiti. Solo a<br />

partire dalla fine del 1700 e nel 1800 i fari<br />

raggiungono la connotazione da noi oggi<br />

conosciuta. Anche la storia dell’illuminazione<br />

dei fari è lunga e travagliata, i combustibili<br />

cambiano nei secoli, dalle fascine di<br />

legna, al carbone, alle candele di spermaceti,<br />

quella materia grassa che si trova<br />

all’interno del cranio dei capodogli e che<br />

hanno la particolarità di non fare fumo,<br />

all’olio di balena e di oliva, a seconda<br />

delle latitudini, per poi, arrivare, dalla metà<br />

del 1800, ai derivati dal petrolio ed infine<br />

all’elettricità.<br />

Molti sono stati i sistemi usati per ampliare la<br />

luce e renderla sempre più visibile, mentre<br />

lungo le coste si accendevano le luci delle<br />

città, molti i nomi di scienziati che hanno<br />

messo a punto lanterne sempre più sofisticate,<br />

ma è stato Augustine Fresnel (1788-1827)<br />

con l’invenzione della sua lente rivoluzionaria,<br />

quella che porta il suo nome e ancora<br />

oggi viene usata in tutti i fari del mondo, a<br />

portare la luce dei fari ad una portata fino ad<br />

allora inimmaginabile.<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

41


nosi parallelamente all’asse, aumentando così il<br />

loro potenziale e spingendoli lontano moltiplicati<br />

ed ingranditi.<br />

Queste lenti di Fresnel furono installate nel<br />

1841 nel faro di Genova, che allora funzionava<br />

ancora con olio d’oliva, insieme ad un’ottica<br />

rotante sospesa in un bagno di mercurio, che funzionava<br />

con un congegno ad orologeria che doveva<br />

essere caricato a mano ogni 5 ore, cambiandone<br />

definitivamente la fisionomia e aumentandone<br />

la portata a 15 miglia. Più tardi, nel 1881, la Lanterna<br />

rischiò di essere declassata perché era stato<br />

deciso di costruire un nuovo faro sul promontorio<br />

di Portofino, ma, superato questo pericolo, fu invece<br />

deciso di potenziarla,<br />

e nel 1898 l’olio d’oliva<br />

fu sostituito dal gas di<br />

acetilene che, a sua<br />

volta, fu ancora sostituito<br />

nel 1904 da petrolio<br />

pressurizzato, e nel<br />

1936 la Lanterna venne<br />

finalmente elettrificata.<br />

Negli anni successivi<br />

nella cupola avvennero<br />

altri cambiamenti dovuti<br />

all’avanzare della tecnologia:<br />

l’antico impianto<br />

di rotazione ad orologeria<br />

fu sostituito con<br />

un impianto di rotazione<br />

elettrico e il vecchio<br />

apparato rotante a<br />

bagno di mercurio fu<br />

sostituito con uno nuovo<br />

montato su cuscinetti a<br />

sfere e vi fu inoltre installato un faro elettrico indipendente<br />

di riserva.<br />

La sua storia non finisce qui, la maestosa signora<br />

da sette secoli domina il porto e la città dall’alto<br />

dei suoi 77 metri (117 sul livello del mare), a<br />

Lat. 44° 22’ 15” Nord - Long. 8° 54’ 20” Est, ma<br />

la sua base non si bagna più nel mare, come nei<br />

tempo antichi. Ormai da tempo il porto è stato<br />

ampliato, nuovi moli sono stati costruiti ed un<br />

moderno aeroporto le fa da sfondo, ma lei è sempre<br />

lì, come una gran dama altera e immutabile, e<br />

ogni notte lancia sul mare il suo fascio luminoso<br />

che può essere visto a 26 miglia di distanza. La<br />

sua caratteristica luminosa: luce 0,25 eclisse 4,75<br />

luce 0,25 eclisse 14,75 = 20s di periodo. Oggi è<br />

anche radiofaro circolare di atterraggio per la<br />

radionavigazione Se qualcuno vuole avventurarsi<br />

a salire i suoi 365 gradini si trova davanti una<br />

vista mozzafiato a 360° su Genova, sulla Riviera<br />

e sui monti che circondano la città.<br />

42<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

C’è chi dice che oggi i fari non sono più necessari<br />

perché le navi moderne sono dotate di mezzi<br />

e tecnologie di ausilio alla navigazione che rendono<br />

superato qualsiasi tipo di segnalazione a vista,<br />

ma è bello pensare che anche i marinai di oggi,<br />

rientrando nel porto di Genova, sulle più moderne<br />

e sofisticate navi da crociera vedendo brillare in<br />

lontananza la luce della Lanterna sentano di tornare<br />

a casa, come accadeva ai loro antenati.<br />

Oggi il faro è curato da Angelo De Caro, da<br />

anni suo custode ed amico. Come gli antichi “turrexani”<br />

Angelo sale ogni giorno fino alla cupola<br />

usando un piccolo montacarichi che vi è stato<br />

installato diversi anni fa e si prende cura delle<br />

lenti di Fresnel, tenendole<br />

lucide e brillanti, così<br />

come della lampadina<br />

da 1000 Watt. Angelo<br />

De Caro è rimasto solo<br />

sulla Lanterna, ormai<br />

completamente automatizzata,<br />

ed suo compito<br />

principale è solo controllare<br />

che tutto funzioni<br />

a dovere, ma Angelo<br />

è anche un personaggio.<br />

La Lanterna è molto<br />

conosciuta, sia per la<br />

sua forma piuttosto insolita,<br />

sia perché è il simbolo<br />

della città di Genova,<br />

e Angelo riceve<br />

spesso richieste di informazioni<br />

sulla “sua” Lanterna,<br />

informazioni che<br />

lui fornisce di buon grado raccontando di come<br />

si senta tutt’uno con lei, di come ne sia geloso ed<br />

orgoglioso. Angelo de Caro ha circa 50 anni e<br />

fa il farista da più di 20, ha girato tutta l’Italia,<br />

ha anche salvato la vita a dei naufraghi quando<br />

si trovava al faro di Capo Rossello in Sicilia, e<br />

questa sua vita di romitaggio la si sente tutta nel<br />

suo parlare, lento, cadenzato che ricorda il rotare<br />

della lanterna.<br />

Angelo si definisce un romantico eremita e<br />

dice che anche in un faro grande si sente la solitudine,<br />

che se uno strano non è, strano diventa,<br />

un po’ orso anche, ma Angelo De Caro è un<br />

uomo grande, questo lo ha reso lo stare tutto il<br />

giorno a contatto con la grande, antica signora,<br />

il vivere in simbiosi con lei, il prendersi cura della<br />

sua bellezza, fare in modo che la sua luce brilli<br />

il più lontano possibile perché chi la vede lampeggiare<br />

durante la notte possa dire: “Guarda,<br />

la Lanterna!!!”.<br />

ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006


Il mare ha bisogno dell’attenzione di tutti.<br />

Non pescate specie protette e non consumatele.<br />

Quello che rende unico il nostro mare è la diversità delle specie che lo abitano. La pesca<br />

e il consumo indiscriminato delle specie protette come i datteri di mare, o come i bianchetti<br />

e i ricci di mare nei periodi non permessi, impoverisce e danneggia l'habitat marino.


CRONACHE<br />

DI<br />

MARE<br />

Sabato 23 settembre tutto il personale dell’Ufficio<br />

Circondariale marittimo di Ischia<br />

era pronto a ricevere il Ministro dei Trasporti,<br />

prof. Alessandro Bianchi, che<br />

accompagnato dal Contrammiraglio (Cp)<br />

Pierluigi Cacioppo, sarebbe giunto in serata nel<br />

porto di Forio per presenziare ad uno dei tanti<br />

eventi culturali promossi sull’isola verde nel periodo<br />

estivo. La macchina organizzativa era già in<br />

moto da alcuni giorni ed i contatti tra Roma,<br />

Napoli ed Ischia lasciavano ritenere che tutto si<br />

sarebbe svolto secondo il programma da tempo<br />

definito. Ma da qualche parte era scritto che quel<br />

sabato sarebbe passato agli onori della cronaca<br />

nazionale per altri eventi. Infatti, intorno alle<br />

16.00 perveniva alla Sala operativa del Circomare<br />

la segnalazione del titolare dell’Ufficio Locale<br />

Marittimo di Casamicciola Terme, 1° M.llo Luogotenente<br />

Np Claudio Vuoso, che aveva da poco<br />

raccolto le preoccupazioni dei genitori di tre<br />

ragazzi Casamicciolesi, poco più che ventenni,<br />

dei quali non si riusciva più ad avere notizie. L’ultimo<br />

contatto con i ragazzi risaliva alle ore 13.30<br />

quando questi, approfittando del telefono cellulare<br />

di uno dei tre, avevano fatto sapere di trovarsi ad<br />

44<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

DI GIUSEPPE GIOVETTI<br />

alcune miglia da Punta Imperatore e che avrebbero<br />

ritardato il loro rientro a casa, programmato<br />

per le ore 14.00, poiché la battuta di pesca stava<br />

finalmente dando i primi frutti. Da allora nessun<br />

altro contatto.<br />

Le poche notizie recuperate erano vaghe:<br />

Mirko, Alessandro e Salvatore, questi i nomi dei<br />

tre ragazzi dispersi, avevano da poco acquistato<br />

in società un piccolo natante di circa sei metri, di<br />

colore bianco e con una striscia rossa, una prora<br />

parzialmente cabinata ed un motore fuoribordo di<br />

40 cv, e quel giorno si erano dati appuntamento<br />

in porto alle prime luci dell’alba per una nuova<br />

battuta di pesca. Invero, senza rendersene conto,<br />

presi dall’adrenalina della pesca, i tre sventurati si<br />

ritrovano improvvisamente soli, avvolti nella<br />

foschia che aveva caratterizzato tutta la mattinata<br />

proprio quel tratto di mare; si sforzano di scorgere<br />

un punto della costa che gli indicasse la rotta<br />

per il rientro, ma tutto è invano: ormai avevano<br />

perso il senso dell’orientamento, provano a navigare<br />

con la rotta che, secondo loro, li avrebbe<br />

ricondotti verso l’isola d’Ischia, ma dopo poco,<br />

non vedendo terra, desistono, anche per non sprecare<br />

inutilmente le ultime scorte di carburante, e<br />

ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006


decidono di attendere un miglioramento delle condizioni<br />

di visibilità. Ad un certo punto, i dispersi,<br />

scorgendo all’orizzonte la sagoma di una grossa<br />

nave, decidono di dirigersi verso di essa non riuscendoci.<br />

Provano anche a sparare un razzo<br />

rosso che però non viene visto dalla nave, probabilmente<br />

sempre a causa della ridotta visibilità.<br />

Intanto, mentre il personale del Locamare si<br />

preoccupava di acquisire quante più informazioni<br />

possibili dai genitori e dai primi amici accorsi<br />

in porto, il Capo del Circondario marittimo di<br />

Ischia, Tenente di Vascello (CP) Giuseppe Giovetti,<br />

disponeva immediatamente l’uscita della dipendente<br />

motovedetta SAR CP 807 indicando quale<br />

primo punto di ricerca proprio l’ultima zona<br />

segnalata dai ragazzi, tra l’altro abitualmente frequentata<br />

da molti pescatori sportivi locali.<br />

Il tempo trascorso dall’ultimo contatto con i<br />

ragazzi diventava minuto dopo minuto sempre<br />

più preoccupante ma le buone condizioni meteomarine<br />

in zona e l’ormai diradata foschia portavano<br />

tutti a sperare che la faccenda si sarebbe risolta<br />

di lì a poco come una delle tante emergenze<br />

estive scattate a causa di genitori troppo ansiosi e<br />

di ragazzi poco attenti ad avvertire i propri cari di<br />

improvvisi cambi di programma. Comunque, le<br />

ricerche proseguivano senza sosta e l’estensione<br />

dell’area di ricerca aveva ormai reso inevitabile il<br />

passaggio del coordinamento delle operazioni<br />

SAR al IV Centro secondario di soccorso marittimo<br />

(M.R.S.C.) di Napoli: la locale Centrale operativa<br />

era diventata il cuore pulsante di una imponente<br />

operazione di ricerca che vedeva coinvolte buona<br />

parte delle unità navali del Golfo di Napoli e di<br />

Gaeta (M/V CP 807, M/V CP 857, M/V CP 280,<br />

M/V CP 267, M/V CP 890, M/V CP 550, M/V<br />

CP 522, M/V CP 513) nonché diversi mezzi aerei<br />

(un elicottero del Nucleo Aereo dei Vigili del<br />

Fuoco di Pontecagnano (SA), un elicottero della<br />

<strong>Guardia</strong> di Finanza di Napoli ed un aeromobile<br />

della <strong>Guardia</strong> <strong>Costiera</strong> di stanza a Catania) che<br />

stavano setacciando da ore tutto lo specchio<br />

acqueo compreso tra Ischia e Ventotene. Con rapidità<br />

ed efficienza si susseguivano le situazioni<br />

operative di ricerca: analizzando venti e correnti<br />

presenti in zona, venivano progressivamente stabilite<br />

le aree di ricerca da battere e gli schemi di<br />

ricerca da eseguire. Sul canale 16 veniva periodicamente<br />

lanciato il testo del messaggio PAN<br />

PAN che invitava chiunque in zona a fornire eventuali<br />

indicazioni sul natante e i tre ragazzi dispersi.<br />

In serata il coordinamento delle ricerche veniva<br />

assunto personalmente dal Direttore marittimo,<br />

Contrammiraglio Cacioppo, il quale, arrivato nel<br />

tardo pomeriggio nel porto di Forio a bordo della<br />

Nella pagina accanto: lo sbarco dei naufraghi nel porto<br />

di Casamicciola Terme. In basso: la motovedetta CP 280<br />

protagonista del salvataggio e il momento del commiato<br />

dei naufraghi con il personale della <strong>Guardia</strong> <strong>Costiera</strong><br />

M/V CP 280, percependo<br />

fin da subito la<br />

delicatezza della<br />

situazione che si stava<br />

configurando, si era<br />

congedato dal Ministro<br />

Bianchi, al quale<br />

aveva debitamente<br />

rappresentato l’emergenza<br />

in corso. Contemporaneamente<br />

disponeva l’impiego<br />

operativo anche della<br />

M/V CP 280 e rientrava<br />

a Napoli con il<br />

primo mezzo pubblico<br />

in partenza da Ischia.<br />

La notizia del naufragio,<br />

intanto, si era diffusa<br />

su tutta l’isola ed<br />

il numero di parenti,<br />

amici e curiosi che si<br />

stava radunando sia ad Ischia che, soprattutto, a<br />

Casamicciola davanti ai rispettivi Uffici aumentava<br />

rapidamente. Anche gli organi di stampa nazionali<br />

e l’emittente televisiva locale avevano concentrato<br />

le loro attenzioni sulle vicende in corso, chiedendo<br />

continui aggiornamenti e dettagli delle operazioni<br />

di ricerca. L’attesa interminabile della piazza,<br />

l’ansia dei familiari e le mille allusioni legate<br />

alla vita privata dei tre ragazzi erano diventati un<br />

ulteriore aspetto da gestire a livello locale per evitare<br />

che la delicata situazione venutasi a creare divenisse<br />

insostenibile. In una simile circostanza è stato<br />

necessario da parte di ciascuno far ricorso a tutte le<br />

proprie capacità comunicative e persuasive, cercando<br />

di infondere quella fiducia nei confronti dell’organiz-<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

45


46<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

In alto: i parenti in attesa davanti<br />

alla Delegazione di spiaggia di<br />

Casamicciola Terme e il 1° Mar.<br />

NP Antonio Visone.<br />

zazione e negli uomini<br />

della <strong>Guardia</strong> <strong>Costiera</strong><br />

che si stavano prodigando<br />

da ore senza<br />

alcun risparmio di<br />

energie nelle ricerche e<br />

che, con l’aiuto della<br />

buona sorte, prima o<br />

poi avrebbero riportato<br />

i tre ragazzi sani e<br />

salvi a casa. Del resto<br />

proprio Ischia, in un<br />

passato ancora troppo<br />

recente, aveva vissuto<br />

sulla propria pelle<br />

un altro dramma che<br />

aveva scosso la comunità<br />

isolana, ed in quei<br />

momenti il pensiero di molti andava anche ai tre<br />

pescatori del M/P Padre Pio che nel giugno del 2005<br />

erano scomparsi nelle acque antistanti il porto di<br />

Casamicciola. Intanto le operazioni di ricerca continuavano<br />

strenuamente e senza sosta anche<br />

durante la notte con l’impiego di tutti i mezzi navali<br />

disponibili secondo schemi di ricerca a percorsi<br />

paralleli che comprendevano la copertura di tutto<br />

il tratto di mare compreso tra le isole di Ischia e<br />

Ventotene verso sud-ovest.<br />

Anche tra la popolazione civile il forte spirito<br />

di solidarietà spingeva alcuni esperti diportisti a<br />

chiedere al Capo del Circondario Marittimo di<br />

Ischia di poter concorrere alle operazioni di<br />

ricerca. Questi, comprendendo lo stato d’animo<br />

dei volontari ed anche al fine di non lasciare<br />

nulla di intentato, ipotizzando un eventuale ricovero<br />

dei naufraghi in una delle tante baie dell’isola<br />

difficilmente raggiungibili via terra e non<br />

servite da copertura telefonica, disponeva<br />

che si dividessero in due gruppi con a<br />

bordo di ciascuno un militare dell’Autorità<br />

Marittima ed effettuassero con rotte opposte<br />

il periplo dell’isola. Anche tale tentativo<br />

risultava tuttavia vano. Il porto di Ischia<br />

nel frattempo era divenuto un via vai di<br />

motovedette che scalavano a turno il predetto<br />

approdo, sia per fare rifornimento di<br />

carburante sia per trovare qualche attimo<br />

di respiro dopo ore ed ore di ricerche in<br />

mare che con il passare del tempo si era<br />

andato progressivamente ingrossando.<br />

Con le prime luci dell’alba anche i velivoli<br />

riprendevano le operazioni setacciando<br />

ripetutamente le zone di mare assegnate.<br />

I familiari dei tre ragazzi, ormai da oltre<br />

venti ore in trepidante attesa di una notizia<br />

che non arrivava mai, erano consapevoli<br />

della imponente macchina dei soccorsi che<br />

dal primo istante della vicenda stava cercando di<br />

riportare a casa il natante disperso ed il suo equipaggio<br />

ed, in fondo, in tutti c’era la certezza che<br />

prima o poi ciò sarebbe avvenuto. Alle ore 09:55<br />

la M/V CP 280, al Comando del 1° M.llo Antonio<br />

Visone, nocchiere tanto abile nell’analizzare le<br />

correnti in zona quanto audace da condurre la<br />

propria unità aldilà degli schemi assegnati, là<br />

dove il proprio istinto di “vecchio” lupo di mare lo<br />

aveva spinto con una felice intuizione, intercettava<br />

il natante disperso a circa 20 miglia a Sud dell’isola<br />

di Ventotene (punto di coordinate 40° 27,42’<br />

Lat. Nord - 013° 25,34’ Long. Est).<br />

“Li abbiamo trovati, sono salvi!” Queste le poche<br />

parole emozionate diramate dall’equipaggio<br />

della M/V CP 280 via VHF. In pochi minuti la<br />

notizia faceva il giro del Golfo ed ovviamente<br />

giungeva alle famiglie dei tre ragazzi che gonfi<br />

di commozione e di gratitudine si stringevano<br />

agli amici ed agli uomini della <strong>Guardia</strong> <strong>Costiera</strong><br />

che con loro avevano vissuto un incubo che sembrava<br />

non finire mai.<br />

Intanto dalla M/V CP 280 i ragazzi venivano<br />

descritti in buone condizioni e si annunciava di li<br />

a poco l’arrivo nel porto di Casamicciola Terme.<br />

Nell’abbraccio caloroso di una coinvolta e stremata<br />

folla in porto si sintetizza il felice epilogo di<br />

una indimenticabile disavventura da naufraghi<br />

per una notte vissuta anche con un pizzico di<br />

incoscienza da tre giovani appassionati pescatori<br />

sportivi. Nelle poche parole di commozione di<br />

un padre diramate dagli Organi di informazione<br />

a mezzo stampa e televisione locale il sentito ringraziamento<br />

per il brillante operato degli uomini<br />

della <strong>Guardia</strong> <strong>Costiera</strong> tanto sotto il profilo professionale<br />

quanto sotto l’aspetto umano.<br />

ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006


e<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

DI COSIMO NICASTRO<br />

1° concorso artistico di arte figurativa<br />

per le scuole elementari e medie italiane<br />

organizzato dalla <strong>Guardia</strong> costiera<br />

47


Far sentire alla gente che le “istituzioni”<br />

sono loro vicine è da sempre uno dei principali<br />

obiettivi perseguiti dalla Pubblica<br />

Amministrazione. Diverse le strade percorse<br />

in questa ottica attraverso mirate<br />

campagne di comunicazione, utilizzo di strumenti<br />

informatici, quali ad esempio i siti internet,<br />

per informare o fornire nuovi servizi ai cittadini,<br />

ricorso a concetti quali “customer satisfaction”,<br />

importati dalla imprenditorialità privata, per<br />

conoscere le opinioni dei destinatari finali dei<br />

servizi forniti dalle amministrazioni. In questa<br />

direzione la <strong>Guardia</strong> costiera, traendo spunto<br />

da iniziative di carattere locale che hanno avuto<br />

un grande riscontro di interesse e coinvolgimento,<br />

ha organizzato il primo concorso nazionale<br />

di arte figurativa rivolto agli alunni delle scuole<br />

elementari e medie italiane. Tema del concorso<br />

“La <strong>Guardia</strong> costiera e il mare”. La capillarità<br />

della presenza sul territorio degli Uffici Marittimi<br />

si prestava efficacemente ad un grande coinvolgimento,<br />

in termini numerici, dei potenziali alunni<br />

concorrenti. Diversi erano gli obiettivi che si<br />

volevano raggiungere: capire, innanzitutto, la<br />

percezione che i più giovani hanno nei confronti<br />

della <strong>Guardia</strong> costiera; avvicinare gli uomini e<br />

le donne del Corpo al mondo della scuola per<br />

far sentire le istituzioni meno lontane; ma,<br />

soprattutto, sensibilizzare i più giovani sui compiti<br />

svolti dalla <strong>Guardia</strong> costiera, contribuendo<br />

ad accrescere il loro senso civico del rispetto e<br />

dell’amore del mare e nello stesso tempo, avvicinarli<br />

ai principi basilari della cultura nautica. L’idea<br />

era quella di un concorso atipico, il meno<br />

“asettico” possibile, che prevedesse una coinvolgente<br />

interazione possibile tra gli uomini e<br />

donne della <strong>Guardia</strong> costiera e gli alunni attra-<br />

48<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

verso incontri sia presso gli istituti scolastici<br />

che, direttamente, presso le sedi operative<br />

delle Capitanerie. Da un punto di vista tecnico,<br />

unico requisito richiesto era la realizzazione<br />

di un disegno su carta, con l’utilizzo<br />

di qualunque tecnica grafica. Le opere<br />

sarebbero state successivamente valutate da<br />

commissioni regionali, presso le sedi delle<br />

Direzioni marittime, e da una commissione<br />

centrale, presso il Comando generale delle<br />

Capitanerie di porto per selezionarne le più<br />

rappresentative e realizzare, così, il calen-<br />

dario del Corpo per l’anno duemilasette. Il 9<br />

febbraio 2006 veniva avviata questa prima ed<br />

importante esperienza a livello nazionale. L’ iniziale,<br />

contenuto, scetticismo per un progetto di<br />

tale portata e per l’interesse che avrebbe potuto<br />

riscuotere, svaniva man mano che passava il<br />

ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006


tempo e si raccoglieva dalle varie sedi periferiche<br />

il grande ritorno di entusiasmo da parte<br />

degli alunni coinvolti nel progetto. Al termine<br />

della prima fase del concorso, fissata nel trenta<br />

aprile, si registrava un inaspettato, in termini<br />

numerici, successo. Diverse migliaia i disegni<br />

realizzati sul tema, numerose le richieste di<br />

approfondimenti sulle attività svolte dalla <strong>Guardia</strong><br />

costiera, quali la tutela ambientale dell’ecosistema<br />

marino, la salvaguardia della vita<br />

umana in mare, la vigilanza sulla filiera della<br />

pesca. Numerosi gli alunni premiati a livello regionale<br />

con eventi ben organizzati che hanno con-<br />

sentito ai più giovani di trascorrere una giornata<br />

presso le sale operative e a bordo dei<br />

mezzi navali della <strong>Guardia</strong> costiera. Tra i<br />

tanti elaborati, gia selezionati a livello<br />

regionale, successivamente ne sono stati<br />

individuati quindici da una apposita commissione<br />

insediata presso il Comando generale<br />

del Corpo delle Capitanerie di porto,<br />

presieduta dal Comandante Generale Amm.<br />

Isp. Capo Luciano Dassatti, con la partecipazione<br />

dell ‘Amm. Isp. Giuseppe Romanò,<br />

noto pittore. Molteplici gli aspetti presi in<br />

considerazione per la necessaria selezione<br />

finale, quali il rapporto tra elaborato grafico<br />

ed età, la vivacità espressa nella scelta<br />

dei colori e della tecnica grafica, la dinamicità,<br />

il movimento e la sensibilità manifestati<br />

nel raffigurare i simboli e le caratteristiche<br />

distintive della <strong>Guardia</strong> costiera, l’originalità del<br />

messaggio che l’autore ha inteso trasmettere. Ma<br />

visto che la selezione è stata dettata dalla sola<br />

necessità di individuare quindici elaborati per la<br />

realizzazione del calendario del Corpo, si è pensato<br />

che anche gli alunni non risultati vincitori fos-<br />

sero meritevoli di riconoscimento e così, in tale<br />

prospettiva, saranno promossi ed organizzati<br />

presso le sedi periferiche della <strong>Guardia</strong> costiera<br />

mostre ed esposizioni delle tante opere realizzate<br />

dai giovani artisti. Per tutti appuntamento alla presentazione<br />

ufficiale del calendario 2007 realizzato<br />

grazie alla passione di migliaia di giovani “artisti”<br />

entusiasti, ci auguriamo, con una accresciuta<br />

cultura marinaresca e, sicuramente, maggiormente<br />

sensibili verso la tutela del nostro mare e delle<br />

nostre coste, patrimonio naturale, unico per la sua<br />

bellezza e per l’importanza nella sviluppo economico<br />

del nostro paese. A loro un arrivederci a<br />

Le immagini ritraggono alcune delle<br />

opere, tutte belle, tutte significative, tutte<br />

espressione di attenzione e di amore per il<br />

mare, realizzate dalle migliaia di<br />

partecipanti al concorso.<br />

I 14 “quadri” inseriti nel calendario 2007<br />

di <strong>Guardia</strong> <strong>Costiera</strong> rappresentano, senza<br />

alcuna graduatoria, vari temi che i giovani<br />

e bravi autori hanno inteso sviluppare.<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

49


50<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

DI CINZIA GEROMINO<br />

Anche il cinema finisce nella rete<br />

La pirateria è un problema molto discusso e, a<br />

parere di molti, quasi impossibile da gestire e<br />

risolvere. In particolare quella rivolta alle<br />

opere d’ingegno fruibili attraverso internet:<br />

musica e cinema. Ogni giorno vengono scaricati<br />

dal web dai 400.000 ai 600.000 film e sembra<br />

questo un fenomeno in continua crescita. L’unica<br />

regola condivisa nell’etere sarebbe, dunque, quella<br />

dell’anarchia più totale, atteggiamento questo che,<br />

ogni anno provoca ingenti danni, economici e d’immagine,<br />

alle aziende che di questi prodotti hanno<br />

fatto il loro business. Il download abusivo e illegale è,<br />

in generale, una caratteristica prettamente giovanile,<br />

dovuta in particolare ai costi troppo elevati della musica<br />

e del cinema, ma anche alla praticità e immediatezza<br />

con cui tali prodotti vengono reperiti direttamente<br />

nella rete. Di fatto, scaricare un film, una canzone<br />

o un file multimediale in generale, è veramente un’impresa<br />

semplice: è sufficiente un computer, una connessione<br />

internet, meglio se Adsl, e un programma di<br />

condivisione di file. Con una semplice ricerca e un<br />

clic, il gioco è fatto.<br />

Il pensiero comune del dowloader è: “Copiare file<br />

è semplice e ci sono buone possibilità di non essere<br />

presi. Se lo fanno tutti, perché io non dovrei?” Un<br />

programma di file sharing, per esempio, permette di<br />

scaricare i film che neanche hanno effettuato il tradizionale<br />

passaggio nelle sale cinematografiche. Le<br />

fonti dello sharing sono sempre le stesse e si basano<br />

su una semplice regola di condivisione, uno scambio<br />

di file online (IRC - Internet Relay Chat, FTP - File Transfer<br />

Protocol, Newsgroup), su siti Warez (termine utilizzato<br />

dai cracker per indicare le versioni “craccate”<br />

di software commerciali originali nei quali la protezione<br />

del copyright è stata violata), sull’utilizzo di<br />

programmi che si basano sulla tecnologia P2P (Peer<br />

to peer, letteralmente “da pari a pari”: una rete di<br />

ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006


computer o qualsiasi rete che non possiede client o<br />

server fissi, ma un numero di nodi equivalenti (peer)<br />

che svolgono la funzione sia di client sia di server<br />

verso altri nodi della rete.) come Gnutella, Gnutella<br />

2, FastTrack, eDonkey2000, Overnet, DirectConnect,<br />

MP2P..., ovvero reti pubbliche nate a seguito<br />

del successo di Napster, uno dei primi servizi di file<br />

sharing, creato da Shawn Fanning, che nel 2000<br />

ebbe un forte impatto su internet. Fermare il “mercato<br />

nero” della pirateria sembra allora un’impresa<br />

ardua, specialmente se non si arriva ad una collaborazione<br />

di massa. In Italia, per esempio, è stata<br />

votata nel 2004, non senza polemiche, la Legge<br />

128 (21 maggio 2004), chiamata Legge Urbani<br />

che, oltre al finanziamento per alcune attività cinematografiche<br />

e sportive, ha dichiarato “guerra” al<br />

settore del peer-to-peer su internet.<br />

La Legge introduce misure sanzionatorie che<br />

hanno lo scopo di tutelare i diritti d’autore, riguardando<br />

in particolare la cosiddetta pirateria web, lo<br />

scambio illegale via Internet di filmati cinematografici,<br />

audio e filmati musicali protetti da copyright.<br />

Nata per contrastare la diffusione telematica<br />

abusiva di materiale audiovisivo, nonché a sostegno<br />

delle attività cinematografiche e dello spettacolo,<br />

la Legge prevede il ricorso a sanzioni “penali”<br />

anche per chi fa un uso esclusivamente personale di<br />

file protetti:<br />

- chi scarica file protetti da diritto d’autore - il semplice<br />

downloader - è punito con una sanzione<br />

amministrativa pecuniaria di euro 154 e sanzioni<br />

accessorie della confisca del materiale e della pubblicazione<br />

del provvedimento su un giornale quotidiano<br />

a diffusione nazionale (art. 171-ter, comma<br />

2, lett. a-bis);<br />

- chi condivide, cioè chi è uploader, file protetti da<br />

diritto d’autore, anche senza fini di lucro, viene<br />

punito con la reclusione da uno a quattro anni e con<br />

la multa da cinque a quindici mila euro (art. 171ter,<br />

comma 2, lett. a-bis).<br />

Pertanto lo scambio di opere protette, come<br />

avviene tecnicamente nella maggior parte dei sistemi<br />

di file-sharing (eMule, eDonkey2000, mlDonkey,<br />

DC++, etc.), ricade nelle sanzioni penali, poiché i<br />

sistemi di file-sharing più diffusi utilizzano reti Peer<br />

to peer nelle quali ciascun utente è sia client (downloader,<br />

e quindi scarica) che server (uploader, e<br />

quindi condivide) - ossia i file scaricati sono automaticamente<br />

condivisi, anche durante la fase di<br />

scaricamento. C’è chi sostiene che si è passati dall’anarchia<br />

totale alla legge marziale, una vera e<br />

propria caccia alle streghe, criticando soprattutto la<br />

durezza di alcuni passaggi della Legge. Se il tentativo<br />

di combattere l’illegalità diffusa nel web appare<br />

come un’impresa ardua, visti anche e soprattutto i forti<br />

interessi economici che ruotano intorno alle violazioni<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

51


del copyright, un tentativo di<br />

arginare il problema, offrendo<br />

un servizio integrato e fortemente<br />

“brandizzato”, è di recente<br />

giunto dall’homo tecnologicus<br />

per eccellenza dl XXI secolo,<br />

Steve Jobs, il Patron della Apple.<br />

Nel mese di settembre, durante<br />

una delle famose convention<br />

di presentazione<br />

dei prodotti della Mela,<br />

veri e propri show, Jobs<br />

ha presentato il nuovo<br />

servizio del portale iTunes:<br />

la possibilità di scaricare<br />

“legalmente” non<br />

solo dischi ma anche<br />

film. Permettendo il<br />

donwload legale delle<br />

pellicole si apre, nel<br />

mondo dei media, una<br />

nuova era: quella della<br />

convergenza totale. Di<br />

fatto con Internet si può<br />

davvero fare tutto: ascoltare<br />

la musica, vedere la<br />

tv, guardare i film. Il<br />

costo? 12,99 dollari per<br />

le novità e 9,99 dollari<br />

per i film più vecchi.<br />

Sarà possibile riversare i<br />

film sul computer, su un<br />

iPod di ultima generazione<br />

munito di uno<br />

schermo, gustare la<br />

visione di un prodotto di<br />

qualità e, con l’utilizzo<br />

di appositi cavetti,<br />

anche sulla televisione.<br />

Le mosse di Jobs<br />

sono destinate a lasciare<br />

un segno molto<br />

profondo nel settore<br />

dell’entertainment e<br />

apre le porte ad una<br />

vera e propria “battaglia”<br />

tra le major cinematografiche<br />

di tutto il<br />

mondo. Il padrone<br />

della Mela ha, infatti,<br />

ben compreso che la<br />

sua iniziativa avrebbe<br />

avuto maggior successo<br />

se sostenuta da partner<br />

di valore come la<br />

Walt Disney.<br />

52<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

dal basso: copertina del film<br />

H2odio, primo film distribuito esclusivamente<br />

nelle edicole;<br />

copertina del film 2 Fast 2 furius;<br />

a fianco: poster del pluripremiato<br />

“Gladiatore” di Ridley Scott;<br />

uno dei più diffusi programmi P2P ,<br />

si tretta di “eMule”.<br />

Con la vendita della Pixar, la multimiliardaria<br />

pioniera nell’animazione<br />

più avanzata, alla Walt Disney,<br />

Steve Jobs si è assicurato un posto<br />

nel consiglio di amministrazione di<br />

quest’ultima e la possibilità di entrare<br />

a far parte del Gotha hollywoodiano:<br />

Pixar, Disney, Buena Vista, Miramax,<br />

Touchstone.<br />

Imponenti studios come Universal,<br />

Paramount, Columbia, 20th Century<br />

Fox, Mgm e altri avevano già da<br />

tempo preso in considerazione l’idea<br />

di vendere direttamente dal web i<br />

propri prodotti, impresa in parte scoraggiata<br />

dal fenomeno della pirateria<br />

e in parte dalla difficoltà di gestire<br />

gli equilibri, sempre piuttosto precari,<br />

tra produzione, distribuzione<br />

home video, vendita all’estero. Ma<br />

l’impresa di Jobs sembra aver stuzzicato<br />

la voglia di riposizionarsi nel<br />

mercato anche da parte di altre<br />

aziende. Ora scendono in campo<br />

anche i giganti dell’hi tech, tutti<br />

intenzionati a spodestare dal mercato<br />

Steve Jobs e i suoi prodotti. Il vice<br />

presidente del MSN marketing entertainment<br />

- Chris Stephenson - ha<br />

dichiarato ufficialmente che Microsoft<br />

sta lavorando su un player MP3<br />

molto sofisticato in grado di competere<br />

con l’iPod di Apple: si chiamerà<br />

Zune (hardware Toshiba e software<br />

Microsoft) e sarà associato ad un<br />

proprio sito, Zune Marketplace, l’anti<br />

iTunes. Da non sottovalutare, poi, il<br />

potenziamento degli altri apparecchi<br />

ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006


analoghi: Creative, Archos, Waitec e via dicendo.<br />

Dando per scontato che la trasmissione di file cinema<br />

è già una realtà, tutto si sposta, quindi, dal<br />

piano tecnico a quello giuridico-contrattuale, vale<br />

a dire come verrà regolato il Drm (Digital Richt<br />

Management).<br />

E in Italia? Nell’ambito della convergenza totale<br />

scendono in campo il portale Rosso Alice di Telecom<br />

che, oltre ai tradizionali contenuti on demand via<br />

Adsl (concerti, musica, sport), offre anche cinema:<br />

sono disponibili classici per cinefili (Shining, Matrix,<br />

L’Esorcista, Tutti gli uomini del Presidente...), ma<br />

anche film recenti (Harry Potter e il calice di fuoco e<br />

La sposa cadavere), servizio reso possibile da<br />

accordo chiuso recentemente con la Warner Bros.<br />

Sulle fibre ottiche viaggia anche l’offerta<br />

Fastweb, anch’essa sempre più proiettata verso il<br />

cinema, e le molte iniziative dei portali indipendenti<br />

come Kataweb che a giugno, in collaborazione<br />

con il gruppo L’Espresso-Repubblica, contemporaneamente<br />

alla vendita in edicola, ha dato ai propri<br />

utenti la possibilità di scaricare il film H2Odio di<br />

Alex Infascelli. Ora è in via di definizione una serie<br />

di accordi con alcune major per la distribuzione diretta<br />

di file multimediali: si comincerà con la musica.<br />

La rete, dunque, la nuova frontiera del mercato e<br />

consumo cinematografico? Pare proprio di si... almeno<br />

secondo gli “addetti ai lavori. Già in tempi non<br />

sospetti, il guru dei mass media, Derrick De Kerckhove,<br />

sociologo e futurologo, direttore dell’Istituto<br />

McLuhan dell’università di Toronto, studioso dei probabili<br />

sviluppi antropologici di Internet, anticipatore<br />

di un futuro prossimo che riunisca arte, ingegneria e<br />

comunicazione, aveva predetto che il cinema sarebbe<br />

arrivato nelle case col web. E in Italia lo stesso titolare<br />

di Cattleya, una delle maggiori case di produzione<br />

cinematografiche e televisive italiane, nonché Presidente<br />

dell’Unione Produttori, Riccardo Tozzi, sostie-<br />

ne “il cinema è il<br />

divertimento di<br />

massa dei nostri<br />

tempi e continuerà<br />

ad esserlo. Ma cambiano<br />

i mezzi di fruizione:<br />

ieri la sala,<br />

quando in Italia si<br />

staccavano 800<br />

milioni di biglietti<br />

l’anno quanti se ne<br />

contano oggi in tutta<br />

Europa, poi è diventata<br />

la televisione. Il<br />

futuro è il cinema in<br />

rete.<br />

In realtà i pareri<br />

sono tra gli esperti<br />

divergenti e si dividono fra ottimismo, preoccupazione<br />

e negatività. Richard Borg, direttore generale<br />

della Uip, la società che distribuisce in Italia i<br />

film della Paramount e Universal sostiene che “il<br />

cinema in rete è destinato a ridimensionare parzialmente<br />

la sala, ma soprattutto a rimpiazzare il<br />

mercato home video. Il download sostituirà l’acquisto<br />

e il noleggio di dvd, già fortemente in crisi,<br />

pay tv compresa”; meno pessimista il presidente di<br />

20th Century Fox Italia: “Non c’è motivo di spaventarsi<br />

perché nel cinema il deperimento dei ricavi<br />

di un settore è sempre stato compensato da altri<br />

mercati. Quanto alla sparizione di dvd e affini<br />

andrei cauto; come la televisione non ha cancellato<br />

la sala, così credo che continuerà ad esistere un<br />

mercato home - video, fatto di collezionisti che<br />

hanno piacere di possedere l’oggetto film, di consumatori<br />

abituati al videoregistratore, di cinefili<br />

che amano gli extra”.<br />

Il cinema in rete può essere un modo, infine, per<br />

contrastare la pirateria, soprattutto in rete. Ne è convinto<br />

il presidente dell’Anica, Paolo Ferrari: “Se i film<br />

saranno disponibili legalmente diminuirà la tentazione<br />

di scaricarli illegalmente. É fondamentale che i<br />

costi siano contenuti: con una campagna di informazione,<br />

si potranno convincere i consumatori che vale<br />

la pena di compiere un piccolo sforzo, avendo in<br />

cambio la certezza di un prodotto, oltre che legale,<br />

qualitativamente valido”. Infine, uno dei nodi cruciali<br />

del cinema in rete, sul quale è necessario riflettere, è<br />

quello della modalità nei tempi di consumo: il cinema<br />

in rete deve essere fruibile contemporaneamente alla<br />

sala? Il presidente 20th Century Italia, Alberto<br />

Pasquale, è convinto che separando temporalmente i<br />

consumi si avrebbe la possibilità di moltiplicare i mercati,<br />

aumentando i ricavi di ogni film. La rete dovrebbe,<br />

quindi, aspettare almeno nei confronti delle sale.<br />

Staremo a vedere.<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

53


Chi ha letto il “Codice da Vinci” non può<br />

non essere d’accordo: il finale del libro<br />

non è all’altezza dell’intreccio narrativo<br />

che, fin dalle prime pagine, cattura<br />

l’attenzione del lettore.<br />

Una sensazione di delusione si insinua, allo stesso<br />

modo, anche in coloro che affrontano la ben<br />

più impegnativa lettura di un altro codice, quello<br />

degli appalti.<br />

Anche in questo caso, infatti, chi - sicuramente<br />

per motivi d’ufficio, più che per passatempo o<br />

54<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

DI ROBERTO CIANCHINI<br />

intimo gaudio - si avventura tra le disposizioni<br />

del predetto codice, viene spiazzato dal finale.<br />

La disciplina particolarmente complessa del regime<br />

transitorio e dell’entrata in vigore, difatti,<br />

mette a disagio anche il lettore più attento, assalito<br />

dal sospetto che, nonostante abbia evidenziato<br />

con colori diversi tutti i passaggi chiave,<br />

dovrà comunque procedere a parecchie, ulteriori<br />

ed approfondite letture del testo normativo,<br />

prima di muoversi speditamente nel mix di vecchie<br />

e nuove procedure.<br />

ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006


Qui di seguito si propone una veloce panoramica<br />

relativa ai principali profili di novità<br />

caratterizzanti l’avvenuta “riforma degli<br />

appalti pubblici”.<br />

La vastità dell’argomento impone, però, di<br />

focalizzare l’attenzione solo su alcuni aspetti<br />

peculiari (quali, ad esempio, le nuove procedure<br />

di affidamento, la disciplina del contenzioso,<br />

l’istituto dell’avvalimento), senza poter<br />

affrontare alcuni importanti temi di portata<br />

generale, tra i quali, ad esempio, il rapporto<br />

tra codice dei contratti e articolo 117 della<br />

Costituzione, che ha già acceso un vivace<br />

dibattito in dottrina, per i paventati profili di<br />

incostituzionalità legati ad un possibile eccesso<br />

di delega.<br />

Il quadro normativo<br />

Preliminarmente, appare utile delineare, seppur<br />

brevemente, il previgente quadro normativo<br />

di riferimento in materia di affidamenti<br />

pubblici.<br />

Il codice dei contratti pubblici (d’ora in avanti<br />

denominato “codice”) è stato approvato<br />

con decreto legislativo<br />

12 aprile 2006, n.163<br />

ed è entrato in vigore,<br />

dopo una vacatio di 60<br />

giorni dalla pubblicazione,<br />

lo scorso 1° luglio.<br />

Tale provvedimento racchiude,<br />

in un unico<br />

corpo normativo, la<br />

disciplina dei contratti di<br />

lavori, servizi e forniture<br />

nei settori ordinari e speciali,<br />

sia di rilievo nazionale<br />

che comunitario,<br />

nonché la disciplina<br />

delle grandi infrastrutture<br />

di carattere strategico e<br />

quella relativa al contenzioso.<br />

Principalmente, il codice,<br />

in attuazione della delega<br />

contenuta nell’articolo 25 della legge 18 aprile<br />

2005, n. 62 (legge comunitaria 2004), recepisce<br />

le direttive comunitarie 17/2004, relativa<br />

agli appalti e alle concessioni di lavori, servizi<br />

e forniture nei settori speciali (gas, energia termica,<br />

elettrica, acqua, trasporti, servizi postali,<br />

estrazioni di petrolio e altri combustibili), e<br />

18/2004, relativa all’unificazione della disciplina<br />

degli appalti e concessioni di lavori, servizi<br />

e forniture nei settori ordinari.<br />

Nel nostro ordinamento (come evidenziato<br />

anche nel quadro sinottico appresso riportato),<br />

prima del recepimento delle citate direttive,<br />

gli appalti pubblici risultavano disciplinati<br />

da un’infinità di norme di diverso rango.<br />

Come noto, inoltre, la potestà normativa statale,<br />

anche in materia di affidamenti pubblici,<br />

è stata nel tempo erosa, oltre che verso l’alto<br />

(in favore dell’UE), anche verso il basso, a<br />

seguito della riforma del Titolo V della Costituzione,<br />

che ha notevolmente ampliato la<br />

potestà legislativa in favore delle regioni.<br />

Uno scenario caratterizzato da una tale frammentarietà,<br />

quindi, permette di apprezzare lo<br />

sforzo compiuto dal legislatore nazionale,<br />

che, in occasione del recepimento del menzionato<br />

pacchetto di direttive europee, ha<br />

introdotto una disciplina unitaria ed organica<br />

di tutte le fasi del processo di realizzazione<br />

degli appalti e delle concessioni di lavori, servizi<br />

e forniture, sia nei settori ordinari, che in<br />

quelli speciali; sia sopra che sotto soglia.<br />

Il codice, quindi, compendia organicamente<br />

l’intera materia in esame:<br />

- semplificandone e rafforzandone la norma-<br />

tiva, con l’obiettivo di rendere il mercato del<br />

“public procurement” più efficiente, integrato<br />

e competitivo;<br />

- modernizzando la disciplina e le procedure<br />

degli affidamenti pubblici, così da consentire<br />

il più esteso impiego delle nuove tecnologie<br />

dell’informazione e delle telecomunicazioni;<br />

- garantendo la massima flessibilità degli strumenti<br />

giuridici utilizzati, in modo da agevolare<br />

le amministrazioni aggiudicatici nella<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

55


56<br />

gestione degli appalti pubblici. 1<br />

La modernizzazione della disciplina di settore,<br />

cui si è fatto cenno, passa, principalmente,<br />

attraverso un massiccio ricorso agli strumenti<br />

telematici.<br />

Questi, oltre che nella pubblicazione dei<br />

bandi e degli avvisi di gara e, più in generale,<br />

nelle comunicazioni tra stazione appaltante<br />

ed operatori economici, acquistano un<br />

ruolo di assoluta centralità in alcune procedure<br />

negoziali, quali i sistemi dinamici di acquisizione<br />

e le aste elettroniche.<br />

La flessibilità degli strumenti giuridici, come si<br />

avrà modo di vedere più avanti, è data dall’introduzione<br />

di nuovi istituti (tra i quali, oltre<br />

al già citato dialogo competitivo, il sistema<br />

dinamico di acquisizione e l’accordo quadro)<br />

al fianco delle tradizionali procedure di<br />

aggiudicazione<br />

(allargate, ristrette<br />

e negoziate).<br />

Il codice<br />

Entriamo ora nel<br />

vivo dell’argomento,<br />

prendendo le<br />

mosse da un rapido<br />

esame della struttura<br />

del codice.<br />

I 257 articoli del<br />

testo normativo<br />

risultano divisi in cinque parti. La prima (articoli<br />

1-27) riguarda “Principi e disposizioni<br />

comuni e contratti esclusi in tutto o in parte<br />

dall’ambito di applicazione del codice”; la<br />

seconda parte (articoli 28-205), è intitolata<br />

“Contratti pubblici relativi a lavori, servizi e<br />

forniture nei settori ordinari; la terza (articoli<br />

206-238) è dedicata ai “Contratti pubblici<br />

relativi a lavori, servizi e forniture nei settori<br />

speciali”; nella quarta parte (articoli 239-<br />

246) viene dettata la disciplina relativa al<br />

“Contenzioso”; l’ultima parte, la quinta (articoli<br />

247-257), contiene le “Disposizioni di<br />

coordinamento, finali e transitorie e le abrogazioni”.<br />

Al testo normativo fanno seguito ben 22 Allegati.<br />

Il cuore del provvedimento in commento è racchiuso<br />

nella seconda e terza parte, con le<br />

quali viene sostanzialmente data attuazione<br />

alle citate direttive 2004/17/CE e<br />

2004/18/CE.<br />

Il codice, quindi, risulta necessariamente ispirato<br />

ai principi del Trattato UE ed alle pronun-<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

ce della Corte di Giustizia delle Comunità. Al<br />

riguardo, è sufficiente rammentare come l’articolo<br />

2, puntualmente, preveda che “l’affidamento<br />

e l’esecuzione di opere e lavori pubblici,<br />

servizi e forniture deve ... svolgersi nel<br />

rispetto dei principi di economicità, efficacia,<br />

tempestività e correttezza; l’affidamento deve<br />

altresì rispettare i principi di libera concorrenza,<br />

parità di trattamento, non discriminazione,<br />

trasparenza, proporzionalità, nonché<br />

quello di pubblicità”.<br />

Per quanto riguarda l’ambito di applicazione,<br />

giova evidenziare che il codice disciplina tutti<br />

i contratti delle stazioni appaltanti, degli enti<br />

e di altri soggetti aggiudicatori aventi per<br />

oggetto l’acquisizione di servizi, prodotti,<br />

lavori e opere.<br />

Tra i predetti contratti, volendo fare un esplicito<br />

riferimento alla<br />

nostra Amministrazione,<br />

hanno rilevanza<br />

comunitaria<br />

quelli il cui valore<br />

stimato, al netto<br />

dell’IVA, è pari o<br />

superiore alle<br />

seguenti soglie:<br />

a) € 137.000, per<br />

gli appalti pubblici<br />

di forniture e per la<br />

quasi totalità di<br />

quelli di servizi;<br />

b) € 211.000, per i restanti appalti pubblici<br />

di servizi 2 ;<br />

c) € 5.278.000 per gli appalti e le concessioni<br />

di lavori pubblici.<br />

Tali soglie, come noto, costituiscono un tipico<br />

strumento antielusivo della normativa europea,<br />

volto ad evitare che, con il frazionamento<br />

artificioso, l’importo complessivo dell’appalto<br />

possa essere ricondotto in ambiti disciplinati<br />

da procedure meno rigorose.<br />

Le citate soglie rappresentano l’importo massimo<br />

stimato, al netto dell’IVA, dell’affidamento,<br />

comprendendo, quindi, qualsiasi forma di<br />

eventuale opzione e di rinnovo del contratto.<br />

In ordine alle fasi delle procedure di affidamento,<br />

che hanno inizio con la determinazione<br />

a contrarre (nell’ambito della quale, quindi,<br />

vengono individuati gli elementi essenziali<br />

del contratto ed i criteri di selezione degli<br />

operatori economici e delle offerte), si segnala<br />

la scissione della fase dell’aggiudicazione.<br />

Questa risulta ora articolata nell’aggiudicazione<br />

provvisoria e nell’aggiudicazione definitiva.<br />

Quest’ultima “diventa efficace dopo la<br />

ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006


verifica del possesso dei previsti requisiti” dell’aggiudicatario.<br />

A tale ultimo riguardo, appare opportuno evidenziare<br />

la novità introdotta dall’articolo 48.<br />

Prevede, infatti, tale disposizione che, prima<br />

di procedere all’apertura delle buste delle<br />

offerte, “debba essere richiesto - ad un numero<br />

di operatori non inferiore al 10% delle<br />

offerte presentate, ... scelti con sorteggio pubblico,<br />

di comprovare” il possesso dei prescritti<br />

requisiti di capacità economico-finanziaria<br />

e tecnico-organizzativa.<br />

Analoga richiesta deve essere avanzata -<br />

entro 10 giorni dalla conclusione della gara -<br />

anche all’aggiudicatario ed al concorrente<br />

che segue in graduatoria (qualora, ovviamente,<br />

non siano già stati “verificati” a seguito<br />

del sorteggio cui in precedenza si è fatto<br />

cenno).<br />

Un altro aspetto<br />

riguardante le procedure<br />

di aggiudicazione,<br />

è quello<br />

relativo agli “strumenti”<br />

che il codice<br />

mette a disposizione<br />

per procedere<br />

all’affidamento<br />

degli appalti pubblici.<br />

Come si è in precedenza<br />

accennato,<br />

a fianco delle classiche procedure aperte,<br />

ristrette e negoziate, ora troviamo i nuovi istituti<br />

del dialogo competitivo, degli accordi<br />

quadro e dei sistemi dinamici di acquisizione.<br />

La nuova disciplina, quindi, crea uno stretto<br />

legame tra le nuove procedure e quelle precedenti,<br />

che costituiscono, ormai, un patrimonio<br />

giuridico ampiamente consolidato.<br />

Qui di seguito si procederà ad una sommaria<br />

illustrazione delle sole nuove procedure di<br />

affidamento, tralasciando quelle classiche e<br />

facendo rinvio al codice per una disamina<br />

approfondita.<br />

Dialogo competitivo (art.58) - È la procedura<br />

con la quale l’amministrazione aggiudicatrice<br />

avvia un “dialogo” con i candidati ammessi,<br />

al fine di individuare e definire una o più soluzioni<br />

atte a soddisfare le sue necessità (non<br />

determinabili con precisione a priori) e sulla<br />

base della quale, o delle quali, i candidati<br />

selezionati saranno invitati a presentare le<br />

offerte.<br />

È, quindi, una procedura ibrida (a metà strada<br />

tra una procedura ristretta ed una nego-<br />

ziata) ed articolata, adottata in relazione ad<br />

appalti “particolarmente complessi”, ossia a<br />

quegli appalti per i quali la stazione appaltante,<br />

a causa di fattori oggettivi ad essa non<br />

imputabili, non è in grado di definire autonomamente<br />

i mezzi tecnici necessari per il raggiungimento<br />

dell’obiettivo prefissato, oppure<br />

non è in grado di specificare autonomamente<br />

l’impostazione giuridica o finanziaria di un<br />

progetto.<br />

Accordo quadro (art.59) - Si tratta, in sostanza,<br />

di un contratto-quadro (o contratto-normativo)<br />

dal quale deriva l’obbligo di stipulare<br />

singoli contratti alle condizioni fissate nell’accordo<br />

generale iniziale.<br />

L’accordo quadro, per la cui conclusione le<br />

parti devono essere scelte applicando i criteri<br />

di aggiudicazione definiti dall’ articolo 81 e<br />

seguenti del<br />

codice, è un negozio<br />

concluso tra<br />

una (o più) stazioni<br />

appaltanti ed uno<br />

(o più) operatori<br />

economici per un<br />

periodo non superiore<br />

a quattro anni<br />

(salvo casi eccezionali<br />

debitamente<br />

motivati), allo<br />

scopo di stabilire le<br />

clausole relative<br />

agli appalti da aggiudicare, in particolare<br />

per quanto riguarda i prezzi e, se del caso, le<br />

quantità previste.<br />

Sistemi dinamici di acquisizione (art.60) - È il<br />

cosiddetto electronic market place. È un processo<br />

di acquisizione interamente elettronico<br />

per acquisti di uso corrente (ovvero di quei<br />

beni di cui le amministrazioni hanno necessità<br />

di rifornirsi in modo continuativo o periodico,<br />

di natura standardizzata).<br />

Tale procedura è articolata in due fasi: l’istituzione<br />

del sistema e la successiva aggiudicazione<br />

degli appalti specifici.<br />

Ha una durata limitata nel tempo, non superiore<br />

a quattro anni (salvo casi eccezionali,<br />

debitamente giustificati) e si caratterizza per<br />

essere estremamente aperta alla concorrenza<br />

ed imparziale.<br />

Tra le altre novità significative introdotte dal<br />

codice, merita sicuramente un cenno il nuovo<br />

ruolo attribuito all’Autorità di vigilanza, che<br />

ora non ha più la vigilanza soltanto sui lavori<br />

pubblici, ma anche sui servizi e le forniture,<br />

con la precipua finalità di garantire il rispetto<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

57


58<br />

dei principi di correttezza e trasparenza delle<br />

procedure di scelta del contraente e di economica<br />

ed efficiente esecuzione dei contratti,<br />

nonché il rispetto delle regole della concorrenza<br />

nelle singole procedure di gara.<br />

In tale ottica, l’Autorità, tra l’altro, segnala al<br />

Parlamento e al Governo fenomeni particolarmente<br />

gravi di inosservanza o di applicazione<br />

distorta della normativa sui contratti pubblici.<br />

Parimenti rilevante è il ruolo attribuito all’Osservatorio<br />

dei contratti pubblici, che dovrebbe,<br />

finalmente, realizzare le aspettative, da anni<br />

disattese, in materia di determinazione di<br />

costi standardizzati per tipo di lavoro e per<br />

tipo di servizio e fornitura, in relazione a specifiche<br />

aree territoriali.<br />

Anche in tale ottica, sono stati previsti, in<br />

capo agli enti<br />

aggiudicatori, specifici<br />

obblighi di<br />

fornire notizie<br />

all’Osservatorio in<br />

ordine a quei contratti<br />

di importo<br />

superiore a 150<br />

mila euro, con<br />

pesanti sanzioni<br />

amministrative a<br />

fronte di ingiustificate<br />

omissioni.<br />

Altra rilevante innovazione,<br />

riguarda il cosiddetto prestito dei<br />

requisiti di carattere economico, finanziario,<br />

tecnico, organizzativo dei partecipanti alle<br />

procedure di affidamento.<br />

Il codice, infatti, conformemente alla volontà<br />

del legislatore europeo di evitare la “personalizzazione”<br />

dei requisiti di capacità tecnicoeconomica<br />

degli operatori che partecipano<br />

alle gare d’appalto, ha recepito l’istituto dell’avvalimento.<br />

I partecipanti ad una gara pubblica, ora, possono<br />

dimostrare il possesso della richiesta<br />

capacità economico-finanziaria e tecnico-professionale,<br />

facendo affidamento sulle capacità<br />

di altri soggetti (nominati ausiliari), a prescindere<br />

dalla natura giuridica dei loro legami,<br />

mediante la presentazione di un loro<br />

impegno a tal fine.<br />

Particolare criticità, nel concreto funzionamento<br />

dell’istituto in discorso, è rappresentata<br />

dalla questione dei rapporti fra concorrente,<br />

impresa ausiliaria e stazione appaltante: nei<br />

confronti di quest’ultima, infatti, è prevista<br />

una responsabilità solidale degli altri due sog-<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

getti relativamente alle prestazioni contrattuali.<br />

La ricostruzione del rapporto trilaterale, come<br />

rilevato in dottrina 3 , appare, però, difficoltosa,<br />

tenuto conto che “la responsabilità solidale<br />

dovrebbe, infatti, presupporre una contitolarità<br />

delle obbligazioni assunte, che, invece,<br />

nel caso specifico, sembra esclusa dalla circostanza<br />

che la titolarità del contratto d’appalto<br />

- e quindi delle derivanti obbligazioni - fa<br />

capo esclusivamente all’impresa concorrente<br />

e non anche all’impresa ausiliaria”.<br />

Per quanto concerne la scelta del contraente, il<br />

codice conferma che la migliore offerta venga<br />

individuata in base al criterio del prezzo più<br />

basso, ovvero dell’offerta economicamente<br />

più vantaggiosa.<br />

In tale ultima ipotesi, però, l’elemento di<br />

novità introdotto, è<br />

che i criteri di scelta<br />

dell’offerta economicamente<br />

più<br />

vantaggiosa (quali,<br />

ad esempio, la<br />

qualità, il prezzo, il<br />

pregio tecnico, le<br />

caratteristiche estetiche<br />

e funzionali,<br />

le caratteristiche<br />

ambientali, il costo<br />

di utilizzazione, il<br />

servizio di postvendita<br />

e l’assistenza tecnica, la data di consegna<br />

ed il termine di esecuzione) non solo<br />

debbono essere obbligatoriamente precisati<br />

nel bando, ma la stazione appaltante ne deve<br />

anche prevedere (ed indicare) i parametri di<br />

ponderazione: cioè - espresso in termini<br />

numerici - il peso attribuito a ciascuno degli<br />

elementi di valutazione.<br />

Al riguardo, giova evidenziare che se la definizione<br />

dei criteri e la ponderazione relativa<br />

attribuita a ciascuno di essi costituisce un<br />

obbligo specifico della stazione appaltante,<br />

la Commissione giudicatrice, può fissare,<br />

prima dell’apertura delle buste, i criteri motivazionali<br />

cui si atterrà per attribuire a ciascun<br />

criterio e sub-criterio di valutazione il punteggio<br />

tra il minimo ed il massimo stabiliti dal<br />

bando.<br />

In ordine alle garanzie a corredo dell’offerta,<br />

l’articolo 75 introduce alcune novità.<br />

Prevede, infatti, tale disposizione la presentazione,<br />

da parte dell’offerente, di una garanzia<br />

(a copertura dell’eventuale mancata sottoscrizione<br />

del contratto per fatto dell’affidata-<br />

ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006


io) pari al due per cento del prezzo base<br />

indicato nel bando o nell’invito, sotto forma<br />

di cauzione o di fideiussione. 4<br />

Inoltre, l’offerta deve essere anche corredata,<br />

a pena di esclusione, dall’impegno di un<br />

fideiussore a rilasciare la garanzia fideiussoria<br />

per l’esecuzione del contratto qualora l’offerente<br />

risultasse affidatario.<br />

Prima di concludere, si ritiene opportuno soffermarsi<br />

sulle interessanti innovazioni introdotte<br />

dal codice in materia di contenzioso.<br />

Al riguardo, il legislatore ha, sostanzialmente,<br />

operato su due fronti:<br />

- l’ampliamento del ricorso ai sistemi alternativi<br />

di risoluzione delle controversie;<br />

- l’ampliamento degli strumenti di tutela.<br />

Sotto il primo profilo, di particolare rilievo<br />

risulta l’estensione del ricorso alla transazione<br />

anche al di fuori<br />

dei casi in cui è<br />

previsto l’accordo,<br />

ed anche alle controversie<br />

relative a<br />

diritti soggettivi<br />

derivanti dall’esecuzione<br />

dei contratti<br />

pubblici di servizi e<br />

forniture.<br />

Per quanto riguarda,<br />

invece, gli strumenti<br />

di tutela,<br />

merita un cenno la<br />

cosiddetta “tutela cautelare ante causam”.<br />

Prevede, infatti, il terzo comma dell’articolo<br />

245 che, “in caso di eccezionale gravità e<br />

urgenza, tale da non consentire neppure la<br />

previa notifica del ricorso e la richiesta di<br />

misure cautelari provvisorie..., il soggetto<br />

legittimato al ricorso può proporre istanza per<br />

l’adozione delle misure interinali e provvisorie<br />

che appaiono indispensabili durante il<br />

tempo occorrente per la proposizione del<br />

ricorso di merito e della domanda cautelare”.<br />

Conclusione<br />

L’importanza economica assunta dal settore<br />

degli appalti pubblici 5 è, nel tempo, divenuta<br />

tale da richiedere una disciplina organica e<br />

coerente, in grado di garantire la correttezza<br />

dell’investimento pubblico, nonché il rispetto<br />

delle regole di concorrenza.<br />

Il legislatore europeo, avvertite le predette esigenze,<br />

ha, quindi, provveduto con le direttive<br />

17 e 18/2004/CE a riordinare il diritto<br />

comunitario in materia di appalti.<br />

Conseguentemente, nel solco tracciato dalle<br />

citate direttive, il legislatore nazionale ha elaborato<br />

l’opera di codificazione sin qui esaminata,<br />

compiendo uno sforzo notevole per<br />

armonizzare un insieme di norme eterogenee<br />

ed approdare ad una disciplina comune per<br />

le tre tipologie di appalti.<br />

Come accennato all’inizio, però, le aspettative<br />

di semplificazione e razionalizzazione del quadro<br />

normativo, potrebbero essere in parte deluse,<br />

atteso che lo stesso codice rinvia, per la<br />

disciplina di dettaglio di numerosi istituti, ad<br />

alcuni regolamenti che dovranno essere emanati<br />

in tempi successivi. Tra questi, rientra il regolamento<br />

generale di attuazione, che dovrebbe<br />

essere adottato entro il 1° luglio 2007 ed entrare<br />

in vigore nei successivi 180 giorni.<br />

Nelle more dell’adozione del citato regolamento<br />

una parte<br />

delle disposizioni<br />

del codice risulta<br />

inapplicabile.<br />

Per altre disposizioni,<br />

invece, è<br />

espressamente previsto<br />

un regime<br />

transitorio particolarmentecomplesso,<br />

disciplinato dall’articolo<br />

253.<br />

NOTE<br />

1 Cfr. Tommaso Edoardo FROSINI - “Regioni: ambiti più definiti per<br />

un’interpretazione snella - in Guida al Diritto de “Il Sole 24 Ore” -<br />

Maggio 2006.<br />

2 Nel far rinvio agli articoli 19, 20 e 21 ed agli allegati II A e II<br />

B del codice, si rappresenta, a titolo meramente esemplificativo,<br />

che sono soggetti alle disposizioni del codice stesso i servizi di<br />

manutenzione e riparazione; i servizi informatici e quelli di pulizia<br />

degli edifici.<br />

3 Cfr. R. Mangani - “Primo test per l’avvalimento. Si al prestito dei<br />

requisiti” in Guida al diritto de “Il Sole 24 ore” - maggio 2006.<br />

4 La misura della predetta garanzia, peraltro, è ridotta del cinquanta<br />

per cento per gli operatori economici ai quali venga rilasciata, da<br />

organismi accreditati, ai sensi delle norme europee della serie UNI<br />

CEI EN 45000 e della serie UNI CEI EN ISO/IEC 17000, la certificazione<br />

del sistema di qualità conforme alle norme europee della<br />

serie UNI CEI ISO 9000, ovvero la dichiarazione della presenza di<br />

elementi significativi e tra loro correlati di tale sistema.<br />

5 Al riguardo, si tenga conto che la dimensione economica del mercato<br />

del “public procurement”, a livello europeo, negli anni tra il<br />

1995 ed il 2003, ha superato il 16% del PIL e nel 2003 è stata stimata<br />

in oltre 1.500 miliardi di euro (cfr. intervento del Presidente<br />

Antonio Catricalà al Forum P.A. 2006, nell’ambito del seminario<br />

“Il codice degli appalti. Problematiche e prospettive”).<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

59


lo chiamavano<br />

60<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

DI MARCO EMBKE<br />

I pro e i contro del mondo fitness, il più praticato dagli italiani<br />

Elo chiamavano body building. Ora si è settorializzato: aerobica, step, spinning,<br />

gag, body pump, acquagim, yoga, pilates e così via. Il fitness spopola<br />

nella penisola in tutte le sue forme e secondo i dati Censis, questi corsi sono<br />

da sette anni al primo posto tra le spese extra degli italiani. Quello che anni<br />

fa era comunemente chiamato body building e racchiudeva una nicchia di<br />

amanti dei muscoli, ora è diventato un business enorme, adatto a tutte le età. Negli<br />

ultimi dieci anni le strutture dedite al fitness sono cresciute del 90% e si sono quadruplicate<br />

le iscrizioni. Per non parlare della vendita di attrezzature e abbigliamento sportivo.<br />

I motivi? Molteplici. Voglia di dimagrire, mantenere il peso forma, staccare la<br />

spina dopo la routine del lavoro, ma non solo. Il fitness significa anche combattere la<br />

depressione, curare il mal di schiena, rinforzare la circolazione del sangue e il cuore.<br />

ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006


Le palestre sono il vero business, ma dividono medici e istruttori<br />

Cresce insomma, il popolo degli adepti della forma fisica. Agli scopi salutistici si uniscono<br />

i ludici: i più pigri, con alle spalle un passato refrattario ad ogni tipo di fatica<br />

fisica, ci vanno. Per non parlare di ragazzi e ragazze che hanno fatto delle palestre<br />

un luogo di incontro in cui fare amicizia, fra una serie e l’altra di pesi. I costi, poi,<br />

sono contenuti, se si pensa agli sport di squadra o al nuoto. Ma è davvero e sempre<br />

tutta salute per tutti, la palestra? Basta cominciare a saltellare, pedalare, tirare su i pesi<br />

in serie, per ritrovare la forma ed essere felici? Tutte queste attività proposte dai circoli<br />

sportivi fanno bene? E’ salutare iscriversi alla classe di aerobica o step e cominciare<br />

a frequentare il corso, dopo un lungo periodo di inattività e nei ritagli, sempre più<br />

risicati di tempo libero, che corrisponde generalmente alla sera quando si è già stanchi?<br />

Tutto ciò è esente da incidenti di percorso e può causare l’abbandono dell’atti-


DY BUILD<br />

senza specifica visita medica. “E’ gravissimo iscriversi<br />

ad una palestra sottovalutando la visita medica,<br />

una analisi del sangue e una visita cardiologica”<br />

spiega il dottor Franco Casacci, medico sportivo:<br />

“Il rischio più frequente è l’indolenzimento<br />

muscolare, l’affaticamento<br />

accumulato, ma anche tendiniti,<br />

infiammazioni,<br />

strappi, mal di schiena,<br />

dolore alle articolazioni,<br />

alle caviglie, alle ginocchia,<br />

alle spalle e perfino<br />

insonnia”. I problemi<br />

riguardano soprattutto chi<br />

va in palestra senza avere<br />

un fisico già allenato o chi<br />

ha superato Gi vent’anni di<br />

età. “Senza escludere i<br />

giovanissimi che, - continua<br />

Casacci - di fronte ai<br />

modelli maschili attuali di<br />

riferimento, al posto delle<br />

più salutari attività sportive<br />

di squadra che più che<br />

gonfiare i muscoli formano<br />

la mente, si recano nelle<br />

palestre ad alzare pesi su<br />

pesi. E possono reagire<br />

con un senso di inadeguatezza<br />

perché non riescono<br />

a raggiungere l’obiettivo<br />

prefissato. Oppure, più frequentemente,<br />

mettono su<br />

muscoli seguendo scorciatoie<br />

come diete rigide, centellinando<br />

ogni porzione di cibo in modo maniacale.<br />

Fino ad arrivare a coloro che utilizzano gli integratori,<br />

come aminoacidi e proteine, in alti dosaggi.<br />

Quando si entra nel campo del body building il<br />

rischio doping risulta elevato. E si rischia la salute”.<br />

In questo, gli istruttori hanno una grande responsabilità:<br />

se si affronta il tema del pre e post palestra,<br />

all’unanimità affermano che nei loro circoli richiedono<br />

certificati medici, sconsigliano diete ferree e uso<br />

di sostanze coadiuvanti. Eppure la vendita di integratori,<br />

proteine, energetici liquidi e solidi si mantiene<br />

su livelli ottimali nelle farmacie e nei supermercati.<br />

Lo sottolinea il dottore: “Purtroppo il messaggio<br />

mediatico privilegia l’uomo scolpito e le donne<br />

BO<br />

vità stessa? Domande queste, che trovano pareri<br />

discordanti tra istruttori di palestra e medici. Gli<br />

istruttori stilano programmi mensili chiedendo un certificato<br />

di sana e robusta costituzione. Un certificato,<br />

purtroppo, che talvolta è fatto dal medico di base<br />

senza un filo di grasso ai fianchi. Privilegia le taglie<br />

aderenti ed esclude dall’omologazione chi ha qual-<br />

62<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

che chilo in più. Sta alla personalità dei singoli evitare<br />

questi modelli di riferimento, ma chi non ci riesce,<br />

ricorre spesso a medicinali o attività fisica forzata<br />

e pericolosa sia a breve sia a lunga scadenza”.<br />

Gli inizi<br />

Un errore molto comune, ad esempio, è quello di<br />

iniziare l’attività iscrivendosi ad un corso, frequentarlo<br />

subito, magari trovandosi in un gruppo di persone<br />

già discretamente<br />

allenate: contratture,<br />

infiammazioni tendinee,sovraffaticamento<br />

muscolare<br />

sono i primi sintomi.<br />

Dopo le prime lezioni<br />

in palestra l’indolenzimento<br />

dei muscoli<br />

può essere così fastidioso<br />

tanto da rinunciare<br />

a fare sport<br />

regolarmente. Il metodo<br />

migliore per iniziare<br />

è quello di praticare<br />

del cardiofitness<br />

per almeno cinque<br />

minuti, poi dello stret-<br />

ching, prima di pas-<br />

sare al vero e proprio<br />

allenamento. Per il<br />

corretto funzionamento<br />

i muscoli hanno<br />

bisogno di un aumento<br />

della circolazione<br />

sanguigna che produce<br />

il necessario riscaldamento<br />

degli stessi.<br />

I primi allenamenti<br />

Si possono prevenire i primi dolori muscolari, effettuando<br />

inizialmente un lavoro di condizionamento<br />

generale, come la ginnastica generale insieme ad<br />

un’attività aerobica, come la cyclette o una corsa<br />

molto lieve sul nastro. A seguire alcuni esercizi<br />

specifici per rinforzare alcuni importanti gruppi<br />

muscolari, che tuteleranno lo scheletro ed i tendini<br />

dagli incidenti più diffusi nelle palestre. E’ necessario<br />

quindi rinforzare la colonna lombo-sacrale,<br />

con esercizi di stretching, rotazioni del busto e<br />

addominali e lombari. Poi rinforzare le ginocchia,<br />

con esercizi stabilizzatori, allenando i muscoli<br />

estensori e flessori del ginocchio. Così come i glutei<br />

e le spalle stesse. Se compare un generale<br />

indolenzimento muscolare vuol dire che i muscoli<br />

hanno lavorato bene. Il dolore è dovuto a piccoli<br />

ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006<br />

UILDING


ING BOD<br />

microtraumi subiti dalle unità contrattili dei muscoli.<br />

Se il dolore però si fa persistente nel tempo è<br />

bene sospendere il corso e fare solo stretching o<br />

ginnastica in acqua.<br />

La frequenza<br />

Essere incostanti nell’andare in palestra significa<br />

aumentare la sensazione di fatica ed i rischi di<br />

infiammazioni ai muscoli ed ai tendini, ogni volta<br />

che vi si ritorna. La giusta frequenza ai corsi di<br />

ginnastica è di almeno tre volte la settimana. L’allenamento<br />

saltuario<br />

non porta nessun<br />

beneficio.<br />

I luoghi comuni<br />

C’è chi indossa pancere<br />

di gomma o tute di<br />

plastica pensando di<br />

dimagrire più rapidamente.<br />

In realtà perderà<br />

solo acqua che<br />

recupererà dopo, sottoponendol’organismo<br />

ad uno stress termico<br />

pericoloso. O chi<br />

beve erroneamente<br />

poca acqua per limitare<br />

il fenomeno della<br />

D ILD<br />

cellulite. Oppure chi<br />

aumenta vertiginosamente<br />

gli addominali<br />

per calare la pancia. Il<br />

body building, in tutte<br />

le sue forme, va fatto<br />

gradualmente e in<br />

modo completo, coinvolgendo<br />

tutta la<br />

massa corporale.<br />

I benefici<br />

Numerosi studi hanno dimostrato come una regolare<br />

attività fisica possa influire positivamente sullo stato di<br />

salute psicofisica dell’individuo, mantenendone e<br />

migliorandone le caratteristiche morfologiche, le funzioni<br />

cardiovascolari e cardiorespiratorie, agendo<br />

così come mezzo di prevenzione di malattie ad essi<br />

collegate. E’ stato evidenziato, infatti, come diminuisca<br />

negli individui dediti all’attività fisica l’incidenza<br />

di malattie cardiovascolari, cardiorespiratorie, ma<br />

anche di malattie tumorali, con un conseguente allungamento<br />

della durata media della vita. Non solo:<br />

una rassegna completa di studi clinici, sul rapporto<br />

fra esercizio e mal di schiena, ha messo in luce il fatto<br />

che un programma ben articolato di attività fisica è in<br />

grado di prevenire le ricadute e di ridurre i periodi di<br />

assenza dal lavoro in quei pazienti con mal di schie-<br />

na acuto che vi si sottopongono regolarmente, subito<br />

dopo che il dolore acuto si è calmato.<br />

La respirazione<br />

Per la sua stretta correlazione con la circolazione, la<br />

respirazione è basilare durante l’attività fisica, in<br />

quanto il ritorno venoso è fortemente influenzato dalle<br />

pressioni che si trovano all’interno della cassa toracica.<br />

Se durante lo sforzo si trattiene il fiato, la pressione<br />

intratoracica sale in proporzione allo sforzo. Fattore,<br />

questo, che impedisce il ritorno venoso. Altro<br />

fatto importante è quello di<br />

espirare violentemente alla<br />

fine dello sforzo.<br />

La sauna<br />

Associato all’esercizio fisico,<br />

la sauna è un ottimo viatico<br />

per ristabilire in parte i valori<br />

in pressione, ma attenzione:<br />

non bisogna andare<br />

oltre i 15 minuti. Durante la<br />

sauna si perdono 200/400<br />

grammi circa di liquido sotto<br />

forma di sudore, ma anche<br />

se ad un primo esame si constata<br />

una leggera diminuzione<br />

di peso questa è assolutamente<br />

momentanea in quan-<br />

to i liquidi espulsi sono pre-<br />

sto reintegrati bevendo<br />

acqua. E’ quindi solo acqua<br />

quella che si perde durante<br />

una seduta in sauna anche<br />

perché è bene ricordare che<br />

il grasso, tra tutti i substrati<br />

del corpo umano, è quello<br />

che brucia a temperatura<br />

più elevata.<br />

Dormire bene<br />

Infine, il sonno. Il processo di sviluppo muscolare<br />

si verifica in gran parte “dietro le quinte”, mentre<br />

si dorme. In parole povere, il sonno può essere<br />

definito come uno stato alterato di coscienza<br />

caratterizzato e misurato attraverso alcuni cambiamenti<br />

nell’attività cerebrale. Concedersi un congruo<br />

periodo di riposo serve a dare ai muscoli il<br />

tempo necessario per i processi di riparazione e di<br />

rifornimento energetico, prima di tornare in palestra.<br />

Tra pro e contro, il mondo del fitness è ormai<br />

una realtà consolidata della società italiana, ma<br />

proprio in quest’ottica è fondamentale prevenire i<br />

rischi del caso e non oltrepassare i propri limiti, a<br />

dispetto di un messaggio mediatico che si orienta<br />

alla perfezione del corpo umano e non al suo stato<br />

naturale.<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

63<br />

G BODY B


Il soggiorno montano del Terminillo:<br />

un luogo ideale per una<br />

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NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006


DI MASSIMO MACCHERONI<br />

vacanza diversa...<br />

La vita sul mare è qualcosa di estremamente<br />

affascinante. Chi l’ha scelta per professione<br />

lo sa bene. Però, ogni tanto, è giusto cambiare<br />

scenario, anche se solo per una<br />

breve vacanza.<br />

É una necessità tenuta ben presente dalla Marina<br />

Militare che, tramite la cassa ufficiali e sottufficiali<br />

ha acquistato strutture alberghiere in località<br />

montane e termali proprio per venire incontro<br />

alle richieste del suo personale.<br />

Così, nel tempo, sono nati i soggiorni ricreativi<br />

di Cortina, Levico Terme, Chianciano e del Terminillo.<br />

Proprio quest’ultimo può essere scelto come efficace<br />

esempio di come viene gestito un soggiorno<br />

montano, cosa può offrire e quali sono le particolari<br />

problematiche da affrontare e risolvere.<br />

Il circolo del Terminillo della Marina Militare<br />

nasce nel 1936 come Hotel Savoia, il primo<br />

comprensorio alberghiero costituito sulla “montagna<br />

di Roma” che a quel tempo nasceva come<br />

polo sciistico. Dopo una prima trasformazione<br />

negli anni ‘50, in cui l’albergo cambia denominazione<br />

in Villa Belvedere, nel 1975 la struttura<br />

viene acquistata dalla cassa ufficiali della Marina<br />

Militare per essere destinata a soggiorno<br />

montano prima solo per gli ufficiali poi, dal<br />

1995 anche per i sottufficiali. L’albergo, su tre<br />

piani, sostanzialmente rinnovato può accogliere<br />

120 ospiti in modo molto confortevole. Le camere<br />

a 2, 3 o 4 posti letto tutte con bagno, sono<br />

arredate in modo semplice ma funzionale con<br />

mobili che richiamano l’atmosfera di montagna.<br />

Particolare cura è stata posta per gli spazi comuni.<br />

Sono a disposizione dei villeggianti, oltre ad<br />

ampi saloni dove potersi rilassare dopo una<br />

intensa giornata di svago e sport, due ristoranti,<br />

due bar, una sala TV con megaschermo e antenna<br />

satellitare, un disco pub e, novità di questa<br />

nuova stagione, una palestra attrezzata in modo<br />

specifico per la preparazione sciistica. Anche i<br />

più piccoli trovano un’ottima accoglienza. Il circolo<br />

del Terminillo, unico della Marina Militare,<br />

può ospitare bambini al di sotto dei 3 anni mettendo<br />

loro a disposizione 2 sale.<br />

Se da un punto di vista logistico la struttura del<br />

circolo del Terminillo ha un elevato standard<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

65


altrettanto si può dire per l’accoglienza dei frequentatori.<br />

Il Direttore C.C. Francesco Moresco ed i suoi<br />

collaboratori sono in ogni momento a disposizione<br />

degli ospiti per venire incontro a specifiche<br />

esigenze o per organizzare intrattenimenti<br />

che rendono ancora più piacevole il soggiorno.<br />

Una struttura importante quella<br />

del soggiorno montano del Terminillo<br />

che a causa dell’ubicazione,<br />

siamo a 1650 mt. sul<br />

livello del mare, e della relativa<br />

escursione termica causa di<br />

maggior deterioramento dell’immobile,<br />

necessita di una costante<br />

manutenzione.<br />

É questo il maggior problema<br />

che il Comandante Moresco e<br />

tutto il suo personale - 2 sottufficiali,<br />

2 impiegati civili e 10<br />

marinai - devono affrontare.<br />

Le mansioni necessarie al buon<br />

funzionamento della struttura<br />

alberghiera sono affidate ad<br />

una società di servizi indivuata<br />

dall’Ente Circoli della Marina, responsabile<br />

della gestione delle strutture logistiche ricreative<br />

della Marina Militare.<br />

I periodi di apertura del soggiorno montano<br />

del Terminillo sono due: quello invernale che<br />

inizia il 20 dicembre per concludersi il 20 aprile<br />

e quello estivo dal 15 giugno al 25 settembre.<br />

Il personale che con i propri familiari<br />

vuole usufruire della bella struttura, considerata<br />

la migliore di tutto il Terminillo, può fare<br />

domanda all’Ente Circoli per avere assegnato<br />

il periodo richiesto.<br />

Per trascorrere un week-end è sufficiente telefonare<br />

al circolo per accertarsi della disponibilità<br />

dei posti: se la risposta è positiva non resta<br />

altro che levarsi la divisa per indossare la tuta<br />

da sci.<br />

Quaranta chilometri di piste ben innevate con<br />

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NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

impianti di risalita rinnovati sono a disposizione,<br />

durante la stagione invernale, per gli<br />

appassionati della velocità. Per chi non scia,<br />

belle passeggiate in una natura ancora incontaminata<br />

ed escursioni in località vicine quali<br />

Greccio, Poggio Bastone, Le cascate delle Marmore<br />

o “il cammino di S. Francesco”.<br />

PER SAPERNE DI PIU’<br />

Per informazioni e prenotazioni è possibile<br />

telefonare allo 0746/261431,<br />

segreteria del Circolo.<br />

Le tariffe giornaliere per la pensione<br />

completa a persona vanno da euro 27<br />

per una singola ai 20 euro per sistemazioni<br />

in camere triple o quadruple.<br />

I bambini di età inferiore ai 13 anni<br />

hanno il 40% di riduzione mentre, per i<br />

nati dopo il 2001 la retta viene ridotta<br />

dell’80%.<br />

ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006


Decantata da M. Terenzio Varro- Terminillo:<br />

diale il Terminillo diventa un cenne,<br />

da Virgilio e da Silio ltalico<br />

in epoca romana con nomi,<br />

la montagna di Roma<br />

tro per sfollati abbienti comprese<br />

le famiglie di molti gerarchi<br />

anche terrificanti per quel tempo, quali «tetricae hor- fascisti, di industriali e di aristocratici. Nel doporentes<br />

rupes» o «gurgures alti montes» ma successiguerra la vita terminillese riprende a trascorrere in<br />

vamente indicata con i toponimi di «Termenile», un tranquillo torpore fino al 1949 quando, “la mon-<br />

«Terminello» e infine Terminillo.<br />

tagna di Roma” ritorna con il matrimonio di Gina<br />

Nei secoli fu percorsa da pastori, da boscaioli, car- Lollobrigida e Mirko Skofic, un centro di mondanità.<br />

bonari e nell’800 da cavatori di neve e ghiaccio. Alla luce di questa nuova vitalità nascono molti<br />

All’inizio del 1900 la montagna è scoperta dai alberghi, il Cristallo, la Piccola Baita, La Genzianel-<br />

primi appassionati alpinisti del C.A.I. di Rieti e di la e l’Aurora. Il periodo compreso fra il 1955 e il<br />

Roma che si avvalgono di guide dei paesi pede- 1965 possiamo definirlo il fulcro dello sviluppo turimontani.<br />

Si risaliva la ripida mulattiera passando stico. La società Funivia costruisce la seggiovia del<br />

per le poche case di «Macchiole», «Pian di Rosce», Terminilletto che sale fino a quota 2108, le sciovie<br />

il vallone di «Miglionico» fino all’unico ostello esi- Nord, Sud, Togo, le 2 del Terminilluccio e la Fiorito.<br />

stente a quota 1615, rustico, tutto in legno e intito- Franco Ferriani si inserisce nel carosello con le sciolato<br />

ad un eroe di guerra, «la capanna Trebiani». vie Terminilluccio Est e Colle Scampetti a Campofo-<br />

L’altro ricovero che ritroviamo fin dal 1903 è il «Rifurogna. Anche gli alberghi, elemento principe per un<br />

gio Umberto I°» (questa struttura in legno nel 1901 turismo di qualità, crescono di numero.<br />

fu prima presentata alla Expo Universal de Paris dal Questa atmosfera euforica che si è ormai consolida-<br />

C.A.I.), molto più in alto a 2108 metri, meta privileta anche economicamente, crea molte speranze per<br />

giata solo per audaci alpinisti.<br />

il futuro sviluppo, ma purtroppo le autostrade favori-<br />

Nel 1933 viene costruita la strada «4 bis Salaria» ranno le località alpine e gli estimatori del Terminil-<br />

per il Terminillo. Nel 1938 la strada è terminata e lo inizieranno sempre di più a parlare di «quelli del<br />

transitabile anche d’inverno, il R.A.C.I. ha realizza- nord».<br />

to un garage pubblico con annesso edificio com- Il resto di questa storia è noto. I residences cresciuti<br />

prendente locali e servizi (toilettes, per capirci, cosa come funghi hanno contribuito a congelare il «turn<br />

di cui oggi si lamenta la carenza), ed un altro loca- over» dei flussi turistici unitamente alla cecità di<br />

le a Campoforogna. Viene innaugurata la Funivia alcune amministrazioni che hanno permesso la<br />

del Terminillo S.A. ha in servizio l’impianto Pian de’ riconversione in condomini di molti alberghi, ponen-<br />

Valli M. Terminilluccio (1870 mt.) e due ristoranti nei do sempre meno attenzione alle grandi potenzialità<br />

locali panoramici delle stazioni. Nel gennaio del del Terminillo.<br />

1940 entra in funzione anche la sciovia delle Car- La Regione Abruzzo, grazie all’azione dei propri<br />

bonaie, realizzazione del tutto innovativa per l’epo- politici, ha surclassato turisticamente le località del<br />

ca. L’apertura degli alberghi (si usava dire «di Lazio e le capacità imprenditoriali dei privati. Ma<br />

lusso») Roma e Savoia e di altri quali la «Stella allora tutto sta andando male? Dal 2005 si stanno<br />

Alpin» e il «Cavallino Bianco» dei cugini Rossi, il creando aperture per una inversione di tendenza,<br />

rifugio della società «acciaierie di Temi», il «CRAL molte cose stanno migliorando, nuovi investitori<br />

dell’Aeronautica», «La Parioli», ostello per sciatori hanno fiducia in questa montagna perché lo merita<br />

di elite della «Roma bene», unitamente alle strutture per le sue bellezze naturali, per il suo clima, per un<br />

ed alle iniziative descritte, fanno del Terminillo una intorno pedemontano ricchissimo di storia, di cultu-<br />

delle prime stazioni turistiche a livello nazionale. ra, di archeologia, di laghi, di terme, di prodotti, di<br />

Con l’entrata dell’Italia nella seconda guerra mon- architetture pregievoli e di artigianato.<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

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Visita al Comando generale dell’Ammiraglio Cesaretti<br />

L’Ammiraglio di Squadra Roberto Cesaretti, Comandante dell’<br />

Allied Maritime Component Command di Napoli, ha recentemente<br />

visitato il Comando generale del Corpo delle capitanerie<br />

di porto. Ricevuto dal Comandante generale, flash Ammiraglio Ispettore<br />

Capo (CP) Luciano Dassatti, l’illustre ospite ha visitato la<br />

Centrale Operativa, dove il Contrammiraglio (CP) Vincenzo<br />

Melone ha illustrato l’organizzazione e i compiti della <strong>Guardia</strong><br />

costiera, soffermandosi in modo particolare sull’organizzazione<br />

flash<br />

S.A.R. (Search and Rescue) e sul V.T.S. (Vessel Traffic Service).<br />

Al termine della visita l’Ammiraglio Cesaretti ha espresso apprezzamento<br />

per l’alto livello di specializzazione cui è giunto il<br />

Corpo delle capitanerie di porto, esprimendo la sua personale<br />

soddisfazione nel vedere gli straordinari risultati raggiunti.<br />

Il Ministro dei Trasporti in visita a Napoli<br />

Il Ministro dei Trasporti, Prof. Alessandro Bianchi, ha recentemente<br />

visitato, la locale Capitaneria di porto. Il Prof. Bianchi,<br />

accompagnato dal suo staff, dal Presidente dell’Autorità flash<br />

Portuale di Napoli, Sen. Francesco Nerli e dal Comandante<br />

generale del Corpo delle capitanerie di porto, Ammiraglio<br />

Ispettore Capo (CP) Luciano Dassatti, è stato ricevuto dal<br />

Direttore marittimo, Contrammiraglio (CP) Pierluigi Cacioppo.<br />

Il Ministro ha apprezzato flash l’organizzazione del IV° Centro<br />

Secondario di Soccorso Marittimo della Campania ed in<br />

particolare le strumentazioni elettroniche presenti a supporto<br />

delle attività di ricerca e salvataggio, quali il sistema di identificazione<br />

automatica flash delle unità in ingresso e in uscita dal<br />

porto (A.I.S.) e il sistema di controllo satellitare sulle attività<br />

legate alla pesca marittima (Blue Box).<br />

L’Ammiraglio Dassatti in visita in Tunisia<br />

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Nel mese di settembre il Comandante generale del Corpo delle<br />

capitanerie di porto, Ammiraglio Ispettore Capo (CP) Luciano<br />

Dassatti, accompagnato dal Capitano di Vascello (CP) Nicola<br />

Carlone e dal Capitano di Corvetta (CP) Francesco Tomas, si è<br />

recato in visita nella Repubblica flash di Tunisia. All’Ammiraglio Dassatti,<br />

ricevuto dal Capo ufficio dello Stato Maggiore della Marina<br />

tunisina, Capitano di Vascello Mohamed Trabelsi, è stata<br />

presentata l’organizzazione e la missione del servizio nazionale<br />

di sorveglianza flash costiera. Il Comandante generale, dopo<br />

aver ringraziato per la calorosa ospitalità, ha ribadito di essere<br />

a Tunisi per confrontarsi con i colleghi tunisini. L’obiettivo è<br />

quello di crescere insieme per migliorare le rispettive capacità<br />

di flash risposta alla sempre più crescente domanda di flash sicurezza,<br />

intesa come safety e come security, nel Canale di Sicilia. Il<br />

Capo di Stato Maggiore della Marina Tunisina, l’Ammiraglio<br />

Terek Faouzi El-Arbi ha espresso piena soddisfazione per gli esiti della visita,<br />

sottolineando un vivo interesse ad avviare la cooperazione tra le due organizzazioni<br />

su temi quali la sicurezza della navigazione, flash la ricerca e il soccorso, la<br />

gestione e il controllo del traffico marittimo.<br />

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VI raid in pedalò per non vedenti.<br />

La sfida continua<br />

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Si è svolta lungo le coste della riviera barese la 6° edizione<br />

del Raid nazionale in pedalò. La manifestazione,<br />

organizzata dall’Unione Italiana Ciechi, con la collaborazione<br />

della Marina Militare e del Corpo delle<br />

Capitanerie di porto, ha voluto flash ribadire il diritto alla<br />

pari dignità e alla pari opportunità di vivere il mare.<br />

La sicurezza e la regolarità della gara, con 30<br />

pedalò, 65 chilometri e 6 tappe da Barletta a Bari, è<br />

stata assicurata flash dal personale della Capitaneria di<br />

porto di Bari. Grande solidarietà offerta dal Direttore<br />

marittimo e Comandante della locale capitaneria,<br />

Capitano di Vascello (CP) Agostino Izzo, il quale con<br />

i suoi flash ufficiali, sottufficiali e marinai ha garantito, sia<br />

in mare che a terra, la massima regolarità di navigazione<br />

e di approdo a tutta la flottiglia.<br />

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Delegazioni del Kuwait e dell’Argentina in visita<br />

al Comando Generale<br />

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Nell’ambito delle attività bilaterali di scambio tra Marine<br />

Militari, nei giorni 13 e 14 novembre scorsi, rispettivamente<br />

il Comandante delle Forze Navali della Marina del<br />

Kuwait - Maggiore flash Generale Ahmadf Yousef Al Mulla - e il<br />

Sottocapo di Stato Maggiore della Marina flash argentina - Vice<br />

Ammiraglio Benito Itali Rotolo - hanno visitato la Centrale<br />

Operativa del Comando Generale.<br />

Gli flash onori di casa sono stati fatti dal Vice Comandante<br />

Generale, Ammiraglio Ispettore (CP) Sergio De Stefano,<br />

che ha accompagnato gli ospiti durante le visite, nelle<br />

quali sono state illustrate l’organizzazione e le attività<br />

della <strong>Guardia</strong> <strong>Costiera</strong> Italiana. flash<br />

Entrambe le delegazioni hanno mostrato notevole interesse<br />

verso l’organizzazione ed i compiti del Corpo, e, dopo la<br />

consueta firma del Registro d’onore, si sono soffermate per<br />

approfondire - in maniera più informale - alcuni aspetti, tra flash<br />

i quali in particolar il monitoraggio del traffico marittimo.<br />

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Il C.S.M.M. albanese in visita a Napoli<br />

Il Direttore marittimo della Campania e Comandante<br />

del porto di Napoli, Contrammiraglio (CP)<br />

Pierluigi Cacioppo ha ricevuto la visita del Capo<br />

di Stato Maggiore della Marina Albanese, Capitano<br />

Kristaq Gerveni. Il Capitano Gerveni,<br />

accompagnato dal Comandante Bekim Godo,<br />

dal Tenente Koci Meco, ha partecipato ad un<br />

briefing nel corso del quale sono stati illustrati i<br />

compiti della <strong>Guardia</strong> costiera italiana e successivamente<br />

ha avuto modo di visionare flashle<br />

varie<br />

apparecchiature presenti nella Centrale Operativa.<br />

Parole di sentito ringraziamento e compiacimento<br />

sono state espresse dal Capitano Gerveni,<br />

che dopo il tradizionale flash scambio di crest, è stato<br />

ospite della Motovedetta CP 280.<br />

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Primo corso di lingua araba per sottufficiali<br />

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Il ruolo sempre più internazionale che il Corpo delle<br />

Capitanerie di porto - <strong>Guardia</strong> costiera è chiamato<br />

a svolgere, impone una particolare attenzione nella<br />

conoscenza delle lingue straniere.<br />

In modo specifico necessitano di studio quelle lingue<br />

poco conosciute come ad esempio flash l’arabo parlate<br />

in paesi che, per vari motivi, sono alla ribalta. A tal<br />

fine è stato istituito dal Comando Generale del<br />

Corpo lo scorso mese d’ottobre, presso la nuova<br />

foresteria appositamente flash realizzata dalla Capitaneria<br />

di porto di Taranto, il primo corso di lingua<br />

araba per sottufficiali. Organizzato dalla società<br />

specializzata ORION, il corso intensivo - 8 ore al<br />

giorno per 3 settimane - tenuto dal Prof. Francesco De<br />

flash<br />

Angelis docente di lingua araba presso l’Università<br />

degli Studi di Lecce, ha visto la partecipazione di 18<br />

sottufficiali marescialli provenienti da tutte le Direzioni<br />

marittime e dal Comando Generale.<br />

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Salone Europeo della Comunicazione pubblica<br />

a Bologna<br />

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Nel mese di novembre, presso il quartiere fieristico bolognese, si è<br />

svolta la tredicesima edizione del COM.PA. (Comunicazione delle<br />

Pubbliche Amministrazioni). Quest’anno la manifestazione ha visto la<br />

partecipazione del Ministero delle Politiche Alimentari e Forestali con flash<br />

un proprio stand espositivo, all’interno del quale hanno trovato spazio<br />

Enti e Istituzioni legati da un rapporto di collaborazione con il<br />

Dicastero come il Corpo delle capitanerie di porto, a cui è stata dedicata<br />

un’area informativa. Diversi i convegni programmati nei tre<br />

giorni del Com.Pa., tra cui flash l’intervento, molto interessante, dedicato<br />

alla comunicazione istituzionale che ha avuto come relatore il<br />

Capitano di Vascello (CP) Cristiano Aliperta, Capo Ufficio Relazioni<br />

Esterne del Comando generale del Corpo delle capitanerie<br />

di porto. Il Comandante flash Aliperta, oltre ad illustrare i compiti del<br />

Corpo, soffermandosi in modo particolare sul delicato settore<br />

della tutela ambientale, e le attività specifiche di settore svolte<br />

dalla <strong>Guardia</strong> <strong>Costiera</strong> - quali trasmissioni radiotelevisive di servizio<br />

“Navigare Informati” o “Via mare” oppure le importanti flash<br />

flash collaborazioni<br />

con la carta stampata utili a sensibilizzare l’utenza su<br />

determinati comportamenti - si è soffermato sulla importanza della<br />

comunicazione istituzionale.<br />

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Cerimonia di inaugurazione di Circomare Jesolo<br />

Il 10 settembre 2006 si è svolta la cerimonia di innaugurazione<br />

e presentazione del nuovo Circomare di Jesolo, costituito<br />

con DPR 1 febbraio 2006 n°89. Il Circomare al comando del<br />

T.V. (Cp) Pasquale Licciardi, ha sede nello splendido compren-<br />

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sorio del faro di Piave Vecchia in prossimità della foce del<br />

Sile, che separa i comuni di Cavallino Treporti e di Jesolo e<br />

usufruisce di un edificio di tre piani, recentemente ristrutturato<br />

e di alcuni immobili minori. La sua giurrisdizione si estende<br />

dalla sponda flash nord della bocca di porto di Lido fino al Porto<br />

di Cortellazzo, comprendendo 30 Km di spiagge intensamente<br />

frequentate, due grandi porti turistici e cinque darsene per<br />

il diporto. Alla cerimonia hanno partecipato varie autorità<br />

militari e civili della Regione fra cui l’Ammiraglio Ispettore<br />

(Cp) Sergio De Stefano, in rappresentanza del Comando<br />

Generale, il Direttore marittimo di Venezia Contrammiraglio<br />

(Cp) Stefano Vignani, il Vicepresidente del Consiglio Regionale<br />

Carlo Alberto Tesserin, i Sindaci di Jesolo flash Francesco Calzavara<br />

e di Cavallino Treporti Erminio Vanin.<br />

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Nuovo gommone per la <strong>Guardia</strong> costiera di<br />

Ischia<br />

L’Ufficio circondariale marittimo di Ischia e l’Amministrazione<br />

comunale di Lacco Ameno hanno sottoscritto un contratto<br />

di comodato gratuito per un nuovo gommone pneumatico.<br />

La nuova unità è andata ad integrare le Unità<br />

navali già a disposizione della <strong>Guardia</strong> costiera di Ischia,<br />

nell’espletamento dei compiti di vigilanza e polizia marittima<br />

lungo tutto il litorale di giurisdizione.<br />

Atto finale questo di un impegno assunto personalmente<br />

del Sindaco di Lacco Ameno, Dr. Domenico De Siano<br />

con il Comandante del porto di Ischia, Tenente di Vascello<br />

(CP) Giuseppe Giovetti a dimostrazione dello sforzo<br />

quotidiano assicurato dalle locali Amministrazioni in<br />

un’ottica di totale sinergia per la salvaguardia del mare<br />

e dell’ambiente costiero.<br />

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Termoli: in ricordo del C.C. (Cp) Giuseppe Spagnolo<br />

Il 12 Ottobre scorso, ad un anno dalla scomparsa del Capitano di Corvetta<br />

(CP) Giuseppe Spagnolo, durante la partita inaugurale di un torneo di<br />

calcio, organizzato nel comune di Termoli, a cui partecipava in qualità di<br />

Capitano della squadra della locale Capitaneria di Porto, il relativo personale<br />

ne ha voluto ricordare la brillante figura di uomo e di militare organizzando<br />

una giornata flash a lui dedicata, che ha visto la partecipazione di<br />

numerosi cittadini, unitamente ad autorità militari e civili, tra cui il Sindaco<br />

del Comune di Termoli, Vincenzo Greco. La manifestazione commemorativa<br />

è iniziata con la Santa Messa in Cattedrale officiata dal Vescovo di Termoli-Larino,<br />

Monsignor Gianfranco De Luca.<br />

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É stata quindi effettuata la cerimonia di intitolazione a nome del C.C. (CP)<br />

Giuseppe Spagnolo degli impianti sportivi di Rio Vivo Marinelle, che<br />

hanno ospitato il torneo di calcio a sette “Memorial Giuseppe Spagnolo”.<br />

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L’Arcivescovo Bagnasco e i giovani<br />

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L’Arcivescovo di Genova, Mons. Angelo Bagnasco<br />

ha voluto presentarsi ad oltre mille giovani<br />

della Pastorale giovanile di Genova arrivando<br />

dal mare.<br />

A bordo della motovedetta CP 288 della <strong>Guardia</strong><br />

costiera Mons. Bagnasco, accompagnato<br />

dal Direttore marittimo della Liguria, Contrammiraglio<br />

(CP) Marco Brusco, ha salutato la folla<br />

che lo attendeva in banchina. Il nuovo Arcivescovo,<br />

nel ringraziare la Capitaneria di porto flash<br />

per il prezioso lavoro quotidiano svolto a favore<br />

della collettività, ha ricordato ai giovani che<br />

“tante piccole luci fanno un cielo stellato, ognuno<br />

sia una piccola luce di altruismo e bontà”.<br />

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Giornate della Protezione Civile<br />

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Bambini a lezione dalla <strong>Guardia</strong> costiera<br />

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I bambini della scuola materna di Grado, con le rispettive insegnanti,<br />

sono stati graditi ospiti a bordo delle motovedette della<br />

locale Capitaneria di porto. Ricevuti dal Comandante dell’Ufficio<br />

circondariale marittimo, Tenente di Vascello (CP) Riccardo Cozzani,<br />

ai piccoli ospiti sono state spiegate flash in modo semplice le<br />

regole principali della sicurezza, della navigazione e del rispetto<br />

del mare, nonché le molteplici attività della <strong>Guardia</strong> costiera.<br />

Particolare attenzione è stata data ad alcune regole di prudenza<br />

fondamentali che i bambini devono osservare per trascorre in<br />

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tranquillità una serena giornata in spiaggia o al mare.<br />

Nella storica cornice di Piazza dei Cavalieri in Pisa, con il patrocinio<br />

del Comune, si sono svolte due giornate dedicate alla Protezione<br />

Civile. La manifestazione, che ha visto la partecipazione<br />

non solo degli “addetti ai lavori”, ma anche flash di numerosi visitatori,<br />

ha avuto come fine ultimo quello di valorizzare l’intero apparato<br />

di protezione civile della Provincia, flash nonché il dispositivo di protezione<br />

civile riguardante la balneazione. A questo importante<br />

evento ha partecipato con un proprio flashstand,<br />

la Capitaneria di<br />

porto di Livorno. La manifestazione si è conclusa con la consegna dei premi Protezione Civile, alla presenza delle Autorità<br />

regionali e locali, assegnati a persone che si sono distinte nell’attività di soccorso. Tra i premiati i Comuni di 1° Cl Np<br />

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Guerino Tataranno e Alessandro De Vincentis, della locale Capitaneria di porto, con la seguente motivazione: “per l’intervento<br />

di salvataggio di un bambino privo di conoscenza e assistenza alla flash<br />

flash madre che cercava di soccorerlo, con severe<br />

condizioni meteomarine nelle acque di Marina di Vecchiano”.<br />

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L’On. Gentile in visita in Sicilia<br />

Alla fine di settembre il Sottosegretario ai Trasporti, On. Raffaele Gentile,<br />

accompagnato dal Comandante generale del Corpo delle capitanerie di<br />

porto, Ammiraglio Ispettore Capo (CP) Luciano Dassatti, si è recato in visita<br />

presso il 2° Nucleo Aereo <strong>Guardia</strong> costiera di Catania, la Direzione marittima<br />

di Catania e la Capitaneria di porto di Messina. L’On. Gentile, ricevuto<br />

dal Direttore marittimo di Catania, Contrammiraglio (CP) Pietro Bernardo<br />

e dal Com.te della Base del 2° Nucleo Aereo Capitano di Fregata (CP) Sergio<br />

Liardo, ha visitato la 2° Sezione Elicotteri recentemente istituita e a tutto<br />

il personale presente flash ha espresso il proprio compiacimento per l’attività operativa.<br />

Di seguito l’illustre ospite ha visitato la flash Direzione marittima di Catania,<br />

esprimendo il proprio compiacimento e quello delle istituzioni centrali per il quotidiano impegno del personale<br />

nelle varie attività, con particolare riguardo agli encomiabili risultati nelle attività di controllo del traffico mercantile e<br />

della pesca, nonché nell’attività di contrasto all’immigrazione clandestina e di salvaguardia della vita umana in mare.<br />

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L’On. Gentile ha evidenziato nel suo intervento l’attenzione che l’attuale Governo ha per i porti della Sicilia Orientale,<br />

indicando anche le principali linee guida che si intendono seguire per agevolare uno sviluppo del settore portuale.<br />

La visita si è conclusa presso la Capitaneria di porto di Messina, dove il Sottosegretario è stato ricevuto dal Com.te,<br />

Capitano di Vascello (CP) Antonino Samiani che ha brevemente illustrato le attività svolte per assicurare nel territorio<br />

costiero e nel mare di giurisdizione, flash legalità, sicurezza e rispetto per l’ambiente.<br />

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“Fiabaday” a Livorno<br />

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Nel mese di ottobre, presso la Capitaneria di porto<br />

di Livorno, si è svolta la manifestazione “Fiabaday”,<br />

promossa dal Fondo italiano abbattimento barriere<br />

architettoniche. L’evento, promosso dal Comando<br />

generale flash del Corpo delle capitanerie di flash porto, ha<br />

avuto come obiettivo quello di promuovere una maggiore<br />

fruibilità del trasporto e del diporto marittimo<br />

da parte delle persone diversamente abili. Gli ospiti,<br />

accompagnati dal Dr. Marco flash Rossi, in rappresentanza<br />

della Croce Rossa, hanno effettuato una uscita in<br />

mare con la motovedetta CP 286, e successivamente<br />

sono stati ricevuti dal Direttore marittimo, Contrammiraglio<br />

(CP) Salvatore Giuffrè.<br />

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Palermo: visita del Ministro Bianchi<br />

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Nel mese di settembre il Ministro dei Trasporti, Prof. Alessandro<br />

Bianchi, ricevuto dal Direttore marittimo della Sicilia occidentale,<br />

Contrammiraglio (CP) Ferdinando Lavaggi, ha visitato il porto della<br />

città di Palermo. Successivamente il Ministro ha visitato la locale<br />

Capitaneria dove ha tenuto una conferenza stampa ed ha concluso<br />

la sua visita flash presso la sala Operativa. Il Ministro Bianchi si è congedato<br />

ringraziando il personale presente per l’accoglienza ricevuta,<br />

esprimendo apprezzamento per la qualità del lavoro e la tecnologia<br />

acquisita.<br />

L’Onorevole Pinotti in visita a Genova<br />

Il Presidente della Commissione Difesa della Camera, On.<br />

Roberta Pinotti ha visitato il porto di Genova a bordo della<br />

Motovedetta Cp 288. L’ospite, ricevuto dal Direttore marittimo<br />

della Liguria, Contrammiraglio Marco Brusco, ha voluto anche<br />

conoscere in modo più approfondito i compiti istituzionali del<br />

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Corpo delle capitanerie di porto. A termine della visita, l’On.<br />

Pinotti si è congedata ringraziando tutti per il lavoro svolto con<br />

grande professionalità e attenzione al tessuto sociale, augurando<br />

di proseguire al meglio la missione con l’aiuto e il sostegno<br />

di tutte le flash Istituzioni.<br />

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L’Ammiraglio Trevisani visita la Capitaneria<br />

di Ancona<br />

Il Capo del Dipartimento Militare Marittimo dell’Adriatico,<br />

Ammiraglio di Squadra Marcantonio Trevisani si è recato<br />

in visita presso la Direzione Marittima di Ancona. L’illu-<br />

flash<br />

stre ospite, ricevuto dal Direttore marittimo delle Marche,<br />

Capitano di Vascello (CP) Antonio Pasetti, ha prima incontrato<br />

il personale militare e civile della locale capitaneria<br />

di porto e successivamente ha proseguito la visita presso<br />

la Centrale Operativa del VII MRSC. L’Ammiraglio Trevisani<br />

ha potuto visionare i vari sistemi informatici presenti<br />

e le principali attività della locale Capitaneria ed ha<br />

espresso il proprio apprezzamento per il lavoro svolto e<br />

la dedizione al servizio del personale della flash Direzione<br />

marittima di Ancona.<br />

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data dal Direttore marittimo C.V. (Cp) Tiberio Piattelli, ha<br />

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partecipato con una propria flash rappresentanza e con unità<br />

navali che hanno svolto il servizio di vigilanza e polizia<br />

Visita del Vice Ministro flash On. De Piccoli a<br />

marittima nello specchio acqueo antistante la banchina.<br />

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flash Ravenna flash<br />

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Nel mese di ottobre il Vice Ministro dei Trasporti, On. Cesare<br />

De Piccoli, flash accompagnato dal Comandante generale del<br />

Corpo delle capitanerie di porto, Ammiraglio Ispettore<br />

flash<br />

Capo (CP) Luciano Dassatti, flashha<br />

incontrato le Autorità regionali,<br />

provinciali e comunali, i rappresentanti politici e l’im-<br />

flash<br />

flash prenditoria locale per discutere le problematiche legate allo<br />

sviluppo del porto di Ravenna. L’incontro, ha commentato<br />

flash<br />

l’On. flash De Piccoli, è stato positivo sia nel metodo che nel flas<br />

merito.<br />

Il Vice Ministro ha parlato di una svolta per la portualità ita-<br />

flash liana: dopo cinque anni di paralisi, il 2007 tornerà ad<br />

flash<br />

essere l’anno degli investimenti per i porti e per Ravenna si<br />

flash profila un ruolo di primo piano. Dopo un “giro flash di ricogni-<br />

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zione” al porto in motonave, l’On. De Piccoli ha visitato la<br />

locale Capitaneria di porto ed ha avuto parole di compiaflash<br />

cimento e di apprezzamento per l’organizzazione e per<br />

l’attività espletata dal Corpo delle flash capitanerie di porto.<br />

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La statua del marinaio guarda di nuovo il<br />

mare<br />

Si è recentemente svolta a Marina di Ravenna la cerimonia<br />

solenne per l’inaugurazione del monumento dedicato a<br />

Nazario Sauro, che torna dopo molti anni, a pochi metri di<br />

distanza dalla sua originaria collocazione. Alla cerimonia,<br />

promossa dall’Autorità Portuale di Ravenna, dalla locale<br />

Capitaneria di porto e dall’Associazione Marinai d’Italia di<br />

Ravenna, hanno partecipato le Autorità cittadine civili, religiose<br />

e militari, le Associazioni Combattentistiche e d’Arma<br />

del territorio ravennate, nonché i Gonfaloni della Provincia e<br />

quello del Comune di Ravenna. Il Presidente dell’Autorità<br />

Portuale, Dr. Giuseppe Parrello, ha flash scoperto il monumento<br />

mentre venivano resi gli onori dai reparti militari schierati<br />

e suonavano le sirene di tutte le navi presenti nel canale<br />

Candiano. Al Vicesindaco Giannantonio Mingozzi il compito<br />

di ricordare la flash figura di Nazario Sauro, il martire flash<br />

istriano impiccato dagli austriaci 90 anni fa, a soli 36<br />

anni e che nel 1915 si arruolò volontario nella Marina<br />

Militare Italiana. La capitaneria di porto di Ravenna, gui-<br />

flash<br />

“Titania” torna in mare<br />

La Fondazione cetacei di Riccione, di concerto con la Capitaneria<br />

di porto di Ancona e con la Protezione Civile di Numana,<br />

ha riportato a mare la tartaruga “Titania”. La tartaruga<br />

venne soccorsa, nel mese di agosto, da una motovedetta<br />

della Capitaneria di porto di Ancona flash in condizioni disperate,<br />

a causa di un incidente con una nave in transito. Affidata alle<br />

cure della Fondazione Cetacei di Riccione, dopo due mesi di<br />

cure intensive presso la clinica specializzata di Sasso Marconi,<br />

ha nuovamente raggiunto il mare , tra gli applausi del pubblico<br />

presente. Alla tartaruga flashè<br />

stato applicato flash un trasmettitore<br />

satellitare GPS che consentirà di seguirla per i primi tempi<br />

nei suoi spostamenti. Presenti all’evento Autorità civili locali,<br />

numerose scolaresche e il Direttore marittimo delle Marche,<br />

Capitano di Vascello (CP) Antonio Pasetti.<br />

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