RAPINE DA INCUBO - Cinque Quotidiano
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2<br />
PVQ<br />
Molte concessioni in mano<br />
a pochi: Fabrizio Moro<br />
ottiene 400mila metri quadri<br />
per i suoi impianti p3<br />
N<br />
on ci crederete, ma<br />
gran parte dei cosid-<br />
detti impianti di tra-<br />
slazione Atac, ascensori,<br />
scale mobili, tappeti mobili,<br />
servoscala, piattaforme<br />
elevatrici, sono fuori<br />
legge per mancanza di addetti.<br />
Lo segnala una lettera<br />
documento inviata il<br />
30 marzo scorso dalla segreteria<br />
del Consiglio unitario<br />
d’azienda Atac, settore<br />
metroferro. Eppure,<br />
anche se ne siamo giunti<br />
a conoscenza solo ieri, la<br />
lettera è stata praticamente<br />
inviata a tout le monde:<br />
sindaco, assessore, ma soprattutto<br />
al presidente, all'amministratore<br />
delegato,<br />
al direttore generale al<br />
capo del personale. Insomma<br />
ai vertici dell’azienda<br />
di trasporto pubblico locale.<br />
Cosa scrivono i rappresentanti<br />
dei lavoratori?<br />
Semplice, che il 14 marzo<br />
sono automaticamente decaduti<br />
i nulla-osta tecnici<br />
di autorizzazione ministeriale<br />
per l’apertura all’esercizio<br />
degli impianti<br />
di traslazione delle metropolitane<br />
e ferrovie concesse<br />
del Comune di Roma<br />
e della Regione Lazio che<br />
non sono non più in carico<br />
alla Direzione di Esercizio.<br />
Il fatto è che l’azienda<br />
avrebbe provveduto “con<br />
estremo ritardo all’individuazione<br />
dei soggetti di<br />
cui intende disporre per poter regolarizzare la propria<br />
posizione nei riguardi<br />
delle normative in vigore,<br />
per altro non tenendo conto<br />
della legislazione vigente,<br />
dei parametri di provenienza<br />
del personale individuato,<br />
né tanto meno<br />
mercoledì 4 aprile 2012<br />
istituzioni<br />
Impianti senza controlli<br />
Stazioni metro a rischio<br />
dei tariffari nazionali delle<br />
figure professionali normalmente<br />
preposte allo<br />
svolgimento di tali mansioni<br />
e quanto devono essere<br />
pagate. E allora? Allora<br />
rimaniamo senza i responsabili<br />
di questi impianti<br />
e siamo già fuori<br />
tempo massimo. La rappresentanza<br />
sindacale lamenta<br />
di aver cercato da<br />
tempo un’intesa con<br />
l’azienda che “tuteli il personale<br />
e ponga Atac SpA<br />
al riparo da eventuali mancanze<br />
nei riguardi delle<br />
istituzioni, dell’utenza, e<br />
del personale coinvolto”.<br />
Ma Atac continuerebbe ad<br />
andare per proprio conto<br />
nel tentativo di costringere<br />
i lavoratori “a farsi carico<br />
di responsabilità che prevederebbero<br />
ben altro trattamento<br />
rispetto a quello<br />
proposto da Atac”. Una<br />
vertenza sindacale, dunque,<br />
ma che pare giocarsi<br />
sulla pelle degli utenti, perché<br />
c’è il rischio che si<br />
debbano chiudere gli impianti<br />
di traslazione in<br />
mancanza dei lavoratori<br />
preposti. C’è di più, perché<br />
a oggi tutti gli impianti<br />
funzionano in violazione<br />
della normativa vigente,<br />
fatta eccezione per le 10<br />
scale mobili della stazione<br />
Termini, le 2 scale mobili<br />
e i 3 ascensori del parcheggio<br />
di scambio di Laurentina.<br />
Ovviamente la lettera<br />
allega tutte le leggi e<br />
i regolamenti relativi alla<br />
regolare gestione regolare<br />
di scale mobili e ascensori,<br />
ma non è da escludere che<br />
a un controllo dei tecnici<br />
del ministero delle Infrastrutture<br />
gli impianti potrebbero<br />
essere chiusi. Insomma,<br />
ove capitasse, tutti<br />
a piedi in salita sempre<br />
che di fronte a una situazione<br />
di tal genere non si<br />
debbano addirittura chiudere<br />
le stazioni della metro.<br />
Speriamo che si mettano<br />
d'accordo e in fretta.<br />
cinque<br />
WEB: cinquegiorni.it<br />
@: info@cinquegiorni.it<br />
PIANO PARCHEGGI<br />
Alemanno favorevole ai<br />
Pup per decongestionare<br />
la città dal caos auto<br />
sulle carreggiate p4<br />
ATAC Una lettera del consiglio unitario d’azienda lancia l’allarme su ascensori, scale e tappeti mobili e servoscala<br />
Il 14 marzo sono decaduti i nulla-osta tecnici<br />
di autorizzazione ministeriale per l’apertura<br />
all’esercizio delle strutture di traslazione delle<br />
metropolitane e ferrovie concesse del<br />
Comune di Roma e della Regione Lazio<br />
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I <strong>DA</strong>TI<br />
La denuncia di sindacati<br />
e costruttori: «Edilizia<br />
romana in coma»<br />
Lo stato di crisi dell’edilizia romana è gravissimo. I<br />
dati sulla situazione del settore delle costruzioni a<br />
Roma sono stati presentati ieri nella sede della Camera<br />
di Commercio, in un documento congiunto redatto<br />
da Acer, Cna Roma, Federlazio, Legacoop<br />
Lazio, Fillea-Cgil Roma, Feneal-Uil Roma e Lazio,<br />
Filca-Cisl Roma e Lazio. Guardando i numeri, siamo<br />
in presenza di un vero e proprio “bollettino di<br />
guerra”, meno 30% dal 2010 al 2011 è la contrazione<br />
delle ore lavorate<br />
nella sola provincia di<br />
Roma. Meno 27% la riduzione<br />
della massa<br />
salariale erogata, meno<br />
20% il calo degli addetti<br />
del settore, meno<br />
9% la flessione nel numero<br />
delle imprese presenti<br />
sul mercato.<br />
Secondo il documento<br />
“da quanto riportato<br />
nell’ultima indagine Cresme, dal 2007 al 2012 c’è<br />
stata una costante caduta degli investimenti dell’ordine<br />
del 20% circa, nell’edilizia residenziale si è passati<br />
dalla costruzione di 4,9 milioni di metri cubi nel<br />
2010 a 4,3 milioni del 2011, che potrebbero scendere<br />
ulteriormente nel 2012”. Per quanto riguarda le<br />
transazioni per la compravendita di abitazioni, “sono<br />
diminuite del 17% dal 2005 al 2011, e il numero<br />
dei bandi di gara per opere pubbliche nella sola provincia<br />
di Roma è diminuito del 20% circa”. Inoltre, le<br />
imprese non riescono più ad accedere al credito<br />
bancario e, come se non bastasse, tutte le previsioni<br />
per l’anno in corso confermano che il 2012, a Roma<br />
e nel Lazio, sarà un altro anno nero, il quinto consecutivo<br />
di sofferenza del comparto. E pensare che<br />
il settore edilizio a Roma è stato storicamente il<br />
comparto economico più importante. Per provare a<br />
uscire dallo stato di crisi, si prevede la costituzione<br />
di un tavolo permanente tra istituzioni, sindacati e<br />
associazioni datoriali. Nel merito sono emerse alcune<br />
proposte. Riguardo gli appalti, le imprese ritengono<br />
opportuna una maggiore vigilanza in sede di aggiudicazione<br />
per evitare eccessivi ribassi sulle offerte e<br />
il ricorso a procedure di gara in grado di garantire<br />
una trasparente concorrenza tra gli operatori. In sostanza,<br />
si chiede un mercato più libero e meno assegnazioni<br />
dirette senza gara alle ditte del settore.<br />
Un ruolo importante dovrebbe essere svolto dagli<br />
enti locali, in particolare Comune e Regione. Infatti,<br />
secondo le imprese, si esce da questa situazione<br />
sbloccando tutte quelle opere pubbliche che sono<br />
cantierabili nell’immediato e cominciando a progettare<br />
il futuro infrastrutturale della regione e, soprattutto,<br />
di Roma. Da troppo tempo le istituzioni locali<br />
sono ferme. Per ottenere questi obiettivi minimi è necessario<br />
incidere, se possibile, sul Patto di stabilità<br />
e avviare i lavori che possono partire in questa fase,<br />
a cominciare dai grandi sistemi di infrastrutture come<br />
le metro, e dai grandi sistemi di infrastrutture regionali,<br />
come ad esempio la Roma - Latina. Infine, c’è<br />
l’annosa questione del credito. Le pmi subiscono due<br />
volte, primo per i mancati pagamenti da parte della<br />
pubblica amministrazione, secondo, per il sistema<br />
bancario che in questa fase non sostiene neppure<br />
la domanda privata. E’ necessario trovare le soluzioni<br />
al “credito”per evitare la chiusura di altre imprese<br />
del settore edilizio.<br />
Renato Mariano