PE 042011_Layout 1 - Unione delle comunità ebraiche italiane

Durante Pesach la Torah prescrive l’astensione da
ogni cibo lievitato. Entro la sera precedente si
devono fare le pulizie e la ricerca del chametz
(bedikath chametz). Si controlla, al lume di candela,
che non ne sia rimasto in qualche angolo. La
mattina seguente si bruceranno gli ultimi residui.
Pesach è la prima delle feste dette shalosh
regalìm cioè dei "tre pellegrinaggi" - le
altre sono Shavuot e Sukkot - perché gli
ebrei si recavano in pellegrinaggio al
Tempio di Gerusalemme, portando in dono
i prodotti dei loro campi.
Il calendario ebraico si sa che è un po’
particolare, con la sua mescolanza di
fenomeni astronomici… È forse
meno noto che il primo giorno di
Pesach non cade né cadrà mai di
lunedì, mercoledì o venerdì.
Pesach viene solitamente trascorsa in
famiglia e tutto il mese è pervaso da una
atmosfera di festa in ricordo anche di altri
avvenimenti importanti, come la costruzione
del Tabernacolo nel deserto. Per tutto il mese
sono soppresse le suppliche giornaliere
(Tachanun) e le manifestazioni di lutto.
Pesach è la grande festa della
libertà: ricorda la fine della
schiavitù in Egitto e l’esodo da
questa terra, quando gli ebrei
diventarono un vero popolo
libero. Ecco perché la festa di
Pesach è così importante e lo
stesso mese di Nissan, in cui cade,
settimo mese del calendario, viene
invece considerato come primo,
nella Torah. La parola Pesach
deriva dal verbo pasàch (passò
oltre) e ricorda quando l’angelo di
Dio, mandato a colpire i
primogeniti degli egiziani, "passò
oltre" le case degli ebrei, le cui
porte erano state segnate col
sangue di un agnello. Infatti, gli
ebrei avevano dovuto sacrificare
un agnello (Korban Pesach) che
poi avrebbero mangiato prima
della partenza, con matzah ed
erbe amare. E sono queste le tre
parole che dobbiamo pronunciare
durante il Seder: Pesach, matzah,
maror.
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