PE 042011_Layout 1 - Unione delle comunità ebraiche italiane
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P8 ERETZ<br />
Il Medio Oriente brucia e Fatah si arrocca<br />
Mentre il mondo arabo attraversa un momento storico, la leadership palestinese sembra ignorare il cambiamento<br />
ú–– Anna Momigliano<br />
IL COMMENTO<br />
FEDERICO STEINHAUS<br />
Gli avvenimenti che sconvolgono il Maghreb (e<br />
non solo) riportano d’attualità la fatidica domanda<br />
che nei tempi bui noi ebrei ci siamo sempre<br />
rivolti con ansia quando il vento della storia<br />
scuoteva le certezze alle quali ci eravamo assue-<br />
Il Medio Oriente brucia, le piazze<br />
arabe insorgono contro raìs e<br />
colonnelli corrotti al potere da<br />
troppo decenni, e in Palestina che<br />
cosa succede? Fatah, lo storico partito-milizia<br />
di Yasser Arafat che governa<br />
l’Autorità nazionale palestinese<br />
da quando è stata creata, si sta arroccando.<br />
Solo così, almeno questa<br />
è la mia opinione, si spiega la richiesta<br />
<strong>delle</strong> dimissioni del premier Salam<br />
Fayyad recentemente avanzata<br />
da un gruppo di esponenti di Fatah,<br />
il partito di Abu Mazen, nonché fazione<br />
principale dell’Olp, che formalmente<br />
guida l’Anp ma di fatto<br />
ha il controllo solamente sulla Cisgiordania.<br />
Ed è un peccato, perché se ci sono<br />
due cose, nel grande caos mediorientale,<br />
che sembrano essere venute<br />
a galla sono proprio le seguenti.<br />
Uno: gran parte <strong>delle</strong> popolazioni<br />
arabe hanno dimostrato di non essere<br />
più disposte a tollerare regimi<br />
corrotti, illiberali, vecchi e polverosi.<br />
Due: nonostante lo stallo del processo<br />
di pace tra Stato israeliano e<br />
Anp, nonostante la debolezza di Fatah<br />
e l’avanzare di gruppi estremisti<br />
come Hamas e Jihad islamica, il primo<br />
ministro palestinese Fayyad era<br />
riuscito a fare qualcosa, facendo crescere<br />
se non altro il prodotto interno<br />
lordo della Cisgiordania anziché andare<br />
a ingrassare le casse di partiti<br />
e milizie. Ex economista della Banca<br />
mondiale, si è rimboccato le maniche,<br />
lavorando sulla creazione di istituzioni<br />
e di infrastrutture, sulla lotta<br />
alla corruzione, sull’educazione e sulla<br />
formazione del know how necessario<br />
alla creazione di posti di lavoro,<br />
sull’economia e in particolare sull’attrazione<br />
di capitali stranieri. In<br />
altre parole, su tutto quello che viene<br />
normalmente catalogato nell’insieme<br />
di nation building. Risultato? Stando<br />
alle stime del Fondo monetario internazionale,<br />
il Pil della Cisgiordania<br />
è cresciuto di nove punti percentuali<br />
nella prima metà del 2010.<br />
Per questo si è meritato il soprannome<br />
di “Ben Gurion della Palestina”,<br />
perché in sostanza lui sta cercando<br />
di fare quello che David Ben<br />
Gurion, padre fondatore di Israele,<br />
fece negli anni Trenta e Quaranta:<br />
fatti: questo cosa significa per noi?<br />
Già, cosa significa? Noi leggiamo e sentiamo in<br />
tutte le corrispondenze che le ribellioni ai regimi<br />
dispotici hanno lo scopo di dare libertà e democrazia<br />
ai popoli, ma sappiamo benissimo che queste<br />
parole si piegano sempre alla volontà di chi le<br />
usa e interpreta con disinvoltura. Viste con gli<br />
ossia costruire una nazione autonoma<br />
e funzionante prima di dichiarare<br />
la nascita di uno Stato. Alcuni, per<br />
utilizzare termini assai più terra terra,<br />
direbbero che è uno di quei leader<br />
che “anziché piantar grane, piantano<br />
patate.”<br />
E pensare che la nomina di Fayyad<br />
era nata proprio da una presa di co-<br />
u Il governo dell’Anp riunito a Ramallah<br />
ú–– Hulda Brawer Liberanome<br />
Yerushalaim in ebraico, in lettere<br />
arabe e in inglese cancellando<br />
dalle insegne stradali<br />
e dalle carte geografiche le diciture<br />
Al Qudz in arabo e Jerusalem<br />
in inglese. Così anche per tutti i nomi<br />
<strong>delle</strong> località in Israele fatta eccezione<br />
per le città e i villaggi di popolazione<br />
araba. È una recente proposta del<br />
ministro dei Trasporti Israel Katz del<br />
Likud, partito del primo ministro Benyamin<br />
Netanyahu.<br />
Come considera quest’ipotesi, domando<br />
a Moshe Brawer, dal 2002<br />
presidente della Commissione per i<br />
nomi (Veadat Hashemot, di cui è<br />
membro da oltre trent’anni), geografo<br />
fondatore all’università di Tel Aviv<br />
della facoltà di geografia. “Ai primi<br />
di febbraio abbiamo avuto una riunione<br />
della Commissione composta<br />
scienza da parte di Fatah, che finalmente<br />
si era resa conto (forse con<br />
qualche lustro di ritardo) di avere<br />
un problema di credibilità.<br />
In altre parole, da circa un decennio<br />
a questa parte, Fatah ha un problema<br />
di fiducia popolare: è vista da molti<br />
palestinesi, e a ragione, come una<br />
leadership vecchia e corrotta. Questo<br />
www.moked.it<br />
(ma non solo) ha permesso tra l’altro<br />
l’ascesa di Hamas, il gruppo terrorista<br />
nato da una costola dei Fratelli<br />
musulmani egiziani che controlla di<br />
fatto la Striscia di Gaza.<br />
In un certo senso, la nomina di Fayyad<br />
è nata da un’ammissione dei<br />
propri limiti da parte di Fatah. Il primo<br />
ministro indipendente è stato<br />
n. 4 | aprile 2011 pagine <strong>ebraiche</strong><br />
DEMOCRAZIE E LIBERTÀ DALLA LIBIA ALL’EGITTO<br />
occhi dell’Islam la libertà non è per tutti e ha limiti<br />
molto ben definiti, la democrazia non contempla<br />
la divisione dei poteri né il rispetto<br />
assoluto della dignità della persona – men che<br />
meno i suoi diritti fondamentali.<br />
Non potevamo fare il tifo per Mubarak come non<br />
possiamo fare il tifo per Gheddafi; e comunque<br />
non avremmo potuto influire sugli avvenimenti.<br />
Ma, con sano realismo, non dobbiamo aspettarci<br />
che i nuovi governi – o regimi che siano, si vedrà<br />
– siano più filooccidentali, più democratici, più<br />
laici di quelli abbattuti. E, non occorrerebbe sottolinearlo,<br />
sicuramente non saranno più filoisraeliani<br />
dei loro predecessori.<br />
nominato da Abu Mazen, un po’ per<br />
fare contenta la <strong>comunità</strong> internazionale,<br />
un po’ per combattere la<br />
corruzione dilagante, e un po’ per<br />
cominciare (finalmente!) a costruire<br />
un embrione di Stato palestinese come<br />
si deve. Partendo dalle infrastrutture,<br />
non dalla politica, né dalle milizie<br />
e dall’esercito come invece usa-<br />
ROTHSCHILD BOULEVARD<br />
Bowling a Ramallah<br />
Se il tuo nome è Zachary Goldman, l’ultima<br />
cosa che ci si aspetta da te è che<br />
tu vada a passare una notte brava a<br />
Ramallah, nel bel mezzo dei Territori<br />
occupati. E invece è esattamente quello<br />
che Zachary Goldman, “pseudonimo<br />
di uno scrittore ed educatore ebreo<br />
che attualmente vive a Ramallah” e che<br />
descrive la sua vita quotidiana sul blog<br />
http://Ramallahreflections.com/blog,<br />
ha fatto. Senza andare incontro a rischi<br />
eccessivi (anche se il solo fatto che usi<br />
uno pseudonimo per scrivere dovrebbe<br />
fare riflettere) e soprattutto divertendosi.<br />
Perché ha passato una gradevolissima<br />
serata giocando a bowling in<br />
un albergo di lusso, di quelli che si vedono<br />
sempre più spesso nella capitale<br />
dell’Autorità nazionale palestinese,<br />
grazie al recente boom economico della<br />
Cisgiordania che tanto ha attirato<br />
l’attenzione dei media internazionali,<br />
dal New York Times al Wall Street Journal.<br />
“Salviamo i tre nomi di Gerusalemme”<br />
Parla il geografo Moshe Brawer, presidente della Veadat Hashemot, contrario alla proposta<br />
avanzata dal ministro dei Trasporti di eliminare la dicitura araba e inglese dai cartelli stradali<br />
da undici scienziati e da cinque rapdo approvata.<br />
presentanti <strong>delle</strong> autorità compreso Qual è stato il ruolo storico della<br />
del ministero dei Trasporti - risponde Commissione per i nomi? “Dopo la<br />
Brawer - e la stragrande maggioranza nascita dello Stato di Israele sono<br />
dei membri, tutti in-<br />
stati dati 1500 nomi a<br />
clusi tutti gli scienziati,<br />
città villaggi e kibbut-<br />
era contraria alla prozim<br />
e circa 5mila 500<br />
posta. E per legge dal<br />
nomi alle vallate ai<br />
1950 senza l’approva-<br />
monti ai fiumi. La carzione<br />
della Commista<br />
geografica di Israele<br />
sione non si può dare<br />
si è così arricchita di<br />
un nome ad una loca-<br />
numerosi nomi prevalità<br />
in Israele”. È penlentemente<br />
in ebraisabile,<br />
tuttavia, che<br />
co”, racconta il geo-<br />
l’argomento verrà angrafo.<br />
“Esistevano,<br />
cora sollevato dal mi-<br />
certo, nomi arabi per<br />
nistro dei Trasporti u Moshe Brawer<br />
esempio per i fiumi -<br />
perché la Commissio-<br />
spiega Brawer - ma gli<br />
ne non si è espressa ufficialmente an- arabi spesso usavano nomi diversi<br />
che se il suo orientamento è ben no- per i vari tratti dei fiumi ed è mancata<br />
to e alcuni membri hanno perfino la precisione oggi richiesta”. Dunque<br />
minacciato di dimettersi se la pro- per molti luoghi di interesse geograposta<br />
dovesse essere in qualche mofico non esistevano nomi specifici<br />
anche perché la popolazione era più<br />
scarsa. “Per quanto riguardano i criteri<br />
che utilizziamo - prosegue Brawer<br />
- il primo è certamente la fonte<br />
biblica e storica. Il libro di Yehoshua,<br />
ad esempio, è molto ricco di nomi<br />
di località, altri si trovano non solo<br />
nella Bibbia ma anche nella Mishnah<br />
e nelle fonti storiche dei primi secoli<br />
come ad esempio in Giuseppe Flavio”.<br />
Per la precisa ubicazione degli<br />
antichi insediamenti o di luoghi geografici,<br />
la Commissione si rivolge ai<br />
suoi storici e ai geografi ed è spesso<br />
aiutata dal fatto che gli arabi, dopo<br />
la conquista del Paese nel settimo secolo,<br />
hanno quasi sempre conservato<br />
l’antico nome <strong>delle</strong> località. Quando<br />
manca il riferimento biblico storico<br />
o archeologico si pensa alla descrizione<br />
geografica e alle caratteristiche<br />
della natura. L’opinione dei geografi,<br />
dei botanici e dei zoologi della Com-