editoriale - Guardia Costiera
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Una sottile scia bianca, alta e netta di un<br />
jet, diretto a ponente, tagliava il tersissimo<br />
cielo meridiano di Roma: l’anima<br />
dell’Ammiraglio (Cp) Francesco Cerenza<br />
lasciava Piazza Euclide per l’ultimo<br />
approdo celeste. La proverbiale ottobrata romana<br />
permeava quel pomeriggio del 17 ottobre calmo e<br />
sereno e invadeva dolcemente l’anima di una moltitudine<br />
di persone sul sagrato della Chiesa del<br />
Sacro Cuore di Maria. Quanta gente! le amate<br />
figlie, le adorate nipoti, i parenti... come in ogni rito<br />
funebre e poi 60 splendide<br />
divise blu ed innumerevoli<br />
amici ed estimatori<br />
accorsi da tutta l’Italia a<br />
dare l’estremo saluto ad<br />
un Uomo che ha meritato<br />
gli onori di un grande<br />
addio!<br />
C’erano le massime<br />
Autorità della Marina ed<br />
il Comandante Generale<br />
del Corpo delle Capitanerie<br />
di Porto con il suo<br />
staff centrale e parte di<br />
quello periferico; c’erano l’Ammiraglio Ispettore<br />
Capo che lo ha preceduto e quelli che lo hanno<br />
seguito al vertice del Corpo, c’erano un suo ex autista,<br />
le sue badanti...i suoi “Amici del Circolo Caio<br />
Duilio”. Tutti, prigionieri di un indugio che tradiva la<br />
mestizia di un’autentica perdita subita, stentavano a<br />
sciogliersi. Perchè? Condoglianze, tardivi commiati<br />
e convenevoli per chi ripartiva per città lontane, non<br />
giustificavano il lungo e gradito indugio: era come se<br />
volessero, da amici, continuare a stare insieme per<br />
sentirlo ancora tra loro con l’eco di una deliziosa<br />
suonata d’organo offertagli da un giovane legato a<br />
lui da reciproca ammirazione.<br />
Chi era quest’Uomo che a diciassette anni dal congedo<br />
aveva raccolto così tanti importanti e cari personaggi?<br />
Chi gli è stato vicino per oltre quarant’anni, da sottordine<br />
al primo impiego, ad Assistente al Comando<br />
Generale e da Amico nella quiescenza, lo ricorda<br />
Ufficiale Tecnico e coordinatore degli uffici a piano<br />
terra della Capitaneria di Porto di Civitavecchia<br />
negli anni ‘60. Vi fu trasferito d’autorità perchè, riferiva,<br />
aveva osato scrivere uno dei primissimi libri per<br />
il conseguimento della patente nautica, sottraendo<br />
tempo al servizio!<br />
Con la Signora Enrica e le figlie Annamaria e Renata<br />
aveva l’alloggio in quella specie di frigorifero permanente<br />
che era Forte Michelangelo. Equivaleva<br />
alla massima punizione per uno che ha sempre aborrito<br />
il freddo ed anche il minimo spiffero.<br />
Il lavoro serio ed impegnativo era pane per i suoi<br />
12<br />
NOTIZIARIO DELLA<br />
GUARDIA COSTIERA<br />
Ammiraglio Ispettore Capo (Cp) Francesco Cerenza<br />
Nato a Salerno il 26 agosto 1924 è stato nominato<br />
<strong>Guardia</strong>marina il 26 novembre 1948. Ha ricoperto<br />
molteplici incarichi in vari Uffici Marittimi, presso lo<br />
Stato Maggiore della Marina ed il Ministero della<br />
Marina Mercantile. Ha comandato la Capitaneria di<br />
Porto di Salerno ed è stato Direttore Marittimo e<br />
Comandante del Porto di Livorno, Venezia e Genova.<br />
Destinato a Marispegecap dal settembre 1983 ha<br />
ricoperto gli incarichi di Capo del 3° Reparto quindi<br />
Vice Ispettore e Capo del 1° Reparto, e successivamente,<br />
dal gennaio 1987 ad agosto 1989, di<br />
Ispettore Generale delle Capitanerie di Porto.<br />
denti, sicché, baciate le figliolette che, cartella a zainetto<br />
sulle spalle, venivano a salutarlo in ufficio tutte<br />
le mattine avviandosi a scuola, iniziavamo la giornata<br />
con una riunione “sui generis” (oggi si direbbe<br />
“briefing”, ma quello era “ante litteram”).<br />
“Guagliù oggi c’è da fare questo qua e quello là; per<br />
quest’altro, Signor V., vada avanti come concordato<br />
ma attento a quel problema; Signor F. si prepari una<br />
uscita in mare con la Barnett e lei Signor T. pianifichi<br />
per domani una vigilanza pesca con la Supersperanza,<br />
perchè QUELLO LA a Roma ci tiene assai! Ed ora<br />
per vedervi andare a faticare<br />
con il sorriso sulle labbra,<br />
vediamo chi ha una<br />
bella barzelletta pronta...e<br />
fresca!” Ce n’era sempre<br />
qualcuna ed anche una<br />
seconda e poi basta: al<br />
lavoro!<br />
In quegli anni uscì un<br />
disco a 33 giri con inciso<br />
un lavoro del grande<br />
Eduardo De Filippo: “Vincenzo<br />
De Pretore”. Il<br />
primo ufficiale ad andare<br />
in franchigia a Roma, ove era già reperibile, fu da<br />
lui incaricato di acquistarne più copie e ci riuscì.<br />
Lo ascoltavamo divertitissimi molte volte e lui si<br />
faceva le “meglio risate”. Ai “briefing” susseguenti<br />
ce ne declamava pezzi spassosi...come viatico,<br />
onde andare a lavorare in letizia!<br />
Gli rimarrà sempre caro “Vincenzo De Pretore”<br />
tanto che da Capo Reparto e da Ammiraglio Ispettore<br />
prima e poi...da pensionato non si privava di<br />
leggerlo, farlo leggere (unitamente a brani di Ferdinando<br />
Russo, Totò, De Crescenzo ed altri autori<br />
annessi) per sè e gli amici che almeno una volta<br />
alla settimana gioivano della sua piacevolissima<br />
compagnia al Circolo Marina o in ristorantini ben<br />
apprezzati a Santa Barbara ed in ogni occasione<br />
propizia.<br />
Nella splendida carriera dell’Ammiraglio seguirono<br />
variegati ed importanti incarichi anche al di<br />
fuori delle Capitanerie: Addetto all’On.le Sottosegretario<br />
per la Marina Mercantile, Capo della<br />
sezione Logistica navale di Maristat, Vice Presidente<br />
del Provveditorato al Porto di Venezia e Presidente<br />
reggente al CAP di Genova. Di particolarissima<br />
rilevanza si rivelò la soluzione da lui escogitata,<br />
per lo S.M.M. che lo attivò, onde demolire<br />
legittimamente la struttura, sorta in acque internazionali<br />
dell’Adriatico, di un casinò da gioco d’azzardo,<br />
i cui autori intendevano sottrarsi alle giurisdizioni<br />
territoriali statali.<br />
All’acutezza dell’ingegno univa l’affabilità della<br />
parola, la bella ed esauriente prosa, l’arguzia<br />
ANNO VIII N° 6 - DICEMBRE 2006