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editoriale - Guardia Costiera

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ipartire la speranza, la serenità del personale ed il<br />

suo rendimento, oltre che il riattaccamento al Corpo<br />

ed al lavoro. Ad un certo momento da Palazzo Chigi<br />

arrivò una confidenza: 3 - 4 mila uomini delle Capitanerie<br />

non sono un problema: accorparli altrove era<br />

nella testa di qualche consulente e fin’anche realisticamente<br />

ipotizzato. Anche i funzionari della Marina<br />

Mercantile scalpitavano per ottenere per sé le Direzioni<br />

Marittime ed altre funzioni a scapito del personale<br />

C.P. Per resistere a tale destino occorreva dimostrare<br />

che per svolgere soddisfacentemente tutti i<br />

compiti d’istituto e quelli aggiunti dalle varie normative<br />

occorreva unicamente potenziare uomini, mezzi<br />

e infrastrutture C.P., che spartizioni, confluenze e<br />

fagocitazioni erano e sono mortali per gli indispen-<br />

L’Amm. Cerenza con parte del suo staff a Marispegecap nel settembre<br />

1987.<br />

sabili servizi richiesti dai ceti interessati e dalla<br />

nazione. A fronte di una esigenza di triplicazione<br />

del personale, la Difesa/Marina, messa al corrente<br />

della situazione drammatica non poté offrire che un<br />

centinaio di marinai di leva… per la solita “forza<br />

bilanciata”. Intanto, nell’ambito dell’attuazione della<br />

legge sulla “Difesa del Mare” (L. 31.12.82 n° 979)<br />

si avviava il primo incremento dei soli Ufficiali C.P.<br />

r.n. e iniziarono le costruzioni delle nuove sedi<br />

delle Capitanerie. Per le più urgenti, quella di<br />

Roma in particolare, l’impegno diretto dell’Ammiraglio<br />

fu grande, la sede di Roma a Fiumicino si<br />

può dire che fu da lui disegnata: idonea per spazi<br />

e servizi a soddisfare anche parte delle più impellenti<br />

esigenze di Marispegecap e del suo ruolo<br />

nazionale ed internazionale. Iniziava anche la<br />

costruzione di otto unità di altura classe 400 finalizzate<br />

al soccorso ed all’antinquinamento, nonché<br />

l’acquisizione dei primi aerei Piaggio P166 per<br />

sorveglianza ecologica e pattugliamento marittimo.<br />

L’avvio a realizzazione della componente<br />

aerea C.P. (che arrivò all’ala fissa prima della<br />

Marina Militare) fu un fatto epocale ed impegnò<br />

l’Ammiraglio Cerenza oltre ogni limite, ed i suoi<br />

collaboratori di conseguenza. Creare un nuovissi-<br />

14<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

mo servizio di mezzi aerei, complesse infrastrutture<br />

ed uomini specializzatissimi, laddove neanche<br />

la “madre” Marina Militare possedeva esperienza<br />

diversa dall’abilitazione dei suoi piloti negli USA,<br />

fu una impresa degna dell’Ammiraglio e del suo<br />

staff, considerato anche che il capitolo di bilancio<br />

relativo era affidato all’Ispettorato Difesa di Mare.<br />

Aerei, uomini e servizi, con grande coraggio<br />

“decollarono” ed i “guaglioni di Cerenza” con<br />

grande gioia videro il loro Capo soddisfatto ricevuto<br />

perfino dal Comandante Generale della grande<br />

“COAST GUARD U.S.A.”<br />

Ma il capolavoro dell’Ammiraglio Cerenza fu il<br />

disegno di legge sull’incremento del personale<br />

C.P. e, con esso, la nascita dell’attuale Corpo delle<br />

Capitanerie di Porto che venne a comprendere<br />

non solo tutti gli Ufficiali (com’era prima) ma tutti<br />

gli altri: Sottufficiali, Graduati e Nocchieri di<br />

Porto, con tutte le numerose e crescenti specializzazioni.<br />

Spese ogni energia, sua e del suo staff, in<br />

promemoria, relazioni, colloqui, analisi sempre<br />

più approfondite e rispondenti a fugare tutti i<br />

dubbi. Triplicare un Corpo dello Stato non ha precedenti<br />

nella storia! Ricerche, analisi, confronti e<br />

discussioni portarono alla redazione di un dossier<br />

che partiva dalla ricognizione di tutti i<br />

compiti/attribuzioni delle Capitanerie ed all’asseveramento<br />

della entità e sviluppo, secondo norme<br />

già in vigore, di ciascuno di essi. Il dossier proseguiva<br />

con l’individuazione delle funzioni necessarie<br />

ad adempiere ciascun compito e, quindi, quantizzava<br />

gli uomini e le loro specificità occorrenti<br />

per ogni funzione da svolgere. Alla fine l’indispensabile<br />

incremento di personale, giustificato uomo<br />

per uomo, risultò essere di 6.500 unità, che<br />

aggiunti ai 4.000 circa esistenti (di leva al 60%)<br />

proiettavano il Corpo a superare le 10.000 persone,<br />

entità sufficiente per gli anni ’90 e difficile<br />

da…digerire da eventuali fagocitatori! L’Ispettore<br />

Generale con il dossier convinse all’ennesimo<br />

incontro lo Stato Maggiore Marina sulla indispensabilità<br />

e l’urgenza dell’incremento richiesto con<br />

un provvedimento “ad hoc” e quindi, si passò al<br />

Comitato dei Capi di Stato Maggiore ed al Consiglio<br />

Superiore delle FF.AA. Tutti presero atto e si<br />

convinsero perché la posta in gioco per la Difesa<br />

era la fatale perdita dei porti e dell’amministrazione<br />

marittima C.P. così capillarmente diffusa sul territorio.<br />

Tuttavia senza copertura finanziaria tutto rimaneva<br />

fermo, nella assoluta incapienza dei fondi di bilancio<br />

della Difesa e nella scarsa propensione del Parlamento<br />

di allora ad aumentarne gli stanziamenti.<br />

Ed ecco l’idea geniale dell’Ammiraglio Cerenza:<br />

bisogna uscire dal bilancio della Difesa e poiché il<br />

90% dei compiti delle Capitanerie fanno capo al<br />

ANNO VIII N°6 - DICEMBRE 2006

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